NARDINI GRAPPA HANDBOOK - ITALIAN VERSION

ALL’INTERNO 45 RICETTE DI COCKTAIL

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BY N I C K H O P E W E L L S M I TH IN ASSOCIATION WITH THE NARDINI DISTILLERY

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Indice Introduzione Origini della Grappa Comprendere la Grappa Invecchiata in botte o no?

Varietà interessanti Distillazione, alla maniera Nardini La grappa: una produzione interamente sostenibile Come la Grappa prese il suo nome Racconti di Grappa Grappa Cocktails Abbinamenti con la Grappa Cucinare con la Grappa Bassano del Grappa - una città antica con uno spirito moderno

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Grappa - il portfolio Nardini Grappa Selezione Bortolo Nardini Liquori Nardini Un equilibrio fra dolce e amaro: l’aperitivo italiano Amaro ma non troppo … That’s Amaro!

Riconoscimenti

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Introduzione Ben trovati a The Grappa Handbook. Quando, una decina di anni fa, assieme all’amico Marcin Miller abbiamo redatto la prima stesura di questo manuale, l’intento era quello di illustrare l’importanza culturale della grappa e al contempo la passione e la cura che sottendono alle migliori presenti sul mercato.

Del resto, la grappa è il distillato nazionale d’Italia per eccellenza, così come il whisky lo è per la Scozia, il bourbon per gli Stati Uniti e il tequila per il Messico. Allo stesso modo si potrebbe dire che il rum lo sia per i Caraibi, la vodka per la Russia e il gin per l’Inghilterra ma, vuoi per le aree di produzione più estese, vuoi per la popolarità diffusa, questi ultimi distillati non sono così strettamente correlati ad una singola identità nazionale. Tuttavia è sorprendente come, nonostante l’acclarata posizione dell’Italia al vertice del mondo enogastronomico mondiale, vi siano ancora tantissime persone che non conoscono il piacere e il prestigio della grappa.

Esattamente come il whisky era originariamente impiegato come bevanda dai “crofters” per riscaldarsi durante gli aspri inverni nelle valli scozzesi, la grappa inizialmente venne in aiuto ai pastori e ai contadini per affrontare il freddo estremo alle pendici delle Alpi. In comune, questi distillati hanno la stessa provenienza rurale ed entrambi si sono evoluti nel corso dei secoli fino a diventare, sotto la guida di esperti distillatori, pregiate eccellenze. Sia il whisky che la grappa godono di diverse declinazioni ed oltre ad essere consumati dopo pasto, assolvendo ad una funzione digestiva, ambedue, nelle mani di un abile bartender, possono trasformarsi in un eccezionale ingrediente per i cocktail.

Completamente indipendente e tuttora a conduzione familiare dal 1779, Nardini è il cognome e il marchio del più antico distillatore di grappa d’Italia. La Distilleria Nardini non è famosa solamente per la tradizionale grappa che produce, ma anche per essere uno dei principali produttori italiani di distillati e liquori: un partner ideale ed autorevole per un libro come questo.

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Inoltre, con la nuova linea di raffinate grappe denominata “Selezione Bortolo Nardini”, l’azienda dimostra di essere all’altezza di creare tipologie più delicati e fragranti di distillato, contraddistinte pur sempre dal sapore persistente caratteristico del marchio. A nostro avviso - e anche a giudizio dell’azienda Nardini - le note di degustazione di David Broom indicate a margine dei prodotti, si sono dimostrate particolarmente utili. Porgiamo pertanto i più sinceri ringraziamenti a David per averci permesso di condividere le sue osservazioni.

La gamma di prodotti Nardini non si limita alla grappa.

Sebbene originariamente tutti i prodotti fossero a base di grappa, in quest’ultimo secolo la maggior parte degli aperitivi e dei liquori della ditta sono prodotti utilizzando un distillato neutro di cereali. Questo, oltre ad offrire sensazioni più equilibrate al palato, si presta ad interagire ottimamente con altri liquori in fase di miscelazione. Esattamente quello che ci auguriamo possano rivelare i cocktail descritti in questo libro.

Nick Hopewell-Smith Bassano del Grappa, Veneto, Italy.

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La vinaccia, la materia prima dalla quale si ottiene la grappa.

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Origini della Grappa I distillati possono essere ricavati da una vasta gamma di materia prima vegetale. Il whisky viene prodotto a partire dai cereali, mentre il rum utilizza melassa di canna da zucchero o miele. La vodka si ottiene da cereali, patate o melassa di barbabietola.

La grappa, come il cugino francese marc, deriva da bucce, semi e polpa dell’uva, in genere dopo l’estrazione della gran parte del succo per la produzione vinicola.

Questa materia prima si chiama vinaccia.

La nascita dei distillati ebbe probabilmente luogo in Medio Oriente nell’VIII secolo.

Vi è notizia che i primi spiriti venivano utilizzati a scopo puramente medico, e la grappa non fa eccezione.

Nel X secolo, la Scuola Medica Salernitana codificò le regole per la concentrazione dell’alcol tramite distillazione e prescrisse il suo impiego come cura per varie malattie. In molte regioni d’Italia l’uva e i suoi residui erano economici e abbondantemente disponibili, ragion per cui furono la scelta più naturale per l’esordio della distillazione.

Non è dato sapere con esattezza quando fu prodotta la prima grappa, nonostante sia menzionata in documenti risalenti alla metà del XIV secolo. Tuttavia, alla fine del XV secolo, non solo la grappa veniva esportata dall’Italia, ma la sua produzione concessa in licenza, con tasse imposte sui distillati di vino e vinaccia.

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Per molti secoli non vi fu alcuna distinzione tra l’acquavite ottenuta dall’uva e quella ottenuta da altri tipi di frutta. Solo agli inizi del XVIII secolo la grappa divenne un prodotto a sé stante, con un complesso di caratteristiche specifiche proprie.

Dal 1989, la grappa è protetta e regolamentata dalle leggi nazionali e comunitarie. Di fatto, l’acquavite di vinaccia può essere legittimamente chiamata Grappa escliusivamente se ottenuta da materie prime ricavate da uve prodotte e vinificate in Italia, distillata ed elaborata in impianti ubicati sul territorio nazionale o nel canton Ticino della Svizzera.

Mentre ogni regione d’Italia può rivendicare la superiorità dei propri vini, è generalmente riconosciuto che la migliore grappa proviene dal Nord Italia: più precisamente dal Friuli Venezia Giulia, dalla Lombardia, dal Piemonte, dal Trentino-Alto Adige e dal Veneto.

Ciò è dovuto al fatto che i principali distillatori sono concentrati in queste zone geografiche, dove il clima più fresco e l’altitudine garantiscono che l’acidità delle uve degradi più lentamente, favorendo la produzione di una vinaccia superiore ai fini della distillazione. C’è da dire che le qualità gustative che contraddistinguono i vini di specifiche uve risultano alla fine mascherate dal processo di distillazione. L’unica eccezione è probabilmente rappresentata dall’uva moscato, per il suo sentore straordinariamente floreale, in particolare quando viene usata per produrre grappa monovitigno.

La cura e l’abilità della distillazione sono di primaria importanza, ma la qualità di ogni grappa è determinata dalle caratteristiche e dalle proprietà della materia prima, perciò è fondamentale che le vinacce siano fresche ed umide.

Antonio Guarda-Nardini, uno dei quattro membri della dinastia Nardini operante in azienda, ha messo a punto un metodo semplice e immediato per rilevare la qualità delle vinacce utilizzate per la produzione del prodotto finito. È sufficiente strofinare una goccia di grappa sul dorso della mano per alcuni secondi e poi fiutarne l’aroma. Indipendentemente dal gusto, l’olfatto rivela immediatamente la condizione precisa della vinaccia impiegata per realizzarla: se era fresca o stantìa.

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Va da sé che, per essere fresca e leggermente umida, la vinaccia deve essere reperita localmente, provenire da vigneti locali e da viticoltori vicini: la qualità della materia prima fornita è di vitale importanza. Ed è un errore ritenere che una grappa etichettata con il marchio di un famoso produttore di vino, possa influire sulla qualità del distillato in bottiglia. Anzi, la maggior parte di rinomati vini rossi si ottiene pressando energeticamente gli acini dell’uva con una risultante vinaccia troppo asciutta per una distillazione ottimale.

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Comprendere la Grappa La grappa, specialmente all’estero, è talvolta oggetto di equivoci e pregiudizi, ed è facilmente intuibile comprenderne il perché.

Essendo sufficienti 37,5 gradi alcolici per ottenere la denominazione ufficiale di grappa, sono state prodotte e messe in commercio anche varietà a bassa gradazione alcolica – come del resto avviene per il gin e la vodka – e ciò al fine di poter esportare questi distillati in Paesi dove sono soggetti a tasse elevate, calcolate in base alla percentuale di alcol presente. Si tratta di prodotti che, per loro stessa natura, sono cattivi ambasciatori di ciascuno spirito, in quanto concepiti per ottenere il minor prezzo nella vendita al dettaglio, a scapito di lealtà e genuinità.

In Italia sono presenti 126 distillerie di grappa ufficiali ma esiste anche un fenomeno di distillazione domestica che può indurre confusione nel consumatore.

Per un amante della grappa, una delle esperienze più deprimenti è trovare nella carta dei distillati di un ristorante la grappa più economica in commercio, che all’assaggio risulta deludente e non all’altezza delle aspettative.

Fortunatamente, viviamo in un’epoca in cui la qualità conta più della quantità. Gli appassionati di whisky ricercano distillati a gradazione piena, che possono essere diluiti, e gli intenditori di gin hanno smesso di comprare alcuni grandi marchi che nel corso degli anni sono andati riducendo la gradazione alcolica. Allo stesso modo, gli amatori della grappa stanno scoprendo che le migliori hanno una gradazione alcolica relativamente alta e raramente scendono sotto ai 40 gradi.

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Invecchiata in botte o no?

Quando si pensa ad una grappa, si immagina un distillato cristallino. Le grappe bianche Nardini, ad esempio, vengono armonizzate per 12 mesi in acciaio ottenendo la caratteristica trasparenza, prima di essere imbottigliate. All’inizio del ‘900 la quarta generazione della famiglia Nardini introdusse una novità rivoluzionaria nel mondo del distillato di bandiera: la grappa invecchiata in botte. Come accade per altri spiriti, quando una grappa viene calata in botte, assorbe le caratteristiche del legno, sia esso di rovere o altra essenza. Alla fine degli anni ‘40, Nardini divenne il primo distillatore a commercializzare la grappa invecchiata in legno.

Il cambiamento più evidente che si verifica nel processo di invecchiamento in botte è il colore: le grappe invecchiate possono variare da un leggero giallo paglierino a tonalità più scure, a seconda del legno utilizzato o del tempo trascorso in botte. Il legno, inoltre, cambia il sapore dell’acquavite rendendola più morbida e dolce al palato aggiungendo calore alla deglutizione, che molti degustatori trovano seducente. A seconda del tempo di permanenza in botte, una grappa si definisce invecchiata (12-18 mesi), stravecchia o riserva (18 mesi o più). Di regola, la grappa predilige un invecchiamento delicato, che si attesta generalmente tra i 12 mesi e i 5 anni in botti di rovere. Alcune varianti di grappa possono trascorrere più tempo in botte e si avvicinano, per stile, al brandy o all’armagnac.

Nardini utilizza da sempre botti di rovere da 20 ettolitri provenienti dalla Slavonia, nella Croazia orientale. Dopo l’invecchiamento iniziale in botte nuova, la grappa viene valutata per colore e sapore e travasata in botti più vecchie che vengono riutilizzate per 20 anni. Alcuni marchi di grappa sperimentano l’invecchiamento in botti tostate, stagionate o barrique, di castagno o ciliegio, ma non è una procedura seguita dalla Distilleria Nardini.

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Varietà interessanti In Italia, da secoli, è frequente l’utilizzo di infusioni nella grappa per ottenere un prodotto più aromatico. Anche queste grappe sono soggette ad una regolamentazione rigorosa e tutti gli aromi devono provenire da infusioni totalmente naturali, utilizzando erbe, frutta o piante aromatiche.

Fra le grappe aromatizzate tradizionalmente più conosciute c’è quella alla ruta, un’erba dal gusto amarognolo, tuttora impiegata in una molteplicità di moderni trattamenti omeopatici. Queste caratteristiche potrebbero portare ad esplorare la grappa in senso più ampio. La Nardini alla Ruta è tra le grappe preferite da moltissimi intenditori, non ultimo il re del cocktail, Dale DeGroff.

Aromi naturali provenienti da frutta secca a guscio come mandorle o nocciole italiane, sono sempre più presenti nella liquoristica. La Mandorla Nardini ne è un eccellente esempio ma è bene precisare che si tratta di una bevanda spiritosa, non di una grappa poiché, per bilanciare il sapore amaro dell’essenza naturale di mandorla utilizzata per aromatizzare la bevanda, è presente una quantità non trascurabile di distillato di ciliegie.

Negli ultimi quarant’anni sono stati introdotti in Italia dei distillati ottenuti da uve intere anziché vinacce, molto simili nello stile alla grappa, ma con diversa denominazione: vengono definiti, infatti, Acquavite D’Uva. I migliori esempi – raramente sottoposti a invecchiamento sono in grado di rivelare, all’analisi sensoriale, la particolarità dei singoli vitigni, impresa che risulta invece pressoché impossibile con i distillati di vinacce. Tutto questo rende i distillati d’uva molto interessanti e certamente degni di essere assaggiati.

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Due innovative distillerie friulane si sono conquistate una reputazione notevole in questo ambito di specializzazione: Nonino e Tosolini. Quest’ultima casa offre una eccezionale gamma di cuvée e monovitigni d’uva riunita sotto la prestigiosa ed evocativa etichetta “Most”.

Non sarà grappa in senso stretto, ma sarebbe sfrontato criticare questo distillato senza riconoscergli alcuni aspetti positivi riguardo alla sua evoluzione negli ultimi anni.

Che sia invecchiata in legno, infusa con frutta, insaporita con erbe o distillata pura e semplice, un concetto su tutti deve essere chiaro: c’è la possibilità che lì fuori ci sia un’ottima grappa che aspetta di incontrare il vostro palato.

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Distillazione, alla maniera Nardini Ambasciatrice del marchio più prestigioso di grappa italiano nel mondo, la famiglia Nardini ripone tutto il suo impegno per ottenere un prodotto uniforme e coerente. La costanza delle caratteristiche organolettiche negli anni è la condizione più importante per un distillato, molto di più che per un vino. Per un vino, la variazione del gusto di annata in annata fa parte delle dinamiche emozionali del prodotto, mentre può rappresentare un limite per gli estimatori di distillati e soprattutto per i bartender. Diverse distillerie di armagnac e whisky seguono il modello e il mercato del vino, con annate individuali, che riscuotono parecchio successo. È interessante osservare come i veri produttori di grappe artigianali - Vittorio Capovilla e il compianto Romano Levi per citare i più famosi - abbiano sempre evitato di distillare grappe monovarietali nelle annate in cui il frutto non era all’altezza degli standard. Questo tipo di licenza artistica non è però realisticamente possibile per un marchio considerevole che conta una produzione di circa 3,5 milioni di bottiglie all’anno.

