VOCES IN AEVUM Dante Passarelli
Le sculture di Dante Passarelli nascono da intuizioni geniali. Durante tutto il suo lungo percorso artistico, Dante ha attinto da una memoria antica e archetipale, facendo affiorare tracce di presenze umane che rendono le sue opere universali e senza tempo. Per questo i suoi lavori riguardano tutti, ci catturano immediatamente e affascinano senza spesso capirne la ragione. Pochi e sintetici gesti incidono la materia, modellano e abbozzano figure che lievemente, ma con concretezza drammatica, ci riportano all’essenza e all’origine dell’uomo. Sono state selezionate per questa mostra le dodici opere che compongono “Voces in aevum”, una serie di tavole di dimensione 38 x 28 cm. con sculture in grès che evocano la mitologia classica e racconti biblici. In ognuna di queste cornici - contenitori o moduli architettonici, come in teatrini,
affiorano le figure: corpi di individui in uno spazio metafisico minimamente connotato ed essenziale, dove si alternano vuoti e pieni. Ogni opera è scena a sé stante e può essere liberamente disposta sulla parete in relazione alle altre. Interessante come i lavori scultorei di Passarelli, proprio come veri e propri progetti architettonici, siano accuratamente pensati e disegnati su carta prima della concreta realizzazione in grès e ferro. Le figure di Dante Passarelli sono mute, le atmosfere impalpabili. Il linguaggio delle sue opere non è quello delle parole, ma passa soltanto attraverso i volumi e i colori tenui, si ritrova soprattutto in quel frammento di eterno che l’artista vi ha collocato. Meglio non spiegare troppo. Affido al visitatore il compito, la curiosità e il piacere di intrattenere un colloquio intimo e personale con le opere in mostra. E mi auguro che l’esperienza estetica possa essere anche un viaggio o un ritorno al
proprio personale mondo interiore. Nella mostra “Est e Ovest” ho messo in relazione Dante Passarelli a Dosso, due artisti Imolesi di grande maturità artistica con cui collaboro fin dagli inizi della mia storia alla Bottega Gollini. Ambedue realizzano sculture che mettono al centro l’uomo, seppur in maniera molto differente. A ognuno è dedicata una parete: Est per Dante Passarelli, Ovest per Dosso; due lati della Via Emilia dove si trova la Galleria d’Arte. Al centro della sala espositiva si può ammirare un’opera realizzata assieme dai due artisti. Ho scelto di prediligere le loro numerose “sculture da appendere” dove, come sempre nelle mostre da me curate, l’opera vive di una propria autonomia significante e al tempo stesso è parte di un’ampia composizione che rimanda ad un ulteriore livello di senso. Luigi Foschini
Il tempo è la dimensione attorno a cui ruota il lavoro di Dante Passarelli. Un tempo che si fa volutamente remoto, antico, archeologico, senza tuttavia lasciarsi intrappolare dalle maglie strette di un passato storicamente definito e misurabile. Le figure che popolano le sue opere, come flebili voci, appena percettibili, riemergono da un evo lontano, per trovare una nuova consistenza tangibile nella terra, materia primigenia. Sono presenze silenziose, immutabili, ideali. Nella ricercata sintesi plastica delle forme, liberate dalle scorie contingenti dell’esperienza sensibile, questi corpi nudi - alla stregua dei calchi di Pompei diventano essi stessi espressione più pura dell’uomo, riportandolo a una condizione embrionale, in bilico tra passato e futuro; uno stato originario che oscilla, senza trovare una chiave di lettura univoca, tra
questi due poli temporali, tanto distanti quanto possibili. È il ritorno all’essenza, depurata di tutto ciò che appare transitorio, mutabile e superfluo, a guidare la scultura: dai simulacri antropomorfi, arcaizzanti e umanissimi al contempo, che rivelano l’amore per i grandi maestri del Novecento Marini, Martini e Sironi -, all’impiego esclusivo di materie elementari, povere, come la terracotta, il ferro ossidato - debitore dell’amico Germano Sartelli - le pietre e i sassi, veri “oggetti trovati”, tra naturalia e mirabilia. Alla stessa temperie creativa appartiene la sobria cromia, risultato di un rigoroso processo di sottrazione, di decolorazione dell’effimera epidermide mondana. Nel recupero di una purezza quasi eidetica, altra sostanza invariabile è il richiamo costante al mito, che - estraneo a qualsiasi intento
narrativo - viene evocato nella sua potenza archetipica, come autentica rivelazione della libertà interiore dell’uomo. Figure, senza vita né morte, intrise di un senso d’inviolabile solitudine pur nella loro coralità, circondate da un vuoto assoluto che ne amplifica l’ambiguità dei gesti, dominano la sommità delle piccole Piazze, innalzate come luoghi di metafisiche assenze. Piccole scatole magiche - di ascendenza martiniana compongono la serie Voces in aevum. Frammenti di umane persistenze si animano all’interno di moduli architettonici, giocati sulla dicotomia pieno e vuoto, luce e ombra, che infondono nelle enigmatiche composizioni atmosfere sospese di onirica inquietudine. Ilaria Piazza
DANTE PASSARELLI
Nasce a Imola il 4 marzo 1950. Si forma all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza. Prosegue gli studi al DAMS di Bologna e si laurea con una tesi sulla storia della ceramica imolese del Settecento e dell’Ottocento. Nel corso degli studi universitari sulla psicologia dell’arte conosce l’artista Germano Sartelli, con cui mantiene un rapporto di amicizia e collaborazione per tutta la vita. Per quarant’anni lavora come art director alla Cooperativa Ceramica di Imola. All’interno della Sezione artistica dell’azienda nel 1981 inizia un progetto di collaborazione con l’artista Remo Brindisi e successivamente nel 1984 con gli artisti dello Studio Marconi di Milano, tra cui Hsiao Chin, Enrico Baj, Emilio Tadini, Arnaldo Pomodoro, Tullio Pericoli e Joe Tilson. Insieme al ceramista Emidio Galassi sperimenta la tecnica raku, proponendo alla fine degli anni ’80 una collezione di rivestimenti al Cersaie di Bologna. Conclusa l’esperienza professionale nel settore industriale, intraprende una ricerca artistica utilizzando la ceramica in una prospettiva plastica e scultorea. Espone permanentemente nella Galleria Bottega Gollini di Imola.
