INVICE Febbraio 2014

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Sarà un 2014 a stelle e strisce A PAG. 6

Investment &Advice ANNO 2 NUMERO

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Disponibile gratuitamente nella versione digitale sul sito e sui circuiti Apple e Android, Invice è il magazine interamente dedicato ai professionisti della consulenza. Ogni mese saranno analizzati i principali trend di mercato, i fondi e gli altri prodotti più “in” secondo il parare dei promotori/consulenti, le offerte di lavoro nel mondo del risparmio gestito, le problematiche legali e fiscali, oltre ai principali temi d’investimento e di attualità

Incognita emergente

L’avvio del tapering in Usa ha scosso i mercati in via di sviluppo, che hanno subìto forti svalutazioni. Ma una crisi dei Paesi asiatici come quella del 1997 è improbabile


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Sommario

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SOMMARIO 8 INCOGNITA EMERGENTE L’avvio del tapering in Usa ha scosso i mercati in via di sviluppo, che hanno subìto forti svalutazioni. Ma una crisi dei Paesi asiatici come quella del 1997 è improbabile

Sarà un 2014 a stelle e strisce A PAG. 6

Cina, serio impegno sulle riforme A PAG. 12

La spinta della Fed agli asset rischiosi E tra le azioni scocca l’ora delle large cap

A PAG. 16

I fondi Algebris approdano sulla piattaforma Fineco

A PAG. 15

Boom di raccolta per gli Etf Short & Leverage

A PAG. 18

Tutte le opportunità dei bond bancari

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Legg Mason amplia l’offerta italiana di fondi

A PAG. 32

Progetto Grafico Nextl Level Studio - creative@nextlevelstudio.it

L’energia che cresce

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Redazione redazione@invice.it

Alle prese con la Exit Strategy

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Collaboratori Andrea Dragoni, Enzo Facchi, Paolo Bossi, Pbv & Partners (per la sezione Tax&Legal)

Rivoluzione Renminbi

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IPO: dopo Wall Street anche Piazza Affari si avvia al recupero, Lasciamole “fallire” … ordinatamente, Voluntary Disclosure: attenzione al rimpatrio, Italian GoldFinger

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Investment &Advice

Anno 2 – numero 7 Testata in attesa di registrazione al Tribunale di Milano

Direttore responsabile Gabriele Petrucciani- petrucciani@invice.it

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News in pillole

News in breve

11 febbraio 2014 Promotori&Consulenti

11 febbraio 2014 Finanza Personale

4 febbraio 2014 Economia

Cassa Lombarda si rafforza con 6 private bankers

Unicredit inaugura a Milano la prima filiale flagship

Da Cariparma Crèdit Agricole 700 milioni per le pmi

Cassa Lombarda, con l’obiettivo di supportare e sviluppare i propri programmi di crescita e di consolidare le proprie competenze, prosegue nella strategia di rafforzamento della rete di Private Banking con l’ingresso di 6 nuovi professionisti. I nuovi Private Banker, tutti operanti presso la Sede di Milano, provengono da diverse realtà e hanno sviluppato nel corso degli anni consolidate esperienze nel settore. Andrea Capitanio, 32 anni, proviene da Unicredit, dove presso la Divisione Private Banking svolgeva l’attività di Private Banker nella Direzione Top Clients. Stefano Ferri, 46 anni, proviene da Banca di Legnano, dove negli ultimi anni svolgeva l’attività di Private Banker coprendo un’ampia area territoriale tra Piemonte e Lombardia…

E’ stata inaugurata oggi a Milano, ai piedi del complesso dell’UniCredit Tower in piazza Gae Aulenti, la prima filiale che cambia in profondità l’esperienza di fruizione dello sportello per i clienti. UniCredit ha adottato un formato di agenzia rivoluzionato, che combina innovazione tecnologica, design e marketing esperienziale per rendere più piacevole e interattivo l’utilizzo da parte dei clienti dei servizi offerti dalla banca. Il concept della nuova agenzia di piazza Gae Aulenti rappresenta la prima realizzazione in Italia di un piano di investimenti destinato in tre anni a rinnovare circa mille punti vendita del gruppo UniCredit in Italia, perseguendo opportunità sia di efficienza che di crescita…

Oltre 700 milioni di euro a sostegno del tessuto economico nazionale e delle sue eccellenze. Così il Gruppo Cariparma Crédit Agricole cerca di rilanciare le piccole e medie imprese clienti che necessitano di nuove risorse finanziarie per contrastare la crisi economica. Il plafond di finanziamenti sarà messo a disposizione di 15.000 aziende clienti del Gruppo, liberi professionisti, artigiani, agricoltori e società, che beneficeranno in tempi rapidi di linee di fido con importi predefiniti. In presenza di garanzie consortili per almeno il 50% questi importi potranno essere ulteriormente incrementati, naturalmente mantenendo le medesime agevolazioni in termini di condizioni e iter di concessione…

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News in pillole

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3 febbraio 2014 Acquisizioni

3 febbraio 2014 Private Equity

28 gennaio 2014 Bilanci

A New York Life Investments il 100% di Dexia Am

H.I.G. apre a Milano. Pronti 825 milioni

Azimut stima utile 2013 a 145-160 milioni

New York Life Investments completa l’acquisizione di Dexia Asset Management per 380 milioni di euro. Dexia Asset Management si unisce alla diversificata famiglia di “boutique di gestione” di New York Life Investments, apportando 100 miliardi di dollari di attivi gestiti ed elevando così il patrimonio totale in gestione presso New York Life Investments a 511 miliardi. Naïm Abou-Jaoudé continuerà a ricoprire il ruolo di Chief executive officer e Chairman dell’Executive Committee di Dexia Asset Management e Paul Xiradis rimarrà Chief executive officer di Ausbil. Yie-Hsin Hung, oltre al suo attuale ruolo di co-presidente di New York Life Investment Management e chairman di New York Life Investment Management International, diventerà chairman of the Board of Directors di Dexia Asset Management…

H.I.G. Capital apre una sede a Milano e nomina Raffaele Legnani (in foto) come Managing Director alla guida del team italiano. H.I.G., tramite la sua affiliata H.I.G. Europe, dispone attualmente di un team di oltre 50 professionisti basati in Europa e opera con uffici a Londra, Amburgo, Madrid e Parigi. H.I.G. Europe è uno degli operatori di private equity più attivi in Europa, avendo portato a termine 28 operazioni da quando ha iniziato ad investire nel 2008. Nel mese di luglio del 2013 H.I.G. Capital ha chiuso con successo la raccolta del fondo H.I.G. European Capital Partners II a 825 milioni di Euro (1,1 miliardi di dollari), significativamente oltre l’obiettivo di raccolta iniziale. Il fondo seguirà la strategia di investimento del veicolo precedente, focalizzandosi su investimenti in growth capital e buyout nel segmento delle medie imprese prevalentemente in Europa occidentale…

Sulla base dei primi dati di sintesi dell’attività, il Gruppo Azimut prevede di chiudere il 2013 con un utile consolidato tra i 145 e i 160 milioni di euro, nella parte alta della forchetta già annunciata al mercato a fine 2013. Nel 2013, il Gruppo ha registrato una raccolta netta record di oltre 3,2 miliardi di euro, portando così il patrimonio complessivo a 24 miliardi di euro (21,4 miliardi di euro le masse gestite), in crescita di oltre il 20% rispetto all’inizio del 2013. Le azioni sindacate nel patto ad oggi rappresentano ca. il 20,4% del capitale, in normale calo rispetto agli anni passati, principalmente per via di alcuni Partner storici che hanno raggiunto il 65° anno di età (si ricorda che al compimento del 65° anno di età le azioni contenute nel patto non sono più vincolate), e di coloro che, nel corso del 2013 approfittando di mercati finanziari sostanzialmente positivi, hanno colto la possibilità di vendere parte delle azioni non vincolate….

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Scenari \ Intervista

DI ENZO FACCHI

Sarà un 2014 a stelle e strisce

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l 2014 è iniziato seguendo una dinamica radicalmente diversa rispetto al 2013. Pur essendo già a metà del ciclo, la crescita dell’economia statunitense è in fase di accelerazione e ben presto sarà meno soggetta a stretta fiscale. Allo stesso tempo, i Paesi emergenti e quelli europei sono ormai in una fase di stabilizzazione, dopo diversi anni di rallentamento, mentre il Giappone prosegue con la rinascita economica. “La posta in gioco per i gestori sarà quindi quella di cogliere il continuo miglioramento globale trainato dagli Stati Uniti - spiega Didier Saint-Georges, membro del comitato investimenti di Carmignac Gestion - pur cautelandosi rispetto al conseguente rischio di una pericolosa normalizzazione dei mercati obbligazionari”. Dunque la parola d’ordine per il 2014 è “Stati Uniti”. La velocità di ripresa dell’economia statunitense è sorprendente. La crescita registrata nel 2013, sicuramente molto prossima al 2%, ha consentito di impartire una notevole spinta al gettito fiscale. Inoltre, la rinascita industriale e i passi avanti in direzione dell’autonomia energetica hanno permesso di soddisfare, in percentuale, una quota crescente di domanda interna, senza ricorrere a maggiori importazioni e riducendo contestualmente il disavanzo delle partite correnti, passato dal 6,5% del 2009 all’attuale 2%). Inoltre, que-

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sto slancio viene rispecchiato da un calo costante della disoccupazione. Il rafforzamento dei fondamentali dell’economia statunitense è indiscutibile. Nella maggior parte dei settori, le società da noi seguite confermano un’accelerazione dell’attività a fine 2013. Il che fa presagire un proseguimento di tale dinamica nel 2014. Sebbene i livelli raggiunti non lascino più alcuno spazio per una crescita dei multipli di valutazione, è comunque lecito aspettarsi che i mercati azionari statunitensi continuino a guidare la corsa. Un ripresa, quella degli Usa, che dovrebbe favorire anche gli emergenti… Per il mondo emergente è da notare innanzitutto che il rafforzamento della domanda statunitense costituisce un’ottima notizia. Ma deve essere confrontato con il rischio di un minore afflusso di liquidità. Le prospettive di crescita economica dei Paesi emergenti sono tuttavia diventate eterogenee. In Cina l’attività economica dovrebbe stabilizzarsi attorno al 6-7% e in India attorno al 4,5%, mentre in Messico dovrebbe accelerare significativamente dall’1,5% al 2,7%, pur continuando a rallentare in Brasile, dal 2,3% all’1,9 per cento. Analogamente, la solidità di queste economie in termini di equilibri di bilancio e commerciali, di livelli di indebitamento e di riserve valutarie è assai dissimile. Infine, un’analisi delle


Scenari News\ in Intervista pillole

prospettive concrete di riforme strutturali costituisce un terzo livello di importanti differenze tra i vari Paesi. Quali i principali fattori di rischio? In questo contesto di crescita economica globale, che avvia positivamente la seconda fase di ripresa del ciclo dopo la crisi del 2008, il rischio principale risiede nei sintomi di disintossicazione che i mercati potrebbero subire nel corso della riduzione di un sostegno monetario finora straordinario. Un’accelerazione più brusca del previsto del ciclo economico statunitense, in particolare, potrebbe rendere i mercati obbligazionari particolarmente vulnerabili. In un

secondo momento le anticipazioni di inflazione, attualmente estremamente deboli, potrebbero anche loro essere rimesse in discussione alle prime tensioni sul mercato del lavoro negli Stati Uniti. Una simile situazione costituirebbe un’ulteriore sfida per la Fed che finora è riuscita a fissare i tassi brevi su livelli estremamente bassi. E l’Europa? Riuscirà quest’anno a rafforzarsi? L’economia dell’Eurozona è in una situazione molto diversa rispetto agli Usa. Gli indici del quarto trimestre confermano che l’area ha chiuso l’anno con una crescita globale prossima

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Didier Saint-Georges, membro del comitato investimenti di Carmignac Gestion.

al -0,5% su base annua. Nel 2014, invece, stenterà a superare l’1 per cento. Il continuo processo di adeguamento nei Paesi periferici ha consentito di ridurre gli squilibri, ma ha continuato a rafforzare le pressioni deflazionistiche, al punto che nel 2013 il costo di finanziamento dell’economia spagnola e di quella italiana in termini reali è perfino aumentato, nonostante il calo dei tassi nominali. Il 2014 dell’Eurozona dipenderà molto anche dal sostegno della Bce, il cui intervento potrebbe rivelarsi ancora una volta necessario quest’anno.

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Cover Story

Incognita emergente L’avvio del tapering in Usa ha scosso i mercati in via di sviluppo, che hanno subìto forti svalutazioni. Ma una crisi dei Paesi asiatici come quella del 1997 è improbabile

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olte valute dei mercati emergenti hanno recentemente subito forti svalutazioni. Tuttavia una crisi dei Paesi asiatici come quella a cui abbiamo assistito nel 1997 è improbabile. È l’opinione di Paul McNamara, gestore di Gam e responsabile del fondo JB Local Emerging Bond di Swiss & Global. “L’attuale performance non può essere confrontata con quella del 1997”, spiega l’esperto. Oggi i mercati emergenti sono molto più solidi rispetto ad all’ora: alcune delle banche locali sono posizionate meglio di quelle dei paesi industrializzati. “Quello a cui stiamo assistendo è la fine del modello di crescita che i mercati emergenti hanno seguito dopo la crisi finanziaria”. Gli investitori nei mercati obbligazionari devono ora analizzare il grado di successo riscosso da vari paesi nell’affrontare il necessario processo di adeguamento. Con l’aiuto di politiche monetarie accomodanti e grazie ai capitali esteri, i mercati emergenti sono riusciti ad incrementare gli investimenti interni e a mantenere elevati i propri livelli di crescita anche dopo la crisi finanziaria. La rinascita delle economie sviluppate richiede ora un adeguamento. “Il tapering è stato solo la molla che ha dato origine agli sviluppi attuali, e non la loro causa principale”. Così McNamara valuta l’attuale cambio di rotta nella politica monetaria Usa.

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LE OBBLIGAZIONI IN VALUTA LOCALE RIMANGONO INTERESSANTI Anche se la quota di obbligazioni in valuta locale sul totale del capitale estero investito è aumentata fino al 25% negli anni recenti, Paul McNamara non vede segnali di bolle al momento. “Il volume del mercato obbligazionario in valuta locale riflette anzi il ruolo più forte dei mercati emergenti”, afferma il gestore. L’aumento di importanza delle obbligazioni in valuta locale ha una base strutturale. La classe di investimento continua ad essere interessante in quanto i mercati emergenti tendono ad avere debiti più bassi. Misurati in dollari Usa, essi rappresentano attualmente circa un terzo della produzione economica globale. Salvo stravolgimenti da questo punto di vista, è improbabile che la classe di investimento perda la propria attrattiva. LA FLUTTUAZIONE DEI TASSI DI CAMBIO NON COSTITUISCE UNA MINACCIA McNamara ritiene improbabile che l’attuale diminuzione dei tassi di cambio possa costituire un ostacolo per la crescita di lungo periodo dei mercati emergenti. Nel 1997 diversi paesi asiatici avevano deficit della bilancia commerciale compresi in taluni casi fra il 6% e l’8% ed erano



10 Cover Story fortemente esposti alle fluttuazioni dei tassi di cambio. Oggi la situazione è diversa. “Nel breve termine dovremo accettare mercati dominati dalla volatilità”. Tuttavia, ciò non costituisce una minaccia per i mercati emergenti ma un’opportunità, poiché le fluttuazioni dei tassi di cambio aiutano ad assorbire gli shock sul breve termine e aumentano la competitività.

il gestore. L’India, ad esempio, ha recentemente ridotto considerevolmente il proprio saldo della bilancia commerciale. “Tuttavia, paesi come la Turchia con deficit della bilancia commerciale costantemente elevati continueranno per qualche tempo ad avere dei problemi”. La Turchia costituisce comunque un’eccezione, e il suo caso non può essere generalizzato. “In generale, le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale offrono nuovamente, dopo un anno duro con cadute dei prezzi, opportunità d’investimento straordinarie - ritiene McNamara - Le obbligazioni dei mercati emergenti sono oggi una classe di investimento più matura che nel 1997, e offrono agli investitori rendimenti allettanti nonché il potenziale per una rivalutazione del capitale”. I paesi come la Polonia, il Messico, la Romania, la Corea del Sud e l’Ungheria, che sono strettamente integrati nella catena di creazione del valore delle nazioni sviluppate, sono quelli con il maggiore potenziale e stanno già beneficiando della crescita in ripresa di tali economie.