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L’azienda Nardini, con circa tre anni di autonomia produttiva, è preparata ad affrontare ogni eventualità, perché come tutti gli antichi distillatori europei dipendenti dall’uva, ha imparato a fronteggiare le situazioni avverse nella maniera più rigorosa: da quando l’afide della fillossera colpì nel 1860. Da allora condivide il debito di gratitudine che i produttori di vino hanno nei confronti degli Stati Uniti per avere introdotto le viti resistenti alla fillossera, che hanno salvato l’intera produzione di vino in Europa dalla devastazione certa.

La Distilleria Nardini, da sempre, utilizza una miscela di vinacce: Merlot, Cabernet Sauvignon, Pinot Bianco e Friulano, precedentemente noto come Tocai. È un criterio semplice che riduce la dipendenza del sapore e della qualità del prodotto finale dai capricci di una singola uva. Va da sé che anche la scelta delle uve è importante: il vino rosso trasmette gran parte del sapore e del carattere, il Pinot Bianco e il Friulano, pigiati più delicatamente, risultano eccezionalmente umidi.

Sono conoscenze fondamentali, perché i Nardini considerano le vinacce umide essenziali nella distillazione di una grappa di qualità, rifiutando invece le vinacce secche o troppo fermentate ai cancelli della distilleria alla maniera dell’ “Uomo Del Monte”.

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Colonne di distillazione presso l’impianto di Monastier.

Le vinacce vengono consegnate alla principale distilleria di Nardini, a Monastier di Treviso, a 65 km dalla sede principale, dove vengono smistate per varietà e introdotte in vasche di cemento che vengono poi coperte e sigillate per agevolare e preservare il processo di fermentazione. Gli zuccheri presenti naturalmente nelle bucce si trasformano in alcol, pertanto la conservazione della vinaccia è molto importante in questa fase. Una vinaccia mal conservata creerà una discrepanza nella qualità della grappa: differenza rilevabile all’analisi sensoriale sia nel bicchiere che allo strofinamento sul dorso della mano.

Il controllo delle vinacce, specialmente nel sud Italia dove il clima è più caldo, è difficoltoso e la refrigerazione su larga scala risulta insostenibile: ecco perché la produzione nazionale di grappa è concentrata nelle regioni del nord.

Nel tardo autunno, una volta avviata la fermentazione iniziale, le vasche di Monastier vengono scoperte e inizia il processo di distillazione della grappa, che prosegue fino alla primavera.

Alla Nardini, servono ben 22 chili di vinaccia per produrre un solo litro di grappa. Mentre la trasformazione della grappa e l’imbottigliamento continuano tuttora a Bassano, oggi l’intero processo di distillazione di Nardini avviene a Monastier, dove viene prodotta la grappa ad alta gradazione (generalmente 18

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L’alambicco in rame per la distillazione a bagnomaria presso l’impianto di Monastier.

ad 80% vol.) con due tecniche di distillazione distinte. Vi è un processo di doppia distillazione continua in colonne a vapore per creare un distillato eccezionalmente pulito, non adulterato, che è il distillato presente come base negli altri prodotti della gamma Nardini. Un’acquavite più saporita, identificativa del profilo aromatico caratteristico di Nardini, viene invece prodotta in modo discontinuo utilizzando uno dei più antichi e precisi metodi di distillazione: l’alambicco in rame a bagnomaria. Tutte le grappe Nardini sono una delicata miscela di queste due diverse tecniche, frutto di una filosofia produttiva volta a fornire un prodotto costante nel tempo e di grande qualità.

La tecnica dell’alambicco a bagnomaria è il più lento dei due processi artigianali di distillazione attualmente in uso.

Come suggerisce il nome, le vinacce distillate a bagnomaria non entrano mai in diretto contatto con la fiamma o il vapore.

Tale procedimento, unito alla natura tranquilla e graduale della distillazione, garantisce un distillato intriso di sapore, capace di mantenere gli aromi naturali e le caratteristiche essenziali della materia prima. Questa è un’altra ragione per cui è estremamente importante che tutta la vinaccia sia sempre in perfette condizioni.

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Ad avvenuta miscelazione delle due grappe, il distillato risultante - con gradazione di circa 80% vol. - viene conservato in serbatoi di acciaio per un anno. Nel frattempo, la grappa viene trasferita alla struttura di Bassano, e ciò che accade in seguito varia in base a ciascuna tipologia di prodotto. Mentre la maggior parte del distillato viene avviato direttamente al processo di trasformazione, al fine di ottenere la gamma di grappe bianche Nardini, ogni anno circa 10.000 ettolitri di acquavite vengono calati nelle botti in rovere di Slavonia per l’invecchiamento. Buona parte di questa grappa Riserva, viene imbottigliata dopo tre/cinque anni di invecchiamento, ma nelle grandi cantine sotterranee di Bassano sono presenti grappe in botte da oltre sessant’anni. Alcuni di questi distillati più datati, vengono impiegati nelle grappe Riserva all’interno della nuova gamma Selezione Bortolo Nardini.

Prima che una grappa Nardini sia pronta per l’imbottigliamento, è necessario il processo di trasformazione, ossia quella fase che la porta ad una gradazione bevibile, sottoponendola ad un’ulteriore lavorazione. Il distillato a piena gradazione viene introdotto in appositi serbatoi e mescolato con acqua demineralizzata al fine di ridurre il contenuto alcolico che può variare da 40% vol. a 60% vol. Giunti a questo punto, la grappa viene successivamente raffreddata a -10°C per concentrare il contenuto oleoso residuo ed eliminarlo.

La grappa viene quindi filtrata due volte: il primo filtraggio avviene attraverso un setaccio in acciaio e il secondo attraverso un filtro tradizionale in cartone. Solo in questo momento la grappa viene imbottigliata ed è pronta per la distribuzione alle molte migliaia di bar, ristoranti e negozi che tengono i prodotti Nardini.

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La grappa: una produzione interamente sostenibile La Distilleria Nardini si avvale naturalmente di un processo produttivo concepito per utilizzare gli scarti della vinificazione generando una varietà di sottoprodotti che vengono riutilizzati.

Assolutamente nulla è sprecato. Alla fine del processo di distillazione, tutta la vinaccia viene fatta transitare in un essiccatoio, dove i semi vengono separati dalle bucce dell’uva al fine di essere utilizzati per l’estrazione di olio. L’olio di semi di vinacciolo è un ingrediente particolarmente utile, con proprietà antiossidanti che lo rendono ideale per l’uso sia alimentare che cosmetico. Infine, le bucce rimanenti sono impiegate come integratore vegetale nei mangimi animali.

La distillazione – così come la vinificazione - è sempre stata considerata un’arte. Esistono metodi scientifici per valutare la qualità di un prodotto alcolico per la consumazione. Le grappe Nardini sono da tempo apprezzate per i bassi livelli di impurità che contengono, compresi i livelli estremamente bassi di alcol metilico. Questi sono parametri importanti, giacché sono proprio l’alcol metilico o gli eccessivi depositi oleosi a danneggiare la reputazione della grappa, causando in chi beve disturbi allo stomaco e mal di testa. Chiaramente, chi consuma la grappa Nardini in casa, contribuirà alla salvaguardia dell’ambiente riciclando le bottiglie di vetro.

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Come la grappa prese il suo nome ‘Grappa’ è da secoli il termine colloquiale identificativo del distillato di vinaccia italiano e sembrerebbe derivare dal latino grappapolis che significa “grappolo d’uva”.

Nardini etichettò fin da subito il proprio distillato con il nome Aquavite di Vinaccia, senza la ‘c’ alla maniera latina. In tempi più recenti, Nardini ha introdotto la parola Grappa sull’etichetta destinata al mercato estero, principalmente allo scopo di evitare confusione con lo spirito scandinavo Aquavit.

I Nardini potrebbero essere lusingati che Bassano del Grappa sia vista “etimologicamente” come la culla della grappa. Tuttavia il nome “grappa” non pare derivare né dalla città né dal monte Grappa, il massiccio che svetta a nord della città. Al toponimo Bassano fu aggiunto il suffisso “del Grappa” solo dopo la Prima Guerra Mondiale, in segno di riconoscenza per i caduti che su quelle alture persero la vita. È certo, comunque, che il Monte Grappa, alle sue pendici, è sempre stato ricco di vitigni, sin dai tempi dell’Impero Romano.

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Racconti di Grappa Da bambino ho viaggiato molto con la mia famiglia perché papà era un pilota della Marina. L’unica costante stanziale nella mia gioventù fu la casa d’infanzia di mia madre a Westerly, una città prevalentemente italiana nel sud-ovest del Rhode Island. Nella mia famiglia, anche a tre generazioni di distanza, la tradizione italiana si respira ancora forte. La vigilia di Natale viene tuttora celebrata con tredici piatti a base di pesce e la Pasqua con frittata e prosecco, ma il periodo tra gennaio e febbraio è il momento più speciale dell’anno, perché i giovani e gli anziani della famiglia si riuniscono per fare la soupy, una speciale soppressata stagionata all’aria. In vicinanza della Pasqua, ritiriamo le salsicce essiccate al fresco nella cantina che mio nonno (il mio Nanutz) progettò appositamente quando costruì la casa. La salsiccia viene quindi immersa in vasi d’olio d’oliva, dove rimane fino a quando l’occasione di un festeggiamento richiede di condividerla in un piatto speciale.

Diversi anni fa, mentre lavoravo al Promenade Bar della Rainbow Room a New York, un ricordo di quelle belle usanze mi tornò alla memoria. In previsione del nuovo menu di cocktail stagionale, stavo predisponendo gli ordini a un venditore, il quale mi fece vedere un paio di bottiglie di Grappa Nardini. In una delle bottiglie era contenuta una piantina verde che riconobbi immediatamente: la ruta. La ruta era una panacea a casa della nonna (la mia Nana), nel Rhode Island.

Bevevamo infuso di ruta per sistemare lo stomaco e la ruta veniva aggiunta alle bottiglie di alcol denaturato, diventando

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una soluzione miracolosa per le scottature e accelerando la guarigione quando veniva applicata su graffi e lividi. Ed eccola lì la nostra pianta magica, infusa in una bottiglia di grappa!

Ovviamente, l’ho comprata!

Capii immediatamente che non si trattava di una grappa qualsiasi bensì di una grappa tradizionale e genuina che mostrava il suo carattere con fierezza. Nardini alla Ruta è senza dubbio una delle grandi acquaviti all’interno di una vasta selezione di nobili prodotti.

Alcuni colleghi sostengono che la miscelazione con questo prodotto, come con alcuni distillati di sapore ugualmente marcato, ad esempio lo scotch di malto e il tequila puro, non sia impresa semplice. In effetti, per domare il suo spirito ribelle in un cocktail ben bilanciato, è necessaria la destrezza di un abile bartender.

Come accompagnamento alle grappe Nardini, compresa la Ruta, ho scelto un vino conterraneo, proveniente dalla stessa regione d’Italia: il Prosecco, insieme ad aperitivi, frutta fresca ed erbe aromatiche. Lavoro questi ingredienti con molta semplicità e tocco leggero. Amo godermi questi drink con antipasti e aperitivi in compagnia di familiari e amici; e almeno uno di questi cocktail lo abbino ad un tiramisù o ad uno zabaione.

L’anima della Grappa Nardini risiede nelle uve che entrano a far parte del vino, il suo potere e la sua forza provengono dal suolo e dai minerali, e il suo carattere deriva dall’abile mano del mastro distillatore.

Molti italiani gustano la grappa versata nel caffè espresso: un’abitudine che ho imparato anch’io. Spesso, però, mi piace celebrare un momento di tranquillità con Nardini alla Ruta, sorseggiandola a temperatura ambiente. Pura... Per scordarmi le preoccupazioni.

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Grappa Cocktails Nardini è l’unico marchio di grappa ad essere citato nel libro The American Bar di Schumann, una fonte di riferimento per molti mixologist. Il sapore caratteristico della grappa - aroma moderato ed alta gradazione alcolica - e in modo particolare la Selezione Bortolo Nardini, costituiscono una valida alternativa al gin, alla vodka e agli altri distillati.

Più complesse per struttura, le grappe Riserva invecchiate in botti di rovere si prestano a preparazioni che richiedono un distillato più scuro. Certamente possono essere usate anche come sostituto diretto del brandy in un Alexander o del bourbon in un Manhattan. Il miglior modo per gustare le grappe giovani Nardini, è invece miscelarle in un punch, con sodati o estratti di frutta. In questo modo, gli aromi floreali e fruttati della grappa vengono esaltati e al contempo è possibile gestirne facilmente il contenuto di alcol, traendo spunti per cocktail inediti.

I cocktail illustrati nelle pagine seguenti, sono estrapolati dalle liste di bar e noti mixologist di tutto il mondo. L’ampia scelta comprova il rinnovato interesse per la grappa come ingrediente nei cocktail, e sottolinea la qualità, versatilità e varietà dei prodotti Nardini che non si limitano solo alle grappe ma comprendono anche una vasta gamma di aperitivi, amari e liquori.

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Glossario Build Nella preparazione di molti dei long drink fra i più amati al mondo - come l’insuperabile Gin and Tonic – si usa la tecnica build, che consiste nel riempire un bicchiere di ghiaccio, aggiungere gli ingredienti (dapprima il prodotto alcolico), mescolare e guarnire. Una esecuzione pura e semplice.

Frosted Operazione con la quale si “ghiaccia” il bicchiere. Si può fare in vari modi: tenendo i bicchieri in freezer, riempiendoli di ghiaccio tritato prima della preparazione del cocktail oppure con l’ausilio di macchine apposite che mediante un getto di gas refrigerante rendono ghiacciata la superficie del bicchiere.

Garnish Guarnitura, decorazione. Quando si aggiungono elementi decorativi, spesso commestibili, sul o nel bicchiere. Questa aggiunta conferirà al cocktail un’altra dimensione. Il garnish è una semplice regola che purtroppo viene però troppo spesso ignorata.

Muddle Questo termine indica l’utilizzo di un piccolo pestello, il muddler, per sminuzzare gli ingredienti del cocktail. Il procedimento, unito al movimento, combina i singoli elementi separati, come ad esempio in un Sour. Generalmente il muddling si fa direttamente nel bicchiere.

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Shake Il termina significa agitare, per combinare gli ingredienti di un cocktail, e di solito si fa con uno shaker. La parola fa immediatamente pensare al tradizionale shaker in metallo, ma lo strumento scelto da gran parte dei professionisti del bar è lo shaker Boston, composto da due recipienti conici: uno in vetro e uno in metallo.

Strain Dall’inglese “strain off” ossia “filtrare”. Uno dei vantaggi dello shaker in metallo è che solitamente contiene un filtro incorporato, lo strainer. Se si adopera uno shaker Boston, si può aggiungere un filtro a molla per il cono metallico, oppure un semplice filtro “julep” per il cono in vetro. Il cocktail preparato va versato nel bicchiere attraverso il filtro.

