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Venerdì 5 Aprile 2019
2019 FOCUS. Tricolore unterzo dei 105mila ettari peri qualinon sonousatiprodotti chimici.Tra leRegioni, primalaSiciliaseguita da Puglia,Toscana ,Marche eVeneto
ItaliaalverticeinEuropaperilvinobiologico In10annilacrescitadelle aree èstatadel 187%intutte le regioni Nel2018 neisupermercati venditeaumentate dell’88% Valeria Zanetti
Un terzo dei vigneti biologici europei si trova in Italia. Lo certifica Sinab, il sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica, che evidenzia come nel 2017 (ultimi dati disponibili), la superficie vitata bio tricolore abbia superato i 105mila ettari. In dieci anni la crescita è stata del +187% e ha interessato tutte le regioni. In particolare, gli impianti biologici si sono diffusi in Sicilia che ha il record nazionale, su un’estensione di circa 39mila ettari (38% del totale nazionale), in Puglia (quasi 16mila ettari), in Toscana (circa 12.800 ettari). Marche e Veneto seguono a pari merito per superfici superiori ai 5mila ettari destinati a vigneti biologici. LE STIME FIRAB. L’incremen-
to è stato determinato dall’interesse esponenziale dimostrato dal mercato, estero e domestico. Secondo le stime della Firab, la fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica, il vino biologico disegna una curva di domanda crescente costante anche tra i consumatori connazionali: +102% tra il 2014 e 2015; +64% l’anno successivo; +108% tra il pri-
Nell’aziendaMasari
La primaDoc bioeuropea ènataneivigneti nellaValledell’Agno
mo semestre 2016 e lo stesso periodo del 2017. NIELSEN E NOMISMA. Infine,
nel 2018 le vendite di vino bio hanno raggiunto 21,6 milioni di euro nella sola Gdo (grande distribuzione organizzata), registrando, secondo Nielsen, un +88% rispetto allo stesso periodo del 2017 (a fronte di un più tiepido +3% delle vendite di vino in generale). L’anno scorso, il 41% degli italiani (18-65 anni) ha bevuto, in almeno una occasione, in casa o al ristorante, un vino a marchio bio, come fa notare Nomisma. BIOREPORT 2017-2018. Per i
produttori coltivare un vigneto biologico richiede competenza e consapevolezza delle minori rese rispetto agli impianti convenzionali. Ma secondo il Bioreport 2017-2018 sull’Agricoltura biologica in Italia, redatto da Rete rurale nazionale in collaborazione con il ministero dell’Agricoltura ( 185 pagine scaricabili in pdf al link www.reterurale.it/Bioreport201718), il prezzo di vendita del vino biologico è ovunque più elevato nello Stivale. «In ogni caso si tratta di un premium price sufficiente a compensare le minori rese del vigneto biologico», si legge nello studio. A questa ten-
Un’immagined’archiviodi vignetiin Valpolicella
RicercaSwg DISPONIBILITÀDI SPESA. Consumatorisempre più attential bio. Perchéfa beneallasalute, all’ambienteed èbuono. Daun’indagine dell’istitutoSwg di Trieste emergeil 16%del campioneacquista sempre ospessobio eil 54%qualche volta.I motivisonosalute 64%, ambiente56%,e gusto 24%.Il 63%degli intervistatiè dispostoa spenderefino al10% in piùperun prodotto bio.
denza si associa l’incremento della domanda di mercato, spinta dalla forte richiesta. Le vendite di vini biologici hanno finora rappresentato lo 0,4% del valore totale del vino commercializzato nel 2015, lo 0,5% nel 2016 e quasi l’1% nel 2017. Inoltre, il prezzo di vendita rilevato nella Gdo per i rossi e bianchi ottenuti con metodi biologici risulta, mediamente, circa doppio rispetto a quello dei vini ottenuti con tecniche convenzionali. RICERCAIRIVINITALY. I primi
dati resi disponibili dall’istituto di ricerca Iri che in esclusiva per Vinitaly 2019, presenterà il trend nella Gdo,
mettono in luce come le vendite di vini e spumanti biologici, siano cresciute l’anno scorso rispettivamente del 18% e dell’11,8% a volume; del +23,5% e del +5,5% a valore. Tuttavia, le vendite nei supermercati sono ancora limitate a circa 5 milioni di litri bio l’anno. Per il futuro, evidenzia il Bioreport, gli operatori del settore prevedono un ulteriore incremento della domanda non soltanto sul mercato nazionale ma, soprattutto, sui mercati esteri, europei ed extraeuropei, dove il biologico italiano gode di un’ottima reputazione. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Ilprimo vinoDocbiologico d’Europaèveneto,prodotto dall’aziendaMasari diMagliodi Sopra(Vicenza) condotta da duegiovani viticoltori, MassimoDalLago eArianna Tessari,chehanno meritatoi complimentidelpresidentedel VenetoLuca Zaia.Il progettoè condivisodaunadecinadi viticoltori,chehannodeciso di coltivareterreniverginiche nonavevanosubito concimazioniforzateo uso di pesticidi,nellaValledell’Agno. L’isolamentonaturaledella zona,circondata dauncordone diboschi eprati,hafavorito la coltivazionedivitigni senza uso diprodottichimici.Sulle spondedelcorso d’acqua, una calcarea,l’altravulcanica, le aziendehannocoltivato 4 vitigni:due bianchi(Riseling Renanoe l’autoctona,Durella)e duerossi (PinotNeroeMerlot). All’iniziativaeal lavorodei produttorisi èaggiuntoil sostegnodellaRegionecheha portatole loroistanze primaa Roma,poi a Bruxelles. Cosìè natala primaareavinicoladoc ebiologicad’Europa. Iltraguardo non ècasualein unterritorioal top nazionale perproduzione divino.Le superficiviticole bio venete sonoaumentate in10anni del 231%,da1.428 ettari nel
DalLagoeTessari 2008a4.728 nel2017edel 5,2% nell’ultimoanno,contro un 1,8% nazionale.Nel 2018, secondodati dellaRegione,le aziende che produconovini bio sono salitea un migliaioelavorano5.900 ettari di vigneto,il60% deiquali in conversione.Occorre peròmolto impegnoanchesul fronte organizzativoeinformativo. «Lafiliera non pareancora strutturataesembra avereuna forzacontrattuale limitata.La coltivazionebio necessita di maggioreprofessionalitàdel viticoltore.La variabilitàdelle reseedelprezzo delleuve crea difficoltàdiprogrammazione», rilevaGiuseppe Panassessore regionaledell’Agricoltura,«Da non sottovalutarela frequenzadi consumoancorabassa sul mercatodomestico». Va.Za. © RIPRODUZIONERISERVATA
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Venerdì 5 Aprile 2019
Ospedale di Venezia, salvagente romano Lanzarin: «Il Civile non sarà declassato» Schede, monitorati i letti: poco utilizzati in Ostetricia e Chirurgia. Restano tutti i Punti nascita Nessun declassamento per il Santi Giovanni e Paolo di Venezia, che le schede ospedaliere «retrocedono» da spoke (bacino tra 150 mila e 300 mila abitanti, specialità di base e media complessità, servizi di diagnosi e cura) a presidio di base, nel rispetto del decreto Balduzzi che così inquadra i poli a servizio di un’utenza tra 80mila e 150mila residenti. Dopo la presa di posizione del consiglio comunale veneziano, la sollevazione di medici, sindacati e cittadini (anche ieri a manifestare sotto Palazzo Ferro Fini ma invano, poiché nessuna delegazione è stata ricevuta dai capogruppo in Regione), l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, lancia il salvagente. «Non abbiamo intenzione di impoverire il civile di Venezia, che ha tutte le caratteristiche dell’ospedale di primo livello — ha detto ieri in commissione regionale Sanità — non perderà nemmeno un letto nè un primariato, manterrà i fondi finora ottenuti e anche l’attuale classificazione. Stiamo lavorando con il sottosegretario
VENEZIA
Schede
Medicine
Luca Coletto, che chiederà di inserire nel nuovo Patto per la Salute una clausola rispettosa della specificità di Venezia. Realtà a parte, per valenza turistica e internazionale, cui va lasciato lo spoke». Il principio di partenza è che il bacino di 150mila abitanti non riflette la quotidianità di un centro storico ogni anno preso d’assalto da milioni di visitatori. In attesa della legge «romana», un paracadute arriva pure per il Sant’Antonio di Padova, scomparso dalle schede perchè destinato ad essere ceduto dall’Usl 6 Euganea all’Azienda ospedaliera quale «volume scambiatore» per ospitare il polo di Neuroscienze, in previsione della nuova cittadella della salute. A fronte della sollevazione di piazza, l’assessore ha proposto una mediazione: «Il Sant’Antonio e il personale resteranno al loro posto fino alla nascita del nuovo ospedale di Padova est. Cambia solo proprietà e se per tranquillizzare organico e pazienti è necessario scriverlo, lo faremo». Magari con una «scheda interme-
Visto l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei malati cronici, la Regione ha assegnato 452 letti in più alle Medicine e alle Geriatrie, riducendoli nelle Ostetricie
dia», come proposto dal consigliere Marino Zorzato (Fi). Sono i due «focus» usciti dalla presentazione delle schede in commissione Sanità, ora chiamata a modificarle prima del loro ritorno in giunta, per il via libera finale e l’invio al ministero. La base sono i 17.852 posti letto nei 70 ospedali veneti(43 pubblici e 27 privati), di cui: 14.888 per acuti e 2964 di riabilitazione, per un totale di 734 primariati (ne sono stati tagliati 150). Il ministero ne avrebbe assegnati 18.398 (14.917 per acuti e 3481 di riabilitazione), ma Palazzo Balbi ha deciso di attivare quelli realmente utilizzati, in base a un monitoraggio in corso da cinque anni. Quindi 517 letti di riabilitazione sono stati «dirottati» nelle strutture intermedie (1948 posti), che sostituiscono le Lungodegenze e sono riservate ai pazienti non più acuti ma nemmeno in grado di tornare a casa. «Dal monitoraggio è emerso un minor utilizzo dei letti in Ostetricia, per il calo della natalità, e nelle Chirurgie, perchè ormai tecniche e apparecchiatu-
Neuropsichiatrie
Dopo la protesta di associazioni di familiari, medici e opposizioni in Regione, un reparto di Neuropsichiatria infantile, con letti e primario, sorgerà in ogni hub
Punti nascita
re hanno raggiunto livelli tali da ridurre la necessità di ricovero, consentendo di eseguire molti interventi in Day Surgery — ha spiegato il direttore generale di Sanità e Sociale, Domenico Mantoan —. E allora abbiamo tolto 223 letti all’area materno-infantile e 19 alle Chirurgie, per concederne 452 in più a Medicine e Geria-
70
Sono gli ospedali del Veneto: 43 pubblici e 27 privati, per un totale di 17.852 letti
Allarme camici bianchi
Mantoan:imediciprotestano? Giusto,contrattofermoda12anni VENEZIA Impossibile non tornare sul tema dei medici, in
lotta per il contratto e per una sofferenza d’organico che solo in Veneto conta 1300 specialisti in meno rispetto al fabbisogno. «Hanno fatto bene a scioperare — ha dichiarato Domenico Mantoan in commissione Sanità — sono stati aumentati gli stipendi a tutti i dipendenti della pubblica amministrazione e loro hanno il contratto fermo da dodici anni. Un neoassunto nel pubblico guadagna 2600 euro al mese, senza nessuna progressione di carriera per i prossimi 25 anni. Mi spiegate come possiamo competere con il privato o con altri Stati europei, come Germania e Francia, che li pagano il doppio?». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Rimessa in discussione a Roma, per il calo di natalità, la chiusura dei Punti nascita di Adria, Valdagno e Piove di Sacco, imposta perché tutti sotto i 500 parti all’anno
Riabilitazione
Ha ottenuto 28 posti letto in più e in ogni Usl c’è un polo a respiro provinciale: Conselve, Lonigo, Lamon, Bovolone, Villa Salus di Venezia, Motta di Livenza, Asiago e Rovigo
Iov a Portogruaro
In discussione l’insediamento all’ospedale di Portogruaro di alcuni ambulatori dell’Istituto oncologico veneto, per bloccare la fuga dei pazienti veneziani nel vicino Friuli
Il Pd: «Da madre di tutte le battaglie a Guerra dei cent’anni». Forza Italia: «Non si farà mai»
una parola. Poi, si vedrà. Ma nonostante il silenzio imposto dall’ennesima campagna elettorale, nella Lega sono in molti a mugugnare per i ritardi dell’autonomia. Tra i colonnelli c’è chi si chiede: «Per quanto ancora potremo incolpare i Cinque Stelle?», mentre altri si domandano se la promessa finora mancata di avvicinare il Veneto al Trentino Alto Adige, ad un anno e mezzo dal referendum, non avrà i suoi primi effetti già il 26 maggio (difficile: i sondaggi danno la Lega al 52% in Veneto e al 45% nel collegio Nordest). La situazione, c’è poco da dire, è di stallo totale. L’ha confermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti lunedì a Venezia («Siamo all’impasse,
Verso le Europee del 26 maggio
Manifesto fake per Da Re «È pure brutto»
Finti manifesti «ad alto tasso di italianità» sono stati fatti circolare in Rete dagli avversari di Toni Da Re, in pole per le Europee: «Sono falsi, tendenziosi e neppure tanto belli».
VE
trie, dato l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei malati cronici, e ulteriori 28 alla Riabilitazione. Quest’ultima soffriva una fuga del 20% di utenti verso Lombardia, Emilia e Trentino». Le opposizioni denunciano però, dal 2002, un taglio di 4215 letti pubblici a fronte di un +16% di quelli privati, a quota 3355. «Sì, ma ai centri accreditati abbiamo ridotto il budget di 100 milioni, portandolo a 580, il 7% del fondo sanitario — ha risposto Mantoan —. Garantiscono il 16% dei ricoveri e il 15% delle prestazioni specialistiche totali». Il ministero, con il Programma nazionale esiti (ora coordinato dalla veneta Chiara Corti), impone poi il rispetto per ogni reparto di un dato volume di attività, pena la chiusura dello stesso (è successo alla Chirurgia oncologica della mammella di Mirano, Belluno, Villa Salus e Bassano) e la perdita per la Regione di 30/40 milioni di premialità. Infine le altre novità: la Neuropsichiatria infantile, con letti e primario, in ognuno dei sette hub (ospedali capoluogo ad alta specializzazione); il mantenimento dei tre Punti nascita di Adria, Valdagno e Piove di Sacco, destinati da Roma alla chiusura perché sotto i 500 parti l’anno; l’accesso diretto dal Pronto Soccorso a Psichiatria, Pediatria, Ostetricia e Oculistica. Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Autonomia, Zaia e il governo nel mirino VENEZIA Fino alle Europee, non
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non si va né avanti né indietro ma non possiamo tirarla lunga»), l’ha ribadito mercoledì a Roma il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani («Ad oggi non sono stati sciolti i nodi politici che devono essere analizzati e sviscerati») ed anche la giornata trascorsa dal governatore Luca Zaia nella capitale l’altro giorno, tra incontri nei ministeri e audizioni in parlamento, non ha rasserenato l’orizzonte, anzi. Zaia non ha fatto che ribadire le richieste di sempre, a cominciare dal trasferimento della bozza d’intesa alle Camere, «qui e ora». I presidenti Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, però, non hanno ancora sciolto il rebus sull’iter da seguire, mentre il Consiglio dei ministri non pare avere la riforma in cima alle sue prio-
rità elettorali (prima ci sono i rimborsi ai «truffati» delle banche, le sanatorie, lo sblocca cantieri, mentre in parlamento si dibatte di castrazione chimica), sicché sempre là si sta, fermi. «La madre di tutte le battaglie rischia di trasformarsi nella nuova Guerra dei cent’anni e allora Zaia fa retromarcia - ironizza il dem Graziano Azzalin -. L’urlo bellicoso dell’ottobre 2017 è diventat a u n a t i m i d a s u p p l i ca : firmiamo qualcosa giusto perché ci sono le elezioni e può tornare utile per fare propaganda». Rincara Piero Ruzzante di Leu: «Ci sono voluti 530 giorni ma alla fine il bluff di Zaia è crollato: addio residuo fiscale, addio al principio del 90% da trattenere per i veneti, addio intesa “blindata”
Lungodegenze
Sostituite dalle strutture intermedie, che però dal 30/60esimo giorno si pagano. Accesso diretto dal Pronto soccorso a Pediatria, Ostetricia, Psichiatria e Oculistica
col governo e benvenuto iter parlamentare. Ma ve la ricordate la proposta di legge per il Veneto regione a statuto speciale?». Roberto Caon, ex leghista ora in Forza Italia, racconta che «tra i banchi della Camera, i colleghi grillini dicono: “abbiamo vinto noi”, “Zaia si è dovuto arrendere”, “abbiamo fermato la secessione dei ricchi”. Salvini raccontava che l’autonomia si sarebbe fatta “in 15 minuti” e invece non si farà mai». Tiepidi anche gli industriali: «Ci siamo confrontati con i presidenti delle nostre associazioni regionali - spiega il leader di Confindustria Vincenzo Boccia - e abbiamo una visione molto chiara, l’autonomia deve servire per recuperare efficienza e dare competitività al Paese non deve costruire nuovi centralismi. Servono clausole di supremazia per dirimere i conflitti tra Stato e Regione, ad esempio su energia e infrastrutture e va tenuta sempre presente la politica di coesione». Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENERDÌ 5 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Asse fra Quirinale, Camera e Senato per evitare che la riforma sia spazzata via al primo ricorso alla Consulta
Autonomia, la prudenza di Mattarella è un semaforo rosso alla fretta di Zaia Diverso è invece l’atteggiamento verso l’Emilia Romagna le cui richieste sono di carattere generale, legate alle risorse per la programmazione e non destinate a smantellare i ministeri romani. Bonaccini ieri ha polemizzato: «Sono mesi che il Governo rinvia alla settimana successiva, mi pare evidente che ci siano problemi nella maggioranza. Con il ministro Erika Stefani abbiamo fatto un ottimo lavoro, ma poi non si è fatto un passo avanti». Non c’è solo il nodo politico tra Lega e M5S da sciogliere, il vero scoglio si chiama “procedura parlamentare”.Il semaforo rosso l’ha acceso il Quirinale, che ha creato un osservatorio giuridico con i presidenti di Camera e Senato per evitare che il “Regionalismo 2020” venga spazzato via dalla Corte costituzionale al primo ricorso. L’appello dei 30 giuristi in difesa «del ruolo del Parlamento e a garanzia dell'unità del Paese» è stato accolto dal Capo dello Stato, che prima di essere nominato alla Consulta ha insegnato diritto parlamentare. Il punto di partenza è uno solo: l’autonomia differenziata non può essere approvata
LO SCENARIO
Albino Salmaso
L’
appello di Luca Zaia al premier Conte perché firmi le intese sull’autonomia di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna è già caduto nel vuoto. Fino alle elezioni europee del 26 maggio non se ne parla e il primo“mattoncino” Matteo Salvini lo poserà forse in estate. E non poteva essere diversamente: il governo è diviso su tutto, dalle banche alla famiglia, e la richiesta di Zaia e Fontana di ottenere tutte le 23 materie previste dagli articoli 116 e 117 della Costituzione è stata bollata come “irricevibile” dai consiglieri giuridici di Palazzo Chigi che non vogliono creare uno “Stato arlecchino”. Roma non vuole perdere la sovranità sull’ambiente, le Sovrintendenze culturali, le reti autostradali e ferroviarie, gli aeroporti e dare via libera alla scuola staccata dal Miur e gestita dagli assessori di Veneto e Lombardia per le assunzioni dei professori con il turn over.
