Bollettino Parrocchia di Predazzo nr 1 2015

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PARROCCHIA Santi FILIPPO e GIACOMO

CAMMINIAMO INSIEME ANNO XXXI - N째 1 - 2015 GENNAIO/FEBBRAIO/MARZO


In questo numero: descrizione articolo

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SALUTO DI don GIORGIO

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CORONE DI AVVENTO

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ANNO DEI CONSACRATI

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AVVENTO 2014 IN PARROCCHIA

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VERSO NATALE CON I BAMBINI PICCOLI

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NEL TEMPO DELL’ATTESA

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IL “BUON NATALE” DELL’OSPITALITA’

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QUALE CASA PER GESU’ BAMBINO?

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ORATORIO: ATTIVITA’ DEL MERCOLEDI’

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CHIAMATI AD ESSERE SANTI

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NATALE IN MUSICA

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E’ NATO! ALLELUIA!

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CAPODANNO ALTERNATIVO.

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IL BATTESIMO DI GESU’.

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BUON COMPLEANNO !!!.

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Più Voci... Più Lingue... UNA SOLA PREGHIERA

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CAMPEGGIO CHE PASSIONE

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L’EUCARESTIA: PANE CHE SALVA E CONFORTA

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BENEDIZIONE DELLE STALLE

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SUOR LAURA SI RACCONTA...

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TUTTI IN FESTA PER IL COMPLEANNO DI DON BOSCO

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GIORNATA DELL’AMMALATO

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FIACCOLATA DELLA MADONNA DI LOURDES

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NONNI E NONNE IN MASCHERA

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PIZZA IN ALLEGRIA...

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Ciclostilato in proprio ad uso manoscritto della parrocchia di Predazzo -2-


«Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto» Gv.20,13

Con questa bella preghiera dello scrittore cristiano Roberto Laurita vi invito ad esprimere il desiderio di incontrare e vedere il Risorto…..

Noi vorremmo conoscerti, Gesù. Vorremmo che tu non fossi per noi solo un personaggio del passato, solo un’immagine sbiadita, qualcuno di cui si sa poco o quasi niente. Per questo vorremmo vedere il tuo volto: il tuo volto arrabbiato il giorno che cacciasti i mercanti dalla spianata del tempio,

quelle mani che hanno dischiuso gli occhi del cieco, quelle mani che hanno accarezzato i bambini. Per questo vorremmo sentire la tua voce: la tua voce sicura mentre annunciavi un Vangelo che era innanzitutto per i poveri,

il tuo volto felice che accoglieva i bambini, il tuo volto rattristato dal tradimento di Giuda,

la tua voce commossa davanti alle sofferenze dei malati, la tua voce incrinata dal pianto davanti alla tomba dell’amico Lazzaro,

il tuo volto pieno di dolcezza verso la donna accusata di adulterio, il tuo volto severo nei confronti dei farisei, il tuo volto mentre sei il tuo volto che offre il ladrone.

quelle mani che hanno conosciuto la fatica del lavoro, quelle mani che hanno aperto il rotolo della Bibbia,

la tua voce sdegnata di fronte alla durezza dei cuori, la tua voce ferma durante il processo contro di te.

sfigurato dal dolore inchiodato alla croce, pieno di bontà paradiso al buon

Signore Gesù, vorrei vederti, vorrei toccarti, vorrei sentire la tua voce, ma so che per ora se voglio veramente capire chi sei devo prendere il tempo per leggere e meditare il tuo Vangelo.

Per questo vorremmo toccare le tue mani: quelle mani che hanno toccato il lebbroso per guarirlo, quelle mani che hanno rialzato il paralitico, quelle mani che hanno spezzato il pane per la folla, -3-


Con il cammino quaresimale e pasquale vi invito tutti a cercare e a ritrovare il Volto del Risorto, presente nei volti delle persone e dentro le vicende quotidiane della nostra vita. Come la Maddalena, infatti, abbiamo smarrito anche noi il Volto di Cristo, il volto della nostra fede! I nostri “occhi” – modi di pensare, di vivere e di relazionarci, tra di noi e con gli altri- non riescono a riconoscere il Risorto sempre presente anche oggi! Allora non scoraggiamoci, non lasciamoci rubare, come ha detto papa Francesco la “Speranza del Vangelo” che è proprio la lieta notizia della Risurrezione del Signore, fondamento e forza della nostra fede! Gesù ci viene incontro anche oggi! Come la Maddalena cerchiamo, gridiamo…ma soprattutto, lasciamo che sia Lui, il Risorto, a chiamarci per nome, nella sincerità del nostro cuore e della nostra preghiera e allora lo riconosceremo nella “voce” dell’ Amore e della Carità. Carità e Amore che ci chiamano per mezzo di coloro che ci chiedono una mano… un piccolo gesto d’amore……! ……..Detto questo - Maria Maddalena - si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: «Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro»». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. (Gv.20,14-18) Anche noi ristorati dalla gioia pasquale della nostra fede…. testimoniamo la gioia del Risorto nella Verità di quell’Amore che lo riconosce nel volto dei fratelli!

Buona Pasqua! Il parroco don Giorgio

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CORONE DI AVVENTO Le quattro luci dell’attesa …. Quest’anno sono state realizzate ben 320 corone d’Avvento con il lavoro di volontariato durato circa 15 giorni. I volontari sono stati divisi in quattro gruppi, il primo e il secondo gruppo erano impegnati presso la Casa Maria Immacolata nei pomeriggi e le sere a costruire materialmente le corone. Il terzo e quarto gruppo infine, confezionava nelle loro abitazioni i fiocchi e le candele delle corone d’Avvento. Un ritrovo importante di volontariato rivolto alla solidarietà che diventa un momento piacevole di racconti tra the, biscotti e corone d’Avvento. Le corone sono state benedette da don Giorgio sabato 29 novembre durante la messa serale che precedeva la prima domenica d’Avvento. Si ringrazia il Comune di Predazzo e la Magnifica Comunità di Fiemme per aver messo a disposizione l’abete dal quale sono stati presi i rami sempreverdi per le corone e tutti i volontari che si sono resi disponibili per il taglio della pianta, il trasporto dei rami presso la Casa Maria Immacolata e tutti quelli che hanno confezionato le corone d’Avvento. Il ricavato della vendita delle Corone è andato a coprire le spese per l’adozione di un seminarista africano Eugene Mbarak. Chiara Facchini

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Testimonianze…. Ho fatto parte dello “ Staff corone di Avvento” perché amo la bellezza. Bellezza che trovo nelle piccole cose, a cominciare da quei piccoli rametti profumati d’abete, sapientemente scelti, poi tagliati e infine intrecciati fra loro per dare forma alla bellissima corona di Avvento che ornerà la nostra tavola nel periodo di Natale. Bellezza che trovo nel condividere il tempo con gli altri, ascoltare, meditare, aiutare chi è nel bisogno , bere un buon the caldo e mangiare un buon cioccolatino. E alla fine del lavoro felice nell’ammirare la chiesa adornata da decine di corone e pensare che il Natale tornerà ancora a vederci all’opera. Ciao Franca Vianello

Quando il “ capo” Gemma nel mese di novembre “chiama”, siamo tutte pronte: grembiuli, forbici e tanta buona volontà…! Si riparte con rinnovato entusiasmo per confezionare le corone di Avvento! Devo dire che con il passare degli anni siamo diventate tutte più svelte e più brave grazie anche ai consigli delle nostre esperte amiche di Trodena. Trudi e Mariane, questi i loro nomi, con grande generosità e disponibilità ci accompagnano in questo prezioso lavoro regalandoci consigli, mani esperte e anche, spesse volte, offrendoci i loro dolci. Se penso ai primi anni… quante volte sotto lo sguardo vigile di Gemma, ho dovuto disfare e rifare il mio lavoro. Ma “ sbagliando si impara” dice un proverbio e tra risate e discorsi seri formiamo proprio un bel gruppo, aperto a qualsiasi altra persona voglia aggregarsi per il prossimo Avvento … Io sono già pronta… Serena

Il ritrovarsi per confezionare le corone di Avvento rappresenta per me, non solo un momento di grande solidarietà, ma significa ritornare a dar vita alle tradizioni del Natale e a consolidare tra le persone che si dedicano al volontariato, quel rapporto di amicizia e di gioia che va oltre il fine a se stesso. Chiara Facchini -6-


Ho risposto alla chiamata della parrocchia e mi sono detta : “Perché non mettere a disposizione degli altri un po’ del mio tempo?” .... E così è stato. Da due anni ho ripreso a Lasciamo parlare l’ “anima” collaborare alla realizzaziodella corona di Avvento … ne delle corone di Avvento nel gruppo del pomeriggio e subito mi sono trovata Ciao, bene; si è instaurato un clisono un cerchio di filo di ferro, mi ma di collaborazione e allestanno vestendo… gria, ognuno fa quello che L’intimo è l’abete rosso legato sa fare perché penso che stretto stretto attorno alla mia tutti noi abbiamo delle doti anima, poi…il vestito con abete e quando le sai mettere al bianco, legato anche questo stretservizio degli altri vi assicuto stretto con un bel filo verde, ro che alla fine della giornaalla fine, vestito a festa con i fiocta ti senti appagata e felice, chetti e le candeline rosse vengo perciò vi invito a venire, vebenedetto e mi presento a voi. dere e provare! Quante mani volonterose hanno lavorato per farmi bello ed essere Rosanna utile a chi è nel bisogno. Vi ho fatto compagnia, a casa, per le quattro settimane dell’Avvento, poi …il fuoco? No!!! Riportatemi così come sono negli scatoloni che verranno messi a vostra disposizione. Le solite mani volonterose mi disferanno e ricupereranno ciò che è utile. Grazie e ci rivedremo di nuovo, se il Signore vuole, a casa vostra domenica 29 novembre 2015... ARRIVEDERCI-- Il fil di ferro della Corona di Avvento

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ANNO DEI CONSACRATI Il “ SI’ “ a Dio di una nostra parrocchiana

“Pietro ne aveva fatte di tutti i colori, eppure viveva una simpatia suprema per Cristo. Capiva che tutto in sè tendeva a Cristo, che tutto si raccoglieva in quegli occhi, in quella faccia, in quel cuore. I peccati passati non potevano costituire obiezione e nemmeno tutta l’immaginabile sua incoerenza futura: Cristo era la fonte, il luogo della sua speranza. Gli avessero pure obiettato quello che aveva fatto o quello che avrebbe potuto fare, Cristo rimaneva attraverso le nebbie di quelle obiezioni, la fonte di luce della sua speranza. Egli lo stimava sopra ogni altra cosa, dal primo momento in cui si era sentito fissato da Lui: Lo amava per questo...E’ in Lui che io ho speranza, prima di avere contato i miei errori e le mie virtù. non c’entrano qui i conti numerici. Nel rapporto con Lui il numero non c’entra, il peso misurato e misurabile non c’entra, e tutta la possibilità di male che in me può realizzarsi nel futuro , anche questa non c’entra, non riesce ad usurpare il titolo primario che possiede davanti agli occhi di Cristo il “Si” di Simone, da me ripetuto” (don Giussani)

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stati semplici, e che, per chi lo desidera, potremmo approfondire a voce quando ci incontriamo in paese, è nato pian piano il desiderio di darGli la vita, tutta la vita.

