Alberto Campo Baeza carnet

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Alberto Campo Baeza

Le ragioni della pietra a cura di Davide Turrini


Alberto Campo Baeza Le ragioni della pietra Spazio Pibamarmi, Arzignano 24 settembre-30 dicembre 2013 Cura della mostra Davide Turrini Allestimento Studio VISTO aw Grafica e immagine coordinata Giulia Pellegrini_Lab MD Traduzioni Paolo Armelli Segreteria Alessandra Bravo

Tutti gli schizzi riprodotti in queste pagine sono di Alberto Campo Baeza. Le fotografie sono gentilmente fornite dallo Studio Campo Baeza. In particolare si ringraziano: Javier Callejas Giovanni De Sandre Roland Halbe Duccio Malagamba Francisco Rojo. In copertina: Alberto Campo Baeza, schizzi per il padiglione Pibamarmi La Pietra di Sisifo, 2013.


Indice

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Le ragioni dell’architetto

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Le ragioni della pietra

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Le ragioni della critica

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Le ragioni del visitatore

Alberto Campo Baeza, schizzo per la pietra angolare degli Uffici per la Giunta di Castilla e León a Zamora, 2010.


Le ragioni dell’architetto

Alberto Campo Baeza è nato a Valladolid ma, come ha affermato, ha “visto la luce” a Cadice, città di fondazione fenicio-romana nota come la più antica città dell’Occidente. Architetto e professore ordinario di Progettazione architettonica dal 1986, è stato direttore del Dipartimento di Progettazione della Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Madrid. Ha tenuto corsi e conferenze in numerose istituzioni culturali e formative a Buenos Aires, Dublino, Lisbona, Londra, Losanna, Milano, Monaco, New York, Parigi, Philadelphia, Roma, Sidney, Stoccolma, Weimar, Washington e Zurigo. Campo Baeza è stato premiato più volte con riconoscimenti internazionali tra cui la Tessenow Medal 2013 e il prestigioso Arnold W. Brunner Memorial Prize 2013, conferito dall’American Academy of Arts and Letters. La sua opera è stata oggetto di mostre monografiche in tutto il mondo.

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Tra le sue realizzazioni si ricordano la Scuola a San Fermin (1985), la Scuola Drago a Cadice (1992), la Biblioteca di Orihuela (1992), il Centro di Innovazione Tecnologica a Inca (1998), la Sede della Caja De Ahorros a Granada (2001), gli Uffici del Servizio Sanitario ad Almeria (2002), la Casa Guerrero a Zahora (2005), l’Asilo Benetton a Treviso (2007), il Museo della Memoria Andalusa a Granada (2009) e gli Uffici della Giunta Regionale a Zamora (2012). è autore di numerosi contributi critici sull’opera di Mies van der Rohe, Tadao Ando e Lluis Barragan; nonché di scritti teorici di architettura, pubblicati a partire dal 1978 e selezionati nelle sue raccolte di saggi intitolate La idea construída, Pensar con las manos e Principia architectonica. Nonostante l’intensa attività teorica e progettuale, Campo Baeza ha raccolto nella sua biblioteca personale più libri di poesia che di architettura; egli inoltre non possiede l’automobile, né il telefonino, né la televisione, ma vive ugualmente felice.

Alberto Campo Baeza, tra marmo e luce, all’interno del Padiglione Pibamarmi a Verona nel 2009.



