2 minute read
UNGHERIA Budapest
Punti di forza: INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ
Del Sistema
Advertisement
Una sostenibilità, quella ungherese, che passa attraverso una rinnovata centralità dello Stato come player sia per quanto riguarda le politiche economico-sociali sia per la diretta partecipazione delle imprese. Già dal 2014, i prezzi dell’energia (gas ed elettricità) sono stati calmierati per i consumatori finali. La stessa strategia è stata applicata alla vigilia dello scoppio della guerra in Ucraina del 2022 per quanto riguarda il consumo di idrocarburi. Un sistema fiscale, quello ungherese, che penalizza decisamente i consumi (Iva al 27%), ma che applica un regime de minimis (KATA) che sostanzialmente defiscalizza imprenditori individuali, artigiani e professionisti. In questo contesto sempre lo Stato, con utilizzo di fondi comunitari, sta favorendo l’innovazione tecnologica tramite finanziamenti e procedure semplificate.
L’Ungheria ha per ora resistito sia al perdurare della crisi europea, sia ai diversi mesi di conflitto bellico, mantenendo uno dei più bassi tassi di disoccupazione europei e i medesimi livelli di crescita registrati nel 2021. La diffusione della fibra ottica e l’alto livello di digitalizzazione dell’amministrazione pubblica rende l’ambiente business sempre più smart. Con l’avvento della pandemia da COVID-19, nel paese si è registrato un aumento dei servizi erogabili tramite piattaforme digitali. Inoltre, in Ungheria, le emissioni di gas serra sono diminuite di oltre il 32% dal 1990 principalmente come conseguenza della trasfor- mazione strutturale dell’industria pesante, della modernizzazione degli edifici residenziali e del declino dell’utilizzo dei combustibili fossili. Di conseguenza, le emissioni registrate si attestano ad un livello significativamente inferiore rispetto alla media europea.
Punti di attenzione:
“SOSTENIBILITÀ POLITICA”, POLITICHE AMBIENTALI, SISTEMA SCOLASTICO E SANITÀ
L’ormai decennale posizione governativa ungherese si trova costantemente in contrasto con la posizione ufficiale europea, in particolare riguardo alle politiche per l’immigrazione, ad alcuni diritti civili, alla libertà di stampa e ultimamente (in seguito al conflitto in corso) alle politiche energetiche. Se è vero che la sensibilità e l’attenzione alle tematiche sociali influiscono sul potenziamento della digitalizzazione (e di conseguenza, della sostenibilità), non sorprende che l’Ungheria, che registra uno dei tassi di abbandono scolastico più alti d’Europa (nei giovani tra i 19 e i 24 anni) ed è in pole position per quanto riguarda il numero di giovani che non studiano e non lavorano (15-29 anni), arranchi dal punto di vista delle politiche ambientali. Nonostante un significativo adeguamento normativo, le politiche ambientali relative alla raccolta e all’economia differenziata non sono decollate. Gli ultimi investimenti nei parchi solari e negli impianti eolici hanno segnato una via per le energie alternative che dovrà necessariamente intensificarsi, anche per l’incertezza del pieno utilizzo della Centrale Nucleare di Paks, il cui ampliamento, essendo di tecnologia russa, è messo in discussione. Si sottolinea poi, una discreta coscienza dei vantaggi legati al proprio patrimonio boschivo e delle acque dolci (fiumi Danubio e Tibisco in primis), oltre che delle acque termali, ma una limitata penetrazione della cultura ecologica, dell’alimentazione e del consumo consapevole.
Nonostante investimenti considerevoli negli ultimi 5 anni, i livelli di retribuzioni sia del sistema scolastico sia della sanità sono molto bassi. Il livello dei servizi viene registrato come nella media europea, ma non sarà a lungo sostenibile.
Visione d’insieme: INNOVAZIONE SOSTENIBILE CHE CERCA DI ACCELERARE
Complessivamente, la performance ungherese in termini di sostenibilità ambientale e sociale, pur essendo in miglioramento rispetto agli anni passati, continua a ottenere risultati al di sotto della media dei paesi Visegrad e dei paesi europei – eccezion fatta per il tasso di disoccupazione, che si attesta al 3,4%, rappresentando una delle percentuali più bassa nei paesi UE. Sostenibilità digitale, e-commerce, reti on-line, accelerazione dell’innovazione, stanno diventando appannaggio non solo dei grandi gruppi multinazionali (che ancora oggi rappresentano oltre il 60% del PIL magiaro), ma sempre più di ampie fasce di piccola e media impresa in via di internazionalizzazione.
Per le piccole e medie imprese italiane che vogliono esportare in Ungheria e paesi limitrofi, è necessario trovare nuovi strumenti che interconnettono le piattaforme logistiche, strumenti di digital marketing e opportunità di mercato.