:LIQUIDO:
:sommario:
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:liquido:
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:editoriale:
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:sono qui ancorato -enrico maria caporossi:
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:forme di razionalità liquida -cristian di pietro:
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:un'enorme macchia limpida -loretta tremanti:
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:bacco, tabacco e venere -gino marzi:
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:like a message in a bottle -stefano de fazi:
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:elogio all'ammollo -alessio gismondi:
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:immersi in un liquido -germano j tasselli:
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:liquido -M1st1c0:
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:ing. rudolph diesel -davide scarpulla:
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:liquidi di contorno al concepimento -m. lucignani:
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:architettura liquida -massimiliano ercolani:
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:soniche emozioni:
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:kitchen:
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:next-exit:
:editoriale: Abbiamo scelto lo stato liquido per il primo numero della nostra rivista! Il perché ce l' hanno raccontato e descritto tutti quelli che ci hanno inviato contributi, bravi!! Il motivo della nostra scelta è nelle vostre parole e noi vi ringraziamo per aver potuto realizzare il nostro primo numero esattamente come lo volevamo. Siamo felici che un progetto così strampalato, pigro, indolente e lontano dalle dinamiche editoriali professionistiche possa interessare qualcuno.
01
Siamo orgogliosi di presentarvi un accozzaglia d'idee, un mix di riflessioni ruvide, una manciata di pensieri ed immagini non politicamente corrette anche se eticamente accettabili, forse a prima vista deliranti ma sicuramente sincere e libere. Questo è :interstizi: e quanto leggerete e vedrete in questo primo numero potrà essere messo in discussione, magari davanti ad una buona bottiglia di vino: (perché la birra è fresca ma il vino è di più. n.d.r.) si accettano inviti nel fine settimana
have a nice day
da venerdì a domenica. L'ingrato compito di stendere l'editoriale è compiuto, avremo potuto coffare e farvi coffare coffando coffe coffate ma non ce ne tene come dicono in Ciociaria quindi… Guardate, leggete e buon pro vi faccia. i cialtroni della redazione
interstizi@yahoo.it
:sono qui ancorato: Pronto per la missione. Veloce, senza arrecare disturbo andrò verso il fondo. M'incrosterò e terrò duro. Lì ti aspetterò appeso a un filo. Da lontano vedrò navigare naviganti navigati insieme a inesperti nuovi simpatici. Interstizi cibernetici per controllare l'aria intorno, in connessioni sempre più facili e veloci. Necessità di sicurezza, assistenza, servizi, conforto. Bisogno di capire lo spazio tra un approdo e l'altro, di navigare l'ostile, il grande ignoto, il mare. Fosse solo per vedere quello che c'è intorno. Saperne ogni cosa. La sua storia, l’arte. Bisogno di spaziare, e poi di tornare qui. Sono qui ancorato, nonostante il vento, nonostante tutto. Terra e mare. Sale e sole. Insidiosa corrente e persone. Diversi cavilli. Diverse fratellanze. Chi come me nel pericolo? Mi guardo intorno, la città intanto cambia, chissà se resiste e se nel cambiare tiene conto di me. Qualche venerdì santo, forse. Forse c'è chi sa come sto’. È lo spazio semplice e duro di un corpo morto. Il mare è sempre lì che si consuma, sempre uguale, semplice indifferente.
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enrico.caporossi@tiscalinet.it
enrico maria caporossi
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riporta l'intervista fatta a lui da Bruno Arpaia, lo scrittore sostiene che l'unico mezzo per resistere è raccontare, e proprio dalla sua testimonianza che ognuno deve adoperarsi a trovare gli strumenti per inondare come una massa liquida indefinita, chi ha scelto di non uscire da una stasi storico-temporale.La scrittura la musica, il teatro, la politica, devono essere quindi i veicolo d'interazione storico e culturale, capaci di individuare i canali di co mu ni ca zi on e at tr av er so i qu al i promuovere, il lento ma inesorabile processo di riacquisizione della verità, da anni non più raccontata. Nella società dell'informazione diventa quindi a mio giudizio sempre più difficoltoso ma non indispensabile, stimolare gli altri allo scontro dialettico che è sinonimo di crescita biunivoca, di modo che da questa possa scaturire la spinta necessaria ad uscire da quell'empasse che è l'oblio.
