Fonit Cetra _ BrandBook

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Non può morire un’idea. La fai morire, lei vive, vive, vive. Ivano Fossati

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INDICE HERITAGE pag. 5 STRUTTURA pag. 27 VALORI pag. 29 RESPONSABILITÀ pag. 30 formazione qualità INTRAPRENDENZA pag. 36 ricerca investimento POLIEDRICITÀ pag. 42 pubblico generi ITALIANITÀ pag. 48 tradizione artisti italianI

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HERITAGE


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Era il 1957. Nella chiesa di St. Pete, a Liverpool, si incontravano per la prima volta Paul McCartney e John Lennon. Paul Simon e Arthur Garfunkel, a New York, incidevano la loro prima canzone, “Hey, Schoolgirl”. In Italia, dall’unione di Fonit e Cetra, nascevo io. Era un anno di cambiamento nella mia Italia, si respirava un clima di novità.

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La TV iniziava a trasmettere il tanto amato Carosello, nelle strade si vedevano sfrecciare le prime Fiat500; capii subito che avrei dovuto contribuire anch’io a questa trasformazione. Sono Fonit Cetra, una casa discografica, nata il 16 dicembre 1957.


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La mia storia, però, ebbe inizio molti anni prima, nel 1911, quando, a Milano, nacque Fonit. Cetra, invece, nacque a Torino nel 1933. In breve tempo divennero entrambe due aziende leader nella discografia italiana dei 78 giri.

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Crescendo riuscii a guadagnarmi rispetto con cura e meticolosità. Davo sempre attenzione ai sogni di chi si rivolgeva a me con speranza, con la mente piena di progetti. Offrivo ai miei artisti protezione e, insieme a loro, crescevo. Il nostro rapporto era di continuità e fiducia, insieme ci impegnavamo a tenere alto l’interesse del pubblico di ogni età, proponendo generi sia popolari che ricercati. Con alcuni di loro condivisi gran parte della propria carriera musicale, mentre con altri ebbi solo una breve collaborazione. Diventai grande grazie a ogni contributo, anche il più piccolo, di personalità e inclinazioni che, seppur molto diverse, mi rendevano così incredibilmente armoniosa. Il frutto di questa armonia

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sono sempre stati i miei prodotti, audio, ma anche video, da cui traspariva la passione che mi ha legato al mio pubblico, per il quale scelsi fin da subito di variare e diversificare la mia attività.


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Molto devo alla mia compagna d’avventure, la RAI. Tutti iniziarono a conoscere il mio nome grazie a lei. Alcuni bambini si incantavano davanti alle immagini e ai suoni dello Zecchino d’Oro, altri si fermavano a vedere i miei video, come “L’Albero della Vita”. Ho contribuito alla formazione e all’educazione della gioventù di allora, sempre con la stessa dedizione e l’impegno che mi ha contraddistinta. Grande fu l’emozione e la trepidazione quando, sempre la mia

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compagna RAI, mi propose di commercializzare le riprese di ben quindici concerti alla Scala, partendo dal “Don Giovanni” diretto da Muti, in altrettanti anni. Se solo ripenso alla sonorità, alla maestosità di uno dei più grandi teatri, mi commuovo di nuovo. Da qui, poi, riuscii anche ad immergermi in un progetto più ampio nella distribuzione della musica classica.


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Sono, però, sempre stata di mentalità aperta, sempre pronta ad una nuova avventura, seppur coraggiosa, per poter incantare di nuovo il mio pubblico: feci giungere fino a qui gli echi jazz d’oltreoceano, interpretati da artisti come Charlie Parker e Miles Davis. Ma non fu solo il jazz il mio unico vessillo a favore della novità e dell’avanguardia. Oltre ai miei amati vinili, cominciai a diffondere anche i Compact Disc. Fu strana, ma piacevole, la reazione del pubblico la prima volta che ne strinse qualcuno tra le mani: così piccoli, così sottili. Eppure, capii subito che esso avrebbe rappresentato una nuova frontiera nell’avanzamento tecnologico. Per questo, infatti, raccolsi opere di dominio pub-

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blico e le misi a disposizione dell’intero bacino di utenza. I prezzi, ovviamente, erano economici, alla portata di tutti: non era giusto che certi capolavori fossero solo appannaggio di un pubblico d’élite. Salii su un ulteriore gradino della popolarità con una risata: tramite le videocassette Fonit Video, infatti, entrai nelle case degli italiani con la nostra commedia, la tipica “commedia all’italiana” che ancor oggi diverte e non credo smetterà mai di farlo.


