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p8 Pruneti: La Caverna Uno dei migliori scrittori italiani alza il velo sul significato della Caverna

diretto da Alfredo Mangone Anno II n.5 - Mensile di Cultura e Attualità. On line sul sito www.notiziecs.it - email: info@notiziecs.it

ROSSANO

Croce Rossa Il lavoro svolto a Rossano

BANDIERE 2010 CARIATI fa centro

Per un inizio di decodificazione dei mosaici della Chiesa del Patire. p5

Il Commissario Margherita Carignola ha messo in campo importanti progetti p6

Un mare pulito per la cittadina cariatese che festeggia le bandiere blu e verde p7

MOSAICI del PATIRE

Intervista in esclusiva nazionale al n°1 della Massoneria Luigi Pruneti

Il Gran Maestro di Palazzo Vitelleschi: “la Massoneria è Alchimia dello Spirito” s Il Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accet-

tati Muratori di Palazzo Vitelleschi, parla della “mission esoterica” dell’Istituzione, della scissione definitiva con il G.O.I., dei rapporti con la Chiesa Cattolica. Pruneti è inoltre uno dei migliori scrittori italiani con al suo attivo svariati titoli esoterici “punti di riferimento” nel panorama editoriale nazionale. E’ direttore responsabile del trimestrale “Officinae” speciale a p3

Da Agosto in libreria

TEMPLARI Come fecero 9 monaci a diventare l’Ordine più potente mai esistito? Quali segreti nascondevano?

s Un libro sull’antico Ordine dei Templari dell’autore Giandomenico Caruso. Il volume di circa 300 pagine

sarà pubblicato da Alfredo Mangone che così inaugura la collana “Il Filo d’Oro”, quel filo sottile della conoscenza esoterica iniziatica che, senza nessun ostacolo, attraversa il tempo e lo spazio fedele all’antica legge del sapere millenario che vuole che “ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare il miracolo di una cosa sola”…. speciale a p13

Le Serpent Rouge e i misteri di Rennes-Le-Château a p11

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Giugno 2010

La Massoneria da sempre è stata al centro di discriminazioni e preconcetti

Gran Loggia d’Italia: la Massoneria ancora vittima di discriminazione

La Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori - Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi prende atto delle dichiarazioni rilasciate dall’esponente del PD Pierluigi Castagnetti, apparse il 31 Maggio 2010 a pag.13 del Corriere della Sera nell’articolo “I compagni massoni e la mancata espulsione. Due casi agitano il Pd”, nelle quali si afferma l'incompatibilità dell'aderenza al partito con l'iscrizione alla massoneria, e rileva per l’ennesima volta il tentativo di portare avanti un’azione discriminatoria nei confronti della massoneria e dei massoni da parte di alcuni politici italiani. s Roma. a supporto della posizione della Gran Loggia d'Italia interviene anche il professor aldo alessandro mola, insigne storico nonché direttore del Centro per la Storia della massoneria di cui si riporta una nota: Secondo Pierluigi Castagnetti, ex democristiano e ora garante del codice etico del Partito Democratico, “Quando si parla di vincoli di segretezza il riferimento è alle logge massoniche”. Perciò un democratico non può essere massone e un massone non potrebbe essere iscritto al Partito Democratico. Ci risiamo. La massoneria non è più scomunicata dalla chiesa cattolica. Infatti il Codice di diritto canonico vigente non prevede alcuna incompatibilità tra logge e altari. Invece secondo i catto-comunisti il massone rimane “il nemico”. Nel 1914 i massoni vennero espulsi dal Partito socialista e nel 1923 dal partito Nazionale Fascista per volontà di Benito Mussolini, poco democratico. Nel 1922 la Terza Interna-

Il problema dell’Italia odierna è proprio questo: mentre ogni vinello o frutto di bosco è tutelato, la denominazione della Massoneria non è protetta da nessuna norma. zionale di Mosca e, sulla sua scia, tutti i partiti comunisti dichiararono guerra alla massoneria e ne annientarono gli affiliati. Altrettanto fece Hitler. Oggi però Hitler, Lenin e Stalin e gli inventori del complotto demo-plutogiudaicomassonico, rinverdito da dichiarazioni improvvide, non sono considerati campioni di libertà. Tutto questo non può aver nulla da spartire con un partito che si dichiara Democratico. Qual è l’accusa di Castagnetti con-

tro la massoneria? Il segreto. Quale segreto? Mistero. Tutte le persone e tutte le associazioni hanno forme di riservatezza, che non significa segreto. Persino ogni produttore di formaggi, salumi, vini ecc ecc. ha i suoi piccoli segreti. Chi legge una poesia si emoziona in libertà. Nell’ottica di Castagnetti si arriverà a proibire la lettura dell’ Infinito diGia como Leopardi e degustare il gorgonzola al peperoncino? Il problema dell’Italia odierna è proprio questo: mentre ogni vinello o frutto di bosco è tutelato, la denominazione della massoneria non è protetta da nessuna norma. Al di là dei codici etici di associazioni private e semipubbliche il punto è se le organizzazioni massoniche (quali la gran Loggia d’Italia) contrastino o meno con i codici dello Stato. Chi può provarlo, lo documenti. Se non può provarlo, taccia e finisca una buona volta l’invenzione artificiosa di fantasmi quali capri espiatori per distrarre dai problemi veri.

La Massoneria è stata il bersaglio di attacchi basati su possibili confusioni “La Gran Loggia d'Italia, è una nobile Istituzione che ha come finalità la libertà di pensiero e di espressione, in tutte le sue forme”. s Roma. La massoneria legittima e regolare ancora una volta è bersaglio di attacchi basati su possibili confusioni. Nell’edizione del 31 maggio 2010 del quotidiano La Stampa, a pagina 19, nell’articolo dal titolo “La mafia braccio armato dell’altra massoneria”, si legge di rapporti intercorsi tra gli uomini di Cosanostra e “logge siciliane” che avrebbero

portato alle stagione delle stragi dei primi anni Novanta a Firenze, Roma e milano. Nel testo si parla di una loggia della “Serenissima degli antichi Liberi accettati muratori-obbedienza di Piazza del Gesù” e del “noto” Gran maestro Luigi Savona. La Gran Loggia d’Italia degli antichi Liberi accettati muratori – obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi, associazione legittima e regolare, precisa di non avere nulla a che fare né con tale fantomatica obbedienza né tantomeno con il signor Luigi Savona. Il nome e il marchio della GLDI sono registrati e vanno rispettati. La Gran Loggia è pronta ad adire le vie legali qualora il suo nome venga utilizzato in modo improprio o confuso con quello di altre presunte o sedicenti “massonerie”.

Luigi Pruneti scrittore Luigi Pruneti nasce a Firenze dove studia e si laurea in materie letterarie per poi specializzarsi in discipline storiche. Nel 1977 scrive, in collaborazione con T. Panaro, Opposizione religiosa nel Medioevo; questo suo primo libro ottiene, due anni più tardi, il Premio “Portovenere – Montefinale” di saggistica e giornalismo”. Inizia così una lunga attività di scrittore che vede la pubblicazione di 28 opere. Inoltre suoi contributi sono presenti in 21 miscellanee, alcune delle quali da lui curate. A questa occupazione affianca quella di docente e di giornalista pubblicista. Attualmente è direttore responsabile del trimestrale “Officinae”. Oltre a studiare la storia della massoneria, s’interessa di simbologia ed ermeneutica del simbolo, di esoterismo, di storia delle tradizioni popolari, di storia regionale, di geografia storica. Negli ultimi anni si è pure dedicato alla narrativa scrivendo prima la novella "Una piccola magia" e quindi "Memorie di Atlantide", una raccolta di racconti fantastici dai significati simbolici. Ha partecipato, in qualità di relatore, a circa quaranta congressi, molti dei quali a carattere internazionale.