Ho accolto con tremore l’invito di don Giorgio a raccontare di me perchè, quando si deve parlare delle cose importanti, di ciò che vale veramente nella vita non ci si può permettere di farlo a cuor leggero. Questa che desidero raccontarvi è la storia del mio incontro con Gesù, non semplicemente l’incontro con Comunione e Liberazione, sarebbe riduttivo, ma del mio rapporto con Lui che ha deciso di sfiorarmi, di toccarmi, di entrare nella mia vita in modo inequivocabile attraverso il carisma di don Giussani, e nei passi fatti in questi anni in questa compagnia, che non sempre sono

Sembrerà strano ma il mio primo approccio a CL è avvenuto nell’aula magna dell’oratorio quando avevo 9 anni e AnnaMaria Felicetti, nostra compaesana e appartenente anche lei ai Memores Domini, era venuta a raccontare della sua vita ai ragazzi della catechesi. Ricordo come se fosse successo ieri due cose che mi avevano colpita, la prima era che vivevano insieme in case, facevano una vita come tutti, (lavoro, amici, tempo libero...), ma che era così chiaro che lo scopo di tutti gli aspetti della vita era Gesù, che mettevano in comunione tutto, anche i soldi come facevano i primi discepoli. La seconda cosa che mi era rimasta impressa era che al momento della Professione veniva fatta una promessa e non un voto e mi ero chiesta: “Ma come si fa a restare fedeli a una promessa per tutta la vita?” Queste due cose mi avevano talmente colpita che scendendo le scale dell’oratorio avevo fatto questo pensiero: “Ma come sarebbe bella una vita così!”, un

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pensiero che come è nato se ne è andato, ma che penso sia stato l’inizio della mia vocazione.

La seconda cosa è successa circa un anno dopo, l’11 maggio 2006 all’Università.

Tutto quello che è successo in seguito, che ho capito, che mi ha permesso di fare dei passi concreti è avvenuto attraverso dei fatti che mi sono capitati e che non ho potuto non guardare e desidero raccontarne in breve due che sono stati tra i più significativi.

Da qualche mese l’idea di dare la vita a Gesù cominciava a farsi strada in me almeno come ipotesi da prendere in considerazione, ma non ero convinta che dicendo di sì a questa vita si potesse essere veramente contenti, perchè nella vita, parliamoci chiaro, l’unica cosa che l’uomo desidera è essere contento, e io non ci credevo che Gesù potesse farmi contenta .

Premetto che la mia adolescenza e giovinezza è stata caratterizzata da una certa inquietudine di fondo per cui nulla mi bastava, facevo tante cose, ma mancava sempre qualcosa, ma non capivo cosa, apparentemente non mancava niente, ma non ero mai pienamente soddisfatta. La prima cosa è successa il 16 agosto 2005 quando ho incontrato alcune persone dei Memores Domini che venivano da Milano, e sono rimasta subito affascinata dal loro modo di vivere, una vita che teneva dentro tutto, nulla era da buttare, una vita in cui, almeno come intuizione, vedevo soddisfatto quel desiderio che mi portavo nel cuore. Tornando a casa quella sera mi sono detta: “Io desidero una vita così!” non come forma di vita, la verginità era ancora un’ idea lontanissima, non era proprio nemmeno nei miei pensieri, ma come pienezza di vita sì, desideravo una vita piena e compiuta così, come l’avevo vista in loro.

Così un giorno glielo ho chiesto; ero a lezione e mentre il professore spiegava, in un istante ho fatto questa preghiera: “Gesù se vuoi veramente che io ti dia la vita, devi farmi vedere che con te si può essere veramente felici” un pensiero, un attimo. Non ci crederete ma finisce la lezione e mi trovo davanti una mia compagna di corso con una faccia bellissima, che così belle non ne avevo mai viste, che mi dice che era venuta a salutarci perchè sarebbe entrata in clausura. Lì sono capitolata. Quel giorno Gesù ha vinto in me. E’ cominciato da lì un percorso che è durato parecchi anni e che mi ha portato il 29 novembre scorso a fare la mia Professione. Le cose che sono successe in questi anni sono tantissime e non nascondo che ci sono anche stati dei momenti di grande prova, perchè Gesù la vita la prende tut-

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ta, ma proprio tutta e tutto quello che è successo è servito affinchè io potessi maturare, crescere e imparare ad amarLo da donna libera, e finalmente la mia vita è diventata piena, interessante, cresce sempre di più il desiderio di viverla in ogni istante ed è colma di gratitudine. Per tornare alla domanda che mi feci a 9 anni: “Ma come si fa a restare fedeli a una promessa per tutta la vita?”

In questi anni mi sono resa conto, e ogni giorno lo scopro sempre di più, che chi è fedele è Lui, che Lui tiene stretta la mia vita, non mi molla e trova ogni giorno nuovi modi per prendermi e riprendermi, per toccare il mio cuore a me è chiesto solo di cedere a Lui, alla Sua attrattiva e di dire il mio sì e basta.

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Francesca Tota


AVVENTO 2014 IN PARROCCHIA

a cura di Silvia Dellagiacoma

Prima settimana d’Avvento Inizia l’attesa….Vegliate!!!!! Questa sera, sabato 29 novembre, alla Santa Messa delle 20 concelebrano Don Ferruccio e Don Enrico e sono presenti i fidanzati che hanno seguito il corso di preparazione al matrimonio. Il rosso e il verde delle corone d’Avvento colorano la scalinata di... Natale! Dall’altare una scritta illuminata ci ricorda di vegliare e dall’ambone fa bella mostra di sè una riproduzione della nostra chiesa. Alla lettura del Vangelo viene aperta una delle finestre del campanile e appare una “G” illuminata... vien da pensare che durante le 4 domeniche dell’Avvento vedremo via via apparire una parola... probabilmente il nome di Chi stiamo aspettando ancora una volta! Don Giorgio ringrazia i fidanzati intervenuti e ci ricorda che attendere è voce del verbo amare. Pensiamo all’attesa degli innamorati, al loro desiderio di completezza, di pienezza l’uno nell’altra. Dolce è il cuore dell’innamorato e, come dice San Massimo il Confessore, “il cuore dolce avrà il perdono”. Il miglior augurio che possiamo fare a queste coppie è di riuscire ad amarsi e ad avere cura della loro relazione, dando vita così ad una piccola chiesa domestica.

“VEGLIATE!“ Vegliate dunque: Voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino... Marco 13,33-37

™™™ “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce” Isaia 9,1

™™™ “...In questa notte, mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l’avvenimento che sempre ci stupisce e ci sorprende... Anche nella nostra storia personale si alternano momenti luminosi e oscuri, luci e ombre. Se amiamo Dio e i fratelli, camminiamo nella luce ma se il nostro cuore si chiude, se prevalgono in noi l’orgoglio, la menzogna, la ricerca del proprio interesse, allora scendono le tenebre dentro di noi e intorno a noi.”

Papa Francesco (Dall’omelia nella Messa della notte di Natale, 24.12.2013)

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Dobbiamo essere consapevoli che vegliare non è semplicemente aspettare: vegliare è attendere e scrutare con un cuore coinvolto. E’ percepire un filo rosso che avvolge me, le persone a cui tengo, il Signore e gli eventi che vivo. Gesù tu mi chiedi di aprire gli occhi per vedere non solo le cose materiali, ma riconoscere la Tua mano, la Tua intenzione, la Tua presenza dietro e dentro le cose che sto vivendo.

L’amore non nasce sempre dalla somiglianza o dalla simpatia, ma piuttosto dalla rispondenza e dalla proporzione, che consiste nel fatto che per mezzo dell’unione di una cosa ad un’altra entrambe ne ricevono reciprocamente perfezione e diventano migliori. (San Francesco di Sales)

Aiutami Signore ad attendere senza stancarmi. Aiutami ad esserci quando mi cercano, a dare quando mi chiedono, a rispondere quando mi domandano, a far posto a chi entra, a uscire quando sono di troppo. Aiutami a vedere Te nel mio fratello, a camminare insieme con lui e con Te: perchè insieme possiamo sedere alla destra del Padre. (Leone Dehon) ™™™ ™™™ Presentazione bambini e ragazzi che riceveranno la Prima Comunione e la Santa Cresima Domenica 30 novembre Santa Messa ore 18 Don Giorgio inizia la celebrazione con queste parole: “Attenti, vegliate, preparate i cuori!” Il Vangelo viene letto alla presenza di un vigile del fuoco, a fianco della sagoma della nostra

chiesa. Come lui sta vigilando, vegliando e proteggendo la casa di Gesù, anche noi abbiamo il compito di proteggere e custodire Gesù contro chi lo vuole cancellare da questo mondo.

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Preghiamo perchè “Gesù resti nei nostri cuori” con i ragazzi della Cresima e perché “Gesù venga nei nostri cuori” con i bambini della Prima Comunione. Dopo l’omelia questi ragazzi presentano al Signore e alla Comunità la loro richiesta di partecipare al cammino che li separa da questi Sacramenti. Offrono dei salvadanai, mattoni di fede e carità e legano delle corde con delle bandierine colorate, con scritti i loro nomi, al campanile. Il campanile svetta verso il cielo e da tanti anni segue la vita della nostra comunità, ha assistito a tanti momenti, lieti e tristi ma sempre ricordandoci di guardare e di puntare verso l’Alto! Al termine della Santa Messa

vengono benedetti i mattoni che ognuno porterà poi a casa come prima pietra del presepe. Su un lato del mattone spicca una croce, le due linee segno di alleanza tra Dio e gli uomini, simbolo d’amore verso Dio e verso i fratelli; su un altro lato possiamo leggere “Pietre vive in Gesù Cristo edificio santo della nostra vita”. Auguriamo a tutti questi bambini e ragazzi di saper costruire la loro vita partendo da questo mattone, portando sempre nel loro cuore Gesù e riuscendo a vederlo nel fratello che incontrano. Affidiamo loro a Maria, al suo sì, alle sue materne braccia infinitamente colme d’amore!