Zest/Twist In italiano zest vuol dire scorza, solitamente di limone, lime o arancio che si usa nelle decorazioni dei cocktail. Se la ricetta richiede un twist, gli oli essenziali degli agrumi devono essere aggiunti alla bevanda. Si prende una strisciolina di buccia (come indicato dalla ricetta) tenendo la pelle rivolta verso il basso con una estremità in ogni mano. Quindi si torce ruotando le mani in direzioni opposte per estrarne il contenuto oleoso.

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Acqua di Vita Che di Balazs Molnar per Maybe Frank, Surry Hills, Sydney

Ingredienti 35ml Grappa Nardini Bianca 50 15ml Acqua di Cedro Nardini 20ml Riserva Speciale Ambrato vermouth Martini 5 ml verjuice + due gocce di Angostura Bitters

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Prepara tutti gli ingredienti nello shaker, agita e versa in un bicchiere tumbler colmo di ghiaccio. Guarnire con mango essiccato e scaglie di prosciutto disidratato.

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Amaro and Stormy

di Nicola Scattola per Garage Nardini, Bassano del Grappa.

Ingredienti 45ml Amaro Nardini 100ml ginger beer 15ml succo di lime

Tecnica Build

Preparazione Build in un bicchiere tumbler e mescolare delicatamente, guarnire con foglioline di menta fresca.

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Aperitivo Frutta e Grappa di Dale DeGroff, New York

Ingredienti 20ml Grappa Nardini Riserva 50 20ml Amaro Ramazzotti 40ml succo di pompelmo fresco 40ml succo d’arancia fresco + noce moscata grattugiata e zest d’arancia, per guarnire

Tecnica Build

Preparazione Versare tutti gli ingredienti in un bicchiere tumbler contenente ghiaccio e mescolare. Grattugiare la noce moscata e guarnire con buccia d’arancia tostata a fiamma.

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Bassano Mule di Mauro ‘Dandy’ Uva, Verona, Veneto

Ingredienti 40ml Grappa Nardini Bianca 40 120ml ginger beer 20ml succo di limone

Preparazione Versare la grappa e il succo di limone in una mug colma di ghiaccio, aggiungere ginger beer e mescolare delicatamente prima di servire.

Mauro organizza seminari di “Graspology” ed è probabilmente la principale autorità italiana in materia di cocktail a base di grappa.

Due Mule: Esistono due “Bassano Mule”. Un’altra versione è apparsa nella prima edizione di questo libro ed è diventato un drink di base al pop-up “Bassano Bar” aperto nel 2016 con Eddy Preci al “The Magic Roundabout” di Londra, a Shoreditch. Questo semplice cocktail si realizza mescolando 50ml di Tagliatella Nardini con 125ml di ginger beer (guarnito con zest di limone). Per evitare confusione, la variante londinese è stata ribattezzata “Magic Mule”.

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BT di Antoinette “Anti” Bosman per Café Belgique, Amsterdam.

Ingredienti 40ml Rosso Nardini 60ml Indian Pale Ale + due fette di limone

Preparazione Twist di due fette di limone in un bicchiere da birra pieno di ghiaccio, versare sopra il Rosso e quindi rabboccare con la birra. (Anti usa Jack’s Precious IPA dal produttore belga The Musketeers Brewery).

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Cedro & Tonic Classico e semplice, popolare a Garage Nardini di Bassano del Grappa.

Ingredienti 50ml Acqua di Cedro Nardini 75ml acqua tonica (o a piacere)

Preparazione Servire come long drink in un bicchiere da Collins, su ghiaccio. Guarnire con zest di limone.

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Chiaro Di Luna di Dale DeGroff, New York.

Ingredienti 20ml Grappa Nardini Bianca 50 10ml sciroppo d’orzata 90ml prosecco + tre pezzi di ananas fresco, un rametto di rosmarino fresco, una fetta d’arancia

Tecnica Muddle

Preparazione Pestare in un mixing glass con la tecnica muddle i tocchetti d’ananas e metà del ramoscello di rosmarino con l’orzata.

Aggiungere un paio di cubetti di ghiaccio e la grappa. Versare lentamente il prosecco e nel frattempo rimuovere delicatamente gli altri ingredienti dal fondo del bicchiere con un bar spoon.

Versare in una flûte o coupette ghiacciata e guarnire con una fetta d’ananas e l’altra metà del rametto di rosmarino sul bordo del bicchiere, o semplicemente con una fetta d’arancia. Pestare in un bar glass con tecnica muddle i tocchetti d’ananas e metà del ramoscello di rosmarino con l’orzata.

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Ernesto Calindri di Massimo Stronati per Vina Enoteca, Palo Alto, California.

Ingredienti 60ml Cynar Black Label (35% vol) 15ml Acqua di Cedro Nardini soda (a piacere) + 2 o 3 gocce di bitters all’ananas e peperoncino fatto in casa + twist di limone

Tecnica Mix & Strain

Preparazione Mescolare in un mixing glass il Cynar, l’Acqua di Cedro e i bitters con il ghiaccio, versa in un bicchiere da Collins pieno di ghiaccio, guarnire con un twist di limone.

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Espresso Nardini Una variante di un classico popolare, creato da Nick Hopewell-Smith.

Ingredienti 35ml Grappa Nardini Bianca 40 35ml caffè espresso 35ml liquore al caffè Borghetti

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Agitare energicamente tutti gli ingredienti e versarli in un bicchiere da martini ghiacciato o in una coupette (il movimento energico dà una schiuma ambrata alla bevanda).

Guarnire con 3 chicchi di caffè.

Nei vari ristoranti Polpo nel Regno Unito, viene usato il Tia Maria al posto del Borghetti, mentre altri locali usano Mr Black o il liquore al caffè Illy. I bar Four Sisters di Londra sostituiscono la Mandorla alla Grappa Nardini Bianca 50.

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Fiori Di Grappa Ruta di Dale DeGroff, New York (servito per la prima volta al Milk & Honey, Soho, Londra).

Ingredienti 15ml Grappa alla Ruta Nardini 20ml liquore al sambuco St. Germain 90ml prosecco Brut + 4 fragole piccole

Tecnica Muddle

Preparazione Pestare tre delle fragole insieme al liquore e alla grappa sul fondo di un mixing glass. Aggiungere un paio di cubetti di ghiaccio e versare lentamente il prosecco ritirando delicatamente gli altri ingredienti dal fondo del bicchiere con un bar spoon. Versare in una flรปte da champagne ghiacciato (o simile) e guarnire con la fragola rimanente.

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Forget Domani

di Giacomo Appolloni per Looking Glass Cocktail Club, Shoreditch, Londra.

Ingredienti 45ml Grappa Nardini Bianca 40

(infusa con pomodoro / wash con olio d’oliva) 25ml Cocchi Americano Rosato (infuso con basilico) 10ml Rabarbaro Nardini 5ml Chartreuse verde + 2 dash di bitters al peperoncino

Tecnica Mix & Strain

Preparazione Mescolare attentamente gli ingredienti (il cocktail ha bisogno della diluizione) e versare in una coppa in cui è stata spremuta la scorza di limone. Guarnire con una foglia di basilico.

Una bevanda deliziosa e super-complessa creata da Giacomo con un gusto leggermente salato.

Infuso di Grappa con wash di pomodoro e olio d’oliva

Infusione di vino alla genziana

Ingredienti

Ingredienti

350ml Grappa Nardini Bianca 40 5g di pomodoro secco (tritato finemente) 75ml di olio d’oliva vergine

350ml Cocchi Americano Rosa (o un vermouth simile alla genziana) + 15g di basilico fresco

Preparazione

Preparazione Lasciare la grappa e il pomodoro secco in un barattolo a temperatura ambiente per 3 giorni. Filtrare e versare la grappa in una bottiglia. Aggiungere l’olio nella bottiglia, chiudere e agitare.

Shakerare rapidamente ogni 30 minuti per circa 2 ore. Mettere la bottiglia a testa in giù in un congelatore e lasciarla per una notte. Filtrare la grappa usando un tessuto in mussola e/o un filtro in carta per il caffè (l’olio sarà solido), quindi mettere da parte.

Unire gli ingredienti, lasciarli macerare per 4 giorni a temperatura ambiente. Filtrare e mettere in una bottiglia o in un recipiente adatto.

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Grapparinha Scoperta da Antonio Guarda-Nardini a Miami, in Florida.

Ingredienti 50ml Grappa Nardini Bianca 50 1 lime fresco 15ml sciroppo di zucchero di canna

Tecnica Muddle

Preparazione Tagliare il lime in otto spicchi e, usando un pestello, fare un muddle con lo sciroppo di zucchero in un bicchiere da oldfashioned (o simili). Versare la grappa e mescolare. Riempire il bicchiere di ghiaccio tritato e mescolare di nuovo. Guarnire con fettine di lime.

Antonio racconta che uno dei bar di South Beach che servono questa bevanda lo ha battezzato come “The Caipinardi�.

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Ginepro Blossom Martini di Mark Jenner per Sartoria, Mayfair, Londra.

Ingredienti 30ml Ginepro Nardini 20ml apple vodka Citadelle 5ml succo di lime fresco + fette di mela, per guarnire

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Preparare il Ginepro Nardini, apple vodka Citadelle e succo di lime fresco, versa nello shaker con ghiaccio, agita ed esegui un double strain in una coupette o coppa martini ghiacciata.

Guarnire con fettine di mela.

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Inhibit di Samuele Ambrosi per The Cloakroom Cocktail Lab, Treviso, Veneto.

Ingredienti 30ml Acqua di Cedro Nardini 20ml Ginepro Nardini 15ml pompelmo giallo appena spremuto 5ml maraschino Luxardo

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Versare tutti gli ingredienti in uno shaker pieno di ghiaccio e agitare energicamente per 8-10 secondi. Eseguire un double strain e versare in una coupette refrigerata, quindi decorare con buccia di cedro o pompelmo.

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Kolibri Lussuria di Nate Kovacic per il Kolibri Bar Lubiana, in Slovenia (un bar in stile speakeasy nella capitale slovena).

Ingredienti 50ml Grappa Nardini Riserva 50 25ml Carpano Vermouth Dry 15ml Lustau Fino Sherry 20ml Rosolio Italicus + 3 dash di bitters al rosmarino

Tecnica Mix & Strain

Preparazione Mix & strain con un mixing glass pieno di ghiaccio mescolare e filtrare in una coupette. Guarnire con un rametto di rosmarino

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Latte di Cedro

by Ago Perrone, Director of Mixology, Connaught Bar, Mayfair, Londra.

Ingredienti 30ml Acqua di Cedro Nardini 15ml Plantation Pineapple Rum 15ml crème de cacao (scura) 10ml ice wine verjus (Minus 8 o simile) 30ml sherbet al bergamotto e basilico (fatto in casa) 60ml tè Oolong con latte

Tecnica Mix & Strain

Preparazione Mescolare con un mixing glass tutti gli ingredienti con ghiaccio, versa in un bicchiere highball riempito di cubetti di ghiaccio. Guarnire con la buccia d’arancia e nebulizzare con le essenze di basilico e pompelmo (Podere Santabianca)

Sherbet di Bergamotto e Basilico Ingredienti 500ml succo di bergamotto 400g zucchero ultrafine 2 bar spoon semi di finocchio 5 foglie di basilico Mettere lo zucchero, i semi di finocchio e le foglie di basilico in un contenitore di plastica e mescolare delicatamente gli ingredienti.

Aggiungere il succo di bergamotto e lasciar riposare per un’ora, mescolando di tanto in tanto fino a quando lo zucchero non si scioglie.

Filtrare, imbottigliare ed etichettare.

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L’amatore di Leonardo Leuci per The Jerry Thomas Project, Roma.

Ingredienti 40ml Grappa Nardini Riserva 50 20ml creme de cacao (bianca) 10ml liquore Strega + 4 dash di Angostura bitters

Tecnica Mix & Strain

Preparazione Mescolare tutti gli ingredienti e versare in una coupette ghiacciata. Nessuna guarnizione.

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La Leggenda di Giorgio Tosato per Philoxenia Cocktail Events, Londra.

Ingredienti 35ml Grappa Nardini Bianca 50 20ml Amer Picon 15ml maraschino Luxardo + 1 goccia di bitters al cioccolato

Tecnica Mix & Strain

Preparazione Mescolare tutti gli ingredienti e versare in una coupette.

Guarnire con una ciliegia e un twist di limone.

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Mandorla Sour di Andrew Scutts, Boutique Bar Show (quando era un giovane barista di Londra, intorno al 2005).

Ingredienti 50ml Mandorla Nardini 35ml succo di limone fresco 15ml sciroppo di zucchero 10ml bianco d’uovo + dash di bitters Angostura Ciliegia al maraschino

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Riempire uno shaker con cubetti di ghiaccio, aggiungere gli ingredienti, agitare con forza e versare in un bicchiere da martini. Guarnire con la ciliegia. Una bevanda davvero eccellente, buona anche senza l’albume.

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Margaruta di Mario La Pietra per The Luggage Room, Mayfair, Londra.

Ingredienti 20ml Grappa alla Ruta Nardini 20ml Acqua di Cedro Nardini 20ml Olmeca Altos Plata tequila 20ml succo di limone 10ml sherbet di verbena

Tecnica Shake & Strain

Preparazione: Agitare e filtrare bene, servire in una coupette o in un bicchiere da martini. Mescolare del sale di Maldon con verbena disidratata in polvere e immergervi il bordo del bicchiere.

Il drink nacque nel 2013 al “The Luggage Room� del Marriott Hotel di Grosvenor Square. Al momento della stampa, Mario lavora al Charlie Parker di Paddington (Sydney), in Australia.

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Master Peach di Alberto Sinibaldi per No Entry Bar (Big Mamma Group), Pigalle, Parigi.

Ingredienti 30ml Cachaça 30ml Rabarbaro Nardini 20ml Suze 10ml Martini Riserva Speciale Ambrato vermouth 5ml succo di cetriolo + 2 gocce di bitters al pompelmo

Tecnica Build

Preparazione Usare la tecnica build su ghiaccio e versare in un bicchiere da Collins contenente ghiaccio tritato. Aggiungere alla fine i bitters al pompelmo. Guarnire con una fetta sottile di cetriolo.

Servire con una cannuccia di bambĂš o simile.

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Mezzoemezzo Classico semplice servito alla Grapperia Nardini di Bassano del Grappa.

Ingredienti 25ml Rabarbaro Nardini 25ml Rosso Nardini o 50ml Mezzoemezzo Nardini + 50ml di soda

Tecnica Build

Preparazione Mescolare i due ingredienti (o semplicemente utilizzare la variante premiscelata) in un bicchiere da oldfashioned (o simile) con cubetti di ghiaccio. Aggiungere un twist di scorza di limone. Rabboccare con soda.

Il miglior aperitivo al mondo!

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Mezzoemezzo No2 da Tom Kerr, Global Bars Manager, Soho House.

