Catalogo mostra personale di Giulio Maulini

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VISIONI DETTATE DALL’ISTINTO Giulio Maulini


Devi dire, ma come? È strano: ho un quadrato immaginario nel quale l’idea si muove, si trasforma, si scavalca di continuo… Nel mentre, il quadrato diventa triangolo, poi si sdoppia a specchio… Di conseguenza, nascono due lati e si crea un esagono immaginario. Ora guardo all’interno di un esagono! Devo scegliere se personificare le mie idee o renderle sassi, tridimensionali o bidimensionali? Linee o giochi di forme a velature? Pastelli? Pennarelli? Biro? Tempere? Colori a olio? Forse le domande sono infinite se ci si sofferma sulle possibilità! Grazie a Dio mi guida l’istinto durante la creazione e così nasce la mia Arte. Giulio Maulini




È da una folgorazione che nasce questa mostra: quella nei confronti dell’arte di Giulio Maulini, giovanissimo e promettente artista scoperto per caso tramite l’amico Pier Luca Freschi, Docente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Giulio Maulini, a soli ventidue anni, vanta già una produzione di opere che denotano una straordinaria maturità espressiva e uno stile del tutto personale, impossibile da ascrivere a un’etichetta o a una precisa corrente artistica. L’arte di Maulini mescola tecniche e materiali quali pelle, carta e cartone, lasciando emergere l’istinto come elemento propulsore del processo creativo. Ho deciso di dedicare gli spazi della Bottega Gollini alla prima personale del giovane talento, con l’intento

di farne conoscere la potenza espressiva e nella certezza che meriti di divenire presto un nome di punta nel panorama artistico contemporaneo. La mostra nasce dall’idea mia e di Giulio di creare un allestimento che andasse oltre la semplice raccolta lineare di opere. Ho proposto a Giulio di creare un’opera per un’intera parete della Galleria, liberamente suddivisa in più immagini, e l’artista ha creato il suo progetto: un foglio su cui sono abbozzati una quindicina di fantastici lavori. In seguito ci siamo occupati della disposizione, ed è così che il progetto è mutato in funzione della sua relazione con lo spazio. Infine, Giulio Maulini ha dato vita a un’ulteriore creazione che traccia su pelle la rappresentazione sintetica

dell’intera esposizione. Ai tre momenti corrispondono di fatto due opere d’arte e una serie di progetti, essi stessi esposti in mostra, a esprimere il valore artistico del processo creativo e non solo del suo risultato finale. Come ogni singola opera detiene una sua autonomia significante, così l’esposizione nel suo insieme, la cui poetica mette in relazione i singoli frammenti, è portatrice di un secondo livello di senso. Nel dialogo tra il tutto e le sue parti risiedono dunque i presupposti di una doppia visione. Al visitatore non resta che il semplice compito di porgere all’opera uno sguardo puro, ispirato unicamente da istinto e emozione, gli stessi principi che hanno animato l’artista nel creare le sue opere. Luigi Foschini


Le forme a cui Maulini acconsente non hanno uno statuto preciso né sembrano propense allo svolgimento di una funzione; piuttosto esse stanno come in una sospensione. Tanto predisposte quanto distratte da un destino concreto, si fanno spesso sinuose, preferiscono motivi poco efficaci e rivendicano il solo principio di immanenza. Apparentemente distillatrici con una vocazione mancata per la volatilità di certi spiriti non ancora rilevabili, questi composti sono tentati da una qualche verosimiglianza con un che di clandestino, ritrovato dabbasso a seguito di un culto ipogeo mal propiziato. Vestigia sì, ma di un futuro. Cosa suggeriscono? Forse, l’esigenza di una trasformazione che ancora non avviene per motivi, si direbbe, di manutenzione del marchingegno stesso, sempre rinnovantesi, fatto di ritorni, di spostamenti e ripensamenti. In tal senso questa opera non è che momento estenuato della fedeltà all’artificio, manipolazione assidua di un incunabolo che non significa, stampato a forza sulla concia o sulla carta. Ci sono opere che non si affrontano nemmeno quando si danno nel prospetto. Non è una concessione sincera quella che vuole collocarvi lì dove vi appare preferibile. Tutti i marchingegni si fanno compatti e ostici (anche dove meno compiuti) nella frontalità. Suggerisco la diagonale se si vuole giungere al cuore muto e inesatto di queste forme squilibrate per poter piombare nell’oltre di ogni simulazione su cui si attarda lo stesso artefice. Egli lavora per noi e lasciamo che sia. Possiamo figurarcelo nella fatica, nella dissipazione di una energia che sedimenta porzioni ottuse su cui batte un tempo, sempre uguale, con piccole chiavi da composizione ossuta,vittima di una irrequietezza che lo colloca ginocchioni nella intersezione di una geodetica. Sovente un’opera evoca altre immagini che il patrimonio mnemonico di ciascun fruitore contiene. Sempre ci avviciniamo per gradi allo sconosciuto e se non possediamo delle prossimità siamo capaci di un rigetto indolore. Può succedere che ad aprirsi su quanto si fa avanti non siano simulacri di seconda mano. Capita a volte che ci sia un che di musicale in alcune forme e che a riemergere non siano immagini ma un flusso che qui nei miei paraggi ha un titolo già assegnato. Ascoltare quindi “My Beautiful White Dog” di Vincent Gallo. Simone Pellegrini