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Giugno 2010

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Il numero 1 Pruneti “illumina” il cammino esoterico di una delle Istituzione massoniche più potenti del mondo

Intervista in esclusiva al Gran Maestro Luigi Pruneti della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori di Palazzo Vitelleschi di

A. Mangone

Pruneti: “Io penso che una Comunione massonica quando abbia perso il proprio specifico iniziatico, pur perseguendo fini nobili, abbia cessato di essere Libera Muratoria per trasformarsi in un’associazione profana che naviga a vista in una dimensione cultural - filantropica”. s Roma. Venerabilissimo Gran Maestro Pruneti, la Massoneria attuale è la sintesi di quella cultura laico – iniziatica che affonda le sue radici nell’antico Egitto, passando per l’ebraismo e i tesori iniziatici templari ed è legata, pertanto, indissolubilmente, nella sua costante ricerca della Verità, alle antiche scuole iniziatiche. Gran Maestro, pensa che la Massoneria d’oggi abbia perso la sua essenza e la sua anima iniziatica per l’elevazione dell’uomo dando più spazio ad una più moderna visione filantropica “mission” di tante rispettabili associazioni presenti in Italia i cui obiettivi prioritari sono convegni, manifestazioni ed attività di volontariato?

nel tempo, nei collegia fabrorum della romanità. In questo vasto alveo, quasi per un processo di anastomizzazione, si sono veicolate altre tradizioni iniziatiche quali il templarismo, da non confondere con l’ordine monastico cavalleresco dei Templari. Il Priorato di Sion è un’invenzione del secondo dopoguerra e non ha niente da spartire con la tradizione massonica. Venerabilissimo Gran Maestro Pruneti quali sono i punti di contatto ideologici tra la massoneria e il Martinismo?

Sono molti non a caso il marinismo è un sistema iniziatico che nasce fra la fine del XVIII secolo e l’inizio di quello successivo in ambito massonico. Sorto grazie all’opera di martinez Va premesso che la massoneria è un arcipede Pasqualy, Willermoz, Louis Claude de Saint lago di obbedienze molto diverse fra loro, al– martin, il martinismo fu inseguito rivisitato cune di queste hanno smarrito, almeno in da Papus. Nella sua forma classica si struttura parte, “l’anima iniziatica”, altre no e la Gran in tre gradi: associato, Iniziato, Superiore InLoggia d’Italia degli a.L.a.m. obbedienza cognito, più quello amministrativo di Sovrano di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi è una Gran maestro. Le similitudini finiscono però di queste. Io penso che una Comunione qui, giacché il martinismo tende ad un misticimassonica quando abbia perso il proprio smo, con connotazione spesso cristologiche. Il Gran Maestro Luigi Pruneti della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati specifico iniziatico, pur perseguendo fini Scrive Louis Claude de Saint – martin: “noi Muratori di Palazzo Vitelleschi sedente in Roma nobili, abbia cessato di essere Libera Mupossiamo entrare nel cuore di Dio e far sì che ratoria per trasformarsi in un’associazione Dio entri nel nostro cuore per realizzare quella profana che naviga a vista in una dimensione cul- tati massoni dovevano seguire le indicazioni del Gounione indissolubile che ci consente di fare notural – filantropica. Non ha senso dirsi massoni per verno del Grande oriente, per Saverio Fera e altri stro l’amico, il fratello di Cristo. limitarsi a fare beneficenza o a promuovere qualche membri del Supremo Consiglio del Rito Scozzese anconvegno o conferenza. La massoneria è, in primo tico ed accettato queste imposizioni erano inaccetta- Rapporti tra Massoneria e Chiesa Cattolica. Gran bili e configgevano con la libertà di coscienza sacra Maestro, quali sono le cause per le quali la Chiesa luogo alchimia dello spirito. ed inviolabile per ogni massone. Dopo oltre cento vede ancor oggi inconciliabili le sue dottrine con Venerabilissimo Gran Maestro della Gran Loggia anni di separazione il G.O.I. e la Gran Loggia l’ideologia massonica? d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori di d’Italia hanno assunto modelli organizzativi, strutPalazzo Vitelleschi, quali sono state le cause di scis- ture rituali, orizzonti di ricerca molto diversi. E’ La domanda dovrebbe essere rivolta a qualche alto sione con l’attuale G.O.I. di Palazzo Giustiniani? pertanto assai improbabile se non impossibile che esponente della Chiesa Cattolica giacché è quest’ulQuali sono gli attuali ostacoli per la realizzazione si possa giungere ad un’unificazione, ciò non tima che solleva il problema dell’inconciliabilità. Per di un’unica Gran Loggia Italiana? Quali sono gli esclude che in futuro sia possibile creare una qual- la massoneria, almeno per la nostra Comunione, un attuali rapporti con il Gran Maestro Raffi del che forma di collaborazione. I miei rapporti con il massone può essere benissimo cattolico praticante e Gran maestro Gustavo Raffi sono buoni. G.O.I.? fervente. La massoneria, infatti, non si occupa di religione e garantisce un’assoluta libertà di coscienza e Nel 1908 la discussione alla Camera della mozione Venerabilissimo Gran Maestro Pruneti, la Masso- di pensiero. alcuni teologi basano la supposta idiosin“Bissolati” portò ad una profonda lacerazione della neria trae la sua origine dal Priorato di Sion e crasia sul metodo del dubbio che sarebbe conflittuale massoneria italiana. La questione che condusse alla dell’antico Ordine Templare? con il dogma. mi pare un problema inesistente, giac“divisione” non fu tanto il problema dell’insegnaché il dubbio massonico non è altro che invito ad mento religioso nella scuola primaria, quanto il tema Le radici principali della massoneria vanno rintrac- aprire la mente, a evitare i pregiudizi, a liberarsi della libertà di coscienza dei Liberi muratori. Per il ciate nella Libera muratoria operativa medievale, dall’ignoranza ed io credo che l’uomo di fede possa Gran maestro e il Gran Consiglio dell’ordine i depu- nelle gilde di costruttori e, andando ancor più a ritroso ricercare Dio agendo in maniera del tutto simile.

ALFREDO MANGONE EDITORE....dal 1926 Quod pertinaciter studes et, omissis omnibus, quod unum agis, ut te meliorem cotidie facias, et probo et gaudeo, nec tantum hortor ut perseveres, sed etiam rogo.

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Rossano « 5

Giugno 2010

Presentiamo le foto dei mosaici alla spiegazione dei quali concorreranno analisi successive più capillari

I mosaici del Patire: quali significati?

Il Patire è una delle Chiese sottratta ai beni dei Templari. I suoi mosaici sono vere opere d’arte che hanno resistito al tempo e all’uomo e, oggi, sono oggetto di analisi accurata da parte di storici e studiosi dell’Arte.