LA FASE DI CONSOLIDAMENTO CREA NUOVE OPPORTUNITÀ Di norma, spiega McNamara, le diminuzioni dei tassi di cambio sono state correlate ai problemi economici sottostanti. Già le vendite massicce verificatesi l’anno scorso sui mercati obbligazionari erano ampiamente riconducibili alle cosiddette “5 tigri fragili – fragile five”, cioè India, Indonesia, Sud Africa, Brasile e Turchia, nonché la Russia. “Ma anche in alcuni di questi paesi, ad esempio in India, il processo di adeguamento ha fatto grandi progressi rispetto a quanto generalmente ritenuto”, sottolinea

Cosa si nasconde dietro la crisi emergente Tre sono le cause principali dell’attuale instabilità dei mercati finanziari internazionali: la fine della politica eccessivamente espansiva della Federal Reserve (tapering), dati economici della Cina deboli delle attese, così come i singoli rapporti su Argentina, Venezuela, Ucraina e Turchia. Le reazioni da parte delle banche centrali sia in Turchia sia in Sud Africa non hanno garantito le rassicurazioni auspicate, lasciando inalterata l’incertezza derivante dalla riduzione degli acquisti di obbligazioni da parte degli Stati Uniti di 10 miliardi di dollari ogni mese e dall’indebolimento dei dati economici. “Questi sviluppi sono guidati meno dai fondamentali, quant o piuttosto dalle preoccupazioni che una forte correzione dei prezzi sia imminente e che possa diffondersi verso altri Paesi – spiega Asoka Woehrmann, Co-CIO di Deutsche Asset & Wealth Management - In realtà, nella maggior parte dei mercati emergenti i dati economici, come l’indice dei direttori acquisti, sono abbastanza positivi. Ciò vale anche per le economie sviluppate. Certo, la crescita in alcuni mercati emergenti rallenterà e deve essere osservata da vicino, ma rimaniamo fondamentalmente ottimisti. Paesi i cui problemi campeggiano nei titoli dei giornali, come Venezuela, Argentina, Turchia o Ucraina, rappresentano solo una piccola porzione dell’universo dei mercati emergenti”. Il governo cinese dovrebbe riuscire a impedire che la

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crescita economica scenda di oltre il 7%. Le previsioni sul Brasile non sono state molto elevate recentemente, anche se il Paese detiene riserve valutarie sufficienti per sostenere il Real. Nel mentre in Indonesia, grazie a uno sviluppo della domanda interna, l’indice dei direttori acquisti è cresciuto. “Il principio fondamentale è che, se gli Stati Uniti e il Regno Unito continuano a crescere mentre l’Europa continua a stabilizzarsi come ha fatto finora, allora le conseguenze della debolezza nei mercati emergenti dovrebbero essere limitate – continua Woehrmann - Detto questo, è possibile che la redditività delle aziende con una significativa esposizione verso questi Paesi possa soffrire. In settori specifici vi è un vero e proprio rischio di contagio dei prezzi: per esempio, se la situazione in Brasile si deteriorasse, le banche spagnole potrebbero esserne influenzate, mentre i continui disordini civili in Turchia metterebbero sotto pressione le banche greche”. Sarebbe inoltre negativo un aumento sensibile dei rendimenti offerti dai titoli di Stato degli Stati Uniti. “Tatticamente siamo cauti in questo momento – conclude Woehrmann,- La discussione sul tapering è la ragione principale per cui la situazione si complicherà in quei paesi che dipendono dai finanziamenti esteri. È fondamentale selezionare il corretto investimento non solo per Paese, ma anche in termini di asset class”.


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12 Cover Story ATTUALITÀ

DI RAYMOND CHAN

Cina, serio impegno sulle riforme Se Pechino riuscirà a portare a termine il suo piano, il Paese sarà più efficiente e la produttività migliorerà. L’economia crescerà in modo sostenibile e i mercati azionari registreranno ottimi guadagni

S Raymond Chan, CIO Equity Asia Pacific di Allianz Global Investors

iamo fermamente convinti che il governo cinese guidato dal Presidente Xi Jinping sia impegnato nelle riforme. Approviamo le proposte di riforma annunciate dopo la Terza sessione plenaria del 18° Comitato centrale del Partito comunista cinese conclusosi il 12 novembre 2013. La costituzione di un comitato di alto livello per la pianificazione e il coordinamento delle riforme dimostra l’impegno del paese in tal senso. Naturalmente non sappiamo ancora in che modo Pechino attuerà tali provvedimenti. Se da una parte crediamo che il mercato accoglierà positivamente le proposte di riforma nel breve termine, dall’altra non sottovalutiamo le sfide che si manifesteranno quando queste riforme saranno messe in pratica. Il piano di riforma dimostra inoltre che i leader del paese sono liberali dal punto di vista economico, ma conservatori dal punto di vista politico. Ciononostante, se le nuove iniziative di Xi avranno successo, rappresenteranno un cambiamento radicale per l’economia, e le sue riforme saranno di portata storica quanto l’apertura di Deng Xiaoping nel 1978. Esaminiamo le cinque aree principali in cui saranno attuate le riforme: 1. MERCATI I mercati giocheranno un ruolo decisivo più che fondamentale nella distribuzione delle risorse. Dato che i mercati avranno maggiore importanza, il gover-

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no avrà meno potere nella distribuzione delle risorse relativamente al mercato del lavoro e ai capitali, mentre giocherà un ruolo più importante nella definizione delle regole e nella prestazione dei servizi sociali. Entro il 2020 le imprese statali dovrebbero restituire al governo il 30% degli utili, rispetto alla percentuale attuale tra il 10% e il 30%. 2. LAVORATORI EMIGRANTI I provvedimenti prevedono un trattamento paritario dei lavoratori emigrati nelle aree urbane nelle contee e nelle piccole città, pertanto ciò dovrebbe consentire ai lavoratori un accesso paritario ai servizi sociali, all’educazione e all’assistenza medica. Mentre le piccole città applicheranno pienamente la riforma Hukou (un sistema di registrazione delle famiglie che identifica i residenti in una determinata area), le città di medie dimensioni adotteranno il sistema più gradualmente. Per le città Tier 1, l’applicazione del sistema Hukou sarà controllata rigorosamente. 3. LA TERRA E LA POLITICA DEL FIGLIO UNICO Il governo adotterà la riforma sulla terra e darà agli agricoltori più tutele per quanto riguarda i diritti sulla proprietà. C’è inoltre l’intenzione di liberalizzare la politica del figlio unico, consentendo alle famiglie con un genitore che è stato figlio unico di avere due bambini.


Cover Story

4. GLI INVESTITORI ESTERI E LA RIFORMA DEL SETTORE FINANZIARIO Il governo valuterà un sistema che garantisca pari trattamento agli investitori esteri in Cina, nella misura in cui non investono in settori strategici come la difesa. 5. IMPOSTA SULLA PROPRIETÀ L’imposta sulla proprietà sarà applicata in tutto il paese nel momento più opportuno. Nel settore finanziario ci sarà la liberalizzazione dei tassi di interesse e dei tassi di cambio. Per le piccole e medie imprese dovrebbe diventare più facile ottenere credito. Ci sarà anche maggiore apertura nel settore dei servizi e la riduzione della presenza pubblica nelle imprese. Il nuovo governo ha dimostrato determinazione nel portare avanti le riforme che saranno certamente positive per

la Cina nel più lungo termine. Tuttavia, le riforme strutturali implicano la ristrutturazione di molte imprese, con possibili fallimenti e licenziamenti nei settori meno efficienti dell’economia. Ciò produrrà deflazione e qualche danno nel periodo di transizione. I vantaggi delle riforme si manifesteranno solo col tempo, sotto forma di un aumento della produttività e dell’efficienza. I mercati azionari in Cina, in cui prevalgono le società finanziarie e le società statali inefficienti, negli ultimi anni hanno riportato un andamento negativo in termini di performance sia assoluta sia relativa rispetto ai mercati globali. È interessante notare che i segmenti del mercato azionario che prevedibilmente beneficeranno delle riforme, come le small cap, hanno fatto meglio negli ultimi trimestri. Riteniamo che il settore dei servizi diventerà

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più rilevante e potrebbe offrire buone opportunità di investimento nel lungo termine, nonostante il rallentamento della crescita economica. Per esempio, i settori dell’istruzione, sanitario, Internet e trasporti potrebbero offrire migliori opportunità di crescita nel tempo. Nel complesso siamo convinti che il governo cinese sia impegnato seriamente nel percorso di riforma, ma non sottovalutiamo le sfide che dovrà affrontare per applicare i provvedimenti necessari. Se le autorità riusciranno ad applicare le riforme, il Paese sarà più efficiente e la produttività migliorerà. L’economia crescerà in modo sostenibile e i mercati azionari registreranno ottimi guadagni nella seconda metà del decennio. Tuttavia, perseguire le riforme strutturali in un momento in cui alcuni segmenti dell’economia presentano ancora un indebitamento eccessivo potrebbe provocare periodi di volatilità dei risultati.

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News Attualità in pillole

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La spinta della Fed agli asset rischiosi Nonostante i rischi che ha comportato, l’avvio del tapering rappresenta una testimonianzadel fatto che la ripresa della crescita negli Stati Uniti è ormai sostenibili e ben radicata

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dicembre la Federal Reserve ha sorpreso i mercati, annunciando l’avvio del tapering a gennaio. Sebbene tale notizia fosse attesa, lo era probabilmente per il primo trimestre del 2014 e non così a breve. Allo stesso tempo la Fed ha rafforzato la propria forward guidance, aggiungendo una nuova frase al suo comunicato: “Il Comitato si aspetta ora, in base alla propria valutazione di questi fattori, che probabilmente sarà giusto mantenere l’attuale obiettivo sul tasso Federal Fund anche dopo che la disoccupazione scenderà sotto il 6,5%, specialmente se l’inflazione prevista continua a essere inferiore al target di lungo termine del 2%”. In effetti, tale dichiarazione equivale ad abbassare la soglia della disoccupazione, tanto che durante la conferenza stampa il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha parlato di “un tasso naturale di disoccupazione” posto tra il 5,2% e il 5,8%. Inoltre, queste parole rafforzano l’idea che la Fed abbia un target per l’inflazione implicitamente più basso. “Nonostante i rischi che ha comportato, la decisione della Federal Reserve suggerisce la forte fiducia riposta in uno scenario macroeconomico positivo - commenta Christel Rendu de Lint, head of fixed Income di Union Bancaire Privée - Questo elemento rafforza la nostra idea di una ripresa della crescita negli Stati Uniti ormai sostenibile e ben radicata. Riteniamo infatti che l’intervento della Fed sia positivo per gli asset rischiosi, e in particolare per gli spread sul credito”. La Fed conferma il miglioramento dell’economia e di voler agire solo in maniera graduale. Inoltre, ora l’incertezza sul mercato è mi-

nore, perché l’Istituto centrale ha agito e la reazione degli operatori è stata positiva. E’ probabile quindi che il tapering sarà attuato senza causare grandi problemi. “In questo quadro, il tasso Fed Fund dovrebbe restare agli attuali livelli per tutto il 2014, continuando ad ancorare i tassi di breve termine – sottolinea Rendu de Lint - Inoltre, le altre banche centrali e in particolare la Bce e la Bank of Japan dovrebbero mantenere posizioni ultra-accomodanti. La Bce potrebbe persino considerare ulteriori stimoli. Secondo la nostra visione, questo è il periodo più positivo per gli asset rischiosi. Infatti, la ripresa delle economie sviluppate è stata confermata e sta guadagnando forza; le banche centrali sono concentrate nel mantenere i tassi a livelli ultra-bassi – conclude - La combinazione di un più solido slancio della crescita e di posizioni fortemente accomodanti favorirà gli asset rischiosi ed è quindi positiva per l’high yield.

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16 Attualità

E tra le azioni scocca l’ora delle large cap Sia in Europa sia negli Stati Uniti, tutti i parametri di analisi portano a ritenere che le valutazioni delle smaller company iniziano a evidenziare chiari segnali di stress

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l 2014 dovrebbe confermarsi l’anno dei mercati azionari. Ma, oltre alla scelta delle Borse è altrettanto importante comprendere su quale segmento di capitalizzazione conviene puntare. “Il focus dovrebbe spostarsi dalle small-mid alle large cap – commenta Donatella Principe, responsabile institutional business di Schroders Italia - Sia in Europa sia negli Stati Uniti, le smaller Company hanno nettamente sovraperformato le large cap, con un extra rendimento di circa il 20% da quando all’inizio dell’ottobre 2011 è partito il rally dell’azionario”. Questo risultato è in linea con l’andamento storico delle piccole-medie capitalizzazioni, che tendono a registrare i rendimenti migliori nelle prime fasi di ripresa del ciclo economico. “Questa fase, certamente in America e in parte anche in Europa, si è esaurita nel corso del 2013 e resta solo limitatamente un elemento di supporto per il 2014 – continua Principe - In America pesa il fattore valutazioni, con le società di piccole e medie dimensioni che quotano su valutazioni storiche elevate. Si aggiunga a questo che vi sono motivi per essere scettici sui livelli di consensus degli utili per le small companies americane, che appaiono eccessivamente ottimistici. Esiste poi per le small e mid cap Usa un problema di sopravvalutazione non solo in assoluto, ma anche relativo”. Inoltre, se si ritiene che i Paesi sviluppati continueranno nel 2014 la loro fase di ripresa, allora le industrie cicliche globali dovranno guidare la performance dei mercati finanziari. “Una situazione questa che dovrebbe favorire le società di grande capitalizzazione americane, che producono il 40% dei loro utili al di fuori degli Stati Uniti – aggiunge ancora il responsabile institutional business di Schro-

Donatella Principe, responsabile institutional business di Schroders Italia.

ders Italia - Percentuale che le per le small e mid cap scende al 20%”. In Europa va tenuto in considerazione che, sebbene il ciclo economico sia indietro nella sua ripresa rispetto a quello Usa, le smaller company europee non di meno hanno riportato rendimenti in linea con le controparti americane, più in grado di fare leva su una reale accelerazione del ciclo. Tutti i parametri di analisi del settore portano a ritenere che le valutazioni delle smaller company inizino a evidenziare chiari segnali di stress. “Quello delle small cap in Europa è in una fase di mercato da stock-pickers, estremamente sofisticato anche in ragione del ridotto grado di copertura della ricerca per questa tipologia di società – sottolinea Principe - Anche in Europa la domanda internazionale gioca maggiormente a favore delle large cap: infatti, rispetto a una media di generazione all’estero degli utili delle large cap intorno al 50%, per le smaller company la percentuale è molto più bassa e si aggira intorno al

Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014

30%”. Ma, elemento ancor più rilevante, le aziende europee rischiano di subire i contraccolpi di una riduzione della domanda da parte dei Paesi Emergenti, direttamente connessa anche con la progressiva chiusura del deficit delle partite correnti americane. “Mantenere solida la top line del bilancio impone quindi che attività ad alto assorbimento di capitale giochino un ruolo crescente nel sostenere le vendite, con ricadute negative sui margini – conclude Principe - Una sfida più facile da gestire per le società di grande che di piccola capitalizzazione. Infine, in Europa non va trascurato nel supporto alla crescita aziendale il ruolo giocato dal credito. Mentre in America le condizioni del credito sono nettamente migliorate, in Europa la lenta e debole ripresa della concessione di prestiti rischia di essere gelata sul nascere dai contraccolpi dell’Asset Quality Review della Bce. Le società di grandi capitalizzazione anche rispetto a questa sfida appaiono meglio equipaggiate.


News in Attualità pillole

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I fondi Algebris approdano sulla piattaforma Fineco A disposizione degli investitori le cassi R ad accumulazione per investitori individuali con liquidità giornaliera. L’investimento minimo iniziale è di 10mila euro.

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inecoBank (gruppo Unicredit) e Algebris Investments hanno siglato un accordo di distribuzione grazie al quale Fineco amplia ulteriormente la sua offerta con due fondi targati Algebris: Financial Credit Fund e Financial Income Fund. Lanciato a settembre 2012, l’ Algebris Financial Credit Fund investe in titoli di debito e strumenti finanziari emessi da grandi banche a livello globale, tra cui obbligazioni subordinate inclusi ibridi, obbligazioni contingent convertible (Coco bond) e titoli senior a tasso fisso o variabile. L’obiettivo è generare un alto livello di reddito ed una modesta rivalutazione

del capitale. Lanciato ad agosto 2013, invece, l’ Algebris Financial Income Fund investe in modo trasversale (titoli obbligazionari subordinati e senior con cedola elevata e titoli azionari con un alto dividend yield) nella struttura di capitale di banche e istituzioni finanziarie a livello globale. L’obiettivo è massimizzare il reddito, inteso come cedolare e da dividendi. L’accordo è riferito alle classi R, ad accumulazione, per investitori individuali con liquidità giornaliera. L’investimento minimo iniziale è di 10 mila euro. “Siamo onorati di poter collaborare con FinecoBank, un operatore affermato nell’ambito della consulenza

finanziaria e riconosciuto per il suo approccio innovativo ed indipendente - commenta Davide Serra, Fondatore e CEeo di Algebris Investments - Grazie alla piattaforma di Fineco, potremo offrire a una più vasta platea di risparmiatori l’accesso all’expertise di Algebris sia sull’obbligazionario che sull’azionario nel settore finanziario a livello globale. Il settore dei financials continua a offrire molte opportunità d’investimento interessanti ed è l’unico correlato positivamente ad un rialzo dei tassi. In particolare, pensiamo che l’elemento portante per il buon andamento del settore sia la crescita prospettica dei dividendi”.

