Portfolio

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Portfolio Personale

FacoltĂ di Architettura Ludovico Qauroni Corso di laurea in Disegno Industriale

Candidato Massimiliano Mauro 1159336

Relatore Carlo Martino Corelatore Emanuele Tarducci

AA 2009/2010

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CONTENTS

PORTFOLIO √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √

√√√√√√

√√√√√√√√√√√√

GRAPHIC DESIGN GRAPHIC DESIIGN 1 GRAPHIC DESIGN 2

PAG6 PAG14

PRODUCT DESING PRODUCT DESIGN 3 PAG 20 PRODUCT DESIGN 1 PAG 28

EXHIBIT DESIGN EXHIBIT DESIGN3 PAG 36 EXHIBIT DESIGN1 PAG 42

MULTIMEDIA DESING COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE PAG 52

TESI √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √ √

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LA REALTA’ AUMENTATA RIVISTA AUMENTATA PAG 56

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GRAPHIC DESIGN 1

Il progetto editoriale ipotizzato è basato su una collana di testi noir per la casa editrice Borders. Il lavoro è incentrato sulla diagonale, la tensione generata dalle linee obblique tra loro perpendicolari, i livelli che si sovrappongono e si svelano, come nel plot noir, dove la verità è sempre celata. Il progetto comprende la vesta grafica esterna e l’impaginazione interna

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Prima di copertina

LA DIAGONALE

Il concept del progetto deriva da una riflessione sui rapporti tra le diagonali all’interno dell’opera pittorica di Michelangelo Merisi da Caravaggio nel Sacrifico di Isacco. La tensione del braccio ormai fermo si contrappone al coltello attraverso due diagonali, una perpendicolare all’altra.

Sacrificio d’Isacco Caravaggio, 1603

Si è ricreato questa stessa struttura sia nel lettering sia nella maschera. L’immagine di fondo fuoriesce dal libro, spesso con forza e rabbia, come la motosega o il coltello, oppure con un buio che diviene altra maschera, un ulteriore incognita, in pieno stile noir.

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SCALA

1

:

1 mm

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prima / quarta

Gli oggetti coprono il i volti, lasciano vedere solo alcuni elementi del viso, che però non può essere determinato.

prima / quarta

Quarta di copertina prima / quarta

Le immagini sono state realizzate in studio utilizzado un’unica flash a 45° rispetto al soggetto per creare forti ombre e caricare di drammaticità le immagini. Ciò che è fortemente visibile è contrapposto a ciò che è cortemente uscurato.

Ogni elemento crea una diagonale: dalla linea del cappuccio, allo sguardo, ricreando con i tratti del volto altre diagonali. La stessa verticalità della copertina sembra essere rotta da una forza che ne espande le dimensioni

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SCALA

1

:

1 mm

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SCALA 1 :

50

12

36

40

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11,3 6

8

6

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1

mm

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al t n e m i r e exp ctronic elte rds o rec

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GRAPHIC DESIGN 1 al ent m i er exp ctronic e t l e rds reco

Il progetto editoriale ipotizzato è basato su una collana di testi noir per la casa editrice Borders. Il lavoro è incentrato sulla diagonale, la tensione generata dalle linee obblique tra loro perpendicolari, i livelli che si sovrappongono e si svelano, come nel plot noir, dove la verità è sempre celata. Il progetto comprende la vesta grafica esterna e l’impaginazione interna

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promotional kit

wear kit

identity kit

al t n e m i r e exp ctronic elte rds o rec

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WARP RECORDS

La WARP RECORDS è una delle etichette più importanti nell’ambito della musica d’avanguardia; da essa nascnon e crescono talenti come Aphex twin, Autechre, Battles. L’ideazione di tutta l’immagine visiva è perciò cosa ben rischiosa dato il suo carattere fortemente connotato. Si è quindi voluto recupare un gusto ormai assodato come quello 8 - bit ma ritilizzarl oin maniera nuova, creando giochi di piani, illusioni, fughe. Per il logo è effettuato uno stavolgimento delle linee ottiche per rendere il logo un illusione ottica pur mantenendo una leggebilità elevata anche nelle piccole dimensioni. Inoltre sono stati creati tutti i layuout per gli stampati, i CD, i vinili, il merchandising, le grafiche per i mezzi promozionali, e i flyer per un evento. Ogni aspetto è stato curato con il feticismo di un collezionista, che voglia per sempre avere un pezzo da collezione e non un prodotto meramente pubblicitario, dalla cravatta pixellata alla Vespa customizzata.

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costruzione e proporzioni

al t n e m i r e exp ctronic elte rds o rec

2.5 x

2.5 x

visibilitĂ

x/3

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1.25 x


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PROD DESI 24


DUCT IGN

d 25


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PRODUCT DESIGN 3

SKIM è un sistema modulare per la produzione di energia elettrica attraverso un sistema piezoelettrico e film fotovoltaico. SKIM è libero di muoversi e produce energia sia dal sole che dal proprio movimento, permettendo anche nei giorni più bui di avere energia dalla pioggia o dal vento. Oltre al considerevole impiego tecnologico SKIM fa riferimento alla cultura urbana degli stencil, della street art, e del guerrilla gardening, creando un sistema decorativo, ma ch vuole rendere possibile l’autoinstallazione del sistema per ridurre i costi ed aumentare l’utilizzo di energie rinnovabili! L’utilizzo ipotizzato riguarda in particolare i residui urbani non utilizzati, come tettoie o facciate cieche, che deturpano il paesaggio urbano.

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L’applicazione sulle facete cieche prima e dopo il modulo

MODULO

Il sistema SKIM è composto da un film fotovoltaico racchiuso in un layer di PVC. Uno strato di POLIVINILDENFLUORURO contiene una serie di generatori piezoelettrico di 4 generazione. Questo permette di ottenere energia anche da una goccia d’acqua. E’ dimostrato che lo stress di una goccia di 1 - 5 mm permette di ottendere 12 milliwat. L’energia dei due sistemi è messa in rete attraverso un circuito stampato. Il prodotto viene prodotto in rotoli, viene tagliata una fascia, a cui viene subito affiancata un altra, per coprire la superficie. Per collegari gli elementi basta inserire un diodo attraverso la membrana nel circuito secondo uno schema positivo/negativo. Tale diodo è anche l’ancoraggio sulla superficie. L’angolo ottimale di irragiamento si ottiene sempliicemente curvando quanto necessario il film, bloccandolo poi con i diodi. Le parti terminali possono essere lasciate libere di modo che il movimento generi elettricità. La natura tecnologicamente complessa del progetto non deve ingannare sulla sua semplicità. Semplificando ogni elemento è stato possibili ridurne ogni onore, ogni spesa, ogni lavorazione. Volevo realizzare qualcosa per abbellire le facciate cieche o le mura delle città, proprio come succede nella street art, e volevo farlo in modo semplice, quasi che al posto di un murales o di uno stencil, chiunque possa “imbrattare” la città con un pò di energia.

ricercatore del Georgia Tech University con un generatore piezoelettrico

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Opera a Zaragoza di BLU BLU, street artist italiano


differenti tipologie di pattern

Si possono sviluppare molteplici pattern seppur la via preferibile sia quella si mantenere intatta la linearità del film per motivi di conduttività . Le caratteristiche tecnologiche di questo materiale necessitano di machinari altamente tecnologici per nanotecnologie, ma tali operazioni garantiscono una lunga durata del prodotto in condizioni ambientali anche sfavorevoli. Tutti i materiali sono riciclabili e riutilizzabili in altri pannelli. Perciò i pannelli skim in disuso possono essere recuperai e riattivati. PATTERN AFFIANCATO

PATTERN RIBALTATO

PATTERN RIBALTATO

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istruzioni per l’uso

HOW SET S K I M YOURSELF prepare the wall with a hole

prepare SKIM

prepare another hole

procede ....

take d iode and insert in t he hole

....

ENJOY YOUR CLEAN ENERGY

30

put inside

....

press and stop

....