Le ragioni della PIETRA

Per Alberto Campo Baeza l’architettura è “idea costruita”; egli ritiene che le componenti fondanti del suo operare sono la gravità, con cui costruire lo spazio, e la luce, destinata a rivelare il tempo. La ragione, come processo organico di conoscenza, coscienza e discernimento, è poi la principale facoltà che deve guidare l’atto progettuale dell’architetto. Con questa mostra, appositamente ideata per lo Spazio Pibamarmi, Campo Baeza intende appunto presentare al pubblico “le ragioni” (riflessioni, scelte, motivazioni) per cui la pietra è presente nelle sue opere. Mutuando i termini “stereotomico” e “tettonico” dal lessico semperiano, con le accezioni attentamente analizzate da Kenneth Frampton nella raccolta di saggi Studies in Tectonic Culture (1995), Alberto Campo Baeza esprime l’inerzia stereotomica della gravità attraverso solidi e setti murari lapidei, compatti e continui; a rafforzare per contrasto queste costruzioni salde ed opache è la levitazione tettonica di superfici sottili, caratterizzate da gradi diversi di permeabilità visiva e a volte mobili e cangianti.

Per realizzare tali piani leggeri ed eterei, posti in opera come semplici entità bidimensionali o messi in sequenza a formare triedri e volumi chiusi, Campo Baeza utilizza la trasparenza del vetro o la pietra stessa, tagliata in spessori sottili e montata su esili strutture metalliche. Questa sintetica guida illustra le opere in mostra a partire dalla Piazza del Duomo di Almeria, cioè da quel piano orizzontale in cui, per Campo Baeza, stereotomico e tettonico si incontrano, ancora una volta nel segno della materia litica. Il percorso si sviluppa attraverso le ragioni dell’architetto, della pietra e della critica; le pagine finali non stampate possono accogliere in forma di schizzi ed appunti “le ragioni del visitatore”.

Padiglione Pibamarmi, Verona, 2009.

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Caja General de Ahorros a Granada, 1992-2001. (pagina seguente)



Sistemazione della piazza del Duomo di Almeria 1978-2000

Le ragioni della pietra muovono a partire dal concetto di continuità litica espresso nella Piazza del Duomo di Almeria. Per Alberto Campo Baeza le proprietà delimitanti e ordinatrici dei piani orizzontali in pietra si possono esprimere in autonomia e con la massima intensità, prescindendo dall’elevazione di costruzioni tridimensionali. Ad Almeria tessere cubiche di marmo Macael – un litotipo locale dal colore tenue e luminoso – compongono, in ampia stesura, il piano di appoggio

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per una rinnovata percezione del Duomo rinascimentale; ventiquattro palme dettano i ritmi e le direzionalità dello spazio pubblico, punteggiando la pavimentazione con la stessa scansione delle colonne nelle navate dell’edificio sacro.


Biblioteca civica a Orihuela 1992

Il tema della continuità è sviluppato e articolato nella Biblioteca di Orihuela. L’edificio è costituito da due volumi ad L, ruotati e accostati ad individuare una corte centrale. La composizione di masse e cavità litiche afferma con chiarezza una sostanziale gravità stereotomica, enfatizzata per contrasto dall’aerea presenza di una trasparente pensilina, che ricopre la corte sostenuta da esili colonne metalliche.


sede centrale della caja general de ahorros a granada 1992-2001

L’edifico è configurato come un cubo stereotomico, all’interno del quale si espande il volume di un atrio a tutta altezza, definito da Alberto Campo Baeza come un “impluvium di luce”. Tale spazio, pavimentato in travertino, riceve un’illuminazione principale di tipo direzionale attraverso ampi lucernai ed è arricchito da un’ulteriore fonte di luce: tre pareti del grande vano

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sono costituite infatti da schermi in cui l’alabastro esprime la propria qualità di traslucenza; tagliato in spessore sottile, il materiale lascia filtrare una parte dalla luce esterna, restituendo all’interno un flusso luminoso diffuso e omogeneo.


centro balear de innovaciÓn tecnolÓgica a inca 1995-1998

Anche il Centro Balear de Innovación Tecnológica di Inca è un’opera esemplare della nozione di solidità stereotomica. L’edificio è costituito da un largo basamento di impianto triangolare; una forma unitaria, pura e compatta. Tale podio, rivestito all’esterno di pietra locale di Marés, è caratterizzato in sommità da un muro spesso e chiuso, che ne ribadisce l’intero perimetro. Sul basamento si crea così un’ampia corte-agorà murata, un hortus conclusus foderato sulla pavimentazione e sulle pareti da grandi lastre di travertino romano. All’interno della corte si innalza la parte tettonica dell’architettura: una scatola di cristallo completamente trasparente che appoggia con levità sul piano litico orizzontale.


