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PORTOGALLO Lisbona
127,40%
Debito pubblico sul PIL
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In ribasso rispetto al 2020 (135,2%). In Marzo 2022, si è attestato al 127%.
33,98%
Quota di energia rinnovabile sul consumo finale lordo di energia
Al di sopra della media UE (22,09%); la strategia energetica portoghese è all’avanguardia in Europa e può rivestire un ruolo chiave dal punto di vista geopolitico in vista degli sviluppi attuali e futuri e in nome della sostenibilità energetica. Il sistema di incentivi fiscali rende vantaggioso adottare impianti di energia rinnovabile.
5,90%
Gender employment gap
Al di sotto della media UE (10,8%).
90,50%
Copertura internet ad alta velocità (% di famiglie)
Al di sopra della media UE (70,2%).
21,20%
% Specialisti ICT di sesso femminile
Al di sopra della media UE (18,5%); tuttavia, stando ai nuovi dati riferiti al 2022, la percentuale portoghese di specialisti ICT di sesso femminile rispetto al totale è in lieve calo (20,7%).
Punti di forza: DIGITALIZZAZIONE E SOSTENIBILITÀ SOCIALE
Digitalizzazione e sostenibilità sociale sono le componenti in cui il Portogallo si mostra più virtuoso.
A livello sociale, il paese può vantare una buona qualità della vita, espressa in un’alta aspettativa di vita e buoni livelli di pari opportunità ed inclusione, come dimostra un divario occupazionale di genere più basso rispetto alla media UE.
A livello digitale, il paese presenta un’infrastruttura avanzata, seppur la copertura 5G sia ancora assente sul territorio. Degni di risalto sono:
• l’elevato tasso di copertura di internet ad alta velocità;
• prezzi competitivi dei servizi a banda larga;
• ampio numero di utenti di banda larga;
• E-Government molto sviluppato sia nei confronti delle relazioni tra Stato e cittadini che in quella tra Stato e imprese. In linea con la media UE è la percentuale di adulti con competenze digitali.
A livello ambientale, indicatore di spicco è una tra le più alte quote in UE di energia rinnovabile sul consumo finale lordo di energia, che denota una certa sostenibilità energetica.
Punti di attenzione: DINAMICITÀ ECONOMICA ED ECONOMIA CIRCOLARE
Nonostante la tendenza di riduzione osservata negli ultimi anni a partire dal 2015, è tuttora molto alto l’indebitamento pubblico portoghese, gettando una nuvola di incertezza sul tema della sostenibilità economica. Perplessità si registrano a livello di dinamicità del sistema paese e di clima imprenditoriale.
Sotto la media UE sono l’indice di apertura del mercato interno (2019) e l’indice di finanziamenti per imprenditori. Il tasso di inflazione del 4%, effetto della guerra in Ucraina, è comunque inferiore alla tendenza UE.
Mentre il paese fa bene in termini di sostenibilità energetica, i dati relativi all’economia circolare sono meno confortanti. Ai limitati investimenti privati nel settore, si aggiunge: una percentuale più bassa, rispetto ad altri contesti, di rifiuti riciclati sul totale; il ridotto tasso di utilizzo di materiale circolare (2,2% del totale nel 2019); e la modesta quota di commercio di materie prime riciclabili.
Dunque, nonostante si stimi che entro il 2025, il 50% dei portoghesi sarà eco-active, c’è ancora molto da fare sul fronte dell’economia circolare.
Visione d’insieme: BENE LA DIGITALIZZAZIONE, MENO L’INNOVABILITY (DIGITALE E AMBIENTALE)
Digitalizzazione e sostenibilità sociale per il sistema Portogallo costituiscono punti di forza, seppur siano da inscrivere nel quadro di un contesto strutturale più o meno complesso, di modesta dinamicità del sistema paese e di uno scenario (globale) incerto. È necessario inoltre distinguere digitalizzazione da sostenibilità digitale. In relazione a quest’ultima emergono delle incertezze: la percentuale di open data (48%) è tra le più basse in Europa e limitati sono gli investimenti statali volti a rafforzare le tecnologie smart-grid.
In termini di green economy, se da un lato ci sono senz’altro lacune da colmare rispetto a pratiche come riciclaggio dei rifiuti ed economia circolare, dall’altro, la contribuzione delle energie rinnovabili è indicatore di sostenibilità energetica e può costituire un vantaggio chiave, soprattutto alla luce degli sviluppi geopolitici attuali e futuri. In tal senso, incentivi statali potrebbero stimolare l’utilizzo di energie rinnovabili ancora discreto nel settore dei trasporti e/o incoraggiare la sharing mobility, il cui mercato in Portogallo spunta tra quelli meno sviluppati rispetto ad altre nazioni europee. Per concludere, è importante comprendere fino a che punto gli investimenti statali possano colmare i gap esistenti, se non accompagnati da investimenti privati e da tessuti di start-up che siano capaci di introdurre innovazioni, anche nel settore energetico.