Giornalino predazzo notizie settembre 2016

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Periodico di informazione del Comune di Predazzo Autorizzazione del Tribunale di Trento nr. 1249 del 13.04.2005

Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale 70% DCB Trento

Stampato su carta prodotta con cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile

N. 1 SETTEMBRE 2016


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Arriva il biogas

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Bellamonte

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Casa San Gaetano

3 amministrazione

n L’editoriale del sindaco n Cinema Teatro: via ai lavori n Predazzo sa fare sistema n Le prospettive di Eneco n Garage sotto la nuova biblioteca n Nuova sede per i Carabinieri n Bellamonte si veste di nuovo n Premiati i cittadini benemeriti n Roberto Giacomelli: il ricordo del Sindaco n Disturbi Alimentari: al via il Punto d’Ascolto di valle n Pulizia dei camini: i libretti sono obbligatori

15 vita di comunità

n La Foresta dei Draghi conquista Disney n Predazzoblog n Un concertone spettacolare n Legno che ridona vita alla Casa San Gaetano n Unione Sportiva Dolomitica n Circolo Tennis n Judo Avisio n Associazione SportAbili Onlus n Progetto Per.La. n Mandacarù

n Filodrammatica R. Dellagiacoma n Gruppo Fotoamatori Predazzo n Donatori di sangue n Grossenpallonen Club n Fiemme Nordic Walking n International Police Association n Paracadutisti Fiemme e Fassa

30 pianeta giovani n Generazione Erasmus

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biblionews

n La biblioteca chiude per un mese

33 la storia

n Regola Feudale di Predazzo n Storia della Chiesa di Predazzo n I dimenticati della Grande Guerra n Storia del “largà”

42 tradizioni

n Ricordi musicali di Predazzo (settima puntata)

Comitato di Redazione:

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Storia della Chiesa

Coordinatore: Lucio Dellasega, Assessore Direttore responsabile: Benjamin Dezulian Componenti: Gianmaria Bazzanella, Laura Mich Foto: Mario Felicetti, Benjamin Dezulian, Lucio Dellasega, Laura Mich, Gianmaria Bazzanella, Cooperativa Biodigestore Predazzo, Andrea Giacomelli, Monica Gabrielli, Micaela Valentino, Federico Modica, APSS San Gaetano, US Dolomitica, Circolo Tennis Predazzo, Judo Avisio, SportAbili, Per.La., Mandacarù, Luca

Pardàc, Gruppo Fotoamatori, ADVSP Predazzo, Grossenpallonen Club, Fiemme Nordic Walking, Paracadutisti Fiemme Fassa, IPA Predazzo, Biblioteca Comunale, Michelangelo Boninsegna, Fiorenzo Brigadoi Impaginazione e grafica: Alexa Felicetti Area Grafica - Cavalese (TN) Stampa: Grafiche Dalpiaz - Ravina (TN) Foto prima di copertina: la piazza e il nuovo aspetto del Museo Geologico Foto ultima di copertina: la nuova fontana a Bellamonte


amministrazione editoriale

Da Moro e De Gasperi una lezione per il nostro tempo

Il Sindaco dott.sa

È

Maria Bosin

questo un periodo di ricorrenze importanti, che meritano delle riflessioni sul nostro passato, ma che sono fondamentali anche per il presente ed il futuro. Parto dall’eccezionale legame del nostro paese con due grandi statisti: Alcide De Gasperi e Aldo Moro, il primo grazie alle origini materne, il secondo per aver scelto Predazzo e Bellamonte quale meta delle proprie vacanze. Credo dovremo trovare la modalità per valorizzare al meglio, sia in ambito culturale che turistico, l’importante rapporto con questi due grandi uomini politici, che oltre ad aver dato tanto alla Nazione, hanno avuto anche un ruolo fondamentale per l’Au-

tonomia del Trentino. sviluppo positivo e solidale con Il 5 settembre abbiamo festegaltri territori e popoli, come giato i 70 anni dell’accordo De esperienza virtuosa e modello Gasperi-Gruber, fondamentale ripetibile anche da altri regioni per addivenire al primo Statuto italiane. di autonomia della Regione TrenUna grande sfida, strettamente tino-Alto Adige. legata anche alla riforma costiIl 23 settembre ricorre il centetuzionale, sulla quale saremo nario della nascita di Aldo Moro, chiamati a decidere con il refeche la nostra comunità ha volurendum confermativo. Non sotto celebrare durante il mese di tovalutiamo che l’attuale versioagosto, con una serie di appunne della riforma prevede per le tamenti in suo onore. È stata una Autonomie Speciali la revisione grande opportunità per conoscedegli Statuti “d’intesa” con lo re meglio ed apprezzare il ruolo Stato, un riconoscimento imporpolitico, ma anche la profonda tante e non scontato, soprattutumanità dello Statista. Sopratto qualora un esito negativo del tutto nella tavola rotonda del 9 referendum dovesse rimettere in agosto dal titolo: “Aldo Moro: un gioco le riforme. uomo del dialogo al servizio della conviDoveroso Concludo con un venza. Il Trentino e pensiero dei due valorizzare la questione sudtigrandi Statisti, inl’importante rolese” moderata da segnamenti che mi Giovanni Bernardini, sono sembrati molrapporto di presenti l’onorevoto attuali, intensi e Predazzo con le Renato Ballardini, significativi per afquesti due grandi frontare le sfide e le il dottor Giancarlo Bolognini, l’onorevodifficoltà che ogni uomini politici, le Lorenzo Dellai, il periodo storico porche hanno professor Hans Karl ta con sé. Peterlini e i senatoavuto un ruolo ri Giorgio Postal e abbiamo il difondamentale per «Non Karl Zeller è emerso ritto di disperare l’Autonomia del in maniera forte ed dell’uomo, né come unanime il ruolo deindividuo né come Trentino. cisivo di Aldo Moro collettività, non abnell’addivenire al secondo Stabiamo il diritto di disperare della tuto speciale per il Trentino-Alto storia, poiché Dio lavora non solo Adige. nelle coscienze individuali, ma Inoltre, il 4 settembre sono staanche nella vita dei popoli». ti presentati i 25 membri della Alcide De Gasperi Consulta, la quale si occuperà di elaborare un progetto per il «Se fosse possibile dire: saltiamo terzo Statuto di autonomia. Un questo tempo e andiamo diretpassaggio importante che dovrà tamente a questo domani, credo coinvolgere non soltanto gli “adche tutti accetteremmo di farlo, detti ai lavori”, ma tutta la comuma, cari amici, non è possibile; nità trentina, facendo riscoprire oggi dobbiamo vivere, oggi è la le varie declinazioni del concetto nostra responsabilità. Si tratta di autonomia, che non significa di essere coraggiosi e fiduciosi al chiusura ed autoreferenzialità, tempo stesso, si tratta di vivere il ma che deve essere vista come tempo che ci è stato dato con tutcapacità e responsabilità di aute le sue difficoltà». togoverno, come strumento di Aldo Moro 3


amministrazione

Cinema Teatro: via ai lavori

con voto unanime del Consiglio Comunale

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re lotti di lavori ed un finanziamento complessivo di 990mila euro per rimettere a nuovo una struttura di grande rilevanza per la vita sociale e culturale di Predazzo, vale a dire il Cinema Teatro comunale. I lavori sono stati approvati all’unanimità dal Consiglio Comunale nella seduta del 28 dicembre scorso e sono partiti in aprile. Entro Natale si concluderà l’intervento principale ed i predazzani potranno tornare ad assistere a proiezioni ed eventi in una sala più confortevole e dove migliorerà notevolmente la visuale, dato che la precedente dislocazione su due livelli, platea e galleria, lascerà il posto ad un’unica galleria degradante. Il progetto di ristrutturazione dell’edificio è stato presentato al Consiglio dai progettisti, l’ingegner Davide D’Incal dello studio TD Ingegneria e l’ingegner Luca Dondio: con loro hanno collaborato pure i tecnici Patrizio Vanzo per la sicurezza, Massimo Vanzetta e Matteo Vanzetta per l’adeguamento

