Politecnico di Milano Scuola di Architettura e Società
Milano Leonardo
a.a. 2013 – 2014
corso integrato di PROGETTAZIONE TECNOLOGICA E VALUTAZIONE DEL PROGETTO modulo di PRINCIPI DI PROGETTAZIONE ESECUTIVA docente PIETRO CHIERICI
DUTCH EMBASSY OMA
BERLIN, GERMANY 2003 GRUPPO N. 5 AGOSTI MARCO ALAMPI FABIO ALLEGRETTI GRETA ALLOCCHIO EDOARDO AMBROSI FRANCESCA AQUARI LAURA AZZENA CHIARA BAZZURRI ELEONORA BENEDETTI GIULIA CARBONARI MARTINA
Indice:
1. BERLINO #5
6. STRUTTURA
1.1. La ricostruzione
6.1. Struttura portante irregolare
1.2. “Ostalgia”
6.2. Il sistema a nucleo in calcestruzzo
1.3. Alexanderplatz
6.2.1. Funzionamento
1.4. Tra urbanistica ed ideologia
6.2.2. Vantaggi
2. COSTRUIRE UN’AMBASCIATA #9
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6.2.3. Simulazioni e progetto
2.1. Significato
7. INVOLUCRO
2.2. La presenza olandese a Berlino
7.1. Interfaccia
2.3. Il bando di concorso
7.2. Tecnologia e climatizzazione
7.3. Illuminazione
3.1. La cooperazione è il nuovo messaggio
7.4. Materiali
3.2. La poetica del progetto
3.3. Il ruolo del contesto
8. ATTORI E PARTICOLARI DI PROGETTO #81 9. PREMI #83
3. IL PROGETTO
4. PRINCIPIO INSEDIATIVO
4.1. Principio formale
4.2. Programma funzionale
4.3. Relazione con l’intorno
5. PROMENADE
5.1. Descrizione
5.2. Valore funzionale
5.3. Valore simbolico
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1. Berlino
1.1. La ricostruzione Nel 1991, mentre Bonn rappresentava il successo di una città democratica, Berlino era ritenuta la capitale della monarchia, una democrazia abortiva con due dittatori, che vinse le elezioni e divenne la nuova capitale della Germania grazie alla sua diversità ed il suo cosmopolitismo Dopo il 1989 risulta fondamentale creare un paesaggio urbano omogeneo, senza vuoti o spazi di risulta, considerati terre di nessuno. Si avvia quindi una rapida produzione architettonica, molti architetti arrivano in città per realizzare un valido progetto urbanistico che definisca la nuova identità di una Großstadt che ospita una delle civiltà più all’avanguardia d’Europa. Tutti i rappresentanti del minimalismo, del decostruttivismo, del postmodernismo, dell’espressionismo e del razionalismo fanno sfoggio delle nuove tecniche, come l’utilizzo di forme iperboliche e paraboliche, il calcestruzzo architettonico o brutalista, le strutture metalliche, le facciate in plastica colorata, in alluminio dorato o vetro incollato.
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1.2. “Ostalgia” Durante la ricostruzione emerge tra la gente un sentimento chiamato “ostalgia”, un termine che rappresenta la combinazione delle parole tedesche ost (est) e nostalgie (nostalgia): dopo la caduta del muro nel 1989 e la riunificazione tedesca negli anni successivi, la vecchia burocrazia socialista fu rimpiazzata e tutti i prodotti del GDR (German Democratic Republic - Repubblica Democratica Tedesca) scomparvero dai negozi e vennero sostituiti dai prodotti occidentali. Alcuni abitanti della Germania est iniziano ad accusare un po’ di nostalgia per certi aspetti della loro vecchia vita e cultura nell’ex GDR, scomparsa dopo la riunificazione.
1.3. Alexanderplatz Dopo la riunificazione, sebbene il governo tedesco abbia fatto molti sforzi per integrare le due parti della città, esse avevano comunque landscape ed effetti visivi molto differenti. Alexanderplatz era considerata il centro della Berlino est ed ospitava il Fernsehturm (la torre televisiva) che fu utilizzato come simbolo di Berlino dall’amministrazione GDR. Il Rotes Rathaus (il municipio rosso) e il Palast Der Republik (Palazzo della Repubblica), appena demolito, erano anch’essi collocati attorno ad Alexanderplatz, rendendola un’area governativa. Qui sono collocate anche alcune ambasciate, come quella olandese, che ha raccolto il carattere poliedrico di quest’area e della città con grande successo. Alexanderplatz era considerata una personificazione della moderna visione socialista della città; la vita sociale, il commercio, il suo centro di comunicazione e il suo design urbano erano molto importanti per i progettisti GDR, ma oggi questo design socialista-modenista non combacia più con la visione dei progettisti. “Alexanderplatz è diventata uno spreco del prezioso centro urbano e rappresenta una frattura con la struttura storica di Berlino. L’ex esempio socialista ora appare anacronistico; le sue certezze temporali sono state dislocate e rimpiazzate da un senso di ambiguità” (Weszkanlys, 2010, 11-12).