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Alfredo Mangone

policromi intarsiati con arenaria, pietra lavica e calce (8). Parlano nelle tessere musive del pavimento risalente al tempo dell'abate Biagio quindi al sec. XII, da cui emergono le raffigurazioni di quattro animali fantastici racchiusi entro dischi di intonazione orientale: una pantera con testa umana (3), un grifone alato rampante (4), un liocorno al galoppo (1) che richiama l’annuncio dell’anno Giubilare come è descritto nel libro del Levitico, un cavallo con criniera sciolta, un centauro con testa e busto umano nell'atto di suonare il corno (2), un cervo (6), un sagittario (5). a parte segnalo l’ancora della salvezza (7) tipico simbolo cristiano. Questi decori non costituiscono di per sè la garanzia di una direzione univoca nella decodificazione stilistica delle opere, bensì ne riferiscono la pluralità dei riferimenti culturali della civiltà che lo ha espresso adottandolo, alla spiegazione dei quali concorreranno analisi più capillari.

s RoSSaNo. Fondato intorno al 1095 da S. Bartolomeo da Simeri con l'appoggio del conte Ruggero e dell’ammiraglio normanno Fulco di Balberg detto Cristodulos, il monastero venne dedicato alla madonna dei mari “S.maria Nuova odigitria”, anche se è conosciuto come “S. maria del Patìr”, o semplicemente “Patire”. La chiesa riverbera nelle sue strutture lo splendore del suo glorioso passato e pare sia stata eretta sulle costruzioni di una precedente chiesa bizantina, un oratorio fondato da un monaco di nome Nifone. I segni del sacro si esplicitano quì nel profondo silenzio dell’atrio, del chiostro e del tempio. Emergono nel linguaggio simbolico dell’architettura dalle inflessioni arabo-normanne, proprie dell’età di Ruggiero il granconte, negli archi di derivazione islamica, che campeggiano sull’estradosso delle tre absidi, nei tondi

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Giugno 2010

Tanti consensi per i progetti portati a termine dal Comitato Locale di Rossano Croce Rossa Italiana

Croce Rossa Comitato Locale di Rossano Il lavoro svolto dal Commissario Carignola

Continua senza sosta il lavoro di Margherita Carignola chiamata a dirigere il Comitato Locale della Croce Rossa di Rossano. Una donna che ha saputo in poco tempo riunire nuove energie umane e riorganizzare con metodo il lavoro da svolgere per servire al meglio la collettività s Il Comitato locale della Croce Rossa di Rossano guidato dal nuovo Commissario margherita Carignola, subentrata a Raffaella De Florio, in poco tempo ha saputo portare a termine numerosi progetti di carattere sociale propri di questo Ente di Diritto Pubblico i cui principi fondamentali sono umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità. Ricordiamo tra le iniziative quelle di sensibilizzazione alla sicurezza stradale, la distribuzione di viveri, il monitoraggio delle spiagge per la sicurezza dei bagnanti, i presidi in occasione di eventi sportivi, il trasporto di infermi a corto, medio e lungo raggio, il primo soccorso in ausilio al SUEm 118, l’assistenza ricreativa ai bambini disabili grazie al centro ricreativo “mamma Luisa”, la divulgazione di una corretta educazione sanitaria, la raccolta e la sensibilizzazione sulla donazione di sangue.

La Mission

Una Storia lunga 150 anni al servizio dell’umanità in guerra e in pace L'Associazione Italiana della Croce Rossa, Ente di diritto pubblico non economico, ha per scopo l'assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. L’ Ente è posto sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica e sottoposto alla vigilanza dello Stato e sotto il controllo del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, del Ministero dell'Economia e della Difesa per quanto di competenza. Nelle sue azioni a livello internazionale si coordina con il Comitato Internazionale della Croce Rossa, nei Paesi in conflitto, e con la Federazione

Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa per gli altri interventi. Il Movimento Internazionale della Croce Rossa è un'organizzazione internazionale non governativa istituzionalizzata nel 1928 dalla XIII Conferenza Internazionale dell'Aja e coordina numerosi membri: il Comitato Internazionale della Croce Rossa, la Federazione Internazionale delle Società Nazionali di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa e le Società Nazionali. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa assicura aiuto umanitario e protezione alle vittime delle guerre e

delle violenze armate. La Federazione Internazionale delle Società Nazionali di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa ha sede a Ginevra. Ecco i sette Principi Fondamentali di Croce Rossa, che ne costituiscono lo spirito e l'etica: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità. Adottati nella 20a Conferenza Internazionale della Croce Rossa, svoltasi a Vienna nell'ottobre del 1965, i Principi Fondamentali sono garanti dell'azione del Movimento, ma anche della CRI e di ogni suo singolo volontario.


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Giugno 2010

Cariati « 7

Importante risultato per Cariati e i suoi turisti. E l’Ambiente ringrazia

Cariati porta a casa le Bandiere Blu e Verde di

“E’ un risultato importante per Cariati, per il territorio e per la provincia di Cosenza. La conferma della Bandiera Blu per le nostre spiagge, anche per il 2010, è certamente un traguardo del quale andare tutti orgogliosi”. E’ quanto ha dichiarato il Sindaco Sero ha dichiarato, nel corso della cerimonia di assegnazione delle bandiere BLU 2010, tenutasi presso la sede della Regione Lazio, a Roma.

s CaRIaTI. Il Sindaco Sero è veramente soddisfatto per il risultato ambientale ottenuto dalla Città di Cariati alla quale sono state concesse la Bandiera Blu 2010 per il tratto di mare più pulito e la Bandiera Verde quale meta ideale per una vacanza con i bambini. Due importanti riconoscimenti che fanno di questo incantevole posto una meta privilegiata per una fantastica vacanza al mare. In questo posto della Calabria ionica è proprio il mare ad essere il punto di forza poichè è sempre pulito, in controtendenza a tante località italiane. Questi risultati sono il frutto di un’attenta gestione del patrimonio ambientale dell’Amministrazione Sero che ha saputo ancora una volta rendere Cariati una città “modello” di riferimento. ma vediamo nello specifico che cosa sono le bandiere blu e verde. La Bandiera Blu è un riconoscimento internazionale, istituito nel 1987 anno europeo dell’ambiente, che viene assegnato ogni anno in 41 paesi, inizialmente solo europei, più recentemente anche extra-europei, con il supporto e la partecipazione delle due agenzie dell'oNU: UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e

A. Mangone

UNWTo (organizzazione mondiale del Turismo) con cui La FEE ha sottoscritto un Protocollo di partnership globale. Bandiera Blu è un eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari che rispettano criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio. obiettivo principale di questo programma è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale. Inoltre Cariati, è tra le 20 località ideali per chi ha figli e ama la natura: questo è il secondo riconoscimento della bandiera verde. Le località prescelte dovevano rispettare determinati requisiti: spiagge di sabbia (non scogli, ciottoli o sassi), ampio arenile e ombrelloni distanziati, mare pulito con acqua bassa vicina alla riva, strutture ricettive non lontane dalla spiaggia, pineta o macchia mediterranea nelle vicinanze per trovare rifugio dalla calura estiva.