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degli impianti elettrici e termosanitari e la ditta AP Consulting per l’acustica, nonché l’ing. Felice Pellegrini, responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale. Il punto è stato introdotto al Consiglio dall’assessore alla cultura Lucio Dellasega, che ha sottolineato come il deterioramento dei controsoffitti e della copertura dell’edificio, uniti all’usura degli arredi e delle strutture, rendano necessario quest’intervento, che permetterà ovviamente di rendere l’edificio più efficiente anche dal punto di vista dei consumi energetici. Dellasega ha poi sottolineato che l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno portare avanti l’intervento in tre singoli lotti. Il primo lotto - la cui realizzazione è in corso in questi mesi e che prevede nel complesso 210 giorni di lavoro (7 mesi) - si concentra appunto sulla sala cinema ed include: il rifacimento della copertura in modo da elevare la resistenza strutturale e migliorare l’isolamento termico; la realizzazione di un soffitto a struttura mista legno-calcestruzzo che segue l’inclinazio-

ne della galleria verso la torre scenica ed è stato progettato per migliorare l’acustica dell’edificio. Altri interventi riguardano gli impianti elettrici, antincendio e termo-sanitario ed i servizi igienici, che verranno completamente rifatti ed adeguati alle esigenze dei diversamente abili. I lotti successivi, che prenderanno il via quando si saranno reperiti i necessari finanziamenti, si concentreranno invece sui locali accessori (camerini, interrati e servizi) per rendere la struttura idonea ad ospitare rappresentazioni teatrali. Nel corso della seduta ha preso la parola anche il sindaco Maria Bosin, sottolineando che l’amministrazione farà tutto il possibile per riuscire a finanziare anche i lotti successivi, che renderebbero la struttura funzionale ad ospitare anche eventi con la presenza di numerosi attori sul palco. L’importo complessivo dei lavori approvato dal Consiglio ammonta a 990mila euro, di cui 698.167,50 per lavori a base d’asta, 291.832,50 quali somme a disposizione (imprevisti, spese tecniche, Iva ed altre spese).


amministrazione

Trampolino HS66: convenzione con la Comunità Territoriale Nella seduta del 28 dicembre 2015 il Consiglio Comunale ha approvato una convenzione con la Comunità Territoriale della val di Fiemme per il finanziamento dei lavori di costruzione del nuovo trampolino “HS66” presso lo Stadio del Salto Giuseppe Dal Ben in località Stalimen di Predazzo. La convenzione è stata approvata sulla base del progetto esecutivo già approvato dal Consiglio nel dicembre 2013, che evidenzia un costo complessivo di 2,45 milioni di euro. La Comunità Territoriale ha deciso all’unanimità di concedere un finanziamento straordinario di 1,1 milioni di euro a tale opera, ritenuta di interesse sovracomunale. Con l’approvazione della convenzione, il Comune ha preso l’impegno a realizzare il progetto, se e solo se verrà ottenuta anche la compartecipazione finanziaria provinciale e ad avviare la gara d’appalto dell’opera entro 12 mesi dall’ac-

certamento dell’intera copertura finanziaria. Per quanto riguarda quest’ultima, ha spiegato il sindaco Maria Bosin: «Con questo importo la Comunità copre il 45% dell’opera, il 50% confidiamo lo copra la Provincia, mentre il 5% sarà a carico del Comune di Predazzo, così come lo sono state tutte le opere del Centro del Salto realizzate finora». Rimarcata anche l’importanza

dell’intervento: «È un’opera che permette di completare questa nostra struttura, che è uno stadio importante e bellissimo, e che permette agli atleti di completare il loro percorso di crescita, perché quello che soprattutto le società sportive lamentavano era proprio il fatto di non avere un livello intermedio che permettesse agli atleti di passare dai trampolini piccoli a quelli grandi».

“nel cassetto” un precedente studio, ha presentato la propria domanda già a metà di dicembre. Questo fatto ha permesso la riapertura dei termini (che di base sono stabiliti in 30 giorni dalla presentazione della prima domanda), permettendo anche al comune di Predazzo di presentare il proprio progetto, sul quale richiedere la concessione. «Confrontandoci con il Comune di Moena - ha spiegato il sindaco

Maria Bosin - abbiamo ritenuto di presentare anche noi un progetto, per aumentare le chance di ottenere questa concessione. Ovviamente non sappiamo cosa ha presentato il privato, ma sappiamo che quando ha presentato la domanda e il progetto, si è preso tutti i tempi necessari per fare tutte le valutazioni, mentre noi e Moena siamo stati costretti a farlo molto più in fretta».

Centralina sul Rio Valsorda Il Consiglio è stato convocato in seduta urgente lunedì 15 febbraio per approvare uno stanziamento di bilancio pari a 25mila euro, risorse destinate ad incarichi di progettazione di una centralina idroelettrica sulle acque del rio di Valsorda, al confine tra i comuni di Predazzo e Moena. L’urgenza è stata dettata dalla necessità di presentare il progetto entro il 25 febbraio, ovvero entro il termine di 90 giorni dal 27 novembre 2015, data in cui un privato aveva presentato in Provincia una domanda di concessione delle acque dello stesso rio. La nuova normativa provinciale supera il principio precedentemente in vigore della prelazione degli enti pubblici sullo sfruttamento delle acque: di conseguenza, i comuni di Predazzo e Moena si sono visti costretti a presentare a loro volta – ed in tempi particolarmente ristretti – una propria domanda che potesse essere messa in concorrenza: il comune di Moena, che aveva

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amministrazione

Caserma dei Vigili del Fuoco Nella seduta del 18 aprile, in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione 2016 del Corpo, il sindaco Maria Bosin ha comunicato all’assemblea l’ottenimento del finanziamento per i lavori di ampliamento della caserma: «Il nostro intervento è stato ritenuto prioritario, in quanto andrà ad adeguare la caserma ai requisiti minimi previsti dalle normative vigenti, sia in termini di spogliatoi che di ricoveri di automezzi. Siamo contenti che il nostro progetto sia stato quello accettato per la val di Fiemme, è stato finanziato con 225mila euro, vedremo se magari riusciremo, a fronte di una spesa intorno a 400mila, a trovare la compartecipazione anche di altri Enti, magari le Casse Rurali, o il BIM. Devo dire che sono soldi ben spesi, come erano stati ben spesi quelli che erano stati messi l’anno scorso o due anni fa, per l’acquisto dell’autobotte, penso

che siano veramente dotazioni necessarie e prioritarie. Il Comune continua a mantenere 18mila euro di trasferimento ordinario per i Vigili del Fuoco dal proprio bilancio, però viceversa i Vigili del Fuoco, in questo caso, girano 50mila euro della liberalità che hanno ottenuto al Comune perché provveda agli investimenti necessari per il Corpo.

Credo che sia significativo anche questo: una forma di collaborazione reciproca». Il sindaco ha fatto riferimento alla donazione di 50mila euro al Corpo Vigili del Fuoco da parte della signora Giuseppina Dellagiacoma. Un gesto di generosità che ha ottenuto naturalmente il plauso dell’intero consiglio.

Richiesta di annessione di Passo Rolle In apertura della seduta del 18 aprile, il sindaco Bosin ha dato notizia del deposito, da parte degli abitanti di Passo Rolle, della richiesta di annessione della loro frazione al Comune di Predazzo, precisando che il comune provvederà a fare tutte le verifiche del caso ed a valutare l’iter

corretto: «Credo che quello che in questo momento serve di più al territorio sia che gli abitanti della frazione vedano le loro richieste tenute in considerazione dalle amministrazioni, siano quella del Primiero o quella di Fiemme. Quindi noi, quando sono venuti a consegnarla, abbiamo

detto loro che sicuramente non saremo indifferenti alla questione, ma l’obiettivo principale rimane vedere il Passo finalmente dignitoso. Dovremo prenderci i nostri tempi sia per le valutazioni, sia per capire se l’iter che è stato intrapreso è anche formalmente corretto».