VOCES IN AEVUM Dante Passarelli
voces in aevum 120x120 ferro, gres
attraverso il tempo storia e mitologia si fondono in un racconto senza fine
voces in aevum coryntus 38x28 gres
voces in aevum eliadi e climene 38x28 gres
voces in aevum hercolanum 38x28 gres
voces in aevum DODONA 38x28 gres
Aedicola adamo eva 38x28 gres
aphrodite 38x28 gres neolithico 38x28 gres
historia 80x42 ferro, gres
fabula 58x40 ferro, gres particolare
cannensis 54x44 ferro, gres
carthago 62x46 ferro, gres
fabula 58x40 ferro, gres
ade 38x28 ferro, gres
responsum 100x60 ferro, gres
pythiae oraculum 61x51 ferro, gres
lares 61x51 ferro, gres
platea 35x35 ferro, gres
riaffiora la memoria di un passato lontano perduto e desiderato in quanto archetipo di arte e di vita
TRIUM 1 gres
SCENA 2 gres
italicus gens 48x40 ferro, gres
foto di gigi insieme agli artisti
Una storia di passione per l’arte
La Bottega Gollini viene fondata a Imola nel 1967 da Alberto Gollini, personaggio Imolese noto per aver favorito la diffusione di opere uniche e grafiche d’autore di alcuni tra i più importanti nomi del panorama artisti¬co nazionale e internazionale. Nel 2 000 Luigi Foschini acquista la Bottega dalla famiglia Gollini con l’impegno di portare avanti la stes¬sa concezione dell’arte e lo stesso modo di operare, a favore della cre¬azione di relazioni artistiche e culturali di rilievo, lontano dalle logiche esclu¬sivamente commerciali delle Gallerie d’arte tradizionali. Gigi mantiene l’attività del laboratorio artigianale di produzione cornici e, mosso dal suo profondo interesse per l’arte, si impegna per ampliare l’offerta artistica e culturale della città di Imola. Sviluppa le attività della Galleria d’Ar¬te, mette in circolazione opere di importanti artisti e le avvicina a un ampio pubblico. In particolare, con spirito imprenditoriale e lungimirante,
predilige le opere d’arte che pos¬sono entrare nelle nostre abitazioni come elementi estetici di pregio. Rilevanti sono le numerose espo¬sizioni allestite dal 2000 ad oggi presso la Galleria Gollini: mostre col¬lettive che hanno presentato artisti del passato, artisti contemporanei o giovani emergenti. Nel 2013 la Bottega Gollini si tra¬sferisce dalla Via Appia alla Via Emi¬lia, di fronte al Teatro Ebe Stignani, cuore della vita culturale Imolese; il passaggio sancisce la volontà di apertura e partecipazione alle attività cittadine. Nel 2012, Luigi Foschini è chiamato a essere direttore artistico della tra¬smissione “DI.ARTE” del canale di DI TV. Sotto la sua direzione vengono realizzate cento puntate nelle quali gli artisti sono intervistati presso la Galleria Gollini da Vanessa Orlandi. Tra i tanti artisti coinvolti, si ricordano: Angelo Titonel, Concetto Pozzati, Luca Bellandi, Meloniski,
Giampaolo Talani, Guido Armeni, Luigi Rosati (è possibile rivedere le puntate su youtube). Nel 2014 inaugura una nuova Stagio¬ne di eventi aperti al pubblico con la mostra 20x20 e con una Personale dedicata a Ermes Ricci. Nel novembre 2015 apre gli spazi della Bottega Gollini alla prima Personale del giovane e promettente artista emergente Giulio Maulini: “Visioni dettate dall’Istinto”. Nel marzo 2016 inaugura “Le mutevoli forme”, una Personale dedicata alla recente opera pittorica di Gian Ruggero Manzoni, artista poliedrico di fama internazionale, aderendo al più ampio progetto espositivo dell’artista: “Stelle, Costellazioni, Galassie, Semi, Mutazioni”. Nel novembre 2016 Luigi Foschini decide di mettere in relazione due artisti Imolesi in un’unica mostra: “Est e Ovest”, dedicata alle opere di Dosso e Dante Passarelli.
Ringrazio: Giancarlo Fiaschetti Luigi Foschini Ilaria Piazza Davide Servadei Bottega Ceramica Gatti di Faenza
Beatrice Gandolfi Colleoni
pubblicazione a cura di: Graficabgc/imola stampa: novembre 2016