Ingredienti 50ml Grey Goose vodka 35ml Mezzoemezzo Nardini 15ml succo di limone 15ml sciroppo di zucchero + acqua frizzante (circa 50ml)

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Agitare nello shaker tutti gli ingredienti con un singolo cubetto di ghiaccio e filtrare, quindi versare in un bicchiere highball pieno di ghiaccio e rabboccare con acqua frizzante.

Nebulizzare con la buccia di pompelmo. Guarnire con una fetta di pompelmo.

Tom ha creato questo drink per la Grey Goose Film Award Season del 2017.

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Il Mezzo Swiggle di Timo Janse per Flying Dutchmen Cocktails, Amsterdam.

Ingredienti 30ml Grappa Selezione Bortolo Nardini Extrafina 15ml Mezzoemezzo Nardini 30ml succo di pompelmo fresco 15ml succo di lime 15ml lampone Quaglia (o un altro buon liquore al lampone)

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Shakerare tutti gli ingredienti, filtrare e versare in una coupette. Guarnire con un twist di pompelmo.

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Nardotto di Giuseppe Gallo, Italspirits, Londra.

Ingredienti 50ml Rabarbaro Nardini 150ml chinotto (preferibilmente Lurisia)

Tecnica Build

Preparazione Versare il Rabarbaro in un bicchiere highball riempito di ghiaccio, rabboccare con il chinotto e mescolare leggermente.

Guarnire con una fettina d’arancia.

Questa semplice e rinfrescante bevanda dolce-amara è stato un classico estivo nell’avventura del Bar8 di Giuseppe a Chelsea.

Giuseppe è meglio conosciuto come il genio dietro al rosolio Italicus.

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Nardini Alexander di Nick Hopewell-Smith per Nardini.

Ingredienti 75ml Mandorla Nardini 50ml crème de cacao 50ml panna liquida + un pizzico di mandorle grattugiate, per guarnire

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Questa è una distintiva variante del tradizionale Brandy Alexander. Versare tutti gli ingredienti in uno shaker con cubetti di ghiaccio e agitare vigorosamente. Versare in un bicchiere da martini o coupette ghiacciata e guarnire con mandorle finemente grattugiate. Per un’opzione meno alcolica, usare 50ml di Mandorla.

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The Old Bridge

by Ago Perrone, Director of Mixology, Connaught Bar, Mayfair, Londra.

Ingredienti 30ml Grappa Nardini Riserva 40

(infusa con foglie di cardamomo) 10ml Galliano Aperitivo 10ml sciroppo di cardamomo nero (fatto in casa) 15ml Martini Riserva Speciale Rubino e riduzione

di pepe lungo 30ml Grappa alla Ruta Nardini

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Shakerare tutti gli ingredienti con ghiaccio e servire in un bicchiere da rocks, idealmente con un unico cubo grande di ghiaccio.

Guarnire con un nastro di buccia di cetriolo. Nebulizzare con Essenza di Elicriso (Podere Santabianca)

Infuso di Grappa Nardini Riserva 40: Mettere semplicemente 5 foglie di cardamomo in una bottiglia da 70 cl di grappa e lasciarle in infusione per 24 ore. Filtrare in un contenitore separato e versare nuovamente nella bottiglia.

Sciroppo di cardamomo nero: Mettere 12 bacche di cardamomo nero in un frullatore, aggiungere 70 cl di sciroppo di zucchero e frullare. Lasciare in infusione per circa due ore. Versare in una bottiglia.

Martini Riserva Speciale Rubino e riduzione di pepe lungo: Schiacciare dieci bacche di pepe lungo indonesiano e metterle in una padella insieme a 70ml di vermouth. Bollire delicatamente fino a quando il liquido non si riduce del 75%.

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On Green Acres di Jason Cormac per Bullard & Worth Trading Company, Edimburgo.

Ingredienti 40ml infusione di bourbon Buffalo Trace (fico e prosciutto) 12.5ml Amaro Nardini 10ml vermouth bianco Carpano 10ml vermouth dry Carpano dash di bitter all’arancia Soluzione salina: 1 goccia di provetta Soluzione salina: una parte di sale grosso per dieci parti di acqua distillata (a peso)

Tecnica Mix & Strain

Guarnizione Rametto di timo bruciato.

Preparazione Versare tutti gli ingredienti nel mixing glass, aggiungere il ghiaccio, mescolare accuratamente, filtrare con julep e versare in una coupette refrigerata.

Infuso di bourbon con fichi e prosciutto: Prendere dei fichi freschi, tagliarli a metà, cospargerli di sale e infornare a 160°C per 30 minuti.

Utilizzare 8 fichi per una bottiglia da 70 cl, versare in un vaso Kilner a chiusura ermetica e lasciare macerare per 3-4 giorni, scuotendo delicatamente il barattolo 2-3 volte al giorno. Se si aggiunge il prosciutto, infornarne 4 fette per ogni 8 fichi, tagliarle e metterle nel barattolo insieme ai fichi.

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Papa’s G&T di Dan Berger per Cecconi’s, The Ned, London EC2.

Ingredienti 35ml London dry gin 20ml Rabarbaro Nardini 10ml Aperol + acqua tonica

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Shakerare gin, Rabarbaro e Aperol, quindi filtrare e versare in un bicchiere da collins riempito di ghiaccio. Top con acqua tonica, guarnire con rosmarino e una fetta di pompelmo.

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Ramos and Almond

by Ago Perrone, Director of Mixology, Connaught Bar, Mayfair, Londra.

Ingredienti 30ml Mandorla Nardini 25ml Connaught Bar Gin (o un London dry gin

di alta qualità) 40ml latte chiaro di mandorla e fava tonka (fatto in casa) 10ml sciroppo di foglie di limone d’Amalfi

(fatto in casa)

Tecnica Mix & Strain

Preparazione Mescolare tutti gli ingredienti con ghiaccio e servire in un bicchiere da vino con un singolo pezzo di ghiaccio. Guarnire con una ciliegia marinata in Grappa alla Ruta Nardini.

Nebulizzare con essenza di Mandarino Verde (Podere Santabianca).

Latte chiaro di mandorla e fava tonka Ingredienti

Procedimento

100g sciroppo di zucchero 300ml latte di mandorla 100ml panna fresca 100ml Armagnac 2 bar spoon di estratto di vaniglia ¼ di bar spoon di fava tonka grattugiata 30ml succo di limone

Mettere tutti gli ingredienti in una padella (eccetto il succo di limone).

Portare la miscela a ebollizione e spegnere il fuoco, poi aggiungere il succo di limone e lasciare in infusione per 20 minuti prima di filtrare con un filtro di carta, quindi versare in una bottiglia.

Sciroppo di foglie di limone d’Amalfi Aggiungere una tazza di foglie di limone fresche tritate a 4 tazze di acqua. Portare a ebollizione e aggiungere 8 tazze di zucchero fino a completa dissoluzione. Lasciare raffreddare e tenere la miscela in frigorifero per tre giorni, quindi filtrare, versare in una bottiglia e conservare in frigorifero.

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Red Cross Il Red Cross è dedicato a Ernest Hemingway, fu tra quei volontari autisti delle ambulanze che nel 1918, soggiornò nella villa Cà Erizzo di Bassano del Grappa residenza della Croce Rossa Americana Sezione Uno. Schietto e piccante, come il grande Hemingway!

Ingredienti 35ml Grappa Nardini Riserva 40 25ml succo di limone 25ml sciroppo di zucchero infuso con peperoncino soda a piacere

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Agitare tutti gli ingredienti insieme in uno shaker con ghiaccio. Versare in una gavetta con tre cubetti di ghiaccio, top con soda. Guarnire con un twist di limone.

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The Robin di Kilian Monos per The Cobbler, Ghent, Belgio.

Ingredienti 40ml Grappa Nardini Riserva 50 15ml genever belga infuso con fiori di ortica bianca 20ml sciroppo di lamponi e ortica 50ml Rodenbach Classic (birra rossa scura delle Fiandre)

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Agitare tutti gli ingredienti con il ghiaccio, eccetto la birra.

Eseguire un double strain e versare in un bicchiere freddo.

Aggiungere la birra e mescolare leggermente, poi versare in una coupette. Guarnire con fiori di ortica bianca.

Questo cocktail ha vinto il concorso di cocktail Nardini tenuto a Ghent nel maggio 2018. Il concorso richiedeva un drink che combinasse i prodotti Nardini con ingredienti tipici belgi.

Infusione di Genever 10 g di fiori di ortica bianca per 350ml di Genever (in infusione per tre giorni, agitare una volta al giorno, quindi filtrare).

Sciroppo di lamponi e ortica Parti uguali di succo di lampone e zucchero con 20 g di fiori di ortica bianca per 350ml di sciroppo (lasciare in infusione per 3 giorni, agitare di tanto in tanto, quindi filtrare).

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Rosaliva di Reinhard Pohorec per Tür 7, Vienna.

Ingredienti 25ml Grappa Nardini Bianca 50 20ml Acqua di Cedro Nardini 3 gocce di acqua di rose 3 gocce di salamoia di olive verdi 80ml prosecco Brut

Tecnica Build

Preparazione Usare la tecnica build per tutti gli ingredienti in un bicchiere da vino riempito di cubetti di ghiaccio e aggiungere delicatamente il prosecco. Guarnire con un petalo di rosa e un’oliva denocciolata.

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Sharp e Grappa di Matt Fairhurst per City Social, London EC2.

Ingredienti 25ml Grappa Bianca Nardini 40 25ml Dolin Blanc (infuso con aneto fresco) 20ml succo di limone 20ml sciroppo di anguria (parti uguali di zucchero

semolato e succo di anguria)

Tecnica Mix & Strain

Preparazione Mescolare gli ingredienti in un mixing glass e versare in una coupette. Guarnire con un rametto di aneto.

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Solstizio di Sangue di Gianluca Camazzola per Palazzo delle Misture, Bassano del Grappa.

Ingredienti 10ml Bitter Nardini 25ml Grappa Riserva Nardini 40 25ml Luxardo Sangue Morlacco 15ml Honey Mix 15ml succo di lime 50ml ginger beer + lamponi freschi

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Versare la Grappa Riserva Nardini 40, Bitter Nardini, Sangue Morlacco Luxardo, Honey Mix e succo di lime fresco in uno shaker pieno di ghiaccio. Agitare, filtrare e versare in un bicchiere tumbler vintage con ghiaccio, Top di ginger beer e guarnire con i lamponi.

“Solstizio di Sangue” è il titolo di un libro che racconta la Battaglia del Solstizio svoltasi sul Monte Grappa nel giugno del 1918, uno scontro che fu determinante per arginare il piano austro-ungarico di aprirsi un passaggio verso Bassano per raggiungere le pianure. L’esercito italiano resistette all’attacco grazie ad un gruppo di soldati eccezionalmente coraggiosi, in seguito chiamati Arditi del Grappa.

Honey Mix Mescolare due parti di miele e una parte di acqua calda, raffreddare e imbottigliare.

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Spring Mood di Ueno Hidetsugu per High Five, Tokyo.

Ingredienti 45ml Grappa Nardini Bianca 50 15ml Maraschino Luxardo 5ml Campari 15ml succo di limone fresco 1 cucchiaino di sciroppo di fiori di ciliegio Monin

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Shakerare tutti gli ingredienti e versare in una coppa martini freddo.

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Strano Amore di Emanuel Dulhuz per Four Sisters Townhouse, Londra, EC4.

Ingredienti 15ml Rabarbaro Nardini 30ml Acqua di Cedro Nardini 30ml succo di pompelmo fresco 1 rametto di aneto top di champagne

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Agitare e filtrare tutti gli ingredienti tranne lo champagne prima di versare in un bicchiere highball pieno di ghiaccio.

Guarnire con una scorza di limone e un altro rametto di aneto.

Rabboccare con champagne.

Sia il Townhouse che l’originale Four Sisters Bar di Islington, sono celebri per i loro cocktail innovativi e ricercati nonché per i loro arredi interni ispirati ai Romanov. The Four Sisters è un’allusione alle figlie condannate dello Zar Nicola II.

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Sweet Jebus di Paul Lambert per Shaker & Vine, Dublino.

Ingredienti 25ml Grappa Nardini Bianca 50 25ml Moonshine (Georgia Moon o simile) 25ml Poteen / Poitin (Ban o simile) 17,5ml succo di limone fresco 17,5ml sciroppo di zucchero 3 dash di Dr. Adams Spanish Bitters

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Versare tutti gli ingredienti in uno shaker e aggiungere ghiaccio. Agitare bene per circa 10 secondi. Versare in una tazza da tè vintage o coupette. Guarnire con un twist di limone.

Questo è un drink per bartender!

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Lake Spritz di Bobby Hiddleston per Bar Swift, Soho, Londra.

Ingredienti 10ml Acqua di Cedro Nardini 25ml vodka di segale 25ml Tio Pepe Fino Sherry 25ml Italicus Rosolio 50ml soda 50ml prosecco Brut

Tecnica Build

Preparazione Versare tutti gli ingredienti in un bicchiere highball con ghiaccio e fai un leggero stir, guarnire con lime grattugiato e un rametto di basilico.

Dalla sua apertura avvenuta nel 2017, lo Swift è stato riconosciuto come uno dei migliori bar d’Europa.

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Toute le Rest di Matteo ‘Zed’ Zamberlan per Giorgio Armani, Fifth Avenue, NYC.

Ingredienti 22,5ml Mezzoemezzo Nardini 52,5ml Mezcal Del Maguey Vida (o simile) 10ml sciroppo di zucchero Demerara 2 gocce di bitters al pompelmo 2 gocce di bitters Angostura 4 gocce di olio extravergine di oliva

Tecnica Mix & Strain

Preparazione Mescolare energicamente tutti gli ingredienti e poi versare in un bicchiere da old fashioned (o robusta coupette) contenente un singolo pezzo di ghiaccio. Guarnire con una fetta di pompelmo essiccato.

Nel 2018, Zed aprì Il Marchese, il primo “Amaro Bar” a Roma.

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Tutto Bene di Barry McCaughley per Morso, St John’s Wood, Londra.

Ingredienti 17.5ml 17.5ml 5ml 15ml 35ml

Grappa Nardini Bianca 40 Martini Riserva Ambrato succo di lime sciroppo di zucchero succo di pompelmo fresco

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Preparare tutti gli ingredienti nello shaker, agitare e versare con un double strain in un bicchiere da old fashioned con ghiaccio tritato. Riempire il bicchiere con altro ghiaccio tritato e aggiungere una ciliegia marinata in modo che il suo succo goccioli attraverso il ghiaccio.

Lanciato nell’estate del 2018, Morso è il primo bar e ristorante di Londra specializzato in cocktail alla grappa. Le ciliegie marinate “della casa” sono impregnate di grappa, maraschino e Nardini alla Mandorla.

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Un Po Di Tutto di Sullivan Doh di Le Syndicat e La Commune, Parigi.

Ingredienti 30ml Tagliatella Nardini 20ml Grappa Nardini Bianca 50 20ml Grappa Nardini Riserva 50 30ml sciroppo di kimquat 20ml tè al bergamotto (Earl Grey)

Tecnica Mix & Strain

Preparazione Mescolare in un mixing glass tutti gli ingredienti e versare in una grande tazza da tè riempita di ghiaccio.

