MOSSO DI NATURA
Massimo Belegni wildlife photographer
a mia moglie Fabiola che mi sopporta da oltre trent’anni assecondando le mie manie
I testi e le immagini presenti in questo libro sono di proprietà esclusiva di MASSIMO BELEGNI Ne è vietata la riproduzione, l'adattamento, la stampa, la diffusione, la distribuzione senza il preventivo ed espresso consenso dell’autore. Per contatti scrivere a: mbelegni@gmail.com
MOSSO DI NATURA PREFAZIONE Questo volume nasce da due obiettivi: il primo è mostrare un luogo a me vicino e che frequento quando ho poco tempo a disposizione da dedicare all’attività che più amo: fotografare ed in particolare fotografare la Natura; Il secondo è mostrare questo luogo attraverso una serie di scatti ‘’inconsueti’’. Il luogo è la Selva di Gallignano. Si tratta di una piccola area faunistica protetta che si estende su circa 8 ettari di terreno in parte boscoso ed in parte coltivato poco sotto l’abitato di Gallignano, una frazione di Ancona. Accoglie anche un orto botanico dell’Università di Ancona. Un luogo tranquillo dove è possibile passeggiare all’aria aperta ed incontrare una discreta biodiversità nonostante la piccola dimensione e una discreta presenza antropica soprattutto nei weekend di primavera ed estate. Gli scatti sono come dicevo inconsueti o se vogliamo non convenzionali, non che non abbia scatti convenzionali del luogo, ma perché, in questo libro, voglio mostrare un lato, se così si può definire, creativo, della fotografia naturalistica e che stravolge in qualche modo uno dei supremi canoni di questo tipo di fotografia: ‘’la nitidezza’’. Tutti gli scatti infatti sono ottenuti utilizzando il ‘’blur’’ che per gli anglosassoni è sia il fuori fuoco o sfocato che il mosso.
PREMESSA La scelta del luogo e del tipo di tecnica sono legate. Un luogo così vicino e facilmente raggiungibile in poco più di dieci minuti permette di sperimentare senza quella pressione che si ha invece quando si va a fotografare un luogo distante e difficilmente raggiungibile del quale si cercherà di ritrarre in modo chiaro e preciso le caratteristiche salienti nel poco tempo a disposizione. Questa tecnica non è nuova e non voglio certo farla passare per tale, ma non è nemmeno così semplice come a primo acchito si potrebbe pensare. Il digitale è certamente di grande aiuto perché ottenere un buono scatto comporta comunque di dover provare parecchi tentativi. L’alto numero di scarti, a meno che non ci si accontenti maggiormente di quanto faccio io con i miei scatti, è dovuto a diversi fattori legati alla velocità, direzione, fluidità e precisione dei movimenti della fotocamera o dello zoom uniti al tempo di scatto scelto ed alle condizioni di luce. Visto che io amo molto poco la post-produzione, principalmente per pigrizia davanti al PC che uso anche troppo per lavoro, negli scatti ho usato anche altri artifici come ad esempio quello di starare la temperatura colore in modo da ottenere dominanti o molto fredde o molto calde. Buona visione
Qui a fianco la prima e unica immagine con soggetto a fuoco. Servirà per comprendere meglio gli scatti successivi. DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/125sec
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/160sec
Nella foto a sinistra il soggetto è sempre l’erba come nella precedente e come anche nella successiva, ma in questo caso un solo stelo che illuminato dal sole e ripreso in fuori fuoco disegna, attraverso la luce ed il suo contrasto con uno sfondo più scuro creato dal sottobosco, forme che, seppur non perfettamente definite, lasciano intuire il soggetto. In questo caso sarà l’immaginazione dello spettatore a decidere di che cosa si tratta. Una tale foto a fuoco non sarebbe stata altro che un coacervo di steli d’avena anche tra loro confusi e confusionari. O no?
Nella pagina a fianco invece, l’incolto prato di avene, loietti ed altre erbe selvatiche sono ripresi sia con l’uso del fuori fuoco anche se molto leggiero, sia soprattutto usando la tecnica del movimento della fotocamera in modo tale da disegnare con la luce che rifletteva la rugiada presente sulle foglie illuminate dal sole. Il tipo di movimento che si va a fare con la fotocamera deve essere fluido e ben definito. Una delle tecniche è mutuabile dal panning, ovvero iniziare il movimento prima di scattare e continuarlo anche a scatto finito.