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1.4. Tra urbanistica ed ideologia Kenny Cupers e Markus Miessen definirono la Berlino contemporanea come “un paesaggio poroso che respira silenzio”: l’esperienza della città include rotture, vuoti, improvvisi cambiamenti, inconsistenze. Berlino, a causa della sua storia, espone degli spazi sparsi e senza gerarchia, e può essere mostrata come un frammento urbano che raccoglie ideologie passate e presenti. Proprio il suo stretto legame con la storia differenzia Berlino da molte altre capitali europee: tutte le visioni, i sogni e le forze che hanno provato a darle una struttura, sono state determinate dall’esperienza in corso e all’ideologia vigente. “L’urbanistica non esiste veramente, è solo un’ideologia nel senso del mondo marxista. L’architettura esiste, come la Coca Cola: grazie alla copertura dell’ideologia è una produzione reale, che soddisfa falsi bisogni. L’urbanistica è paragonabile alla propaganda attorno alla Coca Cola - pura ideologia spettacolare” (Koolhaas, 2000, 99). In questo senso Berlino è sia un’eccezione che un esempio eccellente, perché sia l’urbanistica che l’ideologia sono intrecciate attorno alla città: idee e modi di pensare passati e presenti si impongono sul landscape urbano. “L’ambiente costruito a Berlino dà forma alla storia della città e la identifica decifrando il suo passato” (Cupers & Miesses, 2000, 58).
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2. Costruire un’ambasciata
2.1. Significato La produzione architettonica di una città capitale è decisamente importante per la politica e l’architettura rappresentativa dello Stato e Berlino si qualifica tra le capitali più all’avanguardia d’Europa. In questo contesto, l’edificio di un’ambasciata gioca un ruolo significativo come rappresentante di una nazione in una città diversa, specialmente in questo mondo moderno in cui difficilmente si può parlare di “architettura nazionale”. E’ sempre stato chiaro che l’architettura ed il design avessero un ruolo importante nel rappresentare lo spirito di una nazione. Capitali ed edifici governativi dovrebbero simbolizzare una nazione o uno stato nel suo complesso, ma d’altra parte vengono scelti dalle autorità, non dalla popolazione, e vengono progettati da un architetto, non da comuni utenti. Il prodotto finale può non corrispondere ad una vera e propria identità nazionale. L’architettura, insieme alla pianificazione urbana, tande ad amplificare l’identità di una nazione, ma spesso alcune parti importanti vanno perse, poiché sono molti gli attori che partecipano alla costruzione di un edificio governativo o all’elaborazione di un piano urbanistico. Colui che prende la decisione di intervenire sulla città è la burocrazia, la quale si affida ad un altro personaggio, per esempio un designer, il quale non può non proiettare la proprio personale idea, nonostante il progetto debba avere un’identità nazionale. Quando si tratta di un’ambasciata, poi, il problema è maggiore: ben due sono i paesi convolti, quello ospitante e quello ospitato.
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2.2. La presenza olandese a Berlino L’esigenza di costruire una nuova ambasciata olandese nacque nei primi anni 90, quando si decise di trasferire la sede dell’ambasciata da Bonn a Berlino, capitale del paese dopo la riunificazione. Prima della seconda guerra mondiale, l’Olanda era rappresentata a Berlino da una delegazione sita nella Rauchstraße, all’interno di un edificio acquistato negli anni 20 e poi demolito negli anni 30 per realizzare dei locali per la cancelleria di Adolf Hitler. Dopo la demolizione, lo stato olandese acquistò vari edifici, con l’intenzione di realizzare una nuova sede. Fu incaricato di selezionare il palazzo più idoneo l’architetto e professore J.A.G. van der Steur, una personalità poco nota nel campo dell’architettura, se non per il progetto del “Peace Palace” a Den Haag, in Olanda. Egli ritenne idoneo il palazzo situato al numero 10 di Rauchstraße, che aveva tuttavia degli interni poco adatti (a suo parere), i quali furono infatti riprogettati da un architetto berlinese. L’edificio fu gravemente danneggiato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e poi venduto a un privato nel 1973. L’ambasciata olandese avrà sede a Bonn fino a quando, negli anni 90, prevarrà l’esigenza di tornare nella capitale tedesca. La prima sistemazione, provvisoria, è nel cuore di Berlino, all’interno dell’edificio dell’IHZ (Internationales Handels Zentrum); il bando di concorso per la costruzione della nuova ambasciata viene indetto nel 1997.
2.3. Il bando di concorso Non avendo una lunga e consolidata tradizione di costruzione di edifici all’estero, il progetto di una nuova ambasciata è un passo importante per l’Olanda sul terreno europeo. Fino a quel momento, infatti, gli edifici erano stati presi in affitto, non progettati ex novo. Tre sono punti chiave: - L’Olanda deve distinguersi - La nuova posizione dell’ambasciata non deve essere solo funzionale, ma anche di rappresentanza; - L’edificio deve riflettere l’ospitalità e l’apertura dell’Olanda così come i suoi standard culturali. Viene commissionato un edificio solitario, di grande impatto e visibilità.