Altre delibere Seduta del 28 dicembre 2015 • Approvato lo scioglimento del Consorzio di Vigilanza Boschiva di Predazzo, Ziano e Panchià. Contestualmente è stata approvata la convenzione per la gestione associata di questo servizio tra i medesimi comuni. Il Comune di Predazzo avrà funzione di ente capofila ai fini organizzativi, gestionali e contabili. • Nominata la Commissione Urbanistica comunale. Sarà composta dal sindaco Maria Bosin, dal vicesindaco ed assessore all’urbanisti6

ca Chiara Bosin, dall’assessore ai lavori pubblici Mauro Morandini, dall’architetto e consigliere comunale Micaela Valentino e dal geometra e Regolano della Regola Feudale Guido Dezulian, nonché da un tecnico dell’ufficio tecnico comunale, che avrà funzioni di segretario. Seduta del 18 aprile 2016 • Approvata all’unanimità la modifica dello statuto di Fiemme Servizi SpA, che proroga la dura-

ta della società fino al 2050, per permettere ad essa di effettuare una serie di investimenti, tra i quali l’ampliamento dell’autorimessa a Medoina. Rinnovato inoltre il contratto di servizio per l’affido diretto della raccolta rifiuti fino al 2050. • Approvate le modifiche allo Statuto della Comunità Territoriale della val di Fiemme, che prevedono, tra le altre cose, la reintroduzione della Conferenza dei Sindaci tra gli organi della Comunità, ma soltanto con funzione consultiva.


amministrazione

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li allevatori, l’amministrazione comunale, la Dolomitica Nuoto ed altri soggetti privati insieme per dare una risposta al grosso problema della gestione dei liquami. Una questione ben nota ai cittadini e presente non solo a Predazzo, ma in tutte le nostre valli, che però nel nostro comune troverà a breve - se tutto va bene, già nell’arco dei prossimi 12 mesi una risposta concreta attraverso il nuovo biodigestore. Sarà costruito e gestito da un consorzio di contadini, la Cooperativa Biodigestore Predazzo, presieduta da Franco Morandini, che ha visto la luce grazie all’impegno del dott. Alberto Bucci, presidente della Dolomitica Nuoto, che ha fortemente incoraggiato e coordinato l’iniziativa. Un percorso estremamente impegnativo, partito ormai due anni fa e che ha portato i soggetti coinvolti nell’iniziativa a convincersi della necessità di unirsi in consorzio per permettere la realizzazione di questo investimento. La legge provinciale prevede che la costruzione di un biodigestore non possa essere un’opera pubblica. L’impianto di Predazzo, quando vedrà la luce, sarà il primo in provincia di Trento ad essere realizzato in forma consortile: i pochi altri impianti già funzionanti sono infatti di proprietà di singole aziende. Un successo reso ancora più rilevante dal fatto che tutto è partito dal basso: basti pensare che qualche anno fa la Comunità Territoriale di Fiemme promosse uno studio di fattibilità per la realizzazione di un biodigestore a livello valligiano, ma il progetto non andò in porto. Predazzo ha invece dimostrato che con una volontà ferma si può arrivare molto lontano e risolvere problemi importanti, purché si remi tutti nella stessa direzione. L’amministrazione comunale si è mossa in sinergia con gli agricoltori, arrivando all’individuazione di un’area idonea sotto molteplici punti di vista: accessibilità, distanza dal centro abitato e dalle attività economi-

Predazzo sa fare sistema il caso virtuoso del Biodigestore che, facilità di collegamento con la rete del teleriscaldamento. Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante, dal momento che la legge vigente impone che tutta l’energia termica generata dall’impianto debba essere sfruttata e non possa essere dispersa nell’ambiente. Da qui la sinergia con Dolomitica Nuoto, che di fatto utilizzerà il calore prodotto dall’impianto per riscaldare la piscina comunale. L’area individuata è ubicata in località Tof del Gac, a meno di 200 metri in linea d’aria dalla centrale Eneco e sarà accessibile direttamente dalla circonvallazione. Per permettere tutto ciò, è stata approvata un’apposita variante al Piano Regolatore. La cooperativa ha commissionato alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige uno studio di fattibilità dell’opera, per approfondire il potenziale di produzione dell’impianto e lo stato attuale delle superfici destinate a prato ed a pascolo. Nel territorio comunale sono presenti ben 14 aziende agricole, per un totale di 950 capi bovini. I reflui zootecnici generati da questa attività vengono concentrati quasi esclusivamente sui prati di fondovalle, che risultano eccessivamente concimati e per questo meno pregiati. Il biogas permetterà una riduzione dell’impatto a livello di odore (dal 60 all’80 per cento) ed un miglioramento delle proprietà agronomiche dei reflui che,

una volta terminato il ciclo di trattamento nell’impianto, verranno utilizzati per concimare i prati. Una pluralità di benefici per l’ambiente e per la qualità della vita. Per questo motivo, mi sembra doveroso esprimere, da parte di tutta l’amministrazione comunale, un plauso agli allevatori, che con grande disponibilità ed impegno hanno intrapreso questo cammino verso un progetto che non darà loro benefici economici, ma darà sicuramente benefici ecologici all’intero paese, trovando un punto d’incontro tra le esigenze delle aziende agricole, il rispetto della cittadinanza, dei turisti e delle attività economiche, eliminando quasi totalmente il disagio causato dal cattivo odore durante lo spargimento dei liquami, e la bellezza dei nostri prati verdi e curati, che rappresentano uno dei punti di forza di Predazzo. Un sincero ringraziamento anche al dottor Alberto Bucci, al progettista dell’opera geom. Francesco Delugan, alla dottoressa Silvia Silvestri e al dottor Francesco Gubert, che si sono occupati della parte scientifica del progetto, e a tutti quanti a vario titolo si sono impegnati e si impegneranno per fare andare a buon fine questa importante iniziativa. Il Vice Sindaco Chiara Bosin

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amministrazione

Le prospettive di Eneco:

rete più ampia per il teleriscaldamento

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a società Eneco Energia Ecologica Srl, controllata dal Comune di Predazzo al 51%, ha visto lo scorso anno l’ingresso nella compagine sociale di Bioenergia Fiemme SpA, società che gestisce l’impianto di teleriscaldamento di Cavalese ed ha rilevato metà della quota detenuta da Acsm, pari al 24,5%; quest’ultima rimane comunque socia con il restante 24,5%. Questa nuova configurazione societaria consente di sviluppare sinergie con gli attori protagonisti della gestione ed implementazione delle reti di teleriscaldamento del Trentino nord-orientale (Predazzo, Cavalese, San Martino di Castrozza e fondovalle del Primiero) in un’ot-

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tica di scambio di conoscenze e competenze sugli aspetti tecnici e gestionali, nonché ottimizzazione e razionalizzazione degli approvvigionamenti. A seguito delle modifiche degli assetti societari, nello scorso mese di ottobre è avvenuta la nomina del nuovo organo amministrativo, formato da Andrea Giacomelli in qualità di presidente con deleghe sugli aspetti tecnici, Davide Boninsegna nel ruolo di amministratore delegato con competenze nelle materie contabili e gestionali, Alessandra Tonini, Andrea Ventura e Paolo Secco; in qualità di sindaco unico e di incaricato del controllo legale è stato nominato il dott. Mario De Zordo. A valle di alcuni ragionamenti

già effettuati dai soci negli scorsi anni, in merito ad un progetto di potenziamento e riqualificazione della centrale, si è provveduto nei mesi scorsi a installare un cogeneratore (ovvero una macchina in grado di produrre contemporaneamente energia elettrica e termica, vedi foto sotto) funzionante a pellet di legno vergine, prodotto dalla ditta tedesca Burkhardt. Questo nuovo impianto è formato da due moduli, un gassificatore (che produce un gas di sintesi attraverso processi di pirolisi sotto l’azione di elevate temperature) ed un motore MAN D26 modificato ad accensione comandata. La combinazione di questi due dispositivi produce ca. 165 KW elettrici (che vengono immessi nella rete elettrica e godono di un’incentivazione prevista nell’ambito delle normative statali sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili) e 260 KW termici, che vengono veicolati nella rete di teleriscaldamento di Predazzo e utilizzati dagli utenti sotto forma di calore. Nei prossimi mesi verranno invece valutate attentamente, sia sotto l’aspetto tecnico che in quello economico-finanziario, le varie opzioni disponibili in termini di sostituzione o integrazione della caldaia a biomassa principale, ormai prossima alla fine della vita tecnica utile e obsoleta dal punto di vista tecnologico. Parallelamente a queste attivi-


amministrazione tà di re-vamping (ovvero “ammodernamento degli impianti”) della Centrale, la società è impegnata altresì dal punto di vista dell’ampliamento della rete, a partire dalle zone già in passato pre-contrattualizzate, come via prof. Morandini. Verranno altresì effettuati dei sondaggi preventivi su due direttrici prossime all’attuale rete: via degli Alpini (fino all’incrocio con via alla Dovana) e corso Dolomiti (fino all’incrocio con via Minghetti) per capire l’interessamento degli abitanti di tali zone ed eventualmente programmare i lavori di posa delle tubazioni. Naturalmente sarà prioritario favorire e promuovere l’allaccio degli utenti che già ora insistono sul tracciato della rete; in questo senso, proprio in questi giorni è in corso di definizione la fornitura di calore alla Scuola Alpina