Raccontare, discutere, creare, progettare, sognare, deve essere la nuova chiave di letture alternativa alla stagnazione freddamente decisa dal sistema scuola e più in generale dal sistema sociale stesso, in maniera che tutti, giovani e non facciano riemergere in loro quel senso critico che rende sublimemente viva la sfera liquida del pensiero.
:forme di razionalità liquida: it wasn't me
Per la maggior parte dei giovani gli eccidi di massa del secondo conflitto mondiale sono un qualcosa di estremamente lontano, a volte mi chiedo se lo siano per loro quanto la rivoluzione francese, o se magari il loro disinteresse-non generale- abbia a che fare, con un non trapasso anche solo orale, di quello che la follia dell'uomo ha saputo offrire all'umanità intera cinquant'anni fa. Il recupero della memoria storica si rende oggi più che mai necessario, in quanto si rischia in misura maggiore di cadere nell'oblio temporale che distrugge le forme di razionalità e mina il rispetto e la dignità dell'uomo in quanto tale. Il revisionismo storico dilagante ha permesso a molti di arrivare a credere che lager e camere a gas, fossero una mera invenzione della macchina propagandistica delle forze antinaziste, tant'è che viene da domandarsi se all'epoca andassero di moda codici a barre tatuati sulle braccia; ma quello che mi induce a riflettere è la totale revisione da parte di studiosi e non, su quanto di orribilmente vero, ancora vive nei remoti pensieri di uomini e donne che allora erano bambini. Le agenzie di socializzazione primarie, tra le quali in primis la scuola, forse non assurge più a luogo di confronto e crescita e anch'essa ha dimesso i panni di tempio della memoria decidendo consapevolmente, di tralasciare questo ruolo. Forse troppo partigiane le visioni di chi racconta la storia di tutti? O troppo poco? Quello che preoccupa e che, la negazione dell'oggetto in questione diventi pretesto per una riformulazione scevra di contenuti, tale da riproporre scenari non dissimili da quelli visti, dove la paura e la distruzione siano la logica giustificazione dell'ordine sociale.In un libro di Louis Sepulveda che
interstizi@yahoo.it cristian di pietro
:un'enorme macchia limpida: Mi sveglio di nuovo, mi sveglio ancora in piena notte immaginando di non riuscire a ricompattarmi.Sono sudata, tesa e confusa. Avrei bisogno di dormire ma, in che stato sono? Non è così semplice. Il corpo è strumento eppure è soggetto. Non è così semplice, non basta pensare che una bella dormita aiuterebbe, per addormentarsi. Non basta dire che sarebbe bello lasciarsi andare per scaraventarsi contro il vicino di posto sul vagone di seconda classe del treno regionale e, sorridendo, dire "Sarebbe bello fare l'amore!" ; non basta e chissàse... Esistono stati ricchi e stati poveri, debito pubblico e trattato di Kioto e poi le centrali a carbone che consumano meno , il pil che dice una cosa e Quaraqquaqqua che non è d'accordo...insomma...senza ulteriori esitazioni ammettiamo l'ovvio: se ci si traduce in parole si diventa una pappa retorica. Una robetta del tipo " siamo questoequellomaallafineabbiamoisentimen ti", eppure...eppure... Esiste uno stato d'animo, uno stato di
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loretta_arci@hotmail.com
loretta tremanti
fatto, uno stato padrone, quello ladrone...ma quello che più mi stordisce è il mio stato da innamorata o da appassionata o, magari, da addormentata. Mi espando, mi sciolgo e mi espando...come un'enorme macchia limpida e,forse,gelatinosa. Mi espando nel letto e nell'amore, mi espando nel lavoro e temo, temo il momento della ricomposizione. Cerco un mondo in stato liquido. Elaboro strategie a macchia d'olio e mi sorprendo solida nel dire di no... Se bastasse dirlo o pensarlo o desiderarlo...non esisterebbero più l'alternativa, la scelta, il ripensamento...che, si dice, sono motivi di crescita esattamente come il lavoro nobilita l'uomo non si dice scacco se non cell' hai nel sacco. Scelgo, cammino, determino, amo, sfido, crollo e bramo, bramo il momento in cui lo stato liquido sarà il mio mondo. Bastasse solo dirlo non lo direi.
