S-GUARDO OLTRE di Mara Ruzza

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Mara Ruzza

S-GUARDO OLTRE


Progetto grafico Mara Ruzza Testi Virginia Baradel, Mara Ruzza, Elisabetta Vanzelli Foto Giuliano Ghiraldini Francesco Pertini Danilo Rigon Mara Ruzza Federica Schiavon

La mostra personale di Mara Ruzza S-GUARDO OLTRE, curata dall’artista e promossa dall’Assessorato alla Cultura di Padova è stata inaugurata il 16 settembre 2016 negli spazi delle Ex Scuderie di Palazzo Moroni, Padova. Durante l’inaugurazione il ritmo naturale della Body Percussion con i Tebato, a cura di Simone Magnoni musicista e musicoterapista, ha evidenziato la ricchezza sonora del corpo. Nei fine settimana incontri e conversazioni hanno potuto ampliare le riflessioni proposte dalle opere in esposizione: Della Natura e dell’arte. Alcuni esempi legati al concetto di rizoma e oltre Conversazione tra filosofia ed arte con Elisabetta Vanzelli, storica dell’arte. Frammenti d’utopia Letture poetiche di Luciana Roma, Teatrocontinuo. Da Madre a Matrice - Perché l’arte serve? Conversazione tra antropologia e arte terapia con Luisa Fantinel, storica dell’arte e arte terapeuta. Veneto antico al femminile: dee, dee madri, donne Conversazione con Francesca Veronese, Musei Civici di Padova, Museo Archeologico, e Angela Ruta Serafini, archeologa.

si ringraziano

Tutti gli amici che hanno contribuito al buon esito dell’esposizione e in particolare Giacomo Bettiol, Luisa Fantinel, Giuliano Ghiraldini, Simone Magnoni e i Tebato, Francesco Pertini, Danilo Rigon, Luciana Roma, Federica Schiavon, Angela Ruta Serafini, Elisabetta Vanzelli, Francesca Veronese

A disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Nessuna parte di questo catalogo può essere riprodotta e trasmessa senza l’autorizzazione di Mara Ruzza.

Mara Ruzza

ruzzamara@gmail.com www.mararuzza.it


Mara Ruzza S-GUARDO OLTRE Ex Scuderie Palazzo Moroni Padova 16 settembre-16 ottobre 2016


Natural Land Art, 2009 Fotografie di Mara Ruzza in un sito argilloso sul delta del Po

Omaggio a Terra Tempo Fuoco, 2010 Installazione on site Ex Macello di Padova Foto Natural Land Art, 2009, argilla cruda, pittura di terra su tela, vaso raku, terracotta




La caratteristica fondamentale da cui mi pare muovere l’attività artistica di Mara Ruzza si individua nel suo vivere una condizione di profonda sinergia rispetto alla dimensione primaria della Natura e del Tempo. L’idea di un ritorno alla Natura da parte dell’individuo, da intendersi come una sorta di ricongiungimento progressivo verso la Terra “Mater”, generatrice di immagini e di vita, vede l’artista impegnata in una pratica estetica che elabora processi di crescita, di metamorfosi e di rinnovamento di forme e materiali dal richiamo quasi sempre organico. L’origine di ognuno di questi ‘accadimenti’, la cui reiterazione perpetua potrebbe avvicinarsi alla teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche, lascia intendere la presenza di un flusso energetico costante, che nella visione dell’artista costituisce la condizione più autentica e profonda della natura umana. Il fatto stesso che linguaggi molto diversi tra loro – come pittura, installazioni, video e fotografia – ripercorrano percorsi immaginativi affini, pone all’origine dell’indagine di Ruzza un’idea di ciclicità e un principio di trasformazione delle cose nelle quali la presenza fisica, anche quando diventa minima come nelle piccole Mater di ceramica e porcellana, diviene simbolo di una dimensione aprioristica legata ai concetti sopracitati. Nelle immagini pur mutevoli di opere come Radici, Bozzoli o Isole, per fare solo qualche esempio, risiede dunque una sorta di ‘memoria immobile’, che guida e ricongiunge il pensiero dell’uomo e la definizione del suo essere in maniera quasi speculare, potremmo dire, rispetto ai principi di ordinamento della Terra e della Natura più in generale. Credo sia interessante ricordare come alcuni esiti poveristi italiani si avvicinarono, dalla fine degli anni Sessanta del Novecento, a formule di pensiero analoghe – penso, ad esempio, ad alcune opere di Giuseppe Penone nelle quali vi era una relazione fondamentale, quasi una “verità ancestrale”, che legava l’individuo alla Natura – dove tuttavia dominava una dimensione antropocentrica, tipicamente occidentale, del prendere parte dell’uomo all’ambiente circostante. Ciò che emerge nelle opere di Mara Ruzza è invece una sorta di rinuncia, per così dire, all’archetipo vitruviano dell’uomo ‘a misura di tutte le cose’, che intende piuttosto recuperare un ordine cosmologico di più ampia scala, nel quale l’individuo, appartenendo ad esso, si estranea dal controllo della realtà fenomenica. Tale concetto fonda peraltro su nozioni di base taoista che l’artista concretizza in diversi momenti della propria ricerca, nella misura in cui l’opera si fa occasione di ricongiungimento epifanico tra materia e spirito, cielo e terra, movimento e stasi. In virtù di quanto accennato, credo dunque che il valore delle opere di Ruzza sia identificabile in una consuetudine, tutt’altro che scontata, nella quale il momento estetico si media con un’esperienza che tende al raccoglimento tale da mettere in atto, secondo quanto suggerisce l’artista stessa, “un processo di rigenerazione spirituale ed estetica” nello scorrere dell’esistenza umana. Elisabetta Vanzelli