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18 Attualità

Boom di raccolta per gli Etf Short & Leverage Gli asset in gestione hanno raggiungo a fine 2013 la quota record di 55 miliardi di dollari, facendo registrare una crescita del 22% rispetto all’anno precedente

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oost Etp presenta i risultati del primo report Short & Leveraged ETFs/ETPs Global Flows. Il rapporto rivela che gli asset in gestione relativi agli Etp S&L hanno raggiunto la quota record di 55 miliardi di dollari alla fine del 2013, in aumento di 10 miliardi dollari (+22%) rispetto al 2012. Gli investitori in Etp S&L possono esprimere un sentiment rialzista o ribassista investendo in un Etp leverage o short. Per questo motivo gli asset in gestione di Etp S&L possono rivelare una più ampia gamma di sentiment degli investitori rispetto ai flussi o alle masse in gestione dei fondi comuni o di altri Etp. Dal momento che gli Etp short e leverage tendono a essere utilizzati più tatticamente, i relativi dati sui flussi e sugli asset under management possono fornire informazioni preziose e tempestive sul sentiment del mercato di una parte relativamente sofisticata degli investitori. Il report Short & Leveraged ETFs/ ETPs Global Flows mette in evidenza i flussi e le tendenze sia dal punto di vista geografico che di asset class. “A livello globale gli investitori continuano a dare fiducia agli strumenti Etp S&L e i risultati lo dimostrano - commenta Nik Bienkowski, Co-Ceo di Boost Etp - La domanda di Etp è il riflesso della continua crescita dei nostri asset in gestione, più che raddoppiati nelle ultime 8 settimane. Complessivamente gli asset detenuti in Etp S&L su indici azionari sono pari a 37 miliardi di dollari mentre quelli in Etc S&L raggiungono quota 3,7 miliardi. Boost è stato il primo emittente a introdurre prodotti a leva tripla prima in UK, nel dicembre 2012, e successivamente in Italia nell’ottobre 2013

e sta confermandosi leader nel settore fornendo agli investitori strumenti utili di copertura del rischio oltre che interessanti opportunità per raggiungere risultati con il minor impiego di capitale”. Nonostante i timori iniziali legati all’allentamento anticipato dello stimolo monetario della scorsa estate, i principali benchmark azionari negli Stati Uniti, Europa e Giappone hanno raggiunto nuovi livelli record verso la fine del 2013. Il report di Boost rivela che gli investitori si sono posizionati per guadagnare dalla continua crescita dei mercati azionari. Gli investitori short e leverage hanno avuto le posizioni più rialziste di sempre sull’azionario degli Stati Uniti che si sono concretizzate in 13,4 miliardi di posizioni net long. Inoltre, per la prima volta in quasi sei anni, le posizioni net long su indici europei diversificati hanno registrato un

Nik Bienkowski, co-ceo di Boost Etp

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controvalore di 142 milioni. In Europa il sentiment è più vario con gli investitori che hanno iniziato il 2014 con posizioni short su Germania (314 milioni) e UK (72 milioni) e long su Italia (366 milioni) e Francia (136 milioni). Al contrario, gli asset gestiti in ETP S&L obbligazionari all’inizio del 2014 è quasi esclusivamente su posizioni short (98%). Le preoccupazioni legate al momento in cui la Fed avrebbe iniziato il tapering ha causato un aumento di oltre 100bps dei rendimenti dei Treasury americani a lunga scadenza minando la fiducia nei titoli di Stato. Con il primo taglio di 10 miliardi di dollari annunciato dalla Fed lo scorso dicembre, gli investitori si sono attrezzati per ottenere profitti dalla crescita dei rendimenti obbligazionari, con flussi che a dicembre hanno raggiunto 1,2 miliardi di dollari quasi esclusivamente investiti in Etp obbligazionari short. All’inizio del 2014, le posizioni degli investitori sono state le più ribassiste da giugno 2011 rispetto al debito pubblico degli Stati Uniti, e più vche mai verso il debito pubblico tedesco e italiano. Sul fronte delle commodity l’aumento della propensione al rischio ha spinto gli investitori verso il mercato azionario dal momento che i beni rifugio hanno scontato una repentina discesa dei prezzi. Gli investitori hanno venduto Etc leverage a favore di Etc short: nel corso del 2013, infatti, hanno liquidato 230 milioni di posizioni leveraged e acquistato 136 milioni di dollari di posizioni short, per un totale di 366 milioni. Per la prima volta dal lancio dell’Etc S&L sull’oro (febbraio 2008), gli investitori hanno raggiunto quota 6 milioni di dollari in posizioni short (dicembre 2013). Queste statistiche evidenziano il valore che gli Etp S&L possono generare per gli investitori, che stanno rispondendo visibilmente alla disponibilità di nuovi prodotti come dimostrato dagli asset in gestione in continua crescita e dai volumi degli scambi sul mercato degli Etp targati Boost.


Lasciamole “fallire” … ordinatamente A PAG. 19

WALL STREET RECUPERA, PIAZZA AFFARI LA SEGUE


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DI PAOLO BOSSI

IPO: dopo Wall Street anche Piazza Affari si avvia al recupero Il cuore finanziario globale è già tornato a pompare IPO sul mercato, ora anche a Piazza Affari si attende la ripresa.

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Inversione di tendenza significativa: per la prima volta da anni, dall’era del boom di Internet, il numero delle società quotate è tornata a infittirsi a Wall Street. Nel 2013 erano presenti in Borsa circa 5.000 aziende di cui circa 100 new entry. I dati presentati dalla World Federation of Exchanges sanciscono la ripresa dei collocamenti azionari. Ovviamente si è ancora lontani dal culmine delle circa 9.000 aziende quotate negli anni ruggenti delle dot.com ma la tendenza negli USA è quella di una crescita, magari anche sostenuta dalla abbondanza di liquidità, ma pur sempre di una crescita. Il 2013, mentre l’Italia si leccava le ferite, è stato per gli USA l’anno del rilancio con più di 222 IPO a fronte di una media degli ultimi 10 anni di 130/140 quotazioni e, seppure restino lontani i risultati degli anni Novanta in cui si era arrivati a 400 collocamenti all’anno, i dati rilevano un aumento del 73% rispetto al 2012. Tra le principali IPO del periodo Plains GP Holdings (di 2,8 miliardi di dollari) che ha visto lo studio Vinson & Elkins attivo con un team guidato da David Oelman and Alan

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Beck a fianco dell’azienda, e Baker Botts con un team guidato da Josh Davidson and Jason Rocha e Steve Marcus che ha agito per gli underwriters ovvero Barclays, Goldman, Sachs & Co., J.P. Morgan, BofA Merrill Lynch, Citigroup, UBS Investment Bank and Wells Fargo Securities. Tra le grandi operazioni non può essere scordata la quotazione di Hilton Worldwide, che ha visto attivi gli Studi Davis Polk & Wardwell – con un team guidato da Michael Kaplan e John Meade – a fianco degli underwriters (Deutsche Bank, Goldman Sachs, BoA Merrill Lynch e Morgan Stanley) e lo studio Simpson Thacher & Bartlett che con un team guidato da Joshua Bonnie ha assistito Hilton Worldwide. Da tempo atteso, il 2013 è stato l’anno della quotazione della dot.com Twitter che, assistita da un team dello studio Wilson Sonsini Goodrich & Rosati guidato da Larry Sonsini, ha fatto il suo debutto (con il botto) a ottobre 2013. A nostro avviso, risulta interessante notare che il 2013 rappresenta l’anno della svolta anche per il grande


Tax & Legal numero di dossier: ben 258 depositati presso la SEC. Tra le aziende più attese vi sono il colosso Cinese Alibaba o la catena di Hotel La Quinta di Blackstone. A Piazza Affari il clima è probabilmente più dimesso, anche se il 2013 sembra aver sancito la “nascita” effettiva dell’AIM: riservato alle PMI.

Irene Pistotnik, Guido Bartolomei e Yana Mihaleva hanno agito in qualità di advisor legale. Moleskine è stata assistita dallo studio Clifford Chance con un team di avvocati composto da Alberta Figari, Filippo Emanuele, Paolo Guaragnella, Laura Scaglioni e Giovanni Bologna. Mentre alla finestra restano SEA e ovviamente Savino del Bene.

Anche qui diverse le quotazioni tra le quali l’attesissima Moncler, assistita da Claudio Costamagna e Lazard in qualità di advisor finanziari mentre Latham & Watkins LLP con un team guidato da Antonio Coletti, Ryan Benedict, Isabella Porchia,

Ci sembra ipotizzabile – segnala Emanuele Trucco, counsel dello Studio Shearman Sterling – che il 2014 possa rappresentare l’anno della ripresa delle operazioni di equity capital markets. Oltre ad Anima Holding e l’annunciata privatizzazione

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di Poste Italiane e Fincantieri diverse sono le IPO in cantiere. La rinnovata attenzione alla Borsa da parte degli operatori – conclude Emanuele Trucco – è dovuta in parte alla stabilità riacquistata dai mercati azionari ed al rinnovato interesse degli investitori istituzionali stranieri per il sistema Italia e per le realtà industriali e finanziarie italiane, ed in parte alla necessità di fondi di private equity di monetizzare il loro investimento. D’altro lato i mercati equity saranno occupati dagli annunciati aumenti di capitale di diversi istituti bancari impegnati in significative opere di ricapitalizzazione.

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DI MICHAEL PATRINI

Lasciamole “fallire” … ordinatamente Esplode il dibattito sulle sofferenze bancarie

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asciamo fallire le banche deboli” afferma Danièle Nouy, presidente del consiglio di vigilanza sul sistema bancario europeo, che in un’intervista al Financial Times argomenta che “Dobbiamo accettare che alcune banche non hanno futuro. E dobbiamo lasciarle sparire in modo ordinato, senza necessariamente cercare di fonderle con altri istituti”. Tocca ferro! diceva il saggio. E mentre anche i dati di dicembre diffusi da Bankitalia sulle principali voci dei bilanci bancari assomigliano ad un bollettino di guerra, cresce l’interesse della stampa per le soluzioni che potrebbero essere adottate per ridare vigore al sistema bancario. Partiamo dai numeri. A dicembre 2013 le sofferenze sono aumentate del 24,6% superando di 1 punto e 9 decimali il già triste primato di novembre, inoltre si è registrata una diminuzione del credito al settore privato del 3,8% ed un arretramento della raccolta obbligazionaria crollata dell’8,3% sui dodici mesi. Ecco quindi che, con circa 1 anno di ritardo rispetto alla Spagna, che nel giugno del 2012 portò a casa 40 miliardi di Euro per le proprie banche, gli istituti italiani aprono la pratica dei crediti in sofferenza che l’ABI stima essere 150 miliardi di Euro. Una massa enorme di denaro che – con buona pace degli istituti - non può più essere iscritto a bilancio al valore nominale e che ha il solo effetto di gravare sui conti bloccando l’erogazione di finanza fresca per le nuove iniziative imprenditoriali.

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Ecco quindi che dal Ministero dell’Economia parte la moral suasion verso gli istituti perché facciano ripartire il credito a cui è legata la ripartenza della crescita. Le “povere” banche, questi crediti in sofferenza li hanno guardati e coccolati per mesi, forse sono state dette anche preghiere, ma loro sono rimasti lì e sono cresciuti. Oltretutto - quando non si tratta di credito al consumo – la gestione dei crediti ha imposto agli istituti bancari la destinazione di risorse per la gestione con funzionari e legali impegnati nei molti tavoli di ristrutturazione che le aziende italiane, in affanno, hanno aperto. Certo perché se sei un creditore, e le banche sono i creditori per eccellenza, la nuova legge fallimentare, ti impone di partecipare con i tuoi funzionari e i tuoi avvocati alle “negoziazioni” collegate ai processi di ristrutturazione assumendoti in primis i costi di ristrutturazione e poi i costi di gestione: ovvero i costi dei legali e quelli dei funzionari. Ora agli istituti il Ministero dell’Economia e la BCE con i loro stress test chiedono di risolvere velocemente il problema per ridare credito all’economia (il primo) e per evitare sorprese nel processo di unione bancaria (il secondo) altrimenti seguendo Danièle Nouy esiste l’opzione del fallimento. Già da tempo, tra le soluzioni praticate da vari istituti c’è la cessione delle partite dubbie attraverso cartolarizzazioni dei Non performing loans.


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UniCredit - con la consulenza legale di Riolo Calderaro Crisostomo e DLA Piper - ha raggiunto a gennaio un accordo, con Mariner Investment Group, per la cessione di un portafoglio del valore di 910 milioni di euro di prestiti in project finance erogati in Italia; mentre a dicembre, ha ceduto al fondo Cerberus un nominale di 950 milioni crediti derivanti da contratti di credito al consumo e prestiti personali con una formula pro soluto che garantì alla banca di Piazza Cordusio di recuperare subito un centinaio di milioni. Pochi, maledetti e subito! Si potrebbe argomentare. In entrambi i casi però si trattava di pacchetti di credito sostanzialmente omogenei. Il credito più critico ora è quello legato alle aziende: un credito che da un lato non è omogeneo e soprattutto non può essere ceduto per un “pro soluto” del 10% altrimenti ritorna la soluzione finale prospettata da Danièle Nouy! Tra le soluzioni sul tappeto quella della Bad Bank invocata da alcuni e che si propone di confinare in una determinata e circoscritta area del perimetro bancario le partite a rischio. Lo fece, con successo, la FED tra il 2008 e il 2009 comprando a prezzi stracciati titoli tossici (Cds e Abs), prelevandoli dai portafogli delle maggiori banche americane. Negli USA, dopo alcuni anni, questi titoli “tossici” riuscirono anche ad essere valorizzati, considerati nella loro complessità, e permisero alla Federal Reserve, che li mise in vendita su un mercato

risanato, di realizzare una sostanziosa plusvalenza, utile sottolinearlo. Anche in Spagna il modello Bad Bank finanziata dalla UE ha permesso di gestire con successo i molti crediti immobiliari detenuti dagli istituti, ma anche in questi casi, si trattava di credito “omogeneo” ovvero riferibile a un’unica tipologia di asset. Ecco quindi che in Italia le soluzioni più probabili ruotano attorno ad un modello differente che prevede la costituzione di un fondo nel quale le banche conferiscono i propri crediti in sofferenza ottenendo quote di partecipazione in cambio. Il fondo, che viene finanziato con nuova finanza, agisce in qualità di “gestore” degli asset e si occupa della valorizzazione e del recupero. Su questa via si stanno muovendo istituti come Intesa SanPaolo e Unicredit con un progetto realizzato con il fondo americano KKR, assistiti dagli studi legali Paul Hasting, Linklaters e D’Urso Gatti e dalla società di consulenza Alvarez Marsal. Anche Mediobanca si muove orchestrando un’operazione che la vedrebbe essere l’aggregatore e il gestore dei Non performing loans del Credito Valtellinese, Bper, Monte dei Paschi di Siena e del Banco Popolare. Ma perché istituti come Mediobanca o il fondo statunitense KKR sono interessati a “rischiare” i propri danari per questa operazione? Ovviamente non perché credano fermamente nel sistema Italiano, quanto piut-

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tosto perché tra le sofferenze – soprattutto tra quelle delle aziende – c’è debito interessante. Facciamo due conti. Da un lato le cartolarizzazioni garantiscono ritorni minimi che non consentirebbero alle banche di raggiungere i livelli di capitalizzazione richiesti dagli Stress Test della BCE, dall’altra parte ci sono soggetti, come KKR, Mediobanca ed altri, che hanno liquidità da investire e che ritengono di poter ottenere un buon ritorno dall’acquisto del debito che le banche fanno fatica a recuperare; infine le banche che - seppur ben coscienti di non aver in mano carta straccia - vengono pressate dalla BCE e dal Ministero dell’Economia a far “pulizia” e a far ripartire il credito. Qui si gioca la partita e sarà una partita tutta orientata a definire quali asset siano convenienti conferire in questi nuovi fondi e a che prezzo. Chi propone questo tipo di operazioni ha le idee piuttosto chiare. La fase arrembante del Private Equity Italiano con le molte operazioni in LBO finanziate dagli istituti di credito, ha creato il paradosso di molte aziende con i conti in ordine, un EBITDA positivo, ma cariche di un debito sostanzialmente insostenibile frutto delle operazioni. Questi ultimi, probabilmente, i crediti più appetibili. Nell’ipotesi del “fondo di gestione” degli asset in sofferenza la percentuale di valorizzazione di questo credito rappresenterà la base di contrattazione tra gli istituti di credito e i promotori delle iniziative.