Doh è specializzato in bevande con ingredienti provenienti esclusivamente dalla Francia e dai suoi bar parigini.

Come guest bartender alla Manifattura di Firenze - un bar a concetto monoregionale - Doh ha creato questo drink interamente italiano cui ha assegnato il nome “Un Po’ Di Tutto” perché si ispira al mix di ingredienti trovati nella famosa Tagliatella Nardini.

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Fogcutter Veneziano di Daniele della Pola per NuLounge Bar, Bologna.

Ingredienti 30ml Grappa Bianca Nardini 40 45ml Bacardi Rum (Blanco) 30ml Brandy o Cognac 20ml Number 6 Mix 20ml succo di limone 40ml succo d’arancia

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Shakerare tutti gli ingredienti e versare in un bicchiere da brandy con ghiaccio. Guarnire con menta e qualcosa di colorato.

Number 6 Mix Per 1 litro di mix: 150ml Mandorla Nardini, 300ml sciroppo di zenzero, 150 g pasta di mandorle

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Vino Veritas di Niccolò Pradella per Graphic Bar, Soho, London W1.

Ingredienti 15ml Grappa Bianca Nardini 40 25ml Mondino Amaro 100ml sangria

Tecnica Shake & Strain

Preparazione Agitare gli ingredienti, versare il mix in un bicchiere da collins (o simile) riempito di ghiaccio tritato, infine guarnire con un rametto di menta e un lampone fresco. Se l’amaro Mondino non è disponibile, il Rosso Nardini è un ottimo sostituto.

Il Graphic è uno dei principali punti di ritrovo della zona Soho di Londra e deve la sua ottima reputazione agli ottimi cocktail di gin preparati dall’instancabile bartender australiana Sarah Mitchell.

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Abbinamenti con la grappa Abitualmente degustata da sola, la grappa può essere un abbinamento eccellente in aggiunta ad altre bevande, delle quali il più frequente è il caffè. A giudizio di molti, l’espresso è senza dubbio la migliore invenzione italiana del XX secolo e la sua combinazione con la grappa è nota come “caffè corretto”.

Gli italiani, consuetamente, aggiungono zucchero all’espresso e la grappa viene apprezzata sia versata direttamente nel caffè, sia in un bicchierino a parte. Si possono sperimentare due tipi di sensazioni gustative: sorseggiare distintamente la grappa dal bicchiere, e il caffè dalla tazza senza combinarli. Se dopo aver bevuto il caffè, si versa della grappa mescolandola con il residuo zuccherino, si ottiene il “rasentin”: ultimo sorso dal sapore eccezionale. Per quanti preferiscono invece il caffè senza zucchero, Nardini alla Mandorla è particolarmente indicata come “correzione” perché dona una sfumatura di dolcezza oltre a rilasciare il delizioso aroma di mandorla.

Diversamente dal whisky e come accade per altri distillati a base di uva, la grappa non si presta ad essere diluita con acqua ed è poco indicata in accompagnamento a cibi salati.

I dolci, invece, specialmente la biscotteria dal gusto ricco e deciso, sono un abbinamento ideale, e la grappa rappresenta una valida alternativa ai Sauternes o Barsac. Anche il cioccolato fondente è uno dei migliori e più immediati accostamenti alla grappa, in virtù delle distinte note gustative di cioccolato presenti in molti eccellenti esemplari di distillato.

Infine, per chi vuole abbandonarsi ad un’ultima concessione, la grappa può essere esaltata fumando un buon sigaro. Nel 2015, il marchio veneto Nostrano del Brenta, ha introdotto una nuova tipologia di sigaro denominato Il Fondatore Bortolo Nardini, pensato appositamente per accompagnare la grappa e per ricordare l’anniversario della fondazione del consorzio nella metà del XX secolo.

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Cucinare con la Grappa La grappa è un digestivo che si è evoluto: generalmente bevuta dopo i pasti, è altresì ampiamente utilizzata nella preparazione di molti piatti, dagli antipasti ai dessert.

Il pesce, ad esempio, può essere bagnato con la grappa prima di essere servito su una tartina. Inoltre la grappa bianca viene spesso utilizzata per preparare una deliziosa ceviche: emulsionata con del succo di limone, la marinatura che si ottiene viene versata sul pesce crudo per creare un appetitoso antipasto.

Nebulizzata, può essere spruzzata su qualsiasi pesce grigliato per aggiungere un’ulteriore nota gustativa al piatto. Mescolata al bruss piemontese, formaggio a pasta molle dal caratteristico sapore marcato da stendere sul pane, fa invidia al rivale inglese Marmite, una crema spalmabile a base di estratto di lievito.

Per gli appassionati della cucina flambé, sia la grappa bianca che la riserva sono le compagne ideali. Ci sono diverse ricette di mare veneziane che prevedono l’utilizzo della grappa, che viene anche impiegata per marinare la carne, in particolare la selvaggina, e per aromatizzare verdure e conserve sottaceto.

La grappa può essere spennellata sui formaggi durante il processo di invecchiamento o aggiunta a salse saporite.

Tuttavia, l’uso più comune della grappa è sicuramente nei dolci, dove paste, torte e creme sono spesso arricchite con grappa. Un tipico esempio sono i galani (noti anche come bugie o crostoli), dolci tradizionali di Carnevale, il cui impasto contiene grappa.

Simone Brizzolari (a destra), Head Chef del Garage Nardini, afferma: “La nostra filosofia in cucina è utilizzare per i nostri piatti esclusivamente ingredienti di provenienza locale e, seguendo la gamma di prodotti Nardini, non potremmo essere più autoctoni di così. I distillati Nardini sono infatti estremamente versatili e di prassi li introduciamo nelle nostre ricette.”

Fallo anche tu: sperimenta la grappa in cucina!

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Bassano del Grappa, una città antica con uno spirito moderno Situata ai piedi delle Prealpi Venete, Bassano del Grappa è assai più che la dimora culturale del distillato nazionale. Fin dall’XI secolo era un fiorente luogo di commercio, ma la sua importanza crebbe nel Medioevo, in parallelo a quella di Venezia, che si trova a 70 km di distanza seguendo l’alveo del Brenta, il fiume che divide a metà il centro storico di Bassano. A un’ora di treno da Venezia e a 40 minuti da Treviso, Bassano è comoda e accessibile per i viaggiatori che ne rimangono magneticamente attratti dalla bellezza elegante e dalla qualità di negozi, ristoranti e bar.

Bassano ha sempre beneficiato della sua posizione climaticamente favorevole tra colline e fiume, nonché della fiorente economia industriale che anima il Veneto: il mercato a cielo aperto che ogni giovedì e sabato riempie e vivacizza le sue vie centrali pavimentate in porfido, ne è un esempio.

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Un conviviale al DGarage Nardini.

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Emblema di Bassano è unanimemente riconosciuto il Ponte Vecchio (o Ponte degli Alpini), il ponte in legno coperto progettato da Andrea Palladio nel XVI secolo.

Nonostante guerre e inondazioni ne abbiano causato, in vari periodi, la sua distruzione e ricostruzione, il progetto originale del Palladio è ancora oggi ben visibile. Per la sua collocazione strategica, Bassano fu centrale nei conflitti militari e tuttora la città mostra le sue cicatrici: le meravigliose facciate affrescate degli antichi edifici del centro storico sono costellate di fori di proiettile, la maggior parte dei quali risalenti al XIX secolo. All’epoca, la città era nota come Bassano Veneto ma nel 1928 venne ribattezzata Bassano del Grappa in onore alle migliaia di soldati che perirono durante gli scontri armati sul Monte Grappa durante la Grande Guerra.

La leggendaria Grapperia Nardini sul ponte del Palladio è una mecca imperdibile per gli appassionati di grappa e per i turisti; nelle piazze e in periferia vi sono ottimi ristoranti, tutti degni di nota. L’attività di bar è particolarmente dinamica a Bassano, ricca di punti di ritrovo innovativi e location esclusive, di speakeasy spesso frequentati dagli impiegati e ospiti del brand di moda Diesel, che ha sede nelle vicinanze.

Da sempre presente nel cuore storico di Bassano con la Grapperia, la famiglia Nardini ha da poco aperto il nuovo omonimo Garage Nardini, un ristorante insolito e originale, a metà tra il cocktail bar e la location artistica, situato nella parte “alta” della città, in Piazzale Generale Giardino.

L’impegno di Nardini in ambito artistico si incarna straordinariamente nella splendida architettura “Bolle”, una struttura ultra-moderna che sorge accanto allo stabilimento di imbottigliamento, appena fuori dalla città. Concepite dall’architetto Massimiliano Fuksas, le Bolle sono dotate di un ampio auditorium, che le rende il luogo ideale per concerti ed eventi culturali. L’eccezionale e armonica costruzione in vetro ha ispirato il design delle bottiglie sviluppate per la linea di grappe Selezione Bortolo Nardini.

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L’iconica struttura “Bolle” a Bassano del Grappa THE GRAPPA HANDBOOK

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Grappa – Il portfolio Nardini Il nostro obiettivo è continuare a produrre grappa guidati dallo stesso spirito pioneristico e di innovazione che ci contraddistingue da oltre due secoli.

Antonio Guarda-Nardini

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Grappa Nardini Bianca 40 40% vol.

La maggior parte delle persone, quando pensa alla grappa, immagina un distillato giovane e cristallino e generalmente ad alto livello alcolico. Come suggerisce il nome, Nardini Bianca 40 ha un carico alcolico molto accessibile, del 40%, comparabile al tasso alcolico di distillati più popolari. Nonostante questa grappa con l’etichetta verde sia disponibile in commercio relativamente da poco, la grappa al 40% di Nardini gode di una tradizione risalente a ben prima del XIX secolo. All’epoca, Nardini, anziché pagare i produttori di vino in contanti per la fornitura di vinacce, li pagava con bottiglie di grappa di tasso alcolico ridotto al 40%, soprannominato “il taglio del conferente”.

La Grappa Bianca 40 è stata reintrodotta nel 2013 e condivide gran parte del carattere e del profilo aromatico della “classica” Bianca 50 a più alta gradazione alcolica.

Colore: Cristallino e trasparente.

Aroma: Molto pulito all’inizio, con delicati toni di terra; a seguire, sentori di nocciolo di pesca, pera e mandorla. Quando l’aroma si espande assume una qualità morbida e rotonda, prima di tornare ad un lieve aroma di gesso, torsolo di mela, crosta di pane, ma soprattutto piccoli frutti da albero maturi.

Palato: Il livello alcolico inferiore rende questo distillato piuttosto leggero, con un’impressione d’ananas all’inizio. È più dolce di quanto suggerisca il naso, con leggeri tocchi floreali e delicate bacche bianche: il gusto centrale è morbido e soave.

Percepibili anche elementi di ciliegia, per aprirsi infine ad un sapore di menta essiccata.

Finale: Pulito, con pera e leggero sentore di frutta a guscio.

Morbido ma equilibrato con una persistenza sorprendente dato il basso contenuto alcolico.

Conclusione: Distillato ben fatto ed accessibile, con un aroma sottilmente profumato, come una passeggiata primaverile tra i mandorli in fiore.

Prova anche: Capovilla, Grappa di Bassano, Francoli, Le Vinacce Rosse

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Grappa Nardini Bianca 50, la Classica 50% vol.

Bianca Nardini 50 è da sempre considerata la grappa di prestigio preferita in Italia e continua ad essere un punto di riferimento senza rivali nel mercato della grappa. E’ una grappa con una personalità autentica, che risplende in bocca e stupisce i nuovi bevitori con un retrogusto amabile, seguito naturalmente dalla persistenza caratteristica di Nardini. Nel profilo aromatico si scoprono note decise di cioccolato fondente, caratteristica che la rende partner naturale di un caffè espresso o un dessert.

Colore: Cristallino e trasparente.

Aroma: Forte profumo di frutta matura, soprattutto di pera. Il livello alcolico maggiore dà una sensazione pungente al naso, ma non è spiacevole. Nel palato centrale troviamo elementi più secchi, mentre il primo piano offre frutta a guscio dolce (in particolare la nocciola) e frutta fresca con leggera ciliegia, accompagnata da profumo di fieno.

Palato: Il sapore è inizialmente ampio e asciutto con l’alcol che dona una certa importanza. Sentori simili a mirabelle accostate da ciliegia nera, con elementi di nocciola che emergono nel mix.

Una struttura ferma e definita con un delizioso tocco di talco profumato, amaretto e una delicata dolcezza che non è mai eccessiva.

Finale: Inizia abbastanza dolce e zuccherino per poi sviluppare elementi più classici (e più secchi) della grappa.

Piuttosto complesso.

Conclusione: Anche se un po’ lenta a rivelare lo spettro completo di sapori, questa è una grappa esemplare e di alta qualità che equilibra le note classiche con un elemento addizionale di frutta. L’alcol in quantità maggiore aiuta ad aggiungere spessore e morbidezza.

Prova anche: Tosolini, Grappa Agricola Friulana Domenis, Storica Nera

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Grappa Nardini Bianca 60 60% vol.

Nel 2013, in piena epoca del “bere responsabilmente”, al momento della reintroduzione in commercio della Grappa Bianca 60 sono sorti grossi dubbi circa il fatto che una bevanda con il 60% d’alcol potesse essere accettata dal mercato.

Naturalmente, come tutti gli alcolici, la grappa va assunta con moderazione ma, in quel frangente, Nardini non ebbe molta scelta. Fin prima dell’esaurimento del prodotto avvenuto con l’apertura della nuova distilleria nel 1982, la Bianca 60 non solo era parte integrante del portfolio del marchio, ma anche la grappa preferita della defunta Elisabetta Nardini, madre di Antonio Guarda-Nardini. Quando venne a conoscenza del progetto di rilancio della Bianca 40 (la cui produzione cessò in contemporanea alla 60) Elisabetta insistette affinché la sua cantina venisse rifornita con Nardini 60. In virtù del fatto che molti appassionati intenditori avevano rivolto simili richieste alla famiglia, la grappa ha fatto il suo ritorno nel portfolio prodotti. È ritenuta una delle migliori grappe dagli esperti conoscitori.

Colore: Cristallino e trasparente.

Aroma: Notevolmente acuto, pungente al naso.

Aromaticamente sta tra la Bianca 50 e l’Extrafina, con un elemento che rimanda alla buccia di banana, una nota vegetale, frutta polverosa o troppo matura, sono individuabi anche panforte e mandorle tostate. Sono individuabili anche ciliegia candita, marzapane e una fragranza di antica pasticceria.

Palato: Probabilmente non quello che ci si aspetta dal naso, essendo notevolmente più morbida e ricca, persino dolce.

L’alcol comincia a dominare dal medio palato, dividendo il sapore in due flussi: un elemento fresco del distillato accentuato da un agrume neutro, seguito dall’elemento di mandorle-frutta.

Finale: Vaporoso e molto lungo.

Conclusione: Per i veri intentitori. Alto tenore alcolico, gusto secco, complessità in agguato.

Prova anche: Domenis, Secolo 60 Gradi Ceschia, Ramandalo Black Label

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Grappa Nardini Riserva 40 40% vol.