L’espressione che ricorre più frequentemente nelle riflessioni sul lavoro di Mara Ruzza (come un soffio che arriva dalle viscere della mente; come un fedele esergo) è Mater Materia, cuore di un concetto generativo che unisce le mani e la fattualità primigenia al pensiero e alle sue vie. Nocchiero è l’occhio che della mente è estroflessione e per via di pupilla, sprofonda nel mistero. C’è molto lavoro, ricerca, esperienza nelle opere di Mara Ruzza e una passione antica per la conoscenza: sapere per fare, addentrarsi nei domini della filosofia per trasformare la materia. L’una senza l’altra patisce, diminuisce: non scala ipotesi d’infinito a partire dalla terra. Una bella vicenda che, come insegnante di Storia dell’Arte al tempo degli studi di Mara, ho visto farsi strada nella passione per la cognizione della forma, il significato del tempo, l’orizzonte della creazione. Poco tempo, chiasso d’entusiasmo, coinvolgimento, mire comuni: indimenticabili anni di complessità scomposta, generosa, ribollente. L’attenzione di Mara era totale, esigente. Una risorsa per tutti, uno stimolo per me. Puntava alla creazione e sapeva che era molto: ambizione purissima, senza scorciatoie. E poi è andata su quella strada dritta, decisa, anche se tutta in salita. Ed è arrivata a dire, a creare quello che andava maturando: l’opera come epifania di una ragione profonda. Le diverse forme, le diverse grandezze delle sue creature sono echi che arrivano dall’Origine, sono metafore generative. Per questo sanno di poesia e di musica, di creta e di assoluto. Ritmi e onde, nidi di senso. E sappiamo bene, all’oggi, quanto siano importanti queste soglie. Virginia Baradel


S-GUARDO OLTRE L’esposizione S-GUARDO OLTRE ripercorre gli stili formali e le tematiche che hanno caratterizzato dal 1986 la mia ricerca artistica. Eclettica negli interessi e nelle scelte espressive ho sperimentato con versatilità materiali e linguaggi diversi: scultura, pittura, grafica, video, fotografia, installazioni e azioni artistiche per rappresentare la personale riflessione sul concetto di Tempo. In particolare le tecniche della ceramica realizzano nelle forme proposte una significativa esperienza ricostruttiva del vedere e del guardare, manifestando con la pluralità degli stili formali e delle simbologie la complessità dei processi di trasformazione nella società contemporanea che coinvolgono la natura e l’essere umano. Nella mostra S-GUARDO OLTRE è lo sguardo che coglie/accoglie; guardare d’essere guardati, lo sguardo è un contatto a distanza. Unici, enormi o molteplici, occhi multiformi installati in “ripetizione intensificatrice” coinvolgono lo sguardo dell’osservatore in un dialogo che sollecita il saper guardare, il percepire la molteplicità delle apparenze cogliendone le connessioni. E’ lo sguardo di Madre Terra, “Mater”, archetipo dal duplice aspetto, declinata in forme diverse con le tecniche della ceramica e della porcellana per riportare l’attenzione sia all’empatica e profonda relazione dell’essere umano con la natura e con l’ambiente, sia alla responsabilità di trasformazione reciproca. Lo “s-guardo oltre” è richiesto dalla multidimensionalità del tempo contemporaneo, caratterizzato da una forte esperienza di frammentazione. Attraverso la moltiplicazione come ripetizione “differente”, lo stile formale rispecchia le persistenze rintracciate nella contemporaneità: la sperimentazione dell’incompiuto, la fragilità, la frammentazione della esperienza umana. La ricerca è rivolta alla Terra/ambiente nei processi e nei tempi della tecnica ceramica. Con l’argilla opero nella trasformazione poetica di materiali organici per recuperare un senso dell’esistenza più consapevole. La materia primaria viene sublimata nei raku di Mater, nelle porcellane di Radici e Bozzoli, nella fotoceramica di Calpestata, nelle contaminazioni di Germinazioni, di Deserti e nelle tele, Quali mondi?, parte dei primi lavori del 1980, in cui la terra diventa materia pittorica. L’acqua, indagata fin dal 1995 nei suoi giochi grafici e di colore con numerosi video qui proposti come Acquarelli e nella personale e originale “Pittura d’acqua” che si sviluppa negli stessi anni con Siamo Isole, serie di opere con pietra su plexiglas, anche sculture luminose, fino alle attuali Plastisfera e Pharo. Più temi di ricerca si intrecciano a formare il percorso espositivo scandito nelle diverse forme del Tempo. La frammentazione, la modularità, la “ripetizione differente”, l’istante, lo scorrere, il divenire, sottintesi e continui nell’approccio creativo, caratterizzano lo sviluppo della mia esperienza che può essere paragonata al modello di tempo di J.L. Borges: una rete crescente di tempi divergenti, convergenti e paralleli, in una continua ulteriore moltiplicazione di percorsi, esemplificati nel labirinto in esposizione Non tempo, non luogo, “isola” in cui si produce una trasformazione. Nel Labirinto, nelle Colonne, nei Bozzolo luce, in Pharo, è insito il messaggio di un processo trasformativo analogo a quello che si compie quando l’artista crea, in connessione profonda tanto con la natura che con il sociale, nel quale si compie una nuova condizione. Individuo nell’arte una carica energetica capace di incidere nel presente e confido nel processo di rigenerazione spirituale oltre che estetico che l’arte, radicata nella vita dell’umanità, può innescare.


Sguardo oltre, 2016 Installazione cm. 70X70x70. Porcellana con oro e platino terzo fuoco, cad. cm. 9,5x6x7,3 Foto Giuliano Ghiraldini


Foto Federica Schiavon insieme e dettagli

Globo, 2016 Installazione Ø cm. 60, 360 mater “Anima” in raku modellazione a mano, cad. cm. 3X1 ca., disco semirefrattaria modellato a mano, raku Ø cm. 10.



Guardiana del Tempo, 2008-2016 Scultura luminosa: maiolica lustri terzo fuoco, terracotta, fibre ottiche, luce led cm. 45X75x30 Foto Federica Schiavon


Occhio di Shiva, 2016 Installazione cm. 246X11x3. 12 raku modellazione a mano con pietra agata taglio �Occhio di Shiva� Fotografia Federica Schiavon


Foto Federica Schiavon

COLONNE La colonna, il pilastro, simbolicamente vengono ricondotti all’albero come Asse del mondo, l’albero cosmico, mediatore tra le profondità della terra e le altezze dei cieli. Diffuso in molte tradizioni e miti è espressione della vita che si rigenera incessantemente, della maturazione dalla materia allo spirito. Spesso l’Albero Cosmico è descritto come “colonna di fuoco”, simbolo dell’illuminazione intellettuale e spirituale e Platone stesso, lo descrive come “Asse luminoso di diamante”. Paul Klee si serve della parabola dell’albero per esprimere il concetto del processo che opera nell’artista: “l’artista si limita, al suo posto nel tronco dell’albero, a raccogliere ciò che emerge dal profondo e a trasmetterlo oltre”. L’energia vitale dell’albero è associata anche ai poteri femminili della creazione: nella maggior parte delle tradizioni, in quanto simbolo di vita a tutti i livelli, dall’elementare al mistico, l’albero è stato assimilato alla madre, e per estensione, è associato alla terra, principio femminile. L’albero si presenta anche come la personificazione di una Donna Divina, vedi le grandi dee asiatiche della Natura: Ishtar, Anat, Tammuz ecc, si ritrova quindi l’idea della natura femminile nella forza universale rappresentata dall’albero. Octangula, 2016 Colonna circolare in laterizio giallo paglierino e laterizio grigio ottagonale con stella octangula ( Ø cm. 35), cm. 160X Ø cm. 40 Foto Francesco Pertini