della Guardia di Finanza. La prospettiva è quella di poter offrire, mano a mano che gli utenti aumenteranno, la fornitura di calore ad un costo sempre più competitivo rispetto alle fonti tradizionali gas-gasolio, con un servizio che non necessita di manutenzioni e controlli, in assenza di qualsiasi tipo di combustione presso l’utente finale e quindi con un risparmio in termini monetari e maggiore sicurezza per l’edificio. Nell’ottica di un’integrazione a favore del sistema agricolo locale, della cura dell’ambiente e del territorio, nonché della soluzione di un problema che stava diventando sempre più impattante dal punto di vista dei cittadini e degli ospiti, Eneco ha dato il proprio assenso al progetto del biodigestore (vedi articolo a pagina 7), che prevede l’instal-

lazione di un cogeneratore funzionante con il biogas prodotto dalla fermentazione dei liquami. Questo impianto produrrà energia elettrica immessa in rete, nonché energia termica che, per la parte non impiegata per mantenere costante la temperatura delle vasche di fermentazione, verrà convogliata nella rete del teleriscaldamento di Eneco e che verrà remunerata da Eneco con uno specifico corrispettivo alla cooperativa del biodigestore, che potrà così raggiungere più facilmente il pareggio di bilancio e godrà delle maggiori tariffe incentivanti previste in caso di impiego del calore prodotto oltre una certa soglia minima, anziché disperdere lo stesso in atmosfera. Andrea Giacomelli

Garage sotto la nuova biblioteca avviso ai cittadini interessati

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all’anno prossimo, con la realizzazione della nuova biblioteca nei terreni retrostanti la storica stazione capolinea della Ora-Predazzo, andranno a sparire i parcheggi esistenti nell’area, attualmente accessibili a tutti senza vincoli di orario. Per questo motivo, l’amministrazione comunale intende verificare se è presente l’interesse alla realizzazione di un garage interrato da parte di privati resi-

denti in zona o che frequentano l’area per motivi di lavoro. Infatti, contestualmente ai lavori di scavo per la realizzazione della nuova struttura, sarà possibile realizzare anche un garage negli interrati della stessa. La costruzione verrebbe affidata ad una cooperativa edilizia senza scopo di lucro, in modo da limitare l’investimento da parte degli acquirenti ai soli costi di realizzazione (un modello già sperimentato con successo in passato in altre zone del centro storico).

Naturalmente questi lavori dovranno essere realizzati contestualmente alla costruzione della nuova biblioteca e, qualora nessuno manifestasse il proprio interesse in questo momento, non sarà possibile un intervento in un secondo tempo. Per questo motivo, l’amministrazione comunale invita tutti coloro che fossero interessati a questa operazione a comunicarlo in municipio nel più breve tempo possibile.

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amministrazione

Nuova sede per i Carabinieri inaugurata la caserma di via Monte Mulat

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uova sede, più accogliente e funzionale, per i Carabinieri. La caserma di via Monte Mulat, utilizzata dai militi fin dall’autunno del 2015, è stata inaugurata con una solenne cerimonia nella mattinata di sabato 14 maggio, alla presenza di numerose autorità civili e militari, giunte dall’intera provincia. Presenti i vertici dell’Arma dei Carabinieri regionali e provinciali: il Generale di Brigata Massimo Mennitti, comandante della Legione ed il Colonnello Maurizio Graziano, comandante provinciale, il Commissario del Governo Domenico Lioni, l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi, il sindaco di Predazzo Maria Bosin, assieme alla Giunta ed al Consiglio Comunale, i presidenti della Comunità Territoriale di Fiemme Giovanni Zanon e del Comun General de Fascia Elena Testor, la quasi totalità dei sindaci di Fiemme e numerosi primi cittadini della val di Fassa. Una folta rappresentanza atta a testimoniare la gratitudine della comunità locale per la presenza costante ed attenta dei carabinieri, presidio dell’ordine pubblico e della prevenzione, soprattutto a favore dei giovani. Molto partecipata la cerimonia, che ha visto l’impegno della Banda Civica Ettore Bernardi e dei 10

bambini delle scuole elementari, nonché dei rappresentanti di numerose associazioni. La cerimonia è stata solennizzata anche dalla presenza dei militi in alta uniforme. Il sindaco Bosin ha ricordato l’impegno profuso dal Comune per trovare una nuova sede per i Carabinieri, atta a sostituire la precedente che risultava ormai carente dal punto di vista strutturale. La decisione di spostare la caserma nei locali dello stabile noto come “ex Capannone Croce” ha richiesto articolati lavori di adeguamento e riconversione, per rendere la struttura idonea alla nuova destinazione. L’iter è partito a fine dicembre 2013, con l’approvazione da parte del Consiglio Comunale. Bosin ha inoltre ricordato che: «la presenza dell’Arma è motivo di tranquillità, oltre che garanzia del rispetto della legge. Ancor più importante è la grande opera di prevenzione, soprattutto nei confronti dei giovani». Tantissime sono infatti le occasioni di incontro con gli alunni nelle scuole, ma l’impegno profuso è forte anche nei confronti delle altre fasce della popolazione, si pensi ad esempio alle serate dedicate agli anziani sui temi della sicurezza in casa e del contrasto alle truffe. Anche l’assessore Gilmozzi ha esaltato l’opera di prevenzione

svolta dai Carabinieri, ricordando come i presidi dell’Arma sul territorio siano riconosciuti dalla popolazione come caposaldo di legalità. Il colonnello Graziano, nel suo discorso, ha ricordato ai carabinieri di Predazzo come «la bandiera nazionale che oggi vi è stata solennemente donata dall’Amministrazione comunale simboleggia certo la stima e la fiducia che in voi ripongono i cittadini di Predazzo, ma deve costituire impegno morale affinché voi sappiate esserne sempre degni». Infine il generale Mennitti ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la bella cerimonia, esaltando il ruolo delle Stazioni Carabinieri, baluardi di legalità e di sicurezza, garantendo in prima persona che i Carabinieri di Predazzo saranno, d’ora in avanti: «ancora di più al servizio dell’intera comunità fiemmese testimoni di fedeltà, solidarietà, custodi della legge ed esempio per le nuove generazioni». La cerimonia è quindi proseguita con la consegna della nuova struttura al comandante della stazione, il Maresciallo Capo Fabio Losole, con il taglio del nastro e con la benedizione, impartita dal parroco di Predazzo don Giorgio Broilo e dal cappellano militare Gianmarco Masiero.


amministrazione

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el corso degli anni Bellamonte, che rappresenta un valore aggiunto per Predazzo per la posizione unica che la caratterizza, con i suoi prati e la vista magnifica di Pale di San Martino e Lagorai, è rimasta un po’ “ferma” nel suo sviluppo per una serie di motivi, primo fra tutti l’abbandono sia come utilizzo che come manutenzione di tante seconde case e villette edificate senza una pianificazione ragionata negli anni ‘70 e ‘80. Questo, unitamente ad altri motivi, ha determinato nel tempo anche pochi interventi di manutenzione e valorizzazione del territorio. Negli ultimi anni, grazie alla sensibilità di questa amministrazione comunale e alle iniziative della Pro Loco locale, nonostante le difficoltà finanziarie del momento congiunturale, gli interventi a vario livello sulla frazione, pianificati nel tempo, stanno iniziando ad essere visibili e a ridare a Bellamonte decoro urbano ed a migliorarne la vivibilità. Molti sono stati gli interventi “non visibili” con adeguamenti e rifacimenti parziali della rete dei sottoservizi, ma anche in superficie si vedono risultati tangibili. L’anno scorso è stata realizzata la veranda prospiciente il barpizzeria del centro servizi, raddoppiando di fatto la superficie fruibile dell’esercizio pubblico. Sempre lo scorso anno, l’amministrazione comunale ha completato la sistemazione dell’accesso del ponte tibetano sul Travignolo, con relativa piazzola attrezzata con belvedere. Il ponte tibetano e la sistemazione delle pertinenze rappresenta sicuramente un validissimo intervento di miglioramento ambientale realizzato dal Comune di Predazzo, che qualifica l’offerta turistica consentendo l’accesso da Bellamonte al versante del Lagorai, accesso negato dal lontano 1966 quando l’alluvione aveva portato via ponti e sentieri. È di quest’anno la nuova illuminazione di via Lusia e in itinere

