Nouveau Realisme

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Nouveau Réalisme



Nouveau RĂŠalisme Yves Klein

Armand Pierre Fernandez

Daniel Spoerri



Yves Klein Biografia Klein nacque a Nizza da Fred Klein e Marie Raymond, entrambi pittori. Dal 1942 al 1946, Klein frequentò l'"Ecole Nationale de la Marine Marchande" e la "Ecole Nationale des Langues Orientales", dove cominciò a praticare il Judo. Divenne amico di Arman e Claude Pascal, e cominciò a dipingere. Klein compose la sua prima Symphonie monoton nel 1947. Tra il 1948 e il 1952 viaggiò in Italia, Gran Bretagna, Spagna e Giappone, finché nel 1955 si stabilì permanentemente a Parigi dove tenne una "personale" al Club des Solitaires. I suoi dipinti monocromi vennero esposti alla Galerie Colette Allendy e alla Galerie Iris Clert di Parigi nel 1956. Klein morì a Parigi di infarto del miocardio nel 1962 a soli 34 anni di età, poco prima della nascita di suo figlio, anch'egli destinato ad essere "battezzato" Yves e a diventare artista, seppur scultore.

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L’epoca Blu di Klein In appena trentaquattro anni – tanto è durata la sua vita – e, in soli sette anni di attività artistica, ha lasciato in eredità al mondo dell’arte oltre mille opere. Pur sperimentando la scultura, la pittura, la scrittura e pur essendo un grande appassionato di judo, il suo nome rimane legato a un colore: il blu. Nel colore blu Klein trovò esattamente quello che cercava: l’infinito, la pace, la contemplazione, l’unificazione del cielo con il mare. Il blu come il colore dello spazio infinito che nella sua vastità incalcolabile può contenere tutto. Il 1957 segnò un momento decisivo per la carriera dell’artista, in quest’anno Klein fu nel pieno di quella che definì la sua Epoca blu. 8


Una scelta cromatica molto Ci si abbandona all’ipnotico. chiara la sua. Il blu di Klein è ipnotico. Il reL’artista spinge lo spettatore sto non ha importanza. alla contemplazione di temi legati all’infinito, all’immateriale, alla sensazione di vuoto. Ed è proprio il vuoto che esprime l’arte di Klein: l’unione tra il cielo e la terra senza un confine o un orizzonte a separarli senza limiti e quindi senza orizzonti non può che esaltare il concetto di vuoto ricercato dall’artista. Quando ci si trova di fronte all’opera di Klein si prova qualsiasi sensazione. L’occhio non raggiunge un punto fisso, non ci son figure da guardare, parole scritte da leggere, né vi è nessun tradizionale riferimento pittorico impresso sulla tela. 9


Questo pigmento blu non è un pigmento comunemente diffuso ma ha un suo brevetto, Klein lo battezzò con il nome IKB – International Klein Blue. Brevettandolo, Klein ebbe l’intuizione di elevare l’importanza del colore nell’arte ad un livello assoluto. Questo pigmento ha permesso all’artista di arrivare alla perfezione, all’espressione più pura del blu: il “suo” colore. Klein pian piano intingerà del suo blu muri, statue, corpi, tavole in legno, spugne. Il suo blu invaderà tutto. Il suo blu affascina ed emoziona.

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Arman Pierre Fernandez Biografia Nato a Nizza nel 1928, Arman è tra i primi firmatari ed esponente di rilievo del Nouveau Réalisme, il movimento nato attorno al critico Pierre Restany che nell’aprile del 1960 ne stilò il manifesto. “Il Nouveau Réalisme è una rivoluzione dello sguardo, una nuova dimensione della sensibilità”. Il movimento deriva, pur prendendone le distanze, dalle avanguardie dadaiste di inizio secolo, delle quali riprende l’atteggiamento dissacrante nei confronti dell’arte tradizionale. Con la sua esclusiva azione, l’artista compie un processo di dissemblage quando l’oggetto/ opera d’arte non viene semplicemente esposto, ma sottoposto ad un’azione distruttiva metafora della violenza che la società esercita sui valori morali.