Foto Federica Schiavon


Foto Francesco Pertini

MATER STILITA, 2016 Colonna circolare in laterizio giallo paglierino e laterizio rosso inciso, Mater in terracotta modellata a mano (cm. 36X27x27) cm. h 190X Ă˜ cm. 30 Foto Federica Schiavon insieme e dettagli


MATER Come nelle raffigurazioni antiche della Grande Madre, simbolo della Terra-Dea della fertilità, il corpo è centro della rappresentazione; inoltre la rappresentazione del ventre fecondo e delle mammelle gonfie, con il rispettivo potere generatore e nutritore, ripropongono la simbologia del corpo-vaso, del contenere, del vuoto e del pieno in dialogo tra loro. Dalla Mater intesa come Terra Madre mi piace riportare un brano della Lettera del capo indiano Seattle al presidente Usa Franklin Pierce, del 1854: «Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: la terra è la madre di tutti noi. Tutto ciò che di buono arriva dalla terra arriva anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non appartiene all’uomo, bensì è l’uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate fra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate fra loro. Tutto ciò che si fa per la terra lo si fa per i suoi figli. Non è l’uomo che ha tessuto le trame della vita: egli ne è soltanto un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama lo fa a se stesso. ..”

Foto Federica Schiavon

Yin Yang, 2016 Modulo Mater semirefrattaria ramata su residui di rame cm. 27x18x13 Foto Federica Schiavon

Foto Federica Schiavon


Pacha Mama, 2006-2016 Installazione Mater. Semirefrattaria modellata a mano, Raku, misure diverse, vaso semirefrattaria modellato a mano, Raku Ă˜ cm. 15 Foto Federica Schiavon


Prima cena, 2016 Trittico. Semirefrattaria modellata a mano ramata, cm. h 24x6x104 (37+36+31), 12 “Anima� raku modellazione a mano. Foto retro Federica Schiavon


Prima cena, 2016 Trittico. Semirefrattaria modellata a mano ramata, cm. h 24x6x104 (37+36+31), 12 “Anima� raku modellazione a mano. Foto fronte Federica Schiavon


Migrations, 2016 Legno spiaggiato cm 217x23x3, 15 ceramica raku “Anima� cm. 11x7x8,5, pellicola a specchio

Geografie Possibili, 2012 Cad. cm. 30x46

Foto dettaglio Federica Schiavon

Fotografie di Mara Ruzza


Migrations, 2016 Legno spiaggiato cm 217x23x3, 15 ceramica raku “Anima� cm. 11x7x8,5, pellicola a specchio Foto dettaglio Federica Schiavon


CALPESTATA Il progetto Calpestata, atto di riflessione e denuncia sullo stato dell’ambiente, iniziato con una installazione che attraversava le diverse fasi della terra ad ottobre 2010 nell’ambito di “Terra Tempo Fuoco, le arti della ceramica” e work in progress. Calpestata sono lastre di argilla con impronte, recuperate da “Omaggio a Terra Tempo Fuoco”: ho raccolto i frammenti dati dalle spaccature del ritiro naturale della terra durante l’essicazione e dal calpestio casuale dei visitatori. L’argilla accoglie da millenni ogni segno, dal micro al macro, sono frammenti di terra, argilla calpestata, come reperti di scritture metropolitane, testimonianza della nostra epoca. Segni che si incrociano, sovrappongono, formando tracce, percorsi, geografie, mappe di probabili scenari di desolazione. Se si continueranno a percorrere le strade consuete in uno scenario futuro di “umano”(?) ci potranno essere solo frammenti, reperti non riconoscibili.

Foto Mara Ruzza

2011 - PRAGMATICA. Ipotesi per una collezione d’arte contemporanea, Ex-Macello PD

2011 - RICICLARTI - Riuso creativo e consumo sostenibile, Ex-Macello, PD

2011 - IL RICHIAMO DELLA FORESTA, Villa Pisani Stra, VE

2012 – ESTE GARDEN ART Giardini del Castello di Este / Pescheria Vecchia Este PD


Calpestata è un atto di denuncia contro il degrado ambientale, è la nostra terra calpestata, macellata, “fatta a fette” da interessi politici, economici e dalla cecità umana, altra cosa dal rispetto dei cicli e delle risorse naturali. Lastre di terracotta con su di un lato le impronte metropolitane, segni di inconsapevolezza, dal lato opposto fotoceramica di metaforici disastri ambientali, da mie fotografie inedite del 2009 che riprendono visioni di Venezia attraverso uno specchio deformato. Le immagini “naturalmente” distorte fanno da specchio e da eco al nostro già triste vissuto, si smaterializzano nel colore, che diventa frammento nel frammento, come in una scomposizione frattale.

Calpestata IV, 2011 Scultura bifacciale, fotoceramica “Impronte metropolitane” su terracotta, base in mattone antico fatto a mano cm. h 30x38x12,5 Foto Danilo Rigon


Deserti, 2016 Installazione on site. Terra cruda, terracotta, galestro nera con inserti porcellana. cm. 200X60 circa, altezze diverse. Due fotografie di Mara Ruzza del progetto Calpestata Foto Federica Schiavon


Radiografie Calpestata, 2011 Fotografia di Mara Ruzza Cad. cm. 40x53


Deserti, 2016 Foto dettagli installazione Francesco Pertini


Deserti, 2016 Foto dettaglio installazione Federica Schiavon


RADICI La ricerca espressiva con le tecniche della porcellana manifesta le riflessioni sui processi naturali di trasformazione prendendo dall’ambiente parti organiche che hanno subito una “catastrofe” nell’ambito del processo vitale, cambiando profondamente forma. Il progetto “Radici” si avvale di radici spiaggiate che diventano, attraverso i processi della ceramica con le tecniche della porcellana, moduli di sculture variabili. “Radici 3” si compongono in Zenzero, Zenzero Kiss, Ginger Y3, Residui, rivelano tracce antropomorfe che contengono il senso del tempo bloccato nel suo svolgersi, impronte di vita rimaste a parlare di un tempo remoto. “Radice 4” si sviluppa come metafora in Convergenze Divergenti, “origini”, a volte diverse, ma che si compenetrano e comprendono in sé differenti possibilità dinamiche.