Bellamonte si veste di nuovo e diventa più attraente e vivibile la revisione di quella di via Serradori. Inoltre, è stata collocata la nuova fontana in granito rosa all’inizio di via de Lusia ed è stata ultimata la sistemazione della relativa piazzola attrezzata con panchine e area pic-nic e relativo collegamento con il percorso pedonale sulla statale, di cui quest’area rappresenta il completamento. Altre fontane e piazzole saranno oggetto di interventi. Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria, per abbellire l’abitato nei mesi estivi, dall’anno scorso sono state aumentate da parte dell’amministrazione

comunale le fioriere lungo tutto l’asse viario principale, con fioriere alte sui pali della luce, che creano un bel colpo d’occhio ed è stata sistemata la segnaletica dei sentieri, integrata dalla collocazione di alcuni pannelli informativi. È stato sistemato il parco giochi e dato in gestione il campo da tennis, per il quale è stata rifatta la pavimentazione. Da parte della Pro Loco sono state inoltre collocate delle belle fotografie d’epoca lungo la passeggiata che costeggia la statale. Micaela Valentino

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amministrazione

Premiati i cittadini benemeriti nel giorno di San Giacomo

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na cerimonia sobria, ma molto sentita ed apprezzata dalla cittadinanza, quella che ha avuto luogo nella sala consiliare del municipio nella mattinata di lunedì 25 luglio. Com’è ormai tradizione da alcuni anni a questa parte, l’amministrazione comunale, nell’ambito delle iniziative programmate in occasione della festa patronale di San Giacomo, ha desiderato premiare con una spilla ed una targa alcune persone che, operando spesso in silenzio e lontane dalle luci dei riflettori, si sono distinte per il loro impegno a favore della comunità. Quattro i premi consegnati quest’anno. La signora Giuseppina Dellagiacoma (“Beppina Nones”) è stata premiata «per il generoso senso civico dimostrato a favore delle realtà locali che si dedicano ai cittadini più deboli ed in difficoltà, dopo una vita dedicata al lavoro ed alla cura dei familiari». Flavio Dellantonio, per anni attivista della sezione locale delle Acli, ha ricevuto il riconoscimento: «per la sensibilità particolare dimostrata nei confronti di chi chiedeva aiuto e per essersi speso con modestia, passione e concretezza a servizio del bene comune». Luigi Boninsegna, per anni amministratore comunale, nonché componente del corpo dei Vigili del Fuoco volontari e del direttivo dell’Unione Sportiva Dolomitica ha

ottenuto il riconoscimento: «per aver dimostrato disponibilità e collaborazione a sostegno di iniziative molto importanti, non solo a livello locale, ma anche provinciale». Per la prima volta, il riconoscimento del Comune è andato anche ad un’associazione: si tratta del Grossenpallonen Club, che quest’anno festeggia i cinquant’anni di attività: mezzo secolo speso «organizzando appuntamenti indimenticabili rimasti nel cuore dell’intera comunità, eventi spensierati ma che hanno raggiunto importanti risultati, come il giro dei Catanauc ». Il premio è stato ritirato dall’attuale presidente del sodalizio, Nicolino Felicetti. La cerimonia ha visto la presenza di numerose autorità civili, militari e religiose, a cominciare

Anche l’Arcivescovo presente alla cerimonia «Questo è un momento straordinario: la vitalità di una comunità è determinata da quanti grazie riesce a dire». Con queste parole l’arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, è intervenuto nel corso della cerimonia di premiazione dei cittadini benemeriti da parte dell’amministrazione comunale. L’arcivescovo è giunto a Predazzo in occasione della festa patronale per presiedere la Messa commemorativa del centocinquantesimo anniversario di posa della prima pietra della Chiesa Arcipretale dei Santi Filippo e Giacomo (vedi articolo a pagina 34), ma ha partecipato anche agli altri appuntamenti organizzati dall’amministrazione comunale per questa giornata speciale. 12

dall’arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, che ha celebrato la messa in occasione del 150mo anniversario della benedizione della prima pietra della chiesa arcipretale dei Santi Filippo e Giacomo. Presenti inoltre il presidente del Consorzio dei Comuni Trentini Paride Gianmoena, il presidente della Comunità Territoriale di Fiemme Giovanni Zanon, lo Scario della Magnifica Comunità di Fiemme Giacomo Boninsegna, il vice-regolano della Regola Feudale Giorgio Brigadoi, il presidente del Bim Vallata dell’Avisio Armando Benedetti, il comandante della Scuola Alpina della Guardia di Finanza, colonnello Stefano Murari ed il parroco don Giorgio Broilo. A fare gli onori di casa sono stati naturalmente il sindaco Maria Bosin ed il presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Facchini, con una nutrita rappresentanza della giunta e del consiglio. Premiati inoltre i tre sacerdoti che hanno festeggiato importanti anniversari: don Giorgio March e don Valentino Felicetti (60mo di ordinazione) e don Tullio Maraner, collaboratore pastorale della parrocchia e cappellano a Predazzo dal 1969 al 1973, che ha festeggiato i 50 anni di sacerdozio.


amministrazione

Roberto Giacomelli il ricordo del Sindaco

Ha profondamente colpito l’intera comunità di Predazzo la prematura scomparsa di Roberto Giacomelli, spentosi all’età di 48 anni venerdì 5 agosto. Figlio dell’indimenticato sindaco Giuseppe Giacomelli (“Beppino Regina”), dopo il diploma di ragioniere Roberto era entrato all’Istituto Superiore di Polizia ed aveva conseguito la laurea in giurisprudenza. Per ben 12 anni, a partire dal 2001, era stato a capo della Squadra Mobile di Trento e ricoprendo tale incarico aveva saputo conquistarsi la stima ed il vivo apprezzamento della comunità trentina. Nel 2013 era stato trasferito a Trieste, per poi rientrare due anni dopo a Bolzano, come Capo di Gabinetto della Questura. Nonostante il suo lavoro comportasse continue trasferte, nel corso degli anni ha mantenuto un forte legame con il suo paese natale, dove ha sempre risieduto con la famiglia. Con queste parole il sindaco Maria Bosin ha voluto esprimere l’omaggio della comunità di Predazzo in occasione dei funerali.

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aro Roberto, è difficile per me rivolgerti questo saluto, se seguissi la mia indole preferirei starti vicina in silenzio. Sento però che la comunità di Predazzo, che in questo momento ho l’onore di rappresentare, avrebbe piacere di dirti il suo grazie, per l’amicizia e l’affetto che ci hai riservati, per il tuo sorriso, per la tua schiettezza. Anche quando il lavoro ti ha portato lontano, è qui che hai voluto lasciare il tuo cuore e la tua adorata famiglia, tornando non appena ti era possibile. Il ruolo di responsabilità ed il prestigio non ti avevano cambiato, per noi eri il solito amico Roberto, sempre una battuta, una stretta di mano e un abbraccio. Hai continuato ad interessarti dei problemi singoli e collettivi del tuo paese, aiutando coloro che si rivolgevano a te, per piccoli e grandi problemi. Siamo stati orgogliosi di te Roberto, ed ora lo siamo ancor di più, hai servito con fedeltà e coraggio le istituzioni, raggiungendo risultati che ti hanno fatto apprezzare e stimare a livello nazionale, ma è il modo in cui hai affrontato quest’ultima battaglia che ai nostri occhi ti rende ancora più grande. Stacci vicino Roberto, i tuoi compaesani, i tuoi amici, ma soprattutto la tua amata moglie Katia, le tue adorate figlie Elisa, Francesca e Chiara, la cara sorella Cristina hanno ancora tanto bisogno di te e sono sicura che non ci farai mancare il tuo aiuto. Ora riposa in pace: ti saluto, Roberto, con le stesse parole che tu mi hai scritto a conclusione di un messaggio appena pochi giorni fa: «Avanti … duri come sempre!». Maria Bosin 13


amministrazione

Disturbi Alimentari:

Pulizia dei camini:

