ANGELO DURANTE LA FESTA 1994 Mario Rotta Quando arrivò in città, Angelo comprese immediatamente che i due inviati erano già lì. Sopra la prima porta era dipinta la danza dei demoni sulle mura di Dite, e sembrava che gli occhi di quei diavoli violacei osservassero bramosi proprio lui, mentre passava sotto l'arco, seguendolo con lo sguardo anche se si spostava da un lato all'altro della strada. Per Angelo quello era il segno: gli inviati lo avevano certamente preceduto, anche se non riusciva a capire come potessero esserci riusciti. Fu subito in preda ad una certa agitazione, ma cercò di valutare la situazione con freddezza. Per il momento, si disse, non correva pericoli. I due non potevano riconoscerlo, poichè non lo avevano mai visto in faccia, e non era neppure detto che fossero davvero lì ad aspettarlo, o che sospettassero qualcosa sul suo conto. Ma la sua impresa diventava più difficile, e la ragione stessa per cui si era spinto fino alle porte di quella città assumeva contorni meno chiari di quelli, apparentemente limpidi e innocenti, che la sua mente aveva tracciato durante il viaggio. Due concorrenti pericolosi si erano messi sulla sua strada, e doveva stare particolarmente attento ai suoi gesti e ai suoi passi. Si ricordò di come, altre volte, era riuscito a camuffarsi abilmente tra la gente o a scomparire nella folla, fino al punto di non lasciare altro che tracce leggerissime della sua presenza, più difficili da scoprire di quelle di un piccolo uccello durante una bufera di neve. Come molti esseri umani, possedeva la rara capacità di capire quale fosse l'unico angolo in cui ci si poteva nascondere nel momento del pericolo. Il dono del rendersi invisibile, di sfuggire alla sorte. Ma nella città dello stendardo di Raffaello gli abitanti erano abili nel riconoscere e smascherare un forestiero, per quanto cauto egli fosse nei suoi movimenti, astuto nel percorrere le vie, naturale e disinvolto nei suoi gesti quotidiani. Tutto il mondo sapeva che era così. Anche lui, come gli altri. Camminando per le strade, Angelo si accorse di avere una fortuna inaspettata. La città, infatti, era intenta a celebrare la sua festa maggiore, durante la quale tutti erano autorizzati a indossare maschere e a danzare per le strade improvvisando passi e cantando canzoni. I forestieri erano più del solito, in quel periodo, e avrebbe potuto, se non passare del tutto inosservato, almeno mescolarsi alla folla travestito in qualche modo, rendendo più complicato il suo riconoscimento ai passanti, e soprattutto agli inviati. Così cercò subito di acquistare un costume, e ricordandosi che gli abitanti vanno in giro durante la festa mettendo sulla testa elmi e corone di latta argentata e dorata, dove appendono fiori, foglie o collane di coralli, gettandosi addosso larghi mantelli o grandi tuniche ricoperte di nastri colorati e legando alla cintura daghe e spadoni di legno, pensò di mascherarsi come loro. Tuttavia non ci riuscì. Era tardi, e la festa era già nel vivo. I costumi migliori erano già stati venduti o noleggiati, e Angelo non trovò altro che due ali di piume sorrette da un'impalcatura di fili di ferro e una lunga tunica bianca un po'macchiata sotto le ascelle e strappata sullo strascico. Così cominciò a cercare la sua meta, Angelo vestito da angelo, sicuro che gli inviati non avrebbero potuto scoprirlo tanto presto. Le dimensioni della città erano contenute, e il reticolo delle strade, benchè complesso, lasciava intuire la presenza di un ordine, di una regola di sviluppo e di disegno tale che per nessuna ragione una via avrebbe potuto essere scambiata per un'altra, o un percorso interrompersi improvvisamente senza prima essere tornato al punto di partenza o nelle sue vicinanze. Angelo completò la pianta in poche ore, cercando di sovrapporre le case e i palazzi che passo dopo passo vedeva all'idea che di quello in particolare che stava cercando si era formato nella mente attraverso le descrizioni che aveva letto o sentito riferire. Non esistevano immagini dell'edificio, e più volte fu costretto a soffermarsi sotto le finestre di questa o quella casa, incerto sul da farsi, poichè certi particolari della