Foto Federica Schiavon

Zenzero, 2016 Scultura variabile 2 moduli “Radice 3”. Porcellana slip casting, lustri metallici terzo fuoco, cad. cm. h 10x13x31 Foto Francesco Pertini

Radice 3, 2013 Scultura variabile 2 moduli. Porcellana slip casting, cad. cm. h 10x13x31 Foto Mara Ruzza Frammenti, P.d.A. 1994 Incisioni ad acquaforte e a secco, cm. 50x36


Radice 3, 2014 Scultura variabile 3 moduli. Porcellana slip casting, cad. cm. h 10x13x31 Foto Danilo Rigon


Zenzero Kiss, 2014 Scultura variabile 3 moduli “Radice 3” cm. 34x27x27. Porcellana slip casting, lustri terzo fuoco, cad. cm. h 10x13x31. Foto Danilo Rigon Ginger Y3, 2015 Scultura variabile 3 moduli “Radice 3” cm. 35x25x22. Porcellana slip casting, lustri terzo fuoco, cad. cm. h 10X13x31. Foto Danilo Rigon

Zenzero Kiss, 2014 Scultura variabile 3 moduli “Radice 3” cm. 34x27x27. Dettagli Foto Danilo Rigon


Residui, 2014 Scultura variabile 6 moduli “Radice 3” cm. 90x50x20. Porcellana slip casting, lustri terzo fuoco, cad. cm. h 15x20x40. Foto Danilo Rigon

Residui, 2014 Scultura variabile 6 moduli “Radice 3” cm. 90x50x20. Foto dettaglio Danilo Rigon


Moduli “Radice 4” Porcellana slip casting, cad. cm. h 7X12x22. Foto Danilo Rigon


Convergenze Divergenti, 2015 Scultura variabile 7 moduli “Radice 4” cm. 44x44x22. Porcellana slip casting, lustri metallici terzo fuoco, cad. cm. h 7X12x22. Foto Danilo Rigon

Convergenze Divergenti sviluppa “Radice 4” come metafora di “origini” diverse che si compenetrano e comprendono differenti possibilità dinamiche.


ISOLE Isole sono come frammenti di ciò che può restare della naturalità dell’ambiente e percepite come uno spazio residuo della nostra umanità, della nostra originarietà. Nel corso del suo seminario (2002) dedicato alla lettura incrociata di Robinson Crosue e Martin Heidegger, Jacques Derrida chiese: «Che cos’è un isola? Non c’è mondo, ci sono solo isole». Come se un pensiero dell’isola ci portasse a ripensare il mondo, a mettere in discussione l’idea che c’è un mondo unico, vero, stabile, di cui facciamo esperienza. L’isola ricorre come tema in differenti periodi della mia ricerca artistica, sviluppato con materiali e tecniche diversi. Questi spazi appaiono come luoghi di epifanie distopiche ancorati ad un mare di plastica o a una terra desertica. Dalla serie Siamo isole del 1990/2000 con la personale e originale “Pittura d’acqua” su plexiglas e pietra dolomitica, anche sculture luminose, alle attuali isole sintetiche Mare Nostrum e Plastisfera con forme organiche in ceramica. Percepite come uno spazio residuo, ciò che può restare del nostro ambiente naturale, anche Deserti e Germinazioni con contaminazioni tra porcellana e galestro nera, sono frammenti di ciò che resta della natura. Incontrando le riflessioni di Deleuze, le mie “isole “ possono essere paragonate sia alle isole continentali, frutto di disarticolazione, erosione, derivazione, come esito della separazione anche, da un sapere consolidato, convenzionale, sia alle isole oceaniche: “Ci sono isole derivate..ma l’isola è anche ciò verso cui si va alla deriva, e ci sono delle isole originarie, ma l’isola è anche origine, l’origine radicale e assoluta.. Le isole oceaniche sono isole originarie, essenziali, autentiche, che nascono da un’eruzione sottomarina, da un movimento proveniente dai fondali. L’isola oceanica, che spesso è un’isola deserta, diventa così la metafora del senso dell’esistenza umana sulla Terra, della rinascita, del ricominciare, del riemergere in superficie dalla tensione profonda fra L’Oceano e la Terra. (G.Deleuze, L’isola deserta e altri scritti, 2007 G.Einaudi) Forse siamo così interessati alle isole perché, come diceva Deleuze, abbiamo fallito e continuiamo a fallire l’incontro con il movimento che produce il loro essere deserte. Mi piace riportare quanto a riguardo dell’Isola deserta di Deleuze ha scritto il filosofo Pier Aldo Rovatti: “Fare isola. Diventare un’isola deserta per scoprire tutte le popolazioni che abitano in noi e che ci attraversano. Diventare, con questo allontanamento paradossale del già-detto e del già-fatto, dalle parole già morte quando magari hanno appena cominciato a vivere, più vicini alle singolarità che possono realizzarsi in noi, a quello che siamo anche nel momento in cui rifiutiamo di spingerci fuori dal territorio delle nostre presunte identità. L’isola deserta è un movimento paradossale di andata e ritorno a noi stessi. Costruzione dell’isola attraverso incessanti spiazzamenti, continue partenze e fughe. Aprendo ogni volta un deserto.” Le isole sono proposte come realtà fisica e psichica, momento di spiritualità nella crescente insensibilità (anche estetica) del mondo contemporaneo; vogliono aiutarci a riacquistare la capacità di rappresentare l’anima dei luoghi e delle persone. L’”isola” si propone come spazio sacro, lontano dai rumori della contemporaneità, in antitesi con il tempo lineare vissuto nella quotidianità, con il caos del progresso sempre rivolto ad un fine. Luogo ritirato, costituisce un ambiente “altro”, di silenzio e raccoglimento interiore che necessita di un distacco fisico dal resto del mondo per dischiudere la mente a ciò che per abitudine è celato. Lo slancio che spinge l’uomo verso le isole riprende il doppio movimento il quale produce le isole stesse, nella forma di una separazione dal mondo e di un nuovo inizio. Altre isole... l’inquinamento degli oceani causato dalla plastica ha un impatto sempre più vasto sugli ambienti marini. E’ noto che negli oceani finiscono 8 milioni di tonnellate di plastica all’anno, pari a un camion al minuto, numeri destinati a crescere. I materiali plastici non si biodegradano come gli altre sostanze di natura organica: prima si fotodegradano, dividendosi in parti sempre più piccole senza però che le molecole si scompongano rilasciando in acqua polimeri molto simili a quelli che formano il plancton: le mega-discariche nel Pacifico e nell’Atlantico sono formate principalmente da monofilamenti di plastiche e da fibre di polimeri che si inabissano dalla superficie sino a circa 10 metri di profondità. L’installazione Plastisfera riprende un neologismo che gli scienziati hanno creato per descrivere questo fenomeno. Ricercatori della Whoi – la più grande istituzione privata di ricerca oceanografica del mondo – hanno scoperto che questo tipo di rifiuto, chiamato microplastica, ospita anche batteri conosciuti come nocivi per gli animali e per l’uomo, che prosperano indisturbati su queste isolette artificiali. Questa viene frequentemente ingerita dai pesci o da altri animali marini, contaminando l’ambiente marino e minacciando la biodiversità dell’intero ecosistema. Mare Nostrum evidenzia le trasformazioni operate dal tempo nella materia inorganica e nelle concrezioni naturali che rivestono gli organismi durante lenti processi di sedimentazione. La natura si aggrappa all’isola plastica, simbolo del degrado ambientale e sociale.

