A giardini di Aprile - Antonio De Liddo -2017

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I Giardini di Aprile di Antonio De Liddo

Nella tradizione greca la natura è quello sfondo originario, che nessun dio e nessun uomo fece, con delle leggi immutabili regolate dalla necessità, a cui bisogna prestare attenzione per catturarne le costanti e a partire da queste costanti costruire la città, le leggi della città e il buon governo dell’anima. En la tradición griega, la naturaleza es ese fondo original, que ningún dios ni ningún hombre hizo, con leyes inmutables regidas por la necesidad, a las que se debe prestar atención para capturar las constantes y a partir de estas constantes se construye la ciudad, las leyes de la ciudad y Buen gobierno del alma. Umberto Galimberti.

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Indice Pag. 4

Introducción - El arte de la ociosidad en la ciudad. Introduzione – L’arte dell’ozio in città. Pag. 6

La sociedad contemporánea, la naturaleza y el diseño del paisaje. La società contemporanea, la natura e il progetto di paesaggio. Pag. 10

El paisaje como lugar de democracia. Il Paesaggio come luogo della democrazia. Pag. 13

Transformación del suelo. Trasformazione dei suoli. Pag. 16

Heterotopia: los lugares mágicos de la ciudad - la naturaleza en el contexto urbanizado. Eterotopia: i luoghi magici della città – la natura nel contesto urbanizzato. Pag. 19

Los espacios residuales de Bari, los tipos y las posibles intervenciones. Gli spazi residuali di Bari, le tipologie e i possibili interventi. Pag. 26

Sobre la campaña periférica. A proposito della campagna periferica. Pag. 28

La dinámica agrícola periurbana: el caso francés, la infraestructura agrícola y el parque agrícola. Le dinamiche agricole periurbane: il caso francese, l’infrastruttura agricola e il parco agricolo. Pag. 32

"Bari Costasud" Concurso Internacional de Ideas - "Reurbanización de la zona costera y periférica al sureste de la ciudad" - La costa gruesa - Practica en el estudio Jordi Henrich I Monrás. Concorso Internazionale di Idee “Bari Costasud” – “Riqualificazione dell’area costiera e periferica a sudest della città” – La costa spessa – Pratica nello studio Jordi Henrich I Monrás. Pag. 36

El Proyecto Idea para Bari Costa Sud - La Ciudad Jardín. L’Idea di Progetto per Bari CostaSud – La città giardino. Pag. 42

Conclusiones: sensibilizar al público sobre el tema del proyecto. Conclusioni - sensibilizzare i cittadini sul tema del progetto.

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Introducción - El arte de la ociosidad en la Introduzione – L’arte dell’ozio in città. ciudad. En nuestros días, a menudo escuchamos sobre temas importantes, como el medio ambiente, comprendidos en todo lo que nos rodea y en el que vivimos, la ecología, como las formas en que el hombre tiene que lidiar con esto, incluidas las especies animales y la vegetación. A menudo nos referimos a cosas naturales, intentamos profundizar estos problemas en muchos sectores, a partir de la nutrición para continuar con los de atención médica, actividades deportivas, actividades recreativas, pero a menudo no se habla de una cosa, de hecho casi nunca, de la ociosidad, del arte de la ociosidad, una práctica que estamos abandonando casi por completo. Porque la ociosidad es un’ arte, y lo es aún más en estos tiempos agitados, cuando ya no te permites un momento durante el día para pensar en ti mismo, para procesar todo lo que hemos experimentado durante la semana, por ejemplo. resolver algunos problemas, inactivo, parados sin hacer nada, tumbados en un césped, en una colina, en un banco a la sombra, y simplemente esperando, sin tener que ser obligados a hablar cuando no tenemos ganas de hacerlo; reitero, simplemente y con un sano egoísmo, a pensar en nosotros mismos, sin depender de nada, por el tiempo que concedemos al ocio. Probablemente es una práctica que estamos perdiendo debido al estilo de vida que la sociedad contemporánea nos está forzando por una variedad de razones. Esto sucede especialmente en la ciudad, donde en realidad hay más necesidad de dedicarse a este arte para soportar el ritmo frenético de la vida cotidiana. Quiero comenzar desde mi experiencia en Barcelona, para comprender qué modelos válidos pueden usarse como punto de partida para tratar de encontrar soluciones en términos de diseño de paisajes urbanos, concrets, que de alguna manera puedan cumplir, en la ciudad, la tarea de romper este frenesí general y devolver algunos grados más positivos a la calidad de vida. Trate de comprender cómo nuestra profesión puede contribuir de manera mínima, lenta, con paciencia, para mejorar las

Nei nostri giorni si sente parlare spesso di tematiche importanti, come l’ambiente, inteso in tutto ciò che ci circonda e in cui viviamo, l’ecologia, come le modalità che ha l’uomo di rapportarsi con questo intorno, incluse le specie animali e la vegetazione. Si fa spesso riferimento alle cose naturali, si cerca in tutti i modi di approfondire questi temi in molti settori, a partire da quello dell’alimentazione per continuare con quelli delle cure mediche, delle attività sportive, di quelle ricreative, ma di una cosa non si parla spesso, anzi quasi mai, dell’ozio, dell’arte dell’ozio, pratica che stiamo quasi del tutto abbandonando. Perché l’ozio è un’arte, e lo diventa ancora di più in questi tempi frenetici, in cui non ci si concede più un momento durante la giornata per pensare a se stessi, per elaborare tutto quello che abbiamo vissuto durante la settimana, per risolvere alcune questioni, oziando, stando senza far nulla, sdraiati su un prato, su una collinetta, su una panchina all’ombra, e aspettando semplicemente, senza dover essere costretti a parlare quando non ne abbiamo voglia; ribadisco, semplicemente e con un sano egoismo, pensare a se stessi, senza dipendere da nulla, per quel tempo che concediamo all’ozio. Probabilmente è una pratica che stiamo perdendo a causa dello stile di vita che la società contemporanea per una serie di ragioni ci sta imponendo. Questo accade specialmente in città, dove in realtà c’è più bisogno di dedicarsi a quest’arte per reggere il ritmo frenetico della vita di tutti i giorni. Voglio partire dalla mia esperienza a Barcellona, per capire quali possano essere i modelli validi da usare come punto di partenza per cercare di trovare delle soluzioni in termini di progetto paesaggistico urbano, concrete, che in qualche maniera assolvano, in città, il compito di spezzare questa frenesia generale e restituire qualche grado positivo in più alla qualità della vita. Cercare di capire come la nostra professione possa contribuire anche minimamente, lentamente, con pazienza chiaramente, a 4


condiciones de vida de los ciudadanos, con las herramientas que forman parte de nuestra profesión, pero también pensando en cómo pueden intervenir otros actores que trabajan con el paisaje, y hay muchos que lo hacen sin saberlo y también lo hacen bien.

migliorare le condizioni di vita dei cittadini, con gli strumenti che sono del nostro mestiere, ma anche pensando a come possano intervenire gli altri attori che lavorano con il paesaggio, e ce ne sono molti che lo fanno inconsapevolmente e lo fanno anche bene.

Seguramente todos estos espacios, algunos más, otros menos, funcionan bien en este sentido, algunos son el punto de partida que puede dar ideas para desarrollos posteriores. Parecen, de hecho quiero decir que son pequeños experimentos urbanos; un campo de investigación que puede ayudarnos a comprender lo que podría ser un buen modelo de desarrollo urbano incluso a la escala de la ciudad metropolitana en constante crecimiento. Para comprender bien el significado de las posibles intervenciones en el paisaje, para comprender que cualquier gesto técnico de un paisajista, aunque sea muy pequeño, esencial, realmente tiene un pensamiento profundo detrás de él, es en esta línea que quiero continuar por un tiempo, antes de hablar sobre lo que, en mi humilde opinión, de aquellos que son principiantes, podrían ser prácticos, soluciones técnicas, factibles desde un punto de vista práctico, quizás ideales para el contexto, pero aún económicamente sostenibles y en términos de mantenimiento,

Sicuramente tutti questi spazi, alcuni di più, altri meno, funzionano bene in tal senso, alcuni sono punto di partenza che può dare spunti per sviluppi successivi. Sembrano, anzi voglio dire che sono dei piccoli esperimenti urbani; un campo di ricerca che ci può aiutare a comprendere quale potrebbe essere un buon modello di sviluppo urbano anche alla scala della città metropolitana in continua crescita. Per comprendere bene il senso dei possibili interventi paesaggistici, per intendere che qualsiasi gesto tecnico di un paesaggista, anche se molto piccolo, essenziale, ha in realtà alle spalle un pensiero profondo, è su questa linea che voglio proseguire per un po', prima di parlare di quelle che a mio modesto parere, di chi è alle prime armi, potrebbero essere delle soluzioni pratiche, tecniche, fattibili dal punto di vista pratico, forse ideali per il contesto, ma comunque sostenibili economicamente e in termini di manutenzione, che attivino processi a livello sociale, che attivino iniziative da 5


que activen procesos a nivel social, que activan iniciativas de ciudadanos individuales, pero especialmente de asociaciones. Y para entender cómo un gesto técnico puede ser eficiente, para explicárselo a los demás, pero sobre todo a mí mismo, quiero partir del hombre, desde sus características cualitativas y su relación con el entorno, hasta la naturaleza, que lo alberga.

parte dei singoli cittadini, ma specialmente da parte delle associazioni. E per capire in che modo un gesto tecnico possa essere efficiente, per spiegarlo agli altri, ma soprattutto a me stesso, voglio partire dall’uomo, dalle sue caratteristiche qualitative e di come si sta relazionando con l’ambiente, con la natura, che lo ospita.

La sociedad contemporánea, la naturaleza y el La società contemporanea, la natura e il diseño del paisaje. progetto di paesaggio. Creo que es necesario, antes de hablar sobre un proyecto de paisaje, comprender qué puede hacer que un arquitecto paisajista intervenga en una dirección determinada en lugar de otra. En última instancia, un proyecto es una opción que el autor hace y no copia de forma trivial las cosas que ya existen, seguro que se pueden tener referencias, algunos modelos a seguir que son indispensables para entender las reglas del lenguaje, pero el uso de estos modelos que posteriormente se pueden volver a trabajar y volver a proponer con diferentes variaciones se deriva del objetivo que uno quiere lograr. ¿Cuál es el propósito de un proyecto de paisaje? Pregunta que me hice para dar sentido a esta profesión, porque lo elegí por ser un valor que, sumado a mi persona, me hizo crecer como individuo. Creo firmemente que el proyecto de paisaje es esencialmente una buena oportunidad para resolver problemas delicados para una comunidad de personas más o menos extensa, una buena oportunidad para responder más o menos eficientemente a una crisis. ¿Y cuál es el factor que más ha llevado a la crisis que todos estamos experimentando en las últimas décadas? El exceso de técnica. El hombre es un ser indefinido porque no está codificado por instintos. Los instintos no son más que códigos para los cuales los animales recién nacidos ya saben lo que tienen que hacer sin que nadie les enseñe, el hombre que no es un animal no recibe estos códigos desde su nacimiento y por esta razón necesita una educación que sea

Credo sia necessario prima di parlare di un progetto di paesaggio comprendere cosa può muovere un paesaggista a intervenire in una determinata direzione invece che in un'altra. In definitiva un progetto è una scelta che l’autore compie e non banalmente un copiare cose che già esistono, certo si possono avere dei riferimenti, dei modelli da seguire che sono indispensabili per comprendere le regole del linguaggio, ma l’utilizzo di questi modelli che successivamente potranno essere rielaborati e riproposti con diverse declinazioni deriva dal fine che si vuole raggiungere. Quale fine deve avere un progetto di paesaggio? Domanda che mi sono posto per dare un senso a questa professione, perché l’ho scelta affinché fosse un valore che aggiunto alla mia persona mi facesse crescere come individuo. Credo vivamente che il progetto di paesaggio sia essenzialmente una buona opportunità di risolvere tematiche sensibili per una comunità di persone più o meno estesa, una buona opportunità per rispondere in maniera più o meno efficiente ad una crisi. E qual è il fattore che più di tutti ha portato alla crisi che tutti stiamo vivendo negli ultimi decenni? L’eccesso di Tecnica. L’uomo è un essere non determinato perché non è codificato dagli istinti. Gli istinti non sono altro che codici per cui gli animali appena nati sanno già quello che devono fare senza che nessuno glielo insegni, l’uomo non essendo un animale non è provvisto di 6


necesaria para que pueda adquirir todos los códigos de los que carece. Mientras que los animales están en un estado armonioso con la naturaleza, el hombre nace en un estado inarmónico con ella y por esta razón tuvo que darse reglas para poder vivir con ella. Las primeras reglas que dio el hombre fueron los mitos. Los mitos explican con la historia que si eres un ser humano en una situación determinada, el resultado en función de tus acciones puede ser positivo o negativo.

questi codici dalla nascita e per questa ragione ha bisogno di un’educazione che gli è necessaria per acquisire tutti i codici che gli mancano. Mentre gli animali sono in uno stato armonico con la natura, l’uomo nasce in uno stato disarmonico con essa e per questo ha dovuto darsi delle regole per poterci convivere. Le prime regole che l’uomo si è dato sono stati i miti. I miti spiegano con il racconto che se tu essere umano ti trovi in una determinata situazione, l’esito dipendendo dalle tue azioni potrà essere positivo o negativo.

Teti hunde a su hijo Aquiles en las aguas del río Stige, obra de Antoine Borel. Teti immerge il figlio Achille nelle acque del fiume Stige, opera di Antoine Borel.

