Poems of Architecture

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Poesie di Architettura L’architettura come pratica artistica

Poems of Architecture

Architecture as artistic practice Matteo Armenante 830547

Politecnico di Milano Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni Progettazione dell’Architettura Anno accademico 2016/2017





Tra Parentesi Architettura per lo Spirito: spazi per la meditazione, la memoria e la celebrazione Sacred Stones Architettura per il culto: il sacro e il profano La scatola magica Architettura per l’abitare quotidiano: dalla forma astratta all’abitazione Scuola per le Arti Architettura per l’arte: l’arte come contenuto e contenitore Elaborato finale Architettura come pratica artistica nella storia contemporanea: La poesia delle architetture del passato La risposta poetica alla rivoluzione industriale La Scienza è poesia: il movimento moderno I poeti del Novecento: Le Corbusier e Louis Kahn Architettura oggi: una nuova poesia

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“Se in un bosco troviamo un tumulo, lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto qualcuno. Questa è architettura.” Adolf Loos

Tra Parentesi In onore di Luigi Moretti

Laboratorio di Progettazione Architettonica I Politecnico di Milano Professori: Barbara Anna, Pe Raffaele, Ruggiero Paolo Gruppo: Armenante Matteo


1m Pianta piano terra 2

Pianta copertura

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“Ho sempre pensato all’architettura come monumento ... Solo quando essa si realizza come monumento costituisce un luogo.” Aldo Rossi

Sacred Stones Laboratorio di Progettazione Finale Politecnico di Milano Professori: Faroldi Emilio, Rostagni Cecilia, Vettori Maria Pilar Gruppo: Armenante Matteo, Corradi Marcello, Mion Marta


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Funzioni: 1. Accesso oratorio 2. Cappella feriale 3. Aule catechismo 4. Salone polifunzionale 5. Uffici 6. Aula studio/educazione 7.Area giochi 8. Cucina comune 9. Sacrestia 10. Confessionali 11. Altare 12. Segreteria 13. Casa del prete 14. Archivio

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Pianta al suolo

Pianta primo piano

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“L’astrazione architettonica ha questo di particolare e magnifico, che, radicandosi nel fatto brutale, lo spiritualizza.” Le Corbusier

La scatola magica Casa-atelier per artista

Laboratorio di Progettazione Architettonica II Politecnico di Milano Professori: Aimini Matteo, Brumana Raffaella, Coppetti Barbara Gruppo: Armenante Matteo


ro e alle sue esposizioni; mentre ai piani superiori gli ambienti domestici sono inseriti all’interno di spazi irregolari. Le aperture sono ridotte al minimo e, quasi tutte differenti, scaturiscono dalle necessità interne: solo il fronte Sud presenta l’unica apertura a doppia altezza che illumina la zona espositiva e il soggiorno. Le facciate si caratterizzano così come grandi muri massivi, la cui visione privilegiata è quella di scorcio in modo tale che l’osservatore si perda, come in un vortice, cercando di cogliere il volume a 360°. Un unico percorso esterno attraversa l’edificio e conduce a una piattaforma, questa si presenta come un frammento scaturito dall’esplosione generatrice e abbraccia uno specchio d’acqua.

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Pianta piano terra

Pianta primo piano

Pianta secondo piano

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“La tecnica ha ampliato i confini della poesia: non ha ostruito gli orizzonti, nè ucciso lo spazio, nè imprigionato i poeti ... In ogni istante, dall’avanzata della tecnica scaturiscono sogno e poesia.” Vittorio Gregotti

Scuola per le Arti Laboratorio di Progettazione Architettonica III Politecnico di Milano Professori: Salomon Laurent, Oldani Andrea Gruppo: Armenante Matteo, Lachgar Maryem


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Pianta al suolo

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Pianta piano tipo laboratori


Funzioni: 1. Piazza ipogea 2. Biblioteca 3. Caffetteria 4. Ingresso alloggi ricercatori 5. Galleria d’arte 6. Spazi per i ricercatori 7.Laboratori artistici 8. Aule studio 9. Mezzanino laboratori artistici

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Pianta piano tipo mezzanino

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“Ogni grande architetto è, necessariamente, un grande poeta. Deve essere l’interprete originale del suo tempo, della sua epoca, del suo istante.” Frank Lloyd Wright