Introdotta nel 2013 insieme alla sua omologa Bianca 40, la Riserva 40 non solo condivide livelli simili di equilibrio e accessibilità, ma anche alcune delle caratteristiche più delicate dei prodotti Riserva della Selezione Bortolo Nardini.

Come tutte le grappe Nardini Riserva, viene invecchiata inizialmente in legno di rovere di Slavonia nuovo, prima di essere controllata per colore e sapore e quindi trasferita in botti di rovere più vecchie, per un ulteriore invecchiamento. L’intero processo di invecchiamento dura fra i 3 e i 5 anni.

Colore: Leggermente dorato, paglierino Aroma: Raffinato, con leggere note di legno, una dolcezza di torrone che conferisce un elemento lievemente nocciolato e lo stesso sentore di fieno della Bianca 40. Segue della frutta polverosa con un intrigante elemento muschiato misto a rovere più dolce. Secco, rotondo, ma ancora piacevolmente verde, con un cioccolato bianco e un elemento leggermente cremoso.

Palato: Molto morbido, parte dolce spostandosi rapidamente alla mela essiccata; nel medio palato intervengono crema di zucchero fondente e sensazioni di cioccolato al latte in mezzo ad un sapore di frutta a guscio. Vi è infine un tocco di frutti rossi e gialli, seguito da un gusto secco che sbiadisce e poi svanisce.

Finale: Tabacco leggero.

Conclusione: Semplice e docile. Pur non essendo persistente come le altre grappe Nardini, è molto equilibrata.

Prova anche: Bertagnolli, Grappino Oro Marolo Barolo Riserva

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Grappa Nardini Riserva 50 50% vol.

Alla fine degli anni ‘40, Riserva Nardini 50 fu la prima grappa invecchiata a fare la sua comparsa nei bar italiani. La popolarità mondiale della bevanda scatenò l’imitazione da parte di altri produttori, guidando anche l’innovazione. Descritta come ‘splendida’ dallo scrittore di drink inglese Malcolm Gluck, Riserva 50 dimostra l’impatto sublime che 3-5 anni di invecchiamento in legno esercitano sulla grappa, donandole una sensazione più morbida, un sapore più dolce e un boccato caldo che alcuni ritengono più tipico del lowland malt whisky. Il distillato a gradazione piena viene posto in botti di rovere nuove e poi miscelato dopo l’invecchiamento, prima della diluizione e l’imbottigliamento.

Colore: Dorato.

Aroma: Più robusto e leggermente più secco rispetto alla Riserva dall’etichetta verde, con più elementi vegetali e muschiati di rovere. La frutta a guscio che si percepisce è più dolce macadamia e cipero (l’ingrediente base dell’horchata spagnola, noto come chufa), poi leggere note di frutta cotta al forno, seguite da frutti rossi essiccati. Il rovere è contenuto, spostandosi verso legno di sandalo e noci tostate, per arrivare infine a una buccia d’arancia essiccata e marshmallow.

Palato: Fruttato rispetto al naso, con un aspetto di noci miste.

Le note più dolci sul palato anteriore provengono da un mix di frutta e legno: vaniglia leggera, ananas essiccato. Al medio palato il gusto diventa più secco con un leggero tannino, legno bianco, nocciola tostata. Morbidezza e struttura sottile donano un equilibrio eccellente. Inoltre appare un intenso elemento di frutta profumata e legni aromatici.

Finale: Vira verso la ciliegia, con una leggera acidità, per poi diventare più acuto e solido, con una nota piacevolmente polverosa.

Conclusione: Fruttata, con un sottofondo asciutto, aromatico e un carattere molto espressivo. Il rovere è misurato, consentendo un equilibrio eccellente. E’ inquadrabile tra le grappe secche, anche se invece di austerità troviamo dolcezza e notevole persistenza.

Prova anche: Mazzetti Altogrado 3.0, Marzadro Riserva Rovere 138

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Grappa Nardini Riserva 60 60% vol.

La Riserva 60 ha ottenuto il notevole punteggio di 95,7 punti ai World Spirits Awards nel 2018 e il raro riconoscimento di ‘Double Gold’.

Data la sua forza alcolica, Riserva 60 si beve in piccole quantità. Alcuni preferiscono sorseggiarla con un bicchiere di acqua fredda a portata di mano; altri amano gustarla da sola, lentamente e a piccoli sorsi. La potenza del distillato è davvero notevole, con un finale che persiste nel tempo. È sicuramente una grappa indicata per il dopocena, ottima partner di un buon sigaro. Analogamente ad altre grappe della gamma Riserva Nardini, Riserva 60 è invecchiata a gradazione piena, tra i 3 e i 5 anni prima della miscelazione, con una leggera diluizione cui fa seguito l’imbottigliamento.

Note di degustazione dei giudici dei World Spirits Awards 2018: Colore: Paglierino.

Aroma: Un connubio di torrone e wafer, con note superiori di banana, caramelle al malto e un effluvio di frutta. Aromi intensi simile al marc, lievemente granulosi e maltati, tostati e vanigliati, con uva sultanina, cioccolato, nocciole e toffee al caramello.

Palato: Base intensa di marc, molto presenti gli esteri di frutta.

Sentori di mela e pera e un po’ di iodio, con legni forti e aromi tostati. Ricorda il fumo, evocando associazioni di foresta e muschio. Vi sono anche elementi di vaniglia, caramello, cioccolato e caffè, con un corpo compatto.

Finale: Un finale lungo, caldo e ardente.

Prova anche: Non ci sono prodotti paragonabili a questa grappa, sebbene il ‘Rhum Rhum Liberation Integral 2017’ di Vittorio Capovilla (58,4% vol) sia un rum agricolo di ottima fattura e di botte: un rum davvero notevole per quanti apprezzano l’esperienza dell’alta alcolicità in piccole quantità.

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Grappa Nardini alla Ruta 43% vol.

Ciascuna bottiglia di Nardini alla Ruta contiene un ramoscello di ruta, erba amara che rilascia un insolito e delicato sapore astringente. Si ottiene semplicemente immergendo rami freschi di ruta nella grappa bianca a piena gradazione, riposta in vasche d’acciaio per un periodo di 12 mesi.

Questo infuso è un gusto acquisito per alcuni e Grappa Nardini alla Ruta in particolare ha molti sostenitori: era la grappa preferita di Gilberto Pretti, leggendario capo barman all’hotel Dukes di Londra in zona St James. Ed è anche la grappa prediletta di Dale DeGroff per la creazione di alcuni cocktail che sfruttano al massimo il suo aroma di fieno. Senza dubbio, il drink ‘Fiori di Grappa Ruta’ ha tutto il potenziale per essere un drink fresco e corroborante per le calde sere d’estate.

Da provare.

In omeopatia la ruta è tutt’oggi ampiamente impiegata per le sue proprietà anti-batteriche, come antidoto al veleno, antipiretico, anti-isterico e digestivo. Secondo quanto tramandato dalla storia fin dall’epoca medievale, la ruta favorisce la vista, mentre gli italiani sostengono che aumenterebbe la potenza maschile. Ecco una rivelazione!

Aroma: Erbaceo e floreale, profumo di erba appena tagliata sotto una pioggia estiva.

Palato: Intenso e asciutto, ma delicatamente astringente, con botanicals di erbe finemente equilibrate.

Finale: Delicatamente amaro, con un retrogusto dolce ed erbaceo che, fedele allo stile Nardini, si prolunga all’infinito.

Prova anche: Francesco Poli Grappa Ruta

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Grappa Selezione Bortolo Nardini ...ulteriore raffinamento e orizzonti più vasti

La ‘Selezione Bortolo Nardini’, frutto di un progetto ventennale, è una gamma di grappe ultra-premium concepita per stabilire una nuova soglia di qualità per il distillato nazionale italiano. Questa nuova linea è così chiamata in onore del distillatore che fondò l’azienda nel 1779 e comprende un’elegante Bianca Extrafina e tre Riserve invecchiate in botte. Tutte e quattro le grappe sono miscelate con vinacce di Merlot, Cabernet e Pinot Grigio DOC selezionate da viticoltori della zona e distillate secondo il binomio caratteristico di Nardini: in colonna e in alambicco in rame. Sono inoltre presentate in splendide bottiglie di vetro da 70 cl, il cui design si ispira alla futuristica sede Nardini “Bolle” progettata da Massimiliano Fuksas a Bassano.

Selezione… e più selezione Come indica il nome, la selezione è il cuore della nuova gamma e comprende diversi processi di selezione. Prima di tutto, la vinaccia viene selezionata sia per tipologia di uva che per caratteristiche di freschezza. In seguito, dopo la distillazione, ogni lotto distillato viene attentamente valutato per garantire che soddisfi i precisi criteri aromatici richiesti per la gamma. Il distillato risultante viene fatto riposare a gradazione piena in vasche di acciaio per sei mesi. Quindi viene miscelato con grappa distillata in colonna, anch’essa sottoposta alla selezione per lotti e al riposo per sei mesi seguendo un programma rigoroso.

Nel caso della Bianca ‘Extrafina’, il distillato miscelato viene fatto riposare per altri sei mesi prima di un’ulteriore selezione eseguita prima della diluizione e dell’imbottigliamento, raggiungendo un livello alcolico del 42%. I tre prodotti della “Selezione Riserva” subiscono invece un ampio processo di miscelazione e invecchiamento in botti di rovere. Inizialmente il distillato è sottoposto ad un processo di verifica che seleziona solo i lotti più dolci e morbidi. Quindi, le botti sono gestite all’interno della cantina per il periodo di invecchiamento richiesto e sottoposte a diversi livelli di esposizione e umidità. La miscelazione avviene più volte a gradazione piena, avvalendosi anche di grappe molto più invecchiate. Infatti, i 3, 7 e 15 anni indicati sull’etichetta dei prodotti Selezione Bortolo Nardini Riserva, indicano il distillato più giovane utilizzato nella creazione del prodotto.

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Solo dopo la miscelazione finale, al prodotto viene aggiunta acqua demineralizzata per ottenere il livello alcolico desiderato; i distillati vengono poi nuovamente controllati e quindi lasciati riposare prima dell’imbottigliamento.

Un lavoro per passione Creare la Selezione Bortolo Nardini è stato un lavoro di passione, condotto dalla Famiglia Nardini a fianco del mastro miscelatore Renato Mazzeracca e di Andrea Manzoli, che dirige le operazioni di distillazione a Monastier, oltre che supervisionare l’invecchiamento, la miscelazione e l’imbottigliamento a Bassano. Destinati a completare la gamma tradizionale della distilleria, i prodotti Selezione Bortolo Nardini possiedono uno stile più aromatico e delicato, tipicamente associato alle espressioni di monovitigno create negli ultimi tempi da alcuni dei migliori distillatori di grappa.

Tuttavia, come da osservazione dell’autorità internazionale sugli spiriti, David Broom, tutte e quattro le grappe sono “inequivocabilmente Nardini”, mostrando chiare sembianze 146

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familiari con le leggendarie grappe Bianca e Riserva della ditta. Tuttavia, come osserva David, “mostrano uno spettro aromatico più ampio, più fresco e stuzzicante”.

Un po’ d’acqua, forse...

David Broom sostiene anche che lo spettro totale di queste grappe si può rivelare attraverso il suo più consolidato strumento di degustazione professionale: l’aggiunta di piccole quantità di acqua al distillato in questione. Non è comune - ed anzi è considerata un’eresia dai puristi - aggiungere acqua ad una grappa fine una volta imbottigliata. Tuttavia, David Broom non è il solo ad osservare che le tre Riserve Selezione Bortolo Nardini sembrano accettare di buon grado alcune gocce di acqua naturale rispetto a molte altre grappe. Estremismo? Può darsi. Ma forse la distilleria di famiglia che ha creato le regole per la grappa è anche qualificata per romperle...

Di seguito riportiamo le note di degustazione della linea Selezione Bortolo Nardini gentilmente fornite da David Broom.

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Grappa Selezione Bortolo Nardini ‘Extrafina’ 42% vol.

Caratterizzata da una raffinatezza assoluta, la grappa Extrafina è il risultato di un attento processo di selezione applicato alla grappa in tutte le fasi del processo di distillazione. Fu solo alla metà del XIX secolo che Nardini riuscì a mantenere uniformità nella produzione. Nei precedenti settant’anni, prima che immagazzinamento e miscelazione su larga scala fossero implementati per l’imbottigliamento, diversi lotti di distillazione rivelavano caratteristiche proprie. Alla Grapperia di Bassano, i grandi vasi di rame che contenevano le grappe più amabili, morbide ed eleganti erano particolarmente apprezzati, con un costo più alto e la denominazione “Extrafina”. Considerata la provenienza umile della grappa e la fama di Nardini per aver sostenuto il procedimento tradizionale, l’odierna Extrafina costituisce una sorta di nuovo inizio. È sicuramente più floreale di ogni altra grappa Nardini, notevolmente fruttata e più elegante. Ma che sia migliore o meno rimane discrezionale, specie per i fan della classica Bianca!

Colore: Cristallino e trasparente.

Aroma: Leggero, quasi floreale e molto fruttato, con elementi altamente profumati e sentori di frutta blu. Troviamo un elemento erbaceo: angelica e timo selvatico si aggiungono alla complessità del bouquet. Elementi di banana e ciliegia maraschino giungono con costanza, insieme a delicate albicocca e pesca - un misto di nocciolo e polpa - così come pane in lievitazione. Con lo sviluppo dell’aroma, iniziano ad emergere esteri d’ananas, mentre la ciliegia si allontana dalla frutta fresca verso elementi di ciliegia presenti nel vino rosso.

Conclude con un piccolo accenno di aneto e timo, oltre a qualche scorza d’arancia dolce.

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Palato: Ampio, aromatico e molto fruttato, con eccellenti livelli di intensità. Sono presenti tutti gli elementi percepibili al naso: l’elemento vegetale, la ciliegia fresca e l’ananas. Sotto il punto di vista della texture, è leggermente più ricco e setoso della classica Bianca 50, con più elementi fruttati e un nuovo sentore floreale che miscela petali di rosa appassita con alcune note ammalianti di violetta; poi nel medio palato arriva un’esplosione di menta verde, prima di lasciare spazio ad un gusto più secco e cipriato di ciliegia essiccata e frutta morbida.

Finale: Medio-secco e piuttosto lungo.

Conclusione: Sebbene esistano somiglianze familiari tra la Bianca e l’Extrafina Nardini, sono sostanzialmente diverse la riduzione del profilo secco e uno spettro aromatico più fresco e invitante. E’ difficile associarlo esattamente: accenna ad un pisco fine, allude ad essere un nuovo gin; c’è anche un tocco di Chartreuse come pure un leggero genever. Nulla di tutto questo toglie caratteristiche alla sua individualità; anzi, direi, che aiuta ad ampliare il suo potenziale d’uso nei bar e nei cocktail. C’è qualcosa di antico nei suoi aromi, unito a qualcosa di completamente nuovo.