05
mosto continua a bollire. Al la pr im a tr am on ta na ta , (g en na io febbraio),travasate il vino facendo il classico sukkio. (Ndr. Non fate gli gnorri chissà quanta miscela avete zottato con la medesima tecnica). Ripetere la “spillatura” con gli ultimi freddi, ed alla prossima vendemmia il vino è fatto….facile no? (ndr. Nel frattempo, se la piantina che avete sul balcone…e dai che l’ho vista!!! No quella è prezzemolo, nooo quello è il basilico, e dai quella lì, alta, con le foglie a cinque punte…si proprio quella!!! Dicevo se la piantina ha dato i suoi frutti, il prossimo lavoro cinematografico sarà una rievocazione storica dal titolo “Bacco tabacco e Venere”).
:Bacco tabacco e Venere:
“Solo liquido? Forse qualcosa in più” Se io dico liquido, tutti pensiamo all’aqua. (a scusate acqua, con il cq, azz sono un po’ arrugginito). Ah…che dire sull’acqua, formula chimica H2O, il nostro corpo è fatto per il 70% etc etc. Ma l’acqua “fracida” i ponti e quindi vi parlerò del vino. L’invenzione del vino, secondo il libro della Genesi, è attribuibile nientepopodimenoche a Noè. L’Antico Testamento narra che, dopo il diluvio universale, il patriarca si inebriò bevendo il succo ricavato dalla spremitura della sua uva. Ma ora basta storia!!!
Come si fa il vino? Non è poi così difficile, potremmo provare tutti noi. Ok. Allora iniziamo. Procuriamoci dell’uva fragola, un paio di cassette, giusto per provare. Separiamo gli acini dai raspi, altrimenti renderebbero il vino aspro; gli antichi sentenziavano:”se lasci il raspo il vino è aspro” ..ah…la saggezza popolare!! Poniamo gli acini in un catino largo e pigiamoli con i piedi. Non utilizzate macinini, frullatori, mixerini, grattì, robottini del c…o!! (Ndr. se c’avete patate, vesciche, unghie incarnite, verruche o affini, fatela pigiare ad uno sano… potete pigiare anche in compagnia del/la il/la vostra/o compagna/o, che è anche uno stuzzicante giochino erotico. Se consumate il fatto proprio lì, è consigliabile ricominciare tutto da capo, oppure non offrire il “succo del vostro amore” ad amici inconsapevoli…e nascondete la videocassetta con la registrazione dell’atto. Non basta apporvi una etichetta innocente tipo La carica dei 101 o Il libro della giungla, se capita il figlio di un amico, appassionato di Disney potrebbe essere imbarazzante). Una volta pigiata l’uva, riponete il contenitore in un luogo fresco (18°-20°), arieggiato e non esposto direttamente ai raggi solari. A questo punto dobbiamo aspettare che fermenti. Dopo alcuni giorni, gli zuccheri si trasformano in alcool, ed il processo di fermentazione è finito. Mischiate le uve un paio di volte al giorno, per evitare che quelle che si trovano in superficie ammuffiscano. Se casa viene invasa dai moscerini, no problem, i simpatici insetti sono fondamentali nel processo di fermentazione. Durante la fermentazione è possibile spillare piccoli quantitativi di liquido per assaggiarlo. Il liquido in questione è molto dolce e frizzantino ed è chiamato mosto. (Ndr. Col mosto annatece piano, perché ve ‘mbriacate. In questo caso nascondete il videotape “La carica dei 101 parte seconda” per i suddetti motivi). Quando la fermentazione è finita si può passare alla “spillatura”. Praticamente scolate con un colapasta il prodotto in una damigiana. Non tappate il contenitore altrimenti…BOOM!!! Il
Gino.Marzi@kyoceramita.it gino "ER MONNEZZA" marzi
"bottle n° 071" oil on cardboard, 125 x 125 mm
:like a message in a bottle:
I don't know if this is the fuzzy art one thing is certain owever: it's De Fazi Art.