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Giugno 2010

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La spiegazione dell’archetipo fatta da Luigi Pruneti, numero 1 della massoneria di Piazza del Gesù

L’archetipo della caverna e i suoi significati esoterici

La discesa nelle viscere della terra sottintendeva, fin dall’antichità più remota, ad un processo iniziatico, indispensabile per forgiare un’entità nuova, destinata a memorabili imprese, un “regressum ad uterum”. di

L. Pruneti - Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori di Palazzo Vitelleschi

s La discesa nelle viscere della terra sottintendeva, fin dall’antichità più remota, ad un processo iniziatico, indispensabile per forgiare un’entità nuova, destinata amemorabili imprese. Si trattava, come afferma Eliade, di un “regressum ad uterum”, di un ritorno all’indifferenziato, a quella morte esoterica che consente la nascita di un’individualità diversa, priva di colpe. L’essere è come una goccia d’acqua che rifluisce nel mare, ma dal mare ne uscirà una nuova, priva di impurità. La grotta, come le acque, rappresenta un passaggio obbligato ed è, nello stesso tempo, regno delle tenebre ed athanor, recesso funerario e tempio. D’altra parte questi due aspetti sono strettamente connessi, “la morte e la nascita non sono … che due facce di uno stesso cambiamento di stato”. La caverna, luogo d’elezione dei riti di passaggio, è in relazione col labirinto, parola che meriterebbe un’approfondita indagine etimologica. Se, infatti, secondo una classica interpretazione il nome deriverebbe dalla simbolica labrys, la bipenne, creata da Daidalos, altri, specie dopo la decifrazione del “lineare B”, propendono a considerarne l’origine, in labirion, labrinda, termini che rimandano tutti alle miniere e ai loro angoscianti cunicoli dall’andamento viscerale. L’associazione con le dimore ipogee diventa, dunque, d’obbligo tanto da non stupire che, nel VI libro dell’Eneide, sulla porta dell’antro della Sibilla Cumana, sia raffigurato il labirinto di Creta. Il binomio “caverna – labirinto” è rafforzato da altre considerazioni: il labirinto rappresenta un itinerario pericoloso e difficile, nei suoi meandri è facile smarrirsi e nell’oscurità dei cunicoli senza fine può nascondersi un orrore inimmaginabile:

Il rapporto col viaggio e l’iniziazione risulta, perciò, immediato, come pure quello che associa le difficoltà del percorso con le prove rituali. L’opera di Dedalo è una sorta “iter perfectionis” e il suo andamento, spesso spiraliforme, evoca le danze sciamaniche; si pensi, ad esempio, a quella “della gru” nel mito di Teseo, i cui riflessi si avvertono nei “viaggi massonici” e nel motto “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem”, che ricorda l’ammonimento agostiniano “Noli foras ire […] In te ipsum redii: in interiore homine habitat veritas”. “l’oscuro minotauro”. Un’eco dei significati reconditi del labirinto possono essere colti nel “gioco dell’oca” che ha forse un antenato nel disco di Phestos, scoperto nel 1908 a Creta. Si tratta di un piatto di argilla di 20 centimetri di diametro dove sono disegnate caselle disposte a spirale, con numerose figure: animali, uomini, barche, arnie. Simile era il passatempo del “Serpente arrotolato”, comune nell’Egitto della II dinastia, testimoniato da una bella tavola, di 41 centimetri di diametro, risalente al 2868 a.C. Fu, comunque, nel medioevo, che apparve nelle forme attuali, col nome di “Gioco no-

bile”. Si crede che a ripristinarlo siano stati i costruttori di cattedrali che vollero così lasciare una mappa simbolica del viaggio dell’anima verso il “Regno dei beati”. I maestri muratori adoperavano la zampa d’oca, una forcella a tre punte, emblema della mano di Dio, come loro segno e spesso la raffigurarono sui manufatti. Più tardi, nel Rinascimento, il gioco ebbe grande successo e uno splendido tavoliere fu donato da Francesco dei medici a Filippo II. Nei secoli successivi la diffusione dell’antico passatempo non declinò, anzi conobbe “cento e cento varianti, umoristiche, caricaturali, pseudo-educative e persino politiche” . Come è noto il tavoliere è costituito da 63 caselle più la 64 che rappresenta l’edenico “giardino dell’oca”. Queste tappe si sviluppano attraverso un percorso a spirale che ricorda il procedere del labirinto. Tredici caselle sono considerate fauste, mentre altre hanno un valore negativo. L’avanzare del giocatore lungo il percorso dipende solo dalla sorte, rappresentata dai dadi. La similitudine con la ricerca della perfezione appare, quindi, evidente. Inoltre, le analogie col labirinto sono sottolineate dalla casella 42 dove è raffigurata l’opera di Dedalo. Da notare che tale numero è il doppio del 21, l’arcano del “mondo”. Questa lama, dalla ricchissima simbologia, indica “successo … , riuscita nel cammino, vittoria della ragione sopra le emozioni …altresì viaggi, instabilità… cambiamento di vita”. Le riflessioni sul “Gioco dell’oca” ci inducono a considerare, labirinto e caverna non solo sovrapponibili, ma anche complementari, poiché la caverna, in molti casi, rappresenta il centro del labirinto, il che esalta la sua funzione di meta, mentre il dedalo indica il viaggio e le prove. E’ nota l’associazione di Guenon fra la caverna e cuore, visti come centri dai quali s’irraggia la vita. Ergo la caverna rientra nella categoria dei simboli assiali, tanto da sovrapporsi alla montagna sacra che la contiene. Il simbolo che raffigura

il binomio montagna – caverna è un triangolo, che ingloba un’identica figura geometrica, ma di dimensioni inferiori e col vertice rivolto verso il basso. Tale immagine riporta sia al “Sigillo di Salomone” che al centro del mondo, all’omphalos; per questo la spelonca iniziatica è ad immagine dell’universo: il pavimento corrisponde alla terra, la volta al cielo, mentre i quattro elementi la costituiscono e se in alto vi fosse un’apertura, questa rappresenterebbe “l’occhio della volta cosmica”, “la porta del Sole”. Una simbologia simile è rintracciabile nel mazdeismo ed ebbe un ampio seguito nei templi mitraici. Fra i tanti significati simbolici che suggerisce la caverna non va dimenticata quella col ventre femminile. La terra cava, diventa, pertanto, la cripta, il “vas electionis”, la pisside, la domus aurea, regione proibita, recondita e irraggiungibile