Mare Nostrum, 2015 Plastica combusta spiaggiata, forme organiche in porcellana cm. h 21x68x25 Foto Francesco Pertini


Isola, 2016 Ceramica terra galestro modellata a mano con inserti in porcellana su portafoto in plexiglas. Foto di Federica Schiavon


Siamo Isole- Tre, 2006 “pittura d’acqua” su plexiglas, pietra dolomitica, cm. h 37x14x4 Foto Federica Schiavon

Siamo Isole - Ali, 2006 “pittura d’acqua” su plexiglas, pietra dolomitica, cm. h 28,5x33,5x6 Foto Federica Schiavon

Siamo Isole, 2006 “pittura d’acqua” su plexiglas, pietra dolomitica, trachite cm. h 30x22x7 Foto Federica Schiavon


Plastisfera, 2016 Installazione: ‘”Isola” di cm. 100X100 circa composta da 90 mattoncini e cubetti in plexiglas colorati, 1 barra in plexiglas con pittura d’acqua, una barra angolare in plexiglas con “pittura d’acqua”; 7 “Isole” in ceramica terra galestro modellata a mano, inserti in porcellana su appoggi in plexiglas trasparente. Foto di Federica Schiavon


Mare Nostrum, 2015 Dettagli Foto Danilo Rigon


Mare Nostrum, 2015 Residuo di plastica combusta spiaggiata, porcellana Foto Danilo Rigon


ACQUA L’acqua viene indagata fin dal 1995 nei suoi giochi grafici e di colore con numerosi videoclip proposti come Acquarelli e con la personale e originale “Pittura d’acqua” che riprende su plexiglas i movimenti grafici dell’acqua. Il tema dell’acqua ed il suo valore antropologico di purificazione appare strettamente collegato al più complesso sistema dell’esistenza, anzi della sopravvivenza del corpo ed emblematicamente dell’anima. Se l’acqua scorrendo asporta e riconduce all’origine, sciogliendo nella sua liquidità sovrapposizioni e incrostazioni, essa fornisce anche una risposta ad una sete che non è soltanto biologica ma si proietta verso le ricchezze dell’esistenza interiore. Non è un caso che l’acqua copra la maggior parte della superficie terrestre, così come costituisce la maggior parte del corpo umano, da qui l’importanza dell’acqua nella mia ricerca non solo come determinante dei processi ecosistemici e vitali, da cui tutto prende vita, ma anche dei suoi termini simbolici, legati al movimento e al rinnovamento, al femminile. Il tempo è stato spesso paragonato allo scorrere dell’acqua, al continuo mutamento di qualcosa che appare sempre uguale. L’inafferabilità dell’acqua, la sua immaterialità, l’energia e la velocità, l’incontrollabilità e la trasparenza, sono tra le infinite variabili del suo stato. Dal 1996 l’incontro del plexiglas con la cangianza e trasparenza dell’acqua dà vita alla personale “Pittura d’acqua”, una tecnica originale nata dalla continua ricerca sui materiali nel valorizzare la trasparenza e i giochi grafici dell’acqua nei suoi movimenti naturali, bloccata nel suo fluire e resa sintetica. La pittura coglie il movimento dell’acqua e si fa matrice di luce, diventa riflesso, ombra. E’ lo scorrere congelato in materia, dove la Pittura diventa lente d’ingrandimento di un punto, un istante nello scorrere del tempo e della memoria, diventa frammento, pixel. In “Siamo Isole”, serie con pietra proseguita dagli anni ‘90, le opere diventano a volte sculture luminose evidenziando la trasparenza della pittura, sino all’installazione “Plastisfera” del 2015, in cui la terra, il nostro mondo originario simboleggiato dalla materia ceramica, diventa Isola allestita come ricordo su portafotografie che emerge da una più ampia isola di plexiglas, mega-isola di rifiuti plastici. La contrapposizione di materiali naturali quali la pietra e la ceramica con materiali sintetici quali il plexiglas e la plastica offre l’opportunità di restituire le contraddizioni del vivere attuale in relazione all’ambiente. VIDEOCLIP Il fluire dell’acqua e il flusso del video: dal 1995 numerose ore di riprese video dedicate all’acqua, alla cangianza, ai riflessi, ai mutamenti. I video non sono ritoccati digitalmente nel colore e nella forma e rimangono aderenti alla naturalità dell’acqua e della luce che creano visioni insolite. La continua ricerca produce videoclip digitali e un cd-rom interattivo sulle forme del Tempo. Nel 1995 il video “H3O” partecipa alla rassegna di corti “Videominuto”, al Museo Pecci di Prato; è stato trasmesso da Videomusic e da Mach Music Television. Nel 1996 Ideazione, sviluppo e produzione del Cd-Rom “Tempo”, un percorso artistico interattivo e multimediale tra immagini, installazioni, animazioni e musica sul tema cardine delle possibili rappresentazioni estetiche del tempo indagate dall’artista. Presentato nel 1997 a IBTS (10° International Audio, Video, Broadcasting, Motion Picture and Telecommunications Show) Milano. Nel 1996 la videoanimazione “TRSF” partecipa alla rassegna di corti “Videominuto”, al Museo Pecci di Prato. Vengono presentati i video “Onde di luce” a EcoArtContest, Roma 2009, “Canto di Gea sui nuovi mondi” a Today Mater Lux, Napoli 2009, “Infiniti Mondi” ad Astrarti Padova 2009. I coloratissimi “Acquarelli”, compilation del 2015, continuano la ricerca videografica che non muta la naturalità dei giochi di luce con l’acqua, esaltando con la saturazione del colore l’armonica grafica dei movimenti.