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Signore, aiutami ad essere buon amico di tutti, fa’ che nessuno trovi in me un volto indifferente, un cuore chiuso, un passo affrettato. Signore, aiutami ad accorgermi subito di quelli che mi stanno accanto, di quelli che sono preoccupati, di quelli che si sentono isolati. Signore, aiutami a non essere egoista, ma fa’ che io Ti possa servire, Ti possa amare, Ti possa ascoltare in ogni fratello che mi fai incontrare. Riflessione di una mamma…. Cosa dire… partecipando alla Santa Messa delle ore 18 la prima domenica di Avvento, preparata e animata dal nostro don Giorgio, con particolare attenzione verso i bambini, ho notato con gioia che pure gli adulti rimanevano stupiti per il profumo di attesa. Penso che con queste Messe particolari, nelle quali collaborano molti volontari, e dove vengono presentati e sottolineati molti segni per farci capire in modo diverso la parola di Dio, i ragazzi e i bambini, crescendo, in un loro futuro non dimenticheranno questi momenti, ma racconteranno ai propri figli e nipoti di come hanno vissuto il loro periodo di Avvento. Ancora un grande grazie agli ideatori e ai collaboratori che hanno dato l’opportunità alla nostra Parrocchia di vivere un Avvento speciale. Ringrazio di cuore il Signore perché ci fa ritornare bambini. Nicoletta Soracreppa

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VERSO NATALE CON I BAMBINI PICCOLI

CON GLI OCCHI DI GAIA L’Avvento spiegato ai piccoli….

Oggi, 29 novembre, è stato un pomeriggio speciale: la mamma mi ha portato all'Oratorio per costruire una bella casa! Felice ed incuriosita per l'attesa della sorpresa, mi sono ritrovata nell'Aula magna circondata da tanti asilotti e da qualche bimbo più piccolo che, a differenza della mia sorellina, aveva ben pensato di saltare il riposino pomeridiano. Armati di matite colorate, ognuno ha colorato a piacere un mattone, con l'aiuto di mamma e papà l'abbiamo contrassegnato con il nostro nome e poi don Giorgio ci ha fatto cantare e ringraziare Gesù accompagnati dalla sua gioiosa chitarra! E poi via di corsa ad attaccare il nostro mattone su questa grande casa in costruzione, non prima però di aver cantato ad alta voce il nostro nome! Ripreso tutti il nostro posto, siamo stati raggiunti da due grandi signori che gridavano che stava per arrivare in sala un originalissimo ospite: il Signor Avvento! Ooooh! E' balzato tra le sedie un altro grande signore vestito di viola con in mano una corona fatta di aghi di abete e con 4 grosse candele rosse: che bello! E così i due presentatori lo hanno intervistato chiedendogli che cosa ci facesse tra di noi un personaggio così strano ed originale. Originale sì! ci ha risposto, essendo che lui arriva solo una volta all'anno. Lui rappresenta l'attesa della venuta di Gesù Bambino nel nostro mondo e le 4 grosse candele rosse contano le 4 domeniche che precedono il magico giorno di Natale. Quindi i tre personaggi ci hanno vivacemente salutati e tutti noi bambini siamo andati in un'altra grande sala a colorare una casetta speciale, tutta fatta di carta: ciascuno dei 4 lati della casetta rappresenta una delle 4 domeniche che precedono il Natale, la domenica di nome "TI VOGLIO BENE", "SCUSA", "GRAZIE", "PER PIACERE". Che bei

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nomi!!! Mentre noi bimbi ci divertivamo a colorare la nostra casetta, mamma e papà parlavano con interesse con don Giorgio: la progressione dell'Anno liturgico, la costruzione in Chiesa del campanile di Predazzo che si illumina durante le 4 domeniche, la distribuzione dei mattoni da parte dei bambini e ragazzi che frequentano la catechesi e che rappresentano i tasselli di Vita da mettere insieme per il futuro proprio e degli altri, la costruzione nelle proprie famiglie del presepe durante le 4 domeniche. E poi? Abbiamo portato ai nostri genitori la nostra bella casetta da portare a casa e tra una canzone e l'altra dedicata a Gesù ci siamo incamminati verso una buonissima merenda! E' stato proprio un pomeriggio speciale in compagnia di Gesù! Gaia e la mamma Daniela March

Grazie alla scenetta dei tre ragazzi sul signor Avvento e all’intervento di don Giorgio su questo periodo dell’anno, sono riuscita a capire meglio il vero significato di questo tempo di attesa…tempo che dovrebbe essere di preghiera, di riflessione ,di ascolto, per preparare il cuore ad accogliere la nascita di Gesù, ma che invece spesso passa in secondo piano presi dalla frenesia e dalle corse nei negozi. Molto bella la sintonia che don Giorgio, con la sua chitarra e le canzoni, ha instaurato con i bambini. Con semplici parole è riuscito a far capire loro veri e importanti valori…mattone su mattone si costruisce con tanta fatica, una casa ;

allo stesso modo giorno dopo giorno si prepara il cuore per accogliere Gesù e i fratelli. L’emozione poi, è sempre molto grande per un genitore, vedere la gioia negli occhi del proprio figlio e la soddisfazione di aver creato insieme a lui un lavoretto con le proprie mani: la casa delle quattro settimane d’Avvento. Lavoretto che abbiamo portato a casa. Incontri come questo, secondo me, sono occasioni speciali per passare dei momenti di gioia insieme ai propri figli e ritornare a casa più sereni e ricchi “dentro”.

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Nadia Dalla Libera


NEL TEMPO DELL’ATTESA… Riflessioni di una parrocchiana… Nella preparazione di questo Natale, durante tutte le celebrazioni proposte da don Giorgio in questo periodo di Avvento, ho sperimentato il grande dono che ci viene offerto, la grazia che abbiamo a portata di mano da vivere personalmente e come comunità che prega. I segni che ci aiutano a focalizzare meglio il contenuto della tematica. Preparare la casa a Gesù nel proprio cuore, fare spazio a Lui che si fa bambino per insegnare il valore dell’umiltà, della piccolezza, della semplicità, dell’accoglienza. E’ in un pezzo di pane che si fa presente per dirci che è sempre con noi e se lo lasciamo entrare non ci lascia mai soli.

Ogni riflessione proposta è stata una straordinaria ricchezza e poi se poco si ricorda, non importa. Importante è che ci siamo arricchiti di “Gesù”. Per questo : GRAZIE don Giorgio! Luciana

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Riflessione di un bambino….

Devo dire sinceramente che ho fatto fatica ad accettare l’invito del Parroco di partecipare con il mio gruppo di catechesi ad un momento di preghiera durante la novena del Natale. Ci sono andato più per far piacere alla mamma …io avrei voluto andare a giocare con i miei amici. Ma poi quando mi sono trovato nel silenzio della chiesa, con la luce che illuminava il grande campanile , il tabernacolo e il

crocifisso, ho pensato al Natale vicino, a questo Gesù Bambino che viene fra noi, nel mio cuore è successo qualcosa di bello: ero perfino contento ed emozionato di poter pregare un po’. E’ stato bello ritrovarmi con i miei compagni a cantare, ascoltare Gesù nel cuore, fare un po’ di silenzio e allora dentro di me ho anche ringraziato don Giorgio che ci ha fatto questa proposta e la mia “ rabbia” si è trasformata in gioia.

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IL “ BUON NATALE “ DELL’OSPITALITA’ Ospitalità Tridentina organizza un pomeriggio di festa con gli anziani Martedì 16 dicembre ha avuto luogo presso la palestra della scuola elementare di Predazzo l’annuale “Festa di Natale” rivolta agli anziani e agli ammalati del paese di Predazzo organizzata dalla scuola primaria in collaborazione con Ospitalità Tridentina. Hanno accolto l’invito, portato nelle famiglie dalle collaboratrici di O. T., un centinaio di persone, di cui parecchie provenienti dalla Casa di Riposo. Quest’anno sono stati gli alunni più piccoli ad animare il pomeriggio con canti e rap preparati durante le opzioni pomeridiane del primo trimestre. Prima dell’inizio dello spettacolo la collaboratrice del dirigente, il sindaco e la presidente di Ospitalità Tridentina hanno portato il loro saluto ed hanno ringraziato i bambini e le loro insegnanti per l’impegno profuso nella preparazione di questa festa, che avvalora il vero significato del Nata-

le; più tardi si è aggiunto anche quello di don Giorgio. Hanno quindi iniziato gli alunni di prima a presentare il loro programma canoro accompagnati alla pianola da Maria Caliendo, una promettente ragazzina di terza media. Li hanno seguiti poi quelli di seconda che, in chiave moderna, hanno lanciato il loro messaggio di pace e di condivisione con chi è meno fortunato. Entrambi i gruppi hanno inoltre voluto rivisitare alcuni motivi in voga “ai tempi dei nonni”, invitando gli ospiti ad unirsi nel canto. Il pomeriggio è proseguito poi con l’estrazione di alcuni premi della lotteria e con un buffet di dolci preparati, con grande generosità, dai genitori dei piccoli cantanti, ai quali va un grande ringraziamento. Prima di andarsene, infine, tutti gli invitati sono passati a ritirare un regalo, raccolto da alcuni

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ragazzi delle superiori presso i negozianti locali, che ogni anno, con altruismo, fanno sì che ognuno possa tornare a casa contento. E’ molto bello vedere due generazioni che si uniscono, si danno la mano, e si scambiano gli auguri in maniera così spontanea.

La trepidazione dei piccoli “attori” ha trovato accoglienza nel cuore degli anziani che hanno apprezzato molto e si vedevano anche occhi lucenti …

Sonia Bosin

Dama di Ospitalità Tridentina

™™™ QUALE CASA PER GESU’ BAMBINO? Natale in scena all’oratorio. Anche quest’anno i ragazzi e i bambini dell’oratorio hanno realizzato un recital natalizio di Donato rossat con canti, scene, co-

reografie e …tanta buona volontà. Così si legge sulla locandina distribuita a tutti i presenti:

“ La ricerca della casa giusta dove dovrebbe nascere Gesù è il tema di quest’anno che si lega all’argomento trattato negli incontri di catechesi dei ragazzi. Le varie proposte per la casa migliore verranno valutate da una apposita Giuria e anche da voi che potrete, alzando la mano, dare un valido contributo per questa scelta così importante. Sono da ascoltare con attenzione le parole dei canti del Coro Giovanile inserite nelle varie scene che creano un efficace contrasto o una decisa sottolineatura; le coreografie invece esprimono con forza un profondo messaggio spirituale. Le parole delle scene e le canzoni sembrano viaggiare su due linee parallele e indipendenti e solo al termine della ricerca riescono finalmente a congiungersi nella soluzione che ognuno aveva già pensato. E’ bello vedere ancora sul palco giovani e ragazzi che da più di dieci anni collaborano per questo momento, segno visibile e concreto di affetto verso i valori dell’oratorio Entusiasti e volenterosi i ragazzi che si sono “buttati” in queste 5 settimane di prove, ringraziamo le loro famiglie che li hanno aiutati e accompagnati. Come ogni anno chiediamo scusa per qualche inconveniente che si è verificato, la nostra scelta è quella di “ fidarsi” delle giovani Animatrici dando la possibilità di essere “ protagoniste e responsabili “ delle loro scelte creative e pratiche; pensiamo, e l’esperienza conferma, che si a il modo migliore per farle sentire partecipi totalmente di questo evento. Un grande grazie va a tutti quelli che per questo recital hanno dato il loro contributo; chi ha dato cinque, chi il venti, chi il cinquanta, eccetera, tutti ricevono la stessa soddisfazione, la gratitudine vicendevole e il vostro applauso. “ - 20 -