formazione ed eventi sul territorio
Sicurezza e spionaggio protocollo fra industriali e Agenzia Italia digitale MESTRE. L’obiettivo è diffon-
dere le best practice pubblico-private sulla cybersecurity. Per questo ieri a Mestre Confindustria Veneto e Agenzia per l’Italia Digitale hanno firmato un apposito protocollo. La formazione resta un punto centrale per l’aggiornamento in termini di sicurezza dei sistemi e delle reti del nostro Paese. Negli ultimi anni, infatti, si è verificata una crescita esponenziale delle potenzialità offerte dallo svilup-
po tecnologico. Il protocollo AgID - Confindustria è volto a pianificare un programma di iniziative da realizzare a livello territoriale per sensibilizzare e formare le pubbliche amministrazioni locali e le imprese sulle tematiche relative alla cybersecurity. Tra le azioni previste dall’intesa, l’illustrazione e adozione di best practice, l’informazione sulle minacce informatiche più recenti, il supporto e l’assistenza in caso di
giornata della ricerca avis
Staminali, tre progetti di ricercatrici venete MESTRE. Tre progetti di ricerca portati avanti dall'Avis, con al centro le cellule staminali. Mente di questi studi sono due giovani ricercatrici dell’Università degli Studi di Padova: Elena Stocco, 33enne di San Martino di Lupari laureata in Farmacia, e Silvia Barbon, biologia 34enne della Provincia di Treviso, ma padovana di adozione. Ora l’obiettivo del progetto è la ricerca dei fondi. Prima di tutto, per tenere lontana l’ipo-
tesi di quelli che potrebbero diventare due cervelli in fuga: per questo servono circa 100 mila euro. E poi, naturalmente, per proseguire i progetti, che sono stati presentati ieri mattina nella sede mestrina di Avis. I progetti in questione sono tre. Il primo propone una nuova strategia terapeutica per il trattamento dell’emofilia A, tramite il trapianto nel fegato del malato di cellule staminali isolate da sangue periferico
I presidenti delle Regioni all’incontro con il ministro Erika Stefani sui temi dell’autonomia
con la procedura utilizzata per ratificare gli accordi tra lo Stato e le confessioni religiose. Scorciatoie non ne sono ammesse. I consiglieri giuridici del ministro Stefani, di Zaia e Fontana dovranno accettare che il Parlamento svolga fino in fondo tutte le sue prerogative, come ha sottolineato il presidente della Camera Roberto
attacchi informatici e la disponibilità della rete dei Digital Innovation Hub di Confindustria per una più capillare diffusione delle attività previste. In questo contesto giocano un ruolo determinante gli enti territoriali, come la Regione del Veneto, che in occasione dell’evento ha sottoscritto un Protocollo con la Polizia Postale, con l’obiettivo di far conoscere gli asset messi a disposizione di cittadini e imprese per la prevenzione degli attacchi informatici e delle frodi telematiche nel settore del commercio elettronico. L’accordo, è stato sottoscritto da Gianluca Forcolin, vicepresidente Regione Veneto, e Alessandra Belardini, primo dirigente della Polizia di Stato - Polizia Postale e delle Comunicazioni Compartimento per il Veneto. —
e di preparati ematici idonei al rinnovamento delle cellule. Il secondo è dedicato alla cartilagine, con lo studio in laboratorio di una bioprotesti intelligente, in grado di riparare i danni cartilaginei negli sportivi, ma non solo. Infine, quella che è l’ipotesi più suggestiva: la sostituzione delle cellule del tessuto cardiaco, in seguito a un infarto, con cellule staminali in grado di rigenerare il tessuto. Tre studi che necessitano di fondi per essere proseguiti. E proprio con questo obiettivo è stata fissata nel 14 aprile la Giornata della ricerca, promossa dalla sezione regionale dell’Avis a sostegno delle ricerche scientifiche di Tes e Ape. — L.B. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Fico, qualche giorno fa all’università di Venezia. Deputati e senatori potranno quindi presentare emendamenti sostanziali e riscrivere ex novo le tre intese prima della votazione definitiva ma se i testi non escono da Palazzo Chigi il dibattito resta confinato nella pura accademia. Zaia ha fretta e preme perché il premier Conte conse-
gni i dossier ai presidenti Casellati e Fico, con la speranza che la commissione Affari costituzionali possa ripetere il capolavoro del 1972, quando furono votati gli statuti delle Regioni. Allora fu il presidente ad armonizzare i singoli testi con i dettami della Costituzione, per evitare il cortocircuito istituzionale. C’è chi ricorda lun-
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ghissime trattative al telefono per spianare la strada alla conversione in legge degli statuti, licenziati senza contese ideologiche tra Dc, Pci e Psi. 50 anni dopo il Parlamento è pronto a varare la “Fase 2” del regionalismo, con la devolution delle 23 materie? A Palazzo Chigi ammettono che il Quirinale accenderà il semaforo verde solo quando tutte le 12 Regioni che hanno chiesto udienza al ministro Stefani avranno trovato l’intesa sull’autonomia differenziata. Cosa vuol dire? L’articolo 116 è molto criptico. E si tratta di scriverlo ex novo per la prima volta, con una procedura che dovrà essere calibrata nelle virgole. La bozza elaborata dal ministro Stefani ruota attorno a due paradigmi: quello generale identico per Veneto, Lombardia ed Emilia e quello costruito ad hoc per ogni singola regione con le competenze da devolvere. Zaia e Fontana ne vogliono 23, Bonaccini 15, Chiamparino 12, Toti 11 e via con l’autonomia. Come finirà? Il principio cardine sta all’articolo 5 titolo I “disposizioni generali” e si chiama: risorse finanziarie. Qui c’è la vera rivoluzione del federalismo fiscale perché consente la “compartecipazione al gettito maturato nel territorio regionale dell’imposta sui redditi delle persone fisiche e su eventuali altri tributi erariali”. Le tasse restano dove si produce il reddito e non finiscono più tutte a Roma. Prendere o lasciare: si farà mai?. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVAT
medici e scienziati a padova
Festival della salute globale grande osservatorio sul pianeta Oggi la prima giornata Apre l’economista Jeffrey Sachs leader internazionale dello sviluppo sostenibile Eventi gratuiti con prenotazione
Elena Livieri PADOVA. Si alza oggi il sipario sulla prima edizione del Festival della salute globale che porterà a Padova medici, scienziati e ricercatori di fama mondiale a discutere di sviluppo, sostenibilità e benessere, di epidemie, invecchiamento, migrazioni e responsabilità sociale. Un intreccio di saperi, da quelli più strettamente legati al tema della salute, appannaggio di medici e scienziati, a quelli che si impongono quando lo sguardo si alza sul mondo nella sua complessità e anche nelle sue contraddizioni, con la salute globale come obiettivo: quindi economisti, esperti di diritto e sociologi, ma anche chi si prende cura degli ultimi, come i volontari di medici con l’Africa Cuamm. Quello che animerà Padova da oggi a domenica è un festival a tutto tondo: tanti i luoghi simbolo della città coinvolti e tanti gli eventi in programma, come mostre, giochi, installazioni e social performance. L’INAUGURAZIONE
A ospitare la cerimonia di apertura del Festival della Salute
La locandina della manifestazione davanti al Caffè Pedrocchi a Padova
Globale, di cui il nostro giornale è media partner, sarà l’aula magna “Galileo Galilei” di Palazzo Bo. L’appuntamento è alle 12: interverranno il sindaco di Padova Sergio Giordani, Giuseppe Laterza, Walter Ricciardi e Stefano Vella della direzione scientifica del festival, e il rettore Rosario Rizzuto. Il primo incontro vedrà protagonista l’economista della Columbia University Jeffrey Sachs, leader globale dello sviluppo sostenibile: un marchio di fabbrica sul festival. Sachs sarà introdotto da Stefano Vella alle 16 nella stessa aula magna. PRENOTAZIONI
Tutti gli appuntamenti del Festival della Salute Globale sono a ingresso gratuito ma è necessario prenotarsi: per farlo è sufficiente andare sul sito www.festivalsaluteglobale.it. E prima lo si fa meglio è, dato che già un buon numero di
eventi è vicino al sold out. Come da indicazioni sullo stesso sito, il posto resterà riservato fino a 15 minuti prima dell’orario di inizio dell’evento. In sala saranno comunque a disposizione alcuni posti per i partecipanti senza prenotazione, a partire da 15 minuti prima e fino all’inizio dell’evento. Alcuni eventi saranno trasmessi in streaming sul sito del Festival e per quelli con protagonisti ospiti stranieri è prevista la traduzione simultanea. I TEMI
Tra i temi di oggi le città sane, la medicina di genere, farmaci, ricerca e brevetti, epilessia, Aids e Tbc, immigrazione, la salute dei bambini, le sfide per la salute nel sud del mondo. Trenta gli incontri in scaletta domani: si parlerà, tra le altre cose, di terapia genica anti tumori, vaccini, alimentazione, salute mentale e ambiente.— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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REGIONE
VENERDÌ 5 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
La sanità del Veneto
Équipe itineranti di medici e chirurghi per scongiurare la chiusura dei reparti Le schede ospedaliere 2019-2023: un taglio di 546 posti letto, via le lungodegenze, più riabilitazione e spazio ai privati quelli inutilizzati in attesa di una valutazione da parte dell’assemblea») ma più rilevante appare la rotta intrapresa, riflesso di un territorio dove le culle si svuotano e la popolazione invecchia: «In ogni ospedale hub abbiamo previsto un reparto di neuropsichiatria infantile con posti letto e primario, distinguendolo dalle pediatrie», puntualizza Lanzarin «e confermiamo tutti i punti nascita, anche i tre che non hanno ottenuto la deroga nazionale - Piove di Sacco (chiuso), Adria e Valdagno non raggiungono il tetto minimo di 500 parti l’anno ndr - perché il calo delle nascite impone una revisione dei parametri. Viceversa, è prevista l’eliminazione delle lun-
Filippo Tosatto VENEZIA. È lo spauracchio che
agita i sonni di politici e manager. È il DM 70, acronimo del decreto ministeriale che ridefinisce gli standard qualitativi e strutturali della rete ospedaliera; non si tratta di consigli bonari: il regolamento assegna a ciascun reparto volumi di prestazioni e “bersagli clinici” tassativi e sottoposti a verifica annuale, riservando la chiusura tout court a chi non centra gli obiettivi. Prende le mosse da qui, dall’esigenza di salvaguardare l’offerta pubblica della salute nel Veneto, la più significativa novità prevista dalle Schede di dotazione ospedaliera 2019-2023 presentate ieri a Palazzo Ferro-Fini, ovvero la mobilità degli specialisti in camice bianco da un presidio all’altro, così da garantire il “fatturato” richiesto e scongiurare la scure romana: «Sì, sposteremo le équipe mediche tra più ospedali aiutando i più “deboli” a rientrare negli parametri di qualità e quantità», taglia corto Domenico Mantoan, direttore della sanità regionale.
SPOKE, HUB E COMUNITÀ
A introdurre il documento di programmazione, l’assessore Manuela Lanzarin:«I posti letto complessivi reali sono diminuiti in tutto di sole 9 unità, rispettando l’indice nazionale del 3 per mille per acuti, dello 0,5 per i riabilitativi e dello 0,2 per la mobilità extraregionale, con un ulteriore più 0,2 per mille destinato alle aree disagiate della montagna e del Polesine. Le apicalità? 731, secondo il rapporto consolidato 1 primario/25 medici». In cifre si passa dai 18.398 del 2013 ai 17.852 previsti nell’immediato futuro («Abbiamo “congelato”
L’assessore Lanzarin «Nessun punto nascita sarà chiuso, potenziata la rete delle cronicità» Èquipe in sala operatoria: nelle chirurgie la degenza ora è più breve e si prevede una riduzione di posti letto
il direttore generale difende chi lavora in corsia
Mantoan: «Gli scioperi? Sacrosanti» VENEZIA. Non le ha mandate a dire, Domenico Mantoan, che ha rotto un prolungato silenzio intervenendo con foga tribunizia ai lavori della commissione. L’aumento di 390 posti letti ai privati? «Faccio presente che in dieci anni gli abbiamo ridotto il budget di un centinaio di milioni a fronte di un servizio che integra il sistema pubblico: la medicina privata accreditata assorbe il 7% del nostro bilancio ma ci garantisce il 16% dei ricoveri, il 15% delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e il 7% degli accessi al pronto soccorso. Il Veneto destina loro 580 milioni l’anno, meno di ogni altra regione italiana». Il malumore tra i primari per la riduzione delle poltrone? «Sì, abbiamo tagliato 150 apicalità e 100 amministrativi, il risparmio ci ha consentito nuove assunzioni di medici e infermieri, evitando indebitamenti».
Ma perché, è l’obiezione dei commissari, nel Veneto tutte le categorie dei medici sono scese in sciopero? «Hanno fatto bene, mi stupisce solo che non abbiano scioperato anche nel resto d’Italia. Hanno un contratto nazionale bloccato da 12 anni e zero progressione di carriera, i neo assunti ricevono 2600 euro netti al mese. Come facciamo a competere con la sanità privata esente da tetti di stipendio? E come eviteremo che i nostri giovani scelgano di lavorare all’estero: in Francia e Germania i medici nelle loro condizioni percepiscono il doppio di stipendio». Qualche nota lieta? «In Italia il personale in sanità è calato del 10% nel decennio, in Veneto è a +2%. Finalmente Coletto è riuscito a sbloccare lo sciagurato tetto di spesa imposto nel 2004, speriamo bene». — Filippo Tosatto
godegenze, che determinavano ricoveri lunghi e spesso inappropriati, sostituite dal rafforzamento delle strutture intermedie e degli ospedali di comunità, accompagnato dal potenziamento della riabilitazione con un centro a valenza provinciale in ciascuna delle nove Ulss». SFORBICIATA A CHIRURGIA
Più qualità e degenze ridotte nel materno-infantile, allora; maggiori investimenti sulla “filiera della cronicità” e una sforbiciata ai posti letto anche nelle chirurgie «perché oggi tecnologia e robotica meno invasive limitano la durata del ricovero post-operatorio». La riabilitazione, già. Caratterizzata da una domanda in crescita a fronte di un’offerta insoddisfacente: «La nostra rete riabilitativa
Mancano camici bianchi perché la competenza è statale
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I CASI DI PADOVA E VENEZIA
Tant’è. L’apertura della discussione ad opera del presidente leghista Fabrizio Boron, è stato animato dagli interventi dell’opposizione. Marino Zorzato (Forza Italia) e il Pd - per voce di Stefano Fracasso, Claudio Sinigaglia, Bruno Pigozzo e Orietta Salemi - chiedono chiarezza sul percorso del Sant’Antonio, l’ospedale padovano destinato a fondersi con il Giustiniani in vista del del nuovo policlinico universitario, e del Civile veneziano a rischio di declassamento; «A Padova potremo dedicare una scheda di “transizione pluriennale” mentre la particolarità del caso Venezia è all’attenzione del sottosegretario Coletto», la replica dell’assessore. Duri Piero Ruzzante (Leu) e Patrizia Bartelle (Italia in comune) che contestano la crescita del business privato: «La Lega è il killer della sanità pubblica»; «Schede conservative, a fronte della scarsità di medicimanca il coraggio politico di cercare via nuove», il giudizio a 5 Stelle di Jacopo Berti. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
MARIO BERTOLISSI
IL COMMENTO
empo fa, se ne parlava con una certa intermittenza. Ora, se ne discute ogni giorno. La carenza di medici è divenuta drammatica. Si richiamano al lavoro medici già in pensione, magari dopo averli mandati a casa d’autorità al compimento del quarantesimo anno di servizio. Si importano dall’estero, dopo aver esportato i nostri laureati: vale a dire, dopo aver speso mezzo milione di euro ciascuno per farli medici, li abbiamo abbandonati a se stessi.
non funziona e sconta un calo di affluenza del 20% a beneficio di Friuli, Emilia e Lombardia. Dobbiamo migliorare l’offerta di recupero funzionale», scandisce Mantoan. Ancora, è immutata la classificazione degli ospedali: quelli “di base” con un bacino d’utenza tra 80 e 150 mila abitanti, gli “spoke” tra 150 e 300 mila; gli “hub” da 600 mila in su. Per una serie di specialità caratterizzate da tempi d’attesa «impropri» - psichiatria, pediatria, ostetricia/ginecologia, oculistica - è previsto l’accesso diretto dal pronto soccorso. Sul versante Iov, spunta la volontà di aprire un ambulatorio a Portogruaro.