Scatola nera di Lost (i volti dell’isola), 2006-2016 Scultura luminosa:“pittura d’acqua”su plexiglas, pietra abrasiva, luce led, marmo, cm. h 148x32,5x32,5 Still dai videoclip Acquarelli Mara Ruzza

Foto Francesco Pertini


Pixel d’acqua, 1996 “pittura d’acqua” su plexiglas, residuo pietra abrasiva Ø cm. 25 Foto Federica Schiavon


Foto Francesco Pertini

Foto Francesco Pertini

Utopia, 2009 Scultura luminosa: “pittura d’acqua” su plexiglas, pietra dolomitica, luce led cm. h 85x9x11 Foto Federica Schiavon


Pharo, 2015 Una delle lastre maiolicate Foto Danilo Rigon

Pharo, 2015 Scultura luminosa ottagonale, base in legno d’ebano, lastre in maiolica, pittura d’acqua su plexiglas cm. h 60x Ø 50 Foto Federica Schiavon


Galleggiando, 2005 “pittura d’acqua” su plexiglas, residuo legno cm. h 24x45x10 Foto Federica Schiavon

Istante, 2015 Foto di Mara Ruzza


Con i video, la fotografia, la pittura o gli smalti nella ceramica la materia d’indagine è il riflesso, l’ombra, la luce, la simultaneità della visione che realizza un’immagine immateriale, temporale nella sua consistenza, che si dà solo nel momento in cui è vissuta, un momento rigorosamente “presente”, un tempo istantaneo, traccia di una realtà evanescente.


TERRA, FUOCO, GERMINAZIONI Dalla bidimensionalità materica di Quali mondi?, Terra e fuoco e delle tele degli anni ‘80 dipinte con l’argilla, alla matericità attuale di Germinazioni. Germinazioni si presentano come una porzione di terra, una scatola, dove è riposto il seme dell’idea creativa. Il nome sottolinea il processo di sviluppo embrionale del “seme” della creatività. Il seme rappresentato dal vuoto interno la forma, la fase di sviluppo rappresentata dalla faticosa ed energica spinta ad emergere della porcellana bianca dal magma della terra galestro nera, dai primi faticosi tentativi sino a delinearsi, magico istante di metamorfosi della materia e del pensiero.

Foto Francesco Pertini

Terra e fuoco, 1989/2009 Argilla, pigmenti, foglia oro su tela cm. 90x60 Foto Mara Ruzza


Senza titolo, 1986 Argilla, cenere, pigmenti, smalto su tela cm. 90x60 Foto Mara Ruzza

Quale mondo?, 1990 Argilla, cenere, pigmenti, smalto su tavola cm. 130x80 Foto Mara Ruzza

Foto Federica Schiavon


Germinazione 1, 2015 Galestro nera modellata a mano con inserti in porcellana cm. h. 26x20x19 Foto Danilo Rigon


Germinazione 2, 2015 Galestro nera modellata a mano con inserti in porcellana cm. h. 38x30x12,5 Foto Danilo Rigon


Vaso Germinazione, 2016 Galestro nera modellata a mano con inserti in porcellana cm. h. 15x18x13,5 Foto Federica Schiavon


Antropovasi, 2012 Terracotta, pit firing misure diverse Foto Francesco Pertini


BOZZOLI Nell’organicità del progetto Bozzoli e Pupe, progress dal 2010, la porcellana diventa pelle delicata, la terra viene sollecitata ai limiti della sua resistenza tecnica per divenire simbolo del luogo della metamorfosi, del formarsi e nascere della vita oltre che la gestazione, l’incubazione e la genesi di nuove idee e forme. Crisalidi pietrificate raccontano di mondi segreti, di meditazioni, di pensieri incubati come farfalle, di spirito condensato in materia, di presente che è già futuro. Formate da un filo di porcellana, delicato e sottile, fragile quanto lo possono essere i sogni e altrettanto prezioso, che si avvolge in anelli irregolari intorno ad un nucleo immaginario, ad un vuoto pregno di significati allusivi. Il posizionamento sul legno indica il periodo di ricerca del baco per trovare tra i rami il luogo più adatto dove tessere il bozzolo per operare la metamorfosi, quando questa è avvenuta, rimane la crisalide. Nelle sculture luminose Bozzolo luce è insito il significato greco del nome Crisalide e cioè oro, inteso come fuoco spirituale, essenza di ciò che condurrà alla trasformazione.

Bozzolo Luce 1, 2012 Scultura luminosa: base in legno spiaggiato, porcellana filo a colaggio, luce. cm. 30x30x50 Foto Danilo Rigon


Bozzolo Luce 2, 2012 Scultura luminosa: base in legno spiaggiato, porcellana filo a colaggio, luce. cm. 50x20x25 Foto Danilo Rigon


Più temi di ricerca e tecniche diverse si intrecciano a formare l’eclettico percorso estetico di Mara Ruzza scandito dalle forme del Tempo. Il tema del labirinto deriva dalla percezione della complessità del mondo contemporaneo, dove la realtà effettiva è colta come un filo nella sconfinata ragnatela delle infinite possibili realtà e si delinea in un tempo plurimo e ramificato. Benché racchiuso in uno spazio ben ordinato e ritmato da armonie geometriche apparentemente limitate il labirinto è simbolo universale della ricerca dell’infinito. Materializzazione di una prova iniziatica che conduce al centro, indica un percorso oltre il limite, verso una dimensione ancora da esplorare. Il labirinto diventa un’ “isola” in cui si produce un passaggio evolutivo, il percorso al suo interno si può esperire come un viaggio nei tortuosi percorsi dell’interiorità per cercare di avvicinarsi all’essenza, all’immagine originaria delle cose, simbolo dell’idea creativa che solo dopo una continua sperimentazione, un continuo cercare che è disvelamento di possibilità, prende forma estetica attraverso la materia.