Una mamma presente…CI DICE : Sono una mamma che da anni partecipo a questo momento importante della vita di oratorio. Quest’anno il recital mi è particolarmente piaciuto e sento il bisogno di ringraziare davvero di cuore chi lo ha scritto e i bravissimi attori che con tanta semplicità e naturalezza lo hanno interpretato. Mi rendo conto che non sarà proprio semplice coinvolgere tanti ragazzi di varie età e capacità diverse , per questo sono proprio riconoscente a questi piccoli e grandi partecipanti che sanno mettersi in gioco e donare parte del loro tempo ai nostri bambini dando loro un messaggio così chiaro e profondo. GRAZIE A TUTTI !!!! Un piccolo attore… CI RACCONTA:

Domenica 14 dicembre ho preso parte assieme a mio fratello al tradizionale spettacolo natalizio che Donato mette in scena ogni anno con i bambini e ragazzi dell’Oratorio. Il tema di questo Natale riguardava la “casa” adatta per Gesù, che è anche l’argomento su cui ruota la catechesi. E’ stato molto bello trovarsi insieme a provare le varie coreografie e ci siamo divertiti, anche se a volte facevamo - 21 -


arrabbiare chi ci insegnava, perché non ci dimostravamo molto... attenti! E’ stato bello soprattutto renderci conto che, alla fine, la casa giusta per ospitare Gesù è... il nostro cuore! Non chiede ricchezza, non chiede lusso, non sono le cose quello di cui ha bisogno Gesù. Lui nasce nel nostro cuore e li’ desidera rimanere per aiutarci ad essere buoni, a vivere con amore! Questo spettacolo è stato pieno di sentimenti e affetto per Gesù, che sicuramente ci guardava dall’alto e sarà stato contento di vedere che eravamo felici di parlare di Lui. Grazie a Donato e Armanda e a quanti hanno partecipato alla realizzazione di questo spettacolo... e grazie a don Giorgio che ci mette a disposizione gli spazi dell’Oratorio. Francesco Bernardi

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ORATORIO : ATTIVITA’ del MERCOLEDI’ Pomeriggio di giochi e condivisione Ciao a tutti !!! Sono una nonna che da alcuni anni presta volontariato all’oratorio. Insieme ad alcune amiche: nonne e mamme accogliamo i bambini il mercoledì pomeriggio dalle 14.30 alle 17.00. In una sala proponiamo delle attività manuali che variano a seconda dei periodi dell’anno. Sono lavoretti fatti con la carta ed altri materiali, abbastanza semplici, perché i bambini in prevalenza sono piccoli. Oppure lasciamo libero sfogo alla loro creatività, mettendo a disposizione tutto l’occorrente. Ci sono poi vari giochi da tavolo, la tombola, il mercante in fiera che riscuote molto successo

ed altro ancora. Nelle altre sale possono giocare a calcetto, tam-tam, ping pong, alla corda ecc… Verso le 16.00 facciamo una piccola merenda tutti insieme, creando un bel momento di condivisione e di convivialità. Io ho sempre amato l’oratorio perché penso sia un luogo sicuro, dove i bambini e i ragazzi sono accolti, possono giocare, incontrare gli amici, imparare a condividere attività ed esperienze e crescere insieme. Per noi predazzani è sicuramente una fortuna avere un

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oratorio con delle strutture così belle che molti altri paesi ci invidiano; le attività di volontariato però sono fatte di persone, per cui se ci fossero delle mamme e nonne interessate a collaborare, anche solo per qualche mercoledì, sarebbero le benvenute e il loro aiuto sarebbe sicuramente prezioso. Un saluto a tutti e W L’ORATORIO!!! Silvana Bernard

™™™ ™™™ CHIAMATI AD ESSERE SANTI Adorazione Eucaristica con don Jean Rebellato Don Giorgio ha proposto per questa sera 19 dicembre a catechisti, educatori, animatori e a quanti interessati un incontro con don Jean Rebellato, vicario ispettoriale dei Salesiani del Triveneto. Don Jean inizia spiegandoci pazientemente come dovremmo accostarci ad un momento come questo: fondamentale è

il silenzio. Questo silenzio però deve partire da un cuore disponibile all’ascolto, da un cuore che palpita nell’attesa e non da un cuore vuoto. Gesù, prosegue, è sorgente di Vita nuova e durante l’Adorazione lo accogliamo in fondo al nostro cuore, lo sentiamo e lo ascoltiamo.

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Ci ricorda l’esempio di quel giovane che pur essendo buono, attento, rispettoso dei Comandamenti, nel momento in cui Gesù si è rivolto a lui direttamente proponendogli di vendere tutti i suoi beni per seguirlo, ha scelto invece di allontanarsi. Don Jean ci ha accompagnati nella meditazione suggerendoci l’inizio di un pensiero che poi ognuno poteva concludere dentro di sé, concentrandosi sull’infinita misericordia di Dio. “Gesù, per tutte le volte che cammino con lo sguardo rivolto a terra e…” “Gesù, per tutte le volte che ho le mani protese a prendere e…” “Gesù, per tutte le volte che

sono impegnato a curare i miei interessi come Zaccheo e…” “Gesù, per tutte le volte che rincorro le mie occupazioni, come Pietro e…” Preghiamo insieme ripetendo che “Tutto consideriamo una perdita per amore tuo, Gesù”, tutto perde importanza e significato rapportato a Lui. E ripetiamo anche “Signore da chi andremo, Tu solo hai parole di Vita Eterna”. Don Jean si sofferma poi sul concetto della santità, a cui ognuno di noi deve aspirare. Sicuramente non si tratta di un obiettivo semplice, ma è più alla portata di quanto in un primo momento potremmo credere.

«Dio abita il silenzio, dicevano i mistici, non perché è muto ma perché è la Parola. La Parola però, per essere comunicata, prima che del suono, necessita di un orecchio che ascolta.” Elisabetta Casadei - 25 -


Secondo San Giovanni Bosco la via per la santità si percorre accostandosi con regolarità alla Confessione, all’Eucarestia, facendo il proprio dovere ed aiutando gli altri. Come per ogni altra abilità, anche il cammino verso la Santità necessita di “allenamento”: a nuotare si impara nuotando, a suonare si impara suonando e, allo stesso modo, a vivere in santità si impara…. Ascoltando la voce di Gesù nel nostro cuore! Noi siamo tempio di Dio, “radicati e fondati in Cristo, saldi

nella fede”. Come un albero affonda le radici nel terreno per trarne nutrimento e stabilità ed una casa per sorreggersi deve avere alla base delle fondamenta solide, così noi, nell’ascolto della Sua parola, possiamo crescere e migliorare. Se ci pensiamo bene sono molti i mattoni che abbiamo a disposizione per costruire la Vita in Cristo Gesù, che ci abita e che ci parla. Cerchiamo di ritagliarci degli spazi per ascoltarlo… tutto qui! Silvia Dellagiacoma

™™™ ™™™ NATALE in…MUSICA Concerto dei Cori: Negritella, Voci Bianche e Giovanile Si è svolto sabato sera 21 dicembre 2014 nella chiesa arcipretale il tradizionale Concerto di Natale organizzato dal Coro Negritella di Predazzo. La rassegna di canti natalizi è iniziata ad ore 21.00 con il Coro Negritella che ha proposto 6 brani diretti dal maestro Renato Deflorian. Poi è stata la volta delle canzoni proposte dai bambini del Coro Magico Incanto che animano abitualmente la S.Messa della domenica sera, con la direzione di Giuliana Bernard. Infine il Coro Giovanile, che anima abitualmente i canti del sabato sera, - 26 -


ha proposto 5 brani sotto la direzione della maestra Stefania Tonini. Il numeroso pubblico ha apprezzato molto il concerto natalizio, che, con le sue note ha aiutato tutti ad entrare nell’atmosfera e nel mistero del Natale ormai alle porte. A fine concerto, il presidente del Coro Negritella, Franzi Delugan ha voluto omaggiare tutti i bambini del Coro Voci Bianche con una gradita e golosa sorpresa, mentre ha invitato tutti i ragazzi del Coro Giovanile ad un rinfresco presso la sede del Negritella. E’ molto bello vedere i cori che si uniscono per lodare assieme il Signore e far felici le persone che ascoltano. Ringrazio di cuore i vari coristi.

E per concludere…. Coro arcipretale “ In dulci jubilo” Anche quest’anno la vigilia dell’Epifania il Coro Arcipretale e la corale “In dulci jubilo” di Predazzo hanno riproposto il tradizionale “Canto della Stella”. E’ una tradizione molto antica dove il coro arcipretale annunciava - 27 -




nei vari rioni del paese l’arrivo dei Re Magi che seguivano la stella; e l’annuncio era dato dai cantori accompagnati dal suono di un “armonium” caricato su una slitta (la neve un tempo non mancava). Poi è caduta nell’oblio finché il maestro Fiorenzo Brigadoi ha voluto riprendere questa bella tradizione e nel 1987 è stata fatta per la prima volta “la parata”, ovvero il canto della stella con una sceneggiatura scritta da Donato Dellagiacoma e musicata dal maestro Fiorenzo, nella quale si inserivano i canti tradizionali legati al Natale e all’Epifania ed erano presenti i tre Magi dell’Oriente. Mantenendo la tradizione, la prima tappa era in piazza presso il presepio subito dopo la S. Messa della sera ed era molto partecipata, poi si proseguiva, seguiti da parecchie persone che apprezzavano questa iniziativa, verso il rione “Ischia” (piaza piciola), “Pè de Pardac” (fontana del Pinzan) e “Somaìla” (casa del Capòcia). Nei vari rioni, dopo la “sceneggiata”, alcuni abitanti offrivano ai cantori tè, brulè, grappa … dolcetti … per poter poi riprendere il cammino (il freddo si faceva sentire e questi ristori erano una “manna”). Col passare degli anni le soste nei vari rioni hanno perso interesse ed allora ultimamente si è proposto il “Canto della Stella” soltanto in piazza, facendolo seguire da un concerto natalizio vocale-strumentale in chiesa. In questo modo si mantiene una bella tradizione, unendola alla possibilità di ascoltare parole e musica in un ambiente adatto all’elevazione dello Spirito. “Deh sorgi amica Stella” anche per ognuno di noi! Marco Dellagiacoma Rossat - 30 -


E’ NATO! ALLELUIA!! Santa Messa di Natale

Madre di Dio

Santa Maria, madre di Dio, in quel giorno di Natale tu hai provato il disagio e la povertà della grotta, la lontananza da casa, la mancata accoglienza, ma lo stringere tra le braccia il Figlio di Dio fatto bambino ti ha fatto trasalire di quella gioia che fa svanire ogni tristezza.

Noi oggi invece siamo sazi di cose che però non bastano a renderci sereni. Se il cuore è vuoto di verità e non abbiamo la tua pace, anche i cibi più raffinati sono privi di sapore. Perciò muoviti a compassione di noi, placa il nostro bisogno di felicità e torna a deporre nella mangiatoia, come quella notte facesti a Betlem, il Pane vivo disceso dal cielo.