Ampliamento della sede provinciale del Servizio sanitario nazionale ad AlmerÍa 1999-2002

Con l’ampliamento della Sede del Servizio Sanitario Nazionale di Almeria la ricerca di Campo Baeza sul tema delle superfici tettoniche si spinge ad esplorare le potenzialità degli schermi litici mobili. L’opera si configura come un volume elementare, totalmente ricoperto di lastre di pietra lumachella. Così, la materia litica compone una scatola funzionale sottile e proteiforme, costituita da parti fisse e da teorie di lastre mobili accostate tra loro, per dar vita ad un sistema di oscuramento. Baeza ha infatti disegnato coppie di imposte

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lapidee quadrate che, in corrispondenza di ogni finestra, possono scorrere e ruotare su perni metallici, assumendo molteplici giaciture; come palpebre possono essere spalancate, socchiuse, o accostate ermeticamente, modificando il volto esterno dell’edificio e modulando l’intensità luminosa degli ambienti interni.



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Il piano orizzontale Il concetto di piano orizzontale è essenziale in l’architettura: è un’idea di ieri, di oggi e di domani. Grazie alla gravità, dalla quale il corpo umano dipende per tutte le sue funzioni, il piano orizzontale pone l’uomo, in piedi sul pavimento, in contrapposizione al cielo; l’uomo avverte la massima sensazione di equilibrio quando è su un piano perfettamente orizzontale. Inoltre, pur essendo il confine che divide due mondi, il tettonico e lo stereotomico, il piano è anche il luogo dove essi si incontrano.

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Le citazioni sono tratte da: Alberto Campo Baeza, Principia architectonica, Madrid, Mairea Libros, 2013, pp. 44, 63 e 65.


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Le pietre angolari Nel Nuovo Testamento troviamo questa frase: “La pietra scartata dai costruttori è diventata la pietra angolare”. Sono infatti le pietre d’angolo a definire la struttura di un edificio e a stabilirne l’ordine spaziale. […] Anche se tutti gli edifici hanno, ovviamente, una solida base, da tempo osservo gli edifici in pietra, la cui identità è contenuta proprio nel loro punto di incontro con il suolo. In passato gli edifici in pietra avevano alla base larghe pietre, che ben si rapportavano al tipo di architettura. […] Il loro incontro con il suolo era, ed è ancora, importante, sia concettualmente che costruttivamente. […] Gli angoli degli edifici sono fondamentali, l’architettura si osserva proprio a partire dagli angoli: essi delineano e costituiscono il tessuto delle città.

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Piazza attrezzata Entre Catedrales a Cadice 2000-2009

A Cadice lo stesso selciato in marmo a maglia quadrata, già proposto nella Piazza di Almeria, è impiegato per realizzare un podio incastonato tra due antichi edifici di culto; il piano sopraelevato, accessibile attraverso una lunga rampa laterale, protegge alcuni scavi archeologici e allo stesso tempo si configura come un belvedere rivolto verso il mare che lambisce la città. Il marmo di Macael della pavimentazione è un materiale storico della tradizione costruttiva andalusa che si ritrova in molte sale e nelle corti dell’Alhambra di Granada.

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Padiglione La Idea Construida per Pibamarmi a verona 2009

L’interno del padiglione si è offerto al visitatore come uno spazio introverso immerso nella penombra; una camera litica vuota destinata alla sosta e alla meditazione, foderata di marmo di Carrara e segnata dal passaggio lento di fasci luminosi sulla superficie lapidea. All’esterno i pezzi di design Pibamarmi sono stati disposti in una galleria a muro, come reperti di una collezione di antichità, accostati a calchi storici di sculture classiche ed ellenistiche prestati per l’occasione dall’Accademia di Belle Arti di Firenze.