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DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/15sec 9
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/15sec
Il soggetto non cambia ma il risultato ed il metodo variano, eccome. In questo caso non c’è l’effettivo uso del fuori fuoco, piuttosto ho sfruttato alcune caratteristiche dell’attrezzatura e di madre natura che combinate assieme hanno dato questo risultato. Se vi dicessi che lo scatto è stato fatto su cavalletto, ci credereste? In primis ho usato un obiettivo macro con rapporto 1:1 e dalla focale medio-tele usato alla massima apertura (otteniamo una cortissima profondità di campo e uno sfocato notevole che in macro serve ad avere grande stacco tra il soggetto e lo sfondo anche se sono poco distanti), una brezza che muoveva l’erba, il leggero sottobosco al tramonto e bassi ISO per rallentare quanto basta i tempi di scatto e per finire la staratura del bilanciamento del bianco per avere le tonalità calde che vediamo.
Scatto in copertina
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/40sec
Sempre stesso soggetto e la stessa attrezzatura (fino ad ora ben poco di queste due cose è cambiato) ma utilizzati in modo ancora differente per un risultato nuovo. Questo scatto è stato ottenuto da un fuori fuoco abbastanza accentuato unito però, e questo fa la differenza, ad un movimento dal basso verso l’alto (mi trovo meglio con questo movimento piuttosto che con il contrario, ma penso sia una cosa del tutto personale) molto veloce. Debbo dire che per ottenere questo effetto ho dovuto fare diverse prove, ma alla fine la combinazione tempo di scatto e movimento macchina sono stati più che soddisfacenti. Giocando poi con il bilanciamento del bianco ho ottenuto anche i 11 due scatti della pagina seguente.
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DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/25sec
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 0.6sec
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f8 ISO 200 1/125sec
Un fotografo sa che alcune situazioni sono più fotograficamente interessanti di altre, motivo per cui è spinto a salire notte tempo in montagna per riprendere l’alba da una vetta o percorre migliaia di chilometri per riprendere lo spettacolo del Gran Canyon o il monolite di Uluru o partecipa a safari per catturare le immagini di animali esotici. Allo stesso modo egli sa che alcune situazioni sono talmente banali da non essere degne nemmeno di occupare lo spazio di uno scatto nella memoria della sua fotocamera. 13 A volte però anche la banalissima fioritura di aglio selvatico (Allium ursinum) può acquisire fascino.
In generale prati incolti densi di fiori comuni parzialmente nascosti da erbe alte, in un caos generale, possono risultare poco accattivanti all’occhio di chi cerca comunque lo scatto che colpisce. Forse neanche lo stereotipo del giapponese dallo scatto compulsivo degnerebbe questa situazione di uno sguardo. Ma se ci sono colori, contrasti, forme, obre e luci, anche una semplice fioritura di ranuncoli selvatici (Ranunculus) può fornire sensazioni ed emozioni grazie ai giochi di luce e colore che può regalarci. DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f8 ISO 200 1/100sec
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DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 EV-1 ISO 200 1/400sec
Sta a noi, al nostro occhio, al nostro estro sfruttare queste situazioni per cercare di ottenere qualcosa di diverso, di gradevole, di interessante. La Natura offre, anche nelle piccole cose, situazioni affascinanti che colpiscono piÚ il nostro cuore, il nostro lato emotivo piuttosto che quello razionale. Accettare la piacevole sensazione che proviamo guardando un campo fiorito di ranuncoli e lupinella (Onobrychis viciifolia) e provare a tradurre questa emozione in uno scatto che ci restituisca in seguito questo momento, a mio avviso non è tempo 15 sprecato.
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f8 ISO 200 1/160sec
Se il luogo dei nostri scatti ci mette a disposizione elementi di forma e colore diversi come prati incolti, fiori, arbusti, alberi così come avviene nella Selva di Gallignano, le inquadrature possono variare maggiormente e permetterci di sperimentare anche combinazioni diverse tra loro. Ad esempio potremmo unire nello sfocato sia il prato fiorito che il tronco di alcuni alberi. Giocando con soggetti su differenti piani, alte avene in primo piano ed in ombra, un prato di ranuncoli illuminato a chiazze dal sole che filtra tra le chiome degli alberi dei quali si scorgono in fondo le sagome di alcuni tronchi illuminati anch’essi in modo parziale fino ad arrivare ad uno sfondo di arbusti in ombra, possiamo ottenere un risultato come quello nella foto qui sotto. E’ palese che la luce, rimane la regina incontrastata della fotografia, ma qui trova, a mio avviso, un alleato, il fuori fuoco, che rende visibile più l’emozione che il soggetto vero e proprio lasciandoci immaginare di più di quanto vediamo.