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Si abbandona inoltre la prima ipotesi di costruire in un lotto periferico. Dopo una lettera dell’ambasciatore van Walsum indirizzata al segretario generale del Ministero degli affari esteri (in cui spingeva perchè si scegliesse una zona più centrale e conosciuta) viene acquistato un lotto sulla Klosterstraße nel quartiere Mitte, lungo la Sprea. La costruzione dell’Ambasciata diventa occasione per ridefinire l’immagine dell’Olanda in terreno europeo. “L’obbligo al ‘comportarsi normalmente’ è il più grande flagello della cultura olandese, il loro compiacimento ha portato ad un modernismo trasformandolo in uno stile di puri riflessi. A questo punto l’attenta esplorazione e riconsiderazione di un vasto numero di questioni tecniche può avere un effetto rigenerante e creare un distinto profilo dell’Olanda rispetto al resto degli stati europei: meno retorica e più azione” (Chaslin, 2004,130). Anche sotto il punto di vista tecnologico vengono dettate alcune linee guida. L’edificio, secondo il “Real Estate Abroad Departement”, doveva riflettere i risultati conseguiti nei campi dell’architettura e dell’interior design dall’Olanda, prestando molta attenzione ai costi del progetto. Fu sancita la necessità di usare materiali di alta qualità e tecnologie innovative, volte soprattutto a garantire ottime prestazioni dal punto di vista energetico e della sostenibilità ambientale. Al concorso per l’ambasciata, bandito a livello europeo, partecipano molte grandi firme dell’architettura contemporanea. Su decisione della commissione, il progetto può essere redatto da una singola firma oppure da un’associazione di architetti. Le selezioni iniziano nel 1996. La commissione di concorso rimane impressionata da Rem Koolhaas, dalla sua visione, dai suoi propositi. Sottolineano che il design di OMA aveva le qualità rappresentative richieste e poneva in risalto tutte le varie sfaccettature olandesi dell’architettura: design urbano, architettura d’interni, design industriale e arte. La loro capacità di concepire e realizzare bellissimi progetti si sposava con la capacità olandese di portare a termine con successo tutto ciò che veniva intrapreso.
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AMO
OMA TEAM
Ellen van Loon
Reinier de Graaf
Shohei Shigematsu
Iyad Alsaka
SEDI OMA
David Gianotten
Rem Koolhaas
ROTTERDAM HONG KONG NEW YORK BEIJING DOHA
3. Il progetto
3.1. La cooperazione è il nuovo messaggio Dal punto di vista formale, la richiesta olandese stona con la tradizione berlinese in fatto di edifici pubblici governativi, da sempre costruzioni solenni ed anonime, formalmente integrate con il contesto urbano. Inoltre le linee programmatiche della ex berlino ovest chiedono che gli edifici del nuovo quartiere Mitte riflettano lo stile architettonico locale del XIX secolo. Rem Koolhas riesce a raggiungere un compromesso tra la tradizione urbanistica locale e le spinte innovative promosse dalla committenza. Le sue scelte progettuali oscilleranno sempre su atteggiamento di obbedienza e disobbedienza nei confronti del contesto sia architettonico che sociale Una delle prime scelte, è quella della tipologia edilizia. Rem si attiene al tipo a blocco tradizionale, ma si rifiuta di adattarlo alla griglia urbana preesistente, isolandolo e sfalsandolo dal suo contorno. Obbedientemente, rispetta il perimetro del lotto ma, disobbedentemente affianca al blocco un edificio a L che chiude l’ambasciata rispetto alla città, privilegiando l’affaccio sul fiume Sprea. Un altro punto fermo di Rem è la decisione di allontanarsi dallo stile dei progetti della City di Berlino, che, a suo parere, non avrebbero mai portato ad una nuova forma di modernismo. Nel progetto dell’ambasciata vede una grande opportunità per costruire un’architettura innovativa ed ambiziosa. Proprio a causa dell’aspetto inusuale del progetto e per le differenze culturali trai due paesi coinvolti, la stesura del progetto subisce molti ritardi. Sotto il motto “Zusammenarbeit ist die neue Botshaft” (ovvero, “La cooperazione è il nuovo messaggio”) Koolhaas riuscì a completare il suo ambizioso progetto senza dovervi apportare modifiche significative. Ciò che OMA riesce a realizzare interpreta al meglio le ambiziose esigenze dello stato olandese, ponendosi come una sfida architettonica e di design urbano.
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3.2. La poetica del progetto Il grande risultato raggiunto dal progetto non è solo architettonico, ma anche culturale e sociale. Dai dualismi, dalle resistenze e dai compromessi delle prime fasi di progetto, emerge un edificio che riesce a trasmettere in pieno l’anima olandese,. Paradossalmente è proprio il contesto berlinese a fornire l’elemento più rievocativo: l’acqua. La Sprea riflette l’immagine dell’ambasciata come canali riflettono i tipici paesaggi urbani olandesi. Meno evidente, ma forse ancora più efficace, una volta compreso, è il legame tra la sobrietà del il volume e l’indole pacifica dell’Olanda e del suo popolo. Koolhaas definisce il proprio progetto “modesto” e “non spettacolare”: pur nella sua particolarità, l’Ambasciata non vuole stravolgere la città. La stessa indole che L’Olanda ha mantenuto in Europa nel corso dei secoli, conflitti mondiali compresi. Dopo aver vissuto l’agonia della guerra torna a Berlino senza perdere la sua serafica compostezza.
3.3. Il ruolo del contesto Nel progetto dell’Ambasciata olandese, OMA riesce a dar voce alle proprie idee sull’urbanistica moderna. Nonostante il suo stile ambizioso e visionario, della teoria della “bigness” e del motto “fuck the context”, OMA crede nell’importanza di relazionarsi al contesto urbano, di fronte al quale deve porsi in un’ottica dialogo e comprensione. Il suo ruolo è quello di intuire e seguire la direzione verso la quale la città ha bisogno di muoversi, così come un surfista fa con un onda. Solo in questo modo si può creare un prodotto architettonico valido sotto ogni punto di vista. Un impatto visivo positivo è ottenibile solo attraverso eleganza compositiva ed adattamento al contesto.