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DI ANDREA CANOBBIO

Voluntary Disclosure: attenzione al rimpatrio Ad oggi la normativa sulla voluntary disclosure non risolve troppi dei rischi penali collegati alle azioni di rientro.

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l 16 dicembre 2009, alla vigiglia della riapertura dei termini dello Scudo Fiscale il Prof. Tremonti, che al momento era il ministro dell’economia salutava la misura come “la più grande manovra finanziaria fatta negli ultimi anni’’ che consentirà “un potenziamento del PIL di 5 punti percentuali in tre mesi” e sottolineava che “una massa così grande in un tempo così piccolo fa certamente bene all’economia’’. Era vero. Nella sua terza edizione, lo scudo consentì di rimpatriare e regolarizzare 85 miliardi di euro con introiti fiscali superiori ai 5 miliardi di Euro. Fu una manovra politicamente difficile, sicuramente coraggiosa in quanto di assoluto pragmatismo, si rendeva il rientro sicuro e si garantivano vantaggi veri per i soggetti che avevano portato all’estero i propri danari. Fu una operazione coraggiosa soprattutto perché, preso atto che lo Stato non era in grado di recuperare quei soldi, si garantiva l’anonimato a coloro che regolarizzavano. Questo evitava eventuali conseguenze penali a coloro che decidevano finalmente di mettersi in regola con lo stato italiano. Oggi probabilmente la medesima operazione non avrebbe potuto essere applicata sia per ragioni politiche sia perché la forte spinta verso il contrasto ai paradisi fiscali proveniente dagli USA e che ha contagiato le principali giurisdizioni in

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Europa, fa immaginare allo Stato di poter avere i mezzi per perseguire gli evasori anche in queste nazioni. Occorre però notare che il modello di voluntary disclosure italiano, pur ricalcando le esperienze internazionali di molti altri paesi OCSE, differisce per esempio da quello adottato negli USA – che come segnalavo sono alfieri della lotta contro i paradisi fiscali – in quanto non garantisce l’esclusione della rilevanza penale delle sanzioni. Ma quali sono questi rischi? Andiamo per ordine anzitutto partendo dai professionisti che potrebbero attivarsi per il rientro dei capitali. L’approvazione del d.l. n. 4/2014 sulla voluntary disclosure induce, senza dubbio – segnala l’avv. Giovanni Borgna socio dello Studio Borgna di Trieste - ad alcune riflessioni sul rapporto tra la normativa antiriciclaggio e la procedura di collaborazione volontaria. Il problema, evidentemente – continua Borgna - è concreto, stante il fatto che, oggi, la normativa sulle segnalazioni contiene una nozione più ampia del tradizionale reato di riciclaggio, ricomprendendo anche i profitti derivanti dal risparmio illecito di imposte. Il professionista coinvolto in una voluntary disclosure si troverà, quindi, a dover decidere, sulla base della normativa vigente, se procedere alla segnalazione di un’operazione sospetta. Il problema evidentemente è di ben più ampia portata, essendo afferente al delicato rapporto tra gli obblighi di riciclaggio ed il diritto di


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difesa, costituzionalmente garantito. A mio parere, nel caso di specie, non può che prevalere il diritto di difesa, anche in forza dell’esimente prevista dall’art. 12 del d.lgs. 231/2007, che prevede l’esenzione per le informazioni ricevute da un cliente o ottenute riguardo allo stesso nel corso dell’esame della posizione giuridica o dell’espletamento dei compiti di difesa o di rappresentanza del medesimo in un procedimento giudiziario o in relazione a tale procedimento, compresa la consulenza sull’eventualità di intentare o evitare un procedimento, ove tali informazioni siano ricevute o ottenute prima, durante o dopo il procedimento. Peraltro, l’esenzione non può che valere per i soli professionisti che intervengono nella fase della voluntary disclosure e non anche per quelli che hanno prestato consulenza e pianificazione fiscale in una fase precedente. In sostanza quindi il professionista che non dovesse “segnalare” in forza della legge antiriciclaggio il rientro come operazione sospetta sarebbe passibile di azione penale. Per chi decide di aderire le cose vanno pure peggio. Il decreto legge in oggetto ha previsto come effetto della procedura di collaborazione volontaria – prosegue l’avv. Giovanni Borgna - l’esclusione della punibilità per i delitti di cui agli artt. 4 e 5 del d.lgs. n. 74/2000, mentre le pene previste per i delitti di cui agli artt. 2 e 3 del medesimo decreto legislativo sono diminuite fino alla metà. Ciò sostanzialmente significa che, nella voluntary disclosure, a differenza di quanto era stato previsto nelle ipotesi di scudo fiscale, vengono meno soltanto l’omessa e infedele dichiarazione, mentre la frode e gli altri reati fiscali restano, anche se con previsioni sanzionatorie ridotte. Le sanzioni quindi restano, seppure ridotte e viene meno il solo reato di omessa o infedele dichiarazione. Ovvero viene esclusa dall’azione sanzionatoria solo la fattispecie in cui il contribuente distratto si sia, inavvertitamente, dimenticato di inserire gli importi detenuti all’estero nel quadro RW della dichiarazione fiscale! Forse il Governo avrebbe dovuto inserire nel decreto legge un foglietto illustrativo: voluntary disclosure può provocare effetti indesiderati anche gravi! Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014


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DI ANDREA CANOBBIO

Italian GoldFinger He’s the lawyer with the Midas touch

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oldfinger è uno studio mensile, una sorta di riassunto delle principali operazioni di debt capital market e dei protagonisti che le hanno rese possibile. La nostra classifica valuta il valore nominale su cui i singoli avvocati hanno lavorato. Il 2014 è partito con una raffica di emissioni da parte di aziende e ban-

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che italiane. Una serie di operazioni che ha consentito di proiettare sui mercati un valore di circa 11 miliardi di Euro e che ha visto attivi diversi studi legali tra i quali Allen & Overy, Bonelli Erede Pappalardo, Chiomenti, Clifford Chance, DLA Piper, Freshfields Bruckhaus Deringer LLP, Legance, Linklaters, Orrick e White & Case. Tra le emissioni, con un valore superiore al miliardo di euro, del mese di gennaio è utile ricordare lo Yankee Bond di Intesa San Paolo del valore di 2,5 miliardi di dollari che ha coinvolto gli studi Clifford Chance, lato banche, con un team guidato dai partner Filippo Emanuele e Carlo Galli e White & Case, a fianco di Intesa, con i partner Ferigo Foscari, Michael S. Immordino e il local partner Nicholas Lasagna a coordinare il team di professionisti. Unicredit è stata attiva sul mercato debt con diverse operazioni, due serie di obbligazioni garantite del valore rispettivamente di 1 miliardo di Euro con scadenza 10 anni a tasso fisso del 3% e di 500 milioni e cedola a tasso variabile, oltre ad una emissione di Bond Senior a sette anni a tasso fisso del 3,25% del valore di 1,25 miliardi di Euro. Advisor per le due serie di obbligazioni sono stati gli studi Chiomenti, lato banche, con il partner Gregorio Consoli e Linklaters, a fianco di Unicredit, con il partner Dario Longo, mentre per i Bond senior hanno operato Clifford Chance, lato banche, con un team guidato dal partner Filippo Emanuele e Allen


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GOLD FINGER LAWYER GENNAIO 2014

FILIPPO EMANUELE

socio dello studio Clifford Chance Filippo Emanuele, con una carriera tutta interna a Clifford Chance, è uno specialista di corporate finance e capital market che opera nello Studio di Milano Laureato presso la Leeds University è stato abilitato come Solicitor in Inghileterra e Galles nel 1991. Opera con il ruolo di associate presso la sede di Londra di Clifford Chance fino al 1994 quando si trasferisce nella sede dello Studio di Milano. Diventa socio nel 1998 Negli ultimi 5 anni ha operato in alcune delle operazioni di Debt Capital Market più importanti sul mercato italiano in qualità di consulente di alcune delle principali banche internazionali come Nomura, Bank of America Merrill Lynch, Goldman Sachs International, JP Morgan, Société Generale, Natixis, ING Bank, HSBC, Deutsche Bank e Royal Bank of Scotland, ma anche a fianco di alcure delle maggiori azienda italiane come Luxottica ed ENI.

& Overy, a fianco di Unicredit, con un team coordinato dai partner Craig Byarne e Cristiano Tommasi. A chiudere l’elenco delle operazioni miliardarie ricordiamo l’emissione Banca IMI obbligazionaria di ENI del valoDeutsche Bank re di 1 miliardo di Euro, che ha visto operare gli studi Clifford Credit Suisse Chance, a fianco di ENI, e Capital Markets: Banking Linkleters, lato banche, con Debts & Finance i team guidati rispettivaBNP Paribas mente dal partner Filippo FILIPPO Emanuele e Dario Longo, e EMANUELE Moleskine l’emissione di bond, per un valore di 1 miliardo di Euro Luxottica con scadenza gennaio 2021 Capital Markets: Corporate Equity M/A e cedola pari al 4,5%, da parIntesa San Paolo te di Telecom che ha coinvolS.p.a Eni to lo studio Allen & Overy, lato Banca banche con un team coordinato dai Mediobanca IMI RBS partner Craig Byrne e Cristiano Tommasi. Di seguito riportato l’elenco dettagliato di tutte le operazioni

PORTAFOLIO CLIENTI DEGLI ULTIMI 12 MESI DELL’AVVOCATO FILIPPO EMANUELE

Banca Akros Banca IMI Bank of America Merrill Lynch Barclays Bank BNP Paribas Citibank Credit Agricole Crédit Agricole Corporate and Investment Bank Credit Suisse Deutsche Bank Deutsche Bank AG London Branch Dz Bank Eni Goldman Sachs International HSBC Hvb JP Morgan Luxottica Morgan Stanley international Natixis Nomura RBS Société Générale UBS Unicredit Unicredit Bank AG

Banca IMI

Eni

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News Taxin&pillole Legal

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Il controvalore in milioni di euro delle operazioni seguite dagli studi legali Angelelli Corrado - Freshfields Bruckhaus Deringer LLP Byrne Craig - Allen & Overy Consoli Gregorio - Chiomenti Da Rin Emanuela - Bonelli Erede Pappalardo Emanuele Filippo - Clifford Chance Foscari Ferigo - White & Case Galli Carlo - Clifford Chance Giannelli Andrea - Legance Immordino Michael S. - White & Case Lasagna Nicholas Maria Giuseppe - White & Case Longo Dario - Legance Messina Patrizio - Orrick Francesco Novelli - DLA Piper Tommasi Cristiano - Allen & Overy Veneziano Gianfranco - Bonelli Erede Pappalardo 0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

milioni di euro 7.000

Le emissioni obbligazionarie 2014 di banche e aziende italiane Data

Operazione

Val. operaz. in ML di E Partner

13/01/2014 Unicredit, emissione Bond Senior a sette anni di 1,25 MLD Euro tasso fisso di 3,25% annuo

1250

14/01/2014 Intesa San Paolo, Yankee Bond da 2,5 MLD di Dollari

1800

14/01/2014 Beni Stabili, emissione di prestito obbligazionario fino a 350 ML di Euro

350

Studio

Cliente

Craig Byrne, Cristiano Tommasi

Allen & Overy

Unicredit

Filippo Emanuele

Clifford Chance

Unicredit Bank AG, Bank of America Merill Lynch, HSBC, Nomura

Ferigo Foscari, Michael S. Immordino, Nicholas Maria Giuseppe Lasagna

White & Case

Intesa San Paolo

Filippo Emanuele, Carlo Galli

Clifford Chance

Banche

Emanuela Da Rin, Gianfranco Veneziano

Bonelli Erede Pappalardo

Beni Stabili

Dario Longo

Linklaters

Credit Agricole, JP Morgan, Mediobanca, Unicredit

17/01/2014 Intesa San Paolo, senior Bond a 8 anni e rendimento del 3,5% annuo di 750 ML di Euro

750

Filippo Emanuele

Clifford Chance

Goldman Sachs International, Banca IMI, Citibank, Deutsche Bank, Morgan Stanley internation.

21/01/2014 Banca Popolare di Vicenza, collocamento Bond del valore di 500ML

500

Filippo Emanuele

Clifford Chance

Banca IMI, Deutsche Bank, UBS, RBS

21/01/2014 Veneto Banca, collocamento bond senior a 3 anni per un valore di 350ML di Euro

350

Filippo Emanuele

Clifford Chance

Banca IMI, Deutsche Bank, Natixis

Finanziaria Internaz. Holding Spa (FININT), 22/01/2014 emissione minibond di 12 ML di Euro

12

Patrizio Messina

Orrick

Finanziaria Internazionale Holding Spa (FININT)

Telecom Italia, emissione bond del valore 22/01/2014 di 1 MLD con scadenza gennaio 2021 e cedola pari al 4,5%

1000

Craig Byrne, Cristiano Tommasi

Allen & Overy

Barclays Bank, Goldman Sachs International, Credit Agricole, Societe Generale

22/01/2014 Mariner Investment, investimento mediante acquisizione di rischio junior/mezzanino del valore di 910 ML di Euro di un portafoglio di project finance di Unicredit

910

Corrado Angelelli

Freshfields Bruckhaus Deringer LLP

Mariner Investment

24/01/2014 FGA Capital, emissione prestito obbligazionario del valore di 750 ML di Euro

750

Craig Byrne, Cristiano Tommasi

Allen & Overy

FGA Capital

24/01/2014 Mariner Investment, investimento mediante acquisizione di rischio junior/mezzanino del valore di 910 ML di Euro di un portafoglio di project finance di Unicredit

910

Francesco Novelli

DLA Piper

Unicredit

27/01/2014 Unicredit, emissione di due serie di obbligazioni garantite del valore di 1MLD con scadenza a 10 anni a tasso fisso del 3% e di 500 ML con scadenza a 3 anni e cedola a tasso variabile

1500

Dario Longo

Linklaters

Unicredit

Gregorio Consoli

Chiomenti

Unicredit Bank AG, Credit Suisse, Credit Agricole, Natixis, Danske Bank

emissione prestito 28/01/2014 Finmeccanica, obbligazionario de valore di 250ML di Euro

250

Andrea Giannelli

Legance

Finmeccanica

29/01/2014 Eni, emissione obbligazionaria del valore di 1MLD a valere sull'Emtn a medio termine della societĂ

1000

Filippo Emanuele

Clifford Chance

Eni

Dario Longo

Linklaters

Banca IMI, BNP Paribas, HSBC, Deutsche Bank, Mitsubishi Ufj Securities International plc

31/01/2014 BPM, emissione di un bond senior unsecured a valere sull'Euro medium term note programme (EMTN) della societĂ del valore di 1MLD a tasso fisso

500

Filippo Emanuele

Clifford Chance

Banca Akros, BNP Paribas, Goldman Sachs International, Nomura, RBS

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News in pillole Focus

31

Tutte le opportunità dei bond bancari Sotto le spinte della Bce il sistema bancario emergerà fortemente rafforzato. Così verranno progressivamente superate le paure che tra il 2008 e il 2011 hanno penalizzato l’investimento in titoli finanziari

Da Lyxor un Etf sulle banche europee

L

e obbligazioni bancarie rappresentano oggi una delle poche opportunità appetibili rimaste in circolazione, con particolare riguardo ai portafogli ben diversificati, con elevata esposizione alle banche della periferia europea”. E’ l’opinione di Francesco Castelli, gestore di Lemanik Selected Bond. Secondo il gestore, la Bce difenderà strenuamente la solvibilità dei titoli senior bancari, che possono essere quindi inseriti nei portafogli con maggiore serenità, mentre vi sono opportunità ancora maggiori nei titoli subordinati: in questo caso, tuttavia, si ritiene necessario l’occhio di un esperto, sia per evitare qualche episodio circoscritto di default, sia per orientarsi correttamente in un panorama di titoli subordinati caratterizzati da una complessità crescente (CoCo, AdditionalTier 1, Lower Tier 2). Per Castelli, il 2014 sarà caratteriz-

Francesco Castelli, gestore di Lemanik Selected Bond

zato dal percorso di stabilizzazione dell’economia europea, mentre sotto le spinte della Bce il sistema bancario emergerà fortemente rafforzato: in tal modo verranno progressivamente superate le paure emerse tra il 2008 (fallimento di Lehman) e il 2011 (tracollo della periferia e del sistema bancario spagnolo) che hanno penalizzato l’investimento in titoli bancari. “Il processo non sarà facile né indolore - spiega Castelli - si attendono numerosi aumenti di capitale, anche in Italia, e i recenti movimenti di un titolo come il Banco Popolare confermano che tali richieste hanno un impatto pesante sugli azionisti. Inoltre, potrà esserci anche qualche sorpresa negativa in alcuni casi isolati nel settore dei subordinati bancari, dove l’Unione Europea potrà chiedere dei sacrifici monetari per risanare i bilanci. Nel complesso, tuttavia, questa volatilità e questa incertezza generano ottime opportunità di investimento”.

