MATTIA MATRONE
NON È LA FINE DEL MONDO
MATTIA MATRONE
NON È LA FINE DEL MONDO
Š Mattia Matrone 2012/2013
INDICE - Prefazione: Pag. 08 - Fotografie - Capitolo 1: Pag. 12 - Capitolo 2: Pag. 32 - Capitolo 3: Pag. 48
Prefazione
U
n paesaggio urbano incastonato tra le rocce della punta estrema dell’Africa, una città che, già dal nome, evoca la sensazione di essere l’ultimo avamposto delle terre conosciute, alla frontiera dell’ignoto. Cape Town è un’area metropolitana complessa e stratificata; riduttivo è parlare al singolare sia della sua architettura, sia della sua popolazione. Ogni luogo, ogni colore, ogni abitante vive a stretto contatto assieme al suo esatto opposto, ma anche omologo. In questo angolo di terra convivono tradizioni africane e del nord Europa, culti senza nome e impulsi new-age. Ferite lasciate dal passato si riaprono e si rimarginano in continuazione. Chi vive questa realtà non pensa affatto di abitare in un luogo remoto, ma è consapevole di trovarsi al centro di un universo cosmopolita e vibrante. Gli angoli di Cape Town e la gente che li abita sono protagonisti di questo racconto fotografico scandito da dittici contrapposti e suddiviso in tre capitoli.
Nel primo capitolo sono unicamente gli spazi vuoti a parlare, oggetti inanimati e metonimie di attività umana. Le persone iniziano a esser comparsa sfuggevole nel secondo capitolo: affollano mercati, appaiono sullo sfondo di spiagge solitarie. Ritratti più dettagliati e diretti sono protagonisti nella parte finale del libro, narratori finalmente svelati in un climax ascendente che finisce per fondere l’essere umano assieme al suo ambiente, tutt’uno con quella città che non è la fine del mondo.
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