SCALA

spessore film : 0,2 mm

1 :

ink conduttore

24

260

380

12

12

20

31

20

cm

film fotovoltaico


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PRODUCT DESIGN 1

DESIGN FOR ALL “Il buon design abilita, il cattivo design disabilita” Questo è il motto dell’Istituto Europeo per il Design e la Disabilità (EIDD), fondato a Dublino nel 1993, istituto che si occcupa di tutte quelle tematiche legate all’ergonomia per la disabilità. L’utilizzo di un oggetto semplice come un libro si rivela però complesso per le persone che soffrono di piccole o grandi disabilità; pensiamo a persone con problemi senili come l’artrite, o sofferenti al tunnel carpale, di disabilità maggiori come la perdita di una falange o di intere parti della mano. Diventa per loro difficile godere del libro se non in situazioni statiche, con un notevole impiego di tempo e sacrificio che si antepone al gusto della lettura, ancor più impraticabile in situazioni di movimento in cui si necessità la liberta degli arti, come le metropolitane o le semplici passegiate in un parco. Oggetti di consumo come i tascabili possono essere in realtà barriere funzionali paragonabili a quelle architettoniche. Il nostro studio vuole perciò aumentare le libertà delle persone disabili aumentando la prensibilità del libro con un oggetto semplice e funzionale, per tutti, veramente. E’ un oggetto per la città, dinamico, da utilizzare in metropolitana, mentre si corre tra un appuntamento e l’altro, per la vita dinamica, ma anche per godersi una passeggiata in quiete nel parco, chiudendo il libro per alcuni istanti, e pensare.

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Prototipo retro e interno (pag. succ.) Utilizzo GrabOOk

GRABOOK

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Il prodotto è disponibile in tre dimensioni, S, M, L. I tre dimensionamenti sono ragionati in base al dimensionametno delle pubblicazioni tascabili delle maggiori case editrici. Le due bande elastiche permettono a tutti i volumi di essere indossati dal GrabOOk.


34

50

35

150

2

30

:

20

1

36

SCALA mm

250

55


Nicoletta Taddei Abbiamo fatto un prototipo e come ogni beta che si rispetti l’abbiamo provata! La gente era incuriosita e soddisfatta! Ifuturi acquirenti?

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SCALA 1

20 320

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2

30

:

34 36

mm

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38


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Dettaglio espositore film fotovoltaico

Retro libro A


EXHBIT DESIGN 3

La realizzazione di uno stand fieristico per un azienda leader nella produzione di film fotovoltaici. Il progetto studia le relazioni tra superficie e forza, invisibile come la luce. Lo stand diventa lo scenario dell’interazioni tra queste forze invisibili, dove solo la materia è testimone. Le superfici si deformano, si rompono, l’esterno penetra e l’interno fuoriesce: tensioni, movimenti, deformazioni si susseguono, come un corpo, come un essere. L’utente vive il microcosmo e il macrocosmo assieme, il visibile e il non. Lo stand è provvisto di espositori, information corner, e spazio interattivo. Secondo il brief bisognava creare un ambiente scenico, ma senza scena.

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elemento multimediale

espositore

interrno studio deformazione plastica in ambiente digitale

ELEMENTO MULTIMEDIALE

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DEFORMARE CREARE

Il progetto riechiedeva la realizzazione di un evento interattivo. Abbiamo pensato di giocare con la luce e la percezione. La luce trasportata dalle fibre ottiche è proiettata verso alcuni micro-pannelli solari. Indirizzando la luce verso uno di essi si produce energia, che verrà utilizzata per emettere un suono; ogni micro-pannello ha un suono differente e i vari utenti possono collaborare assieme per creare melodie.

In base allo studio effettuato digitalmente è statto realizzato successivamente un modello 3D che rispecchiasse le deformazioni che una superficie subisce se subisce una forza. L’esempio empirico è un sasso che si immerge in uno specchio d’acqua.


viste

EXHBIT DESIGN 3

L’allestimento è realizzato con travi reticolari da 12 cm, a cui è ancorato il sistema di aggancio del Barrisol. Due ingressi permettono ula totale deambulazione dello spazio, che in nessun caso è diviso da strutture. le deformazioni della materia descrivono pozzi e finestre, da cui passa e si muove la luce, attraversando l’oscurità, in analogia co i fasci che fuoriescono dalla fibra ottica. La prima delle tre deformazioni conterrà materiale espositivo, la seconda una proiezione da osservare con il naso all’insù, e la terza sarà predisposta per l’interatività. La pavimentazione è un pavimento gallegiante dello stesso colore del barrisol. Si vuole creare un unità completa, come un unico essere. Attraverso il marker è possibile vedere in realtà aumentata l’animazione eseguita per la presentazione dello stand

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540

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pianta, sezione e frontale SCALA 1 : 50, cm

740

700

20

0

composizione copertura barisol


telaio per aggancio barrisol

INTERNO / ESTERNO

La struttura di travi reticolari è completamente rivestita da BARRISOL, che chiude in un’unica superficie dal gusto digitale l’intero allestimento. Il rapporto interno / esterno viene compromesso all’interno da protuberanze organiche che scendono dal soffitto, come se una forza le stia penetrando dall’alto, forza evidente grazie alla luce che penetra.

300

260

110 300

260

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41 46


EXHBIT DESIGN 1

C-WALL è una parete interattiva per la distrubizione di materiale editoriale nelle stazioni ferroviarie/metropolitane on in luoghi con un grande afflusso di persone. Formata da tubi di cartone (scarti dell’industria tessile) grazie ad un motore interno possono muovers longitudinalmente in maniera interattiva con l’ambiente circostante. Il motore è un motore stepper utilizzato nelle stampanti plotter. Il sistema è collegato con ARDUINO (hardware opensource di Massimo Banzi), sensori e web cam e led RGB. I dati ripresi dalla webcam vengono elaborati da un software e permettono di creare uno specchio con la realtà circostante, un movimento che segue i percorsi delle persone. L’utente avvicinandosi aumenta la sua massa in pixel e “ attrae “ il tubo a se, che consegna il prodotto editorale esposto. Proprio come in un epifania l’utente, scegliendo un libro, viene illuminato. L’esperienza che si vuole offrire al pubblico è fortmente emozionale. Il muro diviene qualcosa di vivo, una superficie liquida con mille riflessi. La parete può essere composta secondo vari pattern e forme. E’ ipotizzato l’utilizzo di telai per scostruire shapes differenti.

47 42


wall di tubolari interattivi espoloso del cilindro

60°

120°

1

In movimeto

2

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0.4

i vari compnenti

Sono presenti all’interno del cilindro: un telaio metallico (1), un motore stepper con vite senza fine (2), una scheda con i componenti elettronici (3), un dispenser per il materiali esposto (4).

1.3 1.7 17 .8

3

4


animazion in stop motion - concept

INTERAZIONE SOSTENIBILITA’

Le nuove tecnologie permtto di utilizzare la materia in maniera. La luce, il movimento, la forma, si aggiungono a ciò che precedentemente era l’allestimento. Essi svolgono funzioni, comunicano in maniera interattiva, si modificano in base ad esigenze, o per solo divertimento. Il prestito del libri è un ottima occasione per aumentare quello che viene considerato il limite fisico dell’architettura e traformare una parete in un organismo che vive e si relazione all’utente. L’aumento della luce e il movimento in avanti sono un offerta all’utente da parte della parete stessa al futuro lettore, che vive un esperienza emozionale di forte relazione con il libro stesso e il momento futuro della lettura, che diventa ricordo, rievocandosi perpetuamente. Come una buona copertina permette al libro di essere letto più facilmente, l’intera parete aumenta l’interesse,fortifica il sogno a discapito della mera quotidianità, assicurando che il libro non vegna solo consegnato, cosa che qualsiasi struttura o persona può fare, ma che venga anche letto, che possieda un aura di specialità. Attraverso il marker è possibile vedere in realtà aumentata un animazione per l’esposizione del concept, realizzata con la tecnina dello stop motion.

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dimensionamento modulo singolo / laterale SCALA 1:10 , cm

0.3

1.8

dimensionamento guide SCALA 1: 5 , cm

4.2

dimensionamento di un pattern ipotetio SCALA 1:10 , cm

60째

dimensionamento modulo singolo / frontale SCALA 1:10 , cm

0.4

50 120째

1.3 1.7

17 .8

72

0.50

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50 kg

50 kg


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MULTIMEDIA DESIGN

In occasione dell’ultimo anno universitario ho scelto il corso d’orientamento in Comunicazione Multimediale per approfondire delle ricerche personali portate avanti negli anni sulla cultura del computing e della generative art. Questo mi ha permesso inoltre di conoscere vari aspetti del design legati all’interazione, al data visualization, al mapping video, alla realtà aumentata (la quale diverà poi argomento di tesi), lo slow motion e il timelapse Al percorso universitario si è subito affiancato un lavoro diretto nel vjing e nell’allestimento di mapping video. Credo che ciò che realmente sto conducendo è una sperimentazione sulla percezione, come ognuno impara dall’ambiente e come l’ambiente si modifcia in base al nostro sentire. La multimedialità permette di confondere i sensi, perdersi per trovarsi, annientare la logica consueta con l’inaspettato, il sinestetico, senza nessun intento scioccamente pedagogico. L’utente a cui si fa riferimento viaggia nel mondo in cerca di qualcosa, di se stesso, degli altri, scoprendo l’orrore, la bellezza, il sublime, il rammarico, la conoscenza e la dimenticanza. L’esperienza umana disumanizzata dalla globalizazione e dalla città fabbrica, dalla ratiocrazia, avrà bisogno di follia e sogno per continuare a vivere.

