8 2005 Convenzione Unibo + Teatro Comunale + Accademia di Belle Arti + Conservatorio di Bologna Studenti e docenti per la produzione di un’opera ESITI:
MALOMBRA
Opera in tre atti e un prologo dal romanzo di Antonio Fogazzaro, 1881 Musica di Marco Enrico Bossi, libretto di Renato Simoni e Luigi Orsini Teatro Comunale di Bologna, 19, 21, 23 sett. 2005 Prima rappresentazione moderna Direttore d’orchestra: Massimo Donadello Regia di Massimiliano Briarava Cossati Orchestra e coro del Conservatorio “Giovan Battista Martini” di Bologna Video background: Tommaso Arosio Marina di Malombra, soprano: Lydia Easley / Corrado Silla, tenore: Masamitsu Fujimaki / Cesare d’Ormengo, baritono: Federico Longhi / Steinegge, baritono: Giuseppe di Paola / Nepo, tenore: Ja-Hune Koo / La Contessa Fosca, mezzosoprano: Katarina Nikolic / Il Notaio, baritono: Antonio Marani / Il frate medico, basso: Ziyan Atfen / L’Ombra di Cecilia, messosoprano: Mariantonia Marolda / La fantesca Giovanna, messosoprano: Roberta de Iuliis / La fantesca Fanny, soprano: Scilla Cristiano / Il barcaiolo Rico, tenore: Gohei Kohashi
Nell’epilogo del racconto di Fogazzaro – il giorno dopo che Marina di Malombra ha ucciso il suo amante Corrado Silla, ed è scomparsa fuggendo con una barca sul lago – in paese si chiacchiera, del crimine e dei suoi protagonisti: amore, perversione, assassinio, pazzia, demoni, allucinazioni, tutto ciò che è visibile da fuori, a ricomporre forse una certo Shakespeare, un qualche Amleto. Inoltre il romanzo ha una struttura simile a quella di Giro di vite di Henry James: per ogni gesto, ogni parola, possiamo leggre due diverse ragioni, sfalsate e intrecciate. Laborioso forse, ma un po’ più dinamico. E senza muovere una sola parola, contando sul visibile, si possono sviluppare le mosse successive di una regia, di una comprensione. Come su una sedia a dondolo: un po' la faccia in luce, un po' la faccia in ombra. L’orchestra e tutti gli altri personaggi, la villa sul lago e il giardino di marmo, tutto circonda Marina come un involucro, il cui significato visibile è ovvio, quasi comico. Ma tutto prende anche la direzione opposta: la villa è ora un palazzo in fondo al lago, vi si moltiplicano ombre come in una lanterna magica. Gli arazzi, con romantiche storie di antiche dame in stile impero, ondeggiano come velari d’alghe e Marina li attraversa, appare e scompare su questi paesaggi, come un fantasma antenato, un rettile mimetizzato, sfuggendo a un pretendente che disprezza, inseguendo un amante che sogna un sogno diverso dal suo.
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