AT HOME la casa della videoarte

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AT HOME la casa della videoarte



THE SCIENTIST VIDEOARTE


catalogo a cura di Gloria Vallese concetto grafico e layout Martin Verdross

1째 edizione di 100 esemplari; 2015

Le opere che compongono la mostra possono essere visualizzate online in formato video attraverso i codici QR contenuti nelle didascalie di questo catalogo usando un dispositivo digitale.


AT HOME / la casa della videoarte

curatrice Gloria Vallese

un evento di The Scientist 2011 direttore artistico Prof. Vitaliano Teti

artisti Martin Emilian Balint Valentina De Sario hanno collaborato

Silvia Giuseppone

Nedda Bonini, Presidente ST.ART.47

Arnel Helja

Alessandro Raimondi

Alice Musi

Federica Leone

Gaia Zuffa


indice

At Home (un’introduzione)

Gloria Vallese pagina 8 La casa della videoarte: stupore e magia del quotidiano

Vitaliano Teti pagina 12 Nota del curatore

Gloria Vallese pagina 16 Gloria Vallese / biografia

Vitaliano Teti pagina 18 pianometrie pagina 20

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Martin Emilian Balint

Space Park (deportation is where you relocate your mind) pagina 24 Valentina De Sario / Silvia Giuseppone

senza titolo pagina 30 Arnel Helja

Triptych Circle pagina 36 Porta degli Angeli / la struttura Alice Musi

pagina 56

Streptopelia decaocto pagina 42

l’allestimento pagina 58

Gaia Zuffa

E0W_6564

il vernissage

pagina 48

pagina 64

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In dialogo con questa affascinante architettura difensiva, che si eleva per l’altezza di tre piani e ingloba tratti visibili delle antiche muta di Ferrara, gli artisti hanno creato a più mani un’unica videoinstallazione che trasforma l’intero luogo nell’interno di una casa, o meglio, nel vissuto quotidiano di una casa, alludendo all’atmosfera di un ambiente domestico.

Il soggiorno, curato da Arnel Helja, si sviluppa intorno a un tappeto visivo e sonoro di minimale eleganza, in cui suoni e forme circolari dilagano. A scelta, in una diversa versione, questo tappeto può essere invece proiettato sulla parete, e divenire un gioco interattivo nel quale l’abitante della casa, rilassandosi su una poltrona, crea suoni e immagini ritoccando lo schermi di un tablet. Nel bagno di Gaia Zuffa, l’oblò di una lavatrice e il suono diventano una porta verso l’insolito, si trasformano in un commento sulla mosteriosa struttura dell’universo; un dialogo inatteso dell’infinitamente piccolo, dimesso, quotidiano, con l’infintamente grande. La terazza di Martin-Emilian Balint, da cui si vedono i tetti e gli uccelli (non di Ferrara, ma di Bucharest) raffronta con le immagini degli uccelli in alto, per lo spazio sulle antenne, e il rombo non meno primitivo del traffico in basso, nelle strade.

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GLORIA VALLESE / At Home (un’ introduzione)


Una scaletta di ferro a chiocciola che collega in altezza gli spazi della Porta degli Angeli porta al sottotetto, dove troviamo la camera da letto di Alice Musi e la zona relax di Silvia Giuseppone e Valentina De Sario. Alice Musi trasporta in questo luogo la finestra della sua stanza, riflessa nelle ante e specchio di un armadio. L’albero che si muove appena e le altre variazioni minimali di questa raffinata elegia in grigio e color tortora (da cui il nome latino dell’opera) rendono questo video quasi-quadro sottilmente animato la giusta compagnia per un momento di ricomposizione meditativa. La zona relax di Silvia Giuseppone e Valentina de Sario si gioca su un elemento lieve e divertente: le zampette dei piccioni osservate attraverso un abbaino lattiginoso, che si attenuano e si rimettono a fuoco in un gioco astratto e minimale che però coinvolge e magnetizza lo sguardo. La casa che non c’è alla Porta degli Angeli, sospesa fra dentro e fuori la città, imprigionata nello spessore delle mura, è un gioco permeato di delicato humour, ma con al fondo qualcosa di serio. Vuole affermare che la casa del futuro avrà alle pareti non solo immagini statiche, come quadri o fotografie, ma anche creazioni audiovisuali, con la loro bellezza luminosa, diadana e mobile. Vuole affermare che l’arte contemporanea, in particolare quella tecnologica, può dialogare con l’inteligenza dello spettatore senza necessariamente diventare cerebrale, astrusa, scostante.