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SCHIZZO PROGETTUALE
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Mappa Berlino, quartiere Mitte
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Il progetto di ricostruzione di Berlino fin dalla caduta del comunismo ha sempre cercato di creare un’esperienza architettonica unica attraverso adeguate dimensioni delle costruzioni. La preesistenza utilizzava la formalità del blocco per definire unità, mentre Rem Koolhaas utilizza i quattro angoli del lotto e il cubo distinto per rompere la rigidità del blocco.
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4. Principio insediativo
4.1. Principio formale Il rigido rapporto tra forma del lotto e dell’edificio (coincidenti, per tradizione berlinese) viene rotto da Koolhaas, il quale spezza in due parti la singola struttura continua imposta dalle normative di Berlino. L’ambasciata olandese si compone di due edifici di forma diversa che rispondono a programmi funzionali diversi. L’ambasciata vera e propria, con i suoi locali di pertinenza, è collocata in un volume cubico di lato di 17 metri. Le camere degli ospiti e gli spazi di connessioni sono invece in un sottile volume a L che, come una cornice, delimita lo spazio dell’ambasciata rispetto la città, aprendo lo sguardo verso Sprea, e crea una corte interna protetta.
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4.2. Programma funzionale Il cubo accoglie i locali dell’ambasciata e molti servizi, mentre la L ospita le residenze per gli ospiti; quattro ponti pedonali collegano a livelli diversi le due unità, consentendo inoltre la vista panoramica del fiume da altezze diverse. Una lunga promenade collega tutti i livelli del cubo, dall’ingresso fino alla terrazza, attraversando spazi pubblici e semipubblici, tra cui sale internet, sale riunioni, poste, ambienti di lavoro, uffici, ambienti per funzionari politici, zona fitness, caffè e ristorante.
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L ’ E S P E R I E N Z A
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sezione A
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LAVORO
L’ambasciata Olandese enfatizza la sensazione di apertura, grazie alla separazione di spazi privati e spazi di lavoro. La strada di accesso tra il cubo e le residenze funziona come un cortile aperto da parte a parte che permette una vista panoramica verso la Sprea verso il parco.
sezione B
B A spazi di circolazione spazi pubblici
Il percorso all’interno dell’Ambasciata definisce gli spazi circostanti. Gli spazi pubblici sono allineati lungo la passeggiata, così come le sale riunioni, l’area fitness e il caffè. Gli spazi di lavoro costituiscono le aree rimanenti. Il lungo percorso si spinge fino alla facciata creando dei solchi.
spazi privati
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4.3. Relazione con l’intorno Si è già parlato dell’importante relazione con il fiume Sprea, ma quello naturale non è l’unico contesto con cui l’edificio si relaziona. La volontà di isolamento dell’Ambasciata viene ottenuta non solo con una distanza spaziale, ma anche con una differenza materica: alla pietra degli edifici vicini si oppongono il vetro e l’alluminio. Tuttavia, molteplici sono i legami tra l’edificio e ciò che la circonda, in una doppia direzione interno-esterno ed esterno-interno. Lungo la promenade interna all’edificio sono disseminate viste strategiche sulla città, ad esempio la finestra che inquadra precisamente la torre della TV. Questa non è importante solo per la caratterizzazione dello skyline, ma piuttosto per la storia della città: è testimonianza del precedente regime comunista. La promenade, allo stesso tempo, è visibile dall’esterno, poiché in facciata essa si identifica in una sporgente striscia vetrata; si palesa anche maggiormente di notte, quando questa è illuminata. I ponti aerei contribuiscono invece a creare cornici sulla città, caratterizzando l’intorno e inquadrandolo in suggestive immagini “fotografiche”, dotate di maggior profondità ed interesse architettonico.
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SKYBOX Una sala riunioni si proietta al di sopra dello spazio aperto. Le persone possono vedere all'interno creando un dialogo tra il pubblico e gli ambasciatori.
VISTA VERSO LA TV TOWER La TV Tower è un simbolo forte di Berlino e rappresenta il precedente regime comunista. Un vuoto taglia i muri interni e l’edificio per permettere la vista della torre.
PERCORSO La parte più trasparente dell’edificio fuoriesce verso l’esterno, palesando la sua presenza su due facciate esterne.
INGRESSO DAL CORTILE L’ingresso principale per il pubblico si trovanella corte interna, dalla quale è sempre possibile osservare la TV Tower.
TERRAZZA L’ascensore determina una parte della struttura culminando sulla copertura, definendo uno spazio aperto, una terrazza panoramica da cui è possibile osservare Berlino e la Sprea.
BLOCCO RESIDENZIALE Il blocco residenziale rispetta il severo codice di ricostruzione della città che ordina l’edificazione in tutti e quattro gli angoli del lotto, permettendo di orientare nel modo corretto il cubo sulla strada principale verso il fiume a sud.