En este cuadro donde aparece un paisaje griego, Aquiles está inmerso en las aguas del río porque el símbolo de vida de agua lo cubre y lo acoge en el sistema natural. Las fuentes nos dicen que ahora Aquiles creció durmiendo de día en el bosque, para acentuar el mensaje de esta necesidad de estar en contacto con las

In questo dipinto dove compare un paesaggio greco, Achille viene immerso nelle acque del fiume perché l’acqua simbolo di vita lo ricopra e accolga nel sistema natura. Fonti narrano che Achille ormai cresciuto dormisse di giorno nella foresta, sempre per accentuare il messaggio di questa necessità 7


formas salvajes de la naturaleza. Ernesto De Martino, antropólogo, historiador de las religiones y filósofo italiano, explica que los mitos son historias que nos cuentan cómo es posible salir de las dificultades o perderse en ellas, y dan la posibilidad de elegir una ruta. Debido a la falta de instintos, y por lo tanto a la falta de reglas de comportamiento, el hombre ha tenido que inventar instituciones para darse códigos de comportamiento, para autocodificarse. El hombre es, por lo tanto, una naturaleza deficiente que por esta falta de instintos puede vivir en cualquier lugar de la Tierra, porque está dotado de un intelecto que le proporciona la técnica a la que, en todo caso, debe tener mucho cuidado para que un exceso de esto no se convierta en su límite, mientras que los animales deben permanecer en su territorio porque fuera de ese territorio morirían. Los antiguos griegos creían que la naturaleza estaba regulada por leyes inmutables, y el hombre es un huésped de la naturaleza, y como todo lo que existe en la naturaleza, nace, crece y muere, y sobre todo esta categoría de muerte que no prevé esperanzas de otro mundo es tal que los griegos, a pesar de tener diferentes palabras para identificar al hombre, hablan de que es simplemente mortal y, a partir de esto, surge la ética del límite. Nace la conciencia de que los seres humanos tienen límites y deben vivir de acuerdo con la medida, no deben exceder el límite. Cada uno de nosotros, como un solo individuo, tiene un límite a su manera, pero como una comunidad de individuos el límite que no se debe sobrepasar, usar la técnica para gobernar la naturaleza, es un límite que se vuelve común, de lo cual es necesario que todos estén conscientes, y esta conciencia surge cuando las instituciones trabajan para formar, educar y dar buenos códigos a los individuos. La responsabilidad de las instituciones es grande y fundamental. La técnica, especialmente hoy en día con la informática, ha creado estas condiciones de ausencia total del límite. Esta técnica que es cada vez más complaciente consigo misma y que nos está llevando más allá de cualquier medida humana. Debemos tratar de recuperar esta sapienza y sabiduría griegas antiguas,

di essere in contatto con le forme selvagge della natura. Ernesto De Martino, antropologo, storico delle religioni e filosofo italiano, spiega che i miti sono delle storie che ci raccontano come è possibile uscire dalle difficoltà o perdersi nelle stesse, e danno la possibilità di scegliere un percorso. Proprio per la mancanza di istinti, e quindi la mancanza di regole di comportamento l’uomo ha dovuto inventare delle istituzioni per darsi dei codici di comportamento da solo, per auto codificarsi. L’uomo è quindi una natura carente che per questa mancanza di istinti può vivere in qualsiasi punto della Terra, perché dotato di un intelletto che gli fornisce la tecnica alla quale deve stare in ogni caso molto attento perché un eccesso di questa non diventi il suo limite, mentre gli animali devono stare nel loro territorio perché al di fuori di quel territorio morirebbero. Gli antichi greci ritenevano che la natura fosse regolata da leggi immutabili e l’uomo è ospite della natura, e al pari di tutte le cose esistenti in natura nasce, cresce e muore, e soprattutto questa categoria della morte che non prevede delle speranze ultraterrene è tale che i greci, pur avendo diverse parole per identificare l’uomo, parlano di questo come semplicemente mortale e partendo da ciò nasce l’etica del limite. Nasce la consapevolezza che gli esseri umani hanno dei limiti e devono vivere secondo misura, non devono oltrepassare il limite. Ognuno di noi, come singolo individuo, nel suo piccolo ha un limite, ma come comunità di individui il limite da non dover oltrepassare, usando la tecnica per governare la natura, è un limite che diventa comune, del quale è necessario che tutti siano consapevoli, e questa consapevolezza nasce nel momento in cui le istituzioni si adoperano per formare, educare, dare dei buoni codici agli individui. Grande e fondamentale è la responsabilità delle istituzioni. La tecnica specialmente al giorno d’oggi con l’informatica, ha creato queste condizioni di assenza totale del limite. Questa tecnica che sempre più si autocompiace di sé stessa e che ci sta portando al di la di ogni misura umana. Dovremmo provare a 8


tratar de darnos un límite, una idea de la cual fue quitada con la llegada del cristianismo, con la idea de que había algo más allá de la muerte y que la naturaleza había sido creada por dios para nosotros. La naturaleza se autofunda, respeta sus leyes y debemos respetarla, respetarnos a nosotros mismos nos brinda la gran oportunidad de disfrutar de sus frutos, sus olores, su clima y sus paisajes. Dedicémonos a los paisajes, ¿cómo queremos diseñarlos para dar una nueva importancia a esta naturaleza que estamos abusando? ¿Cómo se puede diseñar un paisaje? De acuerdo con la idea que hice, uno debe partir del concepto de que es esencial investigar y tener en cuenta las realidades de identidad del lugar para que el proyecto pueda funcionar con un cierto grado de eficiencia. El fenómeno de la globalización ha iniciado un efecto dominó que indudablemente ha ocultado algunas identidades únicas que siempre han sido la energía que movió los procesos vitales de ese lugar. A partir de aquí, surge sin lugar a dudas la crisis de un lugar que hace necesaria la intervención de un paisajista con su proyecto para poder reactivar los procesos vitales. Es necesario recuperar esta energía, redescubrir estas identidades ocultas y encontrar una manera, a través del proyecto, de reactivarlas. No siempre se dice que estas identidades pueden manifestarse en su pureza original, pero es posible identificar nuevas formas, en las cuales están presentes algunas contaminaciones, que sin embargo logran devolverles la energía primitiva. El proyecto de paisaje debe reemplazar los fenómenos que están generando la crisis, en los lugares donde está presente, y debe partir de las emociones, que son la base de la vida de las personas, para que un proyecto tenga sentido y pueda continuar viviendo y transformándose en el futuro con un buen grado de predicción. Aquí, el rol del proyecto de paisaje toma un valor que nos carga con responsabilidad en todo lo que podemos hacer como profesionales en nuestro sector. Como individuos tenemos una capacidad de anticipación, cuando podemos entender en qué dirección se están moviendo los procesos de urbanización, podemos imaginarnos cómo será la ciudad del futuro e

recuperare questa antica sapienza e saggezza greca, per cercare di darci un limite, idea del quale ci è stata tolta con l’arrivo del Cristianesimo, con l’idea che ci fosse qualcosa oltre la morte e che la natura fosse stata creata da dio per noi. La natura si è auto fondata, rispetta le sue leggi e noi dobbiamo rispettarla, rispettando noi stessi ci da la grande occasione di godere dei suoi frutti, dei suoi odori, del suo clima e dei suoi paesaggi. Dedichiamoci ai paesaggi, come vogliamo progettarli per dare nuovamente importanza a questa natura che stiamo molestando? Come si può progettare un paesaggio? Secondo l’idea che mi sono fatto si dovrebbe partire dal concetto che è imprescindibile indagare e tener conto delle realtà identitarie del luogo perché il progetto possa funzionare con un certo grado di efficienza. Il fenomeno della globalizzazione ha avviato un effetto domino che senza alcun dubbio ha fatto si che venissero nascoste alcune identità singolari che sono sempre state l’energia che muoveva i processi vitali di quel luogo. Da qui senza alcun dubbio scaturisce la crisi di un luogo che rende necessario l’intervento di un paesaggista con il suo progetto per poterne risollevare i processi vitali. E’ necessario recuperare questa energia, andando a riscoprire queste identità celate e trovando un modo, mediante il progetto, per riattivarle. Non è sempre detto che queste identità possano venir fuori nella loro purezza originaria, ma è possibile individuare forme nuove, in cui siano presenti alcune contaminazioni, che tuttavia riescono a restituire loro l’energia primitiva. Il progetto di paesaggio si deve sostituire ai fenomeni che stanno generando la crisi, nei luoghi in cui questa è presente, e deve partire dalle emozioni, che sono alla base della vita delle persone, se si vuole che un progetto abbia un senso e possa continuare a vivere e trasformarsi in futuro con un buon grado di predizione. Ecco che il ruolo del progetto di paesaggio assume una valenza che ci carica di responsabilità in tutto quello che potremo fare da professionisti nel nostro settore. Come individui abbiamo una capacità che è quella di essere anticipatori, quando 9


intentar mejorarla con lo que sabemos cómo riusciamo a capire in che direzione si stanno hacer. muovendo i processi di urbanizzazione, possiamo immaginare come sarà la città futura e provare a migliorarla con quello che sappiamo fare.

El paisaje como lugar de democracia.

Il Paesaggio come luogo della democrazia.

Ninguna disciplina es capaz de captar el complejo tema del paisaje y todo lo que esta simple palabra se esconde en sus brazos. Por esta razón, debemos entender el paisaje como algo democrático, que afortunadamente no es un monopolio de nadie. Afortunadamente, si alguien tiene que proteger el paisaje, ciertamente no puede hacerlo solo, siempre regresando a los mitos, se necesitaría un esfuerzo hercúleo y ninguna disciplina tiene esta habilidad. Necesitamos abordar los problemas que afectan el paisaje desde múltiples lados y con una estrategia común, creando herramientas de trabajo específicas. Todos debemos hablar de ello juntos. Una pregunta en términos de democracia que se debe hacer es si el paisaje pertenece a individuos que tienen cada uno una sola parte representada por la "partícula", o si pertenece a las comunidades, no exclusivamente aquellos que viven en la región donde se reconoce un paisaje definido para ser protegido, sino también a comunidades más grandes considerando el factor turismo. Ciertamente, el paisaje desde el punto de vista de cubrirlo a pie nunca puede pertenecer a todos, pero desde el punto de vista de lo visual, todo lo que podemos percibir a la vista, sin excluir los olores, ciertamente pertenece a todos, como un espacio público, las fachadas de edificios en un centro histórico son espacios públicos, porque cuando caminamos entre sus calles estrechas, éstas también son parte del campo de visión perceptivo. Por todas estas razones, Salvatore Settis, arqueólogo e historiador del arte, da su definición personal de Paisaje como "Teatro de la Democracia". No hay que olvidar el patrimonio histórico, artístico y

Nessuna disciplina è in grado di cogliere da sola tra le sue braccia il tema complesso del paesaggio e tutto quello che questa semplice parola nasconde in sé. Per questa ragione dobbiamo intendere il Paesaggio come qualcosa di democratico, che non è monopolio di nessuno, per fortuna. Per fortuna perché se qualcuno deve tutelare il paesaggio certamente non può farlo da solo, sempre ritornando ai miti, ci vorrebbe uno sforzo erculeo, e nessuna disciplina ha questa capacità. Bisogna trattare le tematiche che colpiscono il paesaggio da più versanti e con una strategia comune, creando strumenti specifici di lavoro. Bisogna parlarne tutti assieme. Una domanda in termini di democrazia che ci si deve porre è se il paesaggio è dei singoli che ne possiedono ciascuno una singola parte rappresentata dalla “particella”, oppure se appartiene alle comunità, non esclusivamente quelle che vivono nella regione in cui si riconosce un definito paesaggio da tutelare, ma anche a comunità più estese considerando il fattore turismo. Certamente il paesaggio dal punto di vista di percorrerlo a piedi non potrà mai appartenere a tutti, ma dal punto di vista proprio della visuale, tutto quello che noi riusciamo a percepire con la vista, senza escludere gli odori, sicuramente è di tutti, come spazio pubblico, come sono spazio pubblico le facciate degli edifici di un centro storico, perché quando camminiamo fra le sue vie strette, anche queste sono parte del campo percettivo della vista. Per tutte queste ragioni Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, da la sua personale definizione del Paesaggio come “Teatro della Democrazia”. 10


arqueológico, como un elemento antrópico del paisaje, que si se reconoce como tal también se convierte en una propiedad generalizada para todas las personas que pueden, incluso si no caminan en ella, solo la ven. Cito textualmente a Salvatore Settis: "Es importante analizar la relación que existe entre el paisaje y el patrimonio cultural y para este último queremos decir no solo museos, pero también los edificios históricos, iglesias, calles y plazas que se encuentran en muchas ciudades, pero también los elementos antrópicos que sobreviven y viven en el campo " y "el paisaje no debe olvidar los elementos antrópicos, ya que estos se incluyen en este último y en él y con él un mapa que refleja la historia y la cultura, la relación del hombre con la naturaleza, la estratigrafía de presencias y ausencias, el equilibrio de poder, la conformación mutua del territorio en la sociedad y las empresas en el territorio ". Las normas que son sensibles al paisaje y al patrimonio, sensibles a este tema fuerte de la democracia, han surgido en el curso de la historia, la primera en una versión no oficial se refiere a Venecia, pero aún está incompleta, se refiere a la protección de las aguas de la Serenísima, pero no abarca simultáneamente el tema del patrimonio. La primera regla que hace esto, en 1947, es el artículo 9 de la constitución italiana que dice: "La República promueve el desarrollo de la cultura y la investigación científica y técnica. Protege el paisaje y el patrimonio histórico y artístico de la Nación". Esto sienta las bases para la concienciación de los ciudadanos sobre el paisaje y el patrimonio cultural histórico. Anteriormente, también la República de Weimar en 1919 había hecho una breve receta al respecto, nuevamente en el artículo 9 en el que decía: “los monumentos del arte, la historia y la naturaleza, así como el paisaje, disfrutan de la protección del Estado; Es deber del Estado impedir la exportación del patrimonio artístico alemán ". Se debe agregar un tercer ejemplo para completar el cuadro y está representado por el establecimiento de la República Española en 1931 con el Artículo 45: "Toda la riqueza artística e histórica del país, quien la posee, constituye el tesoro cultural de