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DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 EV-1 ISO 200 1/1000sec
Con questo esempi non voglio dire che non dobbiamo fare ciò che facevamo prima, ma che possiamo provare di più, estendendo il nostro bagaglio di tecniche. Non dovremo acquistare altra attrezzatura, ma solo usare quella che abbiamo in altro modo. Ciò non vuol dire che faremo per forza fotografie migliori di prima, ma solo che potremo provare a realizzarne di diverse. In definitiva che cosa abbiamo da perdere? Io penso nulla. Alla peggio, tornati a casa, avremo qualche scatto in più da cestinare. I fondamenti della fotografia rimangono validi, alcune ore del giorno sono migliori di altre o alcune situazioni o alcuni luoghi più proficui di altri, ma penso che in questo modo potremo anche sfruttare situazioni di luce non ottimali e luoghi non perfetti per una fotografia naturalistica. L’aiuola o il giardino sotto casa o il parchetto dove portiamo a spasso il cane, potrebbero acquistare nuovo fascino ed essere una palestra a portata di mano per allenare l’occhio e la mente oltre che diventare nuova fonte di emozioni che 17 prima non conoscevamo.
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f8 ISO 200 1/60sec
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DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/15sec
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Ora per un qualche pagina le immagini avranno come soggetto gli alberi singoli, a gruppetti o un intero bosco. I luoghi quindi dove sperimentare potrebbero ridursi, ma nella realtà vedremo che può essere sufficiente anche un solo tronco e neanche troppo grande per poter fare qualche esperimento comunque degno di interesse. Cominciamo con due immagni che ritraggono lo stesso soggetto. Cambiano il punto di ripresa e il livello di sfocatura usato.
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/500sec
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/500sec
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f8 ISO 200 1/200sec
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Avendo a disposizione un boschetto le nostre possibilità di inquadratura aumentano e gli stessi soggetti possono essere ripresi in diversi gruppetti, con differenti angolazioni e diverse condizioni di luce, sfocature ed altre caratteristiche diverse tra i vari scatti. Non è detto che tutti ci piaceranno allo stesso modo e non è detto che tutti gli scatti potranno essere utilizzati, ma a volte anche lo stesso scatto virato in differente tonalità, anche in post-produzione, può riservare delle piacevoli sorprese .
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 EV-1 ISO 200 1/1600sec DSLR APS-C MF 70-210 f4 200mm f22 ISO 200 1/8sec DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f8 ISO 200 1/100sec
Nonostante i toni del verde di queste tre foto siano più meno gli stessi, aver scattato in punti diversi del boschetto, più o meno aperti, ed in orari differenti cambia in ogni caso la sensazione che la luce trasmette. I diversi gradi di sfocatura rendono gli scatti più o meno definiti e quindi lasciano più o meno spazio all’immaginazione. In questo sopra ad esempio è più visibile un arbusto in fila con i tre giovani alberelli che comunque seguono una diagonale che, come di regola, conferisce maggiore dinamicità all’immagine. 22
Come detto qualche pagina e foto fa, gli alberi ci possono aiutare a creare delle immagini gradevoli ed interessanti attraverso lo sfocato, ma possiamo anche provare ad aggiungere ancora qualcosa. Ad esempio l’aggiunta di un movimento della fotocamera può ulteriormente aiutarci a creare immagini di maggiore impatto visivo ed emotivo; immagini ancora più creative. Bisogna fare però attenzione al tipo di movimento. Con soggetti che si sviluppano in verticale ad esempio un movimento diagonale, come quello usato qui sotto, deve essere minimo.
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/15sec 23
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/13sec
Anche un leggero movimento alto - basso può produrre un effetto particolare. Nell’immagine sopra in più ho provveduto a modificare il setting della macchina fotografica modificando il punto di bianco verso una temperatura fredda. Quando si usavano le pellicole non era comodo fare questa operazione perché bisognava usare un filtro specifico. Ad esempio se ero in presenza di una giornata di sole (temperatura tra 5000 e 6000 °K – le pellicole erano tarate di norma a 5400°K) e volevo raffreddarla, ovvero volevo portarla ad esempio a 7200°K dovevo montare un filtro 80C. Con il digitale è sufficiente cambiare nel menù la temperatura colore o cambiare il pre-set ad esempio a tungsteno che aggiunge il blu. 24
Come abbiamo già detto, con gli alberi, elementi di per sé verticali, un movimento verticale o molto vicino al verticale è quello che può più offrire un effetto gradevole. Nelle pagine che seguono ci sono alcuni esempi di foto nelle quali il movimento è verticale o leggermente diagonale (a volte anche in modo involontario quando l’operazione si fa a mano libera; non ho infatti finora detto che queste operazioni si possono fare anche con la macchina sul cavalletto, magari con una testa a tre vie tenedo fluido solo il movimento alto-basso e magari usando lo scatto temporizzato a due o dieci secondi di ritardo in modo da non intralciare il movimento)
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DSLR APS-C MF 35-70 f4 35mm f8 ISO 200 0.8sec
DSLR APS-C MF 35-70 f4 75mm f8 ISO 200 1/2sec
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DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f13 ISO 200 1/8sec
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DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f13 ISO 200 1/8sec
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DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f13 ISO 200 1/5sec
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Movimenti verticali o leggermente diagonali, con staratura o meno del colore producono, come abbiamo visto, effetti diversi. In fase di preparazione dello scatto (fino a qui pensavate che bastava muovere e scattare vero?) è importante fare attenzione a tutta la parte che verrà inquadrata durante l’escursione che farà l’obiettivo. Il motivo di questa verifica è presto detto. Se in qualche punto dell’inquadratura ci sono punti di luce particolarmente forti rispetto al resto, avremo come effetto delle strisce bianche che potrebbero risultare sgradevoli, soprattutto se coprono solo una parte del fotogramma. Ma come sempre ci sono delle eccezioni come nella foto qui sotto nella quale il movimento seguito viene reso più evidente proprio da alcune righe più chiare.