Lyxor Asset Management continua ad ampliare la propria gamma di Etf settoriali con la quotazione, su Nyse Euronext, del nuovo Lyxor Ucits Etf Eurostoxx Banks. Questo Etf è una soluzione di investimento che può aiutare gli investitori a beneficiare del migliorato contesto, all’interno dell’Area Euro, in cui opera il settore finanziario. Questo Etf offre un’esposizione alle principali banche dell’Area Euro selezionate, in base alla classificazione settoriale Icb, dall’indice Eurostoxx. In Europa questo strumento è l’unico Etf conforme alla normativa Ucits che replichi l’indice Eurostoxx Banks e gode della rilevante esperienza maturata da Lyxor nei settori europei. All’interno del più ampio contesto delle banche europee, negli ultimi 3 anni Lyxor è il gestore di Etf leader in termini di efficienza, con il più contenuto spread bid-ask, la minore tracking difference rispetto al benchmark ed la minore tracking error volatility. L’Etf mira a beneficiare dell’ulteriore atteso re-rating del settore. Indubbiamente i miglioramenti strutturali dell’Area Euro, come il contenimento dei deficit ed il migliore equilibrio tra tenuta fiscale e accelerazione delle riforme strutturali, rendono le attività finanziarie dell’Area Euro particolarmente attraenti. La Bce dovrebbe continuare a supportare il settore finanziario e la Asset Quality Review potrebbe aiutare a migliorare la propensione degli investitori verso le banche dell’Area Euro. I research analyst di Lyxor ritengono che il settore finanziario avrà un ruolo centrale nel corso del 2014 e, alla luce di questo, Lyxor suppone che la tempistica sia adeguata per il lancio di un ETF che consenta agli investitori di ottenere un’esposizione a questo settore.

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32 Focus

Legg Mason amplia l’offerta italiana di fondi Via al Western Asset Macro Opportunities Bond Fund, che si affianca ai recenti debutti del Brandywine Global Fixed Income Absolute Return e del Brandywine Global Income Optimiser Fund

L

egg Mason Global Asset Management amplia la propria offerta sul mercato italiano con il lancio del fondo Western Asset Macro Opportunities Bond Fund. Gestito da Western Asset, questo fondo obbligazionario unconstrained adotta una strategia global macro che punta a massimizzare il rendimento complessivo con una volatilità compresa tra il 5 e il 10 per cento. I gestori del portafoglio, Kenneth Leech e Prashant Chandran, cercano di sfruttare le inefficienze del mercato obbligazionario tramite l’utilizzo di cash bond, futures, options e altri strumenti finanziari derivati, inclusi i Cdx. Il fondo ha una liquidità giornaliera e prende posizioni lunghe, corte o market neutral tramite l’utilizzo di strumenti derivati. “In questo momento, il contesto macro-economico è ancora dominato dall’incertezza e questo si traduce in volatilità sui mercati finanziari, anche su quelli obbligazionari - commenta Marco Negri, country head Italia di Legg Mason Global Am - Riteniamo che una gestione obbligazionaria flessibile possa costituire un elemento fondamentale per cercare di individuare e catturare le opportunità offerte dal mercato obbligazionario in questo quadro macroeconomico”. Il Western Asset Macro Opportunities Bond Fund si aggiunge ad altru de fondi di Brandywine, società affiliata di Legg Mason, approdati in Italia un mese fa: Legg Mason Brandywine Global Fixed Income Absolute Return Fund, co-gestito da David Hoffman e Stephen Smith, e Legg Mason Brandywine Global Income Optimiser Fund, co-gestito da Regina Borromeo, Gary Herbert and Brian Kloss. Entrambi sono disponibili sulla piattaforma Lmgf all’interno della gamma di fondi domiciliati a Dublino.


News in pillole Focus

33

L’energia che cresce Nuovi mercati in espansione, come Cina, Giappone e Stati Uniti, oltre a numerosi Paesi emergenti, rappresentano il nuovo motore trainante delle installazioni solari di Roberto Cominotto e Evelyne Pflugi *

I

l 2013 è stato un anno positivo per le azioni energetiche cicliche. Molti mercati dell’energia sono ancora all’inizio di un nuovo ciclo di crescita e pertanto presentano i presupposti per un buon 2014. Nel 2011 e nel 2012 le azioni energetiche non erano tra le favorite dagli investitori, ma a partire dalla metà del 2013 le cose sono cambiate. Il Jb Energy Transition Fund, per esempio, ha chiuso il 2013 con un deciso +30.86%. Ciò si deve da un lato alla maggiore fiducia degli investitori verso una ripresa congiunturale globale, e dall’altro a un momentum di crescita notevolmente migliore in diversi mercati dell’infrastruttura energetica. BOOM DEL PETROLIO DI SCISTO E DEL GAS DA ARGILLE. Lo sfruttamento del petrolio di scisto e del gas da argille ha radicalmente cambiato il mercato energetico americano. Gli Usa, che negli ultimi tre decenni hanno dovuto adeguarsi alla riduzione delle risorse nazionali e all’aumento costante delle importazioni, sono divenuti autosufficienti e presto inizieranno a esportare gas naturale. La dipendenza dalle importazioni sta diminuendo rapidamente anche per quanto riguarda il petrolio e pertanto sono necessarie ristrutturazioni dell’infrastruttura energetica nordamericana. Il potenziamento dell’infrastruttura, che riguarda pipe-

line, capacità di immagazzinamento e raffinazione nonché il settore della petrolchimica e del gas naturale liquido, è solo l’inizio di un processo che richiederà diversi anni. Noi partecipiamo a questa nuova ondata di investimenti puntando sulle aziende che progettano, costruiscono e gestiscono tali infrastrutture. INDUSTRIA EOLICA E SOLARE IN RIPRESA DALLA CRISI I mercati europei ipersovvenzionati e l’accumulo di capacità produttive in eccesso in Cina hanno messo a dura prova l’industria solare ed eolica negli anni scorsi. Tuttavia, nel 2013 la situazione si è stabilizzata ed è migliorata soprattutto nel settore dell’energia solare. Nuovi mercati in

crescita, quali Cina, Giappone e Usa oltre a numerosi paesi emergenti, rappresentano il nuovo motore trainante delle installazioni solari. Un contributo viene anche dal crollo dei prezzi dei moduli solari, che in molti mercati ha reso competitiva l’energia solare rispetto a quella tradizionale. Tuttavia, noi continuiamo a perseguire un approccio d’investimento molto opportunistico e selettivo in questi settori soggetti a una forte concorrenza. Riteniamo interessanti principalmente quelle nicchie che beneficiano di prezzi bassi e volumi d’investimento in crescita. ORIENTAMENTO SULLA CRESCITA E SU COSTI BASSI I prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime, come petrolio, gas, energia elettrica ma anche celle solari, turbine a vento, Led ecc., sono esposti alle oscillazioni dell’offerta e della domanda. Uno dei pilastri della nostra strategia d’investimento consiste nel non investire in aziende che dipendono dall’aumento dei prezzi di petrolio, gas, elettricità, celle solari ecc., quanto piuttosto in imprese in grado di generare valore aggiunto con prezzi costanti o in lieve diminuzione. Investiamo quindi in aziende che presentano i costi più bassi e la crescita dei volumi più elevata all’interno del loro settore. Inoltre analizziamo la concorrenza nei vari mercati energetici e puntiamo su nicchie meno influenzate dalla competizione. * Gestori del Jb Energy Transition Fund di Swiss & Global Asset Management

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34 Advisory

DI CLAUDIO BARBERIS HEAD OF ASSET ALLOCATION DI MONEYFARM

Alle prese con la Exit Strategy Molte cose fanno pensare che se da un lato le politiche espansive hanno avuto effetti sicuramente positivi, dall’altro lato potrebbero aver creato degli eccessi di mercato

O CLAUDIO BARBERIS

ccuparsi di mercati obbligazionari di questi tempi significa fare i conti con un’ampia gamma di esperimenti monetari in corso da quando è iniziata la crisi finanziaria e di cui ancora non si conoscono del tutto gli effetti finali. Il 2013 è già stato un anno di svolta, poichè la ripresa in corso in molti Paesi ha aperto un dibattito su come si possa uscire (“exit”) in modo indolore da queste politiche sperimentali, fatte di quantitative easing e tassi prossimo allo zero. Dal 2008 le banche centrali hanno infatti gestito la moneta con strumenti innovativi per mantenere liquidi i mercati finanziari e solvibili emittenti governativi e bancari altrimenti in ginocchio. Un risultato positivo di queste politiche è stato quello di mantenere tassi bassi sui mercati obbligazionari, in modo da agevolare la gestione del debito per governi e banche di tutto il mondo sviluppato, inclusi gli spread di paesi come l’Italia. In nessun caso l’ammontare di liquidità ha creato per ora spinte inflazionistiche, per cui da questo punto non ci sarebbe fretta di drenare gli stimoli, soprattutto in Eurozona. L’andamento degli indici azionari, i prezzi delle case in alcune aree specifiche come Londra o alcune città tedesche, i flussi in ingresso fino al 2013 su mercati ad alto rischio come le valute emergenti... molto fa pensare che le politiche espansive, oltre ad aver avuto effetti positivi, potrebbero aver messo le premesse di eccessi. Per cui sot-

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to questo punto di vista il dibattito sull’exit strategy non è fuori luogo né prematuro. Se andiamo a vedere i dati di crescita 2013 e 2014 (stimati) per le principali aree, in paesi come Stati Uniti e Gran Bretagna la situazione è più rosea, mentre in Europa e Giappone la ripresa è appena avviata. Le cronache di questi mesi però sono ancora ricche di problemi sul lato della solidità delle banche o sul mercato del lavoro debole in Eurozona o su tensioni provenienti dai mercati emergenti. Vista la complessità della crisi e la presenza di criticità ancora irrisolte, le Banche Centrali si stanno impegnando con gli investitori a mantenere i tassi bassi a lungo. Ed è così che pur con una ripresa in arrivo i banchieri si stanno specializzando nella cosidetta “Forward Guidance”: si impegnano a tenere i tassi bassi fino a quando alcuni dati come la disoccupazione (Usa e Uk) o l’inflazione (Giappone) non raggiungeranno determinati livelli. Il gioco della forward guidance è molto delicato, perché rischia di confondere gli investitori e complica il lavoro della banca centrale, che non deve più solo stare attenta a mantenere valore della moneta e stabilità finanziaria, ma assume un ruolo attivo in obiettivi che secondo alcuni dovrebbero essere compito esclusivo della politica. Per cui, per esempio, nell’ultimo Federal Open Market Committee la Fed ha dichiarato ufficialmente che il target di disoccupazione è del 6,5%: peccato che il dato è già ora al 6,7% e che il


Advisory

35

target potrebbe essere raggiunto nei prossimi mesi. Ma se la “forward guidance” ha come obiettivo tenere i tassi bassi a lungo, significa che l’obiettivo potrebbe essere ricalibrato, creando confusione. Tutte queste considerazioni spiegano perché ci sia tra gli investitori un certo nervosismo, poiché ci sono ottime ragioni sia per tenere tassi bassi più di quanto mai visto in precedenza, sia per agevolare una normalizzazione. Di certo nel pieno della crisi i banchieri centrali hanno preso sulle proprie spalle il ruolo più importante nel gestire l’emergenza: ricordiamo i tanti interventi di Bernanke e il “Whatever it takes” di Draghi. Ma ora gli stessi sono vittime del loro stesso protagonismo: i mercati dipendono dalle decisioni delle banche centrali in termini di quando e in che misura gli stimoli ci saranno ancora o saranno tolti. Per gli investitori sui mercati obbligazionari siamo quindi in un’epoca nuova. I tassi bassi sono in qualche modo un’eredità del passato, che disinflazione e forward guidance possono trascinare ancora nel tempo, ma il futuro vede tassi più alti, con movimenti più o meno bruschi, e tutti gli scenari prevedono una normalizzazione al rialzo. Tra le situazioni più incerte c’è sicuramente quella europea, dove se da una parte comincia a vedersi un po’ di ripresa, dall’altra l’andamento dei prezzi e del mercato del lavoro non sembrano mettere pressioni alla Bce in termini di exit strategy, anzi. Nel caso della Bce si può quindi ancora dire che siamo in mezzo al guado. Nel caso di Stati Uniti e GranBretagna invece l’exit strategy è ormai avviata. Di certo la “normalizzazione” sui mercati obbligazionari sarà un lungo percorso e non mancheranno fasi in cui dati di inflazione bassi e tensioni sui mercati faranno ripartire la corsa alle obbligazioni. La fine del ciclo positivo dell’Oro ha poi fatto sì che rimangano solo le obbligazioni dei paesi “core” ad essere comprate in momenti di avversione al rischio. Ciliegina sulla torta, nelle scorse settimane Obama ha alzato il salario minimo legale e proposto qualcosa di simile ad una scala mobile... non mancano le premesse per anni interessanti sul fronte di inflazione, tassi e rendimenti. Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014


36 Opinioni

Rivoluzione Renminbi

Il valore della moneta cinese è notevolmente migliorato grazie alle riserve valutarie mondiali. E nel 2014 continuerà a crescere. Un eventuale deprezzamento farebbe male agli sforzi di internazionalizzazione del Dragone di Torsten Harig

D

a quando la Cina ha avviato il suo programma di internazionalizzazione di Renminbi, nel 2010, non solo abbiamo visto un aumento dello status e del valore internazionale della sua divisa rispetto alle altre principali valute, ma anche un aumento in termini di emissioni e di prestazioni delle strategie nel reddito fisso denominate in Renminbi. Negli ultimi anni, soprattutto dall’autunno del 2011 al maggio 2013, abbiamo anche assistito a una notevole volatilità del debito e delle valute dei mercati emergenti. Gli investitori nel reddito fisso in Renminbi sono stati invece praticamente al riparo da questa instabilità. Guardando al 2014 e oltre, crediamo che la Cina e i crediti cinesi potrebbero svolgere un ruolo importante nell’allocazione del portafoglio, for-

mando potenzialmente un caso a sé nel contesto dei mercati emergenti. Se la crisi di questi Paesi sembra essere più una crisi valutaria che un evento causato da un rischio di credito, infatti, un forte Renminbi potrebbe fare la differenza per la Cina. Il valore del Renminbi è notevolmente migliorato grazie alle riserve valutarie cinesi di oltre 3,5 trilioni di dollari, che rappresentano oltre un terzo di tutte le riserve valutarie mondiali. Tuttavia, la moneta è anche ben supportata dal percorso del gigante asiatico verso la globalizzazione del Renmimbi. Noi crediamo che un notevole deprezzamento farebbe molto male agli sforzi di internazionalizzazione che stanno trainando le esportazione del Paese. Questo sostegno alla valuta dovrebbe sostenere anche il credito cinese con il tempo. Oltre al tema della valuta, le riforme strutturali in Cina saranno un tema chiave. Pur essendo generalmente percepito come positivo nel medio-lungo termine, il programma di riforme pre-

senta anche alcuni rischi. L’obiettivo di riduzione della leva finanziaria e di liberalizzazione dell’economia potrebbe mettere una certa pressione al sistema finanziario. Un player chiave sarà la Banca popolare cinese (PBoC) che, dopo un “track record” carente nel 2013 per il notevole problema della liquidità e il superamento dei tassi a breve termine nel giugno 2013, sembra aver adattato la sua strategia nel 2014. Questo recente adeguamento delle misure monetarie deve essere considerato anche alla luce dell’intenzione del governo di attuare le riforme, mantenendo un obiettivo di crescita del 7,5%. Un sostegno della PBoC è importante nel raggiungimento di questo obiettivo. In generale, restiamo ottimisti sul decorso della Cina in termini di sviluppo di valuta e di riforme strutturali. Quindi, potrebbe essere il momento giusto per ripensare l’allocazione del debito nei Paesi emergenti, dando al Renminbi un ruolo che rispecchia la sua crescente importanza. * Investment specialist di Deutsche Asset & Wealth Management

Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014



A

38 Tabelle \ Assogestioni

RCHIVIO

Gestito da record nel 2013 Raccolti 65 miliardi

Il 2013 del risparmio gestito tricolore si chiude con una raccolta positiva che sfiora i 65 miliardi di euro e che permette al settore di registrare il miglior risultato dal 1999, recuperando abbondantemente i deflussi del 2011 e del 2012. I fondi comuni sono i protagonisti indiscussi e con dicembre archiviano il sesto trimestre consecutivo di raccolta positiva, un bilancio complessivo che in 18 mesi ha portato al sistema sottoscrizioni per oltre 52,9 miliardi di euro. Dopo undici mesi consecutivi di raccolta positiva, l’industria del risparmio registra, sulla base dei dati preliminari di dicembre, la prima e unica battuta d’arresto di tutto il 2013. L’ultimo mese, secondo la fotografia scattata da Assogestioni, si chiude infatti in lieve flessione con una raccolta di -0,5mld. I fondi comuni mettono a segno una raccolta di 2,8 miliardi di euro (48,7 miliardi dall’inizio dell’anno). Il loro patrimonio ammonta a

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560 miliardi, il 70% dei quali sono investiti in fondi di diritto estero. Dal primo gennaio al 31 dicembre questi prodotti hanno contribuito con un apporto di oltre 37 miliardi. Tra le categorie il miglior risultato va ai prodotti flessibili che hanno raccolto nel mese 1,8 miliardi e più di 28 miliardi nel corso dell’anno. Seguono in territorio positivo gli obbligazionari (+12,8 miliardi in 12 mesi; +360 milioni a dicembre), i bilanciati (+6,3 miliardi in un anno; +134 milioni a dicembre) e gli azionari (+4,6 miliardi in 12 mesi; +676 milioni a dicembre). Per le gestioni di portafoglio le sottoscrizioni cedono il passo chiudendo il mese con riscatti per 3,4 miliardi di euro ma con un bilancio annuale positivo che vale oltre 16 miliardi di euro. Gli asset investiti nei mandati superano i 729 miliardi di euro, il 55% del patrimonio totale. Al 31 dicembre l’industria del risparmio gestisce un patrimonio di oltre 1.331 miliardi di euro.


