The History of Typography

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THE HI STORY OF TYPO GRAPHY SHORT ODE TO TYPOGRAPHY FROM GUTHEMBERG TO LUBALIN

1 4 4 0 2 0 1 4 GIULIANO GANGEMI





La tipografia nella storia La storia della stampa e della tipografia moderna inizia con l’invenzione della stampa tipografica a caratteri mobili, invenzione che è attribuita al tedesco Johann Gutenber, seppure sia probabile che precedentemente i cinesi avessero utilizzato tecniche simili. In ogni caso, Gutenberg, con l’aiuto dell’amanuense Peter Schöffer e finanziato dal banchiere Johann Fust stampa tra il 1448 ed il 1454 a Magonza la celebre Bibbia a 42 linee (ogni pagina sarà composta da 42 linee di testo), la quale viene messa in vendita a Francoforte sul Meno già dall’anno 1455. La tecnica di Gutenberg consiste nell’allineare i tipi (piccoli prismi metallici dove compare in ognuno a rilievo rovescio un carattere), allineati e assemblati i tipi in linee per poi unirli creando le pagine complete di testo. Ogni composizione di pagina (matrice) viene quindi inchiostrata e successivamente stampata con un torchio pressore. Inizialmente i tipi vengono fasciati per essere uniti; per questo i libri stampati dall’invenzione di Gutenberg fino alla fine ‘400 vengono detti incunaboli. (dal latino in cuna, cioè in culla, in fasce). Nell’ arco di circa dieci anni la nuova tecnica di stampa a caratteri mobili si diffonde in tutta Europa; in Italia la nuova tecnica di stampa si diffonde rapidamente, a Venezia i primi stampatori “moderni” iniziano a lavorare già nel 1469 e rapidamente portano Venezia ad essere il più importante centro europeo della stampa di libri.

I


I primi incunaboli si presentano per forma dei caratteri, disposizione generale e l’uso di abbreviazioni, simili ai precedenti manoscritti, ma nel XVI secolo l’editoria comincia ad essere un’industria affermata, le abbreviazioni spariscono, i caratteri si riducono e le linee ulteriormente si spaziano rendendo i testi sempre più leggibili. Il ‘700 è il secolo di John Baskerville, François Ambroise Didot e dell’italiano Giovanni Bodoni, i quali introducono nuovi standard di caratteri ispirati a precise proporzioni geometriche. La Rivoluzione Industriale del XIX secolo è l’ulteriore passo nello sviluppo tecnologico della tipografia , ad inizio secolo la tipica pressa lignea “di Gutenberg” viene sostituita dalla pressa con struttura di metallo. È l’anno 1796 quando Aloys Senefelder introduce la litografia (la madre dell’offset). Nicolas Luis Robert nel 1798 inventa la “macchina continua”, grazie alla quale sarà possibile fabbricare un foglio continuo di carta incrementando così la velocità di produzione. Nel 1800 l’esponenziale aumento della richiesta di carta porta alla rivoluzione della sua produzione, in alternativa a quella prodotta dagli stracci, molto costosi e difficili da reperire, viene introdotta la carta a base di pasta di legno. Lettera A dal testo di Luca Pacioli “de Divina proportione”, Paganino dei Paganini, Venezia, 1509.

In questo periodo sono i giornali ad introdurre più innovazioni di qualunque altro nel campo della stampa, fra i quali spicca il “Times” di Londra con la prima pressa piano-cilindrica a vapore che permette di passare dalle precedenti 300 alle 1100 copie l’ora, sempre al Times ne seguirà pochi anni dopo (nel 1828) la macchina “a quattro cilindri” verticali in grado di produrre oltre 5000 copie all’ora.

Le parti principali del font sono l’asta e il terminale. Queste parti lo caratterizzano e differenziano rendendolo unico.

II


Ma è grazie all’italiano Auguste Hippolyte Marinoni che il mondo dell’editoria è stato rivoluzionato, egli prima ha inventato la stampa a quattro colori detta quadricromia (CMYK), e seguentemente la rotativa, una macchina in grado di stampare migliaia di copie all’ora su un nastro continuo di carta bianca. I 4 elementi della macchina sovrappongono il loro colore agli altri così da formare un’immagine stampata con tutte le tinte e le sfumature desiderate.

600 anni di evoluzione a confronto: Blackletter vs Didot

Seguirono esperimenti di composizione meccanica che portarono alla realizzazione della Linotype (Ottmar Mergenthaler - 1886) e successivamente della Monotype (Tolbert Lanston 1889). Lo sviluppo tecnologico della meccanica della stampa subirà una frenata fino al 1960 quando venne introdotta la stampa offset . Negli anni ’70 lo sviluppo di strumenti informatici comporta profondi cambiamenti anche alla tipografia, a partire da quegli anni per la composizione delle pagine vengono messi a disposizione sistemi che consentono di formulare da tastiera documenti che vengono direttamente organizzati in linee e pagine, la fotocomposizione si avvale di videoterminali dai quali si può vedere ciò che il compositore digita sulla tastiera.