Anche quest’anno è arrivata la notte di Natale. La chiesa è buia, affollata di gente e dal fondo arriva, illuminato da un fascio di luce, Gesù Bambino sorretto dalle mani di don Giorgio, accompagnato dai chierichetti e da alcune famiglie e viene deposto, nella rossa cornice delle stelle di Natale, ai piedi della sagoma del campanile della nostra Chiesa. Durante l’Avvento abbiamo visto davanti all’altare le parole illuminate che ci aiutavano a vivere l’attesa: veglia, prepara, gioisci, dona. Stasera brilla la parola che Gesù, con la Sua venuta, porta con sé: PACE! Gesù è Luce della nostra vita, Luce tra le tenebre dei nostri dubbi, del nostro pecca-

Perché solo chi mangia di quel pane non avrà più fame in eterno. (Mons.Tonino Bello)

“Che la venuta di Gesù vi dia questa forza interiore, così che possiate correre senza affannarvi e camminare senza stancarvi”. Carlo Maria Martini

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to, dei nostri limiti. Luce e calore richiamato anche dal Vangelo di Luca: “Ci visiterà un sole che sorge dall’alto”. Come scrive Luigi Galli “il Natale è il Mistero dell’unione inseparabile di diversi e complementari: Dio e l’uomo. Guardando il Bambin Gesù possiamo dire: “Guarda fino a che punto Dio mi vuole bene! Potrebbe abbattermi con la sua potenza gloriosa e, invece, in punta di piedi mi accarezza e corteggia nella debolezza e nella povertà di un Bambino.” Ho letto in questi giorni una citazione molto efficace per ricordarci la grandezza di Dio che si è fatto uomo, facendosi addirittura bambino, piccolo, indifeso e bisognoso di qualsiasi cosa. Diceva più o meno così: “Ogni uomo desidera essere Re, ogni Re desidera essere Dio ma solo Dio ha voluto essere Uomo!”. E così, ancora una volta per noi, “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.” (Gv 1,14) Un grazie sincero ad Alessandro Felicetti (Marson) che con passione, professionalità e amore ha realizzato in legno la bellissima chiesa con il campanile e i cinque pannelli con le parole “Chiave” dell’Avvento che noi tutti abbiamo poturo ammirare.

“Un Presepio per tutti” Quest’anno, durante gli incontri di catechesi, noi ragazzi di 3a media abbiamo dato una mano ad assemblare i piccoli presepi che poi don Giorgio ha donato a tutta la comunità. Abbiamo incollato i due pezzi che formavano la capanna e infine la Sacra Famiglia, poi abbiamo arrotolato il foglietto con l’Angelus e abbiamo infilato il tutto in un sacchettino trasparente, chiudendolo con tre fili di diverso colore. Il regalo di don Giorgio si riferiva all’argomento della catechesi di quest’anno, che vede protagonista la “casa”, sia intesa come famiglia che come chiesa. Casa che dobbiamo costruire mantenendo sempre presente Gesù e il Suo insegnamento. E’ bello pensare che in ogni casa del paese ci sia stato questo “lavoretto”, semplice come fattura ma ricco di significato. Michele Bernardi - 32 -


CAPODANNO ALTERNATIVO

Testimonianza di due giovani della parrocchia Siamo partite con l’idea di fare qualcosa di diverso delle solite feste di capodanno, qualcosa di utile per noi ma soprattutto per rendere felici per una notte gli altri.

le domande sul perché di questa esperienza; sono poi arrivati alcuni operatori delle strutture di accoglienza ad illustrarci le varie realtà nelle quali avremmo passato la serata, dopodiché ci siamo divisi in gruppetti da 7/8 persone e ci siamo avviati a preparare la festa. Noi abbiamo deciso di andare nella casa di prima accoglienza Bonomelli.

E così tramite la Caritas diocesana abbiamo trovato l’opportunità di fare questa bellissima esperienza: “Capodanno Insieme”, ma insieme a chi vi chiederete? La risposta è semplice: insieme a persone di diversa nazionalità senza fissa dimora, a ragazze madri accolte in case famiglia per crescere i loro bambini, a persone in difficoltà bisognose di essere ascoltate e comprese.

Quindi senza tanti indugi ci siamo presentate nel pomeriggio del 31 dicembre in seminario a Trento dove, insieme ad un centinaio di altri giovani, abbiamo iniziato a conoscerci e a farci del-

Lì ci aspettava un simpatico operatore che ci ha accolti calorosamente, ci ha spiegato che la casa può ospitare 60 persone e soli uomini ( in quella sera era al completo), viene aperta tutti i giorni dalle 19.00 alle 8.00 ed offre un pasto caldo, doccia e un letto; gli ospiti possono rimane-

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re per un solo mese, dopodiché devono andarsene, in prevalenza sono stranieri ma ci siamo trovate di fronte, senza grande stupore, anche a diverse persone provenienti dal territorio trentino. Abbiamo fatto un giro della casa e poi ci siamo trasferiti nel seminterrato per preparare ed organizzare la festa. Verso sera abbiamo accolto le persone per la cena ed abbiamo aiutato a distribuire il cibo, abbiamo poi cenato insieme a loro

conversando, presentandoci a vicenda e parlando un po’ del più e del meno ma cercando sempre di capire qualcosa di più della loro situazione, nei loro sguardi si vedeva la tristezza che portavano nel cuore, ma anche un velo di gioia per la nostra presenza in una serata particolare. Finita la cena ci siamo trasferiti nel seminterrato dove abbiamo fatto la tombola, ascoltato musica e dialogato con queste persone sole.

Romina: “Mi ha colpito molto un uomo di 60 anni di Pergine, sembrava uno di quei montanari burberi, era in un angolo isolato che non parlava con nessuno allora ho provato ad approcciarmi e ho capito subito che mi ero fatta un’idea sbagliata della persona fermandomi solo all’apparenza, un uomo squisito, con il peso delle colpe sulla schiena, da un giorno all’altro si è trovato senza lavoro perché la ditta per cui lavorava è fallita, le figlie non vogliono più avere contatti con lui e quindi, non avendo casa, si è rifugiato in un capanno per circa una settimana dove, alcune persone lo vedevano entrare ed uscire chiamando poi i carabinieri che lo hanno portato alla casa di prima accoglienza dove si trova. Mi ha raccontato della sua vita, dei lavori che ha fatto, della sua famiglia e questo mi ha fatto molto piacere, si vedeva il grande bisogno che aveva di parlare con qualcuno.” Stefania: “L’obiettivo a mio parere era parlare per conoscere. Parlare perché è certamente uno dei modi migliori per aiutare l’altro a liberarsi di un peso, a ricordare il passato provando a fare un passo in più verso un futuro più dignitoso; ma soprattutto conoscere, perché senza sapere le ragioni che li hanno portati lì non si possono aiutare le persone a stare meglio. Non so fino a che punto il risultato sia stato raggiunto, ma l’importante è iniziare a percorrere una strada d’amore e cercare di seguirla sempre pur con le molte difficoltà che si pongono sul nostro cammino.”

Crediamo che un’esperienza così sia da consigliare, sia ai giovani sia, perché no (magari in modalità differenti), anche ai meno giovani, è sempre necessario dare un’occhiata a quello che sta fuori dalla nostra piccola realtà valligiana, per poter essere laddove c’è bisogno di noi, per poter guardare i mendicanti e i senza tetto con occhi nuovi, in modo da essere veramente cristiani sulle strade del mondo per portare a tutti il messaggio di amore che Gesù ci ha lasciato. Stefania e Romina - 34 -


IL BATTESIMO DI GESU’ Il Sacramento del Battesimo di un piccolo parrocchiano e benedizione dei bambini dai 0 ai 6 anni

BATTESIMO: sembra una parola come tante altre , invece, come tutti i Sacramenti racchiude in sé una ricchezza enorme. In questi anni in cui seguo, insieme a Marisa, la preparazione al Battesimo dei genitori e padrini, ho riscoperto il valore del mio battesimo e il grande dono che

Dio ci fa attraverso questo sacramento. Ho scoperto quanto la Parola d Dio ci apra a questa vita nuova estremamente meravigliosa e nell’incontrare tanti genitori posso vivere il bel rapporto che si instaura con loro attraverso il dialogo e poi gli incontri occasionali. L’ 11 gennaio, festa del Battesimo di Gesù, c’è stato un piccolo incontro di preghiera con la benedizione di tutti i bambini dai 0 ai 6 anni per ricordare il loro battesimo e, inserito in questa celebrazione, abbiamo vissuto il rito del Battesimo di un bambino della nostra parrocchia: Pierfrancesco. E’ stato un momento intenso e toccante durante il quale i bambini hanno rivissuto concretamente il loro battesimo. L’accoglienza alla porta della chiesa con l’esprimere il nome del bambino e la consegna della

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chiave della porta del cielo, il cui don Giorgio, dopo il battesimo segno della croce tracciato sul- con l’acqua, ha spiegato ai bamla fronte del bambino e fatto da bini che ora Pierfrancesco, come ciascun bimbo più grandicello, la tutti loro, non è più di mamma e piccola processione verso il fonte papà, ma di Gesù, però Gesù lo battesimale col canto “ siamo ca- affida ai genitori perché lo aiutino rovana di Dio che torna alla casa a crescere nel suo amore. del padre …”, il seguire le varie Poi l’Alleluia mimato partecipafasi del rito, genitori, padrini e to anche dalla piccola assemblea bambini tutti in cerchio attorno al e alla fine in cerchio con Pierfranfonte battesimale, tutto questo cesco in mezzo che incuriosito è stato veramente vissuto e par- osservava i bambini e la mamma tecipato. che cantava con loro: sono stati Quando don Giorgio ha unto momenti semplici , ma intensi! Pierfrancesco sulla fronte con il Un bel “Bravi” a tutti i bambicrisma e rivolgendosi ai bambi- ni che hanno partecipato, un alni ha detto: “…sentite il profu- tro “ bravi” ai genitori che con mo che ha Pierfrancesco...” tutti entusiasmo hanno accettato di si sono avvicinati al bambino per celebrare il battesimo in questo annusare la fronte. particolare momento, un grosso Bravissima la mamma che si è “ grazie” a don Giorgio che ha la avvicinata a loro con il bimbo per capacità di gestire queste realtà far sentire il “profumo di Gesù” e ci fa “gustare” questi momenti che ogni battezzato è chiamato a coinvolgendoci tutti con sempliciportare a tutti quanti incontrerà tà, ma con grande intensità. nella vita. Luciana F. Stupendo anche il momento in

