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di Costanza Ratti

87 AUTRICE: Costanza Ratti – Laureata in psicologia, poi dottore di ricerca in antropologia ed epistemologia della complessità, si è specializzata in psicoterapia presso l’Istituto ANEB. Lavora come psicologa e psicoterapeuta presso Fondazione Esperia a Milano e collabora con l’Associazione ANEB. Ha pubblicato: Il sacrificio nell’Israele antico (2017) e “Le nozze delle Vergini (Mt 25,1-13). Corpo, psiche e spirito del femminile in una prospettiva ecobiopsicologica” (2020).

recensione del libro “corpo dematerializzato e corpo sottile. la psicoterapia online e il costellarsi dell ’immaginario” di alda marini

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Cambiamenti nel setting sono parte integrante dell’evoluzione della clinica psicoanalitica. Da Freud a Jung, a Reich fino agli approcci psico-corporei, la disposizione del terapeuta e del paziente nella stanza d’analisi, è andata di pari passo con una concezione dell’uomo che privilegiava di volta in volta la voce (udito), lo sguardo (vista), il corpo (tatto). Ma cosa succede quando un significativo rivolgimento di setting, come la terapia online, fa la sua comparsa senza essere dettato da una precisa vocazione terapeutica e sostenuto da un chiaro progetto scientifico, bensì dall’incalzare di esigenze contingenti o dalle sfide della contemporaneità? Con la pandemia, il più ampio processo di digitalizzazione che è in corso nel mondo è venuto a lambire le rive protette dei nostri studi, costringendoci a una riflessione sul concetto di corpo, spazio e presenza in terapia, e spronandoci a creare un pensiero in grado di collegare il dentro della stanza d’analisi con il fuori del mondo che ci ospita. Alda Marini, psicologa, psicoterapeuta, psicologa analista IAAP nonché docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Istituto ANEB è autrice di questo piccolo e fluido saggio. Da sempre attenta e sensibile alle tematiche sociali e al loro impatto sulla psiche, sul corpo e sull’immaginario degli individui e della collettività, offre al lettore uno sguardo personale sul senso della terapia online, sui suoi limiti, sulle sue implicazioni e persino sui suoi possibili pregi, portandoci in quel tempo sospeso della domanda che ci distoglie dal giudizio che ci vorrebbe subito schierati verso un’acritica accettazione della nuova pratica o pronti a bollarla tout court come povera rispetto a quella, densa, della presenza; e ci conduce, passo a passo, in un terreno da dissodare attraverso le esperienze cliniche, e poi da irrigare con il riferimento all’Ecobiopsicologia, per creare un alveo possibile al nuovo setting. E allora esploriamo insieme all’autrice alcune trame della terapia online, partendo dai dubbi che ci pone e dai limiti che intravediamo. È figlia di quel «tutto, sempre e subito» delle moderne tecnologie che ci tolgono il gusto dell’attesa lenta e paziente, «un’esperienza frustrante forse, ma naturale e strutturante». Prendono corpo le emozioni che hanno costellato i terapeuti durante la pandemia: la fatica di condurre ore di terapia davanti a uno