Un governo e una gestione esemplari, non c’è dubbio! C’è qualche responsabilità oppure tutti responsabili uguale nessun responsabile? Della “tutela” della “salute” si occupa l’articolo 32 della Costituzione: è l’unico diritto definito “fondamentale”. Lo si può assicurare se ci sono risorse. Tuttavia, è un diritto, che va comunque soddisfatto: costi quel che costi. Infatti, la Corte costituzionale ha precisato che non si può andare sotto una soglia minima di interven-
ti, perché non si può pregiudicare il «nucleo irriducibile del diritto alla salute». In gioco c’è la “dignità umana”. Chi avrebbe dovuto provvedere, è presto detto. La competenza a programmare gli accessi alla Scuola medica e a stabilire il numero delle borse di studio per le specializzazioni è lo Stato: sono coinvolti il Ministero della salute e il Ministero per l’istruzione e l’Università. Hanno il potere e come l’hanno esercitato? In modo tale da mettere a rischio un diritto
“fondamentale” della persona, nonostante la riserva allo Stato di questo compito trovi la sua ragion d’essere nel fatto di dover assicurare i «livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali» su tutto il territorio nazionale: come impone l’articolo 117, 2° comma della Costituzione. Se la logica più elementare ha ancora un qualche peso, credo sia giocoforza concludere come ho già rilevato in altra occasione - che lo Stato, in Italia, non è la soluzione dei proble-
mi, ma è il vero problema. Affidare ad esso la regia di ambiti essenziali dell’ordinamento si pensi a quelli obbligati della giustizia o delle infrastrutture - non è affatto risolutivo. Tutt’al più, è opportuno avvenga quando ci si trova di fronte a Regioni ancor più inefficienti. Ma le Regioni che hanno una sanità in linea con standard di tutto rispetto è ragionevole siano messe in grado di operare senza inciampi di sorta. Sotto questo profilo, allora, le obiezioni all’autonomia dif-
ferenziata richiesta dal Veneto rivelano un disegno sottostante contraddittorio. Invece di consentire a chi fa bene di fare meglio, con l’obiettivo di stimolare al meglio chi fa peggio, si equipara tutto verso il basso. Se le cose vanno male in talune Regioni, debbono andar male in tutte. È questa l’eguaglianza desiderata? È il risultato inevitabile di concezioni solidaristico-pauperistiche, che stanno facendo regredire il Paese. Invece, ciò di cui il Paese ha estremo bisogno sono il buon governo e la buona amministrazione. Altro che secessione dei ricchi! Si tratta di evitare di divenire tutti poveri. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
II
Primo Piano
Venerdì 5 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Il disastro di ottobre
COMMISSARIO straordinario per l’emergenza maltempo di fine ottobre è stato nominato il Governatore del Veneto Luca Zaia. Il presidente ha accolto con soddisfazione la pubblicazione del decreto
Il decreto adesso è legge: ecco i fondi per l’alluvione Previsti 755 milioni di euro in 3 anni, 232 del 2019 `Abitazione principale rimborsabili otto decimi, Zaia: «Il primo 30 per cento è questione di giorni» il totale per chi ha subito danni fino a 20mila euro `
IL DOCUMENTO BELLUNO Quattro pagine e due tabelle di allegati. Gazzetta ufficiale numero 79: il decreto del presidente del consiglio Giuseppe Conte è legge. Arriveranno i soldi che tutti aspettavano da quando, quel lunedì di fine ottobre, la provincia è finita in ginocchio.
ARTICOLO 1 È il punto due a contenere le righe che rappresentano il cuore del documento: «Al fine di provvedere tempestivamente alla realizzazione di investimenti strutturali e infrastrutturali finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico le risorse stanziate sono
assegnate ai commissari delegati». Il totale sulla riga del Veneto è di 755milioni di euro in tre anni. La dotazione del 2019 è di 232milioni di euro, di 261milioni quella del 2020. Altrettanti sono previsti nel 2021.
ne Civile. Risorse che daranno respiro ai 350 cantieri che abbiamo previsto di attivare da qui a fine settembre, come previsto nel Piano del Commissario approvato dalla Protezione Civile nazionale la scorsa settimana». La prima tranche riguarda la viabilità, la difesa dei centri abitati dal rischio valanghivo e idrogeologico, interventi alle reti infrastrutturali e
IL COMMISSARIO «Apprendo con soddisfazione della pubblicazione che assegna le risorse finanziarie relative a tutti i danni provocati dalla tempesta Vaia – sottolinea il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, nella sua duplice veste di Commissario per il maltempo di fine ottobre 2018 – 232 milioni di euro stanno per entrare nelle casse regionali. Il primo 30 per cento è atteso a giorni, direttamente dal Dipartimento di Protezio-
ASSESSORE Gianpaolo Bottacin
L’ARTICOLO: «PER PROVVEDERE TEMPESTIVAMENTE ALLA MITIGAZIONE SI ASSEGNANO I FONDI AI COMMISSARI»
sui singoli Comuni come nel caso del lago di Alleghe per il quale, complessivamente, sono previsti interventi per 8 milioni di euro.
PUBBLICO E PRIVATO La pubblicazione indica anche i termini per avviare le iniziative destinate a privati e imprese, per le quali sono previsti, all’interno del Piano del Commissario 2019, accantonamenti per 25 milioni di euro di interventi. «Nelle casse commissariali – precisa Zaia - sono, comunque, già arrivati e disponibili circa 7 milioni di euro dei 13 previsti per il primo sostegno già approvato dal Presidente del Consiglio dei Ministri con Decreto del 21 febbraio scorso. Si tratta di risarcimenti
relativi a danni fino a 5.000 euro per i privati e 20 mila per le imprese, che servono a far fronte a lavori urgenti. Ciò significa poter anticipare risorse direttamente ai cittadini danneggiati».
L’ABACO Il telaio con le sfere colorate che tiene conto dei finanziamenti ricevuti e di quelli che al momento non sono arrivati, mostra che a mancare sono 150milioni di euro relativi alla legge 119 del 2018 che servono per completare la dotazione finanziaria 2019 per la ricostruzione.
ABITAZIONI E IMPRESE Per l’abitazione principale si potrà ricevere l’80 per cento dell’importo ammesso con un massimale di 150mila euro, mentre per le seconde case si può arrivare fino al 50 per cento, con lo stesso massimale. Per quanto riguarda le attività produttive, invece, per ristrutturazione o delocalizzazione delle strutture si arriva fino al 50 per cento con un massimale di 450mila euro.
MODALITÀ Le domande dovranno essere corredate di specifica perizia asseverata e saranno ammesse a contributo anche le spese tecniche connesse. I Comuni interessati sono già stati informati e gli sportelli della Regione adeguatamente istruiti. Ora è tutto pronto. Andrea Zambenedetti
Bottacin: «È la risposta ai lazzaroni, dicevano che non sarebbero arrivati» LE REAZIONI BELLUNO «E’ la conferma che chi diceva che i soldi non sarebbero arrivati è un lazzarone». L’assessore regionale alla protezione civile, il bellunese Gianpaolo Bottacin, dopo la pubblicazione del decreto nella Gazzetta ufficiale, più che alla forma guarda alla sostanza e mira al bersaglio. «Scrivete che questa volta i soldi sono arrivati non come nel 2015 quando con tre morti, uno ancora da estrarre dal fango, venivano promessi 100milioni di euro. Nel 2019 è andata in modo diverso».
LA REGIONE Da quel 29 ottobre 2017 Bottacin non ha praticamente mai tolto la giubba fluorescente della
protezione civile. Sul campo e nelle occasioni ufficiali: «Abbiamo lavorato intensamente per portare a casa questo risultato sottolinea l’assessore regionale non era una partita semplice ma ora abbiamo la certezza che la disponibilità finanziaria c’è ed è cospicua. Restiamo a fianco non solo degli enti locali ma anche di tutti i cittadini, i nostri uffici sono pronti a dare le risposte necessarie».
ROBERTO PADRIN: «E’ UNA BUONA NOTIZIA PER CHI È STATO COSTRETTO A LASCIARE LA PROPRIA CASA»
LA PROVINCIA «La pubblicazione è una buona notizia, che aspettavamo - spiega il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin - in questi giorni sto ricevendo molte sollecitazioni da parte dei cittadini. Mi viene chiesto come si operi. Sono contento ci sia questo passaggio ufficiale, è un bene per le famiglie che sono state costrette a abbandonare le proprie abitazioni o che hanno subito danni. Adesso mi auguro che ci sia una procedura snella che permetta di stanziare somme e darle alle famiglie che ne hanno estremamente bisogno. Mi rendo conto che sono percorsi non semplici ma adesso lo stanziamento c’è e dobbiamo riuscire a spenderlo al meglio. C’è anche un rilevante aspetto pubblico che richiede grande impegno, mi auguro si riesca a partire con tutto entro la fine di settembre.
La struttura sta lavorando sui settori di competenza, stiamo programmando per fare in modo che quello che ci è capitato diventi un’opportunità e che possa dare più sicurezza ai turisti che vengono a trovarci e soprattutto a chi vive in montagna. In questo modo sono sicuro che daremo anche maggiori e migliori servizi»
I COMUNI Leandro Grones, primo cittadino di Livinallongo del Col di Lana tira un sospiro di sollievo alla notizia dello stanziamento ora finito nero su bianco. Il suo è uno dei Comuni che porta addosso i segni più devastanti dell’ondata di maltempo dello scorso autunno. «Solo nel mio territorio Arpav ha certificato che ci sono 175 edifici e 334 persone che abitano in siti con rischi valanghivi più o meno critici.
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DOPO L’ALLUVIONE La devastazione di Vaia a Sottoguda di Rocca
LEANDRO GRONES: «NEL MIO TERRITORIO 334 PERSONE ABITANO IN SITI CON RISCHI VALANGHIVI»
L’arrivo dei fondi permette a tutti di programmare con maggiore serenità. Di far partire le opere cantierate di somma urgenza e la progettazione per la messa in sicurezza del territorio, Non si tratta solo di argini ma di viabilità, principale e comunale e soprattutto degli abitati. Adesso parte la fase operativa di messa in sicurezza del territorio». AZ
Belluno Venerdì 5, Aprile 2019
RIVALI ED EREDI DI RICCI AL FULCIS: ALTRI 22 CAPOLAVORI IN UN MUSEO CIVICO SEMPRE PIÙ BELLO
San Vincenzo Ferreri Sacerdote. Nella Bretagna minore ricordo di san Vincénzo Ferréri per le opere e per la predicazione
8°C 11°C Il Sole Sorge 6.40 Tramonta 19.48 La Luna Sorge 7.12 Cala 19.51
Ponte nelle Alpi
Pallavolo Le infaticabili sorelle Lozza: oltre 20 mila km l’anno per giocare
Collarin corre con X Ponte I programmi e la squadra Presentazione ieri sera dalla lista X Ponte che vede come candidato a sindaco Enrico Collarin. La squadra è composta da 12 cittadini
D’Incà a pagina XV
Trentin a pagina XVIII
G. Santin a pagina XI
Vaia, fondi sbloccati: arrivano i soldi Autorizzati dal Governo i finanziamenti per i danni provocati `Potranno essere attivati i 350 cantieri previsti sul territorio dall’uragano. In tre anni arriveranno 755milioni, 232 nel 2019 Attenzione anche alle aziende e ai privati colpiti dal maltempo `
Il decreto del presidente del consiglio Giuseppe Conte adesso è legge. I soldi che tutti aspettavano da quando, a fine ottobre, la provincia è finita in ginocchio arriveranno. Il totale è di 755milioni di euro che saranno distribuiti in tre anni. La dotazione del 2019 è di 232milioni di euro. Altrettanti sono previsti nel 2021. «Il primo 30 per cento – sottolinea il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, nella sua duplice veste di Commissario per il maltempo di fine ottobre 2018 – è atteso a giorni». Per l’abitazione principale si potrà ricevere l’80 per cento dell’importo con un massimale di 150mila euro. Per quanto riguarda le attività produttive, invece, si arriva fino al 50 per cento, massimale di 450mila euro.
«E’ la conferma che chi diceva che i soldi non sarebbero arrivati è un lazzarone». E’ il commento dell’assessore regionale alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin. «La pubblicazione è una buona notizia, che aspettavamo - aggiunge il presidente della Provincia Roberto Padrin è un bene per le famiglie che sono state costrette a abbandonare le proprie abitazioni o che hanno subito danni. Adesso mi auguro che ci sia una procedura snella». Leandro Grones, primo cittadino di Livinallongo del Col di Lana tira un sospiro di sollievo: «L’arrivo dei fondi permette a tutti maggiore serenità nella programmazione e nell’esecuzione dei cantieri avviati». Zambenedetti a pagina II
Maltempo Rischio valanghe ai massimi livelli
Feltre
Caos soste in ospedale: divieti e multe Cartelli e multe per contrastare la sosta selvaggia nell’area dell’ospedale di Feltre. Zona che sarà rivista, anche grazie alla possibile acquisizione da parte del Comune di un terreno privato, con la realizzazione di percorsi in sicurezza e la creazione di un grande parco urbano che ruoterà intorno ai parcheggi di Prà del Moro e Prà del Vescovo, sufficienti secondo gli enti a soddisfare le esigenze dell’area. Scarton a pagina VIII
Chiuso lo J’Adore: Troppi schiamazzi
Longarone
L’ordinanza del Questore prevede lo stop per un’intera settimana
Bocconi avvelenati: è allarme
Musica spenta e porte chiuse. Allo J’Adore di Salce la festa si spegne. Il Questore ha disposto la chiusura del noto locale, molto amato dagli adolescenti, per i prossimi 7 giorni. L’attività tornerà attiva da venerdì 12 aprile. E non è la prima volta. Nel mirino della polizia la situazione di confusione, liti e furti fuori dal locale. I gestori si sono dimostrati sempre collaborativi e per loro, oltre al danno, la beffa: le persone che disturbano non sono clienti della discoteca. Trentin a pagina VII
«Chi semina bocconi avvelenati per disfarsi dei predatori che fanno razzie negli allevamenti mette a rischio anche i bambini e gli altri animali»: l’allarme arriva dalla polizia provinciale che sarà presente alla prossima “Caccia, pesca e natura” in programma tra una settimana nei padiglioni fieristici di Longarone. Una tre giorni dedicata interamente all’ambiente e al territorio ricca di appuntamenti e novità del settore. Fant a pagina X
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Feltre
Ragazza vittima Profugo stalker va a processo Profugo-stalker finisce di fronte al giudice. Il migrante, un tempo ospite alla Dumia è accusato di atti persecutori nei confronti di una 35enne feltrina. A pagina IX
Torna l’incubo, chiuse scuole e passi L’ALLERTA Aperta ieri pomeriggio in Prefettura la sala operativa integrata di protezione civile provinciale, per monitorare l’evolversi dell’allarme meteo che si è abbattuto in provincia. Fino a ieri sera non ci sono stati eventi critici. Bonetti a pagina III
Senza acqua da cinque mesi: parte la raccolta di firme Dopo cinque mesi di acqua non potabile, parte la raccolta di firme da inviare a Bim Gsp affinché intervenga sulla sorgente Val d’Ort. La petizione, al via mercoledì sera e riservata ai soli residenti in comune di San Tomaso, ieri registrava già una sessantina di sottoscrizioni. Per dare il proprio contributo è possibile accedere al sito internet http://chng.it/pqNshx9PHs. A dover usare bottiglie confezionate sono gli abitanti e i proprietari di seconde case delle frazioni di Roi, La Costa e parte di Avoscan. Oltre cinquanta gli edifici coinvolti. Ma ora nessuno ha ancora pazienza. Gabrieli a pagina XII
Cortina
Mondiali, vertice tra Fondazione e Fis: visite e confronti in vista dell’evento L’accordo con gli albergatori di Cortina, che hanno assicurato la disponibilità di stanze negli hotel durante i Mondiali a Cortina, è uno dei punti qualificanti dell’attività di Fondazione Cortina 2021, che sarà illustrata oggi alla Federazione internazionale sci. Presente anche una delegazione della svedese Aresede dell’ultima edizione. LA FRAZIONE di Avoscan è una di quelle senz’acqua da 5 mesi
Dibona a pagina XIV
LA PARTENZA della Vertigine
Redazione Belluno: 32100 - Belluno, via Segato 5 - Tel. 0437.940260 - fax 041.665177 belluno@gazzettino.it
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Rovigo
Venerdì 5 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Forza Italia mostra i denti alla Lega `A sostegno degli azzurri potrebbe arrivare anche Vertice ieri al bar a due passi dalla sede del Carroccio tra Bimbatti, “l’espulso” Benetti e il commissario Cortelazzo Presenza Cristiana con gli ex assessori Saccardin e Rosito `
CORSA ALLA CANDIDATURA ROVIGO Un incontro fugace ma
non furtivo, che conferma come Forza Italia stia lavorando alla costruzione di una coalizione che dovrebbe sostenere la candidatura di Andrea Bimbatti, contrapposto a quella, dello stesso campo di centrodestra, di Monica Gambardella, sostenuta da Lega, Forza Rovigo, la lista orchestrata da Renzo Marangon, una civica “del sindaco” e Obiettivo Rovigo.
VERTICE AL BAR Difficile credere, infatti, che il navigato coordinatore azzurro Piergiorgio Cortelazzo, lo stesso ex vicesindaco Andrea Bimbatti, l’ex assessore ai Lavori pubblici e timoniere della lista Presenza Cristiana Gianni Saccardin, nonché Fabio Benetti, ex commissario comunale della Lega, poi espulso dai vertici del Carroccio per il “tradimento” di Bergamin, volessero passare inosservati incontrandosi in pieno pomeriggio al Bar Pedavena, che si affaccia proprio su piazza Vittorio Emanuele, a un passo dalla sede della Lega, oltre che del comitato elettorale di Silvia Menon. In campagna elettorale i gesti, anche banali, come sedersi al tavolino di un bar, hanno un peso e quell’incontro conferma la volontà di arrivare a chiudere il progetto che vedrebbe al fianco di Forza Italia e Presenza Cristiana, con Vittorio Sgarbi come suggestiva ipotesi ancora nel campo delle idee, anche la preannunciata lista Lega Rovigo, in risposta alla marangoniana Forza Rovigo, che sembra avere l’intento nemmeno troppo velato di andare a pescare proprio nel bacino “azzurro”.
simbolicamente avvenuta sul pratone di Pontida al raduno dello scorso luglio, il passo che lo aveva portato nel gruppo consiliare leghista era stato compiuto a dicembre, contestualmente al ritorno di Luca Gabban, che era stato precedentemente “prestato” al gruppo misto di Renato Borgato: «Il rapporto con i cinque amici è ottimo – spiega Denti - e non esiste alcun contrasto personale, ma non ho intenzione, per adesso, di prendere parte a nessuna lista civica e politica. Dopo un periodo di stress per aver compiuto un gesto coraggioso ma carico di responsabilità, come le dimissioni dal mandato e la sfiducia al sindaco, sto alla finestra e valuto con interesse tutti i candidati che stanno emergendo sulla scena politica rodigina».