La relazione tra natura e arte è una storia che esiste da sempre e da quando esiste la natura, la sua vita, il suo ciclo continuo di cambiamento, esiste l’arte. Poi l’uomo ha portato il segno, ha portato l’espressione di questo fidanzamento eterno, come i segni di una civiltà arcaica e futura che Giulio descrive nel proprio spazio del sentire e del vedere. Il suo è un racconto in divenire, è un passaggio continuo che gravita pressante attorno all’uomo, espresso con un codice, con un alfabeto scovato nel profondo e descritto dal suo giovane sapere rinascimentale. Le sue opere sono dei manufatti, come un’arte primitiva intagliata e descritta nella materia, decisa con la libertà assoluta di fatti e gesti quotidiani e contemporanei. È una realtà segnata che parla di frontiere della terra, di complotti mentali decisi al cambiamento, un movimento cercato, continuo, distillato attraverso un lavoro tra tutti e tutto. Un grande lavoro. Una grande arte. Pier Luca Freschi


Tra ordine e caos. Guardi da una sola angolazione: le cose sembrano senza meta, disordinate. Domina la fluttuazione. Modifichi l’angolazione: illuminazione. Schema. Ordine. David Foster Wallace Il lavoro di Giulio Maulini si colloca in uno spazio di tensione. Questa dimensione tensiva è il prodotto di una relazione dialettica che si realizza nell’opposizione fra due poli: quello del caos e quello dell’ordine. Ad un primissimo sguardo, infatti, il segno di Maulini si presenta confuso e disorganico, e le sue figure possono quasi sembrare frutto di una composizione veloce e approssimativa. Basta poco però per percepire quella sorta di sistema oscuro sotteso all’accurato assemblaggio dei suoi congegni macchinici e antropomorfi. Come se la frammentazione del suo lavoro implicasse la possibilità di uno schema che, lontano dall’essere rigido e determinato, si manifestasse in tutta la sua dinamicità. Le sue composizioni si presentano come folla di elementi de-composti, agitati e aggrovigliati nell’etere, come organismi alchemici deliranti, come arcaiche macchine celibi animate da un motore invisibile e attraversate da una corrente ininterrotta di energia. Le figure, realizzate principalmente su pelle animale o carta di vario genere, sono caratterizzate da un segno grezzo e spezzato ma allo stesso tempo forte e sicuro, reso con una variazione inedita della tecnica della monotipia. Tale personalissimo procedimento possiede una particolarità non indifferente dal momento in cui pone l’artista nell’impossibilità di vedere e controllare direttamente l’azione e il risultato del suo gesto sul supporto. Così, anche per quanto riguarda il processo pittorico, è possibile riscontrare una componente “caotica” o meglio, vicina alla dimensione del caso. Il contesto è quello dell’automatismo psichico, dove il processo creativo si libera da ogni coercizione razionale e preoccupazione estetica o morale. Ma se l’istinto è certamente un aspetto fondamentale nell’azione di Maulini, il suo lavoro non si esaurisce certo in un’impulsività romantica: è possibile intuire una sorta di visione in grado di caricare le figure di un particolare tipo di organizzazione. Il dispiegarsi di queste è in grado di metterci in rapporto con il panorama mentale dell’artista, che è fatto di un ordine strutturato in modo altro rispetto a quello tradizionale. Torna così quella tensione già citata, che porta il lavoro di Maulini ad inscriversi in una dialettica aperta tra caos e ordine, il cui risultato sono il suo segno, le sue figure: atlanti originari di realtà aliene, lontane nello spazio e nel tempo. Pietro Cortona