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SUD OVEST
EST SUD
PROMENADE
NORD EST
NORD
Seminterrato
Terzo Piano
Settimo Piano
Seminterrato
Terzo Piano
Settimo Piano
Piano Terra
Piano Terra
Primo Piano
Quarto Piano
Quarto Piano
Quinto Piano
Ottavo Piano
Ottavo Piano
Nono Piano
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Primo Piano Primo Piano
Quinto Piano Quinto Piano
Nono Piano Nono Piano
Secondo Piano Secondo Piano
Sesto Piano Sesto Piano
PIANTE
Sezione B-B’
B
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A B’
Dettaglio a Pag. 52
Dettaglio a Pag. 53
SEZIONE A-A’
SEZIONI
Sezione B-B’ Sezione B-B’ SEZIONE B-B’
5. Promenade
5.1. Descrizione La “traiettoria” è uno degli elementi più significativi del progetto, se non addiritittura il più caratterizzante, in quanto determina sia l’aspetto esterno che la comunicazione interna dell’edificio. È un percorso continuo tra ambienti pubblici e semipubblici dei due edifici; costituito da rampe e corridoi, collega gli otto piani della costruzione modellandone il programma e determinando aspetti importanti del vivere e dell’abitare l’Ambasciata.
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CIRCOLAZIONE
VISITATORI
VISITATORI + DIPENDENTI
Cambio di Livello Destinazione Elementi di Circolazione Verticale
DIPENDENTI
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INGRESSO
SALA INTERNET
SALE RIUNIONI
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AMBASCIATORE
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RESIDENZE ADIACENTI
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STRADA
TV TOWER
PARCO E FIUME
Secondo Rem Koolhaas, Berlino è una città definita da vuoti derivanti dalla sua storia bellica. I bombardamenti hanno creato assenze all’interno della città anche in aree dense. Koolhaas inserisce il tema del vuoto anche in questa architettura per definire un senso di identità ed un rapporto con il contesto. Si tratta di una rilevanza contestuale importante che permette ai vuoti di fondersi con la facciata dell’edificio, creando viste verso la città.
5.2. Valore funzionale Dall’ingresso, la traiettoria del sentiero conduce alla biblioteca e alle sale, costeggiando gli uffici, portando fino alla zona fitness ed infine al ristorante sulla terrazza sul tetto. Questa traiettoria distribuisce anche aria fresca dalla facciata agli spazi di lavoro. In alcuni punti il percorso sfugge ai vincoli perimetrali, con una sporgenza, in altri invece l’esterno viene solo sfiorato, con tagli in facciata. In entrambi i casi, però, offre viste strategiche sul fiume e sulla città. Anche il colore, insieme ai richiami puntuali appena citati, enfatizza la percorribilità e direzionalità della promenade. Questo caratterizza sia l’interno, differenziando le zone d’uso (uso di materiali di colori diversi) sia l’esterno, arricchendone il prospetto notturno (fascia illuminata di sfumature diverse, dal verde al giallo fino al rosso).
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SPECCHIO ROSSO
Le aperture sono sapientemente posizionate sulla facciata dell'edificio. Per esempio, la TV Tower si può osservare sia attraverso la vetrata all'interno dell'edificio, sia dal marciapiede al piano terra grazie alla foratura. Le viste si alternano attraverso il percorso circolare interno e permettono di scandire il tempo e il movimento negli spazi. Il concetto è O P E R A Z I O N I rafforzato attraverso il sapiente uso di colori e materiali che distinguono differenti zone d'uso.
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PERCORSO VERDE
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ILLUMINAZIONE GIALLA
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stampa
percorso sala internet
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sala riunioni
ufficio del delegato
uffici
uffici
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sala attesa
politica
uffici
uffici
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terrazza
caffè
palestra
sala riunioni
sala multi uso
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5.3. Valore simbolico Questo concetto, senza precedenti per quanto riguarda gli edifici ufficiali e di rappresentanza, allude alla costruzione di un’Olanda “verticale” che nell’avvolgersi su se stessa ingloba scorci del paesaggio urbano che la circonda. La libera circolazione all’interno del cubo attraverso un percorso di 200m, zigzagando trai piani, fornisce inoltre il senso di sicurezza e stabilità necessarie per un’ambasciata.
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6. Struttura
6.1. Struttura portante irregolare Non vi è alcun legame tra la facciata e la struttura portante, in quanto alla la semplicità della prima non corrisponde la linearità della seconda, ma piuttosto una grande irregolarità interna che risulta perfettamente celata dalle pareti vetrate. La struttura portante, in cemento armato ed acciaio, si articola in pilastri posti lungo una cornice perimetrale ed in alcuni setti interni. Tra questi, quelli che delimitano il vano dell’ascensore, elemento caratterizzante del percorso verticale; i motori trovano spazio sula terrazza, delimitando l’area di sviluppo verticale. Altri setti portanti sono distribuiti in pianta, ma non si ripetono uguali in tutti i piani, andando a costituire come varie strutture portanti, a vassoi.
