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Ponte di Caffaro, aumentano i costi e paga Brescia
di Giuliano Beltrami
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A causa degli incrementi si è passati da 904 mila euro a 1 milione e 155 mila euro di costi dell’opera. La Provincia di Trento ha messo tutto l’importo iniziale, la differenza ora va invece sul bilancio dei vicini lombardi.
“Eppur si muove”, esclamava un tal Galileo Galilei. Ma sono passati quattro secoli o giù di lì, e poi quelli che seguiva lo scienziato pisano erano ben altri progetti. Tuttavia è vero, qualcosa si è mosso.
Parliamo della vicenda mal partorita e peggio alimentata del ponte di Caffaro. La notizia meriterebbe una riga, se non ci fosse dietro un vissuto da bassi fondi della cronaca politica, amministrativa e imprenditoriale. L’impresa esecutrice, Di Iorio di Cancello ed Arnone (provincia di Caserta), ha vinto l’appalto, sul finire dell’anno scorso, per l’installazione del ponte provvisorio. La realizzazione del manufatto provvisorio e dei relativi raccordi con l’asse viario della strada statale 237 del Caffaro (arteria che da Brescia si allunga fino a Sarche, dove si immette nella 45 bis della Gardesana) è curata dall’Amministrazione provinciale di Brescia, competente per la gestione e la manutenzione del ponte storico, in attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto il 28 marzo dell’anno scorso tra i presidenti delle due Province di Brescia Emanuele Moraschini e di Trento Maurizio Fugatti.
Sono tutti convinti che si tratti di un’opera dall’importanza strategica: d’altronde è il filo che tiene uniti due territori, quello trentino e quello lombardo, le cui economie si fondono e si confondono. Ecco il motivo per cui l’amministrazione provinciale di Trento ha deciso di partecipare con un contributo economico di 904.000 euro alla realizzazione del ponte Bailey, dopo averlo sponsorizzato con decisione. All’inizio era la spesa complessiva stimata per la realizzazione dell’opera, noleggio del ponte compreso, mentre cammin facendo le condizioni sono cambiate: perciò quella che doveva essere la partecipazione completa alla spesa si è trasformata in un contributo. D’altra parte chi immaginava all’inizio del 2022 che si verificasse l’aumento dei costi delle materie prime che tutti abbiamo visto? L’aumento ha provocato il balzo dei costi ad un milione e 155.000 euro. La differenza è stata messa a bilancio dalla Provincia di Brescia con fondi propri.
Il ponte della vergogna La vicenda è talmente nota da uscire ormai da occhi ed orecchie, prima di tutto di chi è costretto a scriverne, poi di chi deve leggere. Facendola breve, sulla statale del Caffaro, al chilometro 55,772 è situato un ponte dalla gloriosa storia. Fu costruito nel 1906 dall’imperial regio governo austroungarico sull’allora confine con il regno d’Italia. In 117 anni di storia ha visto passare contadini con i carri, signore che si recavano alla festa della Madonna dell’aiuto a comperare abbigliamento, contrabbandieri che portavano di là zucchero e di qua burro, cannoni della Grande Guerra. Più avanti, quando il confine non esisteva più, passavano i carri con la barite di Darzo portata a macinare a Vestone. Poi cominciarono camion e corriere. Infine frotte di turisti, d’estate e d’inverno, diretti sulle montagne trentine. Quel ponte ha svolto dignitosamente il suo servizio, e lo sta svolgendo anche ora, sebbene ci si sia accorti che le ingiurie del tempo (come le chiamerebbe il cantautore) hanno cominciato ad affaticarlo. Un paio di anni fa il vicesindaco di Bagolino ha mostrato in un video le magagne del manufatto, grattando l’impalcato e mostrandolo al mondo. Mal gliene incolse: infatti fu attaccato da destra e da sinistra. Ed in particolare dalle autorità della Provincia di Brescia.
Ma che il ponte fosse mal ridotto le autorità se n’erano accorte, pur senza proclami, ben prima. Dieci anni or sono la grande decisione: il ponte va allargato. E a quel punto è scoppiata la bomba. “Il ponte storico non si tocca”, tuonò il soprintendente ai beni culturali della Provincia di Brescia. Allora che fare? “Semplice, se ne costruisce uno nuovo accanto a quello vecchio”. Detto, fatto. Tanto ci sono i fondi dei Comuni confinanti! Il ponte è stato costruito, una ventina di metri a valle del ponte storico. E qui casca l’asino, senza voler appioppare giudizi a nessuno. Il fatto è che ci si è accorti dell’esistenza di una serie di errori progettuali. Per esempio che i mezzi pesanti non riescono ad immettersi sul ponte nuovo. Non è un caso che l’opera sia terminata da sei anni, ma non sia mai stata aperta. Sono in molti (ma il popolo poco conta) ad interrogarsi sul perché si sia realizzato un ponte a venti metri da quello vecchio, quando si sarebbe potuto attaccare, come si sta facendo ora con il bailey. Il Comune di Bagolino aveva anche proposto di togliere il ponte vecchio, ma il “niet” fu risoluto: quel ponte è monumento torico, per cui non si tocca.
In una vicenda piena di disastri è entrata anche una causa, ancora in corso, perché nel realizzare il ponte nuovo è stato costruito un muro, a poche decine di centimetri dalle finestre di una casa, togliendo ogni possibilità di vista. Ed è entrata pure la vicenda del bar Palazzini, di là dal pon- te, in terra bresciana, il cui titolare si è lamentato perché la Provincia di Brescia ha deciso di espropriare il plateatico davanti al suo bar per consentire l’ingresso sul Bailey. Problema, e che problema! “Per l’affitto – si è lamentato con la stampa –vogliono pagarmi 200 euro al mese. E siccome temono che la soletta crolli (sotto il plateatico c’è la cantina con garage) devono puntellare tutto e riempire il locale di ghiaia. E vogliono darmi 200 euro al mese!”.
Un futuro nebuloso Quando il ponte provvisorio sarà stato messo in piedi, partiranno (dovrebbero partire) i lavori di sistemazione del ponte storico, che dovrebbero concludersi in nove mesi. Alla fine della gravidanza cosa accadrà? Si accettano scommesse. Prima ipotesi. Il ponte storico avrà gli ingressi allargati, per cui permetterà ai mezzi provenienti da nord e diretti verso Bondone di girare ed entrare nel ponte nuovo. Seconda ipotesi. In fase di manutenzione straordinaria il ponte storico verrà allargato, così da rendere inutile l’utilizzo del ponte nuovo. Comunque vada a finire, ci troviamo in una situazione imbarazzante in cui è stato sprecato denaro pubblico. E, cosa ancora più imbarazzante, finora nessuno ha pagato. Vuoi scommettere (un’altra scommessa? No, dài!) che nessuno pagherà?