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stefano.defazi@tiscalinet.it stefano de fazi
Ho iniziato presto, come ognuno di noi d’altronde. Nove mesi giorno più giorno meno, completamente circondato da liquido amniotico, immerso dalla testa ai piedi, liquido caldo, avvolgente, protettivo, ero così bravo che riuscivo a respirare lì dentro. Poi è iniziata la devoluzione, non sono mai più stato in grado di respirare immerso. A differenza di altri comunque, ho continuato a ricercare la sensazione dell’ammollo, certo le circostanze sono cambiate, ma nel mio piccolo ho imparato a difendermi bene. Cosa significhi essere avvolti da liquido non lo so spiegare, ma posso assicurare che la sensazione ha dell’incredibile. Pensate cosa il liquido riesce a fare a quel secco e puzzolente pesce chiamato Baccalà? Una volta immerso in acqua si avvia verso una seconda vita, vivere di nuovo in una diversa veste, con il solo
obiettivo di deliziare palati esigenti, e come ci riesce l’amico…. In umido o in guazzetto, dopo un ulteriore bagno in latte e olio, una sublimazione senza pari. Ma torniamo a noi. Ammollo cambiano molte cose, cambia la vista: nulla è così definito come quando si è fuori, la prospettiva è evanescente, mai decisa ed è sufficiente qualche particella organica e non, per togliere completamente la percezione della profondità. Cambiano i suoni: tutto quello che raggiunge le orecchie è ovattato, mai violento, mai arrogante, come una sensazione di protezione dovuta ad una barriera di salvaguardia. Cambia la percezione tattile: perché cambia la nostra pelle, dopo qualche minuto di ammollo i nostri polpastrelli diventano tutte grinze. Insomma il liquido se ben usato ci rende diversi. E’ così difficile in genere trovare qualcosa che ci rende diversi, eppure il
modo l’abbiamo a portata di mano, semplice semplice, basta aprire un rubinetto, riempire una vasca, magari aggiungere qualche piccolo trucco che si impara maturando esperienza e il gioco è fatto, e il relax sia con Voi. Che tipo di trucchi? Semplice, alcune gocce di olio essenziale disciolte nell’acqua: in due secondi il profumo dal nas o rag giu nge il cer vel lo che immagazzina ricordi e controlla (a volte) emozioni (tentate con l’ylang ylang solleva l’umore), ed eccovi servita l’aromaterapia. Getti di acqua a pressione: l’idromassaggio è il mio preferito. Insomma, solido, liquido, aeriforme…gli stati della materia sono molteplici, ma l’esperienza con il liquido in questo mondo è fondamentale per imparare una delle cose più importanti dell’esistenza “stare a galla e non affondare…..”
