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FRANCIA Lione, Marsiglia, Nizza

12,6%

Peso dell’economia sommersa nel 2021

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E’ un dato in crescita dopo i due anni di aiuti e sovvenzioni sociali per l’inattività da COVID segno di una forte pratica a lavori (nell’artigianato e servizi) pagati a nero per ottenere tariffe più basse e/o per non dichiarare aperture di attività.

- 50% sull’offerta Rapporto tra offerta e domanda di lavoro nel 2021

Malgrado il tasso di disoccupazione annuale superiore all’8%, le aziende non trovano lavoratori da assumere per mancanza di interesse all’attività lavorativa. Questo dato impatta fortemente sulle imprese estere che vogliono posizionarsi sul mercato francese aprendo filiali o cercando agenti/rappresentanti.

16,50%

Tasso di povertà nel primo semestre 2022

Moderatamente in crescita rispetto al 2021. 9,9 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà che in Francia è di 1.102 euro/mese (per una persona sola). Oltre 2 milioni di persone vivono sotto le 600 €. Questo impatta molto sulla catena dei consumi non solo alimentari.

72%

Tasso di rifiuti riciclati nel 2021 Percentuale in crescita grazie ad azioni di sensibilizzazione governative.

25,8%

Tasso di produzione elettrica da fonti rinnovabili in calo di oltre 4% rispetto al 2020 a causa di una bassa propensione agli impianti eolici e solari.

Punti di forza: ALTA ATTRATTIVA

Internazionale Con

Sguardo Vigile Alla Sostenibilit Sociale

Per quanto riguarda l’aspetto economico, si riscontra una discreta attenzione nei confronti della sostenibilità e della dinamicità del sistema. In particolare, per quanto concerne il tasso di circolarità, che misura la percentuale di materia recuperata e rimessa all’interno dell’economia in modo da poter essere riutilizzata, la Francia detiene uno dei tassi più alti nel 2020, pari al 22,2%, dopo Paesi Bassi e Belgio. Questo fattore è in grado di misurare il livello di riciclaggio delle aziende ma anche l’efficienza economica.

Per quanto riguarda i finanziamenti delle aziende, la Francia mostra forte interesse verso i finanziamenti delle PMI, facilitandone i crediti con tassi bassi, ma con una prospettiva di crescita (sempre minore) dopo il 2020, dovuta alla crisi. Si è inoltre impegnata a sostenere la transizione energetica delle aziende, per agevolare finanziamenti alle PMI e ad imprese di dimensioni intermedie, grazie soprattutto alle agevolazioni dell’ADEME e al prestito PEE proposto dalla Bpifrance.

A livello ambientale, la Francia s’impegna a salvaguardare le risorse naturali coprendo un gran numero di aree protette con la rete Natura 2000 ed associazioni di protezione ambientale. Inoltre, è in costante crescita il consumo delle energie rinnovabili, incoraggiato da finanziamenti dello stato (es. in materia di R&D). Un grande punto di forza riguarda inoltre la digitalizzazione verso l’e-government, orientata ad estendere la presenza di servizi pubblici digitali per le imprese, che si può notare tramite app governative di facile accesso e utilizzo. In più, la presenza dell’Open Data è particolarmente diffusa e fa della Francia un esempio di trasparenza dei dati pubblici del paese.

Punti di attenzione:

UNO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE CHE DEVE FARE

I CONTI CON I COSTI DELLA CRISI ENERGETICA

La Francia non possiede un’attitudine pionieristica in termini di sviluppo sostenibile, infatti, secondo l’INSEE, si posiziona nella media all’interno dell’Unione europea.

Negli ultimi anni ha perso quote di mercato sia in Europa che a livello globale. In tempi di forte crescita dei consumi, le importazioni crescono più velocemente delle esportazioni. Una bilancia commerciale in deficit e un commercio estero che presenta carenze strutturali: il saldo è negativo sia per i beni di capitale che per i beni di consumo.

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, la Francia emette meno gas serra rispetto ai paesi vicini. Ciò è dovuto alla scelta energetica del nucleare, ma questo aspetto, paradossalmente, è la causa per cui la Francia è uno tra i paesi europei più indietro nel raggiungimento del proprio obiettivo nazionale sulla quota di energia rinnovabile nel mix energetico (solo 23% nel 2020).

Quanto all’inquinamento atmosferico da polveri sottili, la Francia è in linea con la media europea. Stesso valore mediano europeo anche per lo sviluppo dell’agricoltura biologica. La Francia è carente nella produzione di beni fondamentali (elettronica, computer, apparecchiature domestiche, materiali necessari per la transizione energetica).

A livello di competitività è penalizzata dagli oneri sociali e fiscali, dalle finanze pubbliche e dal mercato del lavoro.

Nei dati dell’ultima indagine economica, l’OCSE rileva che la Francia ha compiuto progressi nella riduzione del disavanzo pubblico, ma le misure di sostegno per combattere la crisi e il calo dell’attività economica hanno portato il deficit al 9,1% nell’ultimo anno insieme al debito pubblico lordo, che ha superato la soglia del 115% nel 2020, ponendo la Francia in una situazione simile a quella dei paesi dell’Europa meridionale.

Visione d’insieme: FRANCIA, LA TERRA PROMESSA PER L’EXPORT ITALIANO

Se dovessimo riassumere in una parola la prima qualità della Francia è attrattività. La Francia è il paese in Europa che attira il maggior numero di progetti d’investimento esteri nel settore produttivo.

Il consolidamento di questa leadership si inserisce in una politica economica di interscambio che vede in primo luogo l’agevolazione di partnership transfrontaliere legate alla transizione economica e alla ripresa industriale post covid.

Per raggiungere questo obiettivo la Francia, ha avviato un intenso processo di investimenti esteri che vede proprio l’Italia come uno dei primi tre principali partner, grazie anche alla profonda predilezione dei francesi verso tutto ciò che è Made in Italy: dalla meccanica di precisione all’agroalimentare biologico, passando dal design alla moda.

A sostegno di questa dinamica congiunta dedicata all’export vi è una maggiore flessibilità derivante dal recente “Patto del Quirinale”, che ha aperto una serie di agevolazioni per le aziende italiane in Francia in modo che esse possano usufruire, al pari di quelle francesi, di una serie di agevolazioni finanziarie e fiscali utili a migliorare la competitività nel mercato transalpino.

Una tra tutte il taglio significativo delle imposte sulle aziende, quindi anche sulle filiali francesi di aziende italiane, la cui aliquota relativa è stata ridotta dal 33% al 26,5%, a cui si aggiunge una riduzione permanente degli oneri sociali per i datori di lavoro.

È difficile immaginare l’Italia senza la Francia, o viceversa. In oltre duemila anni di storia i rapporti tra queste due realtà sono stati strettissimi, tanto che l’export italiano è oggi ai suoi massimi livelli.

A cura di Camera di Commercio Italiana per la Francia di Lione, www.ccielyon.com Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia, www.ccif-marseille.com

Chambre de Commerce Italienne Nice, Sophia-Antipolis, Cote d’Azur, www.ccinice.org

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