Elaborato finale Architettura come pratica artistica nella storia moderna


La poesia nelle architetture del passato

Sin dalla sua nascita, in cui l’essere umano ha eretto due muri in terra e collocato una copertura su di essi per dotarsi di un rifugio, l’architettura ha manifestato una natura bivalente; in cui la componente umanistica e scientifica, la poesia e la tecnica, il fatto d’arte e la costruzione si sono da sempre manifestati con un rapporto a volte conflittuale e a volte di estrema complicità. Resta indubbio che l’opera architettonica in quanto tale scaturisce dall’intenzione della mente di un architetto, il quale attraverso la modellazione delle forme plastiche colpisce l’anima e i sensi dello spettatore. Nella Grecia classica questa volontà raggiunge il suo apice e si esplicita come mai prima di allora; il Partenone ad Atene ne è la migliore delle dimostrazioni: definito addirittura macchina per creare emozioni5, questo tempio è il frutto perfetto dell’armonia e delle proporzioni presenti in natura, rielaborate e trasformate in spazi e materia dall’intelligenza umana. Altri esempi virtuosi del passato ci sono stati offerti dall’architettura gotica: questa, grazie all’elevato livello ingegneristico raggiunto, è riuscita a spogliare del superfluo le sue cattedrali fino a raggiungerne la pura essenza, creando spazi generati da luci, soluzioni tecnologiche e suggestioni. Il Rinascimento, in cui tutte le discipline artistiche raggiungono i più alti livelli, legandosi indissolubilmente tra loro, vede il suo perfetto rappresentante nella figura di Michelangelo Buonarroti: questi incarna infatti il perfetto ideale di artista del suo tempo, Spirito trasmesso a pieno nel progetto della Biblioteca Medicea Laurenziana.6 Nei suoi spazi l’architettura nasce in simbiosi con le sculture, le modanature, gli elementi di arredo e la pavimentazione; se solo uno di questi elementi venisse a mancare il luogo perderebbero irreversibilmente la sua forza e identità poetica.

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La risposta poetica alla rivoluzione industriale

È con l’avvento della rivoluzione industriale, con il radicale cambiamento del sistema produttivo e dunque della struttura socio-economica, che l’architettura inizia a sentire il bisogno di indagare più a fondo l’influenza che la sfera umana e irrazionale può avere sul progetto del costruito. A fronte della progressiva scomparsa delle tradizioni e della de-umanizzazione del sistema costruttivo, gli architetti del XIX secolo teorizzano l’idea del ritorno a un mondo artigianale e vernacolare, in cui l’arte abbracci completamente il progetto architettonico. Questa corrente sfocia nel movimento artistico Arts and Crafts e può essere riassunta nella citazione di John Ruskin, scrittore, pittore e poeta che maggiormente influenzò il pensiero dell’epoca: “La Scienza dell’Architettura, considerata nella massima estensione, è una delle più nobili tra quelle che riguardano le creazioni dello spirito umano. Non è solo una scienza della riga e del compasso … È, o dovrebbe essere, una scienza del sentimento, più che della regola, una scuola della mente, più che dell’occhio.” 7

È invece nell’architettura sovietica degli anni venti che la corrente espressionista trova terreno fertile per la sua diffusione. L’ambiente post rivoluzionario, con il rinnovamento dell’ordine sociale e l’ostilità contro ogni legame con il passato, rappresenta il nuovo, necessario, punto di partenza per l’architettura, tale da permettere una sperimentazione formale, frutto dello stretto legame tra ideali sociali e soluzioni compositive. Il capolavoro di questo pensiero, scultura scientifico-tecnologica, è sicuramente il monumento alla terza internazionale 9 di Vladimir Tatlin, dove due spirali metalliche intrecciate contengono tre volumi sospesi e in movimento. Il monumento, con i suoi quattrocento metri di altezza, diventa l’emblema di un’utopia proletaria; dove la dinamicità, la tensione strutturale e la pretenziosa sfida alla libertà esprimono l’irrequietezza del nuovo Spirito sovietico.

L’architettura diventa quindi scienza per il veicolo di emozioni, raggiunte attraverso le qualità di semplicità, familiarità e rusticità, in linea con questa posizione lo stretto legame con le tradizioni e la coscienza nazionale riacquista un enorme valore. Ne è un esempio la grande importanza viene data al camino, simbolo della protezione e solidità domestica, e al giardino, concepito naturale estenzione degli spazi interni. La Scienza è poesia: il movimento moderno

Con simili sentimenti patriottici ma sviluppati in maniera diametralmente opposta, circolano in Germania le teorie del Deutscher Werkbund, le quali sfoceranno nelle principali correnti progressiste del Novecento, tra cui l’espressionismo e il funzionalismo. Nasce quindi una nuova concezione che vede nell’uso logico ed esplicito dei nuovi materiali la miglior risposta ai problemi costruttivi e riesce a ottenere un’originale e fortunata unione tra tecnica ed emozione, sfruttando la prima in funzione della seconda. Peter Beherens, ad esempio, nella Fabbrica di Turbine AEG8 riesce a nobilitare il nuovo edificio-simbolo dell’epoca industriale, la fabbrica, trasformandolo in un tempio del lavoro; il progetto viene generato attraverso un linguaggio classico astratto e una semplice ossatura strutturale. Ritroviamo dunque in un capannone industriale l’armonia e le proporzioni naturali tipiche della classicità dove il basamento, la copertura a forma di gru che richiama un frontone greco, i montanti rastremati e l’evanescente tamponatura in vetro ripropongono il ritmo nobile e sereno della tradizione neoclassica.

