1 2 3 stella giornalino Asilo Predazzo

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PREDAZZO 2014

n. 1

A cura delle mamme del Comitato di Gestione


ete

Il saluto del Presidente dell’Ente Gestore

Cos’è 1 2 3 stella?

Quando la presidente del neoeletto Comitato di Gestione, Monica Longo, ha proposto di creare un giornalino della scuola, ha trovato subito le mia incondizionata ed entusiasta approvazione. Il risultato del lavoro di tutto il Comitato non potrà che entusiasmare tutti coloro che ne potranno prendere visione. È il modo migliore per avvicinare ancor di più tutta la collettività di Predazzo alla propria scuola materna, la maniera per sentirla più propria e protagonista della vita sociale del paese e va nella direzione delle iniziative recenti intraprese per raggiungere tale scopo. L’augurio più sincero, dunque, da parte dell’Ente Gestore, che ho l’onore di rappresentare, e lunga vita ad uno strumento che si preannuncia prezioso contributo di informazione e non solo, e un ringraziamento a quanti si sono prodigati nella sua preparazione e realizzazione. PER ASPERA AD ASTRA Dott. Franco Dellagiacoma

Un giornalino da sfogliare insieme, da colorare, da usare come spunto per dei lavoretti. Per scoprire cosa fanno i nostri bambini alla scuola materna, per rispolverare qualche fiaba tradizionale e conoscerne di nuove provenienti da altre parti del mondo, per “rubare” le ricetta alla cuoca dell’asilo e alle nonne. Abbiamo pensato a qualcosa di semplice, senza pretese, fatto da noi mamme per le mamme, i papà e i bambini. Speriamo che vi piaccia (ogni suggerimento è ben accetto!) e che ci dia l’occasione per trascorrere qualche momento in più insieme ai nostri figli! Preparate i colori….e buona lettura!

Le mamme del Comitato di Gestione

Cosa facciamo alla scuola materna? (a cura delle insegnanti)

Una volta in settimana ogni classe (quando c’è la compresenza) lavora con i “piccoli gruppi”. Due sono autogestiti, mentre uno è gestito dall’insegnante, naturalmente a rotazione. Ai gruppi autogestiti l’insegnante propone delle attività manuali precedentemente pensate con determinati obiettivi. Per esempio: disegnate o costruite una grande città oppure un aeroporto o qualcosa che serve per… (utilizzando vari materiali). Nel gruppo gestito dalle insegnanti si propongono temi, problematiche, discussioni di cose accadute, su fenomeni naturali o su aspetti di vita quotidiana. Prima di iniziare si mettono ben chiari patti e regole, che, se necessario, si richiamano anche durante i gruppi. I patti sono da considerarsi un richiamo e un contenimento non solo fisico, ma anche psichico e sono:  Tutti possono parlare  Non si parla tutti insieme  Non esiste giusto o sbagliato  Si dice cosa si sa, cosa si pensa o cosa si è visto  Si ascolta ciò che dicono gli altri  Si può condividere o meno  Ci si prende tutto il tempo per pensare  Ci si mette d’accordo L’insegnante usa strategie mirate all’esplicitazione del pensiero dei bambini (per esempio dice “scusami, non sono sicura di aver capito bene: puoi ripetere?” o ripete lei dicendo poi “volevi dire questo?”) e sostiene la ricerca di accordo tra bambini (allora, avete deciso che…. Siete tutti d’accordo?). Mantiene il gruppo e non il singolo tra le fila e se necessario manda altri input. Con questa pratica i bambini hanno modo di interagire ed esprimere la propria opinione mettendo a disposizione degli altri le loro competenze in un contesto più piccolo e, quindi, favorevole ai bambini più riservati o più introversi.