SOTTO UN ELEMTO GRAFICO CREATO ATRAVERSO IL gQUI PROGRAMMA PROCESSING

55 50


patch programma interattivitĂ

allestimento

1 2

56 3 Sistema infografico

obiettivo

Concept installazione


COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE

L’EURISTICA è quella parte della ricerca che favorisce lo sviluppo di nuove conoscenze attraverso scoperte emmpiriche per giungere a nuovi sviluppi teorici. Il procedimento EURISTICO non un segue percorso ma si affida all‘intuito e allo stato temporaneo delle circostanze al fine di generare nuova conosceza. EURISTIC è un gioco interattivo rivolto al mondo dell’ infanzia, divertente anche per adulti; l’istallazione viene effettuata in un’ambiente chiuso dove il pavimento è uno scenario proiettato e l’utente interagisce con esso attraverso una zona circolare che permette di vedere lo scenario nascosto. Attorno all’utente compare un zona luminosa che servirà come senso guida nlla ricerca dell’obiettivo. L’ipotesi è di utilizzare anche in musei, o infrastrutture questo genere di tecnologia. Tale progetto è stato sviluppato solo come concept, uno studio per avviare future ipotesi di utilizzo di tecnologie digitali in ambiente. Il progetto di per sè è costituito da due proiettori fissi e una CAM, posti al di sopra dell’utente. Attraverso un tracking dell’utente è possibile circondare quest’ultimo con una maschera di luce che permette di vedere la sottostante mappa nascosta nell’ombra; seguendo la mappa deve raggiungere un obiettivo per totalizzare un punteggio. Un suono simile al suono dei sonar dei sommergibili lo aiutano nel localizzare il punto di arrivo. Li scenari futir della tecnologia permetteranno di essere guidati da informazioni digitali attraverso strumenti indossabili. Questo è il caso di SixthSense, creato da Pranav Mistry dell’ MIT. La realtà che ci circonda sarà aumentata di informazioni ad un livello che oggi si può solo immaginare, ma che potenzialmente, non ha limiti.

SixthSense di Pranav Mistry

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DATA VISUALIZATION

Un semplice esperimento di data visualization per scroprire negli anni universitari come abbia raccolto le directory dei miei vari progetti. il grafico mostra quantitativamente cartelle, progetti, in base al path di percorso e alla ridondanza dei file. Potrebbe essere definito come il grafico dei miei tre anni universitari passati al pc.

EXHIBIT

PRODUCT WEB

PERSONAL

INTERACTIVE

GRAPHIC

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VISUAL PROCESSING

Il lavoro con software di programmazione come processing permetto di accedere a nuovi livelli di creazione e interazione. Di seguito un esempio di elaborazione ASCII molto dettagliata.

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REALTA’ AUMENTATA

FacoltĂ di Architettura Ludovico Qauroni Corso di laurea in Disegno Industriale

Candidato Massimiliano Mauro 1159336

Relatore Carlo Martino Corelatore Emanuele Tarducci

AA 2009/2010

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REALTA’ AUMENTATA

Per realtà aumentata si intende un livello di informazioni e immagini, generate da un computer, sovrapposto al livello della realtà e con contenuti ralazionati all’ambiente circostante. Si prenda in esempio pubblicità inserite nei campi da calcio, o le linee del fuorigioco, giusto per citarne alcune basilari. Le possibile applicazioni di queste tecnologie stanno investendo tutti i campi del vivere e diveranno familiari nel prossimo futuro. Si trovano applicazioni sui cellulari, sui desktop domestici; gli operai utilizzano, nel montaggio di parti meccaniche del motore, l’aiuto della realtà aumentata per facilitari i movimenti e le operazioni di assemblaggio. In questa tesi si vuole utilizzare questa tecnologia in campo editoriale, per aumentare i contenuti affrontati tra le pagine della rivista, portando il prodotto editoriale più vicino al prodotto digitale; o meglio, portare il digitale nella realtà fisica di tutti i giorni

DAL FILM IRON MAN 2. LA SOGLIA TRA gUN’IMMAGINE IMMAGINARIO E REALTA’ SI ASSOTIGLIA SEMPRE PIU’

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la bellisima g el Kepler

LA REALTA’: IMPAGINAZIONE

Durante il tirocinio presso la redazione di Meltin’Pot ho lavorato sull’impaginazionede loro prodotto editoriale cartaceo, MP MAGAZINE. MP è uno spin-off universitario, con molti collaboratori, che vive di diverse realtà, parla diversi linguaggi, con vari strati all’interno. Realizza eventi come “ Corti & Sigarettes “ , festival dei cortometraggi indipendenti, realizza contest fotografici, mostre, conferenze. Meltin’Pot significa proprio miscuglio.... I temi trattati sulle pagine, e principalmente sul web, spaziano dal’economia all’arte, dal cinema al teatro, recensioni di libri diversi e di differenti generi musicali. Pertanto è difficile identificare precisamente sia il target che la mission, con il rischio di creare una grafica disomogenea e poco caratterizzata, con difficoltà dell’utente di impersonificarsi. Serviva una piattaforma comune, qualcosa di universale ma non neutro, caratterizzante ma non ghettizzato, una grafica pulita ma comunque ricercata. La scelta condivisa con la redazione è stata quindi quella di lavorare completamente sul lettring, gli spazi e i rapporti, il grigio tipografico, le griglie, con un prodotto che sapesse di bibliofilia ma con il sapore di minimalismo e semplicità, adatto chi ama leggere, o chi sfoglia per caso, essendo inoltre MP un free press. Un prodotto originale, ma senza strillare al nuovo e diverso, che lasci spazio ai contenuti e ai significati, piuttosto che alle decorazioni. Aggiungiamo la mancanza di un team grafico, che, con un prodotto troppo complesso, avrebbe portato al caos in redazione. Sin dal brief di progetto si voleva rielaborare qualcosa di tradizionale, unire il nuovo con l’antico, il libro, l’incunabula, creando il gemello eterozigote di quell’ MP news che vive nel web.

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FONT / KEPLER & BODONI

Bodoni Bold

Gg Qq Rr Ss Jj

La scelta della font è caduta sul Kepler STD light per la composizione del testo. Il Kepler è perfetto per il suo carattere elitario, un pò frivolo, seppur moderno. Slimbachs, il creatiore di Kepler, cattura lo stile moderno in maniera umanistica. E ‘elegante e raffinato con un pizzico di proporzione Oldstyle e calligrafico dettaglio che dona calore ed energia. Tra tutta la sua interminabile famiglia è stato scelto il LIGHT, poichè il kepler è un character molto contrastato già in regular, mentre le pagine di MP Magazines vogliono essere leggere ed eterei. Per i titoli è stato scelto un Bauer Bodoni, molto contrastato, e con grazie, in opposizione al light del Kepler.

Gg Qq

ABCDEFGHIJKLM NOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklm nopqrstuvwxyz 1234567890

Kepler

ABCDEFGHIJKLM NOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklm nopqrstuvwxyz 1234567890

Kepler STD regular, 11/13

Kepler STD thin, 11/13

Rr Ss Jj Aa 63


QR Code

High Violet The National

SLASH Slash

Quando il 4 novembre 2008 Barack Obama viene proclamato Presidente, a Chicago, la sua città, esplode la gioia liberatoria della folla che finalmente può lasciarsi alle spalle il periodo buio dell’era Bush. La celebrazione inizia sulle note di “Fake Empire” di The National. Il falso impero descritto nel pezzo era facilmente assimilabile, in quel contesto, a quello costruito durante gli otto lunghi anni dell’amministrazione Bush e faceva pensare che i festeggiamenti fossero più per dire addio a ciò che ci si lasciava alle spalle che per dare il benvenuto al nuovo Presidente. GIUSEPPE PAXIA

Il risultato è un lavoro dai chitarroni gommosi e celestiali ad alta pressione (picco raggiunto nella traccia “Nothing to Say” in compagnia di Mr. Shadows degli Avenged Sevenfold), senza la profondità che ci si aspetterebbe da un professionista come Slash. Già dal primo ascolto si sospetta un’americanata buona per metallari che all’ultimo banco disegnano sul diario i tatuaggi da fare appena diventati maggiorenni. Ma si preferisce aprire meglio le orecchie. LEONARDO RUMORI