schermo, il latitare di un prezioso strumento clinico, il controtransfert psicosomatico, che fatica ad emergere senza l’immediatezza dei sensi vivi («si sente meno la presenza della materia della vita del paziente», pag. 6), e ci dà l’impressione quanto meno iniziale, di un campo di relazione rarefatto, dematerializzato. E poi che dire dei nostri pazienti, magari quelli più evitanti e restii a entrare in un contatto diretto con il terapeuta e con il loro corpo che potrebbero ulteriormente barricarsi dietro uno schermo e giocarsi la distanza come difesa? Una volta che la preoccupazione/domanda per il cambiamento si è costellata nell’autrice, e nel suo lettore, si fanno avanti progressivamente riflessioni che nascono dalla fiducia nel metodo e nell’esperienza clinica. Così nella terapia online non vediamo l’intero corpo del paziente ma abbiamo il suo viso ingrandito e vicino e possiamo ugualmente cogliere informazioni utili. Non abbiamo sempre il setting protetto della stanza d’analisi ma gettiamo uno sguardo in ciò che il paziente sente che lo protegge: un bagno, una cucina, un’auto e possiamo domandarci perché proprio quel luogo, attivando la catena dei nessi simbolici. Non sentiamo la presenza fisica ma magari intercettiamo la domanda di chi la vicinanza fisica non può permettersela, perché è andato a vivere lontano oppure vive lontano dal suo corpo. L’esperienza clinica, recuperata nei vissuti soggettivi dall’autrice, sembra suggerire che la terapia online può farsi custode di un’intimità, anche senza il corpo fisico. «Sento che arriva un aiuto da un’altra parte del mondo – scrive una paziente della dott.ssa Marini andata a vivere in Sud America – con uno sguardo diverso […] che mi permette di affrontare i problemi in modo migliore e creativo» (pag. 37). In questo quadro di riflessioni, che Alda Marini aveva già avviato durante una giornata di formazione Aneb svoltasi sincronicamente appena prima della pandemia, si chiarifica progressivamente anche il punto di vista specifico dell’Ecobiopsicologia. Se, materia e forma, corpo e spirito sono espressioni della medesima fonte informativa/archetipica, «se l’archetipo pervade tutto […] dal mondo interno al mondo esterno, attraverso l’immaginario io posso raggiungere anche la materia, il corpo ed entrare in profondità nei processi che hanno generato la malattia (Frigoli, 2017)» (pag. 29). «Allora mi è possibile lavorare su qualsiasi elemento io possegga, qualunque sia il mio punto di partenza, per costellare il campo, che a questo punto chiamo ecobiopsicologico. Anzi, posso persino affermare che in diminuzione di intensità della dimensione sensoriale sono portata più velocemente ad attivare l’immaginario. Vengo cioè trasportata nella dimensione del corpo sottile o dei corpi sottili» (pag. 31). Con puntualità e chiarezza, la dott.ssa Marini ci mostra come l’uso delle analogie vitali, come forma di conoscenza sincronica e legata all’immaginario, ci permetta di creare pazientemente in terapia uno spazio di integrazione tra psiche e corpo, tra dentro e fuori, anche quando ciò non è concretamente possibile per i limiti del setting. Integrazione che è esperienza profonda del contatto e della vicinanza di sé a sé, di sé all’altro e di sé al mondo. Così scrive Alda Marini, in conclusione: «Un comune retaggio tiene insieme l’umanità e il modo in cui viviamo, trascendendo le differenze individuali; mantiene lo stesso repertorio emotivo fondamentale (Evans, 2010, pag. 9), dichiarando quindi il comune retaggio della storia evolutiva degli esseri viventi» (pag. 37). Il libro di Alda Marini fa pensare che in fin dei conti, se ci fidiamo che l’incertezza possa farsi domanda, la domanda conoscenza, e la conoscenza sentimento, possiamo quasi sperare che la contemporaneità venga a bussare alla nostra porta. Sapremo farne tesoro.

Anche quest’anno Aneb è presente a BookCity sabato 19 novembre con i seguenti eventi

Ore 10.00 - CONTAMINAZIONI DI MONDI DIVerSI. LA PSICOTerAPIA ONLINe, e IL COrPO?

Autori e relatori: Alda Marini, Mara Breno, Giorgio Cavallari, Magda Di Renzo, Diego Frigoli, Antonella Remotti A distanza di due anni dall’accelerazione che per tutti c’è stata nell’ingresso massivo alla tecnologizzazione del lavoro e delle stesse relazioni umane, è importante che la nostra riflessione si allarghi e non si limiti al bisogno concreto del mezzo. Tutto ciò che accade ha un valore simbolico e lo stesso intervento psicoterapico, al contempo lavoro ed esperienza umana, recupera nella riflessione la sua complessità. Così si riscoprono nuovi orizzonti nella psicoterapia online e si torna ad incontrare anche il corpo attraverso l’immaginario e la dimensione dei corpi sottili. In quest’esperienza condotta secondo l’approccio ecobiopsicologico vediamo il terapeuta diventare la stessa stanza d’analisi, materializzare col suo immaginario il luogo oltreché il senso e tornando a recuperare un vissuto profondo di libertà di esistere che travalica il mezzo. Il tema verrà introdotto dalla dr.ssa Magda Di Renzo in interazione con l’autrice del testo. Seguirà una tavola rotonda con Diego Frigoli, Mara Breno, Giorgio Cavallari. Presentazione del libro di Alda Marini “Psicoterapia on line. Corpo dematerializzato e corpo sottile. L’immaginario come costellazione del campo ecobiopsicologico”, Magi, Roma, 2022