III


L’ANATOMIA DEL CARATTERE

Gli elementi costitutivi della lettera alfabetica, sono le aste e i tratti terminali, detti anche «grazie»; le prime sono essenziali, senza le quali non si avrebbe la lettera alfabetica; i secondi, sono decorativi o di complemento e ne deteminano le famiglie. Le aste possono essere rette, spezzate, curve, miste, uniformi, contrastate, digradanti; l’inclinazione delle curve modellate, determinano lo stile di una lettera. Le aste sono gli elementi indispensabili che costituiscono il disegno di una lettera. Un carattere può, in ogni caso, essere letto senza grazie. Senza aste invece non può essere riconosciuto.

IV


V


Le famiglie di caratteri Tutti gli stili di un carattere compongono una famiglia (chiamato anche set). Queste variazioni sono però basate su un unico design, e possono essere usate insieme armoniosamente, consentendo una varietà di impieghi nell’ambito dello stesso progetto (ad esempio, titoli, testo corrente e didascalie nella stessa brochure). Gli stili di uno stesso carattere variano in base al peso (bold, normal, light, extralight) e all’inclinaA destra: i due titolari della fonderia di caratteri Hoefler & Frere-Jones, produttrice del font Gotham, Tobias Frere-Jones e zione dell’asse (roman, italic). Jonathan Hoefler. A sinistra: Il poster “Hope” di Shepar Fairey in cui è stato usato il font Gotham. Al tempo di Francesco Griffi (fine del XV secolo) il corsivo e il tondo erano considerati caratteri distinti. Fu solo con Claude Garamond che si iniziarono a produrre le due versioni di uno stesso carattere. Il peso è il rapporto tra area inchiostrata ed area in bianco della serie di caratteri, o meglio lo spessore dei tratti che lo compongono indipendentemente dalla sua dimensione. Le famiglie di caratteri possono contenere al loro interno anche la variante graziata e senza grazie di una stessa font. Ogni famiglia ha un nome specifico.

Garamond è stato il primo carattere ad avere più di una grandezza, il suo creatore Claude Garamond (1499-1561) è stato uno dei più grandi tipografi francesi oltre che innovatore nel suo campo.

VI


Composizione di un set Un tipico set (famiglia) “Pro” di caratteri può contenere fino a 2000 glifi unici, e diverse classi in cui si distinguono questi caratteri sono principalmente: • Le Maiuscole, ovvero tutti i caratteri capitali che si differenziano da quelli piu piccoli per la grandezza o per particolari decorazioni. • Le Minuscole, le lettere che compongono il corpo del testo che appunto sono piu piccole delle maiuscole. • Le legature di solito rimpiazzano due caratteri che condividono dello spazio e fanno parte di una categoria più ampia di caratteri chiamata di forma contestuale. • I Numeri, tutti i numeri comprese le forme in apice, le frazioni e le forme decorative degli stessi numeri. - i segni di punteggiatura comprendono tutti i segni di punteggiatura tradizionali (es.: . , : ; -) più tutti quelli non comuni come i segni matematici. • I Caratteri speciali sono tutti quei caratteri che non possono essere digitati tramite tasto ma solo attraverso una combinazione del tasto comando + codice ASCII.

VII


L’ anima del carattere Perché impieghiamo tanto tempo a parlare del carattere tipografico, della sua storia, e di ogni suo particolare? Il carattere tipografico è la manifestazione visibile della parola e saperlo usare, essere in grado di organizzarlo, di gestirne le gerarchie, significa sapere comunicare visivamente un progetto dal punto di vista grafico. Se con la voce si può sussurrare, gridare, essere contorti o chiari, autorevoli o scanzonati, lo stesso si può ottenere sulla carta attraverso un uso consapevole della tipografia. Anche quando nella nostra composizione le immagini prevalgono sulle parole, se siamo in grado di impostare correttamente il testo, abbiamo in mano la chiave dell’impaginato.

VIII


La psicologia dietro il font Ogni tipo di font che usi per i tuoi lavori rimanda il lettore o l’utente ad una precisa emozione. Seguendo un semplicissimo schema si può fare in modo puoi far provare una determinata emozione, sentimento, associazione al momento giusto.

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La gamma seriale I caratteri tipografici sono disponibili in dimensioni e varianti diverse che ne compongono la gamma seriale. Ogni carattere si può diversificare in più varianti stringendo e allargando le proprie forme in misura variabile. Ogniuna di queste trasformazioni è detta Stile del font o Style. La serie più comune di queste trasformaioni è definita dai seguenti termini: strettissimo (compressed), stretto (condensed), normale (regular o medium), largo (wide), larghissimo (extended). Le lettere possono variare inoltre in termini di spessore: si possono assottigliare, diventando quindi più chiare, o ispessire, per aumentare il “nero” complessivo. Le più comuni varianti di peso sono: extra light, Iight o thin, normale regular o medium, semibold, bold e extra bold. In media ci sono 3.5 stili per font... se dovessimo fare un confronto tra i font con il maggior numero di stili al 3° Posto ci sarebbe Frutiger con 40 stili differenti, al secondo troveremo Universe con 63 stili (primo font nella storia ad avere piu di 10 stili) ed al primo posto il font più apprezzato di sempre, Helvetica, con la bellezza di 111 stili differenti.