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Vuole affermare anche che l’arte contemporanea deve finirla con la separatezza intellettualistica nella quale si è segregata volontariamente nel secolo XX, e tornare a stare con il pubblico, a vivere nell’immaginazione collettiva quotidiana con la stessa profondità e ubiquità della musica, del design, della moda, dei film e dei giochi; tornare alla partecipazione, al coinvolgimento emozionale, possibilmente alla passione. E infine, annunciare che forse sta finendo l’epoca dell’arte “pugno allo stomaco”, che cerca di colpire lo spettatore traumatizzandolo con visioni violente, ripugnanti e sgradevoli. Non c’é più nessun borghese da traumatizzare; il pubblico è già traumatizzato abbastanza di suo. A quello provvedono anche troppo bene le immagini e i discorsi dei notiziari. Lo choc in arte è ormai un gesto vecchio, usurato, troppo ripetuto; mentre forse alle porte c’è un nuovo Rinascimento, il progetto di un’arte nuova capace di generare armonia e infondere energia e benessere.

Gloria Vallese

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Quando Gloria Vallese, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha proposto di stendere questo volume dedicato alla video installazione @Home – Casa della Videoarte, mi sono chiesto perché era importante illustrare tale video installazione a tre anni di distanza dalla sua realizzazione e in assenza dell’opera che di fatto non esiste più. Venezia (intesa sia come città che come vivacissimo centro culturale) mi ha fornito la risposta. All’ultima biennale d’arte è stato premiato con il leone d’oro l’artista Tino Sehgal. Noto a livello internazionale, Sehgal ha rielaborato i concetti di unicità e immaterialità dell’opera. Della sua opera-performance messa in atto per Palazzo Enciclopedico, non esiste più nulla, infatti Seghal non vuole che le sue opere vengano documentate. Tutto deve rimanere nei ricordi dello spettatore. Questo è quanto accade anche per @Home – Casa della videoarte. Il 2011 è stato un anno cruciale per The Scientist, il festival internazionale di videoarte che si svolge a Ferrara ogni anno e che da poco ha chiuso la sua VII edizione. Due sono i motivi che rendono quell’anno speciale. Per la prima volta il festival da me diretto, dopo aver fatto vivere di immagini e suoni diversi luoghi della città estense (dalla Aula Magna del Rettorato dell’Università alla Sala Estense, dalla galleria dell’allora Melbookstore all’aula magna della Facoltà di Economia), approda allo spazio espositivo chiamato Porta degli Angeli.

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VITALIANO TETI / La casa della videoarte: stupore e magia del quotidiano


Sempre per la prima volta The Scientist, che è un festival riservato in particolare alla videoarte single channel (o monocanale), ossia opere in video che vengono fruite attraverso un solo punto di visione, decide di aprire le porte alle produzioni di tipo video installativo con un’opera creata proprio alla Porta degli Angeli da alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, guidati dalla professoressa Vallese. L’antica Porta situata sulle mura cittadine diventa così a tutti gli effetti “la Casa” (qualcosa in più di una semplice sede) del festival The Scientist. Essa è da allora il luogo principale delle proiezioni. L’arte contemporanea, in forma installativa, ha finito con l’aumentare il fascino, la suggestione di quello spazio espositivo ricco di storia e unico nel suo genere. Mi piace inoltre ricordare che fino alla metà degli anni ’80, prima del restauro che l’ha resa così come la vediamo oggi, la Porta degli Angeli, allora chiamata Casa del boia, era abitata nel piano basso alla destra della torre, dalla famiglia dei custodi e che quindi l’installazione @Home ha ridato vita a quel vissuto attraverso le tecnologie e i segni del linguaggio video. Per l’installazione, concepita come unica ma realizzata a più mani da sei studenti dell’accademia, l’importanza di ascoltare e assecondare la voce del luogo, rinnovare l’atmosfera suggerita dallo stesso spazio espositivo è stata strategica. Non parlerò nel dettaglio delle singole stanze, dei relativi video e autori perché è già tutto ben specificato dalla curatrice, ma ci tengo a rimarcare come l’idea della casa della videoarte abbia travalicato i limiti spaziali e