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al via il Punto d’Ascolto di valle el nostro punto d’ascolto non troverete muri, non troverete pillole magiche e manuali da fai-da-te. Troverete luce, però, que« sto sì: come un interruttore, che solo se si schiaccia si può accendere la luce. Porterete con voi dei mattoncini sulla spalla, anche pesanti e dolorosi... E però, a quei mattoncini, un po’ per volta, potrete aggiungere della malta con i volontari per poter costruire qualcosa di nuovo, qualcosa che sa di speranza, che sa di libertà e condivisione. I volontari hanno provato sulla loro pelle ciò che significa questa tempesta. Remate verso il faro, aprite la porta, prendete quella mano che può accompagnarvi e sollevarvi, almeno un po’. Avete la possibilità di parlare con chi “sente” e “prova” come voi. Perché non c’è giudizio, siamo tutte Anime in viaggio. Inizia con queste parole la presentazione del Punto d’ascolto per i Disturbi del Comportamento Alimentare, che è finalizzato ad accogliere le persone che, in prima persona o in veste di genitore, compagno, amico o familiare, si trovano ad affrontare situazioni difficili. Spesso quando si deve affrontare un disturbo di questo tipo ci si ritrova con mille domande ad attanagliare la mente senza nessuna risposta cui aggrapparsi, soli e non capiti, giudicati e persi senza indirizzi da seguire. Questo punto d’ascolto nasce dalla volontà che questo non debba succedere più, che se qualcuno ha bisogno d’aiuto possa trovare una parola di conforto o semplicemente un ascolto rispettoso e senza giudizio. Perché chi ci è passato e ci passa, per questa tempesta, può capire le emozioni che nascono lungo il percorso. Lo sportello non è un centro di cura, ma vuole essere un supporto morale e di confronto per chi sentisse la necessità d’ascolto e comprensione, nonché per avere spunti di riflessione e sprone verso l’inizio di un percorso di tipo multidisciplinare (si ricorda anche la presenza del Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Trento composto da equipe medica con psicoterapeuti e nutrizionisti esperti del settore). Lo sportello è gestito e curato da dei genitori volontari e da una psicologa e una nutrizionista che, ogni martedì, si occuperanno di accogliere le persone che ne sentano la necessità. I primi due martedì del mese saranno presenti i genitori, il terzo ed il quarto le due terapeute. Lo sportello si tiene presso la sede della Comunità Territoriale di Fiemme a Cavalese in via Alberti (piano terra) ogni martedì dalle ore 16.00 alle 18.00. Per appuntamenti telefonare al numero 0462241351 nei giorni ed orari di apertura. L’accesso allo sportello è gratuito.

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i libretti sono obbligatori

’amministrazione comunale ricorda a tutti i cittadini che, come disciplinato da apposito regolamento approvato nel 2014 dal Consiglio Comunale, la pulizia dei camini in esercizio risulta obbligatoria e deve essere costantemente tenuta traccia delle manutenzioni svolte da parte dei proprietari o degli amministratori degli immobili. A partire da aprile 2015, è stato richiesto ai proprietari degli immobili di compilare un’autocertificazione (il modulo può essere scaricato sul sito internet del comune, ricercando “controllo pulizia camini” nell’apposita finestra o altrimenti è disponibile in cartaceo negli uffici comunali), nella quale deve essere specificato numero e tipologia delle canne fumarie in funzione. Fino ad ora sono state raccolte ben 2.100 autocertificazioni, ma si ha ragione di ritenere che non tutti i cittadini abbiano già ottemperato a questo obbligo: chi non si fosse ancora messo in regola è invitato a farlo quanto prima, compilando il modulo e consegnandolo all’ufficio Protocollo, sito al primo piano del municipio ed aperto con orario 8.30-12.15. Al momento della registrazione verrà richiesto di esibire un documento di identità valido e contestualmente sarà consegnato il libretto di pulizia camini, che dovrà essere compilato e vidimato ogni volta che verrà effettuata la pulizia dei camini. Secondo quanto stabilito dallo stesso regolamento, la pulizia delle canne fumarie in esercizio deve essere eseguita ogni 40 quintali di combustibile solido bruciati attraverso l’impianto e comunque almeno una volta all’anno. La pulizia dovrà comunque essere eseguita al momento del riavvio dell’impianto dopo lunghi periodi di inutilizzo, nonché ogni volta che si verifichino malfunzionamenti. Per i camini al servizio di caldaie alimentate a combustibile liquido, la pulizia deve invece essere svolta a cadenza biennale; mentre per le caldaie a gas è sufficiente il controllo delle canne fumarie ogni tre anni. Si ricorda che - su mandato del sindaco possono essere svolti dei controlli a campione della corretta manutenzione delle canne fumarie e che la mancata esibizione o incompleta compilazione del libretto può essere punita con una sanzione da 25 a 500 euro.


vita di comunità

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ettiti seduta, ha telefonato la Disney». A chi ha nel cuore le montagne della val di Fiemme e ha visto il piccolo Elliot spiccare il volo sopra le foreste della Nuova Zelanda sembrerà naturale. Per l’uscita del film “Il drago invisibile” la Disney ha scelto le montagne del Latemar. Cosa li ha colpiti? L’atmosfera del Feudo e la bellezza di un percorso di land art nel fitto del bosco, il grande uovo di drago custodito tra maestose radici intrecciate. E poi il gioco del Difr: la storia dei draghi e le missioni da compiere tra i prati di Gardonè e la Foresta dei Draghi. Gli effetti speciali sbalorditivi: il pozzo dove l’acqua bolle e si colora, il fumo e le puzze del drago, i tronchi che ruotano con l’alfabeto dei draghi da decifrare. Il film è uscito nelle sale il 10 agosto. La prima al teatro di Tesero è stata una festa per la Latemar 2200 e i collaboratori che ogni anno mettono creatività, passione e ingegno nel realizzare tante novità. «Il sogno di scoprire l’habitat di un leggendario essere alato si può realizzare alla MontagnAnimata, ai piedi del Latemar», racconta con emozione Sara Azzolini, project manager degli impianti di risalita Latemar 2200 di Predazzo. Il video è stato girato con droni e telecamere, tutto in due giorni. È il risultato di un accurato lavoro di ideazione e progettazione di un’esperienza unica: sulle tracce del drago invisibile con due famiglie speciali e i loro bambini divertiti da tante scoperte: le tracce di un artiglio di drago sulla roccia, la casa laboratorio di Nikolaus Drache, i segnali di fumo a indicare la presenza di enormi creature alate. «Quando la Disney ci ha chiamati per girare il video per il lancio del film non ho avuto dubbi: avremmo fatto tutto con gli artigiani del posto e il nostro dragologo. Per le riprese abbiamo coinvolto video maker e fotografi con cui lavoriamo da tempo. Sono competenti, appassionati del loro lavoro, innamorati di queste montagne», racconta

La Foresta dei Draghi conquista Disney

grande successo per Latemar 2200 Sara Azzolini. E l’Apt della Val di Fiemme ha accompagnato l’idea. Graziano Bosin e Manuel Morandini, della Dolomiti Tv, hanno realizzato le riprese con telecamera e droni, Federico Modica il servizio fotografico, Loris Paluselli la coda gigante del drago. «Prova a fare qualcosa di diverso, qualcosa che non avresti mai fatto, qualcosa che non sai di saper fare. E nel farlo, cerca di non cadere nella trappola del prestigio e della perfezione», Emma Deflorian sostiene la squadra come un coach. È stata un’esperienza unica, per un committente esigente e soddisfatto: dell’accoglienza, della cura dei dettagli, della bellezza delle Dolomiti del Trentino. Tanto che il video è stato pubblicato sul canale ufficiale di Walt Disney Studios, oltre che sulle pagine social dei testimonial. «Per vedere il drago invisibile bisogna aprire l’occhio del cuore». Nato dal desiderio di creare un luogo di gioco e fantasia per le famiglie e i bambini che trascorrono l’estate in Trentino, “I Draghi del Latemar” di Beatrice Calamari – illustrato da Simone Frasca e disponibile nelle librerie della valle – lascia a Zac il compito di rivelare l’an-

tica profezia. La Foresta dei Draghi ha ispirato negli anni storie fantastiche e fatto sognare tanti bambini. Alcuni lasciano un messaggio al Prof. Drache, a fine giornata: sognano di incontrare un drago, ne hanno sentito il respiro. Altri prendono gessetti colorati e disegnano il loro drago invisibile sull’enorme lavagna di Gardonè: draghi rossi, verdi, con artigli e denti feroci, squame iridescenti, aculei e cresta dorsale. Altri ancora, come i ragazzi delle classi prime della Scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Marzari Pencati di Predazzo, hanno scritto e illustrato racconti fantastici. Talmente belli da essere raccolti in un libro: “I misteri dei draghi del Feudo” è una delle novità della stagione 2016. Coltivare un’idea, metterci creatività e fantasia è condividere emozioni. Alla Latemar 2200 da sei stagioni c’è una squadra impegnata a realizzare progetti innovativi e nuove sfide: persone che amano la montagna, hanno competenze e si appassionano alle idee. Ufficio Stampa Latemar 2200