Cos’è? È un momento in cui i bambini vengono raggruppati in base all’età (piccoli, medi e grandi)

Perché si fa?  Per dare l’opportunità di fare attività specifiche ed esperienze per la loro età  Per favorire la socializzazione tra coetanei delle varie sezioni

Cosa si fa? Giochi di gruppo, racconti, conversazioni, canzoni, balli, giochi motori, attività per sviluppare particolari competenze, uscite sul territorio e incontri con le varie associazioni

A che ora? Dalle 10.15 alle 11.30 Per quanto tempo? Tutti i giorni dalla metà di gennaio alla metà di giugno

In quali spazi? Nelle varie sezioni, che non sempre corrispondono alla classe di appartenenza

Con quali insegnanti? Ogni gruppo ha delle insegnanti, che non sempre corrispondono a quelle della sezione, ma che normalmente rimangono le stesse per tutti gli anni di frequenza del bambino


Ecco le 10 regole per vincere la Marcialonga disegnate dai grandi delle scuole materne di Predazzo, Ziano, Panchià e Tesero. Il decalogo è stato inserito nei pacchi gara dei concorrenti.



LA RICETTA DELLA CUOCA

Cari genitori, abbiamo ricevuto tantissime richieste per questa ricetta. Abbiamo, quindi, pensato di scriverla sul giornalino: MINESTRA DI RISO (O PASTINA) E LATTE Ingredienti per una persona: 25/30 gr di riso 2oo ml di latte Cuocere il riso in acqua bollente salata per 15 minuti circa. A parte scaldare il latte. Unire il riso al latte salato e servire. Noi usiamo il riso Coop (verde) da minestra e il latte parzialmente scremato, ma, a piacere, si può usare anche il latte fresco. Cuoca Annarita

La sai l’ultima… dei nostri bambini? Bambino 1: Maestra, sai che le vitamine fanno bene? Maestra: Hai proprio ragione, bravo! Bambino 2: E sai cosa so io? Che una mela al giorno toglie il medico di TURNO!


Quante cose sai, nonna!

IL DENTE DI CANE: PER GIOCARE E PER MANGIARE Il 21 marzo è iniziata la primavera. Ma nelle nostre valli i prati tardano a verdeggiare perché di neve ne è caduta tanta. Aguzzate gli occhi perché vedrete dei cespi piccolini di colore rossastro e anche un pochino lanuginosi, o di un verde più intenso se sbucano dai mucchietti di terra smossa dalle zampette delle talpe. Bambini, dovrete però aspettare ancora un mesetto perché i fiori del tarassaco, chiamati anche denti di cane, si trasformino in semi, ognuno con la sua elichetta. A cosa serve? A voi per divertirvi, soffiando a pieni polmoni per vederli volare lontano e alla natura per far nascere nuove piantine, che crescendo lontano dalla pianta materna avranno più spazio per diventare grandi e rigogliose. Inoltre, potete usare il gambo cavo dei fiori per fare le bolle di sapone! E ai vostri genitori perché deve interessare il tarassaco?  È ottimo crudo in insalata: le nostre nonne lo condivano versandoci sopra cubetti di pancetta rosolata.  I boccioli ancora chiusi possono essere messi sotto sale come i capperi oppure scottati in acqua e aceto e poi conservati sott’olio come i funghi.  Buonissimo anche cotto: va scottato in poca acqua salata, poi passato in padella con olio, aglio e a piacere peperoncino.  I fiori sono, invece, ottimi nel risotto. I fiori gialli servono anche per la preparazione di un ottimo sciroppo per la tosse e il mal di gola, chiamato “miele di tarassaco”. Volete saperne qualcosa in più? Se vi resta qualche curiosità sui denti di cane, la nonna di Chiara della sezione Scoiattoli è a vostra disposizione! Nonna Elsa

Una volta si diceva che… Ai primi aprilanti quaranta de somilianti


Me la leggi?