Da non dimenticare il patrimonio storico, artistico e archeologico, come elemento antropico del paesaggio, che se riconosciuto come tale diviene anche esso di proprietà diffusa per tutte le persone che possono, pur non camminandoci dentro anche solo vederlo. Cito testualmente Salvatore Settis: “E’ importante analizzare il rapporto che esiste tra paesaggio e patrimonio culturale e per quest’ultimo intendiamo non esclusivamente i musei, ma anche i palazzi storici, le chiese, le strade e le piazze che ci sono in molte città, ma anche gli elementi antropici che sopravvivono e vivono nelle campagne” e “il paesaggio non deve dimenticare gli elementi antropici in quanto questi inseriti in quest’ultimo rappresentano in esso e con esso una mappa che riflette la storia e la cultura, il rapporto dell’uomo con la natura, la stratigrafia delle presenze e delle assenze, i rapporti di forza, il reciproco plasmarsi del territorio sulla società e delle società sul territorio”. Norme che siano sensibili sul paesaggio e patrimonio, sensibili a questo tema forte della democrazia sono sorte nel corso della storia, la prima in versione non ufficiale riguarda Venezia, ma è ancora incompleta, fa riferimento alla tutela delle acque della Serenissima, ma non abbraccia contemporaneamente il tema del patrimonio. La prima norma che lo fa, nel 1947, è l’articolo 9 della costituzione italiana che dice: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Questo pone le basi per la presa di coscienza da parte dei cittadini del paesaggio e del patrimonio storico culturale. In precedenza anche la Repubblica di Weimar nel 1919 aveva fatto un accenno in merito, sempre nell’articolo 9 in cui diceva: “i monumenti dell’arte, della storia e della natura, così come il paesaggio, godono della tutela dello stato; è compito dello Stato impedire l’esportazione del patrimonio artistico tedesco”. Un terzo esempio va aggiunto per completare il quadro ed è rappresentato dalla costituzione della Repubblica spagnola nel 1931 con l’articolo 45: “Tutta la ricchezza 11


la nación y estará bajo la protección del Estado, que puede prohibir su exportación y enajenación y decretar las exportaciones legales que considere apropiadas para su defensa. El estado organizará un registro de riqueza artística e histórica, garantizará su estricta protección y cuidará de su perfecta conservación. El estado también protegerá los lugares notables para la belleza natural y para el valor artístico e histórico reconocido ". Esta es la protección de la democracia, al menos en parte y en relación con el paisaje natural y el valor creado por el hombre. ¿Qué está sucediendo hoy en relación con todas estas buenas intenciones de preservar el paisaje y el patrimonio? ¿Se están cumpliendo todas estas promesas de las instituciones? ¿O la crisis creó las condiciones por las cuales comenzamos a perder nuestro control sobre los valores del paisaje del patrimonio cultural? Hay escritores que anuncian provocativamente en sus escritos que las ciudades italianas han llegado al punto de que ya no pueden administrar sus cuentas y están pensando en vender monumentos a quienes hacen las mejores ofertas para reparar el presupuesto. También hay chistes en la política sobre la idea de que para pagar las deudas primero se vendería el Coliseo. Ciertos datos, al menos en lo que concierne a Italia, es que los países árabes están invirtiendo mucho de su dinero, que se están convirtiendo en dueños de grandes secciones de la ciudad. Que aquellos que tienen dinero para invertir lo hacen comprando edificios y suelos para construir y especular. ¿Esta especulación tiene límites impuestos por el estado, las administraciones, la planificación urbana o los instrumentos de paisaje para que no sea una especulación totalmente forzada? Si estamos perdiendo la propiedad de parte de nuestros suelos, podemos tratar de empezar a pensar en ellos para que no sean solo una oportunidad de construir, pero ¿qué tal si se transforman en jardines o parques, pueden comenzar a representar un nuevo concepto de patrimonio cultural para la comunidad? Un bien cultural que se estructura en forma de espacio público.

artistica e storica del paese, chiunque ne sia il proprietario, costituisce tesoro culturale della nazione e sarà sotto la salvaguardia dello Stato, che potrà proibire la sua esportazione e alienazione e decretare le esportazioni legali che riterrà opportune a sua difesa. Lo stato organizzerà un registro della ricchezza artistica e storica, garantirà la sua rigorosa tutela, e si occuperà della sua perfetta conservazione. Lo stato proteggerà anche i luoghi notevoli per bellezza naturale e per riconosciuto valore artistico e storico”. Questa è tutela della democrazia, almeno in parte e riguardo il paesaggio naturale e quello di valore creato dall’uomo. Cosa sta accadendo oggi in relazione a tutte queste buone intenzioni di preservare il paesaggio e il patrimonio? Si sta tenendo fede a tutte queste promesse delle istituzioni? O in qualche modo la crisi ha creato i presupposti per cui si è incominciato a perdere la presa sui valori del paesaggio del patrimonio culturale? Ci sono scrittori che annunciano provocatoriamente nei loro scritti che le città italiane siano arrivate al punto che non riescono più a gestire i loro conti e che stiano pensando di vendere i monumenti a chi fa la migliore offerta per risanare il bilancio. Si fanno anche battute in politica sull’idea che per pagare i debiti si farebbe prima a vendere il Colosseo. Dati certi, almeno per quanto riguarda l’Italia è che i paesi arabi stiano investendo molto del loro denaro, che stiano diventando proprietari di notevoli fette di città. Che chi ha soldi da investire lo fa comprando palazzi e suoli per costruire e speculare. Questa speculazione ha dei limiti imposti dallo stato, dalle amministrazioni, dagli strumenti urbanistici o paesaggistici affinché non sia una speculazione totalmente coatta? Se stiamo perdendo la proprietà di parte dei nostri suoli, possiamo provare ad iniziare a pensare a questi in maniera tale che non siano solo un’opportunità per edificare, ma che magari se trasformati in giardini o parchi possano iniziare a rappresentare un nuovo concetto di bene culturale per la comunità? Bene culturale che si struttura in forma di spazio pubblico. 12


Transformación del suelo.

Trasformazione dei suoli.

Continúo ahora con un análisis técnico que nos puede dar una idea del concepto de pérdida de suelo, entendido con sus propiedades cualitativas de superficies que aún mantienen las características necesarias para la vida de la vegetación en todas sus formas. La transformación de los suelos naturales con intervenciones de urbanización que a menudo consisten en la impermeabilización de estos es un tema muy sensible. En términos generales, no hablamos de transformación del suelo sino de consumo del suelo, precisamente por el significado negativo que se le atribuye, desde un punto de vista ecológico pero no solo, en el momento de la transformación de las superficies naturales y agrícolas, teniendo en cuenta la finitud de la superficie de la tierra y la reversibilidad difícil, si no imposible, de la transformación. Quiero profundizar el tema del consumo de la tierra en relación con lo que está sucediendo en mi tierra, Italia y más concretamente en Puglia. Los datos sobre el consumo de suelo, que informo aquí, muestran que hay una emergencia que debe ser fuertemente considerada. Según el informe del Sistema Nacional para la Protección del Medio Ambiente publicado en 2017 y en relación con el año anterior, la cantidad de tierra utilizada para la construcción e infraestructura es de 23,000 kilómetros cuadrados, en aproximadamente 301,000 kilómetros cuadrados de superficie total y, por lo tanto, coincide con el 7.6%, un porcentaje que es casi el doble del promedio europeo, con una construcción excesiva que alcanza las 30 hectáreas por día, por lo tanto, 300,000 metros cuadrados que son 0.3 kilómetros cuadrados por día, que se multiplican por 365 dan un valor de 109.5 kilómetros cuadrados en un año. La cuestión no es competir con los países de Europa para ver quién consume menos suelo, sino ser verdaderamente sensibles a este problema por nuestro propio bien y buscar y encontrar soluciones inmediatas para la creación de estructuras e infraestructuras optimizadas y funcionales. Y que no corroan el territorio. En la última década, ha sido mal construido de manera

Proseguo ora con un’analisi tecnica che ci può dare un’idea del concetto della perdita dei suoli, intesi con le loro proprietà qualitative di superfici che ancora mantengono le caratteristiche necessarie per la vita della vegetazione in tutte le sue forme. La trasformazione dei suoli naturali con interventi di urbanizzazione che spesso consistono nella impermeabilizzazione di questi è un tema molto sensibile. Generalmente non si parla di trasformazione del suolo ma di Consumo di suolo, proprio per l’accezione negativa che si attribuisce, da un punto di vista ecologico ma non solo, all’atto di trasformazione di superfici naturali ed agricole considerata la finitezza della superficie terrestre e la difficile se non impossibile reversibilità della trasformazione. Voglio approfondire il tema del consumo di suolo in relazione a ciò che sta avvenendo nella mia terra, l’Italia e più specificatamente la Puglia. I dati sul consumo di suolo, che qui riporto, fanno emergere che esiste un’emergenza da tenere fortemente in considerazione. Secondo il rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente pubblicato nel 2017 e relativo all’anno precedente la quantità di suolo impiegato per la realizzazione edile e di infrastrutture è pari a 23.000 km quadrati, su circa 301.000 km quadrati di superficie totale e che coincide quindi con il 7,6 %, percentuale che è quasi il doppio della media europea, con una cementificazione che tocca i 30 ettari al giorno quindi 300.000 metri quadrati che sono 0,3 km quadrati al giorno, che moltiplicati per 365 ci da un valore di 109,5 km quadrati in un anno. La questione non è mettersi in competizione con i paesi d’Europa per vedere chi consuma meno suolo, ma essere realmente sensibili in prima persona a questa tematica per il nostro bene e cercare e trovare soluzioni immediate per la creazione di strutture e infrastrutture ottimizzate, funzionali e che non corrodano il territorio. Nell’ultimo decennio si è costruito male in modo dispersivo e frammentario senza una pianificazione logica che consideri 13


dispersiva y fragmentaria sin una planificación lógica que considere la densidad de población y el impacto ambiental. La legislación ad hoc sería necesaria y la ausencia de esto es muy grave, dado que hubo una construcción excesiva inconsciente que también cubrió áreas de riesgo similar, parques, reservas naturales y costas. Hoy en día, las figuras profesionales especializadas que pueden pensar en nuevos modelos de planificación que reflejen las necesidades anteriores son esenciales. Y entre las muchas figuras profesionales, el diseñador de paisajes es una figura fundamental junto con los topógrafos, arquitectos, ingenieros y expertos. Es necesario llevar a cabo una serie de intervenciones sensatas, tales como: actualizar los espacios existentes, contra el abandono y para su reutilización; planificar después de evaluar el impacto ambiental para evitar también la posible inestabilidad hidrogeológica; los espacios deben ser reciclados, prestando atención a los suburbios y a las áreas industriales y rurales; Considere seriamente las soluciones que ofrecen las nuevas tecnologías que tienen un bajo impacto ambiental, como la construcción ecológica. Ahora me gustaría entrar en más detalles sobre la situación tal como aparece en Puglia. Hasta la fecha, mi región ha utilizado el 8% de la tierra. En los últimos 10 años, 1700 hectáreas (17 millones de metros cuadrados) se han transformado en infraestructura, industrias y hogares. Para hacer una comparación que implique lo que significa este consumo de tierra, podríamos decir que cada cuatro años se ha transformado una superficie de suelo que es igual a la de la ciudad de Bari. Del estudio realizado por el Politécnico de Bari se desprende que el mayor consumo de tierra se ha producido en la costa y en el contexto territorial de las principales ciudades. El suelo se consume de acuerdo con la morfología, y consumirlo significa hacerlo artificial, claramente con diferentes grados de artificialidad. Sin embargo, no todo el suelo se puede hacer artificial, por esta razón estamos pensando que si realmente es necesario transformar el suelo, al menos debemos tratar de evaluar los beneficios y los daños para que

la densità abitativa e l’impatto ambientale. Sarebbe necessaria una normativa fatta ad hoc e l’assenza di questa è molto pesante visto che c’è stata una cementificazione inconsulta che ha ricoperto anche aree a rischio simico, parchi, riserve naturali e litorali. Oggi sono imprescindibili figure professionali specializzate che siano in grado di pensare a nuovi modelli di pianificazione che rispecchino le necessità di cui sopra. E tra le tante figure di professionisti mi viene da pensare che il paesaggista sia una figura fondamentale insieme a geometri, architetti, ingegneri e periti. Si rende necessario effettuare una serie di interventi sensati come: riqualificare gli spazi esistenti, contro l’abbandono e per il loro riutilizzo; pianificare previa valutazione dell’impatto ambientale in modo da scongiurare anche possibili dissesti idrogeologici; bisogna riciclare gli spazi facendo attenzione alle periferie, e alle zone industriali e rurali; considerare seriamente le soluzioni offerte dalle nuove tecnologie che siano a basso impatto ambientale, come la bioedilizia. Vorrei entrare adesso più nel dettaglio con la situazione come si presenta in Puglia. Nel suo totale la mia regione ha utilizzato fino ad oggi l’8 % del suolo. Negli ultimi 10 anni si sono trasformati 1700 ettari all’anno (17 milioni di metri quadrati) in infrastrutture, industrie ed abitazioni. Per fare un paragone che faccia intendere a cosa corrisponde questo consumo di suolo, potremmo dire che ogni 4 anni è stata trasformata una superficie di suolo che è pari a quella della città di Bari, la mia città. Dallo studio effettuato dal Politecnico di Bari si evince che il maggior consumo di suolo c’è stato sul fronte litorale e nel contesto territoriale delle principali città. Il suolo si consuma in base alla morfologia, e consumarlo significa renderlo artificiale, chiaramente con differenti gradi di artificialità. Non tutto il suolo si può però rendere artificiale, per questa ragione si sta pensando che se è proprio necessario trasformare il suolo, per lo meno si deve cercare di valutare benefici e danni in modo da poter entrare in confidenza con un certo concetto di efficienza. Mentre in passato il 14


podamos familiarizarnos con cierto concepto de eficiencia. Mientras que en el pasado el consumo de la tierra se realizaba principalmente con fines de construcción, con los años siguientes este fenómeno también afectaba principalmente a las actividades de producción e infraestructuras. Es una opinión generalizada que al transformar un suelo con obras de construcción, se crea riqueza, pero ¿de quién es la riqueza? ¿Riqueza de quienes invierten y especulan? Probablemente asi. Los bosques, los barrancos y la naturaleza representan una demanda territorial porque son necesarios para los intereses de toda la comunidad que tiene una necesidad, especialmente en la actualidad, de recuperar el contacto con la naturaleza, especialmente en su estado salvaje. Bari tiene una superficie urbanizada que podría albergar a 600 mil habitantes, mientras que su población es de 330 mil habitantes, existe un desequilibrio territorial impresionante, que debe hacernos pensar. Las áreas del interior son las áreas menos urbanizadas que podemos salvar y que nos pueden salvar, debemos enfocarnos en éstas y entre ellas está la campaña muy extensa. Tomamos en cuenta que se necesitan 100 años para generar un centímetro de suelo, por lo que entendemos que el suelo es casi un recurso no renovable. Para la gestión sostenible del patrimonio paisajístico y ambiental y como herramienta de verificación de la efectividad de las políticas ambientales y la integración de los problemas ambientales, donde, por ejemplo, nos referimos en el campo del derecho al acto legal con el que una persona privada solicita a un organismo público que inicie un procedimiento que en nuestro caso puede afectar a los sectores de la agricultura, de la industria y el turismo, en Italia se han generado datos sobre el uso del suelo, la cobertura vegetal y la transición entre las diferentes categorías de uso. Por lo tanto, vemos que comenzamos a generar, como instituciones que regulan, algunas herramientas de guía que pueden ayudarnos mucho. Tomando como una situación para analizar la transformación de suelos de un uso completamente natural y, por lo tanto, de bosques o humedales, para dar algunos