Wavering Gradiant Isis

Contact, Love, Want, Hate Ikonika Se “5 Years Of Hyperdub” c’ha insegnato qualcosa, è che il dubstep, come idioma stilistico capace di identificare un “suono unitario”, ormai ha cessato di esistere. Niente svenimenti, prego: quelle intuizioni hanno fruttificato ovunque, folgorando centinaia di miscredenti sulla via di Damasco, e lanciando precisi imput in favore di quel sempiterno rimescolamento UK-Bass al quale nemmeno il Flick può oramai dare la pace. Wonky è sinonimo di ritorno all’artiglieria 8-bit vista da una prospettiva. MATTEO LOSI

Non sono un eccelso conoscitore musicale, la mia scrivania non è sommersa di album Kraut-Rock e no, non conosco sinceramente quale sia il pensiero di Scaruffi. Ciò non toglie che adoro la musica ma soprattutto adoro la mia musica. Quella di poche band, perlopiù contemporanee e circoscritte a determinate scene, nelle quali in questi anni sono riuscito a costruire una dimensione intima nella quali rifugiarsi nei momenti più disparati. L’esempio perfetto sono forse proprio loro, gli ISIS. RAFFAELE SAGGIO

Il Secondo Tragico Psychofagist

of Perversity Gnaw Their Tongues

Dopo 5 anni da “Psychofagist”, ed uno stuolo di produzioni minori (7”, EP, split), al secondo, atteso, full length, “Il Secondo Tragico”; evoluzione impressionante di una proposta musicale che, all’epoca era si valida, ma ancora acerba e fin troppo ancorata a stilemi jazz-grind.Nel 2009, gli Psychofagist hanno definitivamente sciolto le briglie in favore di un suono sempre più “free” ed incatalogabile, merito anche dell’ ingresso in pianta stabile nella formazione di Luca Mai (Zu, Black Engine) al sax baritono. DANIELA SCHICCI

Gnaw Their Tongues è Mories, un pazzo olandese, iperattivo per natura, esce su Crucial Blast, e non è tutto dire. La sua musica e le sue creazioni nascono ed esplodono all’interno di una scatola senza forma ne colore. Fondersi in una colata di lava bollente, camminando verso un inferno che nemmeno Dante immaginò così truce. Un’orchestra di Satana a tutti gli effetti, alcuni sprazzi di deliri sono incredibilmente reali, un’inesorabile apocalisse, il male che non si può evitare. MICHELE POLONIATO

The 14’s Soundtrack Qualood Se siete in un bar ordinate un panino con la mortadella o un francesino con rucola praga salsa cocktail gamberetti? Birra o Sangiovese superiore in purezza? Insomma se avete un palato esigente in fatto di new beats questo disco dei QualooD ìThe 14’s Soundtrackî fa per voi, anche perchÈ con tiene contributi di tutti i migliori interpreti della specialit‡. Il suono del disco ha una tridimensionalit‡ impressionante. Una miscela di ritmi downtempo e sonorit‡ psichedeliche descrivono al meglio questo album. ALESSANDRO LO RUSSO

Solo per i lettori di MP l’abum completo dei Qualood scaricabile tramite questo QR. Siamo o non siamo buonissimi?

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LA REALTA’: IMPAGINAZIONE QR - CODE

Sono stati predisposti tutti i layout affinchè ci fosse il massimo rrendimento del testo in rapporto alla giustezza, al kerning e al leading. Le griglie hanno un rigore proporzionale alla pagina. Tali rapporti tornano ulteriormente nel distanziamento dalle immagini. A rompre le griglie note che escondo dai normali allineamenti. I layotu principali sono due colonne da 85 mm e tre da 60 mm. Il layout per l’intervitsa concentra il testo al centro concentrandosi sul dialogo e con immagini che divengono quasi un titolo di testa di ogni pagina, in cui il ritmo della domanda segue quello della risposta con l’alternarsi del roman e del bold. Alcuni QR sono stati inseriti per aumentare i contenuti della rivista con link multimdiali. Ad esempio nella pagina delel recenzioni è possibile accedere al download di un album gratuitamente I QR-CODE permette all’utente di essere indirizzato ad una pagina web con vari contenuti. L’utlizzo di tale teconlogia è largamente utilizzata nel resto del mondo e si sta facendo largo anche in italia attraverso smarphone e Iphone.

Al lavoro giornalistico si lega una ricerca di link e contenuti web che possano esaltare l’utente, accrescere l’appetibilità dell’articolo, codivide con altri i propri interessi.

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18

copertina scala 1 : 2 mm

18 60 18

copertina

FREE PRESS

FREE P RESS

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colophon & indicie

CONTRIBUTORS

il primo FREE PRESS con realtà diminuita

Direttore Editoriale

Segretario di redazione

Disegnatori

Tommaso Ranchino

Andrea Pergola

Fumetto e illustrazioni : Stefano Bucci

Co-Direttore

In redazione:

Tipografia: Tipografia Monti, Via Appia 52, Cisetrna di

Nicola Liguori

Raffaele Saggio, Ilyhada Garcia Contresa, M. Lynn Woods,

Latina

Giovanni Scolaro

Manuel Mauro

Ilaria Porta

In fuga dalla propria patria sicula , ora mi trovo a Milano per un master in Multimedia Design presso il NABA. Dopo tutte le ore passata a sperare di essere una rock strar piena di groopie ho scoperto che la mai vera vocazione è essere nerd e sfigato. Per questo contribuisco a MP, è veramente trendy quanto i calzini di spugna.

Una persona non sceglie di essere un supereroe sono gli altri ad affidarli questo compito. Io ho fatto finta di nulla e ho cambiato nick. Ora vivo sotto false spoglie per essere me stesso, per bere birra in santa pace, godermi il divano e la playstation. Se svelate la mia identità a qualcuno vi sparticello con la forza del pensiero!

Non sono mai riuscita a metter due parole in fila di italiano su un pezzo di carta, fintanto che non ho scoperto l’esistenza di word. Ho capito che il mio problema non era la penna o la carta, ma la mia bruttissima calligrafia. Superato questo problema ho iniziato a premere tasti l’uno dopo l’altro e oggi lo faccio per lavoro. Ma mica mi pagano.

Lorenzo Koene

Federico Bisozzi

Andrea Pergola

Sono l’ultimo della stirpe dei Koene, ma nessuno ha fatto mai un film o un documentario su di me e la mia vita. Dato tutto questo disinteresse ho deciso di scrivere io degli altri, per ripicca, finchè Herzog non si deciderà a fare un documentario sull’estasi dei Koene.

Le miei ricerche sonore iniziano fin da piccolo e continuano con ogni strumento disponibile e immaginabile , digitale o analogico. Produco colonne sonore e suonerie per cellullari. Non ho mai preso una lezione di musica, credo più nel sentire che nel sapere, Amo Balzac, Flaubert e chatto con Robert Milles quando mi annoio.

Giornalista pubblicista, è Segretario Generale delle testate MP News e MP Magazine dal 2007. E’ stato Responsabile della Fotografia ed Art Director delle due testate. Attualmente è responsabile di Through the {Lens}, galleria fotografica di ricerca ed esposizione permanente e di Maybephoto, i photocontest di MP News.

Alfredo Chirizzi

Claudia Padoan

Stefano Bucci

Claudia Padoan nasce a Roma nel 1983. Nel 2002 si iscrive al corso di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 2003 prosegue i suoi studi in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2006 frequenta la Facultad de Bellas Artes, Universidad Politecnico de San Carlo, Valencia (Spagna), approfondendo un percorso performativo già iniziato nel 2005.

Laureato in Economia dei Mercati Finanziari, sono uno studente attualmente impegnato in un Msc in Finance presso l’Università di Tor Vergata. Appassionato di economia, in particolare di finanza quantitativa. Tra le cose a cui non potrei mai rinunciare, la Coca-Cola light, i film di Verdone, l’A.S. Roma, il calciotto e gli Oasis. Non so perchè MP mi ha chiesto di farli le illustrazioni per questo mese....

Matteo Losi, Gabriele Baldaccini, Alessadro Nolon, Fahad Caporedattori:

Faruqui, Mohamed Hassa Kalif, Nurit Roded, Heidi Fisher,

Questo periodico è registrato come testata giornalistica

Edoardo Iervolino (musica)

Giacomo Nervegna, Alessandro Pangallo, Sebastian

Meltin’Pot - testata giornalistica mensile.