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temporali dell’installazione e del suo habitat espositivo per creare l’immaginario seducente e vivo di un nuovo quotidiano. Ospitata nei luoghi più disparati e capace di combinare diversi elementi espressivi che ne determinano i complessi effetti di senso, l’opera d’arte audiovisiva contemporanea diventa dinamica, fluida e si “ri-media” rinnovando significati e significanti perfino del contesto espositivo che la ospita. I video e gli oggetti di arredo organizzati nella videoinstallazione @Home su più piani e su più livelli, hanno vivificato la fortezza come nessun altro complemento d’interiors o oggetto artistico aveva saputo fare. L’entusiasmo e la fantasia di Arnell Helja, Gaia Zuffa, Martin-Emilian Balint, Alice Musi, Silvia Giuseppone e Valentina De Sario, guidati da Gloria Vallese, hanno pervaso la Porta degli Angeli e messo in luce il legame stabilito negli anni da The Scientist con le istituzioni educative universitarie. Il rapporto tra le accademie, le università e il festival di videoarte di Ferrara si è ormai consolidato. Ciò è avvenuto innanzitutto grazie ai video monocanale proposti ogni anno nell’apposita Sezione “Universitaria e della Accademie di Belle Arti”. In questo ambito sono state attivate collaborazioni e scambi culturali di altissimo valore con le accademie e facoltà di belle arti di Barcellona, Ginevra, Paesi Baschi, Siviglia, Amsterdam, Colonia, Roma, Brera, Firenze, Catanzaro, Milano, Torino, Ravenna, Weimar. Nello stesso 2011, l’Accademia di Venezia era presenta anche con dei video monocanale, realizzati dagli studenti del corso del Prof. Luca Farulli.

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The Scientist è un contenitore cui ogni anno si cerca di dare nuove prospettive. Dopo sette anni di lavoro emerge chiara una sua specificità: un crogiuolo di creatività giovanile proveniente dalle università e accademie italiane e straniere, che si confronta con il lavoro videoartistico di autori già affermati in campo internazionale. Nell’ultima edizione 2013 le opere audiovisive di celebri artisti quali Alterazioni Video e ZimmerFrei, hanno fatto da controcampo alle interessanti produzioni firmate di giovani video artisti under 35. Un festival che dialoga di continuo con la città, con le istituzioni, con gli artisti, con le gallerie. Sempre pronto a cogliere e sottolineare i cambiamenti di maggiore rilievo che arrivano dalla società, dalla cultura, dall’arte stessa. Proprio come accade in tanta videoarte mostrata in questi anni, dove la difficile vita odierna ci viene offerta da differenti e nuove prospettive, la videoinstallazione @Home - La Casa della Videoarte è riuscita a trasformare la banale narrazione del quotidiano in sfuggenti momenti di stupore e magia.

Vitaliano Teti Direttore artistico festival internazionale di videoarte The Scientist

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Penso che immagini luminose, in movimento, sostituiranno i quadri sulle pareti della casa del futuro. Come saranno i video per la casa? Cosa vorremmo vedere la sera, rientrando, sulla parete della camera da letto, sul soffitto, o il mattino, mentre facciamo la doccia o la colazione? I video per la casa, nonostante gli sporadici tentativi di alcuni arredatori, sono un genere ancora agli esordi. Probabilmente, non avranno uno svolgimento narrativo, non ci chiederanno di metterci seduti e di guardarli dall’inizio alla fine. Dovremo poterli guardare a tratti, a frammenti, con la coda dell’occhio, mentre ci aggiriamo per casa facendo altre cose. I video per la casa, in altre parole, non racconteranno; stabiliranno un mood, accordi di colori, di forme e di suoni. Il loro impatto sulla nostra attenzione non sarà prepotente, invasivo, esigente, ma discreto, minimale. Saranno la versione mobile e luminosa di un paesaggio, di una natura morta, di un dipinto astratto. Il brief nato da una conversazione con alcuni allievi del triennio di NTA dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, è allora questo, un esperimento di video per la casa. Ogni artista ha precisato in quale stanza o momento della giornata, e in quali condizioni immagina che il suo video venga fruito.