Prova anche: Pojer e Sandri Grappa di Essenzia, Ceschia Grappa Classica Gentile

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Grappa Selezione Bortolo Nardini Riserva 3 anni 42% vol

La Grappa Selezione Bortolo Nardini Riserva 3 anni è una grappa coerente, complessa e raffinata, che rivela una chiara dolcezza e le caratteristiche della “frutta cotta” che hanno reso le Riserve Nardini 40 e 50 prodotti di successo. Nardini può considerarsi un pioniere nell’arte della grappa invecchiata in botte e la famiglia è stata ragionevolmente parsimoniosa nell’utilizzo delle botti, lasciando lo sviluppo di riserve più ampie ad altri produttori, i quali hanno introdotto nel mercato grappe invecchiate in barrique realizzate con diversi tipi di legno. Per la Selezione, Nardini utilizza, da oltre 70 anni, solo le botti che conosce meglio, ossia quelle in legno di rovere di Slavonia. È la movimentazione del distillato dentro e fuori da quelle botti - che alla fine vengono scartate dopo 20 anni di utilizzo – a mantenere costante la qualità delle espressioni Riserva di Nardini e, specialmente, gli straordinari prodotti della gamma Selezione Bortolo Nardini Riserva.

Colore: Brillante, ambrato chiaro.

Aroma: Intenso e complesso. Dolce e fruttato, ma supportato da una leggera nota di pino che evoca una baita in legno, resinoso sullo sfondo. C’è dello speziato che deriva dal rovere, ma è più una riminiscenza di petali di rosa essiccati, agrumi e fiori dolci, con un’aggiunta di pepe bianco che giunge pian piano. Si somma una delicata nota verde insieme a legno di balsa, pergamena, mela essiccata e uva sultanina. Nel complesso, è simile ad un’acqua di Colonia con un po’ di legno nuovo dolce.

Si trasforma considerevolmente con una goccia o due d’acqua. Acquisisce ulteriore vivacità con il tabacco dolce che inizia ad emergere accanto alla vaniglia e al cioccolato bianco al latte. A seguire, arriva 150

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un travolgente ed entusiasmante aroma fruttato e succoso: ciliegia, albicocca, pesca, ma anche frutti tropicali come mango e banana. Le basi legnose ora scendono in secondo piano mentre, infine, emergono la freschezza di arancia, gelsomino ed osmanto.

Palato: Il corpo è da leggero a medio, con una consistenza morbida e setosa. Quando è servita pura, ci sono alcune spezie dolci ma il palato è prevedibilmente dominato dal concentrato di frutta fresca e da una nota mielata che ricorda il succo di canna: dolce, inebriante e leggermente vegetale. C’è anche un leggero sentore salato che aggiunge una nuova dimensione alla frutta fresca. È più discreta di come emerge al naso. L’aggiunta di acqua porta ad una trasformazione simile a quella che fa per l’aroma. Si sposta dal palato medio verso la parte anteriore con un’esplosione di frutti maturi, avvertibili nell’aroma diluito, così come il baccello di vaniglia. È sia dolce che elegante. Verso il retro, inizia ad asciugarsi con un pizzico di gesso, muschio verde, con un passaggio finale ai frutti morbidi, che si trasformano in intensi.

Finale: Ora e solo ora, il legno inizia ad essere percepibile.

Conclusione: Seppur facente parte della stessa azienda, questa grappa possiede maggiore eleganza e spettro gustativo rispetto alla tradizionale Riserva: meno brusco e più dolce, con molte più note fruttate. Vi è un bell’effetto stratificato e il sentore di rovere appare più fresco, senza essere in alcun modo dominante.

Anzi, si presta a una struttura di fondo che consente il gioco aromatico tra frutta, fiori e frutta secca. Dal mio punto di vista, qualche goccia d’acqua e un po’ di tempo aiutano lo sviluppo di questi sentori.

Coerente, complessa e raffinata.

Prova anche: Villa de Varda, Trié Barricata Brunello

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Grappa Selezione Bortolo Nardini Riserva 7 anni 45% vol

Con i suoi 45 gradi, la Riserva 7 anni è una grappa esuberante, speziata e complessa. Vincitrice della medaglia d’oro ai World Spirits Awards del 2018, i giudici l’hanno elogiata per “elegante dolcezza del legno, equilibrio, corpo contenuto e finale persistente”. Per gli appassionati delle varietà invecchiate in botte, questa Riserva è davvero interessante: è la prima grappa Riserva Nardini ad essere proposta con un minimo di 7 anni d’invecchiamento. Può essere abbinata a dessert e cioccolato fondente ed è un buon accompagnamento a formaggi saporiti. Un esempio di abbinamento perfetto è con un Asiago stagionato.

Colore: Pienamente ambrato.

Aroma: Sono presenti molte delle stravaganti proprietà aromatiche ndll’Extrafina, con più elementi erbacei: non solo angelica, ma anche zafferano e olio di rosmarino. Arrivano accompagnati da crema bruciata, quindi da un aroma di noci tostate, dal rovere che, come la varietà 3 anni, ha del resinoso e un sentore di noci. L’aroma fruttato rimane, con la caratteristica ciliegia in primo piano. C’è anche un tocco equilibrato e piccante di pompelmo rosa. Il legno resta piuttosto leggero mentre un elemento di pane porta nel regno del genever.

Anche qui un’aggiunta di acqua fa emergere accenni di antica libreria, baccelli di vaniglia, cacao e cocco.

Passando del tempo nel bicchiere, affiorano note di tabacco e se la 3 anni è più fruttata, qui si impongono le spezie: semi di coriandolo, 152

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noce moscata e sentori di legno che si bilanciano con i frutti rossi freschi.

Palato: Un inizio esplosivo e speziato di macis e cannella crea un impatto immediato. Il palato medio è ricco di frutti rossi e gialli, un pizzico di albicocca secca, poi crème brûlée e un elemento tostato, quasi bruciato. Rotondo e pieno in bocca, con una piena consistenza. L’aggiunta di un po’ d’acqua aiuta a far emergere le complessità. Le spezie rimangono lampanti ma non travolgenti e le sfaccettature di coriandolo emanano sentori di agrumi che a loro volta si mescolano con note di pepe, mentre si aggiungono i tannini. L’aroma fruttato vira verso la frutta secca, acquistando una qualità leggermente più snella. Con il passare del tempo, troviamo più note di moka, crema di caffè espresso e frutti scuri, come ribes nero e lampone. Il legno inizia ad offrire più struttura per allentarsi verso la fine, facendo quindi ritornare gli elementi verdi.

Finale: Dolce, una mirabella secca. Fresco e ancora piccante, con persistenza.

Conclusione: Gli elementi verdi iniziano a farsi meno manifesti, così come i frutti esuberanti conosciuti nella 3 Anni, mentre le spezie si sono spostate al centro della scena. Troviamo ancora molta ciliegia: il distillato ha assunto un’aria più austera, con vera complessità.

Come per la 3 Anni, una piccola quantità di acqua e un po’ di tempo, hanno effetti trasformativi. E come l’Extrafina accenna ad altri distillati: a volte cognac, altre del genever invecchiato.

Prova anche: Castagner, “Torba Nera” 7 anni; Berta, Barbera 8 anni; Nonino, Riserva 8 anni

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Grappa Selezione Bortolo Nardini Riserva 15 anni 45% vol.

La Grappa Selezione Bortolo Nardini Riserva 15 anni si presenta decisamente più scura e più ricca della gran parte degli altri distillati, anche all’interno delle grappe riserva. Caratterizzata da note legnose per la lunga permanenza in botte, è più secca di quanto ci si aspetti, anche se include sentori di vaniglia cremosa, cioccolato, noci e frutti selvatici: in conclusione, una bevanda superbamente equilibrata con il 45% di alcol. Così come osservato per la 15 Anni da David Broom, “questa gamma apre una nuova dimensione per la grappa, che rimane fedele alle sue radici ma si colloca più vicino ad altri distillati invecchiati in legno e, di conseguenza, si presta a nuovi modi di essere servita, in diverse occasioni”. Non sorprende che la Riserva 15 anni si abbini particolarmente bene con il cioccolato fondente e un buon sigaro.

Colore: Ambrato, Oro antico.

Aroma: Il profumo è chiaramente maturo, con una qualità leggermente più secca.

C’è anche odore di legna appena tagliata ed un delizioso profumo di fiore di tiglio che conferisce un effetto aromatico, come camminare in un bosco deciduo in autunno. Il carattere secco e mutevole, si alza e si abbassa ma mai del tutto oscura i dolci frutti che si trovano al centro. Il legno di rovere ha reso le note di cioccolato più ricche, mentre la violetta notata nell’Extrafina così come l’ananas essiccato, appare con un tocco di vetiver e uno di pino. Qui bisogna essere parsimoniosi con l’acqua, ma si apre bene. C’è decisamente maggior sentore di legno di rovere e la diluizione ne ha aumentato la piccantezza; coriandolo, cannella e vetiver 154

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portano l’attenzione verso il legno di cedro e la scatola di sigari. I frutti dolci sembrano ritirarsi con l’acqua.

Palato: Siamo nel bosco e si sentono ciliegia selvatica, mela cotogna, amarena e legno di sandalo. Mentre appare abbastanza secco con alcune note vegetali e un po’ di rovere, il gusto si ammorbidisce al centro del palato, permettendo ad una vaniglia più morbida, quasi cremosa, di comparire con sentori di noce, cioccolato e frutti selvatici. L’equilibrio è eccellente.

Un po’ di diluizione arrotonda bene la parte anteriore, con alcuni elementi leggeri di carbone che aggiungono una nota fumosa di fondo. Il distillato appare più tostato ma, come nel palato puro, al centro c’è un elemento più dolce: zucchero Demerara umido e frutta secca, seguiti da una nota di noci, per continuare poi ad aprirsi con dell’incenso. C’è un ritorno agli elementi muschiati e di cipro che aiutano a definirla come grappa.

Finale: Pesca essiccata, nocciola e noce brasiliana.

Conclusione: L’introduzione del rovere all’interno della gamma è costante. Sebbene risulti più strutturata, non è mai eccessivamente secca o dominante. In altre parole possiede un vero carattere in un intelligente mix di equilibrio e controbilanciamento. E’ il ritorno all’elemento più esplicitamente tipico della grappa, come testimoniato con l’Extrafina, ma con maggiore armonia.

Prova anche: Marolo, Grappa di Barolo 15 anni; Bocchino, Grappa 18 anni Riserva Cantina Privata THE GRAPPA HANDBOOK

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Liquori Nardini ... dolce indulgenza I liquori Nardini sono essenzialmente prodotti per distillazione o infusione con l’aggiunta di zucchero.

Tuttavia, all’interno della categoria, tendono ad essere meno zuccherini rispetto ad altre marche comparabili e questo rende la liquoristica Nardini eccezionalmente adatta alla preparazione di cocktail esaltandone e non coprendone il gusto.

Naturalmente, quando i liquori vengono serviti puri, i loro livelli di dolcezza possono essere modificati: mediante refrigerazione, ghiaccio, o, nella maggior parte dei casi, con l’aggiunta di soda.

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Mandorla Nardini 50% vol.

Mandorla Nardini è classificata dalla Distilleria Nardini come una ‘bevanda spiritosa’. L’aroma intenso di Mandorla Nardini è dato dall’essenza naturale della mandorle. Per questo prodotto la Distilleria Nardini utilizza anche un distillato di ciliegie che non solo compensa l’amarezza intrinseca delle mandorle naturali, ma agisce come un agente legante per rinforzare il sapore di mandorla. Analogamente il caffè corretto Mandorla è ideale per i bevitori di caffè espresso che scelgono di non mettere zucchero nel caffè.

Mandorla Nardini è un ingrediente splendido e versatile nei cocktail: la base per un ottimo Sour o per un Alexander fragrante e aromatico con doppia crema e crema di cacao.

F. Paul Pacult ha valutato Mandorla Nardini come “superba” nella sua recensione.

Aroma: Estremamente floreale con note chiare di marzapane, ciliegia e limone.

Palato: Intenso e ricco di mandorla, con sentori di meringa al limone e vaniglia.

Finale: Leggermente dolce e speziato, persistente con ciliegia e vaniglia Conclusione: Per chi ha familiarità con uno dei dolci più famosi d’Inghilterra, questo liquore è la “Bakewell Tart” in una bottiglia. È stato descritto da alcuni come “un amaretto per adulti”.

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Acqua di Cedro Nardini 29% vol.

L’Acqua di Cedro è uno squisito liquore a base di cedro.

Simile al limoncello come idea, è però di aspetto trasparente e cristallino invece che giallo torbido. Ed e anche molto più sofisticato, grazie al retrogusto asciutto.

Tutto ciò è dovuto alla notevole concentrazione di cedro, agrume originariamente proveniente dal Lago di Garda. Il cedro è di dimensioni più grandi di un limone convenzionale, composto quasi interamente da scorza, con poca polpa, e quindi di sapore eccezionalmente astringente.

L’ Acqua di Cedro viene generalmente gustata ghiacciata, ma è anche un ingrediente meraviglioso in un dry Martini, senza diminuire la trasparenza della bevanda. Uno sgroppino al cedro è ottimo per pulire il palato o come piccolo piacere da concedersi dopo cena. Si prepara con una parte di Acqua di Cedro, una parte di prosecco e una pallina di sorbetto al limone. Si mescola il tutto e si serve ghiacciato e denso.

Aroma: Melissa ricca con note floreali.

Palato: Dolce, con una spiccata nota agrumata.

Finale: Agrumato, sostenuto da un sorprendente retrogusto secco.

Prova anche: Il confronto più immediato è con un buon limoncello.

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Ginepro Nardini 45% vol.

Sebbene rientri in una categoria specifica, la descrizione più adatta per il Ginepro Nardini è la definizione di “liquore a base di gin”. Intenso, balsamico e profumato, il Ginepro Nardini nasce dall’unione di semi di cumino dei prati, erbe e bacche di ginepro che impreziosiscono il gusto, donando intense note balsamiche. Un liquore dall’aroma dolce ed asciutto, versatile nell’uso, ottimo servito puro su ghiaccio tritato con l’aggiunta di limone, perfetto da gustare miscelato per un ‘Collins’ o un ‘Martinez’ o semplicemente con dell’acqua tonica. Il Ginepro Nardini è stato pluripremiato e vincitore della categoria “Best in Class” per i liquori alle erbe, nell’ambito dell’International Wine & Spirit Competition.

Aroma: Ricorda il pino fresco, con aroma speziato di cumino ed elementi di anice.

Palato: Dolce, intenso e lussuoso, ricco di equilibri botanici, principalmente a base di ginepro.

Finale: Caldo e generoso, con un retrogusto deliziosamente piccante di ginepro e cumino.

Prova anche: Hayman’s Old Tom

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Mistrà Nardini 47% vol.

Il Mistrà è uno dei più antichi liquori del portfolio Nardini, con una storia che risale ai primi anni dell’800. Il gusto relativamente secco e potente lo distingue dai tradizionali liquori all’anice come sambuca e génépi, anche se condivide lo stesso ingrediente principale: l’anice stellato.