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La mamma e il papà del piccolo Pierfrancesco aggiungono … La festa del Battesimo di Gesù, è da sempre l’occasione più propizia per riflettere sul Battesimo dei cristiani; non potevamo neanche immaginare come sarebbe stato il battesimo del nostro piccolo Pierfrancesco in un’occasione così importante e unica. L’11 gennaio scorso è stato un giorno speciale per noi, abbiamo rinnovato per primi la fede in Gesù, quella fede da troppo tempo assopita dalla frenesia e dalla rincorsa alle proprie personali ambizioni. Pierfrancesco è arrivato tra le nostre braccia lo scorso 19 agosto 2014, non ci sono parole per descrivere la notte più intesa e importante delle nostre vite. Una notte che profumava di vita, una notte magica e un dono che solo il Signore poteva affidare a noi. Affidare, dare in custodia, prestare, queste solo le parole pronunciate da don Giorgio ai tanti bambini che affollavano la chiesa di Predazzo per la festa del battesimo di Gesù: “Pierfrancesco è figlio di Dio e i suoi genitori sono chiamati a custodirlo amorevolmente”. Non c’è verità più grande, i bambini sono un dono del Signore e il battesimo è renderli partecipi della sua missione. Desideriamo ringraziare la comunità cristiana di Predazzo per aver accolto a braccia spalancate il nostro piccolo Pierfrancesco… “E imparerò a guardare tutto il mondo
con gli occhi trasparenti di un bambino,
e insegnerò a chiamarti “Padre nostro”
ad ogni figlio che diventa uomo” facciamo nostre le parole di questo bellissimo canto e… ancora Grazie ! Giovanna e Pierluigi

™™™ ™™™ BUON COMPLEANNO!!!! IL CORO GIOVANILE FESTEGGIA IL 25° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE

Bella e significativa serata quella di ieri, lunedì 8 dicembre 2014, giornata dell’ Immacolata, per coristi e ex coristi del Coro Giovanile della Parrocchia SS. Filippo e Giacomo di Predazzo. La direzione attuale del gruppo canoro ha voluto festeggiare la ricorrenza dei 25 anni di attività. I festeggiamenti sono iniziati partecipando e animando la Santa Messa delle ore 18.00 celebrata dal parroco Don Giorgio, che ha sottolineato l’ importanza

e il senso del canto. Prima della conclusione c’ è stata la lettura, da parte di un attuale membro del coro, della Preghiera del corista seguita da alcune parole di gratitudine a Don Gianni Damolin che 25 anni fa ha creato assieme ad alcuni giovani, molti dei quali presenti, il Coro Giovanile. La celebrazione è terminata con l’ esecuzione, coristi ed ex coristi (più di 80 persone), attorno all’altare, del brano “Resta qui con noi”, una delle prime canzoni

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che il CORO GIOVANILE venticinque anni fa eseguiva. La serata è proseguita presso i locali della Casa Maria Immacolata, gentilmente messa a disposizione dalla parrocchia, dove è stato organizzato un caldo pasta party, cucinato e servito in modo impeccabile dalla cuoca Valentina Cascella e il suo staff (composto interamente da attuali coristi). Prima dell’ immancabile taglio della torta c’è stata la proiezione del video che percorreva l’intera storia del Coro Giovanile, dal 1989 fino ad oggi, seguito dalla consegna dei diplomi di benemerenza a coristi ed ex coristi che hanno ottenuto almeno 1000 presenze all’interno dell’ associazione canora predazzana. Infine, dopo un’ intera serata passata tra i ricordi di fatti e cose accadute durante questi venticinque anni, ci siamo salutati con un… arrivederci al……50° del CORO GIOVANILE. Speriamo an-

che prima.!!!!!!!! Da corista “vecchio” e fondatore del Coro, partecipe dai preparativi fino alla sera alle pulizie, faccio sicuramente un applauso all’ attuale direttivo ma anche a tutti i coristi che si sono messi a disposizione. Ho visto che con entusiasmo hanno voluto creare una serata che per tutti i partecipanti penso resterà nei libri dei ricordi. Io spero , e penso possa essere un desiderio di molti, che serate come questa ce ne possano essere ancora in futuro. Non so ancora quanto potrò collaborare a questo mio lungo viaggio ma una cosa voglio dirvi… Ragazzi continuate così, mettendoci sempre un grande entusiasmo, nel cantare a prove, animare le messe e a partecipare a diversi appuntamenti…. e il Coro Giovanile continuerà ad essere un GRANDE CORO. Giorgio Sciopet

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EMOZIONI….. di un ex corista

E’ stato davvero emozionante ritrovarsi in tanti per festeggiare i primi 25 anni di storia del Coro Giovanile di Predazzo! L’attuale direttivo del Coro Giovanile ha avuto la brillante idea di valorizzare questo appuntamento importante con una Messa ed una cena consumata in semplicità ma insieme, tra “cantanti” di allora e quelli di oggi. E quindi lunedì 8 dicembre ci siamo riuniti e ci siamo sentiti tutti un po’ speciali: “vecchi” e “nuovi”, tutti con lo stesso spirito di servizio per la nostra comunità. Credo che il cuore di ognuno di noi abbia battuto in maniera speciale quella sera, forse al ritmo delle canzoni che ci hanno accompagnato in tante occasioni. Quell’ultimo canto durante la messa, con un piccolo fiume di persone, di storie, di ricordi che salivano verso l’altare ha dato la dimensione ed il valore del coro Giovanile per la comunità di Predazzo. Ha dato ad ognuno di noi quel pizzico di sano orgoglio nel poter dire: “C’ero anch’io!”, nel sentirsi piccolo pezzo di un mosaico che ha accompagnato le messe del sabato sera per tantissimi anni. Il canto è stato il mezzo attraverso cui Gesù ha parlato ad ognuno di noi, ci ha fatto condividere valori sani e profondi, ci ha indirizzato sulla nostra strada e nel percorso dalla gioventù alla fase di adulti. Ci ha insegnato che per cantare in fondo non è solo importante avere una bella voce ma dare voce alle parole che Gesù ci vuole dire ogni giorno. Ci è mancato poco che non scendesse qualche lacrima, per l’emozione profonda ma soprattutto per la riconoscenza di aver fatto parte di un gruppo dove amicizia, servizio alla comunità e gioia sono stati un punto di riferimento nel nostro percorso. Ed oggi, ognuno di noi, sa che può dire GRAZIE! per essere stato parte di questo gruppo. Ma quanto sono lunghi venticinque anni? Beh, basta guardare alcuni dei ragazzi che cantano oggi… Tra loro ci sono giovani che nel lontano 1989 non erano ancora nati!!! Sandro Pertile - 39 -


Più Voci … Più Lingue… UNA SOLA PREGHIERA ! Incontro Ecumenico nella chiesa arcipretale In concomitanza con la manifestazione sportiva internazionale Thour de Ski 2015 che ha richiamato i migliori specialisti dello sci nordico, anche le campane della chiesa di Predazzo alle 17 e 45 del 9 gennaio, hanno richiamato fedeli e sportivi per un incontro ecumenico, anticipando la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18 – 25 gennaio). E’ stato un momento privilegiato di incontro e di dialogo. Un’occasione per conoscere la ricchezza ed i valori presenti nelle diversità e per chiedere al Signore il dono dell’unità. La celebrazione, presieduta dal Pastore Evangelico Jorg Walcher, dal Parroco Don Giorgio, da Manfred e Stefan della Comunità Evangelica di Bolzano e con la partecipazione di alcuni com-

ponenti della comunità evangelica di Predazzo ha visto un consistente numero di fedeli della nostra parrocchia che ha risposto all’invito. Insieme abbiamo pregato lo stesso Padre e abbiamo chiesto il dono della pace, della sapienza per ascoltare, della capacità di accogliere chi la pensa in modo diverso… e Gesù, presente alla celebrazione, si degnerà certamente di presentare la nostra preghiera proposta in lingue diverse, perché la nostra richiesta è la stessa Sua “preghiera sacerdotale” rivolta al Padre: Ut omnes unum sint! Graziano Melis

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CAMPEGGIO CHE PASSIONE !! AAA Volontari cercasi !! “ Chi te lo fa fare ?” Tante volte ci viene fatta questa domanda! La maggior parte di noi adulti custodisce gelosamente nella propria valigia dei ricordi l’esperienza di campeggi o attività simili vissute in gioventù. Le giornate scandite dalla sveglia mattutina a suon di musica con chitarre, coperchi di pentole, tamburi artigianali ed improvvisati; i momenti di dialogo e riflessione, le canzoni di gruppo, le canzoni animate che con tanto entusiasmo venivano cantate e mimate, giornate apparentemente tutte uguali, ma molto ricche di contenuto. E poi le serate attese da tutti con trepidazione, quel girovagare per le stanze in cerca di qualche scherzo o marachella da organizzare in gruppo per tenere sempre vivi e attenti gli animatori. Le chiacchierate da un letto all’altro e quella mosca che ronza di continuo e che non permette a

nessuno di prendere sonno. Trent’anni dopo vedere riflessa negli occhio dei bambini la gioia e l’entusiasmo che si provava allora, è una carica di vita che dura fino a quando arriva il momento di ritrovarsi per dare il via ad una nuova avventura. Certamente ognuno di noi cerca di dare tato per la buona riuscita del campeggio, ma credo, siamo tuto d’accordo, nel dire che quello che diamo non è per nulla paragonabile a ciò che portiamo a casa e riceviamo dai ragazzi durante la settimana. Loro ci dimostrano chiaramente come tutti noi dovremmo vivere e comportarci con gli altri, abbandonare odio, rancore e risentimento per lasciare il posto alla gioia di stare insieme, superando momenti di difficoltà e di tensione con una bella stretta di mano e con un sorriso riappacificante. Il periodo di preparazione ci lega molto.

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Inizialmente ci incontriamo due turni : il primo a fine giugno tutti insieme animatori adulti e per i bambini delle elementari e animatori giovani per decidere il secondo, nella prima settimana quale sarà il tema che farà da filo di luglio , per i ragazzi “ grandi” conduttore alla settimana. delle scuole medie. Nei successivi incontri, invece, Ogni anno siamo alla ricerca ci dividiamo in gruppi più piccoli di adulti volonterosi ( catechiste, con dei compiti specifici. animatori o semplicemente “simpatizzanti” della gioventù, Qualcuno prepara i giochi da genitori che vogliono provare fare all’aperto, altri organizzano un’esperienza diversa con i propri giochi interni per la sera o per le figli e anche con altri …) giornate piovose; i più riflessivi si dedicano a preparare la parte che si uniscano a noi e si lascino spirituale ed educativa del travolgere dall’energia di questi campeggio. ragazzi e noi assicuriamo loro Sviluppano il tema scelto e che ciò che porteranno a casa preparano gli spunti per dare vita supererà di gran lunga quello che in effetti hanno dato. ad un dialogo nei vari gruppi. Grandi e piccoli sono quindi P.S. Per eventuali invitati a riflettere …e quanto informazioni più dettagliate costa fermarsi a riflettere!!!! siamo ben lieti di metterci a disposizione di chiunque Don Giorgio, il nostro buon volesse esperimentare pastore, prepara per noi storie, questa avventura canzoni e preghiere , che ci portano a capire il vero significato Enzo e Mariella Felicetti del vivere in armonia e grazia con ( 0462 50 2979 ) tutto e con tutti. membri del comitato campeggio Solitamente vengono organizzati