Valentina Vivona (planet)

Godart, Saiyora Ismailova, Nunziata Messina, Carlo Mauro,

Autorizzazione tribunale civile di Roma n° 493/2006 del

Valerio Celletti (cultura)

Manuel Mauro, Valerio Pettinari, Giovanni Scolaro, Giulia

29/12/2006 - propietà ed editore: A.C. MELTIN’POT Sede

Tommaso Ranchino (cinema)

Gip, Francesco Ferrara, Marta Segoloni, Ilaria Porta, Ste-

legale: Via Taurinova, 64- 00178 Roma

Valentino Catricalà (underground)

fano Bucci, Angelo Sante Panico, Claudia Padoan,

Pietro Salvatori (quella sporca dozzina)

Luca Simone, Federico Bisozzi.

email: redazione.mp@gmail.com

INTERVISTA A MICHELE BOLDRIN.......................................................... 5 FIBONACCI E LA RIVOLUZION FINANZIARIA........................................... 9 UN MARE CHE NON C E’............................................................................ 11 ROBERT DOWNEY Jr. : LE CADUTE I SUCCESSI...................................... 13 JAMES CAMERON....................................................................................... 17 INCONTRO CON MICHA WALD.................................................................. 21 IL SEGRETO DI MARYL STREEP............................................................... 23 SILVIA JESSICA PARKER........................................................................... 29 BEIRUT........................................................................................................ 31 CASILINO 900............................................................................................ 33 ILLUSTRAZIONI DI SLASH TRASH AND FISH......................................... 47

Fino all’età di cinque anni ha impiegato tutte le sue forze per nascondere al mondo l’uomo pipistrello, il suo alter ego. E’ attualmente impegnato nel tentativo di toccare il cuore di qualcuno attraverso il visual merchandising. Per il futuro tra i buoni propositi c’è l’addestramento ninja di Carolina, la nipotina unenne.

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colophon & indicie scala 1 : 2 mm

*MP magazines non sarà responasabile dell’uso improprio della rivista per atti di terrorismo, aeroplanini scadenti, o barchette titanic-che.

Dire ttore Editoriale Tommas o Ranchino Co -D iret tore Nicola Liguori Capore dattori: Edoard o Iervolin o (music a) Valentin a Vivona (plan et) Valeri o Cellet ti (cultur a) Tommas o Ranchino (cinema ) Valentin o Catr ical à (undergrou nd) Pietro Salvatori (quella sporc a dozzina)

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Questo periodi co è registrat o come testata giornalistica Meltin ’Pot - testata giornalistica mensile . Auto rizz azione tribunale civil e di Roma n° 4 93/2 00 6 del 29/12/ 2006 - propi età ed editore : A.C. MELTIN’ POT Sede legale : Via Taurin ova, 64- 00178 Roma emai l: redazione .mp@gmail. com

Se gretar io di re dazion e Andr ea Pergola In red azione : Valentin a Arie te, Pi etro Salvatori , Claudi o Forza, Leonard o Brindell i, Massimo Andreon i, Angel a di Matteo, Federic o Romagnoli, Alesaandr a Paolicelli , Raffaele Saggi o, Ilyhada Garc ia Contresa, M. Lynn Woods , Matteo Losi, Gabriel e Baldaccini , Alessadr o Nolo n, Fahad Faruqui , Mohame d Hassa Kali f, Nurit Roded , Heid i Fisher , Giac omo Nervegna , Alessandro Pangall o, Sebastia n Goda rt , Saiyor a Ismail ova.

INTE RVISTA A MICHELE BOLDRI N

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Disegnat ori Fumetto e illustra zioni : Stefan o Bucc i

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When Stefan Sagmeister was invited to design the poster for an AIGA lecture he was giving on the campus at Cranbrook near Detroit, he asked his assistant to carve the details on to his torso with an X-acto knife and photographed the result. Sunning himself on a beach the following summer, Sagmeister noticed traces of the post-

When Stefan Sagmeister was invited to design the poster for an AIGA lecture he was giving on the campus at Cranbrook near Detroit, he asked his assistant to carve the details on to his torso with an X-acto knife and photographed the result. Sunning himself on a beach the following summer, Sagmeister noticed traces of the post-

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Marco Fagnocchi

Federico Bisozzi

Andrea Pergola

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Giornalista pubblicista, è Segretario Generale delle testate MP News e MP Magazine dal 2007. E’ stato Responsabile della Fotogra-

Alfredo Chirizzi

Claudia Padoan

Francesco Formica

le sue forze per nascondere al mondo l’uomo pipistrello, il suo alter ego. E’ attualmente impegnato nel tentativo di toccare il cuore di qualcuno attraverso il visual merchandising. Peril futuro tra i buoni propositi c’è l’addestramento ninja di Carolina, la nipotina unenne.

Claudia Padoan nasce a Roma nel 1983. Nel 2002 si iscrive al corso di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 2003 prosegue i suoi studi in Scultura a l l ’Ac c a dem i a d i B el le A r t i d i Rom a . Nel 2006 frequenta la Facultad de Bellas Artes, Universidad Politecnico de San Carlo, Valencia (Spagna), approfondendo un percorso performativo già iniziato nel 2005.

Laureato in Economia dei Mercati Finanziari, sono uno studente attualmente impegnato in un Msc in Finance presso l’Università di Tor Vergata. Appassionato di econo-

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Qui, invece, tutto quello che si fa è gridare.

“Noise from Amerika” ha recentemente scritto un articolo, assieme a Lodovico Pizzati, su questo tema. Un punto importante della vostra analisi, se non sbaglio, è che, per risanare i conti pubblici italiani, una stretta sulla spesa non è sufficiente se non viene accompagnata da una diminuzione della pressione fiscale. Ci spiegherebbe dove bisognerebbe agire e perché? Il nostro ragionamento, in realtà, è banale. A parte il fatto che i tagli, così come sono stati concepiti non hanno nulla di strutturale e, anzi potrebbero anche peggiorare la situazione, quel che diciamo è: prima di tutto l’intervento avrebbe dovuto essere molto più profondo, di un punto e mezzo per anno, quindi il doppio di quello che stanno facendo (24 miliardi l’anno, per un totale di 48 miliardi), in secondo luogo, la strategia giusta e coraggiosa da seguire sarebbe stata quella di accompagnare al taglio della spesa una riduzione delle tasse dell’uno per cento. Tale riduzione potrebbe avvenire tramite una alleggerimento delle imposte sui redditi più bassi e dei contributi sociali, si potrebbe poi tranquillamente reintrodurre l’ICI sulla prima casa (la cui eliminazione è stata una cosa erronea), ma soprattutto bisognerebbe ridurre drasticamente l’IRAP, un fortissimo ostacolo alla crescita. Una mossa come questa, a mio avviso, avrebbe un effetto doppiamente positivo: recupereremmo, infatti, un mezzo punto di deficit, solo leggermente inferiore a quello che si dovrebbe ottenere da questa manovra, seguito da, finalmente, un effetto positivo di lungo periodo sulla crescita. Non è certo la soluzione a tutti i problemi dell’Italia, ma, semplicemente, un suggerimento per far capire come, avendo un minimo di visione d’insieme, si può approfittare anche delle situazioni più difficili. Invece, tagliando solo la spesa pubblica così come si vorrebbe fare ora, in un paese come l’Italia, significa darsi la zappa sui piedi, riducendo la domanda e verosimilmente il PIL. Sembra davvero, però, che non ci arrivi nessuno, né il Governo, né i sindacati, né l’opposizione. Pensate, invece, ai Repubblicani americani che, certo, fanno delle cose strane (pensate agli eccessi raggiunti dal Tea Party Movement della Palin), ma almeno dicono qualcosa

di concreto, descrivendo un modello alternativo a quello obamiano (estremo, a suo modo, anche quello). Qui, invece, tutto quello che si fa è gridare. Leggendo il dialogo con il Dott. Balanzone su NfA, ci si rende di un fatto semplice e al tempo stesso drammatico: l’ascesa, inevitabile, dei cosiddetti insiders. Persone che si laureano con il classico barone che gli fa vincere un dottorato di ricerca e poi via con la carriera interna: ricercatore, professore associato e infine ordinario. Le domando se questa caratteristica è il vero cancro dell’università Italiana e quale può essere l’origine di questa distorsione? Una possibile base di partenza per cercare di invertire la rotta può essere precludere ai dottori di ricerca la partecipazione ai concorsi di ricercatore nell’ateneo dove hanno conseguito il titolo? Direi che l’ascesa dei cosiddetti insiders rappresenta un semplice effetto più che una vera e propria causa. Per metterla in maniera piuttosto brutale, l’origine dei problemi dell’università Italiana è dovuta a due fattori principali: (1 gli studenti non pagano per l’università (2 le università non sono responsabili del loro budget, del loro status. Ma andiamo con ordine. La proposta cui tu accennavi c’è, esiste, in America ma occorre sottolineare un aspetto fondamentale. Negli Stati Uniti, coloro che conseguono il dottorato di Ricerca in una università X non diventato ricercatori presso la stessa università X non perchè la legge lo impedisca ma perchè si tratta di una semplicissima convenzione. Vedilo come un risultato di equilibrio: la gente fa così perchè sa che è la maniera giusta per proseguire la propria carriera. Ecco, situazione come quella da Lei appena descritta sono vere e proprie utopie qui da noi. Del resto meritocrazia e Università italiana sembrano essere due parole che non sono mai andate d’accordo. Ma come premiarla questa benedetta meritocrazia? Come coniugarla con il diritto allo studio che di anno in anno, di manovra in manovra, è sempre più sotto pressione colpa dei vari tagli ai finanziamenti alla ricerca e alla didattica? L’incentivo che deve essere alla base di qualsiasi riforma dell’università è semplice e spietato: bisogno dare alle università delle leggi di mercato in modo da farle competere tra loro. La cosa interessante è questo tipo di riforma può essere davvero molto più semplice di quello che si pensi, basta prendere come esempio il sistema universitario della California. La California ha una popolazione enorme, quasi 45