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A partire dal 1952 l'utilizzo del "cavalletto", per una nuova ricerca d'espressione. Cominciò con "timbri" su carta moltiplicati ossessivamente (Cachets), passò alle tracce e alle impronte (Allures). E' tra il 1960 e 1962 che si compie il suo destino, pervenendo ad uno stile nuovo e potente; l'artista focalizza lo sguardo sulla natura moderna, industriale e urbana, appropriandosi degli oggetti della strada: li spezza, li assembla, li comprime e li colpisce di vampe di colore, arricchendoli di drammaticità. Partendo dagli oggetti raccolti dalla strada arriva alla loro de-strutturazione trasformandoli quindi "in massa e colore" mediante un processo di contaminazione. L'opera di Arman non può avere confini limitati, non è pura pittura, non è pura scultura. Lui stesso si definisce "un peintre qui fait de la sculpture". Infatti anche nelle sue opere "frontali" - definite "superfici", perché come egli stesso sostiene "anche nelle mie composizioni volumetriche la mia volontà è sempre pittorica più che scultorea" la sua nozione del volume è lontana da quella degli scultori "puri". 16


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Nella ricerca di nuove creazioni, resa necessaria dalle vecchie pitture, ha esplorato il settore dei rifiuti e degli scarti industriali; perviene quindi alla piena drammaticitĂ dell'oggetto quando il suo gesto diviene collera che lo porta a distruggere gli oggetti o a bruciarli, e infine prova nuove combinazioni nelle sue "inclusioni".

Partito dalla pittura, Arman è artista peculiare per aver fatto la sintesi di tutte le procedure sull'oggetto: sintesi quindi della sintesi. L'arte tradizionale viene cosÏ dissacrata in favore di una revisione dell'estetica dell'oggetto.

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Nouveau Réalisme per Arman significa assemblare oggetti che la nostra società reputa marginali e insignificanti, puntando l'attenzione su ciò che non notiamo ed esaltando così il valore di ciò che utilizziamo quotidianamente.

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Daniel Spoerri Biografia Romeno di nascita, Daniel Spoerri, vittima delle persecuzioni naziste, rappresentante tra i più originali del Nouveau Réalisme, Daniel Spoerri è arrivato all’arte attraverso la danza, il mimo, il teatro, ha aperto poi ristoranti e imbandito banchetti entro gallerie d’arte, attribuendo ai critici il ruolo di camerieri; è stato poeta e scrittore, ha aderito a Fluxus e ha ideato con altri le edizioni “MAT”, multipli d’arte. Grande viaggiatore che ha poi stabilito la sua residenza in Toscana, personalità poliedrica e complessa che dichiara: “Vorrei che si dicesse di me che ho unificato in una vita, la mia, molte vite diverse”.

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La più efficace sintesi della sua poetica sta forse nella Eat Art, un lungo discorso attorno al cibo, all’alimentazione, al rituale del pranzo e del banchetto, in cui le opere d’arte sono realizzate con materiali commestibili: nel '70 realizza a Milano un Eat Art Dinner in cui opere di Klein, Arman, Cesar ed altri nouveau realistes sono servite e consumate durante un banchetto; organizza a Dusseldorf una memorabile Eat Art Exhibition, allestisce cene-happening in cui sono protagonisti i celebri “tableaux-pièges” (quadri-trappola), resti di un pasto apparecchiato, rimasugli di oggetti quotidiani fissati nella loro squallida banalità, tracce del vissuto deteriorate dall’uso: tavoli apparecchiati con piatti e bicchieri usati incollati in una immobile 24

eternità, avanzi di cibo, bottiglie di vino a metà, mezzi pacchetti di sigarette, portacenere con mozziconi spenti, tovaglioli sporchi e spiegazzati, macchie di bevande costruiscono assemblages di rivoltante sudiciume, metafora di una vita effimera, in cui tutto è destinato a divenire rifiuto e relitto.


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Il giardino di Daniel Spoerri

Dopo aver vissuto a New York, in un’isola greca, a Dusseldorf, nei dintorni di Parigi e in altre parti del mondo, negli anni novanta l’artista è approdato sull’Amiata dove ha dato vita al progetto di un parco che finalmente ha visto la luce con la nascita della Fondazione “Il Giardino di Daniel Spoerri”. Il Giardino di Spoerri richiama il Sacro Parco di Bomarzo, lo stravagante 26

giardino Cinquecentesco commissionato da Vinicio Orsini per la moglie scomparsa, che già aveva entusiasmato l’artista fin dal suo primo viaggio nel 1964.


In questo allestimento Spoerri si mostra non solo un grande autore, ma anche un sapiente regista, riuscendo a coordinare magnificamente il proprio lavoro con quello di molti altri artisti. Nel parco è riuscito a trovar posto e ragion d’essere a forme d’arte disparate, unite dal collante dell’amicizia, ma anche da una consonanza tra la poetica dell’oggetto e il concettuale, due aspetti che ritroviamo accomunati nel lavoro dell’artista

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Ringrziamenti Un ringraziamento va agli artisti e alle loro creazioni con le quali sono stati ispirazione per gli artisti di oggi e lo saranno per quelli di un domani

Le immagini contenute in questo catalogo sono a fini unicamente scolastici




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