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6.2. Il sistema a nucleo in calcestruzzo 6.2.1. Funzionamento Il nucleo in cemento è un sistema che permette di rinfrescare l’edificio utilizzando la massa termica di costruzione. Questa tecnica consiste nell’inserimento di condotte in materiale sintetico attraversate dall’acqua all’interno della soletta in cemento armato. Questa soluzione tecnologica può essere realizzata in due modi diversi fra loro. Il primo consiste nel getto in loco delle solette in cemento armato, inserendo prima del getto le condotte per l’acqua, poste fra l’armatura superiore e quella inferiore. Il secondo prevede invece l’uso di solette prefabbricate, contenenti già al loro interno le condotte. Le condotte sono poi collegate con i collettori ed in funzione dei bisogni ospitano il passaggio dell’acqua, che va da una temperatura di 16 gradi centigradi fino a 26. Questo sistema può essere utilizzato lungo l’intero arco della giornata o esclusivamente nelle zone notturne. 6.2.2. Vantaggi Il principale vantaggio di questo sistema è quello di raffreddare l’edificio senza utilizzare delle correnti d’aria fredda, mantenendolo fresco senza provocare situazioni di basso comfort termico. Come il riscaldamento a serpentine, questo sistema non si basa sulla convezione ma sull’irraggiamento e utilizza in maniera ottimale l’inerzia termica dei materiali costituenti la soletta. Per ottenere un risparmio in termini economici, il raffrescamento che avviene durante le ore della giornata può essere attivato la sera prima, in modo tale da procedere alla preparazione ed allo stoccaggio durante le ore notturne, che godono di tariffe energetiche più convenienti. Questo sistema dunque ha due grandi vantaggi, il primo legato al risparmio energetico ed economico, il secondo legato al benessere e alla produttività dei dipendenti dell’ambasciata, che lavorano in una situazione di grande comfort termoigrometrico. Il consumo energetico solitamente rappresenta il 3% del costo di utilizzo dell’edificio, di cui solitamente un terzo è dedicato al riscaldamento e al raffrescamento. Con questo sistema tecnologico si garantisce un risparmio energetico del 10% rispetto ai consumi degli edifici simili che non utilizzano questo sistema.
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vano ascensore montanti portanti
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muri colonne
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La struttura dell’ambasciata è molto irregolare, ma dalla facciata è difficile percepire la complessità. Questo ci permette di mettere in luce un altro aspetto: la facciata non è altro che una pelle o un filtro tra interno ed esterno. Nel progetto di Koolhaas non c’è una relazione immediata tra gli spazi e la facciata assume la funzione di bordo. Questo libera la facciata da ogni funzione ornamentale diventando un limite forte e definito tra interno ed esterno. All’interno di questo limite si inserisce la struttura che però non si rivela per la sua vera essenza: al contrario si nasconde dietro un velo.
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6.2.3. Simulazioni e progetto L’ambasciata olandese ha una superficie di 6000mq di pavimenti raffrescati, mentre la superficie con pavimento a serpentine è pari a 5000 mq. Solitamente il calore viene emanato dalla parte inferiore della soletta, per cui non è consigliato l’inserimento di un controsoffitto contenente impianti elettrici e idrici. Questi possono invece essere collocati nella parte superiore della soletta o in apposite scanalature nel cemento armato. Per l’isolamento acustico e l’illuminazione si possono utilizzare dei soffitti sospesi. Questo sistema utilizza la grande inerzia termica del calcestruzzo, e rilascia quindi il fresco in modo graduale, facendo in modo che non ci siano delle grosse variazioni termiche all’interno dei locali. Questo è un vantaggio per il comfort dei dipendenti, ma ha anche un aspetto negativo, poiché non permette di cambiare rapidamente la temperatura a fronte di cambiamenti climatici repentini. Durante la progettazione di questo edificio sono state fatte delle simulazioni per verificarne il comportamento termico utilizzando il software TRNSYS e considerando anche il comportamento dell’involucro, caratterizzato da un rapporto superficie vetrata / facciata esterna del 50%. Lo studio Oma, molto attento al risparmio energetico utilizza un vetro che consente di schermare il 20% delle radiazioni solari in entrata. È stato calcolato che dal momento dell’accensione del sistema di raffrescamento sono necessarie circa 8 ore per ottenere la temperatura desiderata. Si sono fatte inoltre delle simulazioni per comparare tre diversi metodi refrigeranti: il sistema con ventil-convettori, quello con soffitti refrigeranti e quello con sistema refrigerante nella soletta (descritto fino ad ora). È stato osservato come tutti e tre i sistemi siano capaci di generare un elevato comfort termico durante la stagione estiva. Sicuramente il sistema con ventil-convettori è quello più rapido ed efficiente, ma il sistema refrigerante a solette usato dall’ambasciata può essere considerato il migliore dato che evita flussi d’aria fredda (fastidiosi per i lavoratori) e variazioni di temperatura troppo repentine. Il sistema a nucleo in calcestruzzo inoltre dà una forte sensazione di comfort in quanto la temperatura interna si evolve in un modo simile a quella esterna: se la temperatura esterna aumenta, una temperatura interna leggermente più elevata sarà tollerata meglio.
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7. Involucro
7.1. Interfaccia La funzione di filtro interno esterno viene svolta dalla facciata con grande sobrietà, lontano da qualsiasi intenzione decorativa o ornamentale. Si preoccupa semplicemente di avvolgere la struttura, rendendo intangibile ed invisibile l’irregolarità degli interni. L’unico elemento che trapela all’esterno è la promenade, il cui andamento è proiettato in facciata attraverso sporgenze e diverso trattamento delle superfici vetrate, ed i suoi scordi, visibili come tagli in facciata. La plasticità del prospetto non dà quindi informazioni sulla struttura o sul programma dell’edificio, ma sulla circolazione e complessità spaziale.