milioni di abitanti e un PIL pressoché analogo a quello dell’Italia. Più del 90% degli studenti sono iscritti presso delle università pubbliche e il rimanente 10%, frequenta le università private dello Stato: Stanford, Caltech, Pepperdine, etc. Esistono due elementi fondamentali che caratterizzano il sistema universitario della California. Il primo è la diversificazione. L’offerta universitaria pubblica in California è infatti articolata in tre livelli: i Community College che offrono i primi due o tre anni di percorso universitario; il sistema della California State University focalizzato sulla formazione di primo livello, che offre talvolta master di secondo livello, ma non è abilitato, salvo rare eccezioni, al conferimento del dottorato di ricerca; infine i dieci campus della University of California che rappresentano, insieme alle università private, il sistema di ricerca avanzata e di alta formazione dello Stato. L’altro aspetto veramente fondamentale è che ognuno di questi campus è indipendente: si autofinanzia, definisce le tuitions che ogni studente deve pagare, fa raccolta di fondi e concorre, in maniera competitiva, per ottenere le risorse siano esse pubbliche o private. Insomma sono istituzioni autonome che competono tra di loro sulla base di scelte e politiche ben definite. E’ chiaro che in un sistema del genere bisogna necessariamente accettare il fatto che la laurea dell’università X ha un valore pari a 10 quando invece la laurea dell’università Y ha valore 5. Ma questo in Italia è un ragionamento che pochi sono disposti ad accettare. Insomma mi sembra di capire che un punto di partenza inevitabile per una, chiamiamola così, “nuova Università Italiana” debba passare, tra le altre cose, da un sistema di liberalizzazione delle tasse universitarie, come suggerito tra l’altro anche da Roberto Perotti. Sbaglio? Vedi, il discorso delle cosiddette “tuitions”, ovvero delle tasse universitarie, è un discorso che va assolutamente affrontato. Bisogna capire, infatti, che il sistema di finanziamento dell’università “all’Italiana”, oltre che essere palesemente inefficiente, è anche un sistema capace di creare forti distorsioni sociali. La ragione è semplicissima: oggi coloro che accedono all’università sono tendenzialmente i figli delle famiglie che hanno un reddito medio-alto. E’ raro infatti che i giovani provenienti dalle famiglie più povere si iscrivano ad un corso universitario. Ma siccome l’università Italiana è finanziata anche tramite la tassazione sul reddito dell’intera popolazione questo significa che le famiglie meno abbienti sono costrette a

pagare l’istruzione del classico figlio di papà iscritto nella Facoltà X della Università Y. E che cosa è questa se non una redistribuzione dai poveri ai ricchi? E’ incredibile vedere come la sinistra continui a difendere un sistema del genere senza notare o denunciare simili distorsioni. La soluzione è semplice: bisogna far pagare le tasse in maniera diretta solamente a chi utilizza il servizio e al tempo stesso permettere a questi servizi di differenziarsi. Ci saranno università che avranno corsi di laurea relativi solamente al triennio, altre che avranno come offerta formativa il 3+2 e infine poche università dove sarà possibile fare anche il dottorato. Sempre per tornare all’esempio della California, lì sono solamente 10 le università, le cosiddette Universities of California, che hanno un’offerta didattica completa di altissimo livello. Mentre in Italia continuiamo a prenderci in giro dicendo che Teramo è una università di eccellenza.

Bisogna smettere di dare voce a tutti quei Professori Italiani che si lamentano dicendo che sono sottopagati. E’ una cosa assolutamente falsa! Sono strapagati per quello che fanno. Lei, Perotti o Giavazzi interessino questi fatti? Rispetto alla prima domanda, credo che la risposta sia lampante e davanti agli occhi di tutti. E’ chiaro che a Roma Tre c’è stato un caso di concorso manipolato. Un aspetto grave che caratterizza tutte queste vicende e che non viene mai abbastanza sottolineato è il prezzo, altissimo, che sono costretti a pagare gli studenti. E questo si vede subito: i ragazzi che arrivano dall’Italia a fare il PhD sono infatti sempre meno preparati rispetto ad un tempo. E non perchè sono diventati più stupidi, gli IQ sempre quelli sono, ma perchè sono stati educati peggio, colpa della mediocrità che sta emergendo sempre più all’interno della università Italiana. Di nuovo: fare lezione con Sylos Labini era sicuramente molto meglio che andare ad un corso con Valeria Termini. Entrambi baroni, ma Sylos Labini era una persona di tutt’altro spessore.

E lasciami concludere con un’altra questione. Bisogna smettere di dare voce a tutti quei Professori Italiani che si lamentano dicendo che sono sottopagati. E’ una cosa assolutamente falsa! Sono strapagati per quello che fanno. Nel sistema della California State University, ovvero il sistema che racchiude più università in California, concentrato su quello che in Italia sarebbe l’offerta didattica del 3+2, un Professore medio insegna 9 corsi quadrimestrali all’anno. Un corso quadrimestrale è di 30 ore più esercitazioni. Questo professore medio prende, all’inizio della carriera, 60/50.000 dollari all’anno. A fine carriera lo stesso professore arriva 120.000 dollari. Una cifra modestissima comparata con quello che i professori prendono in università come Princeton, dove 120.000$ corrisponde allo stipendio di un professore di economia ad inizio carriera. Professore, le faccio vedere una cosa che avrebbe voluto vedere diciamo verso Febbraio 2010 (mostriamo a Boldrin il CV di Valeria Termini). Le faccio due domande. La prima, abbastanza scontata, è se, guardando il CV di Valeria Termini, adesso - finalmente disponibile online sul sito di Roma Tre, conferma tutti i suoi giudizi espressi sul Fatto riguardo al recente concorso di ordinario presso la facoltà di Economia dell’università degli Studi di Roma Tre. La seconda riguarda invece un fatto importante che ha accompagnato questa vicenda: il silenzio. Silenzio da parte degli ordinari, associati e ricercatori della facoltà di Economia a RM3 ma che in generale sembra sempre accompagnare questo tipo di vicende. Perchè da fuori appare che a soltanto a

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Per quanto riguarda il silenzio: è chiaro che è stata una cosa che mi ha dato molto fastidio. E sia chiaro che questo silenzio non c’è stato solo da parte dei professori di Roma Tre ma anche e soprattutto da parte di praticamente tutti i professori di economia presenti in Italia. Spesso mi sono sentito dire di lasciar perdere, che tanto casi di questo tipo si verificano anche 50 volte all’anno... E So What? Vorrà dire che occorre denunciare 50 volte all’anno vicende di questo tipo allora! O altrimenti si sceglie qualche battaglia simbolica e questa vicenda di Roma Tre aveva un alto valore simbolico. Un posto importante, una cattedra di Economia Politica in una università Romana e una distanza, in termini di criteri oggettivi di valutazione scientifica, talmente abissale (NdR: si veda il punto 3 di questo articolo) rispetto agli altri candidati che rendeva questo un caso veramente plateale di “mala università”.

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Dialogo su una nazione in declino

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Intervista a Michele Boldrin Professore della Washington University in St. Louis, redattore di noiseFromAmeriKa.org Testo di Raffaele Saggio e Fabrizio Valenti La settimana scorsa siamo stati talmente fortunati da riuscire a berci un bicchiere di chinotto con il Prof. Boldrin, Professore alla Washington University in St. Louis e redattore del celebre sito noiseFromAmeriKa.org. Non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione e abbiamo tempestato di domande il Prof. Boldrin, chiedendogli il suo punto di vista sui temi più attuali, e rilevanti, della politica Italiana. Questo il risultato della nostra, lunga, chiaccherata.