ai più. Le latebre labirintiche assumono, in tal caso, la valenza della Grande madre. La caverna santuario, luogo di generazione, si associa alla visceralità degli inferi dove la morte diventa propedeutica di vita. Khumbaba, il nemico di Gilgamesch, abita nel “Palazzo delle viscere” e di viscere è formato il suo volto, egli è una sorta di minotauro, di prova finale che, se superata, divinizzerà l’eroe. La raffigurazione del labirinto, attorno alla caverna, suggerisce un’ultima riflessione sulla sua funzione atropopaica. La difficoltà nel superare i meandri che si disegnano attorno alla grotta sacra, come le selve e il “negro lago” dell’Eneide, difendono il segreto, pertanto, il labirinto è una sorta di “guardiano della soglia”, di custode del tempio. Se, invece si considera la caverna un luogo funerario, il labirinto diventa l’ostacolo che separa il mondo dei vivi da quello dei morti, serve, cioè a garantire, il non ritorno, ad impedire contaminazioni fra due sfere, risponde a quelle funzioni protettive che Ernesto De martino, in un suo celebre saggio, individuò in molti riti di commiato. Di conseguenza il labirinto si evolve nel “ritorno impedito” che solo i predestinati riescono a superare, creando l’impresa o, generando la speranza. Per questo mithra e Gesù sono associati all’immagine della grotta e nell’Upanishad si legge che la caverna contiene l’atman, lo spirito universale. La discesa negli inferi, la nekya di dei ed eroi, raffigura un processo iniziatico assai diffuso. Cerere varcò il “mundus” come Enea, Ulisse, Gilgamesh. Negli antri le Sibille ascoltavano la voce del dio e personaggi storici, come Alessandro il Macedone, attendono il momento del risveglio. In una spelonca sull’Oreb Elia udì la voce del Signore e David trovò un rifugio in una grotta nei pressi di Adullam, tanto che Paolo affermò che gli “uomini di Dio” avevano vagato negli anfratti della terra. Caverne erano consacrate ad Iside in Egitto, ad Era, Pallade e Demetra nell’Ellade, mentre, presso i primi Cristiani erano il luogo dell’adorazione della Vergine. D’altra parte anche il Cristo si raffigura come un ricettacolo, affermando: “ In verità, in verità vi dico che chi entra dentro di me sarà salvo, entrerà, uscirà, troverà pascolo”. Tale mitologia sottintende la necessità imprescindibile, per una crescita spirituale, di conoscere se stessi, esplorando le profondità più ascose dell’io. Di nuovo il parallelo fra caverna e labirinto diventa stringente giacché, se il minotauro è il disvalore della personalità, i rami ciechi del dedalo sono l’errare incosciente del “matto” dei Tarocchi e i giri viziosi il fardello degli affanni. L’unico percorso esatto rimane quello che conduce al centro, è la via del “filo d’arianna”, del giusto fine, supportato da forte volere ed esatta cognizione. Non bisogna, infine,


Pruneti e la Gran Loggia

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dimenticare che la caverna è anche un recesso funerario, il luogo della morte, la dimora delle ombre. Tale immagine risponde alla visione orfica – pitagorica dell’anima umana condannata ad essere imprigionata nel corpo che diventa una sorta di sepolcro, secondo il noto detto: “soma – sema”, concezione quest’ultima che può essere desunta da un passo del Gorgia.

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Giugno 2010

Notizie Libere « 9

La Massoneria, “Alchimia dello Spirito” per l’elevazione dell’Uomo Il Gran Maestro Luigi Pruneti della Gran Loggia degli Antichi, Liberi, Accettati Muratori di Palazzo Vitelleschi, con tre parole ha definito la Massoneria “Alchimia dello Spirito”. E’ questa

l’essenza profonda di una Rispettabilissima Istituzione che vuole elevare l’Uomo attraverso percorsi iniziatici di nobile tradizione affinchè possa rispondere alle domande eterne “chi sei, da

dove vieni, dove vai?”. L’Istituzione suggerisce all’iniziato il percorso del “conosci te stesso” del “putrescat ut resurgat” che ogni massone scoprirà in un percorso silenzioso e paziente.

In alto da sx: Alessandro Cocchi, Gran Segretario Generale - Marco Galeazzi, Gran Maestro Aggiunto - Giovanni Battista Curami, Gran Maestro Aggiunto - Paolo Musto, Gran Maestro Aggiunto - Giovanni Michelini, Gran Tesoriere - Paolo Ciannella, Gran Oratore. Da sx. seduti: Renata Salerno, II° Gran Sorvegliante - Sergio Ciannella, Luogotenente Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro Aggiunto Vicario- Luigi Pruneti - Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro - Laura Madonia, I° Gran Sorvegliante.

note vicende che ne seguono individuano, sul piano ontologico, i due diversi stati dell’essere, esplicitano la teoria della conoscenza ed affrontano problemi inerenti all’educazione e alla politica. La suggestiva immagine platonica ebbe un lungo seguito a cominciare da aristotele che, nel dialogo Sulla filosofia, avrebbe usato la parabola per contrapporre la mancanza di comprensione

La capacità evocativa della caverna è tale da aver ispirato la celebre metafora di Platone che ebbe, che ebbe dei precursori nella stessa tradizione pitagorica e in pensatori precedenti, quali il lengendario Empedocle, tanto che Plotino commentò: “La caverna in Platone, come l’antro di Empedocle, significa, a mio avviso, il nostro mondo, in cui il cammino verso l’intelligenza è la liberazione dell’anima”.

Riflettendo sul Labirinto

di

A. Mangone

Ugualmente Porfirio nel ‘De antro nympharum’ ammetteva che “… i pitagorici e dopo questi Platone avevano indicato il mondo come grotta e caverna. In Empedocle dicono, infatti. le potenze che conducono l’anima: “giungemmo sotto questa caverna coperta”. L’agrigentino, nel ‘Poema lustrale’, afferma che la terra è un “… luogo senza gioia, dove uccisione e rancore e le altre stirpi delle sciagure e aride malattie e putrefazioni e opere che scorrono vagano, nel buio sul prato di ate”. Già Parmenide, comunque, aveva usato immagini mitologiche che anticipavano la parabola della caverna. Il filosofo di Elea aveva parlato del cammino che l’uomo compie per giungere alla conoscenza. Questo processo, che porta dall’opinione alla verità, dalla doxa all’aleteia, ricorda il procedere dal buio alla luce. Egli immagina che un carro, trainato da focose cavalle, lo trasporti dalla “casa della notte” verso un ambiente luminoso, dove una dea aprendogli un portone gli sveli la verità. Un'altra fonte di Platone fu, probabilmente, Eraclito che, per la prima volta, fece uso dell’analogia, poi usata dall’ateniese. Questi, già nel Fedone, fa dire a Socrate che gli uomini pensano di abitare sulla superficie della Terra, in realtà dimorano in una valle oscura e vedono una luce affievolita dalle nebbie che stagnano grevi su di loro. La metafora, che vuol sottolineare la limitatezza della conoscenza umana, è ripresa e portata alle estreme conseguenze nella Repubblica, dove l’immagine degli schiavi incatenati, la liberazione di alcuni di loro e le

nel “quotidiano”, con l’illuminata conoscenza del filosofo. Vi si rifecero, poi, massimo di Tiro, arnobio e Gregorio di Nissa. Porfirio e Proclo sublimarono l’idea della caverna platonica immaginando un antro celeste attraverso le cui porte avveniva l’epistrophè, il congiungimento all’Uno, l’ànthos tes usìas attraverso il processo dialettico triadico. In età moderna Giordano Bruno usò l’immagine per figurare la liberazione del pensiero dalle catene della scolastica medievale. anche Francesco Bacone, Clive Staples Lewis, Samuel Backett e Pirandello, in Ciaula scopre la Luna, sono in un certo senso tributari dell’immagine platonica, mentre il pittore fiammingo Hendrick Laurenszoon Spiegel la raffigurò, alla fine del Cinquecento, in un famoso quadro. Il fascino della caverna è stato, dunque, così potente da sciamare da un ambito mediterraneo all’intero pianeta. L’ultimo narratore che si avvalse del mito fu Friedrich Durrenmatt, nel racconto L’inverno di guerra nel Tibet, parabola tragica sull’uomo che compie l’errore principale nel considerare l’altro il proprio nemico. Precedentemente l’eco della spelonca aveva varcato l’oceano, tanto da comparire in uno splendido racconto di Borges. a Buenos aires la grotta è sostituita dalla cantina umida e buia di Carlos argentino Daneri. ma in