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F L U S S O
D E L L A
F A C C I A T A
D ’ A R I A
V E N T I L A T A
D E T T A G L I O
D E L
F L U S S O
3
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S T R A T I G R A F I E
S t r a t i g r a f i a
n e l
p e r c o r s o Telaio metallico Rivestimento Protettivo
40mm
T E C N O L O G I A
f a c c i a t a
32mm 100mm
2
b
S t r a t i g r a f i a
1
Nel percorso è presente aria pressurizzata
a
L’aria si muove all’interno delle aperture
2
L’aria si muove passivamente negli uffici
b
Aperture ad-hoc permettono il flusso d’aria
c
Una valvola controlla la temperatura degli ambienti
3 L’aria calda viene spinta fuori attraverso la facciata
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24mm 100mm
10mm
1
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Vetro di sicurezza
16mm
S t r a t i g r a f i a
Doppia vetrocamera Copertura metallica
a l t r e
f a c c i a t e Vetro di sicurezza
Doppia vetrocamera Rivestimento a controllo solare Rivestimento protettivo
7.2. Tecnologia e climatizzazione La tecnologia usata è quella della facciata ventilata, ovvero vetrate doppie il cui intercapedine funge da condotto di estrazione dell’aria. Questo sistema lavora sinergicamente al sistema di aerazione interno, che si basa sullo scorrimento di aria pressurizzata all’interno del percorso. L’aria raggiunge passivamente i vari servizi e locali di lavoro, raffrescando l’ambiente. L’aria calda, attraverso opportuni collegamenti, raggiunge l’intercapedine della facciata ventilata, la quale, come un camino, provvede alla sua espulsione all’esterno dell’edificio attraverso un sistema di valvole e tiraggio.
7.3. Illuminazione La percentuale di aperture è prossima al 50% della superficie verticale esterna dell’edificio, quindi non si hanno problemi di deficit di illuminazione. Il prospetto sud è schermato da lastre esterne in lamiera stirata, che fungono da regolatore di luce interna e controllo dell’abbagliamento e del campo visivo.
7.4. Materiali I materiali, soprattutto per quanto riguardo il vetro ed i suoi trattamenti, vengono scelti in base ai requisiti da soddisfare (prestazioni adeguate). Al piano terra, dove trovano sede i locali del consolato, vengono adottati vetri di sicurezza, ai piani superiori, vetri stratificati più semplici. Un ulteriore criterio di progetto dei materiali riguarda i gradi di accessibilità dei vari ambienti e, di conseguenza, dei livelli di trasparenza. La promenade, ad esempio, risulta completamente trasparente mentre il vetro usato nel resto della facciata è prevalentemente opaco. Inoltre, alcune porzioni di pareti dell’edificio a L, destinati alle residenze degli ospiti, sono rivestite da lamiera forata in alluminio.
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I N V O L U C R O :
G R A D I
D I
T R A S P A R E N Z A
TRASPARENTE 1
VETRO TRASPARENTE
2
VETRO COLORATO
1 3
5
METALLO PERFORATO 1
3
4 4
METALLO LAMINATO
2
1 5
CEMENTO ARMATO
OPACO
L’esterno dell’Ambascista Olandese appare come una struttura che conserva le convenzioni di Berlino Ovest. La regolarità nell’uso di materiali della facciata di vetro e acciaio del cubo enfatizza l’approccio di OMA nella progettazione dell’ambasciata: l’approccio rigoroso nel rispetto del perimetro si contrappone al cubo isolato. L’opacità dei materiali usati nella facciata dell’edificio mette in evidenza gli spazi pubblici che caratterizzano la facciata e permettono viste strategiche della Sprea e della Tv tower. Ci sono due differenti tipi di vetro in facciata, inclusi elementi scorrevoli. Al piano terra compare un grande numero 50 di metallo che rappresenta l’indirizzo dell’Ambasciata.
4
Sezione scala 1:20 Sezione orizzontale scala 1:10 1) condotta per l'estrazione dell'aria 2) lamiera di alluminio anodizzato liscia 3) vetro esterno alla scatola dell'elemento: 2x6mm vetro temperato + 12mm cavità riempita di krypton (U=1.1W/m2K; g=0.28) 4) fessura per l'estrazione dell'aria della facciata degli uffici 5) vetro interno: 12mm lam vetro di sicurezza (sicurezza contro le cadute) fissato con adesivo al telaio perimetrale 6) PVC rigido per isolamento termico 7) aletta di vetro (glass fin): lam vetro di sicurezza (3x10mm vetro temperato) con 1.52mm PVM plastico 8) 30/70mm angolo di acciaio inox 9) vetri per la “traiettoria”: 12mm lam vetro di sicurezza + 16mm cavità riempita con krypton + 8mm vetro temperato (U=1.1 W/m2K) 10) 12mm vetro temperato per le sale fitness 11) condotto di reindirizzamento dell'estrazione dell'aria 12) piedritto fra gli elementi della facciata 13) vetro esterno esposto a sud degli edifici: 3x6mm vetro temperato + 2mm cavità con maglia di acciaio inox espanso + 12mm cavità riempita con krypton 14) 220/120mm pala di acciaio RHS 15) estrattore di scarico dell'aria/fumo: 60mm pannello di alluminio estruso 16) 70m parete scorrevole in pannello di alluminio