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vita di comunità

Accorciare le distanze grazie a Predazzoblog

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artitre è un po’ morire», dice un vecchio adagio, ed in effetti, « un tempo, lasciare il proprio luogo d’origine per un lungo periodo significava, di fatto, perdere ogni contatto con esso: le comunicazioni erano lente e costose e quindi era estremamente difficile venire a sapere le novità e le informazioni. Oggi, come tutti sappiamo, non è più così: è come se i nuovi mezzi di comunicazione avessero il potere di accorciare le distanze e di farci senti-

re tutti vicini anche se viviamo dall’altra parte del mondo. Un desiderio che probabilmente accomuna la gran parte delle persone che, per motivi di studio o di lavoro, hanno trascorso o stanno trascorrendo lunghi periodi lontano da casa è quello di sapere che cosa sta succedendo “nel frattempo” nel luogo dove sono nati e cresciuti. A questo scopo, un aiuto prezioso a tutti i predazzani - di nascita e d’adozione - viene certamente da predazzoblog.it, uno spazio virtuale sempre ag-

Un Concertone spettacolare Strepitosa edizione numero 74 del Concertone quella andata in scena a Predazzo sabato 2 luglio. La spettacolare sfilata ha visto convogliare le sette bande partecipanti su piazza Santi Apostoli con partenza da tre diversi punti: il cinema comunale, l’albergo Rosa e l’hotel Ancora. Qui, di fronte ad un pubblico particolarmente folto nonostante la concomitanza con la partita Italia-Germania, le bande hanno preso posto ed hanno cominciato l’esecuzione dei 10 brani d’insieme, dirette a turno dai maestri Fiorenzo Brigadoi (Predaz-

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zo), Annarosa Pederiva (Moena), Sara Vezzani (Ziano), Fabrizio Zanon (Tesero), Andrea Loss (Cavalese), Alberto Zeni (Molina), Michael Pichler (Trodena). L’evento, presentato da Mario Felicetti, è stato organizzato dalla Banda Civica Ettore Bernardi di Predazzo, con il patrocinio della Magnifica Comunità di Fiemme, del Comune di Predazzo e del Bim Adige e la collaborazione dei Vigili del Fuoco, del Circolo Pensionati e dell’Associazione Carabinieri in congedo.


vita di comunità giornatissimo che, da quando è nato, nell’ottobre 2008 è diventato un punto di riferimento per chi cerca informazioni sulla vita del nostro paese e sulle tante iniziative che lo animano nel corso dell’anno. «Siamo nati - spiega Mauro Morandini (nella foto), fondatore e anima del sito - per dare risalto alle tante piccole notizie sulla vita del paese che spesso non riescono a trovare spazio sui giornali, ma che interessano molto sia a chi vive in paese, sia a chi, per vari motivi, vive lontano, ma vuole rimanere aggiornato su quello che accade». Un successo attestato dai 3,1 milioni di accessi all’home-page del sito e dal fatto che ben il 12% delle visite proviene dall’estero: Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Francia e Svizzera sono nell’ordine i paesi dai quali proviene la maggior parte delle visite “straniere”. Nel corso degli otto anni di attività sono stati pubblicati migliaia di articoli e oltre 20mila foto, con un’assidua presenza in occasione di tutti gli eventi più significativi che avvengono in paese. Mauro viene aiutato nel suo impegno da alcuni familiari, in particolare dal figlio Manuel, che si è occupato di sviluppare la grafica dei siti e nel corso degli anni sono stati oltre 50 i volontari che hanno contribuito in vari modi a pubblicare contenuti per il blog. «Tra le cose che mi hanno stupito e mi hanno dato grande soddisfazione - continua Mauro - è stato il fatto di scoprire che anche molti anziani sono navigatori assidui del blog: in molti casi i loro figli gli hanno regalato un tablet ed hanno imparato ad usarlo consultando il nostro sito. Un’altra cosa che mi fa molto piacere è che ogni estate ci sono delle persone che vivono fuori paese e, quando tornano a Predazzo per le loro vacanze, passano nella mia vetreria a salutarmi e a ringraziarmi per il lavoro che faccio con il blog. Interessante anche il fatto che, attraverso Predazzoblog, siamo riusciti a far conoscere fra loro dei predazzani “fuori sede” che vivono in zone vicine».

Legno che ridona vita alla Casa San Gaetano

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’è una bella novità presso la casa “San Gaetano” di Predazzo: uno speciale angolo in legno per riportare alla memoria momenti di vita tanto cari ai nostri Anziani: esso riproduce in tutte le sue caratteristiche la classica “Stua” con una “mussa”, la panca tutt’attorno per godere del suo calore, tavoli e soffitto a rosoni. La “Stua” è stata inaugurata nel pomeriggio di mercoledì 8 giugno; alla semplice cerimonia erano presenti il presidente Francesco Delugan, con il consiglio di amministrazione al completo, il direttore Fabrizio Demartin, il regolano Guido Dezulian, in rappresentanza della Regola Feudale e lo Scario della Magnifica Comunità di Fiemme Giacomo Boninsegna, che hanno fornito le risorse per l’acquisto del legname di cirmolo, il vicesindaco Chiara Bosin di Predazzo, il presidente della Comunità Territoriale di Fiemme Giovanni Zanon, Marco Felicetti della Fiemme 3000, che ha fornito il pavimento in larice, posto poi in opera dai Volontari; c’erano poi gli studenti del Liceo Artistico di Pozza di Fassa Michele Agostini, Fabian Mosele, Serena Bevilacqua e Filippo Vanzetta, accompagnati dal professor Flavio Tessadri, in rappresentanza del gruppo di lavoro che ha progettato l’opera. Dopo la benedizione del Parroco don Giorgio, il “taglio del nastro” è stato effettuato da colei che ha reso possibile, con un importante contributo economico, la realizzazione della “Stua”, la signora Beppina Dellagiacoma “Nones” (nella foto), di fronte a numerosi ospiti, parenti e volontari, a testimoniare come questo dono sia stato gradito.

L’attesa era molta, non mancava giorno che non si vedesse qualcuno che sbirciava dietro ai teloni che riparavano il piccolo cantiere allestito dalla ditta Arredamenti Defrancesco di Predazzo, che ha realizzato l’opera, per osservare cosa stava nascendo! Dopo qualche primo momento di stupore ed imbarazzo, in cui questo nuovo luogo veniva osservato come fosse un’opera d’arte da “guardare e non toccare”, l’ambiente ha iniziato a prendere vita per davvero. Ogni persona lo usa a modo suo: chi lo sceglie per leggere comodamente il giornale “perché il tavolo è grande”, chi lo trova molto riservato e dice “è bello per farci dei discorsi come una Bibbia”, qualcuno solo per riposare. Una signora racconta di aver voluto dividere a metà il mazzo di rododendri portatole dalla montagna per decorare l’ambiente proprio come fosse a casa sua, altri lo scelgono per bere in tranquillità un buon caffè o per mangiare la torta in occasione del proprio compleanno. Ci sentiamo in dovere di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito e permesso la realizzazione dell’angolo di legno e sottolineare come la sinergia fra diversi componenti di una stessa comunità sia un valore inestimabile, ancora di più se si tratta poi di due realtà così diverse come una scuola superiore ed una casa di riposo. Per vedere con i vostri occhi ciò che abbiamo provato a raccontare, venite a trovarci e scoprirete che anche la nostra Casa - come la vostra - può essere un luogo di serenità. Il Servizio Animazione della Casa di Riposo “San Gaetano” 17


vita di comunità

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’Unione Sportiva Dolomitica ha alle spalle un anno ricco di risultati importanti. I tesserati sono arrivati a quota 1784, ben 116 in più rispetto alla scorsa stagione. Come in passato, abbiamo cercato di mantenere invariati i costi a carico delle famiglie cercando di far fare comunque una buona attività in tutte le discipline da noi praticate. Tanti sono stati anche nella stagione appena conclusa - e lo saranno anche in futuro - gli allenatori/accompagnatori e volontari che hanno dato una mano per seguire i nostri atleti, a loro un grande e forte ringraziamento per i validi insegnamenti che siamo convintissimi abbiano saputo portare a tutta la famiglia giallo-verde. Sicuramente da parte dei nostri due direttivi uscenti - US Dolomitica (nella foto) e Dolomitica Nuoto - c’è stata la volontà di garantire il massimo impegno per poter realizzare tanti importanti programmi di crescita per gli atleti, per tutta la Comunità di Predazzo ma anche per l’intera nostra valle di Fiemme. Speriamo che altrettanto in armonia si possa fare con i nuovi direttivi che sono stati eletti nell’assemblea del 15 luglio e lavoreranno per i prossimi 4 anni fino al 2020. Il 2015 è stato l’anno del 70mo societario, sicuramente un traguardo importante raggiunto dal nostro sodalizio. Per varie motivazioni il tutto è stato festeggiato in maniera molto sobria, in particolare con una bellissima giornata di sport e allegria tutti insieme al campo sportivo di Predazzo, “La Staffetta del Settantesimo”, alla quale hanno partecipato molti atleti e non che hanno fatto la nostra storia e che annata per annata, dal 1945 al 2015 hanno fatto un giro di 400 metri sulla pista di atletica. Anche tutte le gare organizzate nel 2015 dai vari settori hanno avuto la denominazione del 70mo, noi del Direttivo ci siamo come sempre impegnati per fare le cose per bene ma un grazie sincero vada a tutte le persone che ci sono sempre