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L’influenza del cubismo e delle arti astratte, oltre che in Russia, ha portato interferenze interessanti anche nell’architettura europea, in particolare in Olanda, all’interno del movimento De Stijl. Dove l’estrema ricerca verso la semplificazione e la riduzione degli elementi fino ad arrivare alla loro pura essenza ha creato spazi colmi di poesia e suggestioni. Grazie a questo percorso si è giunti a individuare le linee generatrici degli elementi, tradotti in architettura con setti e piani intersecanti; il vuoto spaziale passa così da ambiente generato a generatore, in grado di creare spazi dilatati e ambienti fluttuanti che sembrano sfidare le forze naturali. Tuttavia queste componenti e questi spazi suggestivi sono già presenti in America, anticipati dal genio di Frank Lloyd Wright (1867-1959). Questi fa propri i temi sulla sensibilità regionale introdotti da Arts and Crafts portandoli a uno livello superiore, grazie all’unione con le recenti scoperte in campo tecnologico. Nelle sue ville attraverso un’architettura organica, la sacralità del focolare e la stretta connessione tra spazio interno ed esterno, prende forma un nuovo modo di vivere la dimora, tipico della borghesia suburbana americana. Allo stesso modo, negli edifici pubblici, Wright coglie l’essenza della loro funzione e la trasforma in ambiente costruito; l’esempio più celebre e poetico è il museo Guggenheim a New York10 dove il potere ascensionale dell’arte si materializza in un’unica rampa continua che al contempo genera l’interno e l’esterno dell’edificio.

I poeti del Novecento: Le Corbusier e Louis Kahn

“L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi. La Costruzione è per tenere su: l’Architettura è per commuovere.” 11 Con questa citazione Le Corbusier (1887-1965) definisce in modo chiaro e definitivo la sua posizione riguardo il rapporto tra costruzione e architettura, confermando il flusso degli eventi che ha portato nel Novecento l’arte del costruire a delinearsi come disciplina finalizza a muovere i sensi umani, al pari delle discipline artistiche. L’architetto svizzero ripercorre la storia dell’uomo e si sofferma con particolare attenzione sulle rovine greche studiandole, misurandole e ridisegnandole. La conclusione è solo una: i Greci furono maestri del commuovere, riuscendo a interpretare la natura attraverso la matematica e la perfetta armonia delle forme. Il taglio del marmo, le scanalature e le correzioni ottiche applicate in architettura diventano così pura creazione dello Spirito. Questo è inteso come manifestazione dell’uomo, il quale crea il suo universo a immagine della natura e aderente alle sue leggi. Giunto a questa consapevolezza, Le Corbusier si scaglia contro i suoi contemporanei che hanno invece perso lo Spirito del loro tempo. Se da una parte l’ingegno tecnologico continua ad avanzare con successo, l’architettura si rifugia in una sterile ripresa dei modelli del passato, non più attualizzabili. L’armonia tra arte e scienza si incrina e perde il suo potere espressivo; la soluzione è dunque l’approdo all’estetica dell’ingegnere attraverso cui lo Spirito moderno si manifesta e, sfruttando ed esaltando la funzionalità delle nuove scoperte scientifiche, individua nella luce e nell’ombra, nel muro e nello spazio, le componenti per comporre nuove poesie di architettura.

La corrente modernista trova una seconda importante figura di architetto-poeta in Louis Kahn, il quale elabora una personale teoria poetica: l’architettura della luce e del silenzio, introducendo una sempre maggior consapevolezza spirituale all’interno della disciplina costruttiva. “Dov’è lo scienziato e dove il poeta? Il poeta è colui che partendo dal non-misurabile raggiunge il misurabile, ma mantiene la forza del non-misurabile sempre presente lungo tutto il percorso.” 12 Con questa spiegazione Louis Kahn (1901-1974) introduce le due realtà generatrici del progetto architettonico: il non-misurabile , silenzio, desiderio di essere, spazio in potenza, che è componente inscindibile per ogni opera di architettura, senza di cui un progetto non sarebbe creazione dello Spirito. Il non-misurabile tuttavia per celarsi necessita dell’incontro con il misurabile, luce e generatore di spazio, misura di ogni cosa già esistente. Alla soglia tra i due: il tesoro dell’ombra ,dove l’opera riacquista la sua componente poetica e immisurabile, diventando celebrazione dello Spirito. La naturalezza e spontaneità del processo creativo è allo stesso modo presente in ogni materiale, questi infatti possiedono già in principio la loro volontà costruttiva; ne consegue che l’architetto debba interrogare l’elemento costruttivo per riuscire a cogliere la giusta modalità per rispettarlo e valorizzarlo. La forma architettonica diventa così manifestazione della natura, che solo l’artista riesce a cogliere e modellare. Architettura oggi: una nuova poesia