:elogio all'ammollo: 07
political@tiscalinet.it
alessio gismondi
:immersi in un liquido: Liquido...parola chiave probabilmente dell'esistenza umana...riconducibile a qualsiasi elemento che possa determinare una situazione ... ricordare un luogo.... una sensazione....Prima ancora di arrivare alla luce ... di nascere ....siamo immersi in un liquido e per tutta la vita spasmodicamente ricerchiamo quell'elemento che ci riconduca a quella sensazione....da qui il contatto e la ricerca verso il piacere nel ritrovarlo ci
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J_t@libero.it
accompagnerà per tutta la nostra esistenza......Liquido....siamo palesemente un derivato del ...Liquido ...che viene iniettato nelle ovaie del grembo che ci ha ospitato per mesi...una reazione a catena con l' anello finale che si ricongiunge con l'iniziale...Liquido ...l'integrità ed il controllo che riusciamo a gestire quando otteniamo una perfetta ritenzione degli spermatozioi nel momento stesso della eiaculazione ...quella ritenzione che ci procura una sensazione di essere i padroni delle nosre scelte per un attimo...sensazione che viene distrutta solo quando il nostro ...Liquido... ci viene ingoiato da "ingorde gole".... passando da un momento di soddisfazione estrema dell'autodistruzione... ad un senso di mutilazione della nostra identità... essendo coscienti che il nostro DNA verrà risucchiato verso un punto di non ritorno...e che non verrà distrutto ...ma s a r à s i c u r a m e n t e trasformato...Liquido...persino il pianeta Terra del sistema solare...sembra essere composto per i 3/4 da..... Liquido...che contiene creature che contengono.... Liquido....Credo che nella creazione iniziale tutto cominciò con un enorme massa di ...Liquido che fecondò un enorme ovulo creando le più bizzarre forme di vita ancor oggi presenti in tutto ciò che è a noi oggi quotidiano...presenti nella nostra società...nei nostri uffici...nelle nostre case....persino davanti al nostro specchio quando noi stessi vi siamo da va nt i! .. .. Po tr em mo es se re de gl i spermatozoi!...sarebbe costruttivo riuscirlo ad ammettere.
germano J tasselli
:liquido: Umanità?..rifiuti?.marciume?.putrefazione?. decomposizione?..trasuda liquido. Umanità?.egoismo?..ambizione?.superbia?.lu ssuria?.potere?trasuda lo stesso liquido. L?uomo cieco cerca solo potere e il potere ora lo dà un altro liquido. Con quel liquido si giustifica la fame, la guerra, l?odio. Per quel liquido si avvelena il futuro dei propri figli, si bestemmia attraverso il proprio Dio, si sterminano popoli, si uccide la
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compassione. E trasuda liquido. Ma liquido è pure il sentimento che rende meno torbido e nero il liquido che trasuda. La lotta è dura. Le componenti chimiche si affrontano, una per il potere con la morte negli occhi e l?altra per l?amore, sorridente. La verità sarà figlia del tempo.
temedario@tiscali.it
M1st1c0
Porto di Anversa, 29/09/1913 Ricordo con molta tenerezza le lacrime versate sulle spalle di mia moglie, stupita del mio pianto senza che riuscissi a spiegarle il perché di tale manifestazione. Mai avrei pensato che la mia invenzione, partorita per coloro che avendo un’attività artigianale potessero disporre di un motore potente e di bassi consumi, sarebbe stata la causa di una disputa accanita tra il mio governo e quello inglese. Fortunatamente all’Alto Ammiragliato britannico esistono persone che apprezzano il buon senso. Non posso dire altrettanto del loro governo. Che idea alimentare il mio motore con un derivato del petrolio! Sarebbe in contraddizione con l’economia di gestione, il primo obbiettivo prefissomi! Oltretutto i motori a scoppio fanno una gran puzza, anche se forse questo è un aspetto marginale del problema. Sia Carels che Luckmann sono convinti che l’accanimento di alcune alte sfere del governo inglese dipenda dal fatto che se ci affranchiamo dal petrolio, potremmo creare instabilità nelle colonie mediorientali. Non mi pronuncio su ciò che sostengono i miei soci, visto che più di me
seguono certe dinamiche, tuttavia mi sembra che rivoluzionare l’economia di paesi stati un tempo la culla delle più antiche civiltà, costringendoli a dipendere da un liquido nero e maleodorante, sia quantomeno arbitrario. Inoltre, ma forse questa è solo un’ipotesi campata in aria, un giorno potrebbero esaurirsi i giacimenti del petrolio, ed a quel punto cosa faremmo? Fortuna che i militari hanno senso pratico, non badano al sottile quando c’è in ballo la loro carriera, hanno capito che il mio motore, alimentato ad olio vegetale, può fare grandi cose. Certo in un
Dal diario dell’ing. Rudolph Diesel, inventore dell’omonimo motore, trovato morto dopo essere stato dato per disperso per circa una settimana, nelle acque del Mare del Nord.