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GLORIA VALLESE / nota del curatore



Gloria Vallese (1954), vive e lavora a Venezia. Laureata in Semiotica al D.A.M.S. di Bologna, è docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove ha co-fondato e dirige il Corso di Nuove Tecnologie per l’Arte, nell’ambito del quale ha attivato da alcuni anni il Seminario sul videogioco. Collabora con ARTE Mondadori/CairoCommunication, per il quale ha ideato nel 1999 la Guida Completa alla Biennale di Venezia, realizzata in team con Paolo Della Corte e Cristina Treppo. Nell’ambito della Biennale Arte, ha curato alcuni eventi collaterali: Atelier Aperti e Atelier Aperti – Work in Progress (2005), Cracked Culture? The Quest for Identity in Contemporary Chinese Art (2011), Voice of the Unseen (con Wang Lin e Resi Girardello, 2013), per rivelare e sostenere internazionalmente la corrente dell’arte cinese indipendente. Dal 2006, cura la partecipazione di giovani artisti a OPEN / Esposizione Internazionale di sculture e installazioni al Lido di Venezia, rassegna ideata e Diretta da Paolo De Grandis. Ha contribuito a lanciare artisti come Primoz Bizjak, Vania Comoretti, Iosif Hadjkyriakos, Alex Bellan, e, attraverso il gruppo CREAM (Creativity and Research in Arts and Media), Cristina Treppo, Resi Girardello, Barbara Taboni, Giacomo Roccon, Martin-Emilian Balint, Giuseppe Vigolo, Nebojsa Despotovic.

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GLORIA VALLESE / biografia


Fra le mostre recenti: CREAM On Madness / Straitjackets, Isola di San Servolo, Venezia, (nell’ambito di Open XI) 2008; MADNESS in Paradise, Venezia, Giardini della Biennale, 2009; THE CREAM SOCIETY, La Fornace di Asolo, 2009; La Reggia Portatile, Quattro eventi per Caterina Cornaro, Venezia, Asolo, Larnaka, 2010-11).

www.accademiavenezia.it gloria-vallese.squarespace.com

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semiinterrato e I° livello 1 soggiorno ARNEL HELJA Triptych Circle 2011; video h.264 hd; 4’33” (loop)

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II° livello 2 terazza MARTIN EMILIAN BALINT Space Park (deportation is where you relocate your mind) 2010; video digitale; 5’31”

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III° livello 3 bagno GAIA ZUFFA E0W_6564 2011; video digitale; 1’51” (loop)

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IV° livello 4 zona relax

VALENTINA DE SARIO / SILVIA GIUSEPPONE senza titolo 2011; video digitale; 6’41” (loop) 5 camera da letto ALICE MUSI Streptopelia decaocto 2011; videoproiezione in Hi8 digitalizzato; 30’31” (loop)

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MARTIN EMILIAN BALINT / space park Martin-Emilian Balint è nato nel 1982 a Constanta, Romania. Vive e lavora a Bucharest. Ha conseguito il diploma di primo livello e la specialistica in Nuove Tecnologie per le Arti all’Accademia di Belle Arti in Venezia. martinemilianbalint.com

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Martin Emilian Balint Space Park (deportation is where you relocate your mind), 2010 video digitale; 5’31”

Un’altra città al di sopra di Bucarest, impercettibilmente formatasi in disparte dalla vita quotidiana tangibile. Basata sull’equilibrio fisico e su dei principi basilari. Dove antenne televisive diventano nuclei residenziali. Dove cavi sospesi sono sentieri. Vivere per sopravvivere all’interno di una dimensione aerea opaca e densa. Anatomicamente inerte. Una struttura ermetica con suoni che la raggiungono da laggiù. Space Park espone zone climatiche sovrapposte nella città, nella quale le strutture periferiche verso l’alto, costruite dal uomo, assumono significativi diversi per le specie coabitanti. Il video vuole catturare i confini fra la condizione fisica e le implicazioni psicologiche. Il movimento è osservato come una rilocazione corporea, e in quanto il video è percettibilmente statico e austere, lo stesso movimento va interpretato come deportazione.

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VALENTINA DE SARIO + SILVIA GIUSEPPONE / senza titolo Valentina De Sario e Silvia Giuseppone, nate entrambe a Genova nel 1988, vivono a Venezia dove frequentano il corso di pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia al terzo anno.