Non Tempo Non luogo, 2013 Labirinto esagonale in mattoncino rosso e sabbia quarzo Ø cm. 345 Foto Federica Schiavon



La ricerca artistica di Mara Ruzza nasce nel 1986, diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, avvia la sua professionalità nelle arti visive con linguaggi diversi: pittura, fotografia, video, scultura, che hanno portato ad esposizioni collettive e personali per rappresentare la peculiare indagine sulla nozione di Tempo, di trasformazione. Da oltre un decennio indaga con progetti, installazioni e performance i linguaggi differenti della ceramica dal punto di vista tecnico, concettuale e poetico, manifestando i diversi stati della materia nell’opera-processo, con forme connotate da dense connotazioni temporali e riflessioni sulla frammentazione nella contemporaneità. Terra cruda, terracotta, maiolica, fotoceramica, lustri, raku, saggar fire, porcellana realizzano sculture, anche luminose e oggetti di design. Nella ricerca espressiva l’ideazione e produzione di performance, di atti agiti utilizzando differenti linguaggi, e di progetti curatoriali ed eventi sulla ceramica contemporanea, costituiscono un percorso non secondario.

ESPOSIZIONI CERAMICA 2016 – S-GUARDO OLTRE, Esposizione personale Scuderie di Palazzo Moroni, PD 2016 – CUBE/Compressi Installazione itinerante artisti ceramisti: Argillà Italia 2016 Palazzo delle Esposizioni “Sala Scura”, Faenza M.A.C.C. Museo Arte Ceramica Contemporanea, Torgiano Keramos, Associazione Culturale, Roma 2016 – FRAGILITA’ IL TUO NOME E’ DONNA, Collettiva ceramica contemporanea: Argillà Italia 2016, Faenza Museo della Ceramica, Nove VI 2016 – WUNDERKAMMERN DUE, Ex Scuderie Villa Ca’ Nave Cittadella PD 2015 - 3. Künstleraustausch Freiburg/Padua, Friburgo, Germania 2015 - PREMIO INTERNAZIONALE DI ARTE CERAMICA BACCIO DA MONTELUPO Museo della Ceramica, Montelupo Fiorentino FI 2015 - 9III. INTERNATIONAL CERAMIC TRIENNIAL UNICUM 2015 The National Museum of Slovenia – Ljubljana 2015 - PERSONALE CERAMICHE ARTISTICHE, Centro d’Arte Nin Scolari Teatrocontinuo, PD 2014 - ENSEMBLE 2.0, Collettiva ceramica contemporanea MI 2014 - 9a BIENNALE PER ARTISTI CERAMISTI CONTEMPORANEI SV 2014 - TRIENNALE DI CERAMICA CONTEMPORANEA “Lucio De Maria” TO 2013 - FUTURO ANTERIORE, Le Arti della Ceramica PD 2013 - DIALOGHI CON LA MATERIA, Salone Gran Guardia, PD 2013 - BRICK & BLOCK, Il mattone e le mura, Bastione Alicorno PD 2013 – VOGLIO ESSERE, Oratorio della Beata Vergine del Rosario Limena, PD 2012 - MATER IN FUOCO, Le Arti della Ceramica PD 2012 - ARGILLA’ ITALIA Performance In-vasati, Piazza del Popolo, Faenza 2012 - 8a BIENNALE PER ARTISTI CERAMISTI CONTEMPORANEI SV 2011 - SEGNO E RACCONTO, Le Arti della Ceramica PD 2011 - PRAGMATICA. Ipotesi per una collezione d’arte contemporanea, Ex-Macello PD 2011 - TERRA TEMPO FUOCO, Le Arti della Ceramica, Castello Inferiore Marostica VI 2010 - TERRA TEMPO FUOCO, LE ARTI DELLA CERAMICA Cattedrale ex-Macello, RAM PD 2010 - PERSONALE CERAMICHE ARTISTICHE, Centro Civico La Torre, Padova

AZIONI ARTISTICHE 2013 2013 2013 2012 2012 2012 2011 2011

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OPEN WALL Performance ed installazione collettiva - Bastione Alicorno PD STRATIFICAZIONI TEMPORALI AZ. 1, Azione artistica collettiva Azienda S. Marco VE STRATIFICAZIONI TEMPORALI AZ. 2 Installazione - Bastione Alicorno PD MATER GENESI Azione artistica collettiva, Ex Macello PD PUPEES Work in progress collettivo, installazione on site Ex Macello PD IN-VASATI Azione artistica collettiva, Faenza ARGILLA’ ITALIA IN-VASATI Azione artistica collettiva, Ex Macello PD VASI IN-VASATI, CRUDO E COTTO installazione on site Ex Macello PD

COLLETTIVE TEMATICHE AMBIENTALI 2013 2012 2011 2011 2011 2011 2010 2010 2010 2009 2009 2009 2009 2009 2009

- GARDEN_ART Artisti per gli alberi - Parco Europa, PD – ESTE GARDEN ART Giardini del Castello di Este / Sala Pescheria Vecchia - IL RICHIAMO DELLA FORESTA, Stra, Venezia - GARDEN ART, INVITI ALLA LETTURA, Argini del fiume Scaricatore, PD - ESTE_GARDEN ART, Giardini,Castello, Este e Sala Pescheria Vecchia, Este - RICICLARTI - Riuso creativo e consumo sostenibile, Cattedrale Ex-Macello, PD - DELARSIRLO’ /DE L’ART SUR L’EAU , PD - IL GIARDINO CONTEMPORANEO, Sacile, Pordenone - ESTE_GARDEN ART, Giardini del Castello di Este - L’ACQUA E IL SUO FLUIRE - Mostra di Fotografia, Palazzo Moroni , PD - TODAY MATER LUX, Massaria Luce, Napoli - PREMIO TERNA02, Roma - RICICLARTI - Riuso creativo e consumo sostenibile, Cattedrale Ex-Macello, PD - CONTEMPORARY ECOAART CONTEST – Roma 2009 - ABSTRACT VIII EDIZIONE – I* International Mail Art Per la salvaguardia del Tagliamento Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia, e nei Comuni di: Ragogna, San Vito , S.Daniele del Friuli, Dignano, Spilimbergo, Sequals.