questo ambiente, quasi meschino, l’incontro con l’ineffabile si ripete in un’atmosfera di mistico e terribile incanto: “Chiusi gli occhi, li riaprii. allora vidi l’alef [… ] il diametro dell’alef sarà stato di due o tre centimetri, ma lo spazio cosmico vi era contenuto, senza che la vastità ne soffrisse. ogni cosa erano infinite cose […], perché io la vedevo distintamente da ogni punto dell’universo. Vidi il popoloso mare, vidi l’alba e la sera, vidi le moltitudini d’america, vidi un’argentea ragnatela al centro di una nera piramide, vidi un labirinto spezzato […], vidi infiniti occhi che si fissavano in me come in uno specchio […] vidi la circolazione del mio oscuro sangue, vidi il meccanismo dell’amore e la modificazione della morte, vidi l’alef da tutti i punti, vidi nell’alef la terra e nella terra di nuovo l’alef e nell’alef la terra, vidi il mio volto e le mie viscere, vidi il tuo volto e provai vertigine e piansi, perché i miei occhi avevano visto l’oggetto segreto e supposto, il cui nome usurpano gli uomini, ma che nessun uomo ha contemplato: l’inconcepibile universo”. Così sulle umide sponde del Rio de la Plata, in un anonimo quartiere di periferia, si ripete l’illuminazione dell’antro di ate, dove futuro e passato, morte e resurrezione, s’incontrano in un eterno sogno di saggezza.

“Questo è il labirinto costruito da Dedalo di Creta dal quale nessuno entratovi poté uscire, salvo Teseo grazie al filo di Arianna” Il percorso della vita può essere un vivere dentro un dedalo, senza sapere dove si va, accompagnati dalle domande eterne della Sfinge: “chi sei, da dove vieni, dove vai?”. Il labirinto, con la sua complessità fatta di passaggi in cui se qualcuno entra non sa districarsi, rappresenta la natura dell’uomo,

la nascita e la morte, il “panta rei”, il suo divenire sul palcoscenico del mondo. Questa figura millenaria, presente in chiese romaniche e gotiche, non è un elemento decorativo, ma ha solo significati esoterici. Per entrare in questo percorso occorre prima di tutto il desiderio di percorrerlo e, con pazienza e pru-

denza, accettando di affrontare molte prove, si può osare di giungere al centro. L’iniziato non dovrà avere fretta di pervenire alle mete più alte dello Spirito. Famoso è il labirinto unicorsale, ossia una sola entrata e nessuna uscita, che si trova a Lucca nella cattedrale di S.Martino del XIII sec.


10 « Notizie libere

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Giugno 2010

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Fin dai tempi antichi il Filo d'Oro è il simbolo del sapere che nasce dall'esperienza personale e che è libero dai condizionamenti istituzionali. E' un filo perchè rappresenta la continuità dell'esperienza sempre antica e sempre nuova ed è esile perchè in ogni generazione questa consapevolezza è mantenuta da una minoranza di individui.

Le Serpent Rouge e i misteri di Rennes-Le-Château

Il 17 Gennaio 1967 viene pubblicato un piccolo opuscolo in lingua francese chiamato "Le Serpent Rouge. Notes sur Saint Germaine de Pres et Saint Sulpice de Paris". I tre autori francesi, Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker, morirono subito dopo la pubblicazione in circostanze poco chiare. Suicidio? Ma è inverosimile pensare che solo dopo tre mesi dalla pubblicazione di un libro, tutti e tre gli autori abbiano avuto problemi così gravi da spingerli a una decisione così drastica. Per alcuni, infatti, furono condannati a morte da una setta segreta per aver rivelato manoscritti accessibili solo agli iniziati.

di

A. Mangone

s a seguito della pubblicazione di questo piccolo libro, tre autori francesi morirono in circostanze poco chiare anche se i tre casi di morte vennero archiviati come suicidi. Qualcuno in effetti ipotizzò che forse furono uccisi, condannati a morte da qualche tribunale iniziatico perchè colpevoli di aver violato la regola del "Silentium". Ciò che avevano dato alle stampe era la trascrizione fedele di alcuni passi tratti da manoscritti segreti accessibili solo da alcuni iniziati. Tali scritti avrebbero dovuto restare nascosti alla massa ma con il loro lavoro tutti ora potevano prendere visione di quell'antico segreto, scritto in modo oscuro, ma chiarissimo per chi sapeva leggere i simbolici significati. mettere mano a certi documenti di proprietà di qualche setta segreta non è certo facile. o i tre scrittori vi erano entrati in possesso "casualmente" (ma nulla avviene per caso....) e fiutando il grosso affare letterario avevano trascritto e pubblicato tali documenti, oppure, Pierre Feugere, Louis Saint-maxent e Gaston De Koker, altri non erano che membri essi stessi di una setta. Leggendo poi la descrizione degli interni della chiesa di Rennes-Le-Château ci si accorge di quante analogie vi siano con il luogo descritto in questo testo e la chiesa stessa. Che cosa rivelerebbe di tanto grave "Il Serpente Rosso", a parte le chiare analogie con la chiesa di Rennes-Le-Châteaux? Forse questo testo rappresenta la chiave di lettura per svelare i segreti di Rennes? o è una specie di

L'opuscolo in questione è composto da 13 pagine; nelle prime 5 troviamo l' Avant-Propos, nelle altre vi sono le immagini della Chiesa di Saint-Germain de Prés (che si trova a Parigi), delle tombe di re merovingi scoperte nella stessa chiesa, della copertina di un opuscolo pubblicato nel 1861 "Gnomon Astronomique", la genealogia merovingia, la Gallia del 511, la Gallia del 632 circa, della Chiesa di S. Sulpice (a Parigi anch'essa), la pianta della stessa Chiesa (ed il meridiano di Parigi) ed il quartiere Saint-Germain del 1615 (anche qui vi è indicato il meridiano). Seguono tredici strofe e ogni strofa corrisponde ad un segno dello zodiaco (contrariamente a quello che ci vogliono far credere gli oroscopi e gli astrologi infatti, le costellazioni dello zodiaco sono 13, non 12, per la presenza della costellazione dell'Ofiuco, o Serpentario, rappresentante Esculapio). Se lette attentamente in queste strofe si possono vedere molti riferimenti alla chiesa e ai dintorni di Rennes le Chateau, a Maria Maddalena e quindi, al Graal.