consumo di suolo avveniva prevalentemente per scopi edilizi, con gli anni a seguire questo fenomeno ha riguardato anche e prevalentemente attività produttive e infrastrutture. E’ opinione diffusa che trasformando un suolo con opere edificatorie si crei ricchezza, ma ricchezza di chi? Ricchezza di chi investe e specula? Probabilmente è così. I boschi, le gravine, e la natura rappresentano una domanda di territorio perché sono necessari per gli interessi di tutta la comunità che ha un bisogno, specialmente al giorno d’oggi, di ritrovare un contatto con la natura, specialmente quella al suo stato brado. Bari ha una superfice urbanizzata che potrebbe ospitare 600 mila abitanti, mentre la sua popolazione è di 330 mila abitanti, c’è uno squilibrio territoriale impressionante, che deve far riflettere. Le aree interne sono quelle meno urbanizzate che possiamo salvare e che ci possono salvare, dobbiamo puntare su queste e tra queste c’è l’estesissima campagna. Teniamo bene in considerazione che perché si generi un centimetro di suolo sono necessari 100 anni, capiamo quindi che il suolo è quasi una risorsa non rinnovabile, e per fare le cose per bene in futuro togliamo anche quel quasi. Per la gestione sostenibile del patrimonio paesistico-ambientale e come strumento di verifica per l’efficacia delle politiche ambientali e l’integrazione delle istanze ambientali, dove per istanze si intende nel campo del diritto l’atto giuridico con il quale un privato chiede ad un organo pubblico di avviare un procedimento che nel nostro caso può riguardare i settori dell’agricoltura, dell’industria e del turismo, in Italia sono stati generati dei dati sull’uso del suolo, sulla copertura vegetale e sulla transizione tra le diverse categorie d’uso. Vediamo quindi che si iniziano a generare, come istituzioni che regolino, degli strumenti guida che ci possono aiutare molto. Prendendo come situazione da analizzare la trasformazione di suoli da un uso completamente naturale e quindi foreste o aree umide, per fare alcuni esempi, delle quali parlerò successivamente, ad un uso semi-naturale come ad esempio i coltivi o 15


ejemplos, de los cuales hablaré más adelante, a un uso seminatural, como campos cultivados o, peor aún, al uso artificial como en los casos de construcción, industrias e infraestructura, podemos hacer algunas consideraciones importantes. Estas transiciones, además de hacernos perder suelo fértil, también se deben a la fragmentación del territorio, la reducción de la biodiversidad, las alteraciones del ciclo hidrogeológico y las modificaciones microclimáticas. Además, el crecimiento de los suelos e infraestructuras urbanizados determina un aumento en la necesidad de transporte y consumo de energía, lo que conduce a un aumento de la contaminación acústica, las emisiones de contaminantes del aire y los gases de efecto invernadero. Pero ahora quisiera abordar el tema desde un punto de vista más metafísico, especulando con la filosofía para resaltar la importancia que estas tierras tienen para las emociones que pueden generar en las personas, porque son las emociones que nos permiten ver un paisaje Estos, antes de que los datos técnicos sin duda den un sentido más completo al trabajo de un arquitecto paisajista.

peggio ancora ad uso artificiale come nei casi di edilizia, industrie e infrastrutture, possiamo fare alcune considerazioni importanti. Queste transizioni oltre a farci perdere suolo fertile, sono causa anche della frammentazione del territorio, della riduzione della biodiversità, delle alterazioni del ciclo idrogeologico e delle modificazioni microclimatiche. Inoltre, la crescita dei suoli urbanizzati e delle infrastrutture, determinano un aumento del fabbisogno di trasporto e di consumo di energia, che porta un aumento dell’inquinamento acustico, delle emissioni di inquinanti atmosferici e di gas serra. Ma vorrei ora affrontare il tema da un punto di vista più metafisico, speculando con la filosofia per far emergere l’importanza che hanno questi terreni per le emozioni che possono generare nelle persone, perché sono le emozioni che ci permettono di vedere un paesaggio, e queste, prima dei dati tecnici conferiscono certamente un senso più completo al lavoro di un paesaggista.

Heterotopia: los lugares mágicos de la ciudad Eterotopia: i luoghi magici della città – la - la naturaleza en el contexto urbanizado. natura nel contesto urbanizzato. En el continuo urbanizado hay lugares que tienen la capacidad de suspender esta continuidad por un tiempo definido. Son los lugares de lo sagrado, de lo profano, de la vida, de la muerte, de la naturaleza. Me gustaría introducir el concepto de heterotopia en este sentido. Esta palabra fue acuñada por el filósofo francés Michel Foucault para identificar los espacios que tienen la característica de estar conectados a otros espacios, pero en una forma tal como suspender, neutralizar e invertir el conjunto de relaciones que ellos mismos designan, y reflejan. Explicado en estos términos, la comprensión del concepto que la palabra Heterotopia quiere resumir puede no ser inmediata. Por esta razón, quiero hacer

Nel continuum urbanizzato esistono luoghi che hanno la capacità di sospendere questa continuità per un tempo definito. Sono i luoghi del sacro, del profano, della vita, della morte, della natura. Vorrei introdurre a tal proposito il concetto di Eterotopia. Questa parola è stata coniata dal filosofo francese Michel Foucault per identificare gli spazi che hanno la caratteristica di essere connessi agli altri spazi, ma in una forma tale da sospendere, neutralizzare e invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano. Spiegato in questi termini, potrebbe risultare non immediata la comprensione del concetto che la parola Eterotopia vuole sintetizzare. Per questa ragione voglio fare alcuni esempi 16


algunos ejemplos que me han sido útiles para entender lo que realmente significó Foucault. El teatro, por ejemplo, es un lugar mágico en la ciudad, ya que se pasa la entrada de este edificio, durante las siguientes dos horas o más, parece que la ciudad exterior no existe, hay otra percepción del tiempo, se vuelven borrosas lentamente los temas cotidianos de la vida y te sumerges en la atmósfera generada por una comedia, una ópera o una tragedia. Hoy en día, la mayoría de los teatros nuevos son edificios cerrados porque es necesario aislar la escena y el público de los sonidos externos, así como de las posibles condiciones climatológicas adversas. pero podemos volver a pensar gracias a lo que se ha conservado del pasado como patrimonio cultural y ver los teatros griegos que, debido a las condiciones de vida en ese momento, podrían ubicarse al aire libre, evitando la lluvia. Los teatros griegos se construyeron en la ladera, aprovechando la condición morfológica de la pendiente natural, integrándose en el paisaje y dialogando con la naturaleza.

che mi sono stati utili per capire a cosa si riferisse effettivamente Foucault. Il teatro ad esempio è un luogo magico nella città, da quando si varca l’ingresso di questo edificio, per le successive due ore o più, sembra quasi che la città fuori non esista, si ha un’altra percezione del tempo, si offuscano lentamente i temi quotidiani della vita e ci si immerge nell’atmosfera generata da una commedia, da un’opera lirica o da una tragedia. Oggi la maggior parte dei teatri di nuova costruzione sono edifici chiusi perché è necessario isolare la scena e il pubblico dai suoni esterni, oltre che dalle possibili condizioni avverse climatologiche, ma noi possiamo ritornare indietro con il pensiero grazie a quello che si è conservato del passato come patrimonio culturale e vedere i teatri greci che, per le condizioni della vita di allora potevano situarsi all’aperto, scongiurando che non piovesse. I teatri greci venivano costruiti sul fianco della collina, approfittando della condizione morfologica del pendio naturale, integrandosi nel paesaggio e dialogando con la natura.

Teatro griego de Siracusa, Sicilia. Teatro greco di Siracusa, Sicilia.

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El cementerio es otro de estos lugares únicos, caminas por un camino de cipreses que marcan la ruta de acceso y poco a poco te encuentras en un lugar donde la tranquilidad domina y reina el sentido del respeto. casi como la vida toma otro estado, hay algo de sublimación al pasar del caos de la ciudad vivo con el ruido de sus autos y el ruido de los ciudadanos que lo pisotean neuróticamente todo el día, al silencio roto solo por los pasos de los visitantes que mueven la grava en los caminos entre las tumbas en la ciudad de los muertos en la ciudad de los vivos o no muy lejos de ella.

Il Cimitero è un altro di questi luoghi singolari, si percorre un sentiero di cipressi che marcano la via di accesso e lentamente ci si ritrova in un luogo dove la quiete domina e regna un senso di rispetto, quasi come la vita assumesse un altro stato, si verifica un qualche processo di sublimazione nel passare dal caos della città viva con il rumore delle sue auto e il frastuono dei cittadini che la calpestano nevroticamente tutto il giorno, al silenzio rotto solo dai passi dei visitatori che muovono la ghiaia sui percorsi tra le tombe nella città dei morti dentro la città dei vivi o poco lontana da questa.

Cementerio de Voghera, Antonio Monestiroli. Cimitero di Voghera, Antonio Monestiroli.

Cito el proyecto de Antonio Monestiroli para el cementerio de Voghera. Aquí, la condición de un lugar mágico se refleja en el proyecto llevado a cabo, con la presencia de agua que se encuentra entre las tumbas y los visitantes y que deja en claro la necesidad de reconocer un límite entre la vida y la muerte. El agua, el

Cito il progetto di Antonio Monestiroli per il cimitero di Voghera. Qui la condizione di luogo magico trova riscontro nel progetto realizzato, con la presenza dell’acqua che si frappone fra le tombe e i visitatori e che rende chiara la necessità di riconoscere un limite tra la vita e la morte. L’acqua, elemento 18


elemento ancestral de la vida, genera una distancia de respeto entre los visitantes y las tumbas y al mismo tiempo actúa como un espejo como para crear una condición metafísica del espacio que, sin embargo, es un espacio que existe como tal y, en mi opinión, es un bueno ejemplo del concepto de heterotopia. Moviéndose en la ciudad, especialmente desde el centro consolidado a la periferia, será fácil para cualquiera encontrar otro tipo de estos espacios con estas características; son todos aquellos suelos que no se construyeron, que se dejaron libres, que en este momento no despiertan curiosidad, pero una vez construidos es difícil recordar que hubo un campo allí unos pocos meses antes, generalmente hay hipótesis sobre algún edificio antiguo demolido para hacer espacio para lo nuevo. Esos suelos no cultivados, abandonados pero cercados, a menudo depósitos no controlados de desechos, están cargados de la memoria del campo que una vez cubrió todos los suelos circundantes. A veces, en estos campos hay granjas antiguas que, insertadas en el contexto de una ciudad que se está consolidando, aparecen como lugares atemporales robados del campo. Son lugares que proyectan el pasado en el presente, y que a veces cruzamos para cortar el bloque y llegar primero al otro lado, y mientras lo hacemos parece de no estár exactamente en la ciudad.

progenitore della vita, genera una distanza di rispetto tra i visitatori e le tombe e allo stesso tempo funge da specchio come a voler creare una condizione metafisica dello spazio che però è uno spazio che esiste come tale e a mio parere rende bene il concetto di Eterotopia. Muovendosi in città, specialmente se dal centro consolidato verso la periferia, sarà facile per chiunque incontrare un’altra tipologia di questi spazi con queste caratteristiche; sono tutti quei suoli non costruiti, lasciati liberi, che sul momento non destano alcuna curiosità, ma una volta edificati si fa fatica a ricordare che li c’era un campo solo qualche mese prima, in genere si avanzano ipotesi su qualche vecchia costruzione demolita per fare spazio al nuovo. Quei suoli incolti, abbandonati ma recintati, spesso depositi incontrollati per i rifiuti, sono carichi della memoria della campagna che un tempo ricopriva tutti i suoli circostanti. A volte in questi campi sorgono antiche masserie che, inserite in un contesto di città che va consolidandosi, appaiono come luoghi senza tempo rubati alla campagna. Sono luoghi che proiettano il passato nel presente, e che a volte attraversiamo per tagliare l’isolato e arrivare prima dall’altro lato, e mentre lo facciamo ci sembra di non essere proprio in città.

Los espacios residuales de Bari, los tipos y las Gli spazi residuali di Bari, le tipologie e i posibles intervenciones. possibili interventi. Quiero comenzar a ver cuáles son los espacios residuales de Bari para tratar de identificar las tipologías basadas en sus características que, según mi punto de vista, subjetivo, pueden identificarlas de la manera más correcta, para luego establecer posibles intervenciones concretas en el paisaje que puedan resolverlos y hacer que se conviertan en espacios utilizables para los ciudadanos, para que dejen de ser lugares que no son lugares, como pinturas colgadas en las paredes que nos recuerdan el pasado, y comenzar a cobrar vida

Voglio iniziare a vedere quali sono gli spazi residuali di Bari per cercare di individuare delle tipologie in base alle loro caratteristiche che secondo il mio punto di vista, soggettivo, li possono identificare nel modo più corretto, per poi stabilire dei possibili interventi di paesaggio concreti che li possano risolvere e farli diventare spazi fruibili per i cittadini, in modo che non siano più dei non luoghi, come quadri appesi alle pareti che ci ricordano il passato, e inizino a prendere vita con una nuova forma che li 19


con una nueva forma que los hace coexistir con la sociedad contemporánea antes de poder pensar en la única solución, como siempre se ha hecho hasta ahora, tanto para tratarlos como la construcción de suelos para una especulación de construcción que nos priva de espacios que deben ser públicos. Todo esto siempre teniendo en cuenta que la intervención debe poder mejorar el espacio respetando su identidad específica. Este es un concepto en el que quiero insistir, y que quiero reiterar, porque no sería una buena intervención tratar todo de la misma manera de una manera banal, esta tendencia podría llevarnos a una globalización del espacio, y cuando todos los espacios se tratan de la misma manera, se hace Difícil encontrar tu camino por la ciudad. Estos no lugares pueden muy bien llamarse espacios vagos, como los del Atelier Le Balto, un grupo de arquitectos paisajistas alemanes, los definen. Críticamente, me gustaría agregar desde mi punto de vista que estos espacios son vagos solo aparentemente, y que a partir de un conocimiento más sereno y profundo podemos extraer su verdadera identidad tratando de leer sus complejidades o, como también dicen en el Atelier, no lamentamos la no existencia para estimular la búsqueda de lo que ya existe. Parecen vagos porque todo el contexto de la fuerte urbanización parece absorber su identidad que pero todavía está vivo en ellos. Pero, ¿con qué formas vive su identidad ahora, cuáles son los tipos principales de estos espacios "vagos" que aún se resisten? En mi primera investigación aproximada, que con cierta probabilidad necesitaría más estudio, logré, para comenzar, identificar tres de ellos en relación con su estado y el grado de naturalidad que mantienen. Otros, en cambio, los que yo pertenecería a otro tipo han sido impermeabilizados casi totalmente para dar a luz a un espacio abierto. Los tres tipos principales que he identificado son a) el campo todavía cultivado, b) el campo abandonado con césped y c) la tierra con vegetación espontánea silvestre.

faccia convivere con la società contemporanea prima che si possa pensare che la unica soluzione, come si è sempre fatto fin ora sia quella di trattarli come suoli edificabili per una speculazione edilizia che ci priva degli spazi che devono essere pubblici. Tutto questo tenendo sempre a mente che l’intervento debba essere in grado di migliorare lo spazio rispettando la sua identità specifica. Questo è un concetto su cui voglio insistere, e che voglio ribadire, perché non sarebbe un buon intervento quello di trattare banalmente tutto allo stesso modo, questa tendenza potrebbe portarci ad una globalizzazione dello spazio, e quando gli spazi sono trattati tutti alla stessa maniera diventa difficoltoso orientarsi in città. Questi non luoghi possono benissimo essere chiamati spazi vaghi, come li definiscono quelli dell’ Atelier Le Balto, un gruppo di architetti del paesaggio tedeschi. Criticamente vorrei aggiungere dal mio punto di vista che questi spazi sono vaghi solo apparentemente, e che da una conoscenza più calma e approfondita si può tirare fuori la loro vera identità cercando di leggerne le complessità o come affermano anche nell’ Atelier non rimpiangere la non esistenza ma stimolare la ricerca di ciò che è già li. Sembrano vaghi perché tutto il contesto di forte urbanizzazione sembra assorbire la loro identità che però è viva ancora in essi. Ma con quali forme vive ora la loro identità, quali sono le principali tipologie di questi spazi “vaghi” che ancora stanno resistendo? Nella mia prima ricerca approssimativa, che con alcune probabilità avrebbe bisogno di un ulteriore approfondimento, sono riuscito, per iniziare, ad individuarne tre in relazione al loro stato e al grado di naturalezza che mantengono. Altri invece, quelli che farei appartnere ad un’altra tipologia sono stati impermeabilizzati quasi totalmente per far nascere uno spiazzo. Le tre tipologie principali che ho individuato sono a) il campo ancora coltivato, b) il campo abbandonato con prato e c) la landa con vegetazione selvaggia spontanea.