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L’EUCARISTIA : PANE CHE SALVA E CONFORTA La Comunione portata ad ammalati ed anziani! A seguito della riunione decanale, i ministri straordinari della Comunione chiamati a svolgere il loro ministero nella nostra parrocchia si sono trovati con il parroco per un incontro di preghiera e di “formazione” lunedì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione di Maria. Tredici attualmente sono le persone che prestano il loro servizio sia durante le celebrazioni in chiesa sia a contatto con anziani ed ammalati che chiedono di sentirsi uniti spiritualmente con la realtà parrocchiale: Bosin M. Antonietta, Bosin Marisa, Bosin Paola, Cemin Marzia, Dellagiacoma Marco, Galvani Loredana,

Guadagnini Paola, Lochmann Marilena, Longo Adriana, Marchesoni Gemma, Melis Graziano, Morandini Mauro e Parenti Monica. Ma non possiamo dimenticare chi ha dato la propria disponibilità in passato ed ora, per motivi di salute o perché ha già raggiunto la Casa del Padre, non svolge più questo ministero; a loro la nostra gratitudine e il nostro ricordo nella preghiera. E l’importanza di questo prezioso servizio, soprattutto in unione spirituale con coloro che non possono partecipare alle celebrazioni in chiesa ma si sentono partecipi, la si può sentire concretamente in queste brevi testimonianze:

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Testimonianze di alcuni ministri della Comunione…. Considero un grande dono il poter portare la comunione alle persone anziane ed inferme. Per me è una gioia fare il tragitto dalla Chiesa alla casa con il Signore , è bello vedere l’ammalato rasserenato, ravvivato da Gesù “ pane vivo”. Sono rimasta spesse volte edificata da come le persone ricevono la comunione, con tanta devozione, attesa, rispetto, ho imparato molto da loro. Anche l’ascolto della persona, lo scambiare qualche parola è un arricchimento, lasciando sempre il primo posto all’Eucaristia. Dalla mia esperienza posso dire senza dubbio che questo è un servizio molto apprezzato da chi non ha più la possibilità di recarsi alla S.Messa in Chiesa. Paola Guadagnini

L’incontro con Cristo mi dona una tale serenità che sento quasi la “ necessità” di condividerla con l’altro, soprattutto quando si tratta di una persona ammalata e anziana! Forse per questo mi sembra impossibile che siano già passati tredici anni da quando ho accolto l’invito di don Guido di far vivere, a casa loro, lo stesso “ incontro”, “ la Comunione con Dio “, alle persone in difficoltà. Da allora, quante splendide esperienze potrei raccontare, insieme alle inevitabili difficoltà e delusioni vissute. Una di queste mi sembra le possa riassumere tutte perché mi ha fatto proprio vivere il passaggio da una iniziale amarezza ad una felice conclusione. Alla richiesta dei familiari di far vivere “ la comunione con Gesù” in casa loro ad uno dei propri cari che “ non praticava la chiesa” , accettai ben volentieri. Ma al primo incontro con lui, ho avuto un netto rifiuto, accompagnato perfino da qualche sua sottile ironia. Eppure la moglie aveva dato una ben diversa testimonianza di fede! La stessa cosa si ripetè nelle volte successive. Dopo qualche tempo, però, il marito cominciò a mostrare interesse per quella felice opportunità che gli veniva offerta, finchè anche lui chiese di “ comunicare con il Signore” in così grande intimità. L’ultima volta che gli toccò di vivere questa esperienza, si illuminò nel volto con un gran sorriso e, nel momento in cui stavo per accostarmi a lui con l’ostia in mano, porgendomi le mani a culla, uscì con queste bella espressione “ gei gei Signore Dio “. Mi commossi nel profondo. Alcuni giorni dopo il Signore sembrò proprio rispondere a quell’invito di fede, venendo ad accompagnarlo a “ vivere di Lui” per sempre. Il Dio dell’amore rispetta la libertà dei suoi figli: dapprima “ bussa” alla porta chiusa della loro vita quando li vede “ distratti” , per entrarvi poi con impeto a compiere le sue meraviglie appena essi ne socchiudono l’ uscio. Ed è vita piena! Gemma Marchesoni - 44 -


“Oh… arriva il Signore” dice con gioia l’ anziana nonnina aprendomi la porta con le braccia alzate. Non ho parole per esprimere ciò che sento dentro per il bene che posso portare a questa persona che, pur essendo attorniata da tanti familiari, mi tratta ormai da amica fidata e trova, parlando con me, sfogo ai piccoli problemi quotidiani o ritorna col pensiero alla sua infanzia raccontandomi fatti accaduti tanti anni fa. Ecco come il Signore si fa trovare: si serve di una semplice e anziana signora che tanto ancora può donare! Come posso non entusiasmarmi di fronte all’accoglienza calorosa di questa persona e di tante altre a cui porto Gesù Eucaristia! Adriana Longo

Il giorno in cui ricevetti il mandato di ministro straordinario della Comunione, sentii che la mia vita doveva avvicinarsi un po’ di più alla vita di Gesù e che dovevo lasciare me stessa per incontrarLo. Nella preghiera ho conosciuto tutta la mia povertà e la mia incapacità a seguirLo , che non ero capace di niente, e che la mia vita era un susseguirsi di capitomboli. Allora ho detto :” Gesù, io non so fare niente, insegnami Tu a fare solo laTua volontà perché se faccio la mia sbaglio sempre e sbaglio tutto.” Io so che Gesù mi ascolta ogni giorno, so che Gesù ascolta tutti quelli che lo pregano con cuore sincero e ne sono felice. Monica

Il Signore faccia sì che tutte queste persone siano sempre consapevoli che le loro mani sono lo strumento per condividere ai fratelli il “Pane Vivo spezzato per noi”.

Se qualche ammalato o anziano impossibilitato a partecipare alla S.Messa in chiesa, desiderasse ricevere in casa la Comunione, può rivolgersi al Parroco.

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BENEDIZIONE DELLE STALLE Un’antica tradizione molto apprezzata sprone per andare avanti nella faticosa vita contadina. A tutti gli allevatori, poi, il Parroco ha donato una piccola statua di S. Antonio o una piccola croce quale segno concreto di questa benedizione. Un sincero grazie a don Giorgio da parte mia e degli allevatori per aver ripristinato questa tradizione che ha fatto molto piacere a tutti. L.B.V.

Un allevatore ci dice ….

In occasione della ricorrenza di S. Antonio abate abbiamo ricevuto la visita molto gradita del nostro parroco don Giorgio.

Quest’anno per la festa di S. Antonio abate, che si trova raffigurato anche in una pala della nostra chiesa, don Giorgio ha voluto visitare e benedire le stalle degli allevatori di Predazzo. Io che l’ho accompagnato in questo “pellegrinaggio”, devo dire che è stato un momento accolto ed apprezzato da tutti, memori di quanto avveniva negli anni passati quando questo “momento” era molto sentito sia dal punto di vista spirituale che umano. La fede può trovare riscontro anche nelle realtà più semplici, dove affidarsi al buon Dio per l’intercessione di S. Antonio è

E’ arrivato a Bellamonte alla nostra stalla per benedire gli animali che la abitano; ho sorriso nel vederlo arrivare in tuta da lavoro e scarponi, sembrava un operaio in cerca di impiego!

Mio papà ed io abbiamo recitato la preghiera con lui ed è stata un’esperienza particolare, ci siamo emozionati per questa premurosa attenzione nei nostri confronti.

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Grazie

don Giorgio!

Alberto e Matteo Morandini (Panet)


Suor Laura si racconta... Abbiamo incontrato suor Laura (giovane suora salesiana residente a Pergine) martedì 27 gennaio, noi ragazzi delle terze medie insieme a quelli delle seconde. Ha tre fratelli, un suo gemello e un’altra coppia di gemelli. Da ragazza, fino alla terza media, ha frequentato l’Oratorio di Udine perché lì c’era una squadra di calcio femminile, introvabile in altre realtà. Al termine della terza media voleva iscriversi di nuovo insieme ad un’amica ma viene loro proposto di partecipare alle attività come animatrici. All’inizio non riusciva a contribuire più di tanto: le piaceva giocare con i bambini ma quando c’era da lavorare preferiva defilarsi! Un giorno ha conosciuto una ragazza, Francesca, decisa ad entrare nella comunità salesiana come suora e non riusciva a comprendere come una persona bella e simpatica come lei potesse aver preso una simile decisione. Diventando amica di questa ragazza ha avuto modo di conoscere la figura di don Bosco e il suo entusiasmo nel rapporto con i giovani; comincia a partecipare in modo più sentito alla Santa Messa, ascoltando con maggiore attenzione soprattutto la Parola e la successiva omelia. Un sacerdote, divenuto la sua guida spirituale, la aiuta a capire in profondità quanto stava maturando dentro di lei. Quando Laura comunica alla sua famiglia la sua intenzione di prendere i voti, tutti, in particolare la mamma, rimangono sorpresi perché non si aspettavano niente del

genere. Così è diventata la suora che abbiamo di fronte e attualmente insegna religione e si occupa di giovani. Alla domanda se ha avuto dei momenti di crisi in seguito alla sua scelta risponde con serenità dicendo che non è sempre stato facile rapportarsi con i ragazzi, come invece aveva immaginato, ma è riuscita a superare queste difficoltà soprattutto affidandosi a Dio nella preghiera. Al termine dell’incontro abbiamo pregato insieme con le parole dell’Ave Maria e quindi l’abbiamo salutata ringraziandola per aver accettato di incontrarci.

Michele Bernardi

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Durante l’omelia della Santa Messa di questa sera “Don Bosco, il sacrista Giuseppe Comotti e il giovane Bartolomeo Garelli” ci ricordano la nascita dell’Oratorio così come voluto e fatto crescere dallo stesso don Bosco. In tarda età capirà, commosso, che la sua opera altro non era stata che la realizzazione del suo sogno dei 9 anni. Michele, che ha indossato i panni del grande don Bosco, aveva timore di rappresentare un personaggio così importante, pur poco conosciuto dai ragazzi. A scuola, aggiunge Francesco che ha interpretato Bartolomeo, si approfondiscono le figure di San Francesco d’Assisi o di Madre Teresa di Calcutta, ma questo Santo, pur protettore dei giovani, è ancora poco studiato.

TUTTI IN FESTA PER IL COMPLEANNO DI DON BOSCO …ricordando i 200 anni dalla sua nascita …

Questa sera 31 gennaio 2015 , la Messa è allietata dai canti delle Coro delle Voci Bianche, del Coro Giovanile e dalla musica dell’Orchestra dei Giovani. Gesù, nel Vangelo di Marco, libera l’indemoniato nella Sinagoga ordinando al maligno di lasciare quel corpo. E don Giorgio ci aiuta a riflettere spiegandoci che il diavolo, che persegue la divisione, lo smembramento, si insinua proprio nella famiglia della Chiesa, portando diffidenze, calunnie,

E’ stato bello anche per noi adulti vedere come gli Oratori siano nati e quanta importanza abbiano avuto ed abbiano ancora!

L’educazione passa dal cuore! .