mappa per arrivare al fantomatico tesoro che si ipotizza essere nascosto in quei luoghi? ma se il mistero è legato ad un tesoro di che tesoro si tratta? Il mitico Santo Graal o il tesoro dei Catari o dei Templari? Già in passato molti personaggi, come Leonardo da Vinci, Botticelli o Poussin hanno cercato di divulgare una conoscenza, qualcosa che erano venuti a sapere; e dato che tutti e tre facevano parte della stessa setta, il Priorato di Sion, vuol dire che lo scopo di questa setta era proprio quello di divulgare queste conoscenze, ma se lo hanno fatto così di nascosto (lasciando segni e indizi nascosti nelle loro opere), vuol dire che qualcuno (un altra setta o chissà chi) non voleva che queste cose fossero divulgate. C’è chi assicura che a Rennes sia nascosto il Graal, oppure che vi si nascondino sconvolgenti segreti sul cristianesimo e sul Cristo stesso o, ancora, il favoloso tesoro dei Templari, o quello dei Visigoti, o quello dei Catari, o la vera storia delle società segrete, o il tesoro della corona francese.... Qualcuno sostiene che nella chiesa di Rennes l'abate Saunière avesse veramente trovato il Graal o l'arca dell'alleanza; certi invece sostengono che avesse trovato un luogo di culto segreto, considerato anche che, nelle decorazioni della chiesa, vi sono molti simboli rosacrociani e alchemici che è difficile trovare in altre chiese. o forse il tesoro del Tempio di Salomone, trafugato dai romani il 70 d. C., e riconquistato dai barbari quando saccheggiarono Roma, passato ai Visigoti e successivamente ai Templari ?... Nessuno ancora oggi ha dato una risposta alle tante ipotesi, uno smentisce l'altro, ma nessuno è ancora riuscito a formulare un'ipotesi suffragata dalle prove e dalla realtà dei fatti. Il segreto rimarrà per sempre sempolto in quelle terre francesi dove l'ultimo a scavare fu l'Abate Saunièr, dato che oggi non è permesso, nemmeno ai residenti, di fare delle buche per piantare degli alberi?


Credo che la ricerca dell'autentico significato innalzi gli uomini al più alto rango.... A.M.

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Giugno 2010

Notizie libere « 11

di

A. Mangone

“Dopo un lungo sonno, le stesse ipotesi resuscitano, senza dubbio noi le ritroviamo in vesti nuove e più ricche, ma la sostanza resta la stessa e la nuova maschera che indossano non può ingannare l’uomo di scienza.…”

Che cosa nasconde Rennes-Le-Château? Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi critici sulla millenaria vicenda cristiana. Emerge la complessità di un Cristianesimo che continuò a svilupparsi ben oltre la predicazione di Gesù e il fervore missionario di Paolo. Di fronte a queste ricerche possiamo chiuderci nelle certezze della fede oppure chinarci con mente aperta sulle appassionanti ipotesi degli studiosi e il brulicare di passioni e di idee del mondo cristiano delle origini. In fondo la domanda del Gesù dei Vangeli "ma voi chi dite che io sia?" si rinnova ad ogni nuova scoperta. Il Castello si trova al centro di una regione ricchissima di paesi medievali. Ai lati dell'ingresso due colombe che ci ricordano i Catari. E’ da ricordare che la colomba bianca è un simbolo alchemico che rappresenta il colore bianco della materia prima che si trasforma in pietra filosofale. Entrando si nota il diavolo Asmodeo (il diavolo che, secondo la leggenda, portava l'acqua mentre Salomone faceva costruire il Tempio di Gerusalemme e che era poi diventato guardiano del tesoro del Tempio) che sostiene l'acquasantiera, a forma di conchiglia, sulla quale sono incise le iniziali "B.S.", cioè Boudet-Saunière sormontate da 4 angeli nell'atto di fare il segno della croce, i quali poggiano su uno zoccolo formato da due sala-

mandre. La salamandra vive nell'elemento fuoco come la pietra filosofale. E' simbolo della Pietra incandescente, dello zolfo incombustibile, è accostata alla Fenice che risorge fra le fiamme. Gesù ed Asmodeo hanno lo sguardo rivolto verso il pavimento e guardano le 64 mattonelle bianche e nere poste come una scacchiera. All'interno si possono ammirare numerose statue che guardano anche esse il pavimento: San Germana de Pébrac, martire per aver difeso la sua verginità, San Rocco, Sant'Antonio l'Eremita, Sant'Antonio di Padova, con un libro aperto ed un giglio, l'Evangelista San Luca (medico, protettore delle arti figurative) e Maria Maddalena, rappresentata con una croce, un contenitore nelle mani che sembra un'anfora

o un calice, un teschio ed un libro aperto. Sul pulpito si trova la statua dell'Evangelista Luca e una cupola con su scolpiti simboli rosa-croce e 8 grifoni. Il grifone, custode di tesori, è il simbolo della duplice natura (divina ed umana) di Gesù; per questo domina la Terra e l’Aria. Ecco infine la Via Crucis opera di Giscard, uno scultore massone: le 14 stazioni della passione di Gesù sono poste da sinistra a destra, fanno un giro sinistrocentrico, e non destrocentrico per come era stato imposto da Roma. Lo stesso si può dire del Gesù Bambino "sdoppiato", in braccio alla Madonna e a San Giuseppe che alluderebbe ad un fratello gemello di Gesù, forse Giacomo o Tommaso, che significa proprio gemello.


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Giugno 2010

Cultura e Libri « 13

In pubblicazione il libro “Templari” dell’autore Caruso Un volume curato e ricco di notizie e documenti inediti per ricostruire le vicende dell’Ordine Templare che hanno sempre affascinato la cultura moderna, fino a creare una serie di leggende e di pretese filiazioni. L’Autore illustra tutta la storia dei Templari, costellata di vicende oscure, episodi favolosi e figure mitiche. s Un volume curato e ricco di notizie e documenti inediti per ricostruire le vicende dell’ordine Templare che hanno sempre affascinato la cultura moderna, fino a creare una serie di leggende e di pretese filiazioni. L’Autore illustra infatti tutta la storia dei Templari a partire dal processo all’ultimo maestro dell’ordine del Tempio, Jacques de molay, torturato e messo al rogo nel 1314 a Parigi, i misteri si sono moltiplicati fino ai nostri giorni, al punto che l’alone fantastico in cui sono avvolti i “Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone ” tende a riemergere ancora oggi nelle opere che ne ripercorrono le gesta. Settecento anni or sono, all’alba del 13 ottobre 1307, mentre i Templari di tutto il regno di Francia assistevano alle funzioni religiose, gli uomini di Filippo IV il Bello, con una complessa e ben congegnata operazione di polizia, irruppero nelle chiese, case e fattorie dell’ordine del Tempio, arrestando tutti i presenti. In seguito a ciò vennero istituiti due processi: il primo, dal 19 ottobre al 24 novembre 1307, gestito dagli inquisitori del re, il secondo dall’8 agosto 1309 al 5 giugno 1311, voluto da papa Clemente V; processi che terminarono il 18 marzo del 1314 con il tragico rogo del maestro Jacques de molay e dei suoi dignitari sull’Ile aux Juifs, nel mezzo della Senna. Durante questo lungo periodo vennero ascoltati più di 500 cavalieri templari, oltre a vari testimoni laici. affronta le problematiche della nascita, della regola e dei successivi sviluppi, dell’accumulo di ricchezze, dell’alimentazione e delle condizioni di vita dei Cavalieri Templari; dell’ideologia religiosa e del simbolismo esoterico, per finire con l’analisi della storia dei sopravvissuti alla caduta dell’ordine, la loro sopravvivenza in Francia, in Portogallo, in Scozia e nella massoneria,