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Lo spazio interno, cubico e minimale, ha espresso una summa delle lunghe elaborazioni operate da Campo Baeza sulla relazione tra gravità della pietra, geometrie pure, energia luminosa statica o dinamica e percezione dello scorrere del tempo; la galleria di “memorie” antiquarie ed elementi contemporanei ha aggiunto un ulteriore grado di lettura del rapporto tra l’opera dell’uomo e la dimensione temporale, in un mosaico di forme e proporzioni raffinato e poetico.


Uffici Benetton a Samara 2010

La manifestazione della natura ambivalente della superficie litica mobile è centrale nella poetica architettonica di Alberto Campo Baeza; i nuovi uffici del gruppo Benetton a Samara ripropongono questo tema. Il progettista intesse nella facciata un palinsesto di ante in marmo di Carrara, increspato e vibrante di chiaroscuri quando gli elementi sono aperti con diverse inclinazioni; compatto, liscio e monocromatico del biancore del marmo se le lastre vengono posizionate nell’assetto di totale chiusura.


Uffici per la Giunta di Castilla León a Zamora 2010-2012

Il tema dell’hortus conclusus – già declinato nel Centro Balear de Innovación Tecnológica di Inca – trova un’ulteriore espressione, resa più che mai intensa dalla collocazione dell’intervento in un tessuto urbano denso e fortemente storicizzato. In quest’opera di Zamora un alto muro, costruito con la stessa pietra locale di Burgos con cui sono realizzati gli antichi edifici circostanti, segue l’andamento del lotto a formare un giardino segreto; al centro dello spazio, aperto verso il cielo e popolato di alberi, sorge

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un corpo trasparente dove trovano posto gli uffici. Il setto murario, spesso e possente, costituisce un segno forte e decisivo, eppure perfettamente commisurato alla dimensione del tessuto insediativo circostante; nella cortina continua la pietra si stratifica in placche serrate di grande formato, che solo in pochi punti lasciano spazio ai varchi di accesso e a calibrate aperture tagliate per consentire la vista sui monumenti.



Casa VT a Zahara 2012-2013

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La casa che guarda il mare è interamente ricoperta di travertino romano. Dalla strada di accesso, attraversando un muro che si presenta con un “certo carattere di rovinaâ€?, si passa alla copertura della residenza, configurata come un grande podio che si estende in continuitĂ con il paesaggio sabbioso. Su tale piano litico si aprono gli accessi in trincea agli spazi abitativi sottostanti, che sono illuminati grazie ad ampie superfici vetrate zenitali.


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La gravità I componenti costitutivi della poesia o della musica non hanno peso, ma quelli dell’architettura sono inesorabilmente soggetti alle leggi della gravità. La gravità costruisce lo spazio. Quindi, quando parlo di struttura, voglio sottolineare che la sua importanza non risiede semplicemente nei suoi carichi statici, ma anche in qualcosa di più importante, ovvero nello stabilire un ordine nello spazio.

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Lo specchio Lo specchio è il prodotto dell’impressionante inventiva dell’uomo. Potete immaginare l’invidia che Narciso, il quale passava così tanto tempo a contemplare il proprio riflesso in un lago, avrebbe provato per l’inventore del primo specchio? La tecnologia attuale fa sì che gli specchi siano perfetti e duraturi. [...] Lo specchio è la materializzazione del nulla, della fugacità. Tempus fugit.

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Le citazioni sono tratte da: Alberto Campo Baeza, Principia architectonica, Madrid, Mairea Libros, 2013, pp. 17 e 88.