QUARTIERE TASSINA ROVIGO Prosegue l’iniziativa “Il
cibo raccontato” ideata da Campagna Amica in collaborazione con Coldiretti. Al mercato coperto della Tassina che si tiene tutti i sabati mattina dalle 8,30 alle 13 ci sarà la possibilità di acquistare una tipica verdura di stagione, gli asparagi. La particolarità dell’evento è che permetterà ai consumatori di avere sotto lo stesso tetto un’ampia scelta: dagli esemplari bianchi a quelli verdi, da quelli prodotti nell’Alto agli altri del Basso Polesine.
GLI EX RESTANO CINQUE Se prima gli ex leghisti erano in sei, in un gruppo che si muoveva compatto, adesso sono in cinque, anche se Denti fin da subito si era “sfilato” manifestando poco entusiasmo all’idea di rituffarsi nella mischia. E il sesto potrebbe essere Matteo Zanotto, anche lui ex del gruppo della Lega, ma per scelta, visto che era stato lui a fare la “secessione” lo scorso novembre, uscendo in dissenso con la situazione che si era creata nella maggioranza. Francesco Campi
Autonomia veneta
PRODOTTI DI STAGIONE
DIETROFRONT Andrea Denti (terzo da sinistra) annuncia la volontà di non impegnarsi per le elezioni
Menon debutta al Salone del Grano LISTA MENON ROVIGO Silvia Menon scalda i
FORZA ROVIGO Proprio Forza Rovigo, che, fra l’altro, ha annunciato per lunedì alle 21.15 all’Hotel Cristallo la presentazione della lista insieme alla candidata Monica Gambardella e all’assessore regionale Corazzari. Con l’incontro fra “quattro amici al bar” si è voluto lanciare un messaggio indiretto. Non usa giri di parole, invece, Andrea Denti che, da componente del gruppo dei sei leghisti espulsi dopo la caduta di Bergamin, precisa di non aver alcuna intenzione di volersi imbarcare nei progetti politici ipotizzati dai suoi compagni “di viaggio”, per lui durato abbastanza poco, meno dei fatidici “Governi balneari”, visto che se la sua iscrizione alla Lega era
Al mercato in Tassina si raccontano gli asparagi
«Sprecati 16 milioni, Zaia chieda scusa» L’autonomia del Veneto è un bluff per i consiglieri regionali Graziano Azzalin (Pd), Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Piero Ruzzante (LeU). «C’è solo una pre-intesa da sottoporre al Parlamento – spiega Azzalin -. Le urla dell’ottobre 2017 sono ora solo una timida supplica. Zaia chieda scusa ai veneti per i 16 milioni spesi in una consultazione inutile». Contestate le affermazioni di Zaia su residuo fiscale del 90% per i veneti. «Tutte balle» attaccano Bartelle e Ruzzante.
motori della campagna elettorale al grido di “Facciamo succedere le cose belle”. Domenica alle 11 al Salone del Grano di piazza Garibaldi l’ex consigliere comunale e candidata sindaco di Rovigo alle elezioni del 26 maggio si presenterà ai cittadini e presenterà i candidati consiglieri delle due liste che la sostengono: «Una – spiega - è ‘Lista civica Silvia Menon sindaco’, la stessa di quattro anni fa, con qualche nuovo innesto. Mentre ‘SiAmo Rovigo’ è completamente nuova».
LA FILOSOFIA La filosofia alla base della candidatura, però, è rimasta la stessa dei due giri precedenti che la Menon riassume in tre parole d’ordine: disconti-
nuità, affidabilità e coraggio. «Siamo convinti – prosegue che la città abbia bisogno di una rinfrescata, che questa volta l’Amministrazione venga affidata a chi non ha fatto parte delle giunte e delle maggioranze degli ultimi 20 anni. Serve poter guardare al futuro senza persone che devono per forza giustificare gli errori del passato. Noi pensiamo che serva un taglio netto: non tutto quel che è stato è da buttare, ma serve un cambio di rotta e riteniamo non ci possa essere senza un cambiamento completo degli amministratori».
«ROVIGO HA BISOGNO DI UN SOGNO» Silvia Menon candidata
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All’incontro al Salone del Grano «vogliamo trasmettere un messaggio positivo – chiarisce - parlare del nostro programma e di quanto siamo convinti che a palazzo Nodari serva aprire le finestre: c’è bisogno di una bella boccata d’ossigeno. Abbiamo un piano di breve, medio e lungo periodo. Rovigo ha bisogno di manutenzione ordinaria, straordinaria e di un sogno». E la scelta della sede non è casuale: «Oltre a essere un luogo bellissimo, dove filtra la luce del sole, è ed è stato un simbolo dell’operosità. Se i cittadini ci daranno fiducia noi saremo amministratori al lavoro, che prendono decisioni, che fanno scelte. Faremo succedere le cose belle». E conclude annunciando che sta valutando l’opzione di comporre una terza lista, anche se «la decisione non è ancora stata presa». F.Cam.
Gli asparagi appartengono alla famiglia delle “Liliacee”, la stessa dell’aglio, e sono stati sempre molto usati nella medicina popolare come rimedio contro i problemi di diuresi. Gli asparagi contengono saponine, polifenoli e una buona quota di minerali, in particolare potassio, grazie al quale sono ottimi alleati del cuore e dei muscoli in generale. Hanno un buon effetto diuretico e aiutano, dunque, a combattere la ritenzione idrica. Sono poco calorici e hanno un elevato indice di sazietà, sono dunque consigliati a chi ha problemi di peso. Centro grammi di asparagi cotti bolliti contengono 41 kcal/172 kj. Si possono abbinare al riso per un risotto delicato, mangiare appena bolliti o freddi accompagnati dalle uova, ci sono davvero tantissime ricette, come anche la vellutata o una crema per farcire le tartine.
RICETTE PRONTE Gli asparagi torneranno al mercato proprio questo sabato, pronti per essere raccontati e pronti per essere abbinati ad altri prodotti per delle ricette gustose da proporre già a pranzo. A tal proposito Colidretti al punto informazioni proporrà alcune ricette tipiche.
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Nordest
Venerdì 5 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Pd, Calenda sbarca a Nordest e vuole Variati candidato `Europee, da stasera
a domenica viaggio tra Veneto e Friuli VERSO LE ELEZIONI VENEZIA Carlo Calenda sbarca a Nordest per l’inizio della campagna elettorale in vista delle Europee. Il capolista del progetto Partito Democratico - Siamo Europei comincerà il proprio viaggio stasera in Veneto, per concluderlo domenica in Friuli. Fra i vari appuntamenti, centrale sarà quello di domani a Vicenza, città al centro del dibattito dem per la rinuncia a correre annunciata da Achille Variati, a cui lo stesso ex ministro rivolge però l’invito a rivedere la propria decisione.
IL TWEET All’ex sindaco ed ex presidente dell’Unione delle Province, ma anche agli organi regionali del Pd, Calenda ha dedicato un tweet: «Con il massimo rispetto per le scelte personali e per quelle Pd del Veneto, spero che Variati ci ripensi. Avremmo fatto un buon lavoro insieme. Abbiamo bisogno di amministratori capaci che si mettano in gioco alle europee». Un messaggio condiviso via Twitter da un altro dem come Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro e già responsabile degli enti locali durante la segreteria di Matteo Renzi: «Vero, Variati potrebbe raccogliere un bel consenso. È stato ottimo sindaco e ha diretto in maniera ineccepibile le province italiane».
LE TAPPE Un tema che potrebbe fare da
Cricca dei rifiuti, conto più salato all’ex dirigente della Regione Per Fabio Fior “sconto” di pena in Appello ma la provvisionale rincara: 500mila euro `
LA SENTENZA VENEZIA Diventa più salato il conto presentato dalla giustizia a Fabio Fior, l’ex dirigente della Regione più volte condannato in sede sia penale che civile che contabile, per il proprio coinvolgimento in quella che era stata definita “la cricca dei rifiuti”. Fatti e procedimenti diversi, ma accomunati dall’accusa di curare i propri interessi imprenditoriali e professionali, anziché quelli dell’istituzione di cui era dipendente e dei cittadini per cui era in servizio. Mercoledì la Corte d’Appello di Venezia ha emesso la sentenza di secondo grado per il filone delle consulenze prestate alle aziende a cui lo stesso ingegnere rilasciava i permessi: al netto della prescrizione intervenuta ad estinguere alcuni capi d’imputazione, la provvisionale a favore di Palazzo Balbi è stata alzata da 350.000 a 500.000 euro.
LA VICENDA Talmente clamorosa da finire anche nel dibattito della commissione bicamerale Ecomafie, la vicenda era cominciata il 18 giugno 2013, quando Fior era stato sospeso per sei mesi dal lavoro in forza di un provvedimento disciplinare per aver svolto attività extraufficio in assenza di preventiva autorizzazione, nonché diffidato alla cessazione dall’attività professionale e alla chiusura della partita Iva. A dicembre dello stesso an-
L’ALLORA DIPENDENTE SI FACEVA INGAGGIARE COME “CONSULENTE” DALLE AZIENDE ALLE QUALI RILASCIAVA LE AUTORIZZAZIONI
no la Regione aveva avviato la procedura per il recupero degli importi indebitamente percepiti e aveva segnalato il caso alla Corte dei Conti, che il 12 novembre 2015 aveva condannato il dirigente al pagamento di 284.034,34 euro in favore dell’ente pubblico. Nel frattempo, però, il 7 ottobre 2014 il dipendente originario di Noale e residente a Padova era stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta riguardante fatti avvenuti quand’era a capo della Tutela dell’Ambiente, accusato sostanzialmente di essere stato una sorta di “socio occulto” delle ditte che autorizzava ad operare. A quel punto il governatore Luca Zaia aveva disposto una nuova sospensione dal servizio, questa volta per tutta la durata del procedimento penale. Il 21 ottobre 2015 Fior era stato condannato a 3 anni di reclusione e al risarcimento dei danni arrecati alla Regione, da liquidare con un separato giudizio civile, partendo però da una provvisionale immediatamente esecutiva di 350.000 euro. La sentenza era stata appellata dallo stesso imputato, ma anche dalla Procura e dalla parte civile.
sfondo alle varie tappe in cui Calenda intende illustrare «la proposta di un’Europa delle Regioni e dei popoli capace di riconoscere le specificità dei territori, per ricomprenderle in un progetto che continui a mantenere e a sviluppare le migliori opportunità per tutti i suoi cittadini». Questa sera appuntamento a San Donà di Piave; domattina a Schio e appunto a Vicenza (alle 11 in piazza dei Signori ci sarà anche il segretario regionale Alessandro Bisato), poi nel pomeriggio a Bassano del Grappa, Mirano e Noale; infine domenica mattina a Pordenone e Porcia.
LE CANDIDATURE Intanto da Roma rimbalzano in Veneto le voci sulle candidature nel loro complesso. Ai piani alti in lista, al di là di Calenda, anche l’emiliana Elisabetta Gualmi-
ge. Viene data per possibile la candidatura del triestino Gianni Cuperlo (ma potrebbe andare anche nel Centro), una candidatura che però secondo gli analisti non risolverebbe la sottorappresentanza del Veneto.
IL CASO MORETTI
CAPOLISTA Carlo Calenda
ni. Secondo indiscrezioni sarebbe invece inutile il pressing su Paolo De Castro, uno degli uscenti che non vuole ripresentarsi, eletto proprio a queste latitudini nel 2014. Vogliono invece riprovare il bis l’udinese Isabella De Monte e l’emiliana Cécile Kyen-
A questo proposito, continua a tenere banco il caso di Alessandra Moretti. Il bassanese Denis Foffano, componente dell’assemblea nazionale del Pd, interviene nella polemica scaturita dalla direzione regionale di lunedì scorso, quando aveva preso la parola appunto a sostegno della consigliera regionale, per affermare che da quella discussione sono emersi quattro temi: «Non si è arrivati a convergere su un nome unico ma si ritiene che una squadra forte e competitiva possa aiutare il Pd a raccogliere più prefe-
renze al fine di riuscire a far eleggere un numero maggiore di deputati. Forte è stato l’appello delle donne democratiche a sostenere le tre candidature Rotta-Moretti-Puppato. La direzione ha espressamente detto che nessun nome fosse escluso dalla lista e che nessun veto potesse essere posto. La direzione si è anche espressa perché, dopo il primo nome del capolista, si proceda per ordine alfabetico». Foffano assicura che il segretario veneto Bisato ha fatto sintesi di tutto questo e che «nessuna responsabilità può essere a lui imputata circa l’assenza, per alcune province, di candidati». La sua richiesta è che «si inizi a fare campagna elettorale seriamente anziché perdere tempo in litigi interni». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Autonomia, opposizioni contro Zaia: «Retromarcia»
Lo scontro
LA TRATTATIVA
Marcato e Berlato, scintille in tivù sulla caccia VICENZA Alleati in aula, avversari in tivù. Scintille mercoledì a “Prima Serata”, il talkshow condotto da Domenico Basso su Tva Vicenza, fra Roberto Marcato e Sergio Berlato. I due si sono punzecchiati a più riprese, soprattutto sulla caccia, finché il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia è sbottato: «Chi di noi dice qualcosa che non è veritiera, si impegna a dimettersi da consigliere». Replica dell’assessore della Lega: «Non scommetto proprio niente».
del Tribunale di Venezia, rideterminando la pena detentiva in 2 anni e 3 mesi e la provvisionale in favore della Regione in 500.000 euro. Se quindi la prescrizione ha permesso un ulteriore sconto al 61enne, l’anticipo del risarcimento da versare a Palazzo Balbi è stato invece aumentato di 150.000 euro. Inoltre
l’ex dipendente (aveva rassegnato le proprie dimissioni volontarie a decorrere dal 31 dicembre 2015) è stato condannato a rifondere all’istituzione, rappresentata in giudizio dall’avvocato Sebastiano Tonon, le spese di assistenza e patrocinio quantificate in 3.500 euro. Le motivazioni saranno depositate entro 90 gior-
ni, dopodiché anche in questo caso la difesa di Fior potrà proporre ricorso davanti alla Suprema Corte Nel frattempo la Regione andrà avanti con le cause civili: solo per questo filone la richiesta di danni sfiorava i 3 milioni di euro. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA All’indomani della missione romana di Luca Zaia sull’autonomia, si infiamma il dibattito in Consiglio regionale. Da Liberi e Uguali a Italia in Comune, passando per il Partito Democratico, l’opposizione va all’attacco del governatore. Le minoranze ritengono infatti troppo debole la proposta del presidente di mandare in Parlamento una pre-intesa, da riportare poi sul tavolo della trattativa fra Governo e Regioni, per poi arrivare al voto definitivo.
I DEM Il dem Graziano Azzalin sceglie l’ironia: «La madre di tutte le battaglie rischia di trasformarsi nella nuova Guerra dei cent’anni e allora Zaia fa retromarcia. Non accordo definitivo tra Governo e Regioni, ma una pre-intesa da sottoporre poi al Parlamento. Anche se i tempi si allungano ancora. L’urlo bellicoso dell’ottobre 2017 è diventata una timida supplica: firmiamo qualcosa giusto perché ci sono le elezioni e può tornare utile per fare propaganda». L’esponente del Pd ricorda che la pre-intesa c’era già: «Era stata siglata con il sottosegretario del governo Gentiloni, Bressa, a inizio 2018. Eppure la firma era sempre di Zaia». Per questo Azzalin chiede al governatore di ammetterlo: «Dopo essersi rimangiato i nove decimi e il residuo fiscale, adesso Zaia è costretto a un altro passo indietro. Almeno chiedesse scusa ai veneti per i 16 milioni (le delibere regionali parlano di 11, ndr.) spesi in una consultazione che si rivela ogni giorno sempre più inutile, visto che altre Regioni si sono mosse per chiedere pure loro nuove competenze allo Stato, senza aver sborsato un euro».
IL GRUPPO MISTO Va all’attacco anche il gruppo Misto, attraverso Piero Ruzzante (Leu) e Patrizia Bartelle (Iic): «Ci sono voluti 530 giorni (1 anno, 5 mesi e 14 giorni, tanto è passato dal fatidico referendum-truffa), ma alla fine il bluff presidente Zaia è crollato: addio residuo fiscale, addio al principio del 90% da trattenere per i Veneti, addio intesa “blindata” col Governo e benvenuto iter parlamentare. Il presidente ha confermato nei fatti quello che noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio: prima di tutto che quella dei 9/10 del residuo fiscale è una fregnaccia bella e buona ed inoltre che nessun progetto di autonomia può andare a compimento senza il necessario passaggio parlamentare». (a.pe.)
IL DISPOSITIVO Il verdetto pronunciato l’altro ieri riguarda appunto questo fronte, anche se frattanto Fior aveva rimediato pure altri 4 anni e 1,6 milioni per la contestazione di peculato nell’ambito di un progetto di forestazione a Sant’Urbano, stabiliti nei primi due gradi di giudizio e attualmente oggetto di un ricorso pendente in Cassazione. Ma per restare appunto al dispositivo emesso due giorni fa, la Corte d’Appello ha parzialmente riformato la decisione presa dal giudice per l’udienza preliminare
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Nordest
FERRO FINI, NUOVA CAPOGRUPPO M5S Da mercoledì Erika Baldin presiede il gruppo regionale Cinquestelle. La staffetta è con Manuel Brusco, che ora diventa così suo vice. Venerdì 5 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Letti e reparti, così cambia la sanità Veneto, illustrate in commissione regionale le schede ospedaliere `Meno bimbi, più cronicità: tagli a Ostetricia, rinforzi a Medicina Previsti 19.800 posti, di cui 14.888 per acuti e 2.964 per riabilitazione Strutture intermedie invece di Lungodegenza. Salvi i punti nascita `
IL PIANO VENEZIA In un Veneto che cambia (sempre meno bambini e sempre più anziani, tecnologie che si raffinano e malattie che si cronicizzano), cambiano anche le esigenze di salute. Partendo da questo assunto sono state presentate ieri, nella commissione Sanità del Consiglio regionale presieduta da Fabrizio Boron, le schede ospedaliere derivanti dal Piano sociosanitario 2019-2023 e relative ai 70 nosocomi attualmente esistenti, di cui 43 pubblici e 27 privati. Complessivamente saranno disponibili 19.800 posti letto, di cui 14.888 per acuti, 2.964 per la riabilitazione e 1.948 nelle strutture intermedie.
gli accessi al Pronto Soccorso, con un budget di 580 milioni che corrisponde al 7% del Fondo sanitario regionale, la quota più bassa d’Italia».
mini-invasive e in day surgery, mentre i ricoveri nell’area riabilitativa sono diminuiti del 7%, tanto da determinare un aumento della fuga pari al 20% soprattutto verso il Trentino, la Lombardia e l’Emilia Romagna. Per questo saranno tolti 223 posti letto alla Ginecologia-Ostetricia e 19 alla Chirurgia, e ne verranno aggiunti 452 alla Medicina/Geriatria e 28 alla Riabilitazione (per la quale sarà indicato un centro di riferimento provinciale per ogni Ulss).