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La mia etichetta storica, quella che mi rappresenta di più, era tutta nera con il logo superiore e le scritte in argento. Dal 1968 i miei marchi portavano l’effige della SIAE e, spesso, anche il timbro circolare, mentre le primissime copie del primo album dei New Trolls avevano ancora il marchio BIEM. Un’eccezione, invece, era rappresentata dalla serie di album con il codice LPP, quasi tutti dischi folk e di musica tradizionale, che aveva invece un’etichetta blu con le stesse scritte argento. Pensai che l’argento delle stelle si imprimesse bene sul nero, o sul blu, del cielo della notte. Stelle. Quelle erano i nostri artisti, quelle eravamo. Intorno al 1974, adottai una nuova etichetta: sempre nera, con tre piccole

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scritte “Fonit” in argento nella parte superiore. Lo sfondo divenne arancione nel 1975: c’era da stare al passo con i vivacissimi anni ‘80 che incombevano. Alla fine dei ‘70, alcun miei dischi avevano etichette rosse e scritte nere, che riproducevano il classico stile della decade a cavallo tra i ‘60 e i ‘70. Le mie serie speciali di fine anni ‘70 - inizio anni ‘80 (Fonit3000, Dobule Music e Pellicano), alle quali ero molto affezionata, avevano tutte etichette diverse: la Double Music era rossa scura, la Pellicano arancio chiaro, per esempio.


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Intorno alla fine degli anni ‘80, fui rilanciata grazie a una collaborazione con un vecchio amico meneghino, poi divenuto un’etichetta indipendente: Vinylmagic, un esclusivo rivenditore milanese di dischi. Per molte delle produzioni più rare (Samadhi, Ricordi d’Infanzia, Alluminogeni) questa fu l’unica ristampa in vinile mai uscita. Vi rendete conto di quanto erano preziosi? Queste importantissime ristampe, decisi di marchiarle con un’etichetta celeste con scritte nere. Questi colori, impressi su dei prodotti così rari e di valore, divennero quelli che ancor’oggi mi rappresentano. E il celeste del cielo, come fu in origine con il nero, lo porto sempre con me.

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Ricordo con orgoglio tutti i miei collaboratori, soprattutto miei amici, che hanno contribuito a consolidare la mia identitĂ . Tra i tanti:

Raffaella CarrĂ Mia Martini Claudio Villa

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New Trolls Fossati Quartetto Cetra

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STRUTTURA



RESPONSABILITÀ INTRAPRENDENZA POLIEDRICITÀ ITALIANITÀ

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RESPONSABILITĂ€ La volontĂ di prendersi cura, essere garanti, fare delle scelte e rendere conto di atti in cui si ha una parte determinante, sia nei confronti del pubblico che dei nostri collaboratori.


FORMAZIONE QUALITÀ

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FORMAZIONE QUALITÀ

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FORMAZIONE

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QUALITÀ

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INTRAPRENDENZA L’audacia di tentare imprese nuove, anche rischiose, avendo spirito d’iniziativa, coraggio, tenacia e sapendo scommettere sulle risorse umane.


RICERCA INVESTIMENTO

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RICERCA INVESTIMENTO

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RICERCA

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INVESTIMENTO

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POLIEDRICITÀ La molteplicità di sfaccettature, l’accostamento di stili diversi, la capacità di spaziare in ambiti multiformi e coinvolgere l’interesse di un target variegato.


PUBBLICO GENERI

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PUBBLICO GENERI

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PUBBLICO

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GENERI

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ITALIANITÀ Il senso di appartenenza al complesso di caratteri storici e culturali che connotano fortemente il costume e la psicologia degli italiani; sentirsi parte e contribuire attraverso il proprio lavoro al rafforzamento dell’identità nazionale.


TRADIZIONE ARTISTI ITALIANI

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TRADIZIONE ARTISTI ITALIANI

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TRADIZIONE

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ARTISTI ITALIANI

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