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a - campo todavía cultivado

a – campo ancora coltivato

b - campo abandonado con césped

b – campo abbandonato con prato

c - tierra con vegetación espontánea silvestre

c – landa con vegetazione selvaggia spontanea

¿Cómo se tratan estos espacios? ¿Con qué herramientas? ¿Hay modelos de referencia? La investigación particular de Le Balto Atelier se centra en redefinir cómo la naturaleza y la vida urbana se encuentran y cómo pueden coexistir. Philip Ursprung, un historiador de arte estadounidense, habla sobre la urbanización completa de hoy, como se había predicho en la década de 1970, y expresa su idea de que la ciudad puede tomar una nueva forma si empieza a pensar en la ciudad y en el Paisaje como dos cosas que van juntas, y que en el contexto urbano todos estos espacios vagos, que son espacios en transición, pueden

In che modo trattare questi spazi? Con quali strumenti? Esistono dei modelli di riferimento? La particolare ricerca dell’ Atelier Le Balto è incentrata sulla ridefinizione di come la natura e la vita urbana si incontrano e di come possano convivere. Philip Ursprung, storico d’arte statunitense, parla della completa urbanizzazione di oggi, come era stata prevista già negli anni ’70, e esprime una sua idea secondo la quale la città può assumere una forma nuova se si comincia a pensare alla città e al paesaggio come due cose che vanno insieme, e che nel contesto urbano 21


ser moldeados por el arquitecto paisajista en tutti questi spazi vaghi, che sono spazi in algo particular. transizione possono essere modellati dall’architetto del paesaggio in qualcosa di particolare.

“Palais de Tokio Parigi” – Atelier Le Balto

Uno de los proyectos del grupo Atelier Le Balto es el que, desde 2002, ha cobrado vida y continúa creciendo de manera salvaje en el Palais de Tokyo de París, en lo que solía ser un antiguo sitio de desechos, encajado entre un muro de contención y el palacio de la cultura. Una pasarela de madera lo cruza entre la vegetación de plantas ruderales, enredaderas y enredaderas que toman posesión del espacio y pueden ser escuchadas por quienes caminan por la pasarela. Esta estructura muy simple es una herramienta que hace que el lugar esté lleno de naturaleza salvaje utilizable, porque el jardín se interpreta como un bien cultural, que es la intervención humana en el sitio, pero como una intervención antrópica mantiene este retorno en los lugares vagos de la naturaleza que son salvajes en este caso específico. Para este grupo de arquitectos paisajistas, la construcción de pasarelas y jardines simultáneamente es la base de la idea

Uno dei progetti del gruppo Atelier Le Balto è quello che dal 2002 ha preso vita e continua a crescere in maniera selvaggia nel Palais de Tokio a Parigi, in quello che era un vecchio sito di rifiuti, incastrato tra un muro di sostegno e il palazzo della cultura. Una passerella in legno lo attraversa tra la vegetazione di piante ruderali, viti e rampicanti che si stanno impossessando dello spazio e possono essere sentite da chi percorre la passerella. Questa struttura, molto semplice, è uno strumento che rende il luogo invaso dalla natura selvaggia fruibile, perché il giardino viene interpretato come un bene culturale, che è intervento dell’uomo nel sito, ma come intervento antropico mantiene in piedi questo ritorno nei luoghi vaghi della natura che è selvaggia in questo caso specifico. Per questo gruppo di paesaggisti costruire passerelle e giardini simultaneamente è fondamento dell’idea di 22


del proyecto, y los otros espacios en el jardín se convierten en plataformas que pueden usarse como espacios de trabajo o exhibición o incluso en foros de intercambio y reunión. El jardín se convierte en un lugar de comunicación. La naturaleza se puede clasificar en tres categorías principales: a naturaleza salvaje que se manifiesta en su estado espontáneo y no sufre la más mínima intervención del hombre, como la que está creciendo en el proyecto descrito anteriormente del Atelier Le Balto; la naturaleza altiva que está en el centro de un proceso de intercambios y transformaciones, que puede encontrar su modelo por excelencia en el campo cultivado; El jardín, en el que la naturaleza se expresa en forma de parque o jardín después de una revisión de las gramáticas formales de la naturaleza salvaje y la naturaleza altiva con una intencionalidad estética. Estas tres formas de la naturaleza pueden representar tres estilos de intervención distintos que pueden aplicarse para dar sentido a estos sitios en transición. Analizando el primer tipo, el campo cultivado, estableciendo el caso que podemos jugar en el nivel de herramientas administrativas de alguna manera para que pueda tener una función pública, una posibilidad de uso, con una planificación previa, sería mantener su naturaleza agrícola, involucrando también a los ciudadanos y las asociaciones de estos, para una posible gestión del área mediante concesiones por parte del municipio o el área metropolitana. El administrador podría, como ya sucede en otras ciudades europeas, promover la permacultura como un método para gestionar un paisaje hecho por el hombre para que pueda satisfacer las necesidades de la población, como alimentos y energía, y al mismo tiempo mantener la capacidad de recuperación, la riqueza y la estabilidad de un ecosistema natural. Todo ello con una inversión mínima y promoviendo el encuentro de las personas que decidan compartir una actividad, fomentando la socialización, insertando espacios de pausa entre las tierras cultivables, que funcionan como foros o áreas recreativas, y que estos espacios en las horas de actividad sean abiertos al público.

progetto, e gli altri spazi del giardino diventano piattaforme che possono essere fruite come spazi di lavoro o di esposizione o anche forum di scambio e incontro. Il giardino diventa un luogo dove avviene la comunicazione. La natura può essere classificata in tre categorie principali: la natura selvaggia che si presenta al suo stato spontaneo e non subisce il minimo intervento da parte dell’uomo, come quella che sta crescendo nel progetto poco fa descritto dell’Atelier Le Balto; l’altera natura che si trova al centro di un processo di scambi e trasformazioni, che può trovare il suo modello per eccellenza nel campo coltivato; il giardino, in cui la natura si esprime sotto forma di parco o giardino dopo una rielaborazione delle grammatiche formali della natura selvaggia e dell’altera natura con una intenzionalità estetica. Queste tre forme di natura possono ben rappresentare tre stili di intervento distinti da poter applicare per dare un senso a questi siti in transizione. Analizzando la prima tipologia, il campo coltivato, ponendo il caso che si possa giocare a livello di strumenti amministrativi in qualche modo perché possa avere una funzione pubblica, una possibilità di uso, con una previa progettazione, sarebbe quella di mantenere la sua natura agricola, mettendo in gioco anche i cittadini e le associazioni di questi, per una eventuale gestione dell’area mediante concessioni da parte del comune o dell’area metropolitana. Il gestore potrebbe, come accade già in altre città europee promuovere la permacoltura come metodo di gestione di un paesaggio antropizzato in modo che possa soddisfare i bisogni della popolazione, come il cibo e l’energia e allo stesso tempo mantenere la resilienza, ricchezza e stabilità di un ecosistema naturale. Tutto ciò con un investimento minimo e promuovendo l’incontro delle persone che decidono di condividere una attività, incentivando la socializzazione, inserendo spazi di pausa tra la terra coltivabile, che funzionino come forum o aree ricreative, e che questi spazi nelle ore di attività siano aperte al pubblico. 23


En el caso del segundo tipo, el del campo abandonado, la intervención de diseño podría incluir la instalación de un jardín como un espacio comprensible, en el sentido de que se podría pensar en paneles de información que explican su significado, y fácilmente accesibles durante las horas del día. Una posible estrategia de gestión del jardín, de modo que se pueda conservar a lo largo del tiempo como tal, podría hacer que los diseñadores participen en la primera persona durante un período inicial en el cuidado de este y luego se confíen a otras manos competentes mediante acuerdos con las administraciones, siempre que el espacio protegido permanezca para uso público durante las horas en que sea posible verificar el vandalismo. Con respecto a las especies que podría contener el jardín, la idea, por ejemplo, de proponer la viticultura como un recuerdo de una práctica que quizás en el pasado realmente tuvo lugar, y que es uno de los cultivos predominantes en el territorio, no estaría mal. La presencia de un jardín sería una buena solución para ofrecer nuevas oportunidades de empleo y nuevos espacios para los ciudadanos que estarían al tanto del problema.

Nel caso della seconda tipologia, quella del campo abbandonato, l’intervento di progettazione potrebbe prevedere l’installazione di un giardino come uno spazio comprensibile, nel senso che potrebbero essere pensati dei cartelli informativi che esplicano il gesto, e facilmente accessibile nelle ore diurne. Una possibile strategia di gestione del giardino, perché si conservi nel tempo come tale, potrebbe vedere i progettisti attivi in prima persona per un periodo iniziale nella cura di questo e che successivamente venga affidato ad altre mani competenti tramite accordi con le amministrazioni, fermo restando che, lo spazio, protetto, resterebbe di uso pubblico durante le ore in cui fosse possibile controllare eventuali atti vandalici. In merito alle specie che il giardino potrebbe contenere, non sarebbe erronea l’idea per esempio di proporre la viticoltura come ricordo di una pratica che forse in passato aveva realmente luogo, e che è una delle colture prevalenti del territorio. La presenza di un giardino sarebbe, una buona soluzione per offrire nuove opportunità lavorative e nuovi spazi per i cittadini che si sensibilizzerebbero al tema.

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En el caso de intervenciones en terrenos con vegetación espontánea silvestre, el nivel de intervención prevería, según el modelo tomado de algunos proyectos del Atelier Le Balto, el uso de pasillos hechos con materiales simples y económicos que se colocarán a lo largo del signos ya presentes en el campo, en inglés, las “desire lines”, o caminos del deseo, marcados por el paso de personas que han interrumpido el crecimiento de la vegetación a lo largo de estos caminos y con un gesto antrópico "inconsciente" ya han indicado un dato para una posible intervención de los diseñadores. Con el proyecto, estos lugares serían más fácilmente transitables, abriendo nuevas posibilidades en el espacio que de esta manera adquiere un sentido con una intervención práctica y concreta, que nos permite percibir esta vegetación más de cerca. Las plantas existentes se evalúan y se someten a un acto de conformación sutil, a través de la selección y la poda, casi no perceptible por un ojo inatento y no por el comercio, replicando una estética ruderal que es una herramienta poética al servicio de los jardineros. La vegetación silvestre de plantas, arbustos y árboles, según el caso, se considera un recurso, una motivación que empuja a los responsables a cuidarlos. Literalmente, las plantas son una metáfora para el cuidado del lugar y también para la necesidad de usar el lugar porque son un elemento que activa la curiosidad de las personas que tienen derecho a estos espacios, que deben estar diseñados y abiertos al público por el concepto de democracia.

Nel caso degli interventi sulle lande con vegetazione selvaggia spontanea, il livello di intervento prevederebbe, come da modello preso in prestito da alcuni progetti dell’Atelier Le Balto, l’utilizzo di passerelle realizzate con materiali semplici e poco costosi che vadano a collocarsi lungo i segni già presenti nel campo, in inglese le cosiddette desire line, o cammini di desiderio, marcati dal passaggio delle persone che camminandoci hanno interrotto lungo queste la crescita della vegetazione e con un gesto antropico “inconscio” hanno indicato già un dato per un possibile intervento da parte dei progettisti. Con il progetto questi luoghi diverrebbero più facilmente percorribili, aprendo nuove possibilità nello spazio che in tal modo acquisisce un senso con un intervento pratico, concreto, che consente di percepire più da vicino questa vegetazione. Le piante esistenti vengono valutate e subiscono un sottile atto di modellatura, tramite selezione e potatura, quasi non percepibile da un occhio non attento e non del mestiere, replicando un’estetica ruderale che è strumento poetico al servizio dei giardinieri. La vegetazione selvaggia di piante, arbusti e alberi, a seconda del caso, è vista come una risorsa, come una motivazione che spinge chi di dovere, nel prendersene cura. Letteralmente le piante sono metafora della cura del luogo e anche di necessità di uso del luogo perché sono elemento che attiva la curiosità delle persone che hanno diritto di questi spazi, che devono essere progettati e aprirsi al pubblico per il concetto di democrazia.

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Estos tres ejemplos son posibilidades sobre las cuales aún sería necesario proporcionar indicaciones más detalladas, examinando todos los parámetros que podrían regularlos, dependiendo del grado de civilización de la ciudadanía, las necesidades, las posibilidades económicas de una administración, pero pueden ser un punto de partida para comenzar a experimentar con ideas en la ciudad ya urbanizada y para comprender con el tiempo si también pueden ser aplicables a la ciudad periférica en la fase de planificación, no en estas mismas formas, pensando en modelos más avanzados aplicables a los espacios más abiertos de la campaña periférica.