:ing. Rudolph Diesel: 10
davidescarpulla@virgilio.it
periodo di rapporti così tesi tra il nostro Kaiser e gli Inglesi, non vorrei essere accusato di collaborazionismo. Ho provato a vendere al mia invenzione al governo del mio paese, ma il ministro dell’industria non ci crede, dice i giacimenti carboniferi tedeschi spingeranno ancora per molto le nostre navi. Cosa altro posso fare, visto che sono convinto della bontà della mia invenzione? Sta arrivando la motonave, si chiama Dresden. Viaggerà con noi anche un ufficiale tedesco. Sono contento di ciò, mi sento protetto. Abbiamo di fronte un bel mare, domani mattina faremo colazione a Londra.
davide scarpulla
immagine: loretta tremanti
:liquidi di contorno al concepimento: Liquidi di contorno al concepimento. Non era la prima volta ma un'ennesima volta che divenne "la volta". Era estate, dopo uno sguardo bagnato di voglia fummo tra le nostre braccia baciandoci, d'estate fa caldo! Le nostra braccia allungate, le mani ingrandite, il corpo ovunque, calore e sapore di spezie inventate. Sdraiati ed in piedi, poi di nuovo sdraiati, ci toccammo fino a quando a forza di sfregare porzioni di carne Il calore divenne brace che nulla avrebbe spento.
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Saliva e sudore fecero la pelle, cotta dal ridemmo piangemmo di noi stanchi, versammo sole, umida e grondante, gioia, estasi. il lacrime di fonte novella all'idea folle che sangue delle vene, tempesta e fragore, mescolati in uno presto saremo divenuti tre. nelle orecchie il battito del cuore, suono d'amore. movimenti meccanici pressione ripetizioni ancora, ancora, ancora, fino a liberare gli ultimi liquidi a disposizione, quelli piĂš intimi celati agli altri, quelli che placano al momento la sete di vita l'uno dell'altro, infinite gocce, rivoli, nettare linfe vitali, emozioni. Continuammo ma nĂŠ presto nĂŠ tardi finimmo, lucignani@libero.it
marco lucignani
NOX Architects
proprietà del proprio corpo, e questo genera cambiamenti anche nel comportamento dell'uomo. Colori, forme e quindi l'ambiente che ci circonda influiscono sugli stati d'animo, e quest'architettura antiortogonale a cui non siamo affatto abituati contribuisce alla mutazione dell'homo sapiens, influisce direttamente nei modi e nelle forme di r e l a z i o n e s o c i a l e . Marcos Novak, NOX architects e molti altri giovani studi di architettura l'hanno capito. Forse hanno capito che è necessario tentare di tenere sotto controllo questa mutazione, prima che la mutazione controlli noi, e i nostri corpi affondino in questa liquida architettura...