Anche all’interno del contesto contemporaneo il dibattito architettonico tra poesia e scienza acquista più che mai importanza; a fronte di un nuovo e significativo cambio di tecnologie e modalità dell’abitare l’architettura è chiamata a esprimersi e trovare una nuova espressione dello Spirito del nostro tempo. “Quando io parlo di architettura, parlo sempre di pratica artistica, cioè di un’attività che fonda la propria necessità di essere sul congiungimento, e non sulla separazione, dell’attività teorica, di quella estetica e di quella tecnica.” 13

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Seppure in un’epoca in cui le tecnologie e la settorializzazione del processo costruttivo prendono il sopravvento sulla poesia, Vittorio Gregotti (1927-) ribadisce quanto le diverse nature della disciplina architettonica debbano diventare un unicum per dare forma e sostanza al progetto. In quanto prodotto creativo, l’architettura non può e non deve essere solo una risposta alle leggi costruttive ma una risposta ai bisogni e agli interessi della natura umana. L’architetto dunque, come un regista, governa ogni campo del processo creativo e ne dirige gli attori, solo così, una volta compiuta l’opera, è possibile arrivare alla poesia. 19



1. Nello specifico: Villa La Saracena, Santa Marinella 1955 -1957 Villa La Califfa, Santa Marinella, 1966 - 1977 2. Isolotto Maggi, isola fluviale sul fiume Po. Importante sito balneare fino agli anni sessanta del Novecento. 3. Nello specifico si è considerato: il cubo come ripresa della Caaba, antico cubo nero presente nella Sacra Moschea. L’anfiteatro, come luogo adibito alla catarsi dell’anima attraverso la visione di tragedie e commedie greche. La capanna, non solo come simbolo di accoglienza della sacra famiglia cristiana, ma anche come luogo fisico in cui accogliere i bisognosi. 4. Casa del Fascio della Federazione provinciale in Piazza San Sepolcro, 1935 - 1940. Attualmente sede della Polizia di Stato. 5. Celebre definizione di Le Corbusier. 6. La Biblioteca Medicea Laurenziana, costruita a Firenze tra il 1519 e il 1534, è uno dei capolavori di Michelangelo Bonarroti (1475 - 1564), scultore, pittore, architetto e poeta rinascimentale. 7. Ruskin J., La poesia dell’Architettura, Milano, A. Solmi, 1909 8. Fabbrica di Turbine AEG, Berlino, 1908. 9. Monumento alla terza internazionale, progettato per celebrare la Terza Internazionale nel 1919. Vennero realizzati solo modelli, esposti a San Pietroburgo e Mosca. 10. Guggenheim Museum, New York City, 1943 - 1959 11. Le Corbusier, Verso una Architettura, Bergamo, Longanesi, 2013 12. Lobell J., Between silence and light, Spirit in the Architecture of Louis I. Kahn, Boston, Shambhala, 2000 13. Gregotti V., Il territorio dell’architettura, Milano, Feltrinelli, 1992 14. Mill Owners Association Building, Le Corbusier, Ahmedabad, India, 1954

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Baudrillard J., Nouvel J., Architettura e nulla: oggetti singolari, Milano, Electa, 2003 Celant G., Arti e architettura: scultura, pittura, fotografia, design, cinema e architettura: un secolo di Progetti creativi, Milano, Skira, 2004 Curtis J. W., L’architettura moderna del 1900, Londra, Phaidon, 2006 Gregotti V., Il territorio dell’architettura, Milano, Feltrinelli, 1992 Gregotti V., Sulle orme di Palladio: ragioni e pratica dell’architettura, Roma, editori Laterza, 2003 Gregotti V., Sulle orme di Palladio, Ragioni e pratica dell’architettura, Bari, Editori Laterza 2003 Le Corbusier, Verso una Architettura, Bergamo, Longanesi, 2013 Lobell J., Between silence and light, Spirit in the Architecture of Louis I. Kahn, Boston, Shambhala, 2000 Reichlin B., Tedeschi L., Luigi Moretti: razionalismo e trasgressività tra barocco e informale, Milano, Electa, 2010 Ruskin J., La poesia dell’Architettura, Milano, A. Solmi, 1909

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