IL RIEQUILIBRIO Fra 2013 e 2018 in Veneto la popolazione si è ridotta dell’1% e il numero dei nati è sceso del 13%, curiosamente lo stesso tasso di crescita registrato invece dagli ultrasettantenni. Allungando l’analisi fino al 2019, la degenza media in area chirurgica è calata del 4%, soprattutto grazie alle tecniche
I VOLUMI E LE NOVITÀ Ma tutti i reparti saranno oggetto di un serrato monitoraggio, come ha spiegato il dg Mantoan: «Il piano nazionale Esiti ci impone di garantire determinati volumi di attività, altrimenti scattano i tagli alle premialità economiche stimabili anche nell’ordine di 30-40 milioni e, in caso di perdurante inadempienza, la chiusura dell’unità operativa che non raggiunge il tetto prescritto, com’era stato ad esempio per alcune Breast Unit». Ma ci sono anche altre novità. L’inserimento di una Neuropsichiatria Infantile con posti letto e primario in ognuno degli ospedali hub. «La conferma di tutti i punti nascita, anche dei tre che non hanno ottenuto la deroga nazionale ma che sono oggetto di un confronto in Conferenza Stato-Regioni, cioè Piove di Sacco (attualmente chiuso, ndr.), Adria e Valdagno», ha rimarcato l’assessore Lanzarin. L’eliminazione delle Lungodegenze, sostituite dal rafforzamento delle strutture intermedie, a cominciare dagli ospedali di comunità (in particolare dentro i nosocomi). L’accesso diretto dal Pronto Soccorso al reparto per Psichiatria, Pediatria, Ostetricia e Oculistica.
LA DIMINUZIONE Dopo l’adozione della delibera da parte della giunta Zaia, erano divampate le polemiche, dovute alla diminuzione dell’offerta rispetto al 2013, quando i posti letto per acuti e riabilitazione erano 17.440, contro i 17.852 previsti adesso. «Ma questo paragone non è veritiero – ha detto Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità e al Sociale – in quanto nel 2016 è entrato in vigore il decreto 70 (il Balduzzi, ndr.) che ha rideterminato i parametri di riferimento ogni mille abitanti: 3 posti per gli acuti, 0,5 per la riabilitazione, 0,2 per la mobilità extraregionale, più un ulteriore 0,2 per le aree disagiate della montagna e del Polesine. In questo senso quel numero era stato aggiornato a 17.861, per cui il calo effettivo è di appena 9 unità». Altro punto contestato era quello dei privati, i cui posti letto sono invece aumentati del 16% tra 2002 e 2019, passando da 3.188 a 3.702. «Ma i 3.355 del privato accreditato – ha evidenziato Domenico Mantoan, direttore generale dell’area Sanità e Sociale – garantiscono al pubblico il 16% dei ricoveri, il 15% delle prestazioni specialistiche e il 7% de-
VERIFICHE SUL RISPETTO DEI TETTI PRODUTTIVI FISSATI DAL MINISTERO: POTRANNO SCATTARE RIDUZIONI DEI PREMI E CHIUSURE DELLE UNITÀ
CONSIGLIO REGIONALE In alto Manuela Lanzarin e Domenico Mantoan. Qui sopra Fabrizio Boron
Il dibattito politico
Le perplessità di Pd, Leu e Iic. Audizioni da giovedì VENEZIA Cominceranno giovedì prossimo le audizioni sulle nuove schede ospedaliere. In attesa che a parlare siano sindaci, sindacati e altri portatori di interesse, ad esprimersi sono stati ieri i consiglieri regionali, solo di opposizione. Perplessità da Partito Democratico (con Stefano Fracasso, Claudio
Sinigaglia, Bruno Pigozzo, Orietta Salemi, Andrea Zanoni e Francesca Zottis) e Moretti Presidente (con Cristina Guarda): «La chiusura delle Lungodegenze e la loro sostituzione con gli ospedali di comunità, dal punto di vista clinico, sono una risposta inappropriata, che occorre rivedere sia nei contenuti che
nel metodo con cui avviene la presa in carico delle persone. Indubbiamente bisogna poi rivedere anche il declassamento di alcune strutture». Dure critiche da Liberi e Uguali con Piero Ruzzante (in foto) e da Italia in Comune con Patrizia Bartelle: «Da quando governa la Lega centinaia di milioni di euro di soldi pubblici sono stati trasferiti dalla sanità veneta alle cliniche private. È un vero
Avis: «Sostenete la ricerca sul sangue» IL PROGETTO VENEZIA Le cellule staminali prese dal sangue potrebbero presto curare l’emofilia, i danni della cartilagine articolare e l’infarto miocardico. È il progetto su cui è impegnata l’Avis Veneto – 332 sedi in tutta la regione, 130 mila donatori e 215 mila donazioni l’anno – che sostiene la ricerca in laboratorio di Tes, Fondazione per la Biologia e la Medicina della rigenerazione, la quale opera in collaborazione con l’Università di Padova, e quella
clinica di Ape, Avis per il Progetto ematologico. A condurre gli studi sono due giovani ricercatrici, Elena Stocco, 33 anni di San Martino di Lupari, laurea in Farmacia, e Silvia Barbon, 34enne di origini trevigiane, ma residente a Padova, dottoressa in Biologia, due cervelli che finora non sono emigrati all’estero come spesso capita quando si tratta di scienza. Finora sono state sostenute da borse di studio finanziate da Avis, ma per loro adesso servono risorse perché il progetto possa progredire: almeno altri 100 mila euro.
Con questo obiettivo domenica 14 aprile in tutto il Veneto si terrà la Giornata della ricerca, le cui modalità di svolgimento saranno decise dalle singole sezioni territoriali dell’Associazione e dell’Abvs di Belluno, con la possibilità di acquistare una bottiglia di olio.
L’APPELLO «L’auspicio è che questo progetto di ricerca diventi patrimonio di tutti e da tutti possa ricevere impulso, anche economico», dice il presidente di Avis Veneto Giorgio Brunello. Tes e
Ape già da tempo stanno lavorando sull’impiego delle cellule staminali isolate dal alcune delle donazioni degli avisini. Ma, poiché come spesso accade in questo ambito, i finanziamenti non abbondano, ora è necessario cercare introiti anche per evitare che due brillanti ricercatrici, come Stocco e Barbon, decidano di accettare le sirene che arrivano da oltre confine. L’assessore regionale alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin plaude all’iniziativa. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA
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e proprio business sulla pelle dei veneti, che ha come obiettivo quello di smantellare quella che era tra le migliori sanità al mondo. Va anche ricordato che da quando Zaia governa, la Regione ha regalato 1 miliardo e mezzo di euro ai veneti più ricchi azzerando l’addizionale Irpef che solo loro pagavano, sottraendo altre risorse alla sanità e al sociale. Per noi tutto questo è inaccettabile e continueremo a batterci per una sanità pubblica». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA E PADOVA Per quanto riguarda Venezia, sia Lanzarin che Mantoan hanno escluso ridimensionamenti funzionali dietro al declassamento a “ospedale di rete” del civile di Venezia. Quanto a Padova, è stato garantito il mantenimento dei servizi al Sant’Antonio finché non sarà completata l’operazione Padova Est-Giustinianeo. Confermato infine lo sviluppo dello Iov all’ospedale di Castelfranco Veneto, con l’aggiunta di ambulatori nel nosocomio di Portogruaro. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Economia
Venerdì 5 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Fondazione Nordest: «Solo l’export può salvarci dalla crisi»
Previdenza integrativa, un affare da 5 miliardi
`Il leader di Confindustria zie al suo contributo l’Italia ri-
Veneto Matteo Zoppas: «Il governo agisca subito» IL CONVEGNO
Il Veneto si mobilita per il nuovo welfare Donazzan: «Virtuosi e si può fare di più» `
L’EVENTO VENEZIA «Previdenza complementare e sanità integrativa, queste sconosciute». L’amara constatazione dell’assessore regionale Elena Donazzan può tradursi nello slogan della prima edizione del Veneto Welfare Day, organizzata da Regione e Veneto Lavoro per giovedì prossimo, 11 aprile. La confusione totale, tra pro e contro di fondi pensione, piani individuali pensionistici (PIP) e prodotti di vario genere, nel timore di incappare in prodotti potenzialmente dannosi per risparmiatori che hanno poca conoscenza finanziaria o semplicemente nella convinzione di non avere margini di risparmio, rende quello della previdenza complementare un territorio inesplorato per troppi veneti. La regione è comunque “virtuosa”, sotto questo profilo, rispetto alla media italiana: secondo i dati Covip solo un lavoratore su quattro in Italia approfitta di questo strumento, mentre il Veneto si colloca su una percentuale che oscilla tra il 30 e il 35%, anche grazie al fondo Solidarietà Veneto, che oggi con-
ta 86400 lavoratori aderenti e 13mila aziende associazione. Ma se il modello resta comunque il Trentino Alto Adige, al 40%, i margini di miglioramento in Veneto sono ancora più ampi. Con l’obiettivo di fare chiarezza e di sensibilizzare lavoratori, cittadini e giovani sulle tematiche del welfare, contribuendo a incrementare il numero di adesioni, Regione del Veneto e Veneto Lavoro hanno promosso la giornata dedicata alla promozione del welfare integrato, con iniziative diffuse in tutto il Veneto. «È finita l’epoca dell’illusione che il welfare fosse possibile con il solo intervento dello Stato. Se attualmente siamo sul 36-37% di dipendenti, già superiore al 25% di media italiana, sono convinto si possa arrivare al 50%» spiega Paolo Feltrin politologo e docente all’Università di Trieste che ieri, nella sede di Veneto Lavoro, ha presentato la prima edizione del Veneto Welfare Day insieme a Donazzan e al consigliere regionale Antonio Guadagnini che nel 2017 ha firmato il progetto di legge per la creazione della partecipata con lo scopo di informare e promuovere l’assistenza comple-
OPERAI AL LAVORO Gli iscritti al fondo Solidarietà Veneto sono 86400
mentare.
QUALITÁ DELLA VITA «Aumentare l’adesione - sottolinea Elena Donazzan - significa migliorare la qualità della vita nel futuro, quando una persona non è più attiva, ma anche la qualità dei servizi durante la vita lavorativa». Solo per la previdenza integrativa si stima, in Veneto, un giro d’affari che potrebbe raggiungere i 5 miliardi. «Noi, come ente pubblico - commenta Antonio Guadagnini - vorremmo chiedere ai soggetti che li gestiscono di investire sul territorio regionale parte di questi 5 miliardi dei veneti». Evento di punta del Welfare Day è il convegno regionale in programma a Venezia, dalle 9 al-
le 13, all’università Iuav. Nel frattempo l’opera di sensibilizzazione continua nei 30 incontri previsti in tutta la regione, dai 50 camper itineranti e i 200 infopoint organizzati da associazioni di categoria, sindacati, patronati e Caf, università, scuole, centri di formazione, camere di commercio, imprese, istituti di credito e assicurazioni. Il Veneto è anche tra le prime tre regioni (insieme a Lombardia e Lazio) per numero di assicurati all’assistenza sanitaria integrativa. Il messaggio che Regione e Veneto lavoro vogliono lanciare è che polizze sanitarie e fondi integrativi non sono appannaggio esclusivo dei ricchi. Melody Fusaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Civibank punta su Padova e Vicenza, utile a 2 milioni CREDITO CIVIDALE DEL FRIULI Utile di 2 milioni nel 2018 contro gli 0,9 del 2017, apertura di nuovi sportelli in Veneto quest’anno, aumento di capitale fino a 65 milioni e indipendenza. Il consiglio d’amministrazione di Popolare Cividale ha approvato il nuovo piano strategico: nel 2022 previsto un utile lordo di 30 milioni e un Cet1 ratio a 14,5%. L’obiettivo di fondo sottolineato dalla presidente Michela Del Piero è «rimanere indipendenti per essere il punto di riferimento per le famiglie e gli operatori economici di Friuli
Venezia-Giulia e Veneto». I contenuti del “Piano” sono stati illustrati dal direttore generale Federico Fabbro al personale direttivo della banca. Gli obiettivi economico-finanziari del piano prevedono una progressiva crescita della gestione che punta a conseguire un utile lordo di 30 milioni
LA PRESIDENTE MICHELA DEL PIERO: «PIANO STRATEGICO PER RIMANERE AUTONOMI, SERVE AUMENTO CAPITALE FINO A 65 MILIONI»
di euro a fine 2022, un rafforzamento patrimoniale con il raggiungimento di un Cet1 Ratio al 14,5%, un incremento degli impieghi netti verso la clientela di 500 milioni e un ritorno alla remunerazione degli azionisti dal bilancio 2021. Si punta a crescere soprattutto a Trieste e nel Veneto. L’assemblea dei soci della banca di Cividale è convocata per il 13 aprile.
APERTURE Dal punto di vista operativo, con le due nuove aperture di Oderzo e Castelfranco Veneto e la chiusura di 5 sportelli nel 2018, la rete CiviBank dispone di 64 filiali. Padova e Vicenza le prossime tappe di espansione.
Nel 2018 la banca friulana ha registrato una raccolta da clientela da 2.579 milioni. I nuovi finanziamenti erogati nell’anno a favore delle imprese e delle famiglie di CiviBank ammontano a 531 milioni (+ 33% sul 2017). «Sui conti della banca – fa presente la presidente Del Piero - permane il condizionamento della contribuzione obbligatoria, che nel 2018 ha pesato per 3,6 milioni. Funzionale alla crescita è previsto un rafforzamento patrimoniale con un aumento di capitale per massimi 65 milioni, anche in più tranche, oltre ad una assegnazione gratuita di warrant agli attuali azionisti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
MESTRE Tenerci stretta l’Europa e superare l’impasse che attanaglia il sistema economico italiano rimanendo competitivi sui mercati internazionali. Confindustria non ha dubbi, la ricetta per far ripartire la stagnante economia italiana è puntare anzitutto sulle esportazioni, verso l’Unione Europea come verso i mercati internazionali. L’analisi dei fattori di rischio geo economici per l’economia italiana è stata al centro del convegno organizzato ieri dalla Fondazione Nord Est presso l’auditorium del museo M9 di Mestre. La discussione ha preso il via dall’ultimo rapporto sullo stato dell’economia italiana elaborato dal centro studi di Confindustria che, tra il rallentamento dei nostri principali partner commerciali (Germania in testa) ed un calo generalizzato della fiducia degli operatori economici, vede il 2019 come un anno complicato per l’economia italiana. A questo si aggiungono le tensioni e l’alta incertezza a livello internazionale e le più recenti politiche commerciali americane (leggi dazi doganali) , tutti fattori che secondo Confindustria hanno finito per penalizzare la già fragile economia italiana. «L’impatto degli scenari geo economici globali sull’Italia è amplificato dai suoi profondi legami commerciali, produttivi, finanziari, energetici e tecnologici con l’estero - ha ricordato Andrea Montanino, capo economista di Confindustria ed in questo scenario l’Europa rimane l’area strategica di riferimento per l’Italia perché il mercato unico è in termini di valore assoluto la più grande area economica del mondo ed è fondamentale per un’ industria come quella italiana che è in grado di competere a livello globale».
mane uno dei paesi più importanti al mondo - ha sottolineato Carlo Carraro direttore scientifico di Fondazione Nord Est – e deve saper mantenere questo suo ruolo giocando all’interno di tutti i negoziati internazionali di tutti gli organismi di cui facciamo parte , perché abbiamo la capacità di disegnare le politiche future del Paese soprattutto attraverso l’export ed il ruolo nei mercati internazionali grazie ad accordi di collaborazione con i principali partner europei ma anche con nuovi partner economici, per favorire l’inserimento dei nostri prodotti nei nuovi mercati». Per il biennio 2019-2020 le prospettive per l’economia italiana si presentano preoccupanti e la crescita dell’export rimane quindi l’unica strada per evitare una nuova recessione. «Per questo l’obiettivo del Governo deve essere la messa in campo di molteplici leve competitive in grado di garantire una robusta crescita economica – ha spiegato ieri Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto –. L’export rappresenta una delle poche ancore di salvezza ed il Governo deve saper anticipare le conseguenze delle congiunture esterne con la riduzione del cuneo fiscale, lo sblocco dei cantieri, gli incentivi per l’innovazione e con piani economici di medio lungo termine che ci rendano più competitivi». «Il vero problema dell’Italia e dell’Europa è la sua frammentazione – ha ricordato Romano Prodi, ospite dell’incontro – e finché rimarremo divisi non conteremo nulla e non potremo giocarci la partita con i grandi competitor internazionali». Paolo Guidone © RIPRODUZIONE RISERVATA
BIENNIO NERO Scenari economici , quelli tracciati ieri all’M9, che sono particolarmente rilevanti per il Nord Est. «Rimane l’area italiana con la più alta apertura internazionale e con il valore più altro in termini di quota media di valore aggiunto e gra-
MATTEO ZOPPAS Confindustria
La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano
Quotaz.
Var.%
1,1219 125,0100 0,8542 1,1207 319,8100 25,6930 4,2892 15,8758 7,5353 4,0439 4,3340
-0,213 -0,231 0,033 0,009 -0,075 -0,121 -0,089 -0,228 -0,093 -0,183 0,487
ORO E MONETE Denaro Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano
35,30 385,55 267,05 207,00
Lettera 38,30 431,90 289,10 227,20
Min. anno
Max anno
Quantità trattate Generali
FTSE MIB A2a
1,57
-2,21
22,97
-0,56
15,670
Banca Mediolanum
Atlantia
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
1,532
2319493
Intesa Sanpaolo
-0,06
2,234
0,74
Max anno
Quantità trattate
14,443 16,716
444753
1,902
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu. Unicredito
2032422
12,110
-0,66
9,700 12,188
-0,09
3,438
4,597
284365
2,415
-0,70
1,955
2,430
382097
3,550
1,43
3,109
3,534
40986
15,280
1,46
14,675
20,28
28575
2,480
1,22
1,734
2,510
30832
7,057
8,706
94730
5,502
-0,86
5,005
5,525
164464
Leonardo
10,505
0,38
7,567 10,490
260354
NORDEST
Mediaset
2,821
0,11
2,566
2,972
143166
Ascopiave
Mediobanca
9,294
0,58
7,250
9,334
281648
B. Ifis
-0,48
9,455 15,769
200630
6,525
-0,31
5,016
6,554
99932
Banco Bpm
1,950
0,49
1,646
2,120
2417257
Bper Banca
3,699
0,22
2,945
3,735
451427
Moncler
37,20
-0,59
28,13
37,34
78164
Brembo
11,050
-0,36
8,893 11,018
146190
Poste Italiane
8,740
-0,07
6,926
8,735
242269
Buzzi Unicem
19,075
-0,65
14,925 19,180
92909
Prysmian
16,970
-1,08
16,359 19,067
114723
Campari
8,670
0,29
7,347
8,801
242205
Recordati
35,48
-1,00
29,44
37,16
36986
Cnh Industrial
9,654
-0,14
7,786
9,788
216450
Saipem
4,835
-0,94
3,225
4,926
755221
Enel
5,695
-0,23
5,057
5,702
2106843
Snam
4,573
-1,17
3,895
4,608
1133966
Eni
15,756
-0,93
13,678 15,904
1018769
Stmicroelectr.