Helvetica Universe Frutiger

XI

111

63

40

Gothic Blackletter Sdt, Solo uno Stile. Carattere usato sin dal 12° secolo, chiamato anche Textura Old English o Gothic Script. È stato per centinaia di anni il carattere di riferimento per i monaci amanuensi. Non era ideale per a stampa all’epoca ed è stato subito rimpiazzato dal piu romanico Jenson Std.

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Gamma seriale completa del font Gotham disegnato nel 2000 da Thomas Jones.

XII


Il font nella storia In queste due pagine vi è rappresentata schematicamente la storia e l’evoluzione dei font nel mondo partendo dal 1200 e arrivando ai giorni nostri dove ogni giorno vengono pubblicati nuovi caratteri e ogniuno può progettare il proprio adatto alle proprie esigenze.

Molto inchiostro e stampe macchiate Il primissimo grande carattere fù Blackletter, ispirato allo stile gotico e usato dagli Amanuensi, data la sua complessità la stampa era molto difficile e problematica.

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Il Primo font classico Primo font “old style” progettato nel 1420 da Nicolas Jenson un incisore francese. Jenson per realizzare questo font si ispirò ai caratteri trovati sulle antiche rovine romane. È la base di tutti i font detti “Roman”.

Carattere inclinato Dal 1450 in italia ci si accorse che si poteva risparmiare 1 foglio ogni 10 pagine se si facevano ruotare leggermente i caratteri, risparmiando tempo e denaro e senza compromettere la leggibilità


L’ultimo font classico William Caslon è ricordato per aver fissato un nuovo standard di leggibilità tra i font roman o classici. William Caslon IV introduce il concetto di sans serif nel 1800.

Dal 1900 al 1940 si sviluppano moltissimi font differenti in tutto il mondo. I piu famosi sono Gill sans, Futura e Rockwell.

Font di transizione John Baskerville da vita all’omonimo e particolare font. Questo carattere è una via di mezzo tra il font classico e il font moderno in quanto presenta un contrasto maggiore tra serif e aste.

Moderno Il rivoluzionario Didot è insieme a Bodoni uno dei font più rappresentativi dello stile moderno. Presenta dei forti tratti verticali e delle sottili serif.

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Tipologie di font In questa sezione vengono messe a confronte le caratteristiche che distinguono una o piu classi di font, tutto girerà in torno alle grazie e ai tratti.

Roman

Caslon Original Tecnicamente questo font è neutro, è leggermente graziato e ha bassissimo contrasto tra linee spesse (barre) e linee sottili (asticine).

Transitivo Baskerville Font che presenta un cambiamento dal solito Old Type, il contrasto tra le line è più accentuato e le grazie sono piu affilate, appuntite.

Moderno Didot Tipo di carattere rivoluzionario per l’epoca, hanno un estremo contrasto tra linee spesse e linee sottili e le grazie sono estremamente piccole e lineari.

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Geometrico Futura Tipo di carattere derivato da proporzioni matematiche, contrasto tra linee assente e sprovvisto di grazie, ideato nel 1929 diventa uno standard rimasto tuttora.

Umanistico Gill Sans Come futura è geometrico e preciso, non è presente il contrasto tra linee ma a differenza del geometrico assoluto ha delle curve piu morbide, più umane.

Slab serif Didot Come i font umanistici e come la maggior parte di sans serif lo Slab serif o Egiptian non ha contrasto tra linee spesse o linee sottili ma ha la particolarità di avere delle “grazie” rettangolari e nette di grandezza pari a quella della barra. Questo tipo di font è stato molto usato all’ inizio del ‘900 per poster e manifesti.

*Queste sono le principali tipologie di carattere e le loro caratteristiche, ne esistono altre come gli script, ovvero font calligrafici oppure i grunge font derivati dall’ uso di collage di forme ma sono poco usati.

XVI


L’era moderna A partire dal 1985, con l’introduzione dell’Apple Macintosh e di programmi come PagMaker nasce il Desktop Publishing, destinato ad un rivoluzione informatica decisa a soppiantare tutti i precedenti sistemi. Nel 1982 con la nascita di alcuni programmi come Adobe Photoshop, Corel Draw e successivamente Illustrator i mezzi per fare tipografia e grafica diventano a disposizione di sempre piu gente facilitando la creazione di contenuti. Oggi nel 2014 chiunque può avere accesso a questi programmi e chiunque può creare caratteri nuovi con strumenti digitali e condividerli con il mondo, vestendo i panni digli antichi tipografi. Secondo alcune analisi di font.com ogni giorno vengono creati 300 nuovi font con in media 3.5 stili ciascuno.

Se potete sognarlo, potete farlo -Slogan Adobe, 2005

XVII



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