VISIONI DETTATE DALL’ISTINTO Giulio Maulini

Avevamo inizialmente pensato di inserire nel catalogo brevi descrizioni capovolte rispetto alle opere di riferimento, per dare maggiora importanza all’impatto visivo… Quando però ho visto i testi descrittivi di Giulio, sono rimasto incantato dall’universo che ha creato: è come leggere un libro di fantascienza in cui è raccontata con dovizia di particolari una realtà immaginaria perfettamente organizzata. Per cui, nonostante le opere non necessitino di didascalie, ho scelto di accompagnarle con questo fantastico viaggio narrativo che a mio parere completa e amplifica la bellezza del tutto.


INIZIO VIBRANTE 116x94 monotipia con colori ad olio su pelle

dalla primordiale femminea vita nascono le quattro direzioni d’origine, dal contrasto creato dal negativo della materia sul vuoto nasce l’energia per azionare il tutto



APPARATI DI GENERE 70x48 monotipia con colori ad olio su feltro sintetico

l’unione dell’apparato maschile e dell’apparato femminile dà origine al nutrimento del feto generatore



UNIVERSI GREZZI IN CONTINUA ESPANSIONE 40x60 monotipia con colori ad olio su feltro sintetico

l’espansione di molteplici unità con all’interno quattro direzioni



DILATAZIONE DI SISTEMA 50x30 monotipia con colori ad olio su cartoncino telato e scotch

la dilatazione di sistema è una parte del “cuore pulsante” dell’intero macchinario come un respiro di vita genera all’interno del meccanismo il ritmo del quale è succube



CONTRAZIONE DI SISTEMA 30x20 monotipia con colori ad olio su carta da spolvero, collage su cartoncino e scotch

la contrazione di sistema è l’altra parte del “cuore pulsante” dell’intero macchinario è il controtempo della dilatazione nel ritmo vitale



GENERAZIONE DEL TERZO PIANETA 60x45 monotipia con colori ad olio su carta telata

l’avvicinamento del polo sud di un pianeta con il polo nord di un secondo pianeta genera un terzo pianeta



APNEA COSMICA 18x13 monotipia con colori ad olio su cartoncino telato

l’apnea cosmica è la formula che armonizza le varie energie coinvolte nella costruzione della vita sul pianeta



FORMAZIONE ENERGETICA DEL POLO 48x31 monotipia con colori ad olio su carta da spolvero collage su cartoncino

il caos dona energia generica al polo



VELOCE RIFLESSO 17,5x25,5 monotipia con colori ad olio su cartoncino

riflette l’incognita, la possibilità in veloce cambiamento



CASA PRODUTTRICE DI POLI DI RICAMBIO 98X66 monotipia con colori ad olio su carta da spolvero, collage e scotch

è una struttura situata su una stella, da essa riceve l’energia per la continua generazione di poli di ricambio



CONVERTITORE DI POLARITA’ 26X18 monotipia con colori ad olio su carta da spolvero, collage su cartoncino e scotch

il convertitore di polaritĂ , agganciato al polo di ricambio, lavora con esso nel definire il genere che crea gli opposti



CALCOLATORE DI DISTANZE 153X74 monotipia con colori ad olio su pelle

il calcolatore di distanze ha la funzione di equilibrare il tutto regolando l’intero meccanismo



VEDUTA ESTETICA 65X94 monotipia su carta da spolvero tramite scotch

la veduta estetica, sganciata dall’intero macchinario, nasce da un punto di vista esterno. La distanza rende visibile e percepibile la bellezza del tutto