LE TRE PIUME

C’era una volta un re, che aveva tre figli: due erano accorti e giudiziosi, ma il terzo parlava poco, era ingenuo, e lo chiamavano soltanto il Grullo. Quando il re diventò vecchio e debole e pensò alla sua fine, non sapeva quale dei figli dovesse succedergli nel regno. E disse loro: - Andate: chi mi porterà il tappeto più sottile, dopo la mia morte sarà il re - . E perché fra loro non sorgesse contesa, li condusse davanti al castello, con un soffio spinse in aria tre piume e disse: -Dovete seguire il loro volo -. Una piuma volò verso oriente, l’altra verso occidente, ma la terza se ne volò diritto e non andò lontano, ma ben presto ricadde a terra. Così un fratello andò a destra, l’altro a sinistra, e beffavano il Grullo che dovette fermarsi là dov’era caduta la terza piuma. Il Grullo si mise a sedere, tutto malinconico. D’un tratto si accorse che accanto alla piume c’era una botola; alzò la ribalta, trovò una scala e scese. Giunse davanti a una porta, bussò e sentì gridare dall’interno: -Donzella verde, mia piccoletta, gambetta secca, magra cagnetta, o risecchita, su, dico a te, mostrami svelta fuori chi c’è. La porta si aprì ed egli vide la Regina Rospo, grande e grossa, e una quantità di rospine attorno. La regina chiese al giovane cosa desiderasse. Rispose: - Un tappeto che sia fra tutti il più bello e il più sottile -. Allora ella chiamò una piccola ancella e disse: -Donzella verde, mia piccoletta, gambetta secca, magra cagnetta, o risecchita, su, dico a te, prendi la scatola e portala a me. La bestiola andò a prendere la scatola e Regina Rospo la aprì e diede al Grullo un tappeto, bello e sottile come nessun altro sulla terra. Egli la ringraziò e risalì. Ma gli altri due credevano che il fratello minore, così sciocco, non avrebbe trovato nulla. – Perché affannarsi tanto a cercare! – dissero; tolsero alla prima pecoraia che incontrarono i suoi rozzi panni e li portarono al re. In quel momento tornò anche il Grullo col suo bel tappeto, e quando il re lo vide si meravigliò e disse: - Di diritto il regno spetta al più giovane


-. Ma gli altri due non gli diedero pace, affermando che il Grullo, privo di giudizio com’era, non poteva diventar re; e lo pregarono di porre un’altra condizione. Allora il padre disse: Erediterà il regno chi mi porterà il più bell’anello -. Condusse fuori i tre fratelli e con un soffio spinse in aria le tre piume che essi dovevano seguire. I due maggiori andarono di nuovo verso oriente e verso occidente, e la piuma del Grullo volò dritta e cadde vicino alla botola. Egli scese di nuovo da Regina Rospo e le disse che le occorreva il più bell’anello. Quella si fece subito portare il suo scatolone e gli diede un bellissimo anello di splendide gemme, che nessun orefice sulla terra avrebbe mai saputo fare. I due maggiori risero del Grullo, che andava in cerca di un anello d’oro, non si diedero pena, schiodarono un anello da un vecchio timone e lo portarono al re. Ma quando il Grullo mostrò il suo anello d’oro, il padre disse ancora: - Il regno spetta a lui -. I due maggiori continuarono a tormentare il re, finché egli pose una terza condizione e sentenziò che avrebbe avuto il regno chi avesse portato a casa la donna più bella. Con un soffio spinse di nuovo in aria le tre piume che volarono come le altre volte. Allora il Grullo scese senz’altro da Regina Rospo e disse: - Devo portar a casa la donna più bella. – Caspita! – disse la regina: - La donna più bella; non è a portata di mano, ma l’avrai. Gli diede una carota svuotata a cui erano attaccati sei sorcetti. – Che me ne faccio? – disse malinconicamente il Grullo. La regina rispose: - Non hai che da metterci dentro una delle mie rospine -. Egli ne prese una a casaccio, fra quelle che la circondavano, e la mise nella carota gialla; ma appena là dentro, la bestiola diventò una bellissima damina, e la carota diventò un cocchio, e i sei sorcetti, sei cavalli. Egli la baciò e coi cavalli partì di carriera e la portò al re. Poi giunsero i fratelli, che non si eran dati la pena di cercare una bella donna, ma avevan condotto con sé le prime contadine che avevano trovato. Al vederle il re disse: - Dopo la mia morte, il regno spetta al minore -. Ma i due maggior ricominciarono a intronargli le orecchie coi loro strilli: - Non possiamo permettere che il Grullo diventi re! – E pretesero che avesse la preferenze quello la cui moglie sapesse saltare attraverso un cerchio appeso in mezzo alla sala. Pensavano: «Le contadine sono abbastanza forti per riuscirci, ma il salto ammazzerà la fragile damina». Il vecchio re accordò anche quella prova. Le due contadine saltarono e attraversaron sí il cerchio, ma eran così goffe che caddero, spezzandosi le grosse braccia e le gambe. Poi saltò la bella damina, che il Grullo aveva portato con sé, saltò con l’agilità di un capriolo e non ci fu più niente da ridire. Così il Grullo ebbe la corona e regnò a lungo con grande saggezza. Tratto da “Le fiabe del focolare”, Grimm, Einaudi Editori