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vera quest’ultima opzione, che genere di incentivi bisognerebbe innescare per riportare i talenti in politica? Quando gli incentivi favoriscono la mediocrità in politica, la mente brillante, se c’è, va a fare qualcos’altro. Il sistema italiano non è mai stato meritocratico, è parassitico ed immobilizzato, sia oggi che negli anni 50 e 60, piuttosto, il problema, dopo la meta’ degli anni ‘70, è andato incancrenendosi. Tutto

Recentemente, in un suo intervento a

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italiana come una “casta mediocre” . Secondo lei, dove sono da ricercare le cause di questa mediocrità? E’ il sistema politico attuale che impedisce alle menti più brillanti di emergere o forse queste ultime preferiscono investire le loro

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male, come lo è la stessa cultura italiana, straordinariamente prona all’ipocrisia, estranea al concetto di responsabilità individuale, colpa e punizione, propria di un ire ogni comportamento scorretto. Con una struttura lassista come quella

italiana, ogni forma di commitment viene meno, ma la meritocrazia si basa sul commitment: c’è una competizione che si basa base di questo problema c’è una profonda radice culturale che si mischia ad un sistema di incentivi medievale. Quello medievale è un mondo profondamente antimeritocratico, in quanto attribuisce tutte le risorse e i poteri a dei soggetti che li acquisiscono per diritto divino (che siano vescovi o signorotti dividui, l’unico modo per emergere è quello del servilismo e del familismo. Quello che della storia italiana è che un sistema come a mantenere al suo interno le élite intellettuali. Penso ai baroni con cui sono cresciuto io. Questi erano, per certi versi, orrendi, ma


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James Cameron

L’uomo che fece affondare il Titanic Testo di Francesco Manca

James Francis Cameron nasce il 16 agosto del 1954 a Kapuskasing, una piccola cittadina dell’Ontario, Canada. Dopo la laurea in fisica, entra nel mondo del cinema come tecnico degli effetti speciali, da sempre la sua più grande passione, grazie all’aiuto del mitico regista e produttore Roger Corman. Nel 1978 realizza il cortometraggio “Xenogenesis”, della durata di 12’, girato interamente in 35mm e costato circa 20.000 $. Per questo suo primo lavoro ufficiale (nonostante non sia mai stato distribuito), Cameron ricopre il ruolo di regista, co-sceneggiatore insieme a Randall Frakes e co-produttore insieme allo stesso Frakes e ad Alvin J. Weinberg, oltre che direttore della fotografia, montatore, scenografo, supervisore degli effetti speciali e autore dei modellini. Dopo questa esperienza, nel 1981 Cameron dirige il suo primo lungometraggio dal titolo “Piraña paura”; si tratta di un autentico b-movie girato con un budget limitatissimo, che vede al centro di sé la vicenda di alcuni ferocissimi pesci con le ali che seminano terrore e morte in un’isola dei Caraibi. Il suo esordio dietro la macchina da presa non è dei più eclatanti, ed è ricordato oggi solamente dagli appassionati del genere e dai più accaniti fan del regista. Tuttavia, nel 1984, Cameron da vita ad un piccolo film di fantascienza divenuto in breve tempo un vero e proprio cult; parliamo di “Terminator”, probabilmente il primo lavoro del regista canadese, dopo la breve parentesi del corto “Xenogenesis”, che dedica particolare attenzione al confronto tra uomo e macchina, tra la tecnologia e l’ambiente che ci circonda. Non a caso, il protagonista è niente meno che un androide di nome T-1 dalle sembianze umane inviato sulla Terra per uccidere Sarah Connor, una giovane donna destinata a dare vita a John Connor, il futuro capo della resistenza contro un network di computer creato per autodifesa che, in seguito, si ribellerà al controllo dell’uomo. Interpretato da un Arnold Schwarzenegger allora non ancora conosciutissimo, il film, costato 6,5 milioni di dollari, ne ha

dove è stata installata una colonia umana con la quale, da qualche giorno, si è perso ogni contatto.

Nel 1985 partecipa solo come sceneggiatore insieme a Sylvester Stallone del secondo capitolo, diretto da George P. Cosmatos, della saga di “Rambo” e l’anno successivo arriva per lui la prima vera occasione di lavorare ad un progetto ambizioso e, indubbiamente molto più costoso rispetto alle sue prime due fatiche. Viene chiamato infatti a dirigere “Aliens – Scontro finale”, secondo capitolo dell’immortale quadrilogia fantascientifica iniziata nel 1979 da Ridley Scott e proseguita, dopo questo secondo episodio, da David Fincher nel 1992 e ultimata da Jean-Pierre Jeunet nel 1996.

Per questa sua terza opera, Cameron si occupa, oltre che della regia, anche della sceneggiatura, e dirige un cast di attori assortito con presenze del calibro di Sigourney Weaver, già protagonista del primo “Alien”, Michael Biehn, che aveva già recitato per lui in “Terminator”, Lance Henriksen e Bill Paxton, riuscendo a far incassare alla pellicola una cifra complessiva che si avvicina ai 200 milioni di dollari, e portandosi a casa, oltre a diversi consensi da parte della critica che, in molti casi, considera questo “Aliens” addirittura superiore al prequel di Scott, anche due Oscar per i migliori effetti speciali e per il miglior montaggio sonoro.

Il film riparte esattamente da dove le vicende del prequel si erano concluse. Ellen Ripley, l’unica superstite della tragedia dell’astronave Nostromo avvenuta 57 anni prima, viene estratta dalla cabina di ibernazione e le viene chiesto di recarsi insieme a una squadra di marines spaziali sul pianeta LV426,

Il 1989 è l’anno di “The Abyss”, considerato da molti l’apice creativo del regista, che, ancora una volta, cura sia la regia che lo script, realizzando un film incredibilmente visionario, che seppur non convinca gran parte del pubblico a livello inter-

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nazionale (lo confermano i tiepidi incassi), rimane comunque l’opera più personale e più sentita di Cameron. La storia è ambientata al largo delle Isole Cayman, nei Caraibi, dove un gruppo di sommozzatori deve recuperare un sottomarino nucleare in avaria. Questa rischiosa missione, li porterà a scoprire sul fondo degli abissi strane entità extraterrestri. Il film può contare, oltre che su un cast eccellente, dove spiccano nomi del calibro di Ed Harris, Mary Elizabeth Mastrantonio e Michael Biehn, giunto alla terza collaborazione con il regista, anche e soprattutto su una superba realizzazione tecnica, che si aggiudica l’Oscar per i migliori effetti speciali. Solo due anni più tardi, Cameron si rimette al lavoro sfornando il sequel del prototipo che aveva rivelato al grande pubblico il suo straordinario talento registico. Arriva così nelle sale “Terminator 2: il giorno del giudizio”. Ambientato esattamente dieci anni dopo i fatti narrati nel

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Robert Downey Jr .: le cadute e i success i

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incassati in tutto il mondo circa 78 milioni, rivelandosi un sorprendente successo sia a livello di pubblico che di critica, guadagnandosi un posto tra le pellicole più significative dell’intero genere sci-fi.

Figlio del r egista e attore Robert Downey Sr ., Robert John Downey J r. nasce a New York il 4 aprile 1965 . Solo pochi anni dopo, dà inizio alla sua carriera nel mondo dello spettacolo , quando il pad re l o di rige per la prima volta nella sua pe llicola dal titolo “Pound” (1970) , a cui seguiranno altri piccoli ruol i Moment” (1975) e uno più rilevant

e nella commedi a siva” (1985) . Ruoli più impor tanti arrivano negli anni seguenti con “A scuola con papà” (1986) e con “Ehi...c i stai?” (1987) , commedia frizzante in cui è c oprotagonista insieme a Molly Ringwald e dove h a l’occasione di recitare accanto a mostri sacri com e Harvey Keitel e Danny Aiello.

Del 1989 è invece l’apprezzata commedia di Emile Ardolino “Uno strano caso”, dove lo vediamo due ttare con la bellissima Cybill Shepherd e con il grande R yan O’Neal . d’azione “Air America”, dove lo vediamo fa re d a

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di là di tutti i limiti - Less Than Zero”, tratto dall’omonimo romanzo di B ret Easton Ellis e inte rpretato anche da James Spader e Andrei McCarth y.

