CUT PIECE
YOKO ONO Yoko Ono fu fra i primi membri di Fluxus, un'associazione libera di artisti d'avanguardia, che si sviluppò all'inizio degli anni 60. Fu tra i primi artisti ad esplorare l'arte concettuale e le performance artistiche. Un esempio delle sue performance è Cut Piece. Ciò che Yoko, seduta sul palcoscenico, richiede allo spettatore è semplice: tagliarle i vestiti. Lei rimane immobile, la gente sale sul palco e si lascia andare ad un’azione davvero diversa; superata l’inibizione iniziale ognuno può agire quasi (ed è in questo quasi il valore della performance, che è estremamente lontana da operazioni simili compiute da esponenti della Body Art) direttamente sull’artista, sfiorando la persona, infrangendo quella guscio di protezione che sono gli abiti. Qualcuno con ritegno ritaglia piccoli pezzi dalla manica (e li porta con via con sé come una reliquia) qualcun altro, più deciso fa, tagli più grandi, percorre tutto l’abito, straccia le bretelline della sottoveste e quelle del reggiseno. Yoko incrocia le braccia per coprirsi, il suo sguardo è imbarazzato, e i suoi vestiti completamente tagliuzzati. A partire dagli 60, Yoko Ono è stata una fiera e costante attivista in favore del pacifismo e del rispetto dei diritti umani. Della sua ispirazione artistica, ha detto: «Sono sempre dentro di me ed ascolto cosa che mi viene in mente. Sono come un condotto di un messaggio, che passa attraverso di me. Mi interesso a tutto, ugualmente, ogni giorno. Sono innamorata della vita, del mondo, in ogni istante».
RE-ENACTMENT Prima di tutto volevo spiegare la scelta non casuale della performance..Ho scelto “Cut Piece” perchè desidero sperimentare sul mio corpo e mettere alla prova le mie emozioni, il mio “io”... Curioso verso l’interazione che può rivelarsi fra me e un estraneo/a, semplicemente mediante un breve contatto, uno sguardo o un azione rivolta a entrambi. E in secondo luogo, anche perchè volevo vedere gli effetti della performance riproposta al sesso opposto. La mia performance è il risultato di un mix fra progettazione e improvvisazione. Si é svolta a Messina dove mi trovo attualmente, la location è la Galleria Vittorio Emanuele in zona centro, un punto di ritrovo di medio /alta densità con locali e intrattenimento. Ho scelto il sabato sera per essere sicuro di una maggior presenza di potenziale pubblico. Mi sono cambiato, indossando vestiti che non utilizzo spesso, ma di buona qualità per non sterilizzare la performance. Ho creato un cartello che invita il pubblico a tagliarmi pezzi dei miei vestiti e sotto posizionato le forbici. Improvvisazione e casualità o fortuna direi, ho trovato un palchetto dove mi sono sistemato emulando così, ancor meglio Yoko Ono, che a suo tempo utilizzò un palco di un teatro.
h 22:00 START PERFORMANCE
Risultato finale? Un coktail di emozioni, scoperte, nuove visioni...è stata un’esperienza assurda per me, anche se è solo una rievocazione di una performance già compiuta, ho potuto vivere in prima persona le possibili sensazioni, che Yoko Ono ha sperimentato su di se. Ho acquistato maggior sicurezza in me stesso, ho studiato i comportamenti del pubblico ( tra chi era interessato ma non aveva il coraggio di provare, chi mi ignorava, chi mi disprezzava, chi si stupiva, chi si vergognava, chi guardava da lontano e fortunatamente i molti che si sono buttati per divenire parte integrante della performance.) Alla fine dopo 3 ore mi sono alzato, e sono andato via senza dire niente, come se non fosse mai accaduto niente
h 01:00 FINISH
PERFORMER ARTIST
MARIO CARISTI
PHOTOGRAPH BY
ALESSIA MERLO