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Valentina De Sario / Silvia Giuseppone senza titolo, 2011 video; 6’41” (loop)

L’installazione creata in situ per l’ultimo piano della Torre degli angeli di Ferrara, è costituita da un tappeto, alcuni cuscini e da una videoproiezione a soffitto, orientata in maniera diagonale per seguire l’andamento a spiovente del tetto stesso della torre. Lo spazio scelto per l’installazione è un luogo poco caratteristico della torre, una zona quasi di passaggio tra altre aree specifiche. L’intento è quello di trasformare una zona antifunzionale in spazio di sosta e riflessione: accomodandosi sui cuscini con lo sguardo al soffitto si ha l’illusione di sedere sotto un abbaino sul quale passeggiano dei piccioni. L’immagine video, dalla pasta cromatica lattiginosa, è stata ripresa a Genova in un luogo altrettanto indefinito e di passaggio, la tettoia di una fermata di autobus di un quartiere periferico. Nella Casa della Videoarte il soggetto assume così una nuova e precisa connotazione, in cui standby e improduttività riacquistano dignità e centralità.

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ARNEL HELJA / Triptych Circle Nato nel 1984 a Sarajevo, vive e lavora a Mestre e San Michele al Tagliamento. Conclude la laurea triennale in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2008. arnelsx@gmail.com

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Arnel Helja Triptych Circle, 2011 video h.264 hd; 4’33” (loop)

Il video Triptych Circle nasce dalla sperimentazione e ricerca nell’ ambito dell’ installazione interattiva ed è realizzato con l’ausilio dei programmi di interazione del lab.andre-michelle. Il video è il documento del processo di creazione dell’ opera che avviene dal vivo e si evolve in modo auto generativo. Potrebbe avere due luoghi dentro la casa: il soggiorno come una “parete” che rilassa e coinvolge, o il bagno, con le piastrelle del rivestimento su cui l’immagine si mescola con l’acqua della doccia.

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ALICE MUSI / Streptopelia decaocto Alice Musi nata a Venezia nel 1988, consegue la laurea di primo livello in Nuove Tecnologie delle Arti presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia che tuttora frequenta. Sempre a Venezia frequenta un corso per Pratiche Curatoriali presso la galleria AplusA. Ha partecipato a svariate esposizioni fra cui: ArtStays Festival, Ptuj (Slovenia); Altre Visioni presso la Galleria Moitre, Torino; Essay presso la Fondazione Bevilaqua La Masa, Venezia; T-share, supporti d’arte presso la Galleria Ultra, Udine; Reporting Via Piave presso Sottobosco, Mestre; BxHxME Galleria AplusA, Venezia. alicemusi.tumblr.com

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Alice Musi Streptopelia decaocto, 2011 videoproiezione in Hi8 digitalizzato; 30’31” (loop)

Un cipresso di fronte a una finestra. Assume un doppio valore, nasconde e protegge. Allo stesso tempo l’albero è divenuto dimora di nidi di uccelli stagionali, come la tortora (Streptopelia Decaocto). Nel mese di ottobre l’incidenza del sole era tale che l’ombra dell’albero si proiettava direttamente sulla parete opposta della stanza dove c’è un armadio. Il video è stato girato con una vecchia telecamera analogica di famiglia ritrovata in quello stesso armadio. Le sensazioni subiscono un certo mutamento dal momento che il risultato finale si scosta di molto dall’aspettativa iniziale. Gli uccelli che dapprima sembravano onnipresenti si sono rivelati in quantità molto minore.

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GAIA ZUFFA / E0W_6564 Gaia Zuffa (1987) vive e lavora a Verona. Ha conseguito nel 2011 il diploma di primo livello in Nuove Tecnologie per le Arti all’Accademia di Belle Arti di Venezia e partecipato a diverse collettive a Bibbiena, Verona, Pordenone e Alessandria d’Egitto. gaiazuffa.eu

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Gaia Zuffa E0W_6564, 2011 video digitale; 1’51� (loop)

Un gesto quotidiano reso quasi impercettibile da una visione nuova rispetto quella solita con cui siamo abituati a guardare. Tutto quello che facciamo ha un fascino: sta a noi impegnarsi, ascoltare e ammirare in maniera diversa.

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LA MOSTRA / At Home Porta degli Angeli / la struttura l’allestimento il vernissage

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Porta degli Angeli / la struttura

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l’allestimento

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l’allestimento

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l’allestimento

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il vernissage

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«[...] forse alle porte c’è un nuovo Rinascimento, il progetto di un’arte nuova capace di generare armonia e infondere energia e benessere.» Gloria Vallese

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AT HOME la casa della videoarte 2011 / Ferrara, Porta degli Angeli curatrice Gloria Vallese

un evento di The Scientist 2011 direttore artistico Prof. Vitaliano Teti artisti Martin Emilian Balint / Valentina De Sario /

Silvia Giuseppone / Arnel Helja / Alice Musi / Gaia Zuffa


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