Questi tre esempi sono possibilità sulle quali sarebbe necessario ancora fornire delle indicazioni più dettagliate, vagliando tutti i parametri che potrebbero regolarle, a seconda del grado di civiltà della cittadinanza, delle necessità, delle possibilità economiche di un’amministrazione, ma possono essere un punto di partenza per iniziare a sperimentare delle idee nella città già urbanizzata e capire con il tempo se possono essere applicabili anche alla città periferica in fase di progettazione, non in queste medesime forme, pensando a modelli più evoluti applicabili agli spazi più aperti, della campagna periferica.

Sobre la campaña periférica.

A proposito della campagna periferica.

En el área de Bari, como en muchas otras realidades metropolitanas contemporáneas, la ciudad y el campo tienden a confundirse cuando nos acercamos a la periferia. El crecimiento de los centros urbanos en la actualidad está experimentando un proceso denominado de "periurbanización" que en muchos casos no sigue ninguna guía, ninguna regla que da estructura, avanzando anárquicamente. Las ciudades crecen trivialmente al comerse literalmente el suelo del campo más cercano que se aleja de la ciudad establecida, quitando sus espacios verdes. Esto sucede por varias razones que

Nel territorio barese, come in molte altre realtà metropolitane contemporanee, la città e la campagna tendono a confondersi quando ci avviciniamo alla periferia. La crescita dei centri urbani oggi sta subendo un processo cosiddetto di “periurbanizzazione” che in molti casi non segue alcuna linea guida, nessuna regola che dia struttura, ma avanza in maniera anarchica. Le città stanno banalmente crescendo mangiando letteralmente i suoli della campagna più prossima che si sta allontanando, dalla città consolidata, portando via con sé i suoi spazi verdi. Questo accade per una serie di ragioni 26


también tienen una naturaleza distinta. Podemos enumerar algunos de ellos: costo excesivo de la vivienda en el centro, mayor disponibilidad de vehículos, ubicación de instalaciones industriales en los suburbios. Pero estas son solo algunas de las causas, la imagen es mucho más compleja, el retiro del paisaje rural es el resultado de la intervención de muchos más factores. En primer lugar, podemos decir con certeza que el mercado actual, por su naturaleza, favorece los productos urbanos-industriales a los productos agroalimentarios y, en consecuencia, las propiedades tienen un valor de mercado diferente según el destino del uso de la tierra. Es muy probable que un propietario decida construir un edificio en lugar de comenzar a cultivar vegetales para obtener un mayor ingreso de sus tierras; Esta es obviamente la opción más popular, aunque no es la opción lógica. De esta manera, la expansión de la ciudad está generando una erosión de los suelos agrícolas y lo hace imponiendo actividades de producción y consumo en los suburbios que son aún más negativos, solo piense, como dijimos anteriormente, en plantas industriales que no solo ocupan el suelo , pero también contaminan los que nos rodean. El campo alrededor de la ciudad, por lo tanto, representa un paisaje frágil, son los lugares más inestables del territorio porque están más sujetos a los procesos de transformación de sus suelos, que serán los de las nuevas urbanizaciones, o se encontrarán como áreas intersticiales difíciles de interpretar, tales como De los cuales hablé anteriormente, los espacios vagos, para los cuales hemos trabajado para restaurar su significado original. De un estudio sobre el crecimiento de la ciudad, queda claro cómo es posible reconstruir el origen de estos espacios vagos que son lo que queda del campo antiguo y saber esto también podemos trabajar en una escala del área metropolitana que ya define estos espacios en la hipótesis de un proyecto de la periferia. Pensando en un proyecto de la periferia urbana, y a partir del reconocimiento de estos espacios existentes, podemos saber en qué se convertirían los campos agrícolas de la periferia actual si aplicáramos un modelo de

che hanno anche una natura distinta. Ne possiamo elencare alcuni: eccessivo costo delle abitazioni nel centro, maggiore disponibilità di autoveicoli, collocazione degli stabilimenti industriali in periferia. Ma queste sono solo alcune delle cause, il quadro è molto più complesso, l’arretramento del paesaggio della campagna è il risultato dell’intervento di molti più fattori. Innanzi tutto possiamo affermare con certezza che il mercato odierno, per sua natura, favorisce i prodotti urbanistico-industriali a quelli agroalimentari e di conseguenza i possedimenti fondiari hanno un diverso valore di mercato a seconda della destinazione d’uso del suolo. E’ molto probabile che un proprietario fondiario pur di ottenere una rendita maggiore dal suo suolo deciderà di costruirci su una palazzina piuttosto che iniziare a coltivare ortaggi; questa è evidentemente la scelta che va per la maggiore, pur non essendo la scelta più logica. In questo modo l’espansione della città sta generando una erosione dei suoli agricoli e fa ciò imponendo in periferia attività di produzione e di consumo che sono ancor più negative, basti pensare, come dicevamo anche precedentemente, agli impianti industriali che non solo occupano il suolo, ma vanno a contaminare anche quelli circostanti. Le campagne intorno alla città rappresentano quindi un paesaggio fragile, sono i luoghi più instabili del territorio perché sono maggiormente soggette ai processi di trasformazione dei propri suoli, che saranno quelli delle nuove urbanizzazioni, o si ritroveranno ad essere aree interstiziali difficili da interpretare, come quelle di cui ho parlato sopra, gli spazi vaghi, per i quali abbiamo lavorato per restituirne il senso originario. Da uno studio inerente la crescita della città è evidente come sia possibile ricostruire l’origine di questi spazi vaghi che sono ciò che resta dell’antica campagna e sapendo ciò possiamo lavorare anche a scala dell’area metropolitana definendo già questi spazi in ipotesi di progetto della periferia. Pensando ad un progetto della periferia urbana, e partendo dal riconoscimento di questi spazi esistenti, possiamo sapere cosa 27


expansión urbana igual al utilizado en el diventerebbero i campi agricoli della attuale pasado, por esta razón, creo que sería periferia se applicassimo un modello di apropiado estudiar nuevos modelos de la espansione urbanistica pari a quello usato in expansión de la ciudad. passato, per questa ragione immagino sarebbe opportuno studiare nuovi modelli di espansione della città.

La dinámica agrícola periurbana: el caso Le dinamiche agricole periurbane: il caso francés, la infraestructura agrícola y el parque francese, l’infrastruttura agricola e il parco agrícola. agricolo. Francia puede considerarse un modelo para ser estudiado y tomado como una referencia para encontrar soluciones a la campaña urbana. Allí, la actividad agrícola de la periferia urbana, en el pasado dedicada exclusivamente al suministro de alimentos a las ciudades, hoy ya no se enfrenta exclusivamente a los mercados locales, sino que ha logrado ampliar su mercado también a nivel nacional, europeo e internacional. Esto va completamente en contra de la tendencia con respecto a los fenómenos que están ocurriendo en la mayor parte del mundo, donde los cultivos se están deteniendo porque ya no generan suficientes ganancias para apoyar financieramente a las familias que trabajan allí, dada la fuerte competencia del mercado que beneficia al Grandes multinacionales. Para apoyar esta fuerte competencia, han tenido que adaptarse, inventar nuevamente, diversificarse, y también producir en relación con las necesidades de los ciudadanos de otras culturas que han comenzado a poblar los suburbios contra las presiones de la urbanización que quieren eliminarlos en beneficio de la construcción urbana y la infraestructura. Todo esto funciona bien en paralelo con el argumento de que hoy en día más del cincuenta por ciento de la población mundial vive en la ciudad y, por lo tanto, se necesita un suministro desde la proximidad de los centros urbanos. En este punto, la pregunta que surge inteligentemente es si es necesario que la producción agrícola permanezca cerca de los centros urbanos, mientras que todos los procesos sociales y de

La Francia può essere considerata un modello da studiare e da prendere come riferimento per trovare delle soluzioni in merito alla campagna urbana. Li, l’ attività agricola della periferia urbana, in passato impegnata a fornire di generi alimentari esclusivamente le città, oggi non si affaccia più esclusivamente sui mercati locali, ma è riuscita ad ampliare il proprio mercato anche a livello nazionale, europeo e internazionale. Questo va totalmente in controtendenza rispetto ai fenomeni che si stanno verificando in gran parte del mondo, dove le coltivazioni si stanno arrestando in quanto non generano più un profitto sufficiente a sostenere economicamente le famiglie che vi lavorano, vista la forte concorrenza del mercato che avvantaggia le grandi multinazionali. Per sostenere questa forte concorrenza hanno dovuto adattarsi, inventandosi nuovamente, diversificandosi, producendo anche in relazione ai bisogni dei cittadini di altre culture che hanno iniziato a popolare le periferie contro le pressioni di urbanizzazione che vogliono eliminarli a vantaggio delle costruzioni e delle infrastrutture urbane. Tutto ciò lavora bene in parallelo anche con il discorso che oggi più del cinquanta per cento della popolazione mondiale vive in città ed è quindi necessario un approvvigionamento dalla prossimità dei centri urbani. La domanda che intelligentemente ci si pone, a questo punto, è se è necessario che la produzione agricola si mantenga vicina ai centri urbani mentre tutti i processi sociali e di mercato tendono 28


mercado tienden a distanciarse. Estamos hablando de la presión de la tierra, presentada anteriormente, la competencia entre productores, las nuevas técnicas para conservar los productos, la disponibilidad y la facilidad de transporte, factores que, por diversas razones, conducen a la producción a distancia del territorio. ¿Pero cuáles son las fuerzas que pueden justificar el mantenimiento de la producción en el campo periurbano? En este punto comenzamos a hablar sobre qué es la infraestructura agrícola urbana. No es nada más que una estructura complementaria de las demás en la ciudad capaz de completar sus funciones aportando nuevos valores. La infraestructura agrícola es capaz de proporcionar a la ciudad muchos servicios además de los agrícolas, como, por ejemplo, la capacidad de las tierras permeables para laminar el agua en caso de fuertes tormentas, o la de la viticultura y el cultivo de olivos, que por su estructura actúan como cortafuegos y reducne, aunque solo sea en parte, la propagación de incendios en las zonas mediterráneas. Desde estos diferentes puntos de vista, la ciudad agrícola tiende a ser más adaptable. Sus infraestructuras espaciales de campos, invernaderos, setos y huertos hacen aparecer nuevas ciudades rurales en antítesis con la ciudad densa y compacta, en la que el espacio público se reduce a la calle, la plaza y el parque, y en el que el campo pertenece a la no Planificación urbana y actividad agrícola únicamente. Existen diferentes formas de construir la agricultura al servicio de la ciudad, y pueden funcionar a través del sistema más complejo de infraestructura agrícola, tanto en términos económicos como sociales. Algunos se esfuerzan por preservar los espacios, evitando la urbanización y la salida de los agricultores. Otros intentan individualizar los productos agrícolas y, en consecuencia, los espacios y paisajes que los acogen. La cuestión más importante que debe abordarse en relación con la conservación del suelo es la diferencia sustancial entre el precio de la tierra para uso agrícola y el precio de la tierra para fines de construcción, el segundo puede tomar valores que van desde 20 hasta más de 300 veces el de la tierra para uso agrícola. Se

ad allontanarla. Parliamo della pressione fondiaria, introdotta prima, della concorrenza fra produttori, delle nuove tecniche di conservazione dei prodotti, della disponibilità e facilità dei trasporti, tutti fattori che per varie ragioni spingono ad allontanare la produzione dal territorio. Ma quali sono invece le forze che possono giustificare il mantenimento della produzione nella campagna periurbana? Si inizia a parlare a questo punto di quella che è l’infrastruttura agricola urbana. Altro non è che una struttura complementare alle altre della città in grado di completare le funzioni di questa apportando nuovi valori. L’infrastruttura agricola è in grado di fornire alla città molti servizi oltre quelli agricoli, come ad esempio la capacità dei terreni permeabili di laminare l’acqua in caso di forti temporali, o quella della viticoltura e olivicoltura che per loro struttura fungono da tagliafuoco e ridurre, anche se solo in parte, la diffusione di incendi nelle aree mediterranee. Da questi differenti punti di vista, la città agricola tende a diventare più adattabile. Le sue infrastrutture spaziali di campi, serre, siepi e frutteti fanno apparire nuove città campagna in antitesi con la città densa e compatta, nella quale lo spazio pubblico è ridotto alla via, alla piazza ed al parco, e in cui la campagna appartiene al non urbano e alla sola attività agricola. Esistono diversi modi per costruire l’agricoltura al servizio della città, e che possa funzionare tramite il sistema più complessa di infrastruttura agricola sia in termini economici ma anche sociali. Alcuni si sforzano di conservare gli spazi, evitando sia l’urbanizzazione sia la partenza degli agricoltori. Altri cercano di singolarizzare i prodotti agricoli e, di conseguenza, gli spazi e i paesaggi che li accolgono. Il tema più importante da affrontare in relazione alla conservazione dei suoli è la sostanziale differenza fra il prezzo della terra a destinazione agricola e il prezzo della terra a destinazione edilizia, il secondo può assumere valori che vanno da 20 a oltre 300 volte quello della terra a destinazione agricola. Si può ben comprendere che ciò 29


puede entender que esto influye enormemente en la venta y la especulación que se deriva de ella. Para la conservación de los suelos en estas condiciones, es necesario encontrar estrategias para que la actividad agrícola y su rendimiento económico para el propietario de la tierra puedan hacer que este último olvide la tentación de vender la tierra a un precio atractivo. Aún en términos de infraestructura agrícola, podemos referirnos a la función social que podría tener un parque agrícola. ¿Qué es un parque agrícola? Substancialmente un parque que reserva campos dedicados al cultivo, uso privado y al mismo tiempo espacios públicos abiertos que pueden permanecer en forma de campos o sufrir una transformación adicional, siempre respetando las condiciones naturales, convirtiéndose en espacios agradables para todos los ciudadanos. Dependiendo de las formas de uso del parque agrícola, surgirían diferentes formas de gestión que podrían implementarse posteriormente, copiando de los modelos dispersos por todo el mundo, las funciones del parque, que van desde lo pedagógico-social, lo ambiental, lo patrimonial, hasta las de Paisaje más estrictamente hablando. Cuando la presión urbana aleja a los agricultores de sus tierras, nuevas formas de usuarios de suelo comienzan a establecerse aquí. Una primera categoría podría ser la de "hobby farming" o agropecuaria, que incluye a todos aquellos usuarios que administran la producción derivada del uso de la tierra para satisfacer sus propias necesidades alimenticias, en el mejor de los casos, distribuyéndolas en el círculo de la familia y del Amigos, organizando y disfrutando al mismo tiempo la condición de pasar tiempo en un entorno más natural que está alejado de la "ciudad". Una segunda categoría, representada por los "jardines comunitarios", tiene objetivos sociales más específicos y busca proponer soluciones para los grupos marginados de la sociedad urbana. El tema de los movimientos “migratorios” de quienes abandonan su país para encontrar vida en otros lugares también entra en juego con el paisaje. No me parece arriesgado decir que la presencia de "inmigrantes" genera nuevos paisajes. Como se mencionó