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invidie che minano il lavoro volto al bene comune. Il Vangelo non è dogma ed i Santi ci insegnano che è Vita, vita piena di Amore e di Accoglienza. Pensiamo a don Bosco, a quanto abbia insegnato ad amare e a lasciarsi amare, applicando le parole del Vangelo. Al contrario l’assenza di amore, di misericordia e di compassione concede terreno fertile al Male e lo possiamo constatare purtroppo tutti i giorni nella violenza che ci circonda. Incamminarsi sul sentiero del Vangelo segna inevitabilmente l’inizio di una lotta, ma è l’unica maniera per interrompere l’indifferenza e l’egoismo in cui affondano le nostre realtà. Al termine della Santa Messa viene letta una preghiera per l’A.S.D. Dolomitica, che quest’anno festeggerà i 70 anni di attività. Grazie a loro, per quanto fanno per i nostri ragazzi e grazie ad animatori, catechisti e a quanti mettono i loro più vari talenti al servizio della Comunità. Silvia Dellagiacoma

Resta in me. Così splenderò del tuo stesso splendore e potrò essere luce agli altri. Madre Teresa di Calcutta

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GIORNATA DELL’AMMALATO OSPITALITA’ Tridentina anima la Messa Teilhard de Chardin scrive che il problema del male, ossia la conciliazione del nostro degradarci, anche solo fisico, con la bontà e la potenza creatrice, resterà sempre per il nostro spirito e il Domenica 8 febbraio nostro cuore uno dei più terribili misteri dell’uniOspitalità Tridentina verso. anima la S. Messa Don Giorgio sottolinea tre punti importanti che delle ore 10.00, per celebrare la Madonna dovremmo sempre tenere a mente: • Consapevolezza della nostra fragilità: basta un di Lourdes che ricorre il prossimo mercoledì 11 attimo perché le nostre certezze e i nostri progetti febbraio. vengano spazzati via! • Umiltà e fiducia: dovremmo riuscire a mettere Alla Madonna vengono da parte il nostro orgoglio e la nostra superbia affidati tutti gli ammalati, quando non ce la facciamo da soli e saper chie- nel corpo e nello spirito dere aiuto a chi abbiamo vicino ed affidarci con e di conseguenza fiducia a Chi sappiamo amarci di un amore incon- anche chi si occupa di loro. dizionato. • Comunione con Cristo: la sofferenza è il mo- Dal libro di Giobbe: mento culminante dell’unione con Gesù e diviene “Ero gli occhi per il occasione di concreto avvicinamento alla Croce, cieco, ero i piedi per lo sia per chi soffre che per chi assiste il sofferente. zoppo”. Gesù non ha mai detto “voglio che soffriate come ho sofferto io” bensì “voglio che vi amiate l’un Ricordiamoci le parole di Gesù “l’avrete fatto l’altro come io vi ho amato!”. a me”! Certo, è difficile accettare il dolore come una sfida da superare, è difficile vivere la sofferenza Giobbe, come tutti i come un processo di purificazione e maturità credenti, è sensibile ma, come scrive Karl Barth, il dolore è una porta al dolore e cerca di che si affaccia o sulla disperazione o sulla Vita, a capirlo e di viverlo alla

Y,Z La vita è un ponte. Attraversalo

ma non porvi la tua dimora. Santa Caterina da Siena

Y,Z - 50 -

luce della Fede.

Nella sofferenza prendi la mano di Dio e digli con tutta fiducia: Signore, “parlerò nell’angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore.” dal cuore!.


seconda di come noi ci accostiamo ad esso. E’ stato molto intenso il passaggio di Gesù Eucaristia tra l’assemblea. Guardandolo ho pensato ai tanti ammalati, ai tanti sofferenti anche a causa della malvagità e della violenza dell’uomo… e contemporaneamente ho pensato a quante persone si adoperano per lenire queste sofferenze con amore e dedizione!

Molto belle e significative le preghiere lette da don Giorgio alla fine della Messa

«Quando sul mio corpo (e più ancora nel mio spirito) comincerà a lasciare i segni l’usura dell’età, quando s’abbatterà su di me dal di fuori, o nascerà in me dal di dentro, il male che diminuisce o porta via con sé, nel momento doloroso nel quale prenderò coscienza - di colpo - che sono ammalato o che divento vecchio, soprattutto in quell’ultimo momento, quando sentirò che sto sfuggendo a me stesso, assolutamente passivo nelle mani delle grandi forze sconosciute che m’hanno formato, in tutte queste ore buie, fammi capire, o Signore, che sei tu (a condizione che la mia fede sia abbastanza grande), a scostare dolorosamente le fibre del mio essere, per penetrare fino al midollo della mia sostanza e portarmi a te». Teihard de Chardin «Sono qui, mio Dio. Mi cercavi? Cosa volevi da me? Non ho nulla da darti. Dal nostro ultimo incontro non ho messo da parte nulla per te. Nulla, nemmeno una buona azione o una buona parola. Ero troppo triste. Nulla, se non il disgusto di vivere, la noia, la sterilità». Cristo mi disse: «Dammi le tue miserie!». E io: «Signore, ma allora tu, come uno straccivendolo, raccogli tutti i rifiuti. Che ne vuoi fare?». E il Signore rispose: «Il Regno dei cieli!». Marie Noel Importante non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; bisogna fare PICCOLE cose con GRANDE Amore. Madre Teresa di Calcutta - 51 -


FIACCOLATA DELLA MADONNA DI LOURDES La Chiesa ricorda oggi martedì 11 febbraio 2015, la prima delle diciotto apparizioni di Nostra Signora di Lourdes, più semplicemente della Madonna di Lourdes, alla piccola Bernadette Soubirous, in una grotta poco distante dal piccolo villaggio di Massabielle. Questa la descrizione della giovane contadina: « Io scorsi una signora vestita di bianco. Indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu ed una rosa gialla sui piedi » Il 25 marzo 1858 la “Signora” si presentò come l’Immacolata Concezione. A Lei vennero successivamente affidati in particolare gli ammalati per i quali preghiamo questa sera. Dopo la recita dell’Angelus, il sì di Maria che dovrebbe essere anche il nostro sì, entrando in comunione con quanti stanno pregando proprio a Lourdes in questo momento, ci avviamo dalla Scuola dell’Infanzia verso la Chiesa, accompagnati dal canto e dai flambeaux accesi. Al termine del Santo Rosario meditato sulle parole delle Scritture e di Papa Francesco, don Giorgio ci invita a sostare un momento in silenzio davanti a Gesù Eucaristia e, riflettendo sulle parole ascoltate questa sera, prego così: Signore, aiuta chi è malato a guardare Te sulla Croce per trovare coraggio, da opporre alla paura, speranza, da opporre alla disperazione, serenità, da opporre all’angoscia. Aiuta chi sta bene a guardare Te sulla Croce per trovare volontà, da opporre alla debolezza, cuore da opporre all’egoismo, amore da opporre all’indifferenza. Aiutaci a condividere, insieme alla sofferenza di tanti fratelli, la ragione ed il senso del Tuo patire con noi. Aiutaci a scorgere Te in ogni volto che incontriamo e ad essere davvero “occhi per il cieco e piedi per lo zoppo”!

Dopo la Messa del pomeriggio presso la Casa di Riposo con l’Unzione degli Infemi, abbiamo celebrato la Madonna di Lourdes con una fiaccolata Silvia Dellagiacoma - Dama di Ospitalità - 52 -


“NONNI E NONNE” IN MASCHERA

Ospitalità Tridentina festeggia il carnevale alla casa di riposo “UN SORRISO CONDIVISO EQUIVALE AD UNA FELICITA’ MOLTIPLICATA!”

Con questo spirito noi di Ospitalità Tridentina abbiamo voluto condividere un allegro pomeriggio in compagnia degli ospiti della Casa di Riposo. Martedì 17 febbraio, ultimo giorno di carnevale eccoci pronte!!! Travestite da cuoche, con tanto di cappello e grembiule, abbiamo raggiunto nella saletta gli ospiti dove, con l’aiuto delle animatrici, venivano vestiti e truccati. Tutti erano entusiasti e contenti di trascorrere un pomeriggio diverso dal solito! Molti i volontari e le animatrici, rigorosamente travestiti. La festa ha preso il via con il trio di amici musicisti che, tra una mazurca e un valzer, hanno rallegrato il pomeriggio. All’ora della merenda le nostre pasticciere hanno offerto ad ospiti e parenti un buon dolce.

Il pomeriggio è finito con l’improvviso suono della campanella che ci ha ricordato l’ora della Messa. Così ci siamo congedati dagli ospiti, con tanta commozione e felicità da parte nostra e tanti ringraziamenti da parte loro. E la frase più bella che mi è stata detta : “Vegnì ancora a ne gatar !!!” Sicuramente non mancheremo nella certezza che “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”.

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Carla Bernard Dama di Ospitalità Tridentina


PIZZA IN ALLEGRIA... I chierichetti festeggiano il carnevale

Eravamo una quindicina di bambini e ragazzi all’Oratorio verso le ore 18 di giovedì grasso 12 febbraio, per l’incontro dei chierichetti organizzato da don Giorgio e dai responsabili del servizio Marco ed Enzo. Abbiamo parlato e ragionato insieme su come migliorare il nostro servizio e dopo abbiamo giocato.. la sala del ping-pong era invasa da un baccano infernale: anche se non eravamo moltissimi ci è riuscito bene di far confusione!! A cena abbiamo mangiato pizza: tranci di margherita e di prosciutto e funghi, buonissimi! Ed erano in compagnia di una valanga di dolci preparati dalle nostre mamme. E’ bello incontrarci ogni tanto così per fare gruppo e per stare insieme anche oltre il servizio in chiesa. Grazie a don Giorgio, ad Enzo e a Marco. GRAZIE !!. Francesco Bernardi

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YZYZ

Perchè mi piace fare il chierichetto? Mi piace fare il chierichetto perchè penso che magari Dio, da lassù, trova il tempo “per guardarmi mentre servo la Santa Messa e sorride pensando che, ogni tanto, sono anch’io un bravo figlio!”

YZYZ


dal 01 dicembre 2014 al 28 febbraio 2015 HANNO CELEBRATO...

il Sacramento del

le Esequie dei

Defunti

Battesimo PIERFRANCESCO ORLER DELLASEGA

GIANESINI MARCO DELLANTONIO RENATO GRAMOLA ELIO DEMARTIN GIUSEPPE GABRIELLI AMALIA BOSIN VIOLA GABRIELLI GERMANO DEFRANCESCO MARIA MORANDINI RENATO BELCREDI EMANUELA DEZULIAN GIULIA-ETTA BOSIN MARIA CEOL TERESA DEGIAMPIETRO OLIVA

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Guarda al tuo futuro con ottimismo. Impara ad aspettarti cose belle dalla vita. Resterai stupito dalle tante sorprese che ogni giorno porta con sè, ma che diventi incapace di vedere quando lasci spazio al pessimismo. Dal testo: “E gioia sia” di Chiara Amirante

BUONA PASQUA


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