15,145
1,64
10,842 15,277
694090
Exor
60,06
-0,07
60,00
25745
Telecom Italia
0,5386
-0,30 0,4479 0,5655
5053937
Fca-fiat Chrysler A
13,730
-0,16
12,400 15,201
904305
Tenaris
12,450
-1,85
9,316 12,846
296885
Zignago Vetro
Ferragamo
19,595
1,42
17,209 19,528
58508
Terna
5,598
-0,32
5,026
5,636
555765
DIRITTI
Finecobank
11,865
-0,21
8,681 11,895
152064
Ubi Banca
2,512
1,62
2,149
2,617
887106
D’amico Axa
8a0566f6-8ad8-4046-b8f7-47acfd49367c
Quantità trattate
4,582
88202
46,35
Max anno
Unipol Unipolsai
Italgas
Min. anno
2,240 11382158
23,10
Azimut H.
18,115
1,641
16,705
Min. anno
Carraro
8,770
2,69
19,440
-0,10
De’ Longhi
24,10
-0,99
21,81
24,83
6458
Eurotech
3,960
-2,34
3,284
4,236
54002
Geox
1,656
-0,24
1,147
1,906
50732
M. Zanetti Beverage
6,100
0,00
5,811
6,460
576
Ovs
1,699
1,19
1,101
1,737
115159
0,42 0,0780 0,1632
24650
Cattolica Ass. Danieli
Stefanel
0,1185 9,960 0,0171
-0,40
15,237 19,444
5023
8,442 10,254
1473
-6,56 0,0067 0,0184
570624
Economia 11
IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 5 Aprile 2019
CNAVICENZA Privacyeleggi:corsoper ditte di comunicazione-foto
CisaràancheItalgas incorsa peracquistare i clientifinali diluce e gasdi Ascopiave:«Stiamo guardandoildossier. Ritengo faremo un’offertanonvincolanteper ilpacchetto di distribuzionegas» dice il ceoPaoloGallo.Tragli interessaticisono ancheAime Agsm in cordataconA2a, eda Bolzano-Trentol'Alperia eDolomiti Energia.
Privacyper impresedellacomunicazionee fotografi:lunedì15 aprile dalle10alle12 corsogratuito sullenorme di settorenella sedeCna Vicenzain viaZampieri19. Cosaprevede ilnuovo regolamento europeoin materiadi trattamento di immagini personali?In cattedra l’Ing.Diego Zarantonello,privacymanager e dataprotection officer.
FONDAZIONE NORD EST E CONFINDUSTRIA. Gli esperti al M9 di Mestre
GIÀ13MILACASI
«Bisognaevitare checaliilPildell’Ue ol’Italiaarretrerà»
L’exportèdecisivoperlesortidellanostraeconomia Cisonopossibilitàdicrescere,magliUsarallentano epesanoidazi:«Urgonopolitichediaiutoall’impresa» Alberto Minazzi MESTRE (VE)
Si chiama export la “medicina” per evitare che l’Italia piombi in recessione. Perché la preoccupazione c’è, inutile nasconderlo. Ma c’è anche fiducia nelle capacità del nostro Paese. «Se, dopo vent’anni in cui l’Italia è dipinta in una crisi eterna, restiamo la seconda manifattura in Europa e tra le prime dieci economie al mondo, dobbiamo essere consapevoli della nostra forza», ha sottolineato Andrea Montanino, capo economia di Confindustria. È questo, in sostanza, il primo messaggio lanciato ieri pomeriggio dall’auditorium dell’M9 di Mestre in occasione dell’incontro “Cosa ci aspetta? Fattori di rischio geoeconomici
per l’economia italiana”, organizzato da Fondazione Nord est e Centro studi di Confindustria. «SERVE PIÙ EUROPA». «Dob-
biamo sperare in una maggiore integrazione in Europa, che è il mercato più grande del mondo e del quale facciamo parte» ha ripreso Montanino: «Il nostro export, negli ultimi anni, è migliorato in qualità, pur facendo registrare numeri più piccoli. Vuol dire che una parte delle imprese è riuscita a trasformarsi. Ogni giorno lavorato, esportiamo un miliardo di euro di nostri prodotti: ecco perché abbiamo bisogno di un’Europa più forte, in grado di dialogare con Stati Uniti e Cina». Come detto, pur cercando spunti ottimistici, in Confin-
dustria c’è preoccupazione. «In particolare - ha spiegato Montanino - sono due gli aspetti che mi preoccupano. Il primo è cosa succederà all’Europa, soprattutto dopo le elezioni. Ci sono segnali di rallentamento e se si entrasse in recessione, per l’Italia sarebbe una botta pesante, in grado di tradursi, nel 2019, in un calo del pil tra l’1 e l’1,5%. E poi ci sono gli Stati Uniti, dove c’è chi dice che, dopo dieci anni di crescita, si cominciano anche lì a vedere i primi accenni di segno contrario. Nei prossimi due anni dovremo rilevare soprattutto quello che accade su questi due mercati». «RISOLVERE LA QUESTIONE CONLACINA». Il tutto senza di-
menticare la questione dei da-
CarloCarraro,AndreaMontanino, Ignazio Musu eRomano Prodi
MatteoZoppas
zi. «Sono stati uno dei temi che hanno caratterizzato il 2018, rallentando l’export non solo dell’Italia, ma del mondo intero. Nel 2019 dovremmo risolvere la questione con la Cina, ma non è detto che questo avvenga anche in Germania, Paese a cui la nostra economia è molto legata». A offrire una lettura delle indicazioni che prospettano una crescita zero è stato anche il presidente di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas. «In questo momento ha sottolineato - stiamo assistendo a quello che Confindustria aveva già preannunciato in molte situazioni. È fon-
BorsaItalianadel 4aprile2019 Azioni
prezzo variaz. variaz. chius. chius. anno
valoria52sett. min max
A A.S.Roma ................................. A2A ............................................. Acea ........................................... AcotelGroup ........................... Acsm-Agam .............................. Aedes ......................................... Aedes18-20warr .................. Aeffe .......................................... AeroportodiBologna ............ Alba ............................................ Alerion ....................................... Ambienthesis ........................... Amplifon ................................... AnimaHolding .......................... Aquafil ....................................... Aquafilwarr ............................. Ascopiave .................................. Astaldi ....................................... ASTM ......................................... Atlantia ..................................... AutMerid .................................. Autogrill .................................... Avio ............................................ Azimut ....................................... B
0,5050 1,570 16,020 3,130 1,775 1,520 0,0062 2,925 12,500 N.R. 2,890 0,3680 17,430 3,748 9,800 1,360 3,550 0,7230 23,48 22,97 31,60 8,465 12,700 15,670
4,12 -2,21 0,12 -1,26 -1,39 -0,98 -12,68 0,17 -0,16 — — 2,22 -1,36 -1,37 -1,01 — 1,43 0,63 -0,93 -0,56 — -0,99 0,32 -0,48
5,16 0,22 16,93 18,11 -23,8 — — -6,55 -19,9 — -15,7 -1,60 23,27 -34,8 -21,6 -52,8 10,59 -67,1 15,67 -9,92 -2,77 -16,7 -8,63 -9,42
0.433 0.632 1.400 1.687 11.187 16.101 2.644 4.995 1.658 2.486 1.082 1.532 0. 0. 2.194 3.398 10.791 16.142 2.711 0.324 13.582 3.197 8.840 0. 2.830 0.428 15.389 17.398 22.641 7.139 10.531 9.393
3.489 0.390 20.418 6.156 13.025 3. 3.534 2.801 24.296 28.427 33.672 11.255 15.912 17.880
BCarige ..................................... BCariger .................................. BDesio-Br ................................ BDesio-Brr ............................... BFinnat ..................................... BIntermobil ............................. BProfilo .................................... BSardegnar ............................ B&CSpeakers ......................... B.F. ............................................. BancaFarmafactoring .......... BancaGenerali ......................... BancaIfis .................................. BancaMediolanum ................. BancaSistema ......................... BancoBPM .............................. Basicnet .................................... Bastogi ...................................... BBBiotech ............................... BE ................................................ Beghelli ..................................... BialettiIndustrie ..................... Biancamano .............................. Biesse ........................................ Bioera ........................................ BorgosRisp ............................. Borgosesia ............................... BPERBanca .............................. Brembo ..................................... Brioschi ..................................... BrunelloCucinelli .................... BuzziUnic r ................................ BuzziUnicem ............................ C
0,0015 50,50 2,020 1,870 0,3530 0,1565 0,1660 8,680 12,000 2,450 4,990 23,30 15,280 6,525 1,502 1,950 5,490 0,9080 63,80 1,096 0,2760 0,3160 0,2660 19,650 0,0790 1,100 0,5150 3,699 11,050 0,0814 32,24 12,080 19,075
— — 0,50 -0,53 0,28 -2,80 -0,60 0,70 -0,41 2,08 0,30 1,04 1,46 -0,31 0,13 0,49 -0,18 -0,44 2,08 3,01 1,10 -0,94 -2,92 -1,75 -1,00 — — 0,22 -0,36 2,26 0,56 -1,47 -0,65
-81,7 -44,2 -5,16 -15,0 -20,1 -59,8 -21,1 33,54 -0,66 -6,84 -14,7 -12,7 -52,1 -6,32 -32,3 -29,6 49,59 -18,2 17,93 23,70 -31,7 -37,4 -2,92 -57,8 -62,4 -23,6 -14,9 -18,2 -10,0 10,30 24,24 9,82 -0,16
0.001 33.540 1.689 1.673 0.279 0.156 0.156 5.819 10.550 2.082 4.336 17.065 13.744 4.854 1.370 1.546 3.647 0.800 49.467 0.811 0.235 0.286 0.170 16.707 0.056 1.040 0.452 2.945 8.893 0.054 26.093 9.288 14.895
0.010 90.690 2.386 2.350 0.468 0.399 0.233 8.647 13.431 2.640 5.879 27.774 34.379 7.109 2.295 3.062 5.609 1.141 64.907 1.081 0.407 0.517 0.369 46.932 0.213 1.850 0.650 5.138 13.021 0.081 39.850 12.692 22.577
CairoCommunicat ..................
3,855
0,78
5,91
2.687
4.020
Azioni
damentale, adesso, cominciare a mettere in piedi manovre propulsive per la nostra economia. Occorre un’inversione di tendenza molto forte, concentrando gli sforzi su obiettivi in cui si identifichi come e dove le imprese italiane possono diventare competitive, rimettendole al centro. Dobbiamo iniziare a migliorare da dentro per compensare quello che viene da fuori. Con la politica si inizia a dialogare, ma è chiaro che, a questo punto, non si può tirare indietro. E bisogna tornare a investire su manovre propulsive». «NON DOBBIAMO RESTARE ISOLATI». Tra gli economisti
presenti, il direttore scientifico della Fondazione Nord Est, Carlo Carraro, che ha guidato il dibattito, ha invitato a non soffermarsi solo sulle prime pagine dell’ultimo rapporto di Confindustria. «Le pagine più interessanti sono quel-
le che seguono, che aprono una finestra sul mondo, che raccontano come i cambiamenti del mondo stanno impattando sui problemi italiani. Saper guardare al di là aiuta a capire l’oggi. E bisogna disegnare politiche che rilancino l’economia italiana attraverso l’export». Analisi decisamente più politica, invece, quella di Romano Prodi. «Prima di tutto occorre prendere coscienza di come vanno le cose e il momento è preoccupante. Il quadro internazionale, pur non bello, non è comunque nemmeno tragico. L’Italia, però, non ha preso coscienza che bisogna assolutamente rinnovare il sistema produttivo, aumentare l’efficienza delle nostre imprese e avere più persone che entrano nel mondo del lavoro. Quota 100 credo che darà un contributo negativissimo allo sviluppo. E sarebbe una follia mettere in discussione le alleanze tradizionali: non dobbiamo essere isolati, perché il nostro futuro è con gli altri, soprattutto europei, sapendo, come ha detto Mattarella, che la Nato è un’ancora di sicurezza». E Prodi legge un segnale positivo dalla Brexit: «Nessun Paese neanche a Est, visto ciò che accade a Londra, vuole più uscire dall’Ue: ricresce un sentimento europeo ed è un segnale positivo perché occorre che prevalga una logica sovranazionale, se no saranno sempre i tedeschi a comandare e i francesi a fare sabotaggi». • © RIPRODUZIONERISERVATA
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prezzo variaz. variaz. chius. chius. anno
valoria52sett. min max
Caleffi ......................................... Caleffi20warr ........................ Caltagirone ............................... CaltagironeEd. ........................ Campari .................................... CarelIndustries ....................... Carraro ....................................... CattolicaAs .............................. Cembre ..................................... CementirHold ......................... CentraledelLatted'Ital ......... Ceram.Ricchetti ..................... CervedGroup ........................... CHL ............................................ CIA ............................................... Cir ............................................... ClassEditori ............................ CNHIndustrial ......................... Cofide ......................................... CoimaRes ................................ Conafi ........................................ CoseBelled'Italia ................... Covivio ...................................... CrValtellinese ......................... Credem ..................................... CSP ............................................. D
1,450 0,3590 2,500 1,140 8,670 9,760 2,480 8,770 21,85 6,520 2,830 0,2140 8,990 0,0087 0,1240 1,082 0,2260 9,654 0,5240 7,920 0,2990 0,4810 95,00 0,0712 5,000 0,6800
— — -0,40 — 0,29 -2,40 1,22 2,69 0,23 0,15 1,07 -0,47 -1,48 14,47 -0,80 -1,46 1,35 -0,14 -1,13 0,25 1,01 -3,22 -1,30 0,85 -0,40 -1,16
-2,03 1.333 1.515 -0,28 0. 0. -13,2 2.073 2.953 -13,6 1.012 1.335 41,09 6.085 8.801 — 8.089 10.530 -20,3 1.686 3.674 4,47 6.806 9.028 -7,42 19.427 27.115 -4,40 4.646 7.331 -11,0 2.618 3.398 -18,6 0.202 0.267 -9,19 6.415 10.543 -53,4 0.003 0.020 -30,1 0.103 0.196 2,27 0.890 1.113 -31,5 0.167 0.355 1,22 7.786 11.008 11,13 0.424 0.531 -6,82 6.827 8.590 60,23 0.186 0.372 -15,9 0.481 0.690 — 81.411 96.301 -39,8 0.063 0.137 -28,6 4.866 7.325 -31,0 0.681 1.015
D'Amico .................................... D'Amico22 warr ..................... D'Amicoaxa .............................. Damiani ...................................... Danieli ....................................... Danielirnc ................................. Datalogic .................................. De'Longhi ................................. DeaCapital .............................. Delclima ..................................... Diasorin ...................................... DigitalBros ............................... Dobank ....................................... DUESERI18/19 warr ............ E
0,0961 N.R. 0,0171 0,8520 19,440 13,580 22,48 24,10 1,474 N.R. 92,00 5,840 12,800 0,1188
-0,83 — -6,56 — -0,10 1,34 1,72 -0,99 0,41 — -0,81 1,39 -0,93 —
-47,8 — — -8,78 -10,2 -9,10 -10,6 -1,07 1,97 — 31,49 -37,7 8,94 —
Edisonr ..................................... EEMS .......................................... El.En. .......................................... Elica ............................................ Emak ........................................... Enav ........................................... Enel ............................................ Enervit ........................................ Eni ................................................ ePRICE ...................................... EquitaGroup ........................... Erg .............................................. Esprinet .................................... Eukedos ..................................... Eurotech .................................... Exor ............................................. Exprivia ...................................... F
1,005 0,0486 19,000 2,315 1,300 4,872 5,695 3,550 15,756 1,400 3,210 16,580 3,335 1,0000 3,960 60,06 1,260
1,52 -0,41 -0,99 0,65 -1,22 — -0,23 1,43 -0,93 -0,43 0,63 -0,96 0,76 — -2,34 -0,07 —
5,79 -40,7 -41,1 4,75 -2,84 13,04 14,75 6,93 8,24 -29,4 — -9,50 -22,0 3,73 147,2 5,55 -6,67
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1.062 0.090 34.355 2.541 1.517 4.894 5.702 3.566 16.768 1.985 3.551 19.817 4.460 1.068 4.331 65.425 1.493
FalckRenewables ..................
3,448
2,44
67,79
1.725
3.446
0.081
0.186
0. 0.810 14.452 11.324 20.029 21.121 1.207
0. 1.043 23.266 15.952 32.988 28.348 1.557
69.022 95.568 4.020 10.340 8.771 13.223 0. 0.
prezzo variaz. variaz. chius. chius. anno
valoria52sett. min max
FCA-FiatChryslerAut. .......... Ferragamo ................................ Ferrari ....................................... Fidia ........................................... FieraMilano ............................. Fila ............................................... Fincantieri ................................. FinecoBank .............................. FNM ............................................ Fullsix ......................................... G
13,730 19,595 121,60 4,885 5,400 12,820 1,091 11,865 0,5310 0,7500
-0,16 1,42 0,04 1,77 9,53 -0,16 -0,73 -0,21 -0,75 1,08
-22,1 -12,5 25,65 -31,6 157,1 -22,4 -3,28 21,74 -15,4 -26,8
12.400 17.209 85.297 3.401 2.088 12.388 0.921 7.979 0.447 0.686
Gabetti ....................................... Gamenet ................................... GarofaloHealthCare ............. GasPlus ..................................... GediGruppoEditoriale .......... Gefran ........................................ Generali .................................... Geox .......................................... Gequity ..................................... GiglioGroup ............................. GimaTT ..................................... Gpi .............................................. Gpiwarr .................................... Gr.WasteItalia ........................ GrandiViaggi ........................... GualaClosures ........................ GualaClosureswarr .............. H
0,3220 9,340 4,110 2,230 0,3640 7,910 16,705 1,656 0,0390 3,670 7,020 9,280 0,8302 0,0772 1,700 6,600 N.R.