Marcos Novak
:architettura liquida: L'architettura liquida è figlia di una generazione di architetti che usano il computer come metodo, e non solo come mezzo. Non credo si possano dare giudizi, è ancora presto. E' necessario però prendere atto che ha avuto inizio una mutazione. Le esigenze quotidiane sono cambiate, e con loro le risposte che gli architetti sono costretti a trovare. Dopo le automobili, gli edifici vengono pensati come protesi, estensione delle
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dokc.design@virgilio.it
massimiliano ercolani
Disco del 2002, da ascoltare con una certa attenzione. Sarà più facile e "felice" per chi ha già pratica del periodo new wave degli anni 80, niente di sorprendentemente nuovo. Tuffiamoci. "Untitled" una sequenza d'ingresso che suona precisa identica a quella che da sempre avremmo voluto che fosse, all'epoca avevamo 18 anni. Il volo procede (forse) con "Obstacle1". Inciampi di memoria, pesi messi nel nostro piccolo cuore radiofonico. Chitarre dilatate nel terzo brano "NYC" taglienti e geometriche in "PDA". "Sei l'unica diserzione che posso sempre approvare". Il gioco, quello pesante delle citazioni e dei rimandi ad altri ascolti di suoni di altri che caratterizza tutto l'insieme si fa veramente spudorato: "Say Hallo To The Angel" a voi scoprire se è un plagio e di chi. C'è e sopratutto c'è stato molto di altro intorno al concentrato storico che è questo disco d'esordio. "Hands Away" unz! unz! e raddoppio di dose, in viaggio anche le tastiere. "Obstacle 2" e "Stella was a Diver and She was always Down", scendiamo negli abissi. "Roland" energia rabbiosa con una bella parte melodica. "The New" epica con la voce in primo piano. "Leif Erikson" memorabile, ballabile, a chiudere
Alison Goldfrapp fa il suo primo disco. Potrebbe essere la colonna sonora di un film d'autore, tanto è ricco d'atmosfere e trasporto elettronico. "Love Head" stranianti e liquide aprono le tastiere e un fischiettare più denso, corporeo, umano. Poi l'iperspazio, e qualche altro suono lancinante ancora. "Paper Bag" clavicembali e corde e fisarmoniche tristi. "Human" un ballo latino, violini, voce, rumorini, gli ingredienti ci sono tutti. "Pilots" velluto sotto qualcosa che è una misteriosa via di mezzo fra un theremin e un soprano. "Deer Stop" sequenza esterno notte: naturalmente piove, naturalmente qualcuno suona il piano, naturalmente qualcuno piange. O forse è solo l'inganno delle luci di scena. "Felt Mountain" yodel (?!). Si fa un po' più Piano Magic-A Trick of the Sea/Bliss Out Vol.13 (1998, Darla)
P.s. per gli internettiani: - sito di riferimento in italiano: <http://theinterpol.free.fr/> - cercare bonus track "Precipitate", solo da ascoltare! incessante il ritmo, cantato lieve e sublime e quel fischiettare bello. "Oompa Radar": oddio caschiamo nello stagno! Invece no, il circo continua. C'è qualcuno ai bordi dell'acqua a ben vedere, bellezza irraggiungibile e sognata. "Utopia" emozione a 16/9. "Horse Tears" la magia del disco, se ancora non l'ho detto, è nella voce della cantante ed è in questo brano triste e rarefatto che, secondo me, si nota di più.
:soniche emozioni: 13
enrico.caporossi@tiscalinet.it
Ascoltare questo disco e sentirci il mare dentro. Come con le conchiglie. Un vortice di risacca. Il tempo che scorre. Il sole che brucia. Il vento che ci porta sempre qualcosa. Stare fermi in un punto per tutto il giorno per sentire impressa nella rétina una sensazione di vertigine. Un oceano grande e freddo, o più vicino a noi un mediterraneo strano nel cielo bianco di sensuale scirocco, in cui il sole velato potrebbe essere anche confuso con la luna. Due soli brani di venti minuti circa ciascuno, divisi a loro volta in varie fasi. Cerca subito, e ci riesce, d'ipnotizarci e portarci lontano su note ripetute e sovrapposte. Come con le onde, non ci dispiacerebbe ascoltarlo all'infinito. Entriamo nelle chitarre e nelle tastiere ma è una spinta alle spalle. Un tuffo obbligato. Come in un sogno però. Anche sott'acqua si respira. E inizia un viaggio che vale la pena di fare. Che ci porterà a navigare sopra, sotto e dove finsce il mare. Incontremo le sirene, i marinai e le campane del paese. Ma non è questo l'importante. E' qualcosa di più. Forse dal mare arriverà qualcuno. C'è tensione anche se non pare.