Servito puro, Mistrà è un digestivo caldo e avvolgente. Ha un aspetto cristallino e trasparente e diventa bianco-opaco se diluito con 4-5 parti di acqua ma anche estremamente dissetante, proprio come un pastis extra-dry. Un compromesso sofisticato per alcuni, è servire la bevanda con ghiaccio tritato e foglioline di menta. Il Mistrà può essere un’aggiunta preziosa nello scaffale dei bartender, poiché è un compagno naturale al gin nei cocktail, soprattutto quando è richiesto un ingrediente simile alla liquirizia. L’intrinseca natura secca del Mistrà, anche rispetto a molti prodotti all’assenzio, rende il prodotto ideale nella preparazione di un Sazerac.

Aroma: Intenso profumo di anice, con qualità floreali e un pizzico di finocchio.

Palato: Molto pulito con deciso sentore di anice, oltre a liquirizia e complessi elementi vegetali.

Finale: Speziato se servito puro. Se diluito, risulta secco, ma sorprendentemente rinfrescante.

Prova anche: Kazan Arak; Varnelli Anice Secco

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Un equilibrio fra dolce e amaro: l’aperitivo italiano Lo ‘Yin e Yang’ fra amaro e dolce è fondamento di quasi tutti i grandi aperitivi italiani: è questione di equilibrio e rapporto fra questi due sapori. Campari, Aperol, Martini, Cynar e Punt e Mes esibiscono tutti delle qualità dolci-amare e gli aperitivi Nardini fanno sicuramente parte della stessa categoria. La base alcolica degli aperitivi Nardini garantisce una conservazione molto più duratura rispetto ai vermouth e agli amari a base di vino.

Come la maggior parte della liquoristica italiana, gli aperitivi furono concepiti in origine come mezzo terapeutico per curarsi con piante ed erbe medicinali. Oggi hanno una funzione specifica oltre che culturale: preparano la bocca alle delizie gastronomiche sia dell’ora di pranzo che prima della cena.

Nardini sviluppò una gamma di aperitivi per la prima volta alla fine del XIX secolo, principalmente in risposta alla richiesta sempre più frequente da parte di bassanesi e visitatori che avevano provato queste nuove bevande leggere tipiche di Milano e Torino. Non sorprende quindi che gli aperitivi Nardini possano essere utilizzati con grande effetto nei cocktails, dai semplici drink come l’Americano ai classici come il Negroni, il Manhattan, il Martinez, il Boulevardier, il Julep e altri ancora.

Facilmente miscelabili con bibite, acqua tonica o succhi di frutta nei long drink, gli aperitivi e gli amari Nardini godono oggi di una popolarità globale. L’Americano” in stile Nardini e il favoloso Mezzoemezzo, stanno riscuotendo un grande successo ben oltre il Ponte Vecchio di Bassano.

Tutti gli ingredienti degli aperitivi Nardini sono naturali al 100%, senza aggiunta di aromi artificiali. Gli estratti naturali creati per ogni prodotto, vengono miscelati con alcol, zucchero e acqua demineralizzata nella distilleria di Bassano. Prima dell’imbottigliamento, trascorrono un periodo variabile di macerazione in vasche d’acciaio.

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Bitter Nardini 24% vol.

Bitter Nardini è un tradizionale aperitivo di colore rosso.

Delicato e non sovrastante nello stile, è un sicuro candidato per un delicato Negroni o un elegante Americano.

La ricetta speciale del Bitter Nardini presenta una miscela esotica di componenti botanici, tra cui l’arancia amara, l’arancia dolce, la radice di rabarbaro cinese, la genziana e l’assenzio romano. Quando non è presente in un cocktail, il Bitter Nardini si gusta al meglio con ghiaccio mischiato a soda, acqua tonica o succhi di frutta.

Aroma: Erbaceo, con sentori di agrumi misti ben definiti.

Palato: Ottimo bilanciamento fra dolce e amaro con un distinto sapore di arancia caramellata.

Finale: Presente un forte retrogusto erbaceo con un sentore di arancia amara e finocchio.

Prova anche: Bitter Luxardo, Campari

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Rosso Nardini 24% vol.

Morbido, ricco e complesso. Il Rosso Nardini è un bitter chinato e un valido sostituto dei classici bitter in un Manhattan o un Negroni.

Gli ingredienti includono arancia dolce, genziana, vaniglia e china calissaia. È importante sottolineare che la bevanda è particolarmente gradevole, soprattutto tra coloro che ritengono gli aperitivi troppo amari.

Il Rosso Nardini è conosciuto per la combinazione con il Rabarbaro Nardini in proporzione 1:1 nella ricetta del Mezzoemezzo. Il Rosso è delizioso anche servito semplicemente con soda, acqua tonica o una buona ginger beer.

Aroma: Si distinguono gli elementi agrumati e il sentore di vaniglia.

Palato: Dolce, delicato e vellutato, con sfumature d’arancia.

Finale: Fruttato e ricco, con un retrogusto decisamente piacevole al palato.

Prova anche: Punt e Mes, Byrrh

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Rabarbaro Nardini 19% vol.

Molto aromatico e dal gusto intenso unico nel suo genere, Il Rabarbaro Nardini combina un sapore erbaceo con frutta caramellata. La ricetta include anche la genziana e il gusto straordinario deriva essenzialmente dal suo principale ingrediente: la radice di rabarbaro cinese. Il Rabarbaro Nardini ha un enorme potenziale nei cocktail, ai quali può aggiungere immensa complessità e ricchezza. Rappresenta, assieme al Rosso Nardini, metà del famoso cocktail Mezzoemezzo.

Aroma: Profumo di prugne cotte e torta alla frutta.

Palato: Dolce ed affumicato, con forti toni di frutta caramellata.

Finale: Amaro, fruttato ed erbaceo, con una discreta persistenza.

Prova anche: Zucca Rabarbaro

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Mezzoemezzo Nardini 22% vol.

Il Mezzoemezzo - preparato freddo con soda ghiacciata e una scorza di limone - è il principale cocktail servito alla Grapperia Nardini dalla fine degli anni ‘40. Creato con parti uguali di Rosso Nardini e Rabarbaro Nardini, è un aperitivo in stile Americano, divenuto disponibile in bottiglia dal 2015.

La combinazione dei due aperitivi dà una risultante ricca, amara e incredibilmente complessa grazie agli ingredienti principali: arancia dolce, radice di rabarbaro cinese, genziana, china e vaniglia.

Il Mezzoemezzo Nardini sta guadagnando un grande successo anche al di fuori del Veneto. La bevanda di casa Nardini è gradevole, estremamente sofisticata, ed è punto di forza che non superi gli 11 gradi alcolici se preparata in parti uguali con soda e servita con ghiaccio.

Aroma: Torta alla frutta, vaniglia e agrumi.

Palato: Dolcemente affumicato con sentori decisi di prugna, arancia caramellata e vaniglia.

Finale: Leggermente amaro, erbaceo, fruttato e persistente in bocca.

Conclusione: Unico - può conquistare nuovi amici nel mondo degli aperitivi.

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Amaro ma non troppo...

That’s Amaro!!

L’amaro italiano ha un profilo aromatico che può variare da eccessivamente amaro a quasi dolce e liquoroso.

Tradizionalmente, l’amaro viene servito al termine di un pranzo o di una cena, con o senza ghiaccio. Come per molte bevande italiane, alla base c’è una motivazione quasi clinica: la maggior parte delle radici, erbe e spezie presenti negli amari hanno proprietà digestive.

Negli ultimi anni, il modo di bere l’amaro è cambiato e i mixologist stanno scoprendo che molti amari possono essere serviti in long drink o venire impiegati come corroborante ingrediente per cocktail.

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Amaro Nardini 29% vol.

Più di ogni altra bevanda italiana, gli amari sono stati creati pensando alla salute e al benessere dei consumatori. Ciò si può evincere dall’uso esteso della genziana, presente nella maggior parte delle ricette: erba amara da sempre apprezzata per le sue qualità digestive e le applicazioni omeopatiche che vanno da antipiretico a trattamento per l’ipertensione.

Nello spettro gustativo degli amari, l’Amaro Nardini non rientra nella categoria degli amari ‘estremi’ e pluribotanici.

Infatti, mentre molti amari hanno dozzine di ingredienti, la Famiglia Nardini va fiera della sua semplicità poiché l’ingrediente principale - e quindi il sapore dominante della bevanda - è la genziana. Si tratta dunque di un amaro bilanciato, con due ulteriori aggiunte: arancio dolce e menta piperita, combinazione che per profilo aromatico lo rende un partner ideale per il bourbon e il malt whisky. Come tutti gli amari, questo di casa Nardini va bevuto direttamente con ghiaccio, una scorza d’arancia e foglie di menta, oppure con soda se si preferisce un long drink.

Aroma: Fresco di menta con note erbacee.

Palato: Inizialmente dolce, seguito da frutta amara, menta piperita e un po’ di liquirizia.

Finale: Ben equilibrato, pulisce il palato con un retrogusto di liquirizia.

Prova anche: Fernet Branca Menta

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Fernet Nardini 40% vol.

All’interno della categoria degli amari, il Fernet Nardini si colloca palesemente al lato più amaro dello spettro. Come tale, viene utilizzato in molti cocktail come contrappunto secco alla dolcezza di altri ingredienti.

In Italia, senza dubbio la patria dell’amaro, il Fernet è spesso sorseggiato accanto ad un espresso zuccherato, per ottenere un bilanciato retrogusto. Gli ingredienti principali del Fernet Nardini sono la radice di genziana ed il rabarbaro cinese, sostenuti da un contesto di aromi più sottili, tra cui frutta secca e menta.

Il Fernet Nardini è un ingrediente ideale nel cocktail ‘Hanky Panky’ nonostante abbia molteplici applicazioni per i mixologist. Eccellente puro, on the rocks o semplicemente come shot goliardico: è la stretta di mano segreta tra bartender.

Aroma: Distintivo, ricco e fragrante con evidenti note di genziana, menta ed elementi erbacei.

Palato: Intensamente astringente, con alti livelli di genziana piccante, sovraccarico di spezie e sentori di frutta secca.

Finale: Amaro, equilibratamente speziato e persistente.

Prova anche: Fernet Branca; Fernet del Frate Angelico

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Elixir China Nardini 34% vol.

L’Elixir China è un liquore amaro ricco e speziato, con un complesso equilibrio di ingredienti. La ricetta include corteccia di cinchona calisaya e condurango - due piante con qualità digestive leggendarie - insieme a buccia d’arancia amara, fiori di macis, cannella e chiodi di garofano che in azienda vengono miscelati manualmente, pestati e infusi a lungo, seguendo una tradizionale ricetta centenaria.

L’Elixir China si combina bene anche con il whisky ed il bourbon e può essere utilizzato per creare una superba variante di un Black Manhattan.

Aroma: Speziato, agrumato ed intenso, ancor più accentuato se riscaldato.

Palato: Fruttato, agro-dolce ed erbaceo.

Finale: Ricco e speziato con una persistenza generosa e ben bilanciata.

Prova anche: Bigallet China-China; Amer Picon

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Tagliatella® Nardini 35% vol.

La Tagliatella è una bevanda fruttata di notevole complessità, le cui origini sono dovute alla somministrazione quotidiana dei prodotti Nardini nella storica Grapperia sul ponte degli Alpini.

Nei secoli XVIII e XIX la Grapperia di Bassano somministrava i propri prodotti direttamente da recipienti in rame dotati di rubinetti che, dopo l’uso, tendevano a gocciolare. I banconieri utilizzavano dei raccogli-gocce per le perdite che svuotavano in una unica botte di legno, dando cosi vita a un “taglio” naturale di differenti prodotti che divenne in seguito un cocktail popolare destinato a chi non poteva permettersi il distillato puro.

Proprio in virtù del fatto che si trattava di una mescolanza di “tagli” di diversi distillati, fu soprannominata “Tagliatella”.

Quando la Grapperia smise di avvalersi dei grandi contenitori in rame e le bottiglie in vetro divennero popolari, i clienti abituali continuarono a richiedere la Tagliatella, cosicché Nardini, con una ricetta specifica e ben bilanciata per garantirne la coerenza, creò e mise in produzione l’attuale prodotto registrandone il marchio.

L’odierna Tagliatella è un’infusione di grappa, distillato di ciliegie, arancia essiccata e altri prodotti botanici naturali presenti nella gamma di prodotti Nardini. Solitamente viene servita con ghiaccio ma si abbina bene anche con i sodati e le bibite frizzanti. La base alcolica della Tagliatella, il profilo aromatico complesso e l’impressione generale, hanno portato il guru dei drink, Simon Difford, a definirla un amaro.

Aroma: Evidente aroma di frutta caramellata, con forti sentori di arancia e ciliegia.

Palato: Agro-dolce ma erbaceo.

Finale: Asciutto e agrumato, con una acuta persistenza.

Conclusione: Una bevanda unica con molti seguaci fedeli.

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Credits: Design: Mark Scoggins presso Studiospark.co.uk, Norwich, UK Fotografia principale: Colin Dutton, Treviso, Italia Immagini aggiuntive: Cesare Gerolimetto, Bassano del Grappa, Italia Matteo Danesin, Padova, Italia Treelabagency.com, Bassano del Grappa, Italia Preparazione dei cocktail / Styling: Andrea Camazzola, capo bartender al Palazzo delle Misture, Bassano del Grappa, Italia

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Ringraziamenti dell’autore: A tutti i grandi bartender e ai maestri della miscelazione la cui creatività ha reso la sezione cocktail di questo libro così coinvolgente. Un grazie particolare a Sharla Ault per aver convogliato i loro contributi con fascino e pazienza.

A David Broom per la sua saggezza e umorismo.

A Marcin Miller, mio collaboratore da circa dieci anni, per aver forgiato il modello originale di questa pubblicazione.

Soprattutto ad Antonio Guarda-Nardini, per il suo entusiasmo, la sua amicizia e per aver reso possibile questo progetto.

Per ulteriori informazioni su Nardini e la splendida città di Bassano del Grappa, visitate www.nardini.it

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- dario.zanella

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Quando decidemmo di far pubblicare la prima edizione di questo libro, oltre dieci anni fa, eravamo ben consapevoli che la grappa all’estero fosse spesso incompresa e a volte non apprezzata. La nostra intenzione era di riuscire a trasmettere al lettore il mondo della grappa e con quanta cura, passione e dedizione, il nostro distillato di bandiera venisse prodotto. L’aver incluso al tempo delle ricette di cocktails a base grappa fu per alcuni una sorpresa mentre per altri quasi un sacrilegio. Ragione per cui si decise di farlo pubblicare solo in lingua inglese.

Fortunatamente lo scetticismo è svanito in questo ultimo decennio, e con il contributo di molteplici bartenders di fama mondiale, siamo ora a presentarvi la grappa con l’attenzione degna del suo straordinario patrimonio.

In considerazione della crescente attenzione della liquoristica italiana nei mercati globali, abbiamo pensato di presentare inoltre l’intera gamma della plurisecolare produzione Nardini, evidenziando la sua versatilità nei modi di consumo corrente.

Antonio Guarda-Nardini