— 0,11 -0,48 0,90 -1,22 -0,88 -0,06 -0,24 -1,02 1,66 5,80 0,87 — — 2,41 4,43 —
-13,9 0.204 0.389 8,60 6.700 9.685 — 3.534 4.120 -7,08 2.112 2.624 -14,9 0.312 0.456 -1,86 5.582 8.980 6,64 13.813 16.995 -40,9 1.073 2.968 -5,34 0.029 0.052 -38,8 2.011 6.195 -59,0 5.732 17.531 — 8.060 9.377 — 0. 0. -14,8 0.077 0.090 -12,6 1.560 2.159 -32,8 5.468 9.827 —
Hera ........................................... I
3,232
-0,74
7,66
2.404
3.262
IGD ............................................. illimityBank .............................. Ima ............................................. Immsi .......................................... IndelB ........................................ IntekGroup .............................. IntekGrouprnc ....................... Interpump ................................. IntesaSPaolo .......................... IntesaSPaolo r ......................... Inwit ............................................ Irce ............................................. Iren ............................................. Isagro ......................................... IsagroAzioniSviluppo .......... ITWAY ....................................... Italgas ........................................ Italiaonline ................................ Italiaonlinernc .......................... Italmobil .................................... IVSGroup .................................
6,630 9,010 67,70 0,5230 22,50 0,3460 0,3680 30,96 2,234 N.R. 7,885 2,250 2,298 1,535 1,255 0,7120 5,502 2,320 460,00 20,30 10,700
0,15 -0,44 0,37 4,60 0,45 0,29 — 0,13 0,74 — -0,76 -0,88 -0,86 -0,97 — -2,20 -0,86 -0,43 — 0,25 0,47
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5.364 7.427 51.407 0.386 20.058 0.286 0.328 24.487 1.893 2.496 5.918 1.743 1.871 1.339 1.135 0.337 4.421 1.919 308.000 17.337 9.866
8.213 8.979 84.572 0.643 35.693 0.398 0.459 30.844 3.184 3.317 8.067 2.781 2.553 1.891 1.357 1.334 5.525 3.073 470.000 22.655 12.239
Azioni
19.646 25.228 128.128 7.469 5.841 18.656 1.490 11.961 0.693 1.056
IT_00381
Via Enrico Fermi, 205 VICENZA Tel. 0444 396200 www.publiadige.it
Azioni
prezzo variaz. variaz. chius. chius. anno
valoria52sett. min max
J JuventusFC ............................. L
1,543
2,02
147,0
0.598
1.712
LaDoria ...................................... 7,840 LandiRenzo ............................. 1,230 Lazio ........................................... 1,268 Leonardo .................................. 10,505 Luve ............................................ 11,650 LventureGroup ....................... 0,6120 M
-1,13 — -2,46 0,38 -0,85 —
-34,7 -15,8 -8,78 15,57 15,35 -5,85
7.807 12.497 0.939 1.603 1.150 1.761 7.567 10.843 9.297 11.783 0.555 0.683
M&C .......................................... M.ZanettiBeverage .............. MaireTecnimont ..................... MARR ........................................ Mediaset .................................. Mediobanca .............................. Mittel ......................................... MolMed ..................................... Moncler ..................................... Mondadori ................................. MondoTv .................................. Monrif ........................................ MontePaschi ........................... Moviemax ................................ Mutuionline ............................... N
0,0412 6,100 3,552 20,35 2,821 9,294 1,720 0,3900 37,20 1,690 1,349 0,1705 1,268 N.R. 18,860
-1,44 — 0,34 -2,63 0,11 0,58 -1,43 3,31 -0,59 3,81 -0,59 -0,87 0,63 — -0,21
-71,5 0.026 0.183 -16,6 5.457 7.495 -14,2 3.064 4.608 -18,3 19.261 26.628 -14,0 2.453 3.378 -3,09 7.233 10.426 2,06 1.610 1.863 -17,7 0.264 0.514 14,46 27.050 42.202 2,92 1.209 1.790 -72,6 0.915 5.038 -25,2 0.136 0.239 -50,3 1.200 3.365 — 45,52 12.836 18.863
NBAurora .................................. 9,950 Netweek ................................... 0,2415 NovaRESIIQ ........................... 3,900 O
— -3,78 —
— -54,9 -31,4
7.933 10.087 0.199 0.586 3.834 5.661
Olidata ........................................ 0,1540 Openjobmetis ......................... 7,150 OVS ............................................ 1,699 P
— 0,85 1,19
— -35,4 -65,9
0.155 0.155 7.049 12.352 0.745 5.058
Panariagroup ............................ 1,560 Piaggio ....................................... 2,312 Pierrel ........................................ 0,1775 Pininfarina ................................. 2,205 Piovan ......................................... 6,150 Piquadro ................................... 2,090 Pirelli&C .................................. 6,246 Piteco ......................................... 4,880 PLC ............................................. 1,735 PoligrafSF ................................ 5,700 PoligraficiEditoriale ............... 0,1962 PopSondrio ............................. 2,454 PosteItaliane .......................... 8,740 PrimaIndustrie ....................... 20,80 Prysmian .................................... 16,970 R
-0,26 1,76 2,90 0,46 -1,91 -0,95 0,74 — 2,06 -0,87 1,55 — -0,07 — -1,08
-59,1 1.415 4.118 9,06 1.733 2.386 -12,6 0.137 0.223 1,15 2.038 3.455 — 6.184 9.047 7,18 1.635 2.105 -11,1 5.438 7.662 — 3.561 4.959 -15,6 1.565 2.712 -15,4 5.599 7.044 -27,6 0.178 0.278 -23,9 2.283 4.005 17,69 6.081 8.735 -43,0 16.536 42.800 -33,1 14.939 26.680
RDeMedici ................................ 0,7050 RaiWay ..................................... 4,650 Ratti ........................................... 3,970 RCSMediagroup ..................... 1,296 Recordati ................................... 35,48 Reply .......................................... 57,10 Restart ...................................... 0,5800 Restart20warr ...................... 0,0058 Retelit ........................................ 1,542
3,68 -1,38 -1,00 0,78 -1,00 -0,26 -5,23 -10,77 2,80
-9,03 0.610 1.135 4,61 3.955 5.062 62,04 2.458 4.061 8,54 0.836 1.489 19,06 27.768 37.161 31,14 42.626 60.615 68,57 0.110 0.729 -84,9 0. 0. -19,7 1.271 1.985
prezzo variaz. variaz. chius. chius. anno
VENEZIA
La Giunta regionale ha prolungato per altri due anni, fino al 2021, la validità dell’assegno per il lavoro, la misura sperimentale adottata in Veneto per accompagnare disoccupati e inoccupati a trovare un’occupazione. La Regione ci mette altri 12 milioni portando così a 27 la cifra complessiva, presa dai fondi europei Fse. L’assegno per il lavoro si rivolge ai disoccupati over 30: è un voucher virtuale di massimo 5.242 euro richiedibile ai Cpi-Centri per l’impiego «e attivabile in ognuna delle 400 sedi accreditate ai servizi per il lavoro in Veneto. L’assegno dà diritto a ricevere servizi qualificati di orientamento e assistenza alla ricollocazione». «I risultati dei primi 18 mesi parlano chiaro» dice l’assessore Elena Donazzan: «A fine 2018 gli assegni per il lavoro rilasciati dai Cpi sono stati 13.863, nel 75% dei casi a beneficio di disoccupati di lunga durata. Ben 6333, cioè quasi la metà, a fine percorso di orientamento-formazione hanno ottenuto un contratto» e per il 31% a tempo indeterminato o più di 6 mesi. •
Euribor
valoria52sett. min max
PERIODO
TASSO360
TASSO365
Risanamento ............................ 0,0200 Rosss ......................................... 0,7250 S
-1,96 8,21
-32,2 -32,9
0.018 0.653
0.030 1.114
1 sett.
-0,380
-0,385
1 mese
-0,367
-0,372
Sabaf ......................................... SaesGettrnc ........................... SaesGetters ............................ SafiloGroup ............................. Saipem ...................................... Saipemris ................................ SaliniImpregilo ....................... SaliniImpregilor ..................... Saras .......................................... SeriIndustrial .......................... ServiziItalia .............................. Sesa ........................................... SIAS ........................................... Sit ............................................... Sitwarr ..................................... Snam ........................................... Sogefi ........................................ Sol ............................................... Sole24Ore ............................... Stefanel .................................... Stefanelrisp ............................. STMicroel ................................. T
16,060 15,600 22,05 0,7320 4,835 40,20 2,106 5,600 1,640 1,505 3,960 28,30 14,970 9,000 0,9200 4,573 1,661 11,120 0,5200 0,1185 72,50 15,145
-0,86 0,65 -0,45 -1,21 -0,94 — 0,77 -0,88 -0,85 -2,90 -0,50 — -1,12 2,27 — -1,17 0,48 0,54 -1,52 0,42 — 1,64
-9,78 -4,76 2,08 -72,3 55,77 0,50 -12,0 -12,5 -9,09 -59,6 -25,3 8,85 -0,53 — — 22,17 -45,2 2,39 -23,3 -29,0 -50,0 -11,0
13.027 14.553 16.947 0.699 3.098 40.000 1.258 3.910 1.648 1.520 2.908 22.191 11.051 7.618 0. 3.458 1.361 10.008 0.344 0.060 72.500 10.842
20.023 18.077 23.508 2.907 5.432 41.800 2.541 6.650 2.240 3.815 5.581 31.075 18.381 8.883 1. 4.608 3.394 11.825 0.749 0.173 145.000 22.639
2 mesi -0,310
-0,314
-0,230
-0,233
-0,112
-0,114
Tamburi ...................................... Tamburi20warr ..................... TAS ............................................. Techedge ................................... Technogym ............................... Telecomit ................................. Telecomitr ............................... Tenaris ...................................... TERNA ...................................... TerniEnergia ............................. Tesmec ..................................... Tinexta ...................................... Tiscali ........................................ TitanMet .................................... Tod's .......................................... ToscanaAeroporti ................. TreviFin.Ind. ............................. Triboo ........................................ TXT ............................................. U
6,370 1,330 1,630 4,850 10,890 0,5386 0,4946 12,450 5,598 0,3940 0,4330 10,680 0,0136 0,0634 41,96 15,900 0,2985 1,825 9,120
0,31 7,26 2,84 — -1,00 -0,30 -0,68 -1,85 -0,32 — -0,46 0,19 0,74 -0,63 -0,29 0,32 -0,50 1,39 -0,98
6,52 5.304 6.655 -10,7 0. 1. -16,1 1.292 1.988 — 4.200 5.027 10,67 8.507 11.540 -29,0 0.448 0.877 -24,5 0.392 0.761 -10,5 9.187 17.071 17,80 4.444 5.636 -29,4 0.313 0.557 -19,2 0.403 0.552 72,26 5.377 10.683 -57,0 0.009 0.032 -27,1 0.040 0.102 -30,1 37.577 64.231 4,95 13.193 15.919 -24,5 0.240 0.454 — 1.473 2.194 -7,61 7.728 12.985
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1,62 -0,66 1,22 -0,09 -0,70 -10,17
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1,11 -0,85
-7,74 10.776 16.291 -10,0 1.065 1.329
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VENERDÌ 5 APRILE 2019 IL MATTINO
VENETO ECONOMIA
Gli scenari internazionali
Prodi: «Sì alla Cina però senza isolarsi» Mestre, l’ex premier: è un errore inimicarsi Francia e Germania Export, cruciale la locomotiva tedesca. Zoppas: Roma si muova
Nicola Brillo MESTRE. «Bene l’accoglienza riservata al presidente cinese XI Jinping recentemente in Italia, ma attenzione, gli affari gli hanno poi fatti i francesi. Il problema vero del governo italiano è aver creato un’inimicizia con i nostri partner storici, Francia e Germania, e vediamo il risultato». Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea e premier, era ospite ieri a Mestre della Fondazione Nord Est per parlare dei rischi geopolitici che affronteranno l’Italia e il Nordest nei prossimi mesi. E propone la sua ricetta: «Non bisogna essere isolati, il nostro futuro è l’Europa». «La Cina ha sempre guardato con curiosità all’Europa, negli accordi bilaterali quando ero presidente della commissione - prosegue Prodi - ai cinesi interessava solo la nostra moneta comune: allora desideravano un mondo tripolare, ma purtroppo l’Europa
ha deluso». Da economista Prodi si è occupato molto di Cina e ha recentemente chiuso sei anni di insegnamento all’Università di Shanghai. «Nel corso di questi anni la Cina ha lavorato per dividere l’Europa, con accordi separati con i diversi Paesi - prosegue Prodi - La grande urgenza che abbiamo in campo economico e geopolitico è di metterci insieme». Altro tema che l’Europa si deve porre è quello dell’Africa, che nel 2050 avrà 2,4 miliardi di abitanti. «Anche qui troviamo forti interessi cinesi - spiega Prodi - poiché hanno un interesse vitale di importare cibo, energia e materie prime. L’Europa è il maggiore donatore all’Africa, ma non c’è efficacia». Andrea Montanino, capo economista di Confindustria, ha poi illustrato la mappa mondiale delle aree strategiche per l’economia italiana, dove emergono l’importanza strategica di Francia e Germania come principali partner economici, gli Stati Uniti come il princi-
stUdio mediobanca
I big del vino crescono più in Italia che nel mondo Una crescita del 7,5% del fatturato sul 2017, del 3,7% per l'occupazione e del 25,9% per gli investimenti. Sono i dati delle principali società italiane del settore vitivinicolo, che fanno del 2018 un anno da record. Sono stati raccolti e elaborati dall'Area studi di Mediobanca su 168 principali aziende italiane di settore che nel 2017 avevano fatturato più di 25 milioni di euro. Il fatturato cresce grazie alla buona performance delle esportazioni (+5,3%), ma soprattutto in virtù del contributo delle vendite nel mercato domestico (+9,9%). Punta del settore si confermano le aziende venete, piemontesi e toscane.
pale partner geoeconomico. «Se l’Europa va in recessione l’Italia rischia un crollo del Pil al -3% nel peggiore delle ipotesi - ha spiegato - con la nostra simulazione di una crisi degli Stati Uniti, si rischia un calo del -1,2% del pil italiano». Le grandi questioni internazionali sono state al centro del dibattito organizzato al Museo M9. Da monitorare con attenzione l’andamento della Germania visto che in sette regioni italiane (Nordest compreso) l’export di beni verso il mercato tedesco vale più del 24% del valore aggiunto manifatturiero. Per Ignazio Musu, professore emerito di Ca’ Foscari e membro del Consiglio superiore di Banca d’Italia, «l’Europa si deve porre al più presto il tema dei rapporti con la Russia, e di Iran, dove sono forti gli investimenti italiani, e Turchia che si stanno avvicinando alla Cina». «L’export è una delle poche ancore di salvezza delle imprese, ma oggi è in rallentamento anche a Nordest – spiega Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto –. Serve riduzione del cuneo fiscale, sblocca cantieri, incentivi e defiscalizzazioni per l’innovazione e la R&S, quali misure propulsive per l’occupazione e la crescita». Per Carlo Carraro, direttore scientifico della Fondazione «il Nordest è l’area con la più alta apertura internazionale: Veneto e Emilia Romagna presentano il valore più alto in termini di quota media di valore aggiunto stimolato dalla domanda internazionale».— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
reGione e veneto lavoro
Welfare Day l’11 aprile Previdenza integrativa spiegata in 30 incontri MESTRE. In Veneto il 30-35%
dei lavoratori aderisce ad una forma previdenziale complementare, ma l’obiettivo della Regione è quello di arrivare almeno al 50 per cento. È con lo scopo di sensibilizzare lavoratori, cittadini e giovani sulle tematiche del welfare e contribuire a incrementare il numero di adesioni, che l’11 aprile è in programma una giornata che coinvolgerà tutta la regione sui temi del welfare integrato, previdenziale e sanitario senza dimenticare il welfare aziendale. Si tratta della prima edizione del Veneto Welfare Day promossa dalla Regione e organizzata da Veneto Lavoro, nell’ambito del progetto Veneto Welfare. Riflettori puntati sullo stato dell’arte del welfare confrontando i diversi modelli regionali. L’evento è stato illustrato ieri mattina a Mestre nella sede di Veneto Lavoro dall’assessore regionale Elena Donazzan, dal consigliere regionale - tra i promotori del progetto - Antonio Guadagnini, e da Paolo Feltrin dell’Università di Trieste, assieme ad altri soggetti a vario titolo coinvolti. I numeri delle iniziative
messe in campo l’11 aprile sono importanti. Il programma della giornata prevede un convegno regionale a Venezia, dalle 9 alle 13 nell’Aula Magna dell’Università Iuav, che riunirà attorno a un tavolo istituzioni e massimi esperti di welfare. Sparsi nel territorio sono previsti più di 30 incontri, 50 camper itineranti e oltre 200 infopoint, organizzati da associazioni di categoria, sindacati, patronati e Caf, università, scuole, centri di formazione, camere di commercio, imprese, istituti di credito e assicurazioni. «Previdenza complementare questa sconosciuta viene da dire», ha commentato l’assessore Donazzan, «oggi con uno stato sociale che fa fatica a reggere i numeri e una popolazione sempre più vecchia, è importante come Regione essere protagonisti di questa azione di diffusione e sensibilizzazione: noi vogliamo che cittadini, lavoratori e aziende sappiano che c’è uno strumento che guarderà al futuro per la qualità della vita». Il programma è consultabile sul sito: www.venetowelfare.com/eventi-welfare-day.— Marta Artico
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PRIMO PIANO
VENERDÌ 5 APRILE 2019 LA NUOVA
I nodi della sanità
Équipe itineranti di medici e chirurghi per scongiurare la chiusura dei reparti Le schede ospedaliere 2019-2023: un taglio di 546 posti letto, via le lungodegenze, più riabilitazione e spazio ai privati quelli inutilizzati in attesa di una valutazione da parte dell’assemblea») ma più rilevante appare la rotta intrapresa, riflesso di un territorio dove le culle si svuotano e la popolazione invecchia: «In ogni ospedale hub abbiamo previsto un reparto di neuropsichiatria infantile con posti letto e primario, distinguendolo dalle pediatrie», puntualizza Lanzarin «e confermiamo tutti i punti nascita, anche i tre che non hanno ottenuto la deroga nazionale - Piove di Sacco (chiuso), Adria e Valdagno non raggiungono il tetto minimo di 500 parti l’anno ndr - perché il calo delle nascite impone una revisione dei parametri. Viceversa, è prevista l’eliminazione delle lun-
Filippo Tosatto VENEZIA. È lo spauracchio che
agita i sonni di politici e manager. È il DM 70, acronimo del decreto ministeriale che ridefinisce gli standard qualitativi e strutturali della rete ospedaliera; non si tratta di consigli bonari: il regolamento assegna a ciascun reparto volumi di prestazioni e “bersagli clinici” tassativi e sottoposti a verifica annuale, riservando la chiusura tout court a chi non centra gli obiettivi. Prende le mosse da qui, dall’esigenza di salvaguardare l’offerta pubblica della salute nel Veneto, la più significativa novità prevista dalle Schede di dotazione ospedaliera 2019-2023 presentate ieri a Palazzo Ferro-Fini, ovvero la mobilità degli specialisti in camice bianco da un presidio all’altro, così da garantire il “fatturato” richiesto e scongiurare la scure romana: «Sì, sposteremo le équipe mediche tra più ospedali aiutando i più “deboli” a rientrare negli parametri di qualità e quantità», taglia corto Domenico Mantoan, direttore della sanità regionale.