influenza molto la vendita e la speculazione che ne deriva. Per la conservazione dei suoli a queste condizioni è necessario trovare strategie affinché l’attività agricola e la sua resa economica per il proprietario del terreno possa far dimenticare a quest’ultimo la tentazione di vendere il suolo ad un prezzo allettante. Sempre in termini di infrastruttura agricola potremmo fare riferimento alla funzione sociale che potrebbe avere un parco agricolo. Cos’è un parco agricolo? Sostanzialmente un parco che riserva dei campi dediti alla coltivazione, di uso privato, e al contempo spazi aperti pubblici che possono restare sotto forma di campi o subire un’ulteriore trasformazione, sempre rispettando le condizioni naturali, divenendo spazi godibili da tutti i cittadini. A seconda delle forme di utilizzo del parco agricolo nascerebbero differenti forme di gestione che potrebbero successivamente implementare, copiando dai modelli sparsi per il mondo, le funzioni del parco, spaziando da quelle pedagogico-sociali, a quelle ambientali, a quelle patrimoniali, fino a quelle paesaggistiche più in senso stretto. Quando la pressione urbana allontana gli agricoltori dalle loro terre, qui iniziano a stanziarsi nuove forme di utilizzatori del suolo. Una prima categoria potrebbe essere quella del “hobby farming” ossia l’agricoltura di piacere, alla quale appartengono tutti quegli usuari che gestiscono la produzione derivata dall’uso del suolo per soddisfare i propri bisogni alimentari, al massimo distribuendoli nella cerchia della famiglia e degli amici, disponendo e godendo allo stesso tempo della condizione di passare del tempo in un ambiente più naturale che si estranea dalla “citta”. Una seconda categoria, rappresentata da i “community gardens”, invece ha obiettivi più mirati al sociale e cerca di proporre soluzioni per i gruppi marginalizzati della società urbana. Entra in gioco con il paesaggio anche il tema degli spostamenti “migratori” di chi lascia il proprio paese per trovare la vita altrove. Non mi sembra azzardato dire che la presenza di “immigrati” generi nuovi paesaggi. Come detto precedentemente, in Francia le 30


anteriormente, en Francia las producciones agrícolas se han actualizado para satisfacer las demandas de los ciudadanos de otras culturas, y si la producción puede ser un factor que genere procesos que luego de alguna manera intervienen en los parámetros del paisaje, probablemente la presencia de Las nuevas culturas generarán otros cambios dentro del paisaje también en otros aspectos o apariencia. Quiero aventurar un término, Cuarto Paisaje, como el generado por los procesos migratorios, que siempre ha existido, ya que las personas comenzaron a mudarse de sus países de origen. ¿Que la actual periferia urbana, en transformación, podría ser el lugar hospitalario de este cuarto paisaje?

produzioni agricole si sono aggiornate per soddisfare le richieste dei cittadini di altre culture, e se la produzione può essere un fattore che genera processi che poi in un certo qual modo intervengono nei parametri del paesaggio, probabilmente la presenza di nuove culture genererà altri cambi all’interno del paesaggio anche sotto altri aspetti, o sembianze. Voglio azzardare un termine, Quarto paesaggio, come quello che si genera dai processi migratori, che è sempre esistito, da quando le persone hanno iniziato a muoversi dai loro paesi di origine. Che l’attuale periferia urbana, in trasformazione, possa essere il luogo ospitale di questo quarto paesaggio?

"Bari Costasud" Concurso Internacional de Ideas - "Reurbanización de la zona costera y periférica al sureste de la ciudad" - La costa gruesa - Practica en el estudio Jordi Henrich I Monrás.

Concorso Internazionale di Idee “Bari Costasud” – “Riqualificazione dell’area costiera e periferica a sudest della città” – La costa spessa – Pratica nello studio Jordi Henrich I Monrás.

El área del proyecto es la zona costera y periférica (que incluye una primera franja de campo) entre Via Giacomo Matteotti y Via Cala S. Giorgio ubicada en la zona sureste de Bari. De las Directrices adjuntas para la Costa Sur del Aviso de Competencia surgió la necesidad, como un deseo que sigue a una necesidad, de trabajar por anticipaciones. Trabajar por anticipaciones no es una acción que pueda realizarse sin un estudio previo, especialmente en el campo del diseño de paisajes, un universo tan complejo, para el cual es esencial tener conciencia del territorio, de cultura e historia, que nos permite intervenir respetando la identidad del lugar, una identidad que podemos descubrir al tratar de entender en qué quiere convertirse el paisaje. Para reconstruir el sentido de pertenencia, debes evocar historias y metáforas en las que tu gente pueda identificarse. Debe dejar en claro que esta comunidad proviene de lejos y mira hacia el futuro (Gianrico Carofiglio). Con este fin, a nivel regional, en Italia, nos estamos preparando con algunas herramientas que

L’area di progetto è quella costiera e periferica (che include una prima fascia di campagna) compresa fra via Giacomo Matteotti e via Cala S. Giorgio situata nella zona a Sud-Est di Bari. Dall’allegato Linee Guida per la Costa Sud del Bando di concorso è emersa l’esigenza, come volontà che segue una necessità, di lavorare per anticipazioni. Lavorare per anticipazioni non è un’azione che può avvenire senza un previo studio alle spalle, specialmente nel campo del paesaggismo, universo così complesso, per il quale è imprescindibile una coscienza del territorio, della cultura e della storia, che ci permette di intervenire rispettando l’identità del luogo, identità che noi possiamo trovare fuori da questo cercando di comprendere cosa il paesaggio vuole divenire. Per ricostruire il senso di appartenenza devi evocare storie e metafore in cui il tuo popolo possa immedesimarsi. Devi far comprendere che questa comunità viene da lontano e guarda al futuro (Gianrico Carofiglio). A questo scopo a livello 31


pueden funcionar en este sentido. Una de estas herramientas, aprobada por la región de Puglia es el PPTR, que significa Plan Territorial Territorial Regional. El PPTR es un plan que da indicaciones y establece reglas para la planificación del paisaje a partir de la interpretación y descripción objetiva del paisaje, desde la historia de su identidad. Esta herramienta está dirigida a todos los temas públicos y privados, y en particular a los organismos competentes en materia de planificación, planificación y gestión del territorio y el paisaje. El documento tiene la misión de proteger, mejorar, recuperar y reconstruir los paisajes de Puglia, además, persigue la promoción y realización de un desarrollo socioeconómico autosostenible y duradero y de un uso consciente del territorio regional, también a través de la conservación y recuperación de los aspectos y características peculiares de la identidad social, cultural y ambiental, la protección de la biodiversidad, la realización de los nuevos valores integrados del paisaje, coherentes y sensibles a los criterios de calidad y sostenibilidad. Como objetivos y pautas generales para las ideas de proyectos, la convocatoria de ofertas estableció la idea de un parque urbano, que debe entenderse como una infraestructura agrícola y un parque agrícola del que hablé anteriormente, excelente y atractivo combinado con el diseño de un conjunto de nuevas telas de construcción junto con las relaciones que estos deben tener con las partes de las ciudades circundantes, incluido el proyecto, hemos hecho que el campo aparezca como un elemento indiscutible del paisaje, además de la costa y la urbanización. En el anuncio, se hizo referencia a la idea de una "costa gruesa" entendida en sus relaciones con el lavado a contracorriente en términos de conexiones ecológicas y espacios agrícolas (campo) y tejidos urbanos. El Gran Parque en el proyecto debe mantener juntas las diferentes naturalezas de los lugares, desde las presencias agrícolas hasta la línea de la costa. De la lectura del PPTR se desprende que la ciudad de Bari es parte del ámbito de la Puglia Central, caracterizada, desde el punto de vista morfológico, por un

regionale, in Italia, ci si sta attrezzando con alcuni strumenti che possano funzionare in tal senso. Uno di questi strumenti, approvato dalla Regione Puglia è il PPTR, acronimo di Piano Paesaggistico Territoriale Regionale. Il PPTR è un piano che da indicazioni e stabilisce norme per la pianificazione paesaggistica partendo proprio dalla interpretazione e descrizione oggettiva del paesaggio, dal racconto della sua identità. Questo strumento è rivolto a tutti i soggetti pubblici e privati, ed in particolare agli enti competenti in materia di programmazione, pianificazione e gestione del territorio e del paesaggio. Il documento ha la missione di tutelare, valorizzare, recuperare e riqualificare i paesaggi di Puglia, inoltre persegue la promozione e la realizzazione di uno sviluppo socioeconomico autosostenibile e durevole e di un uso consapevole del territorio regionale anche attraverso la conservazione ed il recupero degli aspetti e dei caratteri peculiari dell’identità sociale, culturale e ambientale, la tutela della biodiversità, la realizzazione dei nuovi valori paesaggistici integrati, coerenti e rispondenti a criteri di qualità e sostenibilità. Come finalità e orientamenti generali per le idee di progetto il bando ha impiantato l’idea di un Parco Urbano, da poter intendere come infrastruttura agricola e parco agricolo di cui ho parlato sopra, grande e attrattivo congiunto alla progettazione di un insieme di nuovi tessuti edilizi insieme alle relazioni che questi devono avere con le pari di città circostanti, tra cui nel progetto abbiamo fatto figurare la campagna come elemento indiscusso del paesaggio oltre alla costa e all’urbanizzato. Nel bando veniva fatto appunto accenno all’idea di una “costa spessa” intesa nelle sue relazioni con il retrocosta in termini di connessioni ecologiche e di spazi agricoli (campagna) e di tessuti urbani. Il Grande Parco nel progetto deve tenere insieme le diverse nature dei luoghi, dalle presenze agricole alla linea di battigia. Dalla lettura del PPTR emerge che la città di Bari fa parte dell’ambito della Puglia Centrale, caratterizzato, dal punto di vista morfologico, da un territorio 32


territorio predominantemente plano que va desde la línea de la costa hasta donde los contornos del suelo se vuelven gruesos y comienza la nueva zona de la meseta de Murgia. En esta franja hay una matriz de olivo que ocupa la mayor parte de los campos agrícolas. Una producción de vino y fruta completa el cuadro de los cultivos. Con respecto al discurso hidrogeomorfológico, hay áreas extensas de afloramientos de piedra caliza rotos y regularizados, pero también calcareníticos y arenosos arcillosos, casi siempre cultivados, surcados por incisiones fluviales-kársticas con entrega al mar, láminas que cavan más o menos regularmente el territorio llano y en el pasado eran elementos naturales que dieron forma a la distribución de pequeños centros habitados que están dispuestos radialmente alrededor de la ciudad con vistas al mar. El paisaje rural del centro de Apulia, inherente al área del proyecto, es hoy identificable en dos bandas que paralelas a la costa van desde el mar hacia la Alta Murgia. El primero es el de los jardines costeros, y los pericostieri que hoy representan puertas sobre el mar aún inéditas de gran valor. El segundo es el de la campaña del olivar afectada por la dinámica de intensificación, como en el caso de los viñedos y huertos también presentes. Una crítica importante es la derivada de la acción humana forzada de los últimos años, representada por una fuerte presencia de construcción ilegal, que ha visto un desarrollo lineal de la ciudad a lo largo de la costa sureste que no solo toma posesión del espacio costero, sino que también afecta significativamente los cultivos hortalizas residuales de la primera banda, que son un testimonio de sabiduría histórica agrícola.

prevalentemente pianeggiante che va dalla linea di costa fino a dove le curve di livello del terreno di addensano e inizia il nuovo ambito dell’altopiano murgiano. In questa fascia è presente una matrice olivetata che occupa gran parte delle parcelle dei campi agricoli. Non manca a completare il quadro delle colture una produzione vinicola e fruttifera. In merito al discorso idrogeomorfologico sono diffuse le aree dissodate e regolarizzate degli affioramenti rocciosi calcarei ma anche calcarenitici e sabbioso-argillosi, quasi sempre messe a coltura, solcate da incisioni fluvio-carsiche con recapito a mare, le lame, che scavano più o meno regolarmente il territorio piano e sono state in passato elementi naturali che hanno dato forma alla distribuzione dei piccoli centri abitati che si dispongono a raggiera attorno alla città che si affaccia sul mare. Il Paesaggio rurale della Puglia Centrale inerente con l’area di progetto è oggi identificabile in due fasce che parallelamente alla costa vanno dal mare verso l’Alta Murgia. La prima è quella degli orti costieri, e pericostieri che oggi rappresenta dei varchi sul mare ancora inedificati di grandissimo valore. La seconda è quella della campagna olivetata interessata da dinamiche di intensivizzazione come nel caso dei vigneti e frutteti anch’essi presenti. Una criticità importante è quella derivata dalla forzata azione antropica degli ultimi anni, rappresentata da una forte presenza di edilizia abusiva, che ha visto uno sviluppo lineare della città lungo la costa a sud-est che oltre ad appropriarsi dello spazio costiero, intacca sensibilmente le colture orticole residuali della prima fascia, che sono una testimonianza della sapienza agricola storica.

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Costa, 1943

Costa, 2000

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El Proyecto Idea para Bari Costa Sud - La L’Idea di Progetto per Bari CostaSud – La Ciudad Jardín. città giardino. El trabajo para mostrar una idea inicial del proyecto comenzó con una serie de evaluaciones sobre los temas identificados por el anuncio del concurso y el documento de Directrices, teniendo en cuenta las indicaciones del PPTR (Plan de Paisaje Territorial Regional), trabajando en la idea de espacio público y tratando de proponer soluciones de densidad de edificios que estuvieran bien vinculadas al paisaje agrícola como Grande Parco (Infraestructura Agrícola), pensando en una idea de una ciudad jardín, uniendo el litoral al interior respetando e incorporando las parcelas existentes, dando una regla, teniendo en cuenta la intención, que está a punto de convertirse en acciones, de mover la línea ferroviaria paralela a la costa hacia al interior y proponendo la conversión de la carretera de alta velocidad en un bulevar integrado en la periferia de nuevo diseño, con una reducción en la cantidad de tráfico de automóviles, porque la ciudad sea un día más habitable y de tamaño humano.