VISIONI DETTATE DALL’ISTINTO 100x150 monotipia con colori ad olio su pelle e collage

il tutto in movimento








Una storia di passione per l’arte

La Bottega Gollini viene fondata a Imola nel 1967 da Alberto Gollini, personaggio Imolese noto per aver favorito la diffusione di opere uniche e grafiche d’autore di alcuni tra i più importanti nomi del panorama artistico nazionale e internazionale. Nel 2000 Luigi Foschini acquista la Bottega dalla famiglia Gollini con l’impegno di portare avanti la stessa concezione dell’arte e lo stesso modo di operare, a favore della creazione di relazioni artistiche e culturali di rilievo, lontano dalle logiche esclusivamente commerciali delle Gallerie d’arte tradizionali. Gigi mantiene l’attività del laboratorio artigianale di produzione cornici e, mosso dal suo profondo interesse per l’arte, si impegna per ampliare

l’offerta artistica e culturale della città di Imola. Sviluppa le attività della Galleria d’Arte, mette in circolazione opere di importanti artisti e le avvicina a un ampio pubblico. In particolare, con spirito imprenditoriale e lungimirante, predilige le opere d’arte che possono entrare nelle nostre abitazioni come elementi estetici di pregio. Rilevanti sono le numerose esposizioni allestite dal 2000 ad oggi presso la Galleria Gollini: mostre collettive che hanno presentato artisti del passato, artisti contemporanei o giovani emergenti. Nel 2013 la Bottega Gollini si trasferisce dalla Via Appia alla Via Emilia, di fronte al Teatro Ebe Stignani,

cuore della vita culturale Imolese; il passaggio sancisce la volontà di apertura e partecipazione alle attività cittadine. Nel 2012, Luigi Foschini è chiamato a essere direttore artistico della trasmissione “DI.ARTE” del canale di DI TV. Sotto la sua direzione vengono realizzate cento puntate nelle quali gli artisti sono intervistati presso la Galleria Gollini da Vanessa Orlandi. Tra i tanti artisti coinvolti, si ricordano: Angelo Titonel, Concetto Pozzati, Luca Bellandi, Meloniski, Giampaolo Talani, Guido Armeni, Luigi Rosati. (è possibile rivedere le puntate su you tube)

Nel 2014 apre una nuova Stagione di eventi aperti al pubblico con la mostra 20x20 e con una personale dedicata a Ermes Ricci.



Giulio Maulini Nasce ad Arona il 26 Agosto 1993 Si diploma al Liceo Artistico P. Gobetti di Omegna. Studia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.



Ringrazio: Pier Luca Freschi, designer, vive e lavora a Imola, è Docente del Corso di Design del Prodotto presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Associazione Suoniforme, in particolare Federico Squassabia e Gaspare De Vito, grandi estimatori di Giulio Maulini, gli hanno affidato la creazione di un’opera per la copertina del loro ultimo album “Deep” e accompagnano con la loro musica la mostra “Visioni dettate dall’Istinto”. Massimo Pollidori, artista, dipinge, scolpisce, fotografa e crea gioielli esclusivi, partecipando a rassegne d’arte nazionali ed internazionali. Pietro Cortona, curatore, studia a Bologna al Corso di Laurea Magistrale in Arti Visive. Collabora attivamente con lo spazio espositivo Adiacenze, dove ha partecipato all’allestimento di diverse mostre. Simone Pellegrini, artista, vive e lavora a Bologna, dove è attualmente Docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti. Beatrice Gandolfi Colleoni, Art Director, titolare di GraficaBGC Caterina Grandi, Consulente di Comunicazione e Copywriter, freelance. Federico Spadoni, giornalista

L’Associazione Suoniforme, la Bottega Gollini e Giulio Maulini saranno insieme in prossimi eventi che uniscono musica e arte.


In Via Emilia 43 a Imola si trova una Galleria d’Arte che si distingue per la ricercata proposta di opere: Dipinti, Sculture, Grafiche, Disegni, uno spaccato d’Arte che abbraccia il 900 fino al contemporaneo giovane di oggi, Oggi. Il gallerista è Luigi Foschini che differentemente a tanti suoi colleghi ama ciò che vende, riuscendo sapientemente far coesistere l’Arte e la Bottega, il sentimento e il giusto ricavo. Gallerista raro, molto raro: Giulio Maulini, l’Artista Oggi presentato in galleria è molto fortunato, i suoi lavori Oggi iniziano di fronte a tanti occhi il disegno che marcherà la sua Arte. Disegno: il segno trasuda un labirintico ragionamento... Massimo Pollidori

pubblicazione a cura di: Graficabgc/imola impaginazione e stampa: novembre 2015


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