Tabelle Tabelle\\Assogestioni Assogestioni

39

La raccolta netta a dicembre delle Sgr associate ad Assogestioni Elaborazione Invice su dati Assogestioni in milioni di euro

Raccolta netta mln euro

Patrimonio Gestito mln euro %

Raccolta netta mln euro

Patrimonio Gestito mln euro %

1 GRUPPO GENERALI ......................................-2.221,1......... 351.333........... 27,3% Fondi aperti............................................................. 138,4........... 42.408..............3,3% Gestioni di portafoglio retail......................................... -32,3............. 2.275..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali............................ -2.327,3......... 306.650............23,8%

12 GRUPPO BANCO POPOLARE ...........................-81,0........... 24.735............. 1,9% Fondi aperti............................................................... 34,4........... 11.610..............0,9% Gestioni di portafoglio retail......................................... -51,8............. 2.317..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali................................. -63,5........... 10.808..............0,8%

2 GRUPPO INTESA SANPAOLO ............................-41,1......... 249.709........... 19,4% EURIZON CAPITAL...................................................... 18,9......... 192.693............15,0% Fondi aperti............................................................. 181,0........... 82.372..............6,4% Gestioni di portafoglio retail........................................ 114,7........... 28.314..............2,2% Gestioni di portafoglio istituzionali............................... -276,9........... 82.007..............6,4% BANCA FIDEURAM.................................................... -60,0........... 57.016..............4,4% Fondi aperti............................................................. 173,3........... 36.450..............2,8% Gestioni di portafoglio retail........................................ 147,6............. 8.945..............0,7% Gestioni di portafoglio istituzionali............................... -380,9........... 11.621..............0,9%

13 GRUPPO AZIMUT ........................................... 382,7........... 23.177............. 1,8% Fondi aperti............................................................. 316,4........... 20.067..............1,6% Gestioni di portafoglio retail.......................................... 61,3............. 2.434..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................... 5,0................ 676..............0,1%

3 PIONEER INVESTMENTS - Gr. UNICREDIT ....... 184,2......... 105.912............. 8,2% Fondi aperti............................................................. 299,2........... 61.999..............4,8% Gestioni di portafoglio retail......................................... -58,6............. 2.097..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali................................. -56,4........... 41.816..............3,2% 4 AM HOLDING ................................................... 329,4........... 46.313............. 3,6% Fondi aperti............................................................. 240,8........... 34.951..............2,7% Gestioni di portafoglio retail......................................... -31,1............. 3.968..............0,3% Gestioni di portafoglio istituzionali................................ 119,7............. 7.394..............0,6% 5 GRUPPO MEDIOLANUM ................................... 205,5........... 45.676............. 3,5% Fondi aperti............................................................. 421,1........... 29.585..............2,3% Gestioni di portafoglio retail........................................... -0,3.................. 34..............0,0% Gestioni di portafoglio istituzionali............................... -215,3........... 16.057..............1,2% 6 POSTE ITALIANE .............................................. 588,1........... 42.668............. 3,3% Fondi aperti............................................................... 34,1............. 1.568..............0,1% Gestioni di portafoglio istituzionali................................ 554,0........... 41.099..............3,2% 7 ALLIANZ (^) .....................................................-128,5........... 38.658............. 3,0% Fondi aperti.............................................................. -31,1............. 5.357..............0,4% Gestioni di portafoglio retail.......................................... 72,2............. 2.551..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali............................... -169,6........... 30.749..............2,4% 8 GRUPPO UBI BANCA (1)..................................-115,4........... 31.309............. 2,4% Fondi aperti.............................................................. -62,6........... 18.506..............1,4% Gestioni di portafoglio retail......................................... -64,1............. 7.344..............0,6% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................. 11,2............. 5.458..............0,4% 9 FRANKLIN TEMPLETON INVESTMENTS ..........-213,8........... 28.911............. 2,2% Fondi aperti............................................................ -213,8........... 28.911..............2,2% 10 AXA .................................................................. 70,1........... 25.624............. 2,0% Fondi aperti............................................................... 71,4............. 3.424..............0,3% Gestioni di portafoglio istituzionali................................... -1,3........... 22.200..............1,7% 11 AMUNDI GROUP ............................................-232,2........... 25.156............. 2,0% Fondi aperti............................................................... 52,9........... 12.148..............0,9% Gestioni di portafoglio retail......................................... -21,0................ 885..............0,1% Gestioni di portafoglio istituzionali............................... -264,0........... 12.123..............0,9%

14 ARCA ............................................................. 108,5........... 20.992............. 1,6% Fondi aperti............................................................. 101,7........... 17.402..............1,4% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................... 6,8............. 3.590..............0,3% 15 GRUPPO BNP PARIBAS .................................-415,0........... 20.752............. 1,6% Fondi aperti............................................................ -220,4........... 12.697..............1,0% Gestioni di portafoglio retail....................................... -132,8............. 2.715..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali................................. -61,7............. 5.340..............0,4% 16 JPMORGAN ASSET MANAGEMENT ............... 263,7........... 15.487............. 1,2% Fondi aperti............................................................. 263,7........... 15.487..............1,2% 17 CREDITO EMILIANO ......................................... 83,3........... 12.469............. 1,0% Fondi aperti............................................................... 64,5............. 4.822..............0,4% Gestioni di portafoglio retail......................................... -25,4............. 4.269..............0,3% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................. 44,2............. 3.378..............0,3% 18 CREDIT SUISSE .............................................-104,1........... 11.134............. 0,9% Fondi aperti................................................................ -3,6............. 1.665..............0,1% Gestioni di portafoglio retail.......................................... 27,5............. 3.765..............0,3% Gestioni di portafoglio istituzionali............................... -128,0............. 5.704..............0,4% 19 PICTET ASSET MANAGEMENT (*) .......................ND........... 10.899............. 0,8% Fondi aperti.................................................................. ND........... 10.899..............0,8% 20 SCHRODERS (*) ...................................................ND........... 10.849............. 0,8% Fondi aperti.................................................................. ND........... 10.849..............0,8% 21 DEUTSCHE ASSET AND WEALTH MANAGEMENT .451,2..... 10.637............. 0,8% Fondi aperti............................................................. 235,2............. 8.491..............0,7% Gestioni di portafoglio retail........................................ 215,9............. 1.711..............0,1% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................... 0,1................ 435..............0,0% 22 MORGAN STANLEY ........................................ 382,1........... 10.019............. 0,8% Fondi aperti............................................................. 382,1........... 10.019..............0,8% 23 INVESCO (2).................................................... 314,3............. 9.397............. 0,7% Fondi aperti............................................................. 314,3............. 9.397..............0,7% 24 FIDELITY WORLDWIDE INVESTMENT (*) .............ND............. 9.158............. 0,7% Fondi aperti.................................................................. ND............. 9.158..............0,7% 25 STATE STREET GLOBAL ADVISORS ............... 144,2............. 8.928............. 0,7% Fondi aperti.............................................................. -83,0............. 2.332..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali................................ 227,2............. 6.596..............0,5%

Invice Investment & Asset Management \ Febbraio Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014 2014


40 Tabelle \ Assogestioni

Raccolta netta mln euro

Patrimonio Gestito mln euro %

Raccolta netta mln euro

Patrimonio Gestito mln euro %

26 M&G INVESTMENTS ...........................................ND............. 8.159............. 0,6% Fondi aperti.................................................................. ND............. 8.159..............0,6%

41 BANCA POP. EMILIA ROMAGNA ......................-16,1............. 2.903............. 0,2% Gestioni di portafoglio retail......................................... -16,1............. 2.903..............0,2%

27 BANCA ESPERIA ...........................................-103,7............. 7.251............. 0,6% Fondi aperti.............................................................. -91,1............. 2.955..............0,2% Gestioni di portafoglio retail.......................................... 24,0............. 2.645..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali................................. -36,6............. 1.650..............0,1%

42 ABERDEEN ASSET MANAGEMENT PLC (*) ..........ND............. 2.555............. 0,2% Fondi aperti.................................................................. ND............. 2.555..............0,2%

28 SOCIETE GENERALE .......................................-25,1............. 7.105............. 0,6% Fondi aperti.............................................................. -25,1............. 7.105..............0,6% 29 KAIROS PARTNERS .........................................-58,6............. 6.876............. 0,5% Fondi aperti................................................................. 9,7............. 3.271..............0,3% Gestioni di portafoglio retail......................................... -68,3............. 3.580..............0,3% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................... 0,0.................. 26..............0,0% 30 GRUPPO MONTEPASCHI .................................-72,1............. 6.292............. 0,5% Gestioni di portafoglio retail......................................... -59,2............. 3.805..............0,3% Gestioni di portafoglio istituzionali................................. -12,9............. 2.486..............0,2% 31 ERSEL .............................................................-30,3............. 6.025............. 0,5% Fondi aperti................................................................ -6,8............. 3.736..............0,3% Gestioni di portafoglio retail......................................... -23,5............. 2.289..............0,2% 32 GROUPAMA ASSET MANAGEMENT (^) .............. 0,2............. 5.481............. 0,4% Fondi aperti................................................................. 0,2................ 264..............0,0% Gestioni di portafoglio istituzionali..................................... ND............. 5.217..............0,4% 33 GRUPPO BANCA SELLA ................................... 48,0............. 5.171............. 0,4% Fondi aperti................................................................. 2,8............. 1.504..............0,1% Gestioni di portafoglio retail.......................................... 40,1............. 3.376..............0,3% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................... 5,1................ 291..............0,0% 34 FONDACO ........................................................-43,8............. 4.726............. 0,4% Fondi aperti.............................................................. -21,9............. 1.268..............0,1% Gestioni di portafoglio istituzionali................................. -22,0............. 3.458..............0,3% 35 GRUPPO BANCARIO VENETO BANCA .............-27,8............. 4.544............. 0,4% Fondi aperti................................................................. 0,8............. 1.796..............0,1% Gestioni di portafoglio retail......................................... -38,6............. 2.042..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................. 10,1................ 705..............0,1% 36 DEXIA (*) .............................................................ND............. 4.187............. 0,3% Fondi aperti.................................................................. ND............. 2.557..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali..................................... ND............. 1.629..............0,1% 37 UBS ................................................................ 135,8............. 4.032............. 0,3% Fondi aperti............................................................. 135,8............. 3.887..............0,3% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................... 0,0................ 144..............0,0% 38 GRUPPO BANCA CARIGE ..............................-472,5............. 3.681............. 0,3% Fondi aperti.............................................................. -86,4............. 3.260..............0,3% Gestioni di portafoglio retail....................................... -408,3.................... 0..............0,0% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................. 22,2................ 422..............0,0% 39 BNY MELLON ASSET MANAGEMENT (*) .............ND............. 3.607............. 0,3% Fondi aperti.................................................................. ND............. 2.773..............0,2% Gestioni di portafoglio istituzionali..................................... ND................ 835..............0,1% 40 ICCREA ...........................................................-12,3............. 3.251............. 0,3% Fondi aperti.............................................................. -12,3............. 2.739..............0,2% Gestioni di portafoglio retail........................................... -3,5................ 118..............0,0% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................... 3,5................ 395..............0,0%

Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014

43 ING INVESTMENT MANAGEMENT (*) ..................ND............. 1.443............. 0,1% Fondi aperti.................................................................. ND............. 1.135..............0,1% Gestioni di portafoglio istituzionali..................................... ND................ 309..............0,0% 44 PENSPLAN INVEST .......................................-118,2............. 1.265............. 0,1% Fondi aperti.............................................................. -25,3................ 582..............0,0% Gestioni di portafoglio istituzionali................................. -92,9................ 683..............0,1% 45 NEXTAM PARTNERS .........................................-3,0............. 1.041............. 0,1% Fondi aperti................................................................ -2,3................ 427..............0,0% Gestioni di portafoglio retail........................................... -0,7................ 613..............0,0% 46 JANUS CAPITAL GROUP INC. (*) ..........................ND............. 1.010............. 0,1% Fondi aperti.................................................................. ND............. 1.010..............0,1% 47 CONSULTINVEST ...............................................-2,1................ 993............. 0,1% Fondi aperti................................................................. 7,4................ 698..............0,1% Gestioni di portafoglio retail........................................... -8,3................ 289..............0,0% Gestioni di portafoglio istituzionali................................... -1,2.................... 6..............0,0% 48 BANCA PROFILO ...............................................-1,6................ 894............. 0,1% Gestioni di portafoglio retail........................................... -1,6................ 668..............0,1% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................... 0,1................ 226..............0,0% 49 ACOMEA ........................................................ 121,3................ 719............. 0,1% Fondi aperti............................................................. 123,0................ 625..............0,0% Gestioni di portafoglio retail........................................... -0,6.................. 86..............0,0% Gestioni di portafoglio istituzionali................................... -1,0.................... 9..............0,0% 50 TAGES ................................................................ 9,0................ 719............. 0,1% Fondi aperti................................................................. 9,0................ 719..............0,1% 51 HEDGE INVEST ................................................... 4,4................ 694............. 0,1% Fondi aperti................................................................. 4,4................ 694..............0,1% 52 BANCA FINNAT EURAMERICA ......................... 14,6................ 623............. 0,0% Fondi aperti................................................................. 8,4................ 225..............0,0% Gestioni di portafoglio retail............................................ 6,6................ 374..............0,0% Gestioni di portafoglio istituzionali................................... -0,4.................. 23..............0,0% 53 BANCA DEL CERESIO ........................................-7,3................ 605............. 0,0% Fondi aperti................................................................ -7,3................ 605..............0,0% 54 ING DIRECT ........................................................ 2,0................ 572............. 0,0% Fondi aperti................................................................. 2,0................ 572..............0,0% 55 PFM ................................................................. 10,4................ 553............. 0,0% Fondi aperti................................................................. 3,7................ 227..............0,0% Gestioni di portafoglio retail............................................ 7,2................ 210..............0,0% Gestioni di portafoglio istituzionali................................... -0,5................ 116..............0,0% 56 SOPRARNO .....................................................-25,8................ 471............. 0,0% Fondi aperti.............................................................. -21,2................ 218..............0,0% Gestioni di portafoglio retail........................................... -4,6................ 253..............0,0% 57 AVIVA INVESTORS GLOBAL SERVICES (*) ...........ND................ 427............. 0,0% Fondi aperti.................................................................. ND................ 427..............0,0%


Tabelle \ Assogestioni

Raccolta netta mln euro

Patrimonio Gestito mln euro %

Raccolta netta mln euro

58 FINANZIARIA INTERNAZIONALE ........................ 8,0................ 239............. 0,0% Fondi aperti................................................................. 0,5.................. 48..............0,0% Gestioni di portafoglio istituzionali.................................... 7,4................ 192..............0,0% 59 AGORA ............................................................-12,4................ 165............. 0,0% Fondi aperti.............................................................. -12,0................ 146..............0,0% Gestioni di portafoglio retail........................................... -0,4.................. 20..............0,0% 60 FINANCE PARTNERS .......................................... 1,5................ 103............. 0,0% Fondi aperti................................................................. 1,5.................. 37..............0,0% Gestioni di portafoglio retail............................................ 0,0.................. 65..............0,0% 61 ALPI ................................................................... 0,0.................. 97............. 0,0% Fondi aperti................................................................. 0,0.................. 97..............0,0%

41

Patrimonio Gestito mln euro %

TOTALE................................................................-722,3...... 1.288.379......... 100,0% Fondi aperti.......................................................... 2.707,7......... 558.893............43,4% Gestioni di portafoglio retail....................................... -334,1........... 96.963..............7,5% Gestioni di portafoglio istituzionali............................ -3.096,0......... 632.523............49,1% (1) Il dato comprende anche le deleghe di gestione conferite a Pramerica Financial (**), partner di UBI Banca nel risparmio gestito per il tramite di UBI Pramerica SGR. (**) Pramerica Financial è il marchio utilizzato da Prudential Financial, Inc. (USA) in determinati Paesi al di fuori degli Stati Uniti e non ha alcun legame con Prudential Plc, società con sede nel Regno Unito. (2) Dati non rappresentativi dell'intero gruppo. (*) Dati di patrimonio non aggiornati. (^)Raccolta netta parziale. Patrimonio parziale o parzialmente aggiornato. (°) Patrimonio parziale. (§) Raccolta netta parziale.

