Point Break-Book one: in the city_Capitolo primo

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-1Alcune cose che dovete sapere

Randy Il mio nome è Randy Bennett. In realtà il mio nome completo è Raimond, ma l’unico che mi chiamava così era mio padre. Per tutti gli altri ero Randy, il cucciolo di casa, il tanto sospirato maschio dopo tre femmine; non voglio essere frainteso, mio padre adorava le mie sorelle, a maggior ragione dopo che decise che non ero più suo figlio. Sono venuto al mondo, dopo ben 17 ore di travaglio, a Marquette, una cittadina che si trova nella parte nord del Michigan, quasi al confine con il Canada. Fino all’età di quindici anni ero considerato l’erede perfetto: ottimi voti, ala nella squadra di basket della scuola, figlio affettuoso e fratello accettabile. Poi è successo. Mentre tutti i miei compagni passavano la loro vita di adolescenti con l’unico obiettivo di andare a casa base con qualsiasi cosa fosse provvista di vagina, io iniziavo ad avere l’intima consapevolezza di non essere come loro. Non alludo, è ovvio, al fatto di essere intellettualmente meglio dotato, cosa peraltro vera, ma piuttosto al trascurabile particolare che, del suddetto organo riproduttivo femminile, non poteva importarmene di meno. A quel tempo mi chiedevo spesso il perché. Perché io? Perché Nostro Signore Gesù Cristo aveva deciso di rendere me diverso? Guasto. Difettoso. Questi stupidi pensieri crepuscolari passarono esattamente dieci secondi dopo che Diego Sanchez, guardia dei Bad Axe della Contea di Huron, decise di avviarmi a quelle che mio padre avrebbe definito “pratiche sodomitiche”. Per tutto il match, Diego aveva cercato di ostacolarmi in ogni modo, riuscendoci peraltro. Alla fine della partita, dopo la solita doccia, mi ero diretto verso il sentiero dietro agli spogliatoi che portava sulla strada principale; come tutti i sentieri di questa Terra si infrattava tra due spessi muri di vegetazione e proprio lì, complice l’imbrunire, Diego mi afferrò, senza dire una sola parola, facendo di me un adolescente felice. In quel momento mi si aprì un mondo; i sermoni di padre David sul bruciare all’Inferno e anni di educazione cattolica svanirono all’istante, di fronte alla splendida consapevolezza di chi ero e di cosa volevo. Quindi, per coerenza perlomeno, divenni decisamente scettico. Non che non credessi nell’esistenza di un essere superiore, solo che mi rifiutavo di pensarlo come loro lo descrivevano. Assaggiato il frutto proibito, capii che ne volevo di più. Il problema era che, in una cittadina come Marquette, mantenere i segreti era difficile, per cui prudenza diventò il mio secondo nome. Per fortuna, dietro l’apparente machismo di molti ragazzi della scuola, si celava latente la voglia di sperimentare. Per circa un anno riuscii a mantenere un basso profilo, complice il fatto che avevo trovato una ragazza. Lo so, definirmi ipocrita è un eufemismo, ma quando devi sopravvivere fai di tutto per raggiungere il tuo obiettivo. Clarisse era una dolce fanciulla senza grilli per la testa, cattolica fino al midollo e con l’unica ambizione di diventare moglie e madre. Al suo confronto, la puritana Jamie dei Passi dell’amore sembrava una disinibita meretrice. Ovvio che mi stava benissimo così: ci tenevamo per mano e, a volte, mi consentiva di baciarla. I suoi genitori, molto amici dei miei, vedevano di buon occhio la relazione e già pianificavano, nelle loro limitate menti, il nostro futuro assieme. Ma io avevo ben altri progetti.


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