Storie e leggende dal mondo

IL GALLO E IL CAMALEONTE

Una volta, tanto tempo fa, il camaleonte e il gallo erano molto amici. Un giorno il camaleonte invitò il gallo a pranzo a casa sua. Lo accolse con un vestito verde: gli presentò la moglie, gli fece vedere la casa, lo fece accomodare a tavola e insieme mangiarono il delizioso pranzetto che la sua sposa aveva preparato per l’occasione. Finito di mangiare, il camaleonte andò in cucina a preparare il caffè: quando tornò era vestito di rosso. Il gallo restò tutto il pomeriggio a casa dell’amico e quando il camaleonte lo accompagnò alla porta per salutarlo era vestito di giallo. Il gallo allora non riuscì più a trattenersi e chiese: “Ma come fai a cambiare vestito tante volte al giorno?”. Il camaleonte cominciò a darsi delle arie: “Sai, sono un grande impresario. Gli affari vanno bene, ho tantissimi soldi e posso permettermi di cambiare abito anche 10 volte al giorno”. Il gallo se ne andò, molto impressionato dal successo dell’amico. Poco tempo dopo, fu il gallo ad invitare a pranzo il camaleonte. Lo accolse con il suo solito vestito rosso. Lo presentò a sua moglie e insieme si sedettero a tavola. Finito di mangiare il gallo entrò in casa e chiese alla gallina: “Cara, toglimi tutte le piume così il camaleonte penserà che anch’io sono abbastanza ricco da poter cambiare vestito più volte durante un pranzo”. Quando tornò dall’amico era completamente spennato e disse: “Visto? Anche i miei affari vanno bene. Ho appena indossato un abito differente”. Quella notte, però, la temperatura si abbassò molto. Il gallo si pentì di essersi fatto togliere le sue calde piume rosse. Tentò di scaldarsi con una coperta, ma non fu sufficiente. Fu così che il gallo, a causa dell’invidia, morì di freddo. Racconto popolare della tradizione sena (Mozambico)


Imparo con le filastrocche

LE DITA DELLA MANO Il piccolo MIGNOLO Così per giocare Montò sopra il dorso Del buon ANULARE E questi dal MEDIO Pian piano bel bello Si fece portare Con l’altro fratello. Il medio ch’è forte Ma un po’ fannullone Del povero INDICE Balzò sul groppone. Ma il POLLICE furbo Si mise a fuggire E l’indice svelto Lo volle inseguire. E ancora l’insegue Coi tre sulla groppa In tondo la mano Galoppa galoppa.

NON MI SERVE, TE LO REGALO!

NON TI SERVE, ME LO REGALI? Regalo piccola e colorata palestra Chicco 60x55 cm, età 0+, con maniglia per spostarla in casa, completamente e facilmente smontabile, con appesi tre simpatici animaletti in plastica. Regalo anche confezione da 30 coppette assorbi latte usa e getta Coop. Daniela, tel. 3479495390

Se vuoi inserire un annuncio sul prossimo numero del giornalino, manda una e-mail a comitatoasilopredazzo@gmail.com