Sintesi di dicembre – Raccolta Netta Elaborazione Invice su dati Assogestioni

RACCOLTA NETTA RACCOLTA NETTA dicembre 2013 novembre 2013 Mln. euro Mln. euro

RACCOLTA NETTA PATRIMONIO GESTITO da inizio anno dicembre 2013 Mln. euro Mln. euro %

PATRIMONIO GESTITO novembre 2013 Mln. euro

%

TOTALE...........................................-582..................... 4.788....................... 64.903..................................1.331.515........... 100,0%...........................1.333.772................... 100,0% GESTIONI COLLETTIVE............. 2.848................... 4.287.................... 48.769................................. 602.029............ 45,2%.......................... 599.899.................. 45,0% Fondi aperti.................................... 2.708..................... 4.273....................... 48.705.....................................558.893............. 42,0%..............................556.903..................... 41,8% Fondi chiusi....................................... 140.......................... 14.............................. 64.......................................43.136............... 3,2%................................42.996....................... 3,2% GESTIONI DI PORTAFOGLIO.....-3.430...................... 501.................... 16.134................................. 729.486............ 54,8%.......................... 733.872.................. 55,0% retail................................................-334............................ 6......................... 1.711.......................................96.963............... 7,3%................................97.323....................... 7,3% istituzionali.....................................-3.096........................ 495....................... 14.423.....................................632.523............. 47,5%..............................636.549..................... 47,7%

Sintesi di dicembre - Fondi Aperti – Dettaglio Elaborazione Invice su dati Assogestioni

RACCOLTA NETTA RACCOLTA NETTA ottobre 2013 settembre 2013 Mln. euro Mln. euro

RACCOLTA NETTA PATRIMONIO GESTITO da inizio anno ottobre 2013 Mln. euro Mln. euro %

PATRIMONIO GESTITO settembre 2013 Mln. euro

%

TOTALE.................................... 2.708................... 4.273.................... 48.705................................. 558.893.......... 100,0%.......................... 556.903................ 100,0% Fondi di lungo termine...................... 2.766..................... 4.435....................... 50.338.....................................526.984............. 94,3%..............................524.716..................... 94,2% AZIONARI.......................................... 676........................ 615......................... 4.602.....................................117.703............. 21,1%..............................116.647..................... 20,9% BILANCIATI........................................ 134........................ 497......................... 6.320.......................................32.396............... 5,8%................................32.340....................... 5,8% OBBLIGAZIONARI............................... 360........................ 406....................... 12.781.....................................271.035............. 48,5%..............................271.599..................... 48,8% FLESSIBILI..................................... 1.773..................... 2.872....................... 28.366.......................................99.488............. 17,8%................................97.683..................... 17,5% HEDGE............................................-177.......................... 45........................-1.730.........................................6.363............... 1,1%..................................6.447....................... 1,2% Fondi monetari..................................-101.......................-150........................-1.616.......................................26.862............... 4,8%................................27.187....................... 4,9% Non classificati..................................... 43.........................-12.............................-17.........................................5.046............... 0,9%..................................5.001....................... 0,9% FONDI DI DIRITTO ITALIANO........ 951................... 1.134.................... 11.387................................. 167.208............ 29,9%.......................... 166.174.................. 29,8% FONDI DI DIRITTO ESTERO....... 1.756................... 3.139.................... 37.318................................. 391.684............ 70,1%.......................... 390.730.................. 70,2%

Sintesi di dicembre Elaborazione Invice su dati Assogestioni.

Raccolta netta Patrimonio gestito netto fondi

Patrimonio gestito netto fondi Mln. euro

%

Fondi di gruppo ed effetto omissioni Mln. euro

Patrimonio gestito Mln. euro

%

TTOTALE....................................-582.......................1.247.496................ 100,0%........................... 84.020............................... 1.331.515.............................. 100,0% Gestioni collettive............................. 2.848.............................587.747.....................47,1%..............................14.282......................................602.029................................... 45,2% Fondi aperti.................................... 2.708.............................544.727.....................43,7%..............................14.165......................................558.893................................... 42,0% Fondi chiusi....................................... 140...............................43.020.......................3,4%...................................116........................................43.136..................................... 3,2% Gestioni di portafoglio......................-3.430.............................659.748.....................52,9%..............................69.738......................................729.486................................... 54,8% retail................................................-334...............................70.976.......................5,7%..............................25.987........................................96.963..................................... 7,3% istituzionali.....................................-3.096.............................588.772.....................47,2%..............................43.751......................................632.523................................... 47,5%

Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014


Stabilità. Sempre.

Nordea 1 – Stable Return Fund (ISIN: LU0227384020, BP-EUR) Anche nei momenti difficili abbiamo bisogno della stabilità di chi ci è vicino. Nordea Asset Management ha fatto della stabilità un suo valore.

Making it possible www.nordea.it – nordeafunds@nordea.lu I comparti citati fanno parte di Nordea 1, SICAV, una società di investimento a capitale variabile (Société d‘Investissement à Capital Variable) con sede in Lussemburgo, costituita validamente ed in esistenza in conformità alle leggi in vigore in Lussemburgo e alla direttiva n. 2009/65/ CE del 13 luglio 2009. Il presente documento contiene materiale pubblicitario e potrebbe non fornire tutte le informazioni rilevanti in rispetto al/i fondo/i presentato/i. Gli investimenti riguardanti i fondi Nordea devono essere effettuati sulla base del prospetto informativo in vigore, che è disponibile sul sito internet www.nordea.it, insieme al documento di informazioni chiave per gli investitori, alle relazioni semestrali e annuali, e ad ogni altra documentazione d‘offerta. Tale documentazione, sia in inglese che nella lingua locale del mercato in cui la SICAV indicata è autorizzata per la distribuzione, è anche disponibile presso Nordea Investment Funds S.A., 562, rue de Neudorf, P.O. Box 782, L-2017 Lussemburgo, e in Italia, presso i Soggetti collocatori. L’elenco aggiornato dei soggetti collocatori, raggruppati per categorie omogenee, è messo a disposizione del pubblico presso gli stessi soggetti collocatori, presso le filiali capoluogo di regione di State Street Bank S.p.A, BNP Paribas Securities Services, Banca Sella Holding S.p.A., Allfunds Bank S.A., Societe Generale Securities Services Sp.A. Il prospetto ed il documento di informazioni chiave per gli investitori sono stati depositati presso gli archivi Consob. Prima dell’adesione leggere il prospetto informativo. Eventuali richieste di informazioni potranno essere inviate ai soggetti collocatori. Gli investimenti in strumenti derivati e le operazioni in valuta estera possono essere soggette a significative fluttuazioni e di conseguenza possono influenzare il valore di un investimento. Gli investimenti in mercati emergenti comportano un maggiore elemento di rischio. Come conseguenza della politica d‘investimento il valore delle azioni non è garantito e può fluttuare ampiamente. Per ulteriori dettagli dei rischi di investimento associati a questo/i fondo/i, si rimanda al documento di informazioni chiave per gli investitori, disponibile come sopra descritto. Nordea Investment Funds S.A. pubblica esclusivamente informazioni relative ai prodotti e non fornisce alcuna raccomandazione d‘investimento. Laddove non diversamente indicato, tutte le considerazioni espresse appartengono a Nordea Investment Funds S.A. Questo documento contiene informazioni esclusivamente riservate ad investitori professionali. E’ vietata la riproduzione e la circolazione di questo documento senza previa autorizzazione, nonché la sua trasmissione agli investitori privati. I riferimenti a società o altre tipologie di investimento contenuti all’interno del presente documento non costituiscono sollecitazione alla compravendita di tali investimenti, ma hanno scopo illustrativo. Pubblicato da Nordea Investment Funds S.A., 562, rue de Neudorf, P.O. Box 782, L-2017 Luxembourg, che è autorizzata dalla Commissione Financier de Surveillance du Secteur (CSSF) autorità lussemburghese di sorveglianza dei mercati finanziari. Per ulteriori informazioni, La preghiamo di contattare il Suo consulente finanziario. Egli potrà consigliar La in maniera imparziale sui fondi di Nordea Investment Funds S.A.


Tabelle \ Assogestioni

43

Distribuzione di prodotti finanziari e servizi di investimento delle imprese aderenti ad Assoreti In milioni di euro

Dicembre 2013

Novembre 2013

Da inizio anno

RACCOLTA NETTA...............................................................2.082,1............................................................1.506,5..................................................................................16.590,6 Risparmio gestito....................................................................2.320,5............................................................1.603,3..................................................................................20.540,3 Fondi comuni e Sicav..............................................................1.258,3...............................................................881,7..................................................................................12.023,9 Gestioni patrimoniali...................................................................101,6.................................................................94,8.......................................................................................826,2 Prodotti assicurativi e previdenziali................................................960,6...............................................................626,8....................................................................................7.690,2 Risparmio amministrato............................................................ -238,3................................................................-96,9...................................................................................-3.949,7 Titoli...................................................................................... -477,1.................................................................92,1...................................................................................-4.615,5 Liquidità...................................................................................238,8..............................................................-189,0.......................................................................................665,8 RACCOLTA LORDA ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� Risparmio gestito....................................................................7.511,5............................................................7.215,3..................................................................................81.802,2 Fondi comuni e Sicav..............................................................5.315,7............................................................5.282,6..................................................................................60.164,5 Gestioni patrimoniali...................................................................519,9...............................................................520,9....................................................................................5.650,6 Prodotti assicurativi e previdenziali.............................................1.675,8............................................................1.411,8..................................................................................15.987,0 INTERMEDIAZIONE LORDA..................................................................................................................................................................................................................................... Risparmio amministrato...........................................................5.268,7............................................................7.601,6..................................................................................84.773,1 Altre attività...............................................................................177,5...............................................................160,5....................................................................................1.825,0

Promotori, raccolta 2013 su del 39% Il 2013 si è chiuso con un bilancio positivo per le reti di promotori finanziari, che hanno registrato una raccolta netta complessiva pari a 16,6 miliardi di euro, valore in crescita del 39% rispetto all’anno precedente (11,9 miliardi nel 2012). E’ quanto emerge dalla consueta fotografia scattata da Assoreti, che a dicembre mostra una raccolta netta di 2,1 miliardi. La spinta al rialzo arriva dal risparmio gestito, sul quale gli investimenti netti, pari a 20,5 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi, aumentano del 72% (11,9 miliardi nel 2012), rappresentando il mi-

gliore risultato delle reti dal 2001. Le movimentazioni sui prodotti in regime amministrato, invece, vedono prevalere le uscite, con saldo negativo di quasi 4 miliardi di euro (52 milioni nel 2012). La raccolta netta diretta in quote di Oicr ammonta a 12 miliardi (6,8 miliardi nel 2012). Gli investimenti si concentrano sugli Oicr domiciliati all’estero, con una raccolta complessiva di 12,2 miliardi (8,3 miliardi nel 2012); tra questi, 6,4 miliardi sono destinati a fondi di fondi (1,8 miliardi nel 2012). Si osservano, invece, perdite nette per 67,3 milioni di euro sugli Oicr

Incidenza della raccolta degli O.I.C.R. delle imprese aderenti ad Assoreti sul totale Sistema O.I.C.R. aperti Dicembre 2013 Assoreti (1) (a)

Sistema (2) (a)

Da inizio Anno a/b %

Assoreti (1) (a)

Sistema (2) (a)

a/b %

Raccolta netta................. 1.963,0..............2.708,0.........72,49..........................19.309,3...........48.705,0.......... 39,65 Azionari............................. 226,0.................676,0.........33,44............................1.548,9.............4.602,0.......... 33,66 Bilanciati............................ 382,9.................134,0................ -............................3.071,2.............6.320,0.......... 48,60 Obbligazionari.................... 228,0.................360,0.........63,33............................2.408,1...........12.781,0.......... 18,84 di Liquidità.......................... -53,0............... -101,0................ -............................... -19,1........... -1.616,0.................. Flessibili............................ 554,9..............1.596,0.........34,77............................5.326,6...........26.636,0.......... 20,00 Non classificato (3)............. 624,1...................43,0................ -............................6.973,6................ -17,0.................. Note:(1) Il dato include le quote di O.I.C.R. sottoscritte direttamente e quelle sottoscritte indirettamente attraverso gpf, unit linked e prodotti previdenziali. (2) Fonte Assogestioni. (3) Il dato si riferisce principalmente alle quote di O.I.C.R. sottoscritte indirettamente attraverso unit linked e prodotti previdenziali per le quali non si dispone della corrispondente categoria d'investimento.

aperti di diritto italiano (-1,3 miliardi nel 2012) e di 131 milioni sui fondi speculativi (-228 milioni nel 2012). Aumenta la raccolta in prodotti assicurativi e previdenziali, per i quali si riscontra un flusso netto di risorse di circa 7,7 miliardi di euro (5,5 miliardi nel 2012), per lo più concentratosi sulle unit linked (6,7 miliardi di euro). Torna positivo il bilancio annuale delle gestioni patrimoniali individuali, con una raccolta totale di 826 milioni di euro (-348 milioni nel 2012) e la prevalenza degli investimenti in Gpm (646 milioni di euro). Anche nel 2013, le reti di promotori finanziari confermano l’importanza del proprio ruolo nell’ambito della distribuzione di Oicr aperti; le risorse nette confluite al sistema attraverso l’attività svolta dalle reti di promotori ammontano a circa 19,3 miliardi, rappresentando quasi il 40% degli investimenti netti complessivi in fondi comuni e Sicav (48,7 miliardi di euro). Torna a cresce il numero dei risparmiatori seguiti dalle reti: a fine anno i clienti primi intestatari dei contratti erano in numero di 3,339 milioni (+2% rispetto al 2012). Così come aumenta anche il numero di promotori finanziari con mandato dalle società rientranti nell’indagine dell’Assoreti: a fine dicembre questo era pari a 21.352 unità (21.130 nel 2012) con una rappresentatività del 91% sull’intera compagine associativa (23.466 – dato stimato).

Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014


44 Tabelle \ Assogestioni Raccolta netta delle imprese aderenti ad Assoreti RISPARMIO GESTITO

Raccolta netta delle imprese aderenti ad Assoreti RISPARMIO AMMINISTRATO

In milioni di euro

In milioni di euro

Dicembre 2013

Novembre 2013

Da inizio anno

RACCOLTA NETTA Fondi comuni e Sicav.................................................................................................. di diritto italiano.................................... 172,4.........................19,9.................... -61,5 Azionari..............................................-19,9....................... -16,5.................. -353,7 Bilanciati................................................ 0,8......................... -2,5.................... -52,4 Obbligazionari.................................... 129,2.........................49,8....................751,9 di Liquidità..........................................-17,3....................... -63,4.................. -375,7 Flessibili.............................................. 79,5.........................51,8.................... -38,6 Non ripartito........................................... 0,1...........................0,5........................6,9 Fondi comuni e Sicav.................................................................................................. di diritto estero..................................... 627,7.......................400,4.................5.800,6 Azionari............................................. 177,1.......................295,9.................1.348,3 Bilanciati............................................ 163,5.......................135,7.................1.383,9 Obbligazionari...................................... 21,8..................... -313,1....................387,2 di Liquidità..........................................-35,7....................... -29,2....................356,6 Flessibili............................................ 308,7.......................321,7.................2.376,5 Non ripartito..........................................-7,7....................... -10,5.................... -51,9 Fondi di fondi di diritto italiano (1).............-16,9......................... -1,4...................... -5,8 Azionari..............................................-19,9......................... -4,0.................... -85,5 Bilanciati................................................ 3,4...........................2,9......................62,1 Obbligazionari........................................ 0,0...........................0,1...................... -0,6 Flessibili...............................................-0,4......................... -0,4......................18,7 Non ripartito........................................... 0,0...........................0,0...................... -0,5 Fondi di fondi di diritto estero (1)............. 487,0.......................410,2.................6.405,0 Azionari............................................... 85,1.........................77,5....................628,1 Bilanciati............................................ 196,0.......................167,6.................1.704,4 Obbligazionari...................................... 32,9.........................22,5....................971,5 Flessibili............................................ 173,1.......................142,6.................3.101,1 Non ripartito........................................... 0,0...........................0,0........................0,0 Fondi speculativi (1).................................-6,0......................... -2,7.................. -131,1 Fondi Chiusi............................................-6,0.........................55,3......................16,7 Mobiliari...............................................-6,2.........................54,9......................16,6 Immobiliari............................................. 0,2...........................0,4........................0,1 GPF...................................................... 91,0.........................39,8....................180,2 Azionarie............................................... 3,6.........................15,0......................11,6 Bilanciate............................................ 19,2.........................21,9.................... -26,7 Obbligazionarie..................................... 44,1.........................18,6....................298,1 Altra tipologia....................................... 24,0....................... -15,7.................. -102,4 Non ripartito........................................... 0,0...........................0,0...................... -0,4 GPM..................................................... 10,6.........................55,0....................646,0 Azionarie............................................. 12,0.........................19,9....................187,7 Bilanciate...........................................-34,9.........................24,5....................236,3 Obbligazionarie..................................... 64,3.........................13,8....................281,5 Altra tipologia......................................-28,1......................... -2,0.................... -52,7 Non ripartito..........................................-2,7......................... -1,2...................... -6,9 Prodotti assicurativi............................... 825,5.......................569,8.................7.072,5 Vita Tradizionali.................................. 349,5.......................212,8.................1.574,7 Index Linked.......................................-43,6..................... -104,3............... -1.225,7 Unit Linked........................................ 519,5.......................461,3.................6.723,6 Prodotti previdenziali............................. 135,1.........................57,0....................617,7 Fondi pensione..................................... 46,9.........................22,9....................219,3 Piani previdenziali individuali................... 88,2.........................34,1....................398,4 TOTALE RISPARMIO GESTITO ............ 2.320,5....................1.603,3...............20.540,3

Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014

Ottobre 2013

Settembre 2013

Da inizio anno

RACCOLTA NETTA Collocamento Mercato Primario ............... 68,1.......................279,8.................1.421,5 Azioni.................................................... 0,9.........................10,1......................57,2 Titoli Stato/obbligazioni.......................... 67,2.......................269,7.................1.364,2 Raccolta in titoli...................................-545,3..................... -187,7............... -6.036,9 Azioni................................................ 208,4.......................113,0....................133,4 Titoli Stato/obbligazioni.......................-473,8.........................17,0............... -5.090,6 Strumenti mercato monetario..............-135,8..................... -311,1.................. -674,5 Non ripartito......................................-144,1......................... -6,6.................. -405,3 Liquidità.............................................. 238,8..................... -189,0....................665,8 TOTALE RISPARMIO AMMINISTRATO.....-238,3....................... -96,9............... -3.949,7 TOTALE ATTIVITA'............................. 2.082,1....................1.506,5...............16.590,6 Clienti.......................................... 3.338.779................3.336.340........................... Num. entrate.................................... 20.145.....................21.461................199.693 Promotori finanziari (1)........................ 21.352.....................21.418........................... Di cui operativi (2).............................. 20.641.....................20.680.............................


Totale Raccolta Netta

Fondi&Sicav

Gpf

Gpm

Assicurativi

Risparmio Gestito - Raccolta Netta Previdenziali

Totale

Titoli

Liquidità

Risparmio Amministrato - Raccolta Netta Totale

Promotori Finanziari Operativi (1) Gruppo

Legenda: n.d. = non disponibile / non operativo. I dati si riferiscono all'attività di offerta fuori sede.. Note: (1) Il dato si riferisce al numero di promotori finanziari con portafoglio > 0.

VENETO BANCA S.c.p.a............................................................16.326,2....... 4.087,3....................-156,1......................0,0..................5.648,8................. 352,9...................9.932,9...................4.144,0..................2.249,3...................... 6.393,3.................. 98..................................... GRUPPO VENETO BANCA

UNIPOL BANCA S.p.A.......................................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d...................................................GRUPPO UNIPOL

UBI BANCA PRIVATE INVESTMENT S.p.A...................................65.469,3..... 22.461,1..................1.177,9................-696,0..................4.880,1................. 420,1.................28.243,2.................38.907,1................ -1.681,0.................... 37.226,1................694................. GRUPPO UNIONE DI BANCHE ITALIANE

SCHRODERS ITALY SIM S.p.A............................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d...........................................GRUPPO SCHRODERS

SANPAOLO INVEST SIM S.p.A..................................................95.492,4..... 33.253,4................32.078,7............10.701,5................84.938,6..............8.706,8...............169.678,9................-58.253,4..............-15.933,2...................-74.186,6.............1.512................................. GRUPPO BANCA FIDEURAM

JPMORGAN ASSET MANAGEMENT (EUROPE) S.à.r.l..........................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d............................................................................-

IW BANK S.p.A.................................................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d.................. GRUPPO UNIONE DI BANCHE ITALIANE

INVESCO ASSET MANAGEMENT SA..................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d............................................................................-

HYPO TIROL BANK ITALIA S.p.A.........................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d..................................GRUPPO HYPO TIROL BANK

HYPO ALPE-ADRIA-BANK S.p.A.........................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d........................GRUPPO HYPO ALPE-ADRIA-BANK

FINECOBANK S.p.A............................................................... 289.555,8...152.148,2.................-5.406,1......................0,0................28.675,9............10.514,3...............185.932,3..................-1.031,3............. 104.654,8..................103.623,5.............2.445.............................................GRUPPO UNICREDIT

FINANZA & FUTURO BANCA S.p.A........................................ 114.761,9..... 64.151,7....................-762,5......................4,5................53.811,5..............5.945,8...............123.151,0...................1.895,1..............-10.284,1.....................-8.389,1.............1.540...................................GRUPPO DEUTSCHE BANK

FIDELITY WORLDWIDE INVESTMENT.................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d................GR. FIDELITY WORLDWIDE INVESTMENT

CREDEM S.p.A.........................................................................58.910,0..... 76.775,3..................2.125,2................. 374,5..................5.812,9................. 923,3.................86.011,3...................3.042,7..............-30.144,0...................-27.101,3................483...............GRUPPO CREDITO EMILIANO - CREDEM

CONSULTINVEST INVESTIMENTI SIM S.p.A................................ -1.409,0....... 3.832,0.................-6.629,0.............-1.073,0.................-1.583,0................. 143,0..................-5.310,0.......................... 0,0..................3.901,0...................... 3.901,0................266....................................GRUPPO CONSULTINVEST

BANCA REALE S.p.A.........................................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d........................................GRUPPO REALE MUTUA

BANCA POPOLARE DI VICENZA S.c.p.a.r.l....................................7.026,0..... 12.439,0......................... n.d.................. 100,0.....................171,0..................... n.d..................12.710,0..................-4.655,0................ -1.029,0.....................-5.684,0.................. 33.............. GRUPPO BANCA POPOLARE DI VICENZA

BANCA POPOLARE DI SPOLETO S.p.A..............................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d............................................................................-

BANCA POPOLARE DI PUGLIA E BASILICATA S.c.r.l............................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d............................................................................-

BANCA POPOLARE DI MILANO S.c.r.l.................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d............................................... GRUPPO BIPIEMME

BANCA POPOLARE DI BARI S.C.p.A...................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d.....................GRUPPO BANCA POPOLARE DI BARI

BANCA PATRIMONI SELLA & C. S.p.A................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d........................................ GRUPPO BANCA SELLA

BANCA NUOVA S.p.A............................................................... -1.471,0...........443,0......................... n.d...................... n.d...................1.225,0..................... n.d....................1.668,0.....................-748,0................ -2.391,0.....................-3.139,0.................. 69.............. GRUPPO BANCA POPOLARE DI VICENZA

BANCA NAZIONALE DEL LAVORO S.p.A............................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d......................................... GRUPPO BNP PARIBAS

BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA S.p.A............................ -57.471,2....-37.572,9....................-681,4.............-1.025,0.................-8.096,9..............5.779,4................-41.596,8................-17.725,3..................1.850,9...................-15.874,4................668..................GRUPPO MONTE DEI PASCHI DI SIENA

BANCA MEDIOLANUM S.p.A................................................. 572.468,6...423.591,4....................-120,9................-191,3.............. -54.513,4............44.525,1...............413.290,8............. -188.336,5............. 347.514,3..................159.177,8.............4.330........................................GRUPPO MEDIOLANUM

BANCA IPIBI FINANCIAL ADVISORY S.p.A.......................................656,1....... 6.649,6......................... 0,0.............-2.868,3..................9.374,9................... 69,9.................13.226,0.................21.100,6..............-33.670,5...................-12.570,0................198..................................... GRUPPO VENETO BANCA

BANCA GENERALI S.p.A. - GRUPPO BANCA GENERALI.......... 131.334,5...129.500,2.................-1.168,6...........-54.156,0..............202.593,7............18.213,8...............294.983,0............. -129.406,3..............-34.242,2.................-163.648,5.............1.475..................................GRUPPO BANCA GENERALI

BANCA FIDEURAM S.p.A....................................................... 102.260,8...129.783,3................71.008,5............24.512,2..............195.566,0............28.915,1...............449.785,1............. -259.662,4..............-87.861,8.................-347.524,3.............3.480................................. GRUPPO BANCA FIDEURAM

BANCA EUROMOBILIARE S.p.A.........................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d................GRUPPO CREDITO EMILIANO - CREDEM

AZIMUT CONS. PER INVESTIMENTI SIM S.p.A......................... 263.091,7...167.883,4....................-507,5............42.251,0................39.036,8..............5.512,5...............254.176,2.......................... 0,0..................8.915,5...................... 8.915,5.............1.133..................................................GRUPPO AZIMUT

AZ INVESTIMENTI SIM S.p.A.....................................................15.067,7..... 17.524,4......................... 0,0.............. 3.084,2..................8.222,8................. 734,7.................29.566,1.......................... 0,0..............-14.498,4...................-14.498,4................221..................................................GRUPPO AZIMUT

APOGEO CONSULTING SIM S.p.A.............................................11.822,1....... 4.855,4......................... 0,0....................11,0..................6.441,8................. 672,7.................11.980,9.......................... 0,0................... -158,8........................-158,8................123..................................................GRUPPO AZIMUT

ANIMA SGR S.p.A.............................................................................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d.......................................... GRUPPO AM HOLDING

ALTO ADIGE BANCA S.p.A. - SUDTIROL BANK AG..............................n.d................n.d.......................... n.d...................... n.d..........................n.d...................... n.d........................... n.d........................... n.d..........................n.d...............................n.d..................n.d............................................................................-

ALLIANZ BANK FINANCIAL ADVISORS S.p.A.......................... 398.240,3..... 46.532,0......................... 0,0...........-10.416,7..............243.268,4..............3.647,3...............283.031,1...............113.593,8..................1.615,4..................115.209,1.............1.873.......................................GRUPPO ALLIANZ BANK

In milioni di euro

Raccolta netta in migliaia di euro e numero di promotori finanziari operativi dati disaggregati per società - Dicembre 2013

Tabelle \ Assogestioni 45

Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014


1

st

I MIGLIORI GESTORI


Tabelle \ Citywire\

47

I migliori Gestori Citywire Italy Investment Sector: Equities - Mercati Emergenti Asia - 1 Mese Rating

Rank

Total Return%

Contributing Fund

Hannah Cunliffe.......................................................... 1/7...................-1,37...........................................................................................................................................UniEM Fernost A Louisa Lo...............................................+................. 2/7...................-1,52..................................................................................................................Schroder ISF Emerging Asia A Acc Guido Casella............................................................. 3/7...................-2,14.............................................................................................AZ Fund 1 Emerging Market Asia A AZ FUND Acc Ben Akrigg................................................................ 4/7...................-2,34.......................................................................................................................F&C Emerging Asia A USD Acc Vincent Lagger........................................ A................. 5/7...................-2,86....................................................................................................................Julius Baer EF Asia Focus USD B Jian Shi Cortesi....................................... A................. 5/7...................-2,86....................................................................................................................Julius Baer EF Asia Focus USD B Stéphane Barthelemy.................................................. 7/7...................-3,52.......................................................................................................SSgA Emerging Asia Alpha Equity Fund I P AVERAGE MANAGER...............................................................-2,37.....................................................................................................................................................

Citywire Italy Investment Sector: Equities - Mercati Emergenti Asia - 3 Mesi Rating

Rank

Contributing Fund

Total Return%

Vincent Lagger........................................ A................. 1/7...................-2,83....................................................................................................................Julius Baer EF Asia Focus USD B Jian Shi Cortesi....................................... A................. 1/7...................-2,83....................................................................................................................Julius Baer EF Asia Focus USD B Louisa Lo...............................................+................. 3/7...................-4,35..................................................................................................................Schroder ISF Emerging Asia A Acc Guido Casella............................................................. 4/7...................-4,61.............................................................................................AZ Fund 1 Emerging Market Asia A AZ FUND Acc Hannah Cunliffe.......................................................... 5/7...................-6,23...........................................................................................................................................UniEM Fernost A Ben Akrigg................................................................ 6/7...................-7,84.......................................................................................................................F&C Emerging Asia A USD Acc Stéphane Barthelemy.................................................. 7/7...................-7,88.......................................................................................................SSgA Emerging Asia Alpha Equity Fund I P AVERAGE MANAGER...............................................................-4,76.....................................................................................................................................................

Citywire Italy Investment Sector: Equities - Mercati Emergenti Asia - 6 Mesi Rating

Rank

Total Return%

Contributing Fund

Louisa Lo...............................................+................. 1/6....................4,41..................................................................................................................Schroder ISF Emerging Asia A Acc Vincent Lagger........................................ A................. 2/6....................3,85....................................................................................................................Julius Baer EF Asia Focus USD B Jian Shi Cortesi....................................... A................. 2/6....................3,85....................................................................................................................Julius Baer EF Asia Focus USD B Guido Casella............................................................. 4/6...................-2,10.............................................................................................AZ Fund 1 Emerging Market Asia A AZ FUND Acc Ben Akrigg................................................................ 5/6...................-2,15.......................................................................................................................F&C Emerging Asia A USD Acc Stéphane Barthelemy.................................................. 6/6...................-4,73.......................................................................................................SSgA Emerging Asia Alpha Equity Fund I P AVERAGE MANAGER...............................................................-0,32.....................................................................................................................................................

Citywire Italy Investment Sector: Equities - Mercati Emergenti Asia - 1 Anno Rating

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Total Return%

Contributing Fund

Louisa Lo...............................................+................. 1/6...................-4,24..................................................................................................................Schroder ISF Emerging Asia A Acc Vincent Lagger........................................ A................. 2/6...................-4,72....................................................................................................................Julius Baer EF Asia Focus USD B Jian Shi Cortesi....................................... A................. 2/6...................-4,72....................................................................................................................Julius Baer EF Asia Focus USD B Stéphane Barthelemy.................................................. 4/6...................-7,86.......................................................................................................SSgA Emerging Asia Alpha Equity Fund I P Guido Casella............................................................. 5/6...................-8,16.............................................................................................AZ Fund 1 Emerging Market Asia A AZ FUND Acc Ben Akrigg................................................................ 6/6.................-10,24.......................................................................................................................F&C Emerging Asia A USD Acc AVERAGE MANAGER...............................................................-8,73.....................................................................................................................................................

Citywire Italy Investment Sector: Equities - Mercati Emergenti Asia - 3 Anni Rating

Rank

Total Return%

Contributing Fund

Vincent Lagger........................................ A................. 1/6....................2,15....................................................................................................................Julius Baer EF Asia Focus USD B Jian Shi Cortesi....................................... A................. 1/6....................2,15....................................................................................................................Julius Baer EF Asia Focus USD B Louisa Lo...............................................+................. 3/6...................-1,23..................................................................................................................Schroder ISF Emerging Asia A Acc Stéphane Barthelemy.................................................. 4/6...................-1,77.......................................................................................................SSgA Emerging Asia Alpha Equity Fund I P Guido Casella............................................................. 5/6...................-8,95.............................................................................................AZ Fund 1 Emerging Market Asia A AZ FUND Acc Ben Akrigg................................................................ 6/6.................-12,94.......................................................................................................................F&C Emerging Asia A USD Acc AVERAGE MANAGER.............................................................-10,62.....................................................................................................................................................

Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2014



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