fino ad analizzare cosa sopravvive oggi del mito Tem- luoghi comuni storiografici e soprattutto di intraprenplare. Per comprendere, prima, da dove provenisse dere nuove vie di ricerca basandosi sull’analisi sistel’ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, per poi prose- matica dei testi fondatori dell’ordine del Tempio. Grazie a un accurato esame di alcuni manoscritti e di documenti, viene così alla luce la visione “rivoluzioFedeli all’antica legge del sapere naria” dei templari e del loro rapporto con la fede. Proprio quando nel mondo cristiano si afferma la netta tradizionale che vuole che “ciò separazione tra chierici e laici, e i primi assumono l’esclusiva gestione della sfera del sacro, l’ordine del che sta in basso sta in alto …. , Tempio si impone come punto di riferimento spirituale per il raggiungimento dell’Uno”. per ogni cristiano, pur essendo composto da laici. I rappresentano dunque un elemento di rottura In questa opera si è voluto analiz- templari nella partizione della società medievale: sono al tempo zare non solo la Storia Templare stesso oratores e bellatores, proprio perché non aderiscono in senso stretto né al modello di vita clericale, come cronaca documentata, né a quello cavalleresco. Sono dei cavalieri ma ma affiancarvi i diversi seguono senza esitazioni una regola “antieroica”; sono dei frati ma seguono rigoroaspetti umani, morali, samente una regola “antiascetica”. etici, sociali, econoAttraverso la puntuale e affascinante ricostruzione della loro dotmici, culturali. E i mitrina, Giandomenico Caruso ci racconta la vita quotidiana di steri esoterici…. questi singolari cavalieri, scandita allo stesso modo dalla preghiera e guire e verificare come siano dalla guerra, e ci svela un aspetto stati possibili la loro rapida ascesa ancora sconosciuto della loro attie il loro subitaneo declino e, quali vità: al di là dell’impegno militare tracce, ne siano sopravvissute nella nell’esercito crociato, i templari uticultura moderna. Giandomenico Calizzarono l’autonomia spirituale di cui ruso che da anni si occupa di questo argogodevano per diffondere il cristianesimo in mento, si pone l’obiettivo di sfatare le lingua volgare e per confrontarsi con altre leggende fiorite nel corso dei secoli, di abbandonare i esperienze religiose.


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www.notiziecs.it ∆ Giugno 2010

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Per rivivere l’atmosfera del centro storico rossanese e gustare le specialità della cucina tipica, consigliamo una cena al Ristorante “La Bizantina” accanto alla Chiesa di San Marco. Giardino fiorito con la vista panoramica delle prime pendici della Sila. Per info: Rossano, C.so Garibaldi, 246 Tel. 0983.525340 - cell. 338.3509944

Il Nido Un locale raffinato a Rossano presso il Lido S.Angelo dove poter gustare il meglio dell’enogastronomia. Eccellenza a tavola per i palati fini. Piatti a base di pesce fresco di giornata e carne argentina di alta qualità. La pizza è favolosa. La cantina dei vini è all’altezza delle aspettative. Servizio ottimo. Si consiglia prenotare ai seguenti numeri telefonici: 334.9644721 oppure 333.4282416 Periodico di Cultura e Attualità www.notiziecs.it Registrazione periodici Tribunale Rossano Allegato R.Per.02/05 - N° Cron.3075 con successive modifiche Direttore Responsabile Vincenzo D’Atri Direttore Editoriale Alfredo Mangone - alfredomangone@libero.it Ideazione grafica Mangone - Rossano Stampa A.R.S.M.

Spunti di riflessione... Per tutto questo e per tutto quello di Robert Burns Dinanzi alla onesta povertà che ha chinato la testa in silenzio, è stata detta ogni cosa? Noi passiamo oltre l'abiezione di schiavi perché osiamo essere liberi: per tutto questo. Tutto è per questo e per quello. I nostri lavori nel segreto si eseguono: per questo. Rango, ricchezza e toga conquidono l'uomo, per quello. Se accettiamo su logora mensa la parsimonia di cibo, non è forse per questo? I pazzi sfoggiano gli abiti, le canaglie il vino. Un uomo invece è uomo per tutto questo. Per questo e per quello. Per quello trionfano gli ornamenti sgargianti ma un uomo onesto, benché povero, è il re della vita, per questo. Quando vedrete nel mondo il potente incedere con alterigia, guardando fisso innanzi: ciò è per tutto quello. Pensate che gli osanna non valgono anche se tanti sono a una parola, perché alla vita egli è sordo; per quello. Per questo e per quello, tutto. La sua cintura rifulge di gemme: per quello. Ma l'uomo di liberi sensi guarda e sorride: per questo. Per tutto quello, il principe può cingere la spada a un cavaliere, elevare un marchese o duca, ma nel loro cuore gli uomini onesti hanno potere e guida; per tutto questo hanno un dono supremo. Per tutto quello e tutto questo. Le dignità, dai potenti, sono a quel fine rivolte. La coscienza dell'autentico significato innalza gli uomini al più alto rango. Preghiamo che sia così, che la volontà di tutto questo si compia, che nel mondo, sentimento e valore contengano la disordinata brama. Per tutto questo e tutto quello. Qualcuno, per questo, è ancora da venire; l'uomo sarà fratello all'uomo e la terra sarà popolata di fratelli un giorno, per tutto questo.

Attualità « 15 ANTIChE TRAdIzIONI

Un percorso storico attraverso l’artigianato rossanese

Antichi mestieri e vecchie memorie testimoni di una cultura che è storia di un popolo, della terra rossanese. Ritrovare la memoria storica della nostra gente, testimonianza preziosa di un'epoca che non ritornerà mai più. Riconoscere le nostre radici: è ciò che si intende offrire al pubblico, alla scuola e ai giovani con questo locale della memoria. Attraverso gli strumenti utilizzati dalle passate generazioni, sia in casa che in bottega, si farà un percorso tra arte, storia, cultura e tradizione. Si riscoprono i mestieri artigiani ormai scomparsi insieme a un mondo di competenze, di abilità manuali ricco e variegato; si dipanano pagine di storia della società rossanese, in un affascinante viaggio nel tempo tra nostalgia e ricerca storica. Oltre all’esposizione di antichi oggetti, ben presto si potranno vedere all'opera artigiani che dimostreranno la loro abilità e creatività, facendo così conoscere e promuovendo le peculiarità del territorio. Alessandro Le Fosse e Sandro Tinari sono i proprietari-ideatori di questo percorso storico che, con la loro gentilezza, offriranno ogni sabato ai visitatori “u’ biccherin frisch” cioè qualcosa di fresco, così come si faceva una volta come segno di cordialità e, sopratutto, di amabile accoglienza propria di tutti i rossanesi. Il locale si trova a Rossano scalo in Viale Margherita, vicino al passaggio a livello. Per informazioni telefonare al 338.6513571.

Dolci, Granite, Torte, Gelati Break Point SERVIZIO BUFFET

NUOVA APERTURA PRESSO STAZIONE DI SERVIZIO Q8 - C.DA CIMINATA



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