0
0,5
1
1) vetro esterno alla scatola dell'elemento: 2x6mm vetro temperato + 12mm cavità riempita di krypton (U=1.1W/m2K; g=0,28) 2) vetro interno alla scatola dell'elemento 12mm lam vetro di sicurezza fissato con adesivo al telaio perimetrale; apribile per pulizia 3) foglio di alluminio argento-anodizzato liscio 4) vetro di sicurezza della rampa: 8mm vetrocamera + 16mm cavità + 16mm lam vetro di sicurezza (2x vetro temperato) (U=1,1W/m2K) 5) 160/20mm lamiera di acciaio agganciata superiormente alla facciata sospesa 6) r20mm facciata in pali di acciaio 7) 10mm coperchio in acciaio inox 8) 30mm PVC rigido per isolamento termico 9) acciaio zincato agganciato alla facciata inferiore 10) piano di vetro: 8mm vetro temperato con griglia antiscivolo stampata sopra, 38mm lam vetro di sicurezza e di contenimento rottura, 40mm cavità con film verde fissato con adesivo al doppio vetro: 8mm vetrocamera + 16mm cavità + 16mm vetro di sicurezza 11) silicone nero 12) fessura per l'estrazione dell'aria della facciata degli uffici 13) corpo illuminante incorporato
DETTAGLI
Sezione rampa vetrata scala 1:20
PROSPETTO SUD
PPROSPETTO EST
PROSPETTO OVEST
PPROSPETTO NORD
INGRESSO
INIZIO PROMENADE
SALA INTERNET
SALA RIUNIONI
SALA RIUNIONI
SPAZIO PUBBLICO
AGGETTO PROMENADE
AGGETTO PROMENADE
UFFICI
SALA MARKETING
UFFICIO AMBASCIATORE
AFFACCIO PROMENADE
COLLEGAMENTO RESIDENZE
POSTA
VISTA DALLE RESIDENZE
VISTA DAL COLLEGAMENTO
AFFACCIO PROMENADE
SKYBOX
PALESTRA
LOUNGE
CAFFE’
TERRAZZA PANORAMICA
AMO
OMA
8. Attori e particolari del progetto
PROGETTO: Ambasciata olandese Berlino. CONDIZIONE: Commissione 1997, completamento 2003. CLIENTE: Ministero degli’Affari Esteri olandese - Dienst Gebouwen Buitenland, L’aia. POSIZIONE: Berlino-Mitte, Rolandufer/Klosterstrae. LUOGO: Angolo di strada, parco e lungofiume del rivestimento. PRINCIPALE: Rem Koolhaas. ARCHITETTO DI PROGETTO: Michelle Howard, Gro Bonesmo. STRUTTURA: Haskoning/Arup reali Berlino. SERVIZI: Huygen Elwako/Arup Berlino. ILLUMINAZIONE: OVI, Washington DC, Berlino. PROGRAMMA: 8,500m2 ; uffici 4,800m2; alloggiamento 1,500m2; parcheggio 2,200m2.
#81
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9. Premi
Nel 2005 il progetto vince il Premio per l’Architettura Contemporanea. Tra i 5 progetti finalisti figurano lo Stadio Municipale di Braga (Souto de Moura), la sede della Swiss Re di Londra (Norman Foster), il negozi Selfridges & Co di Birmingham (Jan Kaplicky) e l’esplanda per il Forum 2004 di Barcellona (Lapeña Martinez e Torres Tur). La giuria (di cui è membro anche Zaha Hadid) riconosce al progetto il merito di creare una forte relazione con l’ambiente e di riconcettualizzare l’idea di ambasciata. Rem Koolhaas, parlando dell’Ambasciata afferma “it is not a spectacular project, but modest, severe, that departs from the assumption that the Netherlands has traditionally been a peaceful country that has lived with the agony of war throughout its history, and now established its embassy in Berlin, a Berlin city so mired in war.”
#83
Bibliograifia: TESTI:
SAGGI:
“The Dutch Embassy in Berlin by OMA” autore: Rem Koolhaas collaborazioni: Kayoko Ota, Duc Boorsma, François Chaslin and Ton van Zeeland, fotografia: Candida Höfer casa editrice: NAI Publishers anno di pubblicazione: 2004
“Representing the Netherlands or representing Rem Koolhaas: the Dutch Embassy in Berlin”, Ozan Avci (15th International Planning History Society Conference)
“S,M,L,XL” autore: Rem Koolhaas, Bruce Mau fotografia: Hans Werlemann. casa editrice: Monacelli Press anno di pubblicazione: 1995
http://www.arup.com/Projects/Dutch_Embassy_Berlin.aspx
RIVISTE:
WEB: http://www.oma.eu/projects/2003/netherlands-embassy
http://www.capitalieuropee.altervista.org/5/536.html http://www.architecturetrips.com/2011/10/netherlands-embassy-berlino-oma-rem-koolhaas/ http://en.wikiarquitectura.com/index.php/Netherlands_Embassy_in_Berlin http://www.architecture-page.com/it/projects/netherlands-embassy-berlin/ http://www.mimoa.eu/projects/Germany/Berlin/Netherlands%20Embassy http://deutschland.nlbotschaft.org http://www.arcspace.com/features/oma/netherlands-embassy/ http://www.vincentderijk.nl/2004-01-Dutch-Embassy-Berlin
Detail 2004, numero 10 El Croquis #131 Lotus international #127, 2006 GA Document #90, 24/05/06 A+ #197, 12/05-1/06 AD Architectural Digest, 09/06 ARQ./A, 11-12/06 #85
remember koolhaas.