enrico maria caporossi
:kitchen:
04 HARVEY WALLBANGER 4/10 vodka 4/10 orange juice 2 small spoons of "Galliano"
01
SPRITZER
½ white wine ½ soda 1 slice of lemon
to be prepared directly in a "collinsl" or "tumbler" glass with ice cubes. Add the Galliano last so that it stays on the top.
05 AMERICANO
to be prepared directly in a "hightball" or 5/10 red vermouth "tumbler" glass with ice cubes. Dress with a slice 5/10 bitter campari soda of lemon. 1 lemon or orange peel
02 KIR IMPERIAL Raspberry cream Champagne
to be prepared directly in a "hightball" or "tumbler" glass with ice cubes. At the end add soda and dress with lemon or orange peel.
CHAMPAGNE COCKTAIL 03 BLUE LAGOON 06 2 dashes of angostura to be prepared directly in a Champagne glass.
1/10 curacao blue 3/10 lemon juice 5/10 vodka 1 lemon peel
¼ lump of sugar 2 dashes of cognac Iced champagne Slice of orange
to be prepared directly in a shaker and served in to be prepared directly in a flute glass with a a cocktail cup. slice of orange Dress with a lemon peel.
01
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dokc.design@virgilio.it
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massimiliano ercolani
06
Ai fruitori di INTERSTIZI, Interstizi è una rivista elettronica di cultura varia. Ogni numero, monotematico, rappresenta un tentativo di comunicare idee, impressioni ed emozioni in modo Massimiliano Ercolani sintetico, e speriamo chiaro ed incisivo, un po' come Marco Lucignani una chiacchierata tra amici. Davide Scarpulla L'intento è quello di costruire occasioni di riflessione, stimolare la curiosità e creatività, offrire immagini parole e suoni che aiutino l'osservazione di ciò che accade intorno a noi. I temi, di ampio respiro, sono trattati attingendo dalle ogni commento, suggerimento, articoli, immagini e esperienze soggettive di chiu nque v oglia p artecipare quant'altro vogliate rendere pubblico, fateci a questo nostro esperimento editoriale, l'unica censura sarà fatta sulla base della lunghezza dei l'onore di inviarlo a: vostri contributi, questo perché quando si chiacchiera tra amici spesso con poche frasi si riesce a comunicare interstizi@yahoo.it le nostre esperienze e questo noi vogliamo. Il numero 00 della rivista non poteva che vedere la
il prossimo numero:
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luce attraverso un supporto che ormai ha qualcosa di epico; il floppy disk, anello interstiziale tra il passato ed il futuro della comunicazione di massa digitale. Il floppy , caduto in disuso, rappresenta ancora uno strumento economico ed efficace per trasportare informazioni e per di più di per sé è oggetto: si può impilare, toccare, numerare e collezionare alla stregua delle riviste di carta molto più costose ed impegnative. A noi, pensando al floppy, è venuto in mente il paragone con la fantascienza verniana, proiettili che sbarcano sulla luna accecando il romantico satellite, il ventre di una balena d'acciaio che porta in se un equipaggio fino a 20.000 leghe sotto il mare ecc. ecc. . Beh …questo è l'idea romantica che volevamo per la prima uscita della rivista, si ancora nel 21 ° secolo c'è chi si preoccupa di epica di patos e di…. etica!?
:carne:
interstizi@yahoo.it