Il lavoro per mostrare una idea iniziale di progetto è partito da una serie di valutazioni inerenti i temi individuati dal bando di concorso e dal documento Linee Guida, tenendo presenti le indicazioni del PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale), lavorando sull’idea di spazio pubblico e cercando di proporre soluzioni di densità edilizia che ben si allacciassero al discorso del paesaggio agrario come Grande Parco (Infrastruttura agricola), pensando a una idea di città giardino, che collegasse la linea di costa all’entroterra rispettando e inglobando le trame edilizie già esistenti, dando una regola, tenendo a mente l’intenzione, che è in procinto di tramutarsi in azioni, di muovere la linea ferroviaria parallela alla costa e spostarla più nell’entroterra e proponendo la conversione della strada ad alto scorrimento in un boulevard integrato nella nuova periferia progettata, con riduzione della mole di traffico automobilistico, perché la città sia un giorno più vivibile e a misura d’uomo.

Masterplan

El tema del Gran Parque como una infraestructura agrícola se ha tratado reconociendo las partículas individuales como elementos monádicos del territorio, evaluando las presencias antrópicas, incluidas las

Il tema del Grande Parco come infrastruttura agricola è stato trattato riconoscendo le singole particelle come elementi monadi del territorio, valutando le presenze antropiche, tra cui i muri a secco, come facenti parte del 35


paredes de piedra seca, como parte del patrimonio de identidad del lugar, para protegerse, y evaluando los cultivos existentes, entre los que destaca el olivo, especulando con la idea de poder reproducir el modelo utilizado en el campo francés mediante la evaluación de las posibilidades económicas y sociales considerando la totalidad del área metropolitana de Bari que ahora crece.

Zoom Ciudad Jardin

La transformación del suelo se lleva a cabo en la ciudad de Bari, que continúa creciendo al extender su corona urbana y, al mismo tiempo, a los centros urbanos vecinos más pequeños que crecen hacia la capital por fenómenos sociales, especialmente cuando los jóvenes se mudan a Bari para encontrar momentos de ocio en las oportunidades que la ciudad les ofrece y por su vista al mar, tanto de naturaleza económica dado que una gran parte de la producción agrícola, principalmente la del aceite, encuentra un mercado, así como en el extranjero, en la gran ciudad donde el proceso de urbanización ha reducido cada vez más esta cultura productiva

patrimonio identitario del luogo, da tutelare, e valutando le colture esistenti, di cui spicca quella dell’ulivo, speculando sull’idea di poter riproporre il modello utilizzato nella campagna francese valutandone le possibilità economiche e sociali in considerazione di tutta l’area metropolitana di Bari ora in crescita.

Tipología de construcción

La trasformazione del suolo sta avvenendo da parte della città di Bari che continua a crescere estendendo la sua corona urbana e allo stesso tempo da parte dei più piccoli centri urbani limitrofi che crescono verso il capoluogo per fenomeni che sono di tipo sociale, in quanto specialmente i giovani si muovono verso Bari per trovare momenti di svago nelle opportunità che la città offre loro e per il suo affaccio sul mare, sia di tipo economico dato che gran parte della produzione agricola, in primo luogo quella dell’olio, trova mercato, oltre che all’estero, nella grande città dove il processo di urbanizzazione ha ridotto sempre più questa 36


local. La campaña ubicada en la periferia urbana actual, el tema de la competencia de ideas, podría literalmente perder más terreno, y el proyecto de un parque agrícola que decida mantener activa una gran parte de las tierras agrícolas es una buena intención que puede compensar el problema de consumo de tierra, e integrando una construcción generalizada para generar un nuevo hecho urbano, con un carácter más natural, e integrado desde el punto de vista del paisaje con el paisaje original de este territorio, que sea una nueva forma de vivir en la ciudad, redescubriendo el contacto con la naturaleza. Mantener los jardines permeables cultivados, o en ocasiones transformados, también resolvería el problema de las inundaciones al laminar el agua y no sobrecargar el sistema de alcantarillado que luego fluiría hacia el mar, contaminándolo. El modelo del Parque Agrícola como infraestructura sería un complemento importante por la ciudad capaz de dar una respuesta eficiente a distintos temas, pero no olvidemos el factor emocional en este proyecto, que debe ser uno de los primeros puntos que se deben perseguir. Mantener esta idea de la campiña original, desarrollar caminos peatonales para que todos puedan practicarla, pero al mismo tiempo preservar las huellas reconocibles del pasado, es un gesto poético sobre el paisaje, que nos permite vivirlo, recordarlo, redescubrir los espacios para la ociosidad que estábamos perdiendo y dar la posibilidad de dedicarnos a actividades productivas más relacionadas con la naturaleza, inherentes a los productos locales, identidades del lugar, compatibles con el clima, que satisfacen las necesidades de la ciudad cercana, reduciendo los costos de transporte y, por lo tanto, el consumo de energía, al analizar realmente el tema de la ecología. Todo el proyecto se concibió para las fases consiguientes de la realización distribuidas en el tiempo, teniendo siempre en cuenta que una gran transformación siempre necesita pequeños pasos de realización y que es necesario comenzar con gestos mínimos para dar el comienzo.

cultura produttiva locale. La campagna sita nella attuale periferia urbana, oggetto del concorso di idee, potrebbe perdere letteralmente sempre più terreno, e il progetto di un parco agricolo che decide di mantenere attivi una gran parte di terreni agricoli, è certamente una buona intenzione che può sopperire alla tematica del consumo di suolo, e integrando un’edilizia diffusa generare un nuovo fatto urbano, con carattere più naturale, e integrato dal punto di vista paesaggistico con il paesaggio originario di questo territorio, che sia un modo nuovo di vivere in città, ritrovando il contatto con la natura. Il mantenimento dei terreni permeabili coltivati, o a volte trasformati in giardini, assolverebbe anche il problema delle inondazioni laminando l’acqua e non sovraccaricando la rete fognaria che poi sfocerebbe in mare, inquinandolo. Il modello del Parco agricolo come infrastruttura sarebbe un complemento alla città importantissimo in grado di dare una risposta efficiente a distinte tematiche, ma non dimentichiamo il fattore emozionale in questo progetto, che deve restare uno dei primi punti da perseguire. Mantenere questa idea di campagna originaria, sviluppando i percorsi pedonali perché sia praticabile da tutti, ma allo stesso tempo conservando le tracce riconoscibili del passato, è un gesto poetico sul paesaggio, che ci consente di viverlo, ricordarlo, ritrovando gli spazi per l’ozio che stavamo perdendo, e dando la possibilità di dedicarsi ad attività produttive più legate alla natura, inerenti prodotti locali, identitari del posto, compatibili con il clima, che provvedano al fabbisogno della vicina città, riducendo le spese di trasporto, quindi il consumo di energia, guardando realmente al tema dell’ecologia. Tutto il progetto è stato pensato per fasi di realizzazione consequenziali distribuite nel tempo, tenendo sempre presente che una grande trasformazione ha sempre bisogno di piccoli passi di realizzazione e che è necessario iniziare con gesti minimi per darne il via.

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Estado actual

Primera fase

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Segunda fase

Las fases del proyecto a lo largo de la costa rocosa prevén una primera extensión del área peatonal cerca de la costa, con la exclusión de un carril actualmente dedicado a los automóviles, dejando una sola dirección para estos. En la segunda fase, el tránsito de automóviles está completamente excluido, por lo que todo el espacio está destinado a peatones y ciclistas.

Le fasi di progetto lungo costa rocciosa prevedono un primo ampliamento dello spazio pedonale a ridosso della linea di costa con esclusione di una corsia attualmente dedicata alle auto, lasciando un unico senso di marcia per queste. Nella seconda fase il transito delle auto è completamente escluso, in modo che tutto lo spazio sia destinato ai pedoni e ai ciclisti.

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Estado actual

Primera fase

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Segunda fase

En la parte interior de la costa, las fases del proyecto tienen en cuenta la intención de mover el ferrocarril, que gradualmente dejará más espacio para peatones y ciclistas y ya no representará el límite que hoy corta el territorio en dos sin permitir la permeabilidad de flujos.

Nella parte più interna della costa, le fasi di progetto tengono in conto l’intenzione di muovere la ferrovia, che man mano lascerà definitivamente più spazio a pedoni e ciclisti e non rappresenterà più il limite che oggi taglia il territorio in due non consentendo permeabilità di flussi.

Conclusiones: sensibilizar al público sobre el Conclusioni - sensibilizzare i cittadini sul tema tema del proyecto. del progetto. El proceso para el diseño de estos "espacios vagos", con los tres tipos de intervención ilustrados anteriormente (los espacios residuales de Bari, los tipos y las posibles intervenciones), encuentra soluciones simples técnicamente, pero es necesario sensibilizar a los ciudadanos para que aprendan el significado de estos gestos urbanos, para que sean conscientes, desarrollen una sensibilidad sobre el tema de la naturaleza en la ciudad con

Il processo per la progettazione di questi “spazi vaghi”, con le tre tipologie di intervento illustrate in precedenza (Gli spazi residuali di Bari, le tipologie e i possibili interventi), tecnicamente trova semplici soluzioni, ma è necessario sensibilizzare i cittadini perché apprendano il senso di tali gesti urbani, affinchè siano consapevoli, sviluppino una sensibilità sul tema della natura in città con queste forme semplici, 41


estas formas simples, para que puedan cuidarse a sí mismos. Por todo esto llevará tiempo. Pero, ¿qué herramientas se pueden utilizar para esta "transformación"? Me llegó una buena intuición al leer los periódicos locales, los pequeños periódicos, que no tienen la posibilidad de imprimir sus páginas, pero aún así logran comunicarse a través de Internet, y de esta manera tienen una gran audiencia, con suerte siempre con un buen grado de criticidad, pero algo siempre debe comenzar, no detenerse. Hojeando los títulos de estos periódicos, moré espontáneamente en algunos de estos artículos que hablaban del destino de estas pequeñas piezas de la ciudad, las "tierras vagas", de cómo en algunos casos comienzan a ser utilizadas espontáneamente por ciudadanos o asociaciones para sensibilizar al resto de los ciudadanos sobre la necesidad de vivir con la naturaleza en la ciudad. Otros artículos trataron sobre reuniones organizadas en escuelas para comenzar a hablar sobre prácticas simples, como plantar un árbol, tratar de transmitir a los niños el significado de este maravilloso gesto y dar nuevos códigos positivos a las nuevas generaciones en entrenamiento. ¿Poeque los periódicos locales? Porque a que están escritos por personas que viven en el lugar, conocen la ciudad y sus tamatías, conocen el lenguaje de los ciudadanos, las formas de comunicación, están capacitados para comunicar un mensaje, que carece de expectativas, pero que lúcidamente cuenta estas pequeñas historias urbanas. Imagino que, como paisajistas, podríamos ser los primeros en proponernos para escribir estas historias sobre el paisaje de nuestra ciudad, debemos transmitir nuestras ideas a otros si creemos firmemente que son ideas válidas. Regreso, y así concluyo, al rol del arquitecto paisajista como un individuo que encuentra una misión en lo que quiere hacer, y le espera un trabajo complejo que no se limita a la representación de las cosas, sino que va más allá, incluye múltiples habilidades, incluyendo una de estas es escribir y comunicar el significado de un proyecto.

perché possano prendersene cura essi stessi. Per tutto ciò sarà necessario del tempo. Ma quali possono essere gli strumenti adatti a questa “trasformazione”? Una buona intuizione mi è arrivata leggendo i quotidiani locali, le piccole testate giornalistiche, che non hanno la possibilità di stampare le proprie pagine, ma comunque riescono a comunicare per mezzo di internet, e avere in questo modo un ampio pubblico, si spera sempre con un buon grado di criticità, ma da qualcosa bisogna sempre partire, non restare fermi. Sfogliando i titoli di queste testate giornalistiche mi sono soffermato io personalmente in maniera spontanea su alcuni di questi articoli che parlavano del destino di questi piccolissimi pezzi di città, i “terreni vaghi”, di come in qualche caso iniziano ad essere utilizzati spontaneamente dai cittadini o dalle associazioni per sensibilizzare il resto della cittadinanza sul tema della necessità di convivere con la natura in città. Altri articoli trattavano di incontri organizzati nelle scuole per iniziare a parlare di pratiche semplici, come quella di piantare un’albero, cercando di trasmettere già ai più piccoli il senso di questo gesto mirabile, conferendo nuovi codici positivi alle nuove generazioni in formazione. Come mai giornali locali? Perché sono scritti da persone che vivono sul posto, conoscono la città e le sue tamatiche, conoscono il linguaggio dei cittadini, le forme di comunicazione, sono abili nel comunicare un messaggio, che sia privo di aspettative, ma che racconti lucidamente queste piccole storie urbane. Immagino che come paesaggisti potremmo essere noi i primi a proporci di scrivere queste storie sul paesaggio della nostra città, dobbiamo trasmettere le nostre idee agli altri se crediamo fermamente che siano idee valide. Ritorno, e così concludo, al ruolo del paesaggista come individuo che trova una missione in quello che vuole fare, e lo attende un lavoro complesso che non si limita alla rappresentazione delle cose, ma va oltre, comprende molteplici competenze, tra cui una di queste è quella di scrivere e comunicare il senso di un progetto. 42


Un vertedero ilegal a lo largo de la carretera: la basura se retira en el área entre Adelfia y Casamassima.

Residuos, neumáticos y carcasas de electrodomésticos: a través de Ascianghi y el vertedero sin fin.

Picnic sin plástico en el parque Gargasole en medio de la diversión y el medio ambiente: "El área del jardín se expandirá".

Muebles antiguos, restos de construcción, material plástico: en el barranco Balice no se detiene el abandono de residuos.

El amor por la naturaleza se aprende en la escuela: el jardín de la enseñanza nace en Lombardi.

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El hombre construyó la ciudad para defenderse de las fuerzas de la naturaleza. La ciudad estaba inicialmente limitada por muros que la aislaban de lo que estaba afuera. Hoy en día, la ciudad se expande y toma el lugar de la naturaleza y esta última se reduce a ser un espacio cercado en la artificialidad de la ciudad. Por esta razón, la naturaleza que incorporamos a la ciudad ya no vive de manera independiente, sino que depende de la técnica del hombre.

L’uomo costruì la città per difendersi dalle forze della natura. La città in principio era delimitata da mura che la isolavano da ciò che era all’esterno. Oggi la città si espande e prende il posto della natura e quest’ultima si riduce a essere uno spazio recintato nell’artificiosità della città. Per questa ragione, la natura che inglobiamo nella città non vive più in autonomia ma dipende dalla tecnica dell’uomo.

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Quiero agradecer a todos los compaĂąeros de este viaje, mis padres, mi hermana, una persona que ha sido mi guĂ­a desde lejos y Roberta, la persona que me inspirĂł al escribir esta tesis. Antonio De Liddo

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