COLLETTIVE ARTI VISIVE 2014 2012 2011 2011 2011 2010 2010 2010 2010 2010 2010 2010 2009 2009 2009 2009 2009 2009 2009 2009 2009

- ARTISTI AL MURO, GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA ALL’APERTO Padova Centro Storico - LO SPORT NELL’ARTE ATTRAVERSO LO SGUARDO DELLE DONNE, PD - PERCEZIONE, Bastione Alicorno, PD - LIVE 02/C LiveinMuseum Fabrikarte nei Musei, Museo delle Macchine Termiche Centanin, Monselice PD - ASTA DI BENEFICENZA, Centro Culturale Altinate/S.Gaetano, PD - ARTISTI AL MURO, PD - XX.9.12 FABRIKArte – Archivio Vinile, Il Molo - Ferrara - PREMIO TERNA 03, Roma - PASSAGGI ARTISTICI: L’AURA IN ROSA, BASTIONE SANTA CROCE, PD - DONNE NELL’ARTE - 50 ARTISTE A PADOVA, Galleria Cavour, PD - INDIVIDUARTI , Ex Macello, PD - XX.9.12 FABRIKArte – Archivio Vinile, Bolognesi Arci Culture Club – Ferrara - VERBAMANENT - Fabbricanti di Libri 2009 Aradeo (LE) - PAESAGGI INTERIORI, Sala della Gran Guardia - PD - AMERICANA, PD - TEMPO - Mostra di Fotografia, PD - ASTRARTI, EMOZIONE ARTE E SCIENZA, Anno Internazionale dell’Astronomia Ex-macello, PD - Palazzo Congressi Lido di Venezia - DISOMOGENEA, Pescheria Vecchia, Este, PD - IL RISVEGLIO DELL’ARTE, Oratorio Beata vergine del Rosario, Limena PD - PATAVINITAS IERI E DOMANI Loggia della Gran Guardia, PD - LIBRI D’ARTISTA, Auditorium Centro Culturale Altinate/S.Gaetano, PD


CURA ESPOSIZIONE E CATALOGO 2016 2013 2013 2012 2012 2011 2011 2010

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S-GUARDO OLTRE, Ex Scuderie Palazzo Moroni PD FUTURO ANTERIORE, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD BRICK & BLOCK, Il mattone e le mura, Bastione Alicorno PD MATER IN FUOCO, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD ARGILLA’ ITALIA Performance In-vasati, Piazza del Popolo, Faenza SEGNO E RACCONTO, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD TERRA TEMPO FUOCO, Le Arti della Ceramica, Castello Inferiore Marostica VI TERRA TEMPO FUOCO, LE ARTI DELLA CERAMICA Ex-Macello PD

CURA EVENTI 2016 2012 2011 2011 2011 2010

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BODY PERCUSSION CON I TEBATO all’inaugurazione di S-GUARDO OLTRE Ex Scuderie di Palazzo Moroni PD MATER IN FUOCO, Spirale , Ist. Arte P.Selvatico, installazione on site Ex Macello PD LE MANI SULLA TERRA Reading poetico di Carla Collesei con Associazione Abracalam -Ex Macello PD COTTURE CERAMICHE SPERIMENTALI SITE SPECIFIC, Made in Nove Ex Macello PD SEGNO E RACCONTO Nitriti Mutanti, Liceo Artistico Modigliani, installazione on site Ex Macello PD RITMI DI TERRA percussionista Ernesttico su ciotole di E. Stropparo - Ex Macello PD

CONFERENZE 2016 - S-GUARDO OLTRE E.M. Vanzelli Della Natura e dell’arte. Alcuni esempi legati al concetto di rizoma e oltre Ex Scuderie di Palazzo Moroni PD 2016 - S-GUARDO OLTRE L. Roma Frammenti d’utopia, Letture poetiche, Ex Scuderie di Palazzo Moroni PD 2016 - S-GUARDO OLTRE L. Fantinel Da Madre a Matrice - Perché l’arte serve?, Ex Scuderie di Palazzo Moroni PD 2016 - S-GUARDO OLTRE A. Ruta Serafini , F. Veronese Veneto antico al femminile: dee, dee madri, donne Ex Scuderie di Palazzo Moroni PD 2013 - BRICK & BLOCK, IL MATTONE E LE MURA - Storia, tradizione e socialità nell’uso degli elementi laterizi Bastione Alicorno PD 2013 - FUTURO ANTERIORE - F. Veronese Conversazione sulla ceramica nell’antichità - Ex Macello PD 2013 - FUTURO ANTERIORE - M. Zauli Conversazione sulla ceramica contemporanea Ex Macello PD 2012 - MATER IN FUOCO - AAVV. L’arte delle donne tra espressione estetica e comunicazione - Palazzo Moroni PD 2012 - MATER IN FUOCO - A. Cornacchione, I veneti antichi e le custodi del fuoco Ex Macello PD 2011 - SEGNO E RACCONTO - C. Zanolli Tradizione artistica nella piastrella ceramica, Ex Macello PD F. Caoduro La tecnica della fotoceramica - Ex Macello PD 2011 - SEGNO E RACCONTO - A. Bonaldi, Cottura sculture ceramiche site specific -Ex Macello PD 2011 - SEGNO E RACCONTO - R. Biavati e La Bottega delle stelle - Ex Macello PD 2011 - SEGNO E RACCONTO - G. Scapin, L’arte ceramica tra la concezione estetica occidentale e orientale Ex Macello PD 2011 - SEGNO E RACCONTO - Made in Nove, Cotture ceramiche sperimentali - Ex Macello PD MULTIMEDIA 2013 - BRICK & BLOCK, IL MATTONE E LE MURA: Cinema & Video Indipendente, Da un mondo segnato da muri di separazione ai vivaci muri dipinti della street art - Cinema Fronte del Porto PD 2012 - MATER IN FUOCO Esposizione fotografica e video Fatue, Fotoclub Padova, fotografi indipendenti -Ex Macello PD 2011 - SEGNO E RACCONTO Esposizione fotografica e video artisti, Fotoclub Padova e fotografi indipendenti Ex Macello PD LABORATORI DI CERAMICA 2013 2013 2012 2011 2010

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FUTURO ANTERIORE, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD BRICK & BLOCK, Il mattone e le mura, Bastione Alicorno PD MATER IN FUOCO, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD SEGNO E RACCONTO, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD TERRA TEMPO FUOCO, Le Arti della Ceramica Ex Macello PD


PADOVA OTTOBRE 2016


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