La pellicola, diretta da Marek Kanievska, lo ved e interpretare un ragazzo della Los Angeles bene c he cade vittima della d roga, un ruolo non a caso molt o vicino a quelle che saranno le sue future abitudini , grazie al quale si fa notare sia dal pubblico che dalla critica, divenendo subito molto apprezzato in patria. L’anno successivo recita insieme a una giovanissim a Uma Thurman nella commedia spor tiva “La grand e promessa” e lo vediamo di nuovo protagonista in u n dramma ambientato durante la guerra del Vietnam dal titolo “1969 - I giorni della rabbia” , con Kiefer Sutherland e Winona R yder, a cui segue anche una partecipazione di rilievo nel thriller di Joseph Rube n

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Your Life in 2020

LA REALTA’: AUMENTATAd

La grande crisi del settore editoriale cartaceo, figlia dell’era digitale e automatizzata, non diminuirà certo dopo l’avvento di e-readers, smarphone, e dal recente lancio dell’IPad di casa Apple. Propio i suoi accerrimi nemici oggi però potrebbero divenire i suoi più grandi alleati. Le tecnologie oggi in commercio permettono nuovi tipi di esperienza con il reale, con lo spazio circostante, e nuovi sistemi per interfacciarsi con il web. Attraverso essi il campo editoriale può sperare di risollevarsi, grazie soprattutto all’impiego di tecnologie come quelle legate alla realtà aumentata nel campo dell’advertising. La realtà aumentata entrerà nella vita di tutti giorni, e già sta succedendo. Designer e progettisti già lavorano ad un futuro solo sognato in film come Jhonny Mnemonic, Minority Report e per ultimo IronMan. Di seguito alcune ipotesi per il 2020

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dal progetto SixthSense di Pranav Mistry

LA REALTA’: AUMENTATAd ùSCENARIO

Per quanto concerne il presente, non lontanissimo dal futuro prima descritto, la realtà aumentata permette di visuallizzare, attraverso immagini create dal computer, un livello di informazioni sopra la realtà che ci circonda, in relazione con lo spazio. Questo livello è visibile sullo schermo del nostro cellullare, o del computer, ma già si pensa a occhiali con film OLED,per visualizzare informazioni direttamente davanti ai nostri occhi, o a proiettori che proiettino tale livello nella realtà.

interazione naturale con tracking

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test realtà aumenta

LA REALTA’: AUMENTATAd

La realtà aumentata permette alla webcam di ricnoscere un MARKER; Vengono creati tre assi XYZ dove si posizionerà l’elemento aumentato. Il Marker viene riconsicuto attraverso un confronto tra un immagine in stock di 16x16 px con quella ripresa in live, con una soglia minima di errore.

un marker

L’utente può interagire con il video attraverso questo marker, che può divenire un interfaccia con cui l’utente può direttamente agire con il mondo virtuale. Il programma utilizzato è FLASH BUILDER, assieme a BLENDER, CINEMA 4D, FLASH. ACTION SCRIPT 3 è il linguaggio con cui si è scelto di lavorare; questo perchè FLASH è largamente diffuso ( 90 % dei PC) e la sua portabilità offre grande visiibilità alla rivista. Il gruppo SAQOOSHA ha portato le liberie necessarie in AS3 con il FLARToolKit, per il rilevamento del marker. PAPERVISON è la liberia necessaria per le operazioni di 3D. l progetto si distingue per il supporto per modelli collada, che risultano essere più comodi rispetto agli ASE (ASCII Scene Export) già supportati da altre librerie con lo stesso scopo, per esempio sandy 3d. Il risultato finale non è altro che un video in *swf, completamente familiare a chiunque (sono proprio quelli di youtube). L’utente non deve far altro che seguire l’istruzioni, cioè prendere il marker, e interagire. I tempi di sintonia sono pari ad operazioni naturali, ma l’utente vive un’esperienza completamente nuova.

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test realtĂ aumentata tracking con oggetti 3D

frames in seire


scena del film Simon Konianski frames dal video

AR : VIDEO

Cosa poteva aumentare nella rivista? La cosa piÚ affascinate, la meno possibili, la piÚ dinamica: far vivere sulle pagine della rivista un video. Il trailer di un film, un cortometraggio, l’intervista, un live.


test con multi marker

AR : MULTIMARKER

Utilizzare più marker assieme può permettere di visuallizare due animazioni, ma la ricerca che si intende fare è che l’uno interagisca con l’altro. All’attuale lavuoro seguirà una ricerca sull’interazione di marker e segni che possano interagire tra loro, ma sopratutto, si tenterà l’eliminazione del marker e il ricnoscimento di elementi del corpo umano e ambientali, e la possibilità di utilizzare se stessi come dispositivo input.

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il software per la creazione dei marker. Dopo averi creati sono stati testati

prove effettuate tra varie tipologie di markeraumentata

MARKER / CAPOLETTERA

Dalle pagine dei codici miniati deriva l’ispirazione per il marker. Forma e funzione del marker sono molto analoghi a ciò che è un capolettera, come nei codici miiati, o nele riviste moderne. Seppur il marker vive di altre regole, essa va letto dalla macchina, possiede una griglia del tuttosimile a quelle per la costruzione tipografica. Perchè allora non rendere il marker u capolettera leggibile sia dalla macchina che dall’essere umano, un ibrido con multiple funzioni.

Lattanzio, Opere Prima edizione stampaata a subiaco da Conrad Synheim e Arnold Pannartz

Capoletteri tipografici e miniati affiancati al marker

Lo studio ha dovuto combinare le esigenze del software con quelle del lettore, che, oltre a essere funzionali, sono semiotiche, di gusto, di impersonificazione e di comunicazione.

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Perciò, quale linguaggio utilizzare? Quale tipologia di ltterig può essere meglio assimilata al linguaggio dei pixel.


NUOVO / ANTICO

la grglia massima per un marker è di 16x16 pixels; questo dimenzionamento ottimale velocizza il riconoscimento del marker. Utilizzando una cornice di 3px per 16 px vi è il miglior posizionamento degli oggetti sul marker. Rimangono solo 10px per 10 px. Se utilizzassi un font graziato perderei molto spazio, cioè pixels, cioè informazioni. Il Gotico, con le sue grandi aste e i supi contrasti era molto più adatto a le vaire esigenze riscontrate. Il font creato è una razionalizzazione del gotico, una semplificazione, la font che avrebbe generato un computer per le sue necessità

La font occupa una posizione centrata occupando più pixels possibili, ma senza tralasciare la leggibilità, creando un gioco di linee similare alle illusioni ottiche.Un leterring fortemente geometrico e spaziale.

Per eliminare le possibilità di errore e aumentare la riconiscibilità e l’unicità del marker sono stati aggiunti degli elementi che sono tra la decorazione e la funzione, che richiamano i pixels, ma anche i viticci

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impaginato con realtà aumentata

ei r ut

goni che fanno le giovani menti per sentirsi più audaci. Non so

è un posto che non conosco,

Come sempre è l’occhio che decide, l’occhio di tutti. Nessuno

dove non sono mai stato, in

conosce bene il proprio destino, io ho preso la cinepresa e ho

Dott. Stranamore e un po’ di Beckett, ma questi sono i parase c’è qualcosa di loro, qualcuno ci ha visto Il grande dittatore.

cui non so se mi piacerebbe andare.

E’

provato ad andare a fondo. Spesso fa male, perché il risultato

fondamental-

è inaspettato, non convince. Altre volte tutto sembra merav-

mente una parola che ha permesso ai personaggi e alla luce

iglioso. Non si poteva fare meglio di così. L’importante è saper

di esistere. Non ho seguito nessuno schema, solo quello verti-

commettere i propri errori, con grande forza e insistenza.

cale di dover arrivare alla fine. Ad un certo punto ci sono arrivato e mi sembrava che potesse andare bene. C’è un po’ del

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L’utente aiutandosi ocn l’infografica, può collegarsi al sito, e scoprire il ocnenuto aumentato della rivista sulla pagina web in link dal sito principale. La pagina, semplice e minimale, concentra l’attenzione solo sulla raltà aumentata e sulla possibilità di condividerla attraverso tutti i vari social network, incrementato la visibilità della rivista.

Vari capolettera creati

AR : WwB

MARCO FAGNOCCHI, il regista di Beirut

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La possibilità di utilizzare il web permette il tracciamento sicuro del flusso d’utenza: i dati possono essere così utilizzati per valutare sia la qualità del servizio, che la soddisfazione dei contenuti.


pagina web per la realtà aumentata di MP magazine con la rivista

AR : UTILIZZO

Per garantire la massima resa esperienziale lil livello di realtà aumentata non è stato sovrapposto al marker, ma sovrapposto al frames, cosìcchè il video sia un continuo della carta stampata. Se per qualsiasi motivo, l’utente chiudesse la rivista, e il marker scomparisse, il filmato va in pausa automaticamente per riprendere alal comparsa del marker. Ognu aspetto è atto a garantire la migliore visibilità, dal formato del video, alla dimenzione della rivista, al posizionamento dell’immagine aumentata.




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THE wND

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