Ore 11.00 - LA VITA SI FA MeNTe

Autori e relatori: Diego Frigoli, Mara Breno, Giorgio Cavallari, Alda Marini. In una società ibrida come l’attuale, dove la Scienza sembra aver ricondotto la “memoria” della vita ad una esclusiva visione deterministica e riduzionista, viene dimenticato che tutto l’Universo visibile non è che un tratto impercettibile nel vasto seno della Natura. Se l’uomo vuole riappropriarsi di una visione più allargata, in grado di permettergli di andare al di là e al di qua della natura profonda del reale, occorre che rivolga gli occhi della sua Anima alla scoperta delle relazioni misteriose e coerenti fra l’Anima del Mondo e la propria Coscienza, per ritrovare quella base poetica della mente in grado di permettergli la Grande Epifania della rivelazione del Sacro nella Natura. Incontro con l’autore e Tavola rotonda con Mara Breno, Giorgio Cavallari, Alda Marini. Presentazione del libro di Diego Frigoli “Il Telaio incantato della Creazione. Dalla particella elementare all’alchimia dell’Anima”, Pubblicazione Indipendente, Milano, 2022

Ore 12.00 - COrPO e ANIMA, LA VITA IBrIDA

Autori e relatori: Antonella Remotti, Mara Breno, Giorgio Cavallari, Diego Frigoli, Alda Marini. Dopo l’introduzione della dr.ssa Marini l’autrice ci illustrerà come, in una dimensione collettiva in cui il concetto esistenziale e fenomenologico di “ibrido” si connota di alternanza, alterità, prospettive future verso cui tendere il rapporto “Corpo e Anima” ci permette di riscoprire la naturale essenza della vita, del nostro esistere. Verrà presentato un racconto clinico in cui aspetti psicologici si correlano in una prospettiva analogica con la dimensione di una patologia autoimmune: la SLA. Attraverso la narrazione del processo di “guarigione” si riscopre la naturale forza guaritrice dell’essere umano, tale dialogo evidenzia la spontanea dimensione ibrida di tutta la nostra esistenza, dimensione che l’Ecobiopsicologia riscopre e narra sottolineando appunto il nostro essere ibridi tra corpo e anima. Incontro con l’autrice e Tavola rotonda con Mara Breno, Giorgio Cavallari, Diego Frigoli e Alda Marini Presentazione del libro di Antonella Remotti “Corpo e Anima. Le immagini simboliche e il processo di guarigione”, Magi, Roma, 2020

Ore 15.30 - VI È ANCOrA SPAZIO Per L’eTICA NeL MONDO IBrIDO?

Autori e relatori: Giorgio Cavallari, Simona Gazzotti, Mara Breno, Alda Marini Dopo l’introduzione della dr.ssa Marini, gli autori dialogheranno confrontandosi attorno a due domande provocatorie: il progressivo diffondersi di modalità e stili relazionali caratterizzati in primo luogo dal fatto di essere profondamente ibridi, e frutto attuale di precedenti ibridazioni, lascia ancora spazio all’etica? È ancora possibile, nella contemporaneità in cui viviamo dominata da processi radicali di ibridazione, distinguere fra bene e male, fra giusto e sbagliato, fra ciò che è umanamente accettabile e ciò che invece può (e deve) ancora suscitare scandalo, indignazione, rifiuto? Nella tavola rotonda che seguirà alla presentazione si svilupperà il tema nelle varie sfaccettature che coinvolgono una nuova visione dell’uomo in chiave ecobiopsicologica. Presentazione del libro di Giorgio Cavallari e Simona Gazzotti “Le forme del male, comprensione e cura”, Vivarium, Milano, 2020

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