Avete fatto una torta? Ecco un’idea per riciclare il guscio delle uova

Tratto da “365 cose da fare e creare”, Fiona Watt, edizioni Usborne


Le lettere Luvungi (Congo),18 febbraio 2014 Carissimi bambini e maestre della Scuola d’Infanzia, JAMBO!!! Non potete immaginare la mia gioia quando da Parma mi hanno comunicato la grossa cifra che mi avete mandato, frutto del vostro mercatino di Natale!!! Grazie di cuore a tutti e a ciascuno! Mi sono veramente commossa e vi dico grazie a nome di tutti i bambini di qua che sono veramente tanti tanti come avete visto nelle diapositive che vi avevo mostrato. Eccomi a Luvungi. Il giorno stesso del mio arrivo, un grosso uragano ha distrutto tante capanne, divelto grossi alberi, danneggiato tanti campi. C’era un lago dappertutto e abbiamo dovuto aspettare l’indomani per muoverci un po’. Per grazia di Dio, tutti si sono salvati. La gente, le sorelle, i padri, tutti mi hanno accolto con una grande festa e in tanti modi mi hanno fatto sentire la benvenuta. I bambini non finivano di danzare al mio arrivo. Così piano piano sto muovendo i miei primi passi, facendo conoscenza con le persone e cominciando a capire come funzione il dispensario nel quale lavoro. Ho trovato tantissimi malati, soprattutto bambini, tanta malaria, tante anemie e tanti casi di colera. A fianco di tutto ciò, la vita continua a sorridere perché tanti bimbi nascono a sono la gioia di tutti. In questi giorni, abbiamo avuto le consultazioni prenatali, prescolari, i diabetici, o tubercolosi, i lebbrosi e gli ammalati di AIDS e poi ci sono gli ammalati di tutti i giorni e quelli che dobbiamo ricoverare perché gravi. Che situazioni e che sofferenze, ma in tutti una grande speranza nel domani che contagia anche me e noi tutti. Sto visitando uno alla volta le otto piccole comunità cristiane del villaggio, così piano piano conosco i posti e le persone. E’ edificante vedere come i cristiani al giovedì, alle quattro del pomeriggio si incontrano nelle loro comunità per leggere il vangelo della domenica, condividere le loro riflessioni e preghiere. Mi fa bene vedere come vanno a trovare i malati e i bisognosi della loro comunità e come, pur avendo poco, mettono insieme quel poco per darlo a chi è nel bisogno. Mi fa bene vedere la loro generosità vedendo la povertà nella quale vivono. Ieri notte i poliziotti hanno messo le mani su alcune persone che detenevano nelle loro casette fucili, bombe, pistole e altri tipi di armi, proprio qui vicino a casa nostra. A cosa erano destinate quelle armi? Non lo sappiamo ma ringraziamo Dio che ci ha tutti protetti e grazie ai militari che hanno fatto il loro lavoro. Ieri pomeriggio un altro uragano ha fatto altre distruzioni. Tutti ci siamo dati fare ad aiutare quelli che sono stati colpiti. Molti hanno ospitato i vicini che hanno avuto danni e stamattina girando nel villaggio ho visto che tutti davano una mano per alleviare quanti soffrivano. Sono piccole grandi pagine del vangelo che vedo ad ogni istante e questo mi fa tanto bene. Dalla mia stanza sento i colpi di Baba Mayanga che sta tagliando l’albero caduto sopra la fontana del centro nutrizionale, distruggendola. Domani salirà su un grosso albero che sta fuori dalla pediatria e che per miracolo non vi è caduto sopra. Non essendoci motoseghe, lo taglierà un pezzetto alla volta cominciando dalla cima. Che coraggio! Stanotte sono morti due bimbi che avevo lasciato gravi ieri sera. La malaria se li è portati via. Un altro che il dottore ha rianimato, sembra riprendersi e i due gemellini che sono nati, dicono tutti che sono miei figli perché sono bianchi come me e hanno i capelli lisci come i miei. Sono bellissimi!!! Vi penso, vi ricordo e conto molto sulla vostra preghiera quotidiana. È questa la mia felicità: poter essere un segno della tenerezza di Gesù in mezzo a questo popolo così provato. Siete tutti qui con me! A risentirci con tanto affetto!!! Vi abbraccio tutti in un solo grande abbraccio africano! Suor Delia

JAMBO!


Supervisione testi: Monica Gabrielli Disegni: Fabiana Ceol

Si ringraziano per la collaborazione le insegnanti, la cuoca, nonna Elsa e la Cassa Rurale per la stampa del giornalino.


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