SPOKE, HUB E COMUNITÀ
A introdurre il documento di programmazione, l’assessore Manuela Lanzarin:«I posti letto complessivi reali sono diminuiti in tutto di sole 9 unità, rispettando l’indice nazionale del 3 per mille per acuti, dello 0,5 per i riabilitativi e dello 0,2 per la mobilità extraregionale, con un ulteriore più 0,2 per mille destinato alle aree disagiate della montagna e del Polesine. Le apicalità? 731, secondo il rapporto consolidato 1 primario/25 medici». In cifre si passa dai 18.398 del 2013 ai 17.852 previsti nell’immediato futuro («Abbiamo “congelato”
L’assessore Lanzarin «Nessun punto nascita sarà chiuso, potenziata la rete delle cronicità» Èquipe in sala operatoria: nelle chirurgie la degenza ora è più breve e si prevede una riduzione di posti letto
il direttore generale difende chi lavora in corsia
Mantoan: «Gli scioperi? Sacrosanti» VENEZIA. Non le ha mandate a dire, Domenico Mantoan, che ha rotto un prolungato silenzio intervenendo con foga tribunizia ai lavori della commissione. L’aumento di 390 posti letti ai privati? «Faccio presente che in dieci anni gli abbiamo ridotto il budget di un centinaio di milioni a fronte di un servizio che integra il sistema pubblico: la medicina privata accreditata assorbe il 7% del nostro bilancio ma ci garantisce il 16% dei ricoveri, il 15% delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e il 7% degli accessi al pronto soccorso. Il Veneto destina loro 580 milioni l’anno, meno di ogni altra regione italiana». Il malumore tra i primari per la riduzione delle poltrone? «Sì, abbiamo tagliato 150 apicalità e 100 amministrativi, il risparmio ci ha consentito nuove assunzioni di medici e infermieri, evitando indebitamenti».
Ma perché, è l’obiezione dei commissari, nel Veneto tutte le categorie dei medici sono scese in sciopero? «Hanno fatto bene, mi stupisce solo che non abbiano scioperato anche nel resto d’Italia. Hanno un contratto nazionale bloccato da 12 anni e zero progressione di carriera, i neo assunti ricevono 2600 euro netti al mese. Come facciamo a competere con la sanità privata esente da tetti di stipendio? E come eviteremo che i nostri giovani scelgano di lavorare all’estero: in Francia e Germania i medici nelle loro condizioni percepiscono il doppio di stipendio». Qualche nota lieta? «In Italia il personale in sanità è calato del 10% nel decennio, in Veneto è a +2%. Finalmente Coletto è riuscito a sbloccare lo sciagurato tetto di spesa imposto nel 2004, speriamo bene». — Filippo Tosatto
godegenze, che determinavano ricoveri lunghi e spesso inappropriati, sostituite dal rafforzamento delle strutture intermedie e degli ospedali di comunità, accompagnato dal potenziamento della riabilitazione con un centro a valenza provinciale in ciascuna delle nove Ulss». SFORBICIATA A CHIRURGIA
Più qualità e degenze ridotte nel materno-infantile, allora; maggiori investimenti sulla “filiera della cronicità” e una sforbiciata ai posti letto anche nelle chirurgie «perché oggi tecnologia e robotica meno invasive limitano la durata del ricovero post-operatorio». La riabilitazione, già. Caratterizzata da una domanda in crescita a fronte di un’offerta insoddisfacente: «La nostra rete riabilitativa
Mancano camici bianchi perché la competenza è statale
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I CASI DI PADOVA E VENEZIA
Tant’è. L’apertura della discussione ad opera del presidente leghista Fabrizio Boron, è stato animato dagli interventi dell’opposizione. Marino Zorzato (Forza Italia) e il Pd - per voce di Stefano Fracasso, Claudio Sinigaglia, Bruno Pigozzo e Orietta Salemi - chiedono chiarezza sul percorso del Sant’Antonio, l’ospedale padovano destinato a fondersi con il Giustiniani in vista del del nuovo policlinico universitario, e del Civile veneziano a rischio di declassamento; «A Padova potremo dedicare una scheda di “transizione pluriennale” mentre la particolarità del caso Venezia è all’attenzione del sottosegretario Coletto», la replica dell’assessore. Duri Piero Ruzzante (Leu) e Patrizia Bartelle (Italia in comune) che contestano la crescita del business privato: «La Lega è il killer della sanità pubblica»; «Schede conservative, a fronte della scarsità di medicimanca il coraggio politico di cercare via nuove», il giudizio a 5 Stelle di Jacopo Berti. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
MARIO BERTOLISSI
IL COMMENTO
empo fa, se ne parlava con una certa intermittenza. Ora, se ne discute ogni giorno. La carenza di medici è divenuta drammatica. Si richiamano al lavoro medici già in pensione, magari dopo averli mandati a casa d’autorità al compimento del quarantesimo anno di servizio. Si importano dall’estero, dopo aver esportato i nostri laureati: vale a dire, dopo aver speso mezzo milione di euro ciascuno per farli medici, li abbiamo abbandonati a se stessi.
non funziona e sconta un calo di affluenza del 20% a beneficio di Friuli, Emilia e Lombardia. Dobbiamo migliorare l’offerta di recupero funzionale», scandisce Mantoan. Ancora, è immutata la classificazione degli ospedali: quelli “di base” con un bacino d’utenza tra 80 e 150 mila abitanti, gli “spoke” tra 150 e 300 mila; gli “hub” da 600 mila in su. Per una serie di specialità caratterizzate da tempi d’attesa «impropri» - psichiatria, pediatria, ostetricia/ginecologia, oculistica - è previsto l’accesso diretto dal pronto soccorso. Sul versante Iov, spunta la volontà di aprire un ambulatorio a Portogruaro.
Un governo e una gestione esemplari, non c’è dubbio! C’è qualche responsabilità oppure tutti responsabili uguale nessun responsabile? Della “tutela” della “salute” si occupa l’articolo 32 della Costituzione: è l’unico diritto definito “fondamentale”. Lo si può assicurare se ci sono risorse. Tuttavia, è un diritto, che va comunque soddisfatto: costi quel che costi. Infatti, la Corte costituzionale ha precisato che non si può andare sotto una soglia minima di interven-
ti, perché non si può pregiudicare il «nucleo irriducibile del diritto alla salute». In gioco c’è la “dignità umana”. Chi avrebbe dovuto provvedere, è presto detto. La competenza a programmare gli accessi alla Scuola medica e a stabilire il numero delle borse di studio per le specializzazioni è lo Stato: sono coinvolti il Ministero della salute e il Ministero per l’istruzione e l’Università. Hanno il potere e come l’hanno esercitato? In modo tale da mettere a rischio un diritto
“fondamentale” della persona, nonostante la riserva allo Stato di questo compito trovi la sua ragion d’essere nel fatto di dover assicurare i «livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali» su tutto il territorio nazionale: come impone l’articolo 117, 2° comma della Costituzione. Se la logica più elementare ha ancora un qualche peso, credo sia giocoforza concludere come ho già rilevato in altra occasione - che lo Stato, in Italia, non è la soluzione dei proble-
mi, ma è il vero problema. Affidare ad esso la regia di ambiti essenziali dell’ordinamento si pensi a quelli obbligati della giustizia o delle infrastrutture - non è affatto risolutivo. Tutt’al più, è opportuno avvenga quando ci si trova di fronte a Regioni ancor più inefficienti. Ma le Regioni che hanno una sanità in linea con standard di tutto rispetto è ragionevole siano messe in grado di operare senza inciampi di sorta. Sotto questo profilo, allora, le obiezioni all’autonomia dif-
ferenziata richiesta dal Veneto rivelano un disegno sottostante contraddittorio. Invece di consentire a chi fa bene di fare meglio, con l’obiettivo di stimolare al meglio chi fa peggio, si equipara tutto verso il basso. Se le cose vanno male in talune Regioni, debbono andar male in tutte. È questa l’eguaglianza desiderata? È il risultato inevitabile di concezioni solidaristico-pauperistiche, che stanno facendo regredire il Paese. Invece, ciò di cui il Paese ha estremo bisogno sono il buon governo e la buona amministrazione. Altro che secessione dei ricchi! Si tratta di evitare di divenire tutti poveri. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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VENERDÌ 5 APRILE 2019 LA NUOVA
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I nodi della sanità
«Sbagliato declassare l’ospedale di Dolo territorio impoverito» Il Comune di Mira protesta contro la decisione della Regione L’assessore: «Copre un bacino d’utenza di 130 mila persone» MIRA. A rischio il comparto
maternità, in primi Ginecologia, con il taglio dei posti letto contenuti nelle schede ospedaliere che grava sul presidio di Dolo. A rinfocolare la polemica è il Comune di Mira con il sindaco Marco Dori e l’assessore le Politiche sanitarie e Servizi alla Persona Francesco Sacco, per nulla contenti dopo i tagli decisi dalla Regione. «Il settore materno infantile è realtà» sottolinea il Comune «costruita con professionalità e grandi esperienze di formazione padovana, con una attività di circa 600 parti l’anno e con un settore completo di Ostetricia a Ginecologia riconosciuto nelle precedenti schede come Unità Operativa Complessa con letti per patologia neonatale e collegato ad un buon reparto di Pediatria». Nel corso degli anni però le nascite sono a Dolo diminuite. Erano 635 nel 2017 sono state 589 nel 2018. Nell’ospedale di Mirano, invece, le nascite nel 2018 sono arrivate a quota 911. «Le preoccupazioni» sottolinea l’assessore alle politiche sanitarie di Mira Francesco Sacco «sono motivate non solo dal drastico e ingiustificato taglio dei posti letto, ma anche dalla perdita dell’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia che, di conseguenza, viene a depotenziare il reparto col taglio di 15 posti letto tra Ostetricia e Ginecologia, 14 posti letto di Pediatria e riducendo da 8 a 2 i posti letto di patologia neonatale. Si chiede, pertanto, il mantenimento del settore materno infantile e l’unità complessa di
Ginecologia e Ostetricia, le figure apicali e un numero adeguato di posti letto per non compromettere i servizi alla popolazione”. Ma non solo. Nel distretto di Dolo Mirano dell’Usl 3 Serenissima, vengono tagliati complessivamente 149 posti letto e 3 primariati: l’ospedale di Dolo è quello che risulta maggiormente penalizzato con 104 posti letto e 4 primariati in meno. Ciò comporterà un ridimensionamento e una carenza dei livelli di assistenza sanitaria in un territorio, la Riviera, popolata da circa 130.000 abitanti, e costringendo la popolazione a cercare risposte in altri ospedali. «L’ospedale di Dolo» continua Sacco «è l’unica grande sede ospedaliera con reparti chirurgici e internistici esistente tra Padova e Mestre. È baricentrico anche tra Piove di Sacco e Mirano, con oltre 44.000 accessi annui al Pronto Soccorso è il reparto che viene subito dopo quello di Mestre sotto questo versante». L’11 dicembre 2018 il Comune di Mira aveva approvato all’unanimità un documento con il quale chiedeva nuovi investimenti per il presidio ospedaliero di Dolo, la ripresa con sollecitudine dei lavori sul Pronto Soccorso. L’ospedale è stato classificato come ospedale spoke dalle schede ospedaliere. Nelle scorse settimane preoccupazioni per il destino dell’ospedale di Dolo erano emerse anche dai sindaci della Riviera del Brenta che si erano riuniti a Stra. — Alessandro Abbadir BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
chioggia depotenziata
Ordine del giorno per chiedere un dietrofront Un ordine del giorno e una commissione consiliare per chiedere che sia rivisto il declassamento dell’ospedale. Anche il Consiglio comunale di Chioggia si sta muovendo per contestare le schede sociosanitarie regionali che penalizzano la struttura clodiense declassandola da ospedale di rete a ospedale di base. Uno scalino in discesa che si traduce nella perdita di 55 posti letto e relativi finanziamenti, e di due primariati (Nefrologia, Laboratorio analisi). L’ordine del giorno, presentato dalla capogruppo del Pd Barbara Penzo, e già firmato da quasi tutti i consiglieri di opposizione sarà proposto anche ai consiglieri di maggioranza per arrivare in aula con un documento comune che esprima la posizione di tutta la città. L’ordine del giorno chiede che siano riviste le schede ospedaliere tenendo conto della distanza dell’ospedale di Chioggia dal centro hub (l’Angelo di Mestre ndr), del traffico e della pericolosità della Romea e dell’aumento della popolazione nella stagione estiva. Mantenendo lo stato attuale (ospedali con bacini di almeno 200.000 persone) Chioggia manterrebbe tutti i servizi oggi in funzione, i posti letto, i finanziamenti e il personale in organico. E. B. A.
L’ospedale di Dolo rischia di essere ridimensionato dalle schede regionali
in controtendenza
Usl 4, più letti e specialità in attesa del nuovo presidio SAN DONÀ. Tagli alle Usl vene-
te, risparmiata anche questa volta quella “intoccabile” del Veneto orientale. La Usl 4 appare “graziata” dalle decisioni della Regione che continua apparentemente a potenziarla. Potenziati reparti come la Dermatologia, che fa il suo ingresso a Portogruaro con un vero reparto, e anche il punto nascite ha un primario e sta assumendo personale, attivando la procreazione medicalmente assistita. Ci sarà addirittura una specializzazione per i problemi di alimentazione nell’infanzia. Poi Jesolo che diventa polo riabilitativo di ambito e li-
vello provinciale, sia per la cardiologia sia per la fisiatria. Presto un percorso cardio assistito nel parco del nosocomio in via Levantina. Interventi e lavori a tutto spiano si susseguono nei tre nosocomi di Jesolo, San Donà e Portogruaro. E mentre in giro si tagliano i posti letto, qui arrivano 285 letti nuovi di zecca e manovrati elettricamente. Il direttore generale Carlo Bramezza pare che abbia carta bianca dalla Regione e da Zaia che lo definì a suo tempo “il Mourinho” della sanità. La sola Usl mantenuta e potenziata è quella del Veneto orientale e adesso si parla, anche se non men-
la novità
Cartilagini, tessuti e staminali tre ricerche finanziate dall’Avis MESTRE. Tre progetti di ricer-
ca portati avanti dall’Avis, con al centro le cellule staminali: isolate, quindi studiate in laboratorio, con lo scopo di riutilizzarle per la loro capacità di rigenerare i tessuti. Nello specifico, la cartilagine, il tessuto cardiaco e quello dei vasi del fegato. Mente di questi studi sono due giovani ricercatrici dell’Università degli Studi di Padova: Elena Stocco, 33enne di San Marti-
no di Lupari laureata in Farmacia, e Silvia Barbon, biologia 34enne della Provincia di Treviso, ma padovana di adozione. Quelli che potrebbero essere due cervelli in fuga: Stocco ha già trascorso un periodo alla Columbia University di New York, vincendo un bando e portando avanti degli studi già iniziati a Padova. Ora l’obiettivo del progetto è la ricerca dei fondi: servono circa 100 mila euro. E, maga-
ri, aggiungere un nuovo cervello italiano. E poi, naturalmente, per proseguire i progetti, che sono stati presentati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede Avis di via Einaudi: incontro al quale, oltre alle due ricercatrici, hanno partecipato anche il presidente regionale di Avis Giorgio Brunello, i presidenti di Tes e Ape, rispettivamente Pierpaolo Parnigotto e Giuseppe Tagariel-
Elena Stocco e Silvia Barbon in laboratorio
lo, e il responsabile della campagna Avis per la ricerca Luigi Piva. I progetti in questione sono tre. Il primo propone una nuova strategia terapeutica per il trattamento dell’emofilia A, tramite il trapianto
nel fegato del malato di cellule staminali isolate da sangue periferico e di preparati ematici idonei al rinnovamento delle cellule. Il secondo è dedicato alla cartilagine, con lo studio in laboratorio di una
zionato ancora nelle schede regionali, di ospedale nuovo del sandonatese. Unico “neo” evidenziato da Sinistra Italiana, con Salvatore Esposito, è il pronto soccorso di Jesolo. SI ritiene che sia stato declassato a punto di primo intervento, al pari di quelli di altre località turistiche quali Bibione, Caorle Cavallino Treporti. La scheda non è chiara in merito, ma in effetti il primariato sarà spostato a San Donà. Il litorale avrà un super coordinatore, nella figura del medico Fausto De Ferra che seguirà tutti i punti di primo intervento delle spiagge. — Giovanni Cagnassi
bioprotesti intelligente, in grado di riparare i danni cartilaginei negli sportivi, ma non solo. Infine, quella che è l’ipotesi più suggestiva: la sostituzione delle cellule del tessuto cardiaco, in seguito a un infarto, con cellule staminali in grado di rigenerare il tessuto. Tre studi che necessitano di fondi per essere proseguiti. E proprio con questo obiettivo è stata fissata nel 14 aprile la Giornata della ricerca, promossa dalla sezione regionale dell’Avis a sostegno delle ricerche scientifiche di Tes e Ape. Gazebo in piazza, rappresentazioni teatrali, manifesti, totem e pieghevoli informativi riguardanti i tre progetti, per la raccolta dei fondi a supporto dei tre progetti. — Laura Berlinghieri