Padiglione La Pietra di Sisifo per Pibamarmi a verona 2013

L’immagine del pesante masso che incombe sull’esistenza di Sisifo è utilizzata da Alberto Campo Baeza per richiamare il concetto di gravità; il riferimento al mito greco sta alla base del recente progetto firmato dall’architetto per il padiglione Pibamarmi all’edizione Marmomacc 2013. L’allestimento vuole sottolineare una volta di più il valore della forza di gravità:

un grande blocco di travertino rimane sospeso appena sopra le teste dei visitatori e, da presenza incombente, si trasforma in entità “misteriosa e provocatoria”, fluttuante in uno spazio luminoso e replicato nell’immagine da un pavimento riflettente. Lo specchio materializza l’idea di fugacità ed evidenzia un ulteriore valore basilare dell’architettura, cioè la cognizione del tempo.


Le ragioni della critica

Kenneth Frampton, Colette Jauze, Campo Baeza, Rockport, Rockport Publishers, 1996, pp. 131; “Alberto Campo Baeza. Casa unifamiliare a Sevilla La Nueva”, Casabella n. 681, 2000, pp. 6-11; con un saggio di Raúl del Valle González, Continuità e natura: un’opera recente di Alberto Campo Baeza, p. 8; Giovanna Crespi, “Un cubo di luce ai piedi della montagna rossa. Alberto Campo Baeza, Sede centrale della Caja General de Ahorros”, Casabella n. 697, 2002, pp. 12-21; Manuel Blanco, Campo Baeza. Light is more, Madrid, T.F. Editores, 2003, pp. 182; con un prologo di Kenneth Frampton, On reading the elemental in the work of Alberto Campo Baeza, pp. VII-XIV; Alberto Campo Baeza. Progetti e costruzioni, Milano, Electa, 2004 (I ed. 1999), pp. 173; con un saggio di Antonio Pizza, La ricerca di un’architettura astratta. Alberto Campo Baeza, pp. 7-23; Gabriele Lelli, “Centro Balear de Innovación Tecnológica a Inca, Maiorca”, pp. 440443, in Alfonso Acocella, L’architettura di pietra. Antichi e nuovi magisteri costruttivi, Lucca-Firenze, Lucense-Alinea, 2004, pp. 623;

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Alfonso Acocella, “Costruire con la pietra, progettare con la luce”, pp. 64-85, in Vincenzo Pavan (a cura di), Nuova estetica delle superfici, Faenza, Gruppo Editoriale Faenza, 2005, pp. 157; Giovanna Crespi, “Penombra luminosa. Alberto Campo Baeza. Casa Guerrero”, Casabella n. 754, 2007, pp. 80-85; Nicola Braghieri, “Una scatola aperta al cielo. Alberto Campo Baeza. Asilo a Ponzano Veneto”, Casabella n. 764, 2008, pp. 56-65; Giovanna Crespi, “Leggerezza e gravità. Alberto Campo Baeza. Casa Olnick Spanu”, Casabella n. 777, 2009, pp. 42-49; Giovanna Crespi, “La città come poesia. Conversazione a distanza con Alberto Campo Baeza”, Casabella n. 785, 2010, pp. 33-35; Massimo Ferrari “Memoria e identità andaluse. Alberto Campo Baeza. Museo de la Memoria de Andalucía”, Casabella n. 785, 2010, pp. 24-32; Davide Turrini, Alberto Campo Baeza. Pietra, luce, tempo, Melfi, Librìa, 2010, pp. 93; Manuel Blanco (a cura di), Campo Baeza. L’albero della creazione, Roma, MAXXI, 2011, pp. 127.


Le ragioni del visitatore...


micropress

I Carnet rappresentano una delle famiglie degli artefatti comunicativi di Micropress, collana editoriale in self publishing di Lab MD del Dipartimento di Architettura di Ferrrara. Concept Alfonso Acocella Progetto grafico Giulia Pellegrini

Copyright 2013 Lab MD/Pibamarmi ISBN 978-88-908475-2-3 Stampa Tipolitografia Campisi, Arcugnano (VI)


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