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DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/13sec
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/3sec
La velocità del movimento, come abbiamo visto negli scatti ai prati, nasconde il soggetto rendendo la foto uno sfondo fluido e morbido. Questo tipo di fotografie potremmo utilizzarle come base per una doppia esposizione quando abbiamo a che fare con uno sfondo invasivo che non riusciamo a mitigare neanche usando obiettivi macro con lunga focale che, come abbiamo già detto, permettono un notevole stacco dallo sfondo isolando quindi il soggetto in modo netto. Quella della doppia esposizione è una tecnica presente già su alcune macchine analogiche in modo nativo (come le medio formato) o che si poteva usare, con po’ di pratica, anche con le reflex 35mm; ora è presente su alcune digitali o operando in post31 produzione. Io non la uso perché non l’ho sulla mia DSLR e sono troppo pigro per realizzarla in PP.
Nelle ultime pagine qualche foto delle chiome degli alberi o dei cespugli. Iniziamo con uno sfocato della luce tra le fronde.
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/25sec (pagina precedente)
DSLR APS-C MF 74-400 400mm f8 ISO 200 1/50sec
Con questi soggetti che hanno una struttura piĂš confusa, con una disposizione non ben definita lasciano al fotografo maggiore libertĂ di movimento. Non siamo piĂš costretti ad utilizzare movimenti tendenzialmente verticali o nel senso dello sviluppo del soggetto, ma permettono di osare maggiormente. Sono possibili movimenti orizzontali (anche se personalmente non li amo se non in situazioni dove le linee del soggetto si sviluppano effettivamente in linea orizzontale), diagonali, circolari.
DSLR APS-C MF 35-70 f4 70mm f8 ISO 200 1.6sec
DSLR APS-C MF 35-70 f4 70mm f8 ISO 200 2sec
Ho ottento questo scatto con un obiettivo fisso muovendomi all’indietro insieme ad un movimento delle braccia da distese a contratte. Questo il motivo delle linee non diritte. Per questo tipo di effetto, affinchè le linee siano effettivamente diritte partendo dal centro verso gli angoli, è indispensabile uno zoom e la fotocamera su cavalletto. Ottimo sarebbe l’uso di uno zoom a pompa, come ve ne erano in analogico, che permette un movimento zoom-in/zoom-out più fluido.
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/3sec
Arrivati a questo punto, sappiamo bene che il risultato delle due foto qui sotto sono dovute alla velocitĂ ed al senso diagonale del movimento della fotocamera. In un caso si tratta di rami particolarmente intrecciati, si possono notare linee anche orizzontali; nel secondo caso, si tratta di fronde e lo si capisce anche dalle strisce chiare lasciate dalla luce che filtra tra le fronde.
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f13 ISO 200 0.8sec
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/125sec
Per finire questa veloce carrellata due foto stile radiografia per le quali ho utilizzato sfocatura e poco movimento per realizzare, attraverso le linee verticali, orizzontali ed oblique dei rami, di un albero (visibile) e di un folto cespuglio, un’effetto diverso da quelli visto fino ad ora. Come spero si sia capito, combinando tra loro le regole della fotografia, la conoscenza della propria attrezzatura, quelli che solitamente sono considerati errori, sfocato e mosso, la nostra creatività e la voglia di sperimentare, possiamo ottenere immagini che in alcuni casi sembrano elaborazioni digitali, ma come, spero si sia capito, sono normali fotografie.
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 1/4sec
DSLR APS-C MF 180mm macro 1:1 f3.5 ISO 200 0.8sec
Massimo Belegni wildlife photographer
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