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Sport come scuola di vita:

l’impegno della Dolomitica per i giovani vicine e amano questa Società e tutto lo sport che promuove per Predazzo - per la Valle di Fiemme - per il Trentino e per l’Italia. Nel 2015 abbiamo anche rinnovato il Pool Sportivo Dolomitica per il biennio 2015-2017, tutte le aziende hanno riconfermato la loro adesione e questo è sicuramente un orgoglio per noi, ma siamo convinti che anche loro apprezzino il nostro sano impegno per lo sport a 360° gradi, ma anche l’impegno per una crescita civile della comunità in generale. Un grande grazie a tutte le aziende del Pool con i loro titolari e amministratori e un plauso più che meritato. Un ringraziamento anche al Comune di Predazzo che ci mette sempre a disposizione le strutture per poter svolgere tutte le nostre attività, dal Centro del Salto, alla piscina, passando per il campo di calcio e piste atletica, le palestre e tanti altri spazi organizzativi come sede e magazzini. Grazie all’assessore allo sport Giovanni Aderenti che ci ascolta con tanta pazienza e che cerca di capirci e aiutarci nella risoluzione di tante problematiche sportive. Un grazie doveroso al Comune anche per il sostanziale contributo ordinario concesso nel 2015 che ha permesso di sostenere anche il settore nuoto -

gestione piscina. Anche la problematica della ristrutturazione del trampolino HS66 pare stia prendendo una buona strada e siamo molto fiduciosi che lavorando ancora insieme si possa arrivare a realizzare completamente l’impianto per la stagione invernale 2017-2018 e quindi poter saltare tranquillamente in casa per i nostri atleti e anche per quelli dello Ski College che aspettano con ansia la struttura. Nel frattempo nel 2015 il Comune ha fatto una prima sistemazione dei trampolini piccoli HS20 e HS35 - in particolare le piste di lancio, adesso dovranno essere completati con la sistemazione delle zone di atterraggio. Ricordiamo che per aiutare in particolare il settore salto ma anche tutta la Dolomitica nel 2014 l’Amministrazione Comunale ha dotato la nostra Società di un nuovo bellissimo pulmino Fiat Ducato. Con l’Amministrazione si sta dialogando in questi mesi anche sul possibile nuovo utilizzo della zona sportiva ex campo ippico, non neghiamo che i punti di partenza e le vedute sono molto distanti ma con il dialogo aperto sarà sicuramente possibile arrivare come sempre a trovare una buona soluzione. Roberto Brigadoi


vita di comunità

Premiazione Fisi Trentino a Moena Si è svolta sabato 3 maggio, presso il Teatro Navalge di Moena la premiazioni dei migliori risultati agonistici della stagione 20152016 dello sport della neve trentino. Assieme al Comitato Trentino Fisi, in cabina di regia anche l’Us Monti Pallidi di Moena che nel 2016 festeggia il suo 70mo anno di attività e lo Ski College “Giuseppe Soraperra” di Pozza di Fassa. Ricordiamo che la Dolomitica è nel gruppo direttivo/ organizzativo dello Ski College con il proprio presidente Rober-

to Brigadoi, consigliere per l’area salto-combinata e fondo. I tecnici designati in questa ultima stagione agonistica sono stati: per il salto-combinata Eligio Bosin ed Attilio Dellagiacoma per il fondo. Per quanto riguarda lo Ski College, tra gli atleti della nostra Società sono stati premiati per il fondo Matteo Ferrari e Riccardo Bernardi, mentre per il salto speciale Alessio Longo. Per quanto riguarda invece le premiazioni del Comitato Trentino, oltre agli atleti sopra menzionati ricordiamo per il fondo

anche Ivan Mariani, Matteo Leso, Davide Facchini, Marzia Monteleone, Valentina Merler e Christian Leso; nel settore salto e combinata nordica Gabriele Monteleone e Jacopo Bortolas; nello sci alpino Francesca Fanti, Paolo Felicetti e Antonio Angelini. In questa ultima stagione agonistica trentina la nostra Società è sul secondo gradino del podio per quanto riguarda il salto e combinata nordica mentre esce purtroppo dalle graduatorie del fondo.

Sci alpino: Festa Sociale 2016 a Passo Rolle Grazie anche ad una bella giornata nelle condizioni generali, non fredda e anzi a tratti baciata dal sole si è svolta domenica 3 aprile sulle nevi del Passo Rolle pista Ferrari la gara sociale 2016 di sci alpino in prima battuta e a seguire un piccolo semplice miniraduno di sci alpinismo per pochi eletti. Gran festa fin dal mattino, i primi ad arrivare al passo sono stati gli uomini del tracciato di gara e della polenta, tutti decisi a mettere del loro meglio nei vari servizi assegnati. Pian piano il tracciato di gara prende forma - tunnel in partenza, porte rosse e blu a seguire, una spettacolare zona arrivo degna di competizioni più importanti con striscioni del Pool

Sportivo Dolomitica - bandiere a vela - sponsor - tabellone tempi e impianto voci attivo pronto per accompagnare gli atleti nelle loro performance. Con pochi minuti di ritardo sull’orario previsto alle 9.35 il presidente Roberto Brigadoi con il numero 1 apre le “danze”. I primi a partire dopo di lui sono gli atleti più anzianotti, a seguire i piccolini anche del 2011-2012 e su a salire d’eta per arrivare agli atleti dei gruppi agonistici giovanili e poi le categorie maggiori femminili e maschili. Fra gli ultimi a partire gli atleti più quotati alla vittoria anche nella generale e ultimissimi gli atleti dello snowboard. Il miglior tempo assoluto lo ha realizzato Lorenzo Deflorian

cat. giovani maschile che ha battuto per un solo centesimo il titolato Paolo Felicetti, la loro è stata una bella battaglia. Terminata la gara di sci alpino, via al miniraduno di sci alpinismo con soli 7 atleti al via che si sono comunque sfidati e divertiti sulla stessa pista Ferrari, in salita e in discesa, ma che poi sono andati tutti assieme a fare defaticamento in bella compagnia. Dalle 11.30 in poi tutti a gustare il buonissimo pranzo a base di polenta, luganeghe, würstel, formaggio e fagioli preparato dai volontari e a seguire la ricca premiazione con coppe e omaggi per tutti gli atleti partecipanti in ogni ordine e grado di categoria e disciplina.

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vita di comunità

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a missione sociale del Circolo Tennis Predazzo è quella di promuovere il tennis a tutti i livelli. Numerose sono le attività che vengono proposte e si susseguono nel corso dell’anno, le quali, quest’anno più che mai, sono rivolte ai soci e agli appassionati di tennis di tutte le età. La maggior attenzione è costantemente rivolta all’attività giovanile. Il passo più importante è stato quello di allestire, organizzare e avviare la Scuola Tennis, rivolta ai giovani delle valli di Fiemme e Fassa; la novità della Scuola Tennis sta nel fatto che essa è concepita con periodicità annuale; la scelta attuata dal direttivo infatti è stata quella di promuovere il tennis costantemente durante l’anno, con corsi che si protraggono durante il periodo scolastico (da metà settembre a metà maggio) nei campi coperti dello Sporting Center e durante la stagione estiva (da metà maggio a metà settembre) nei campi all’aperto. L’obiettivo principale è quello di promuovere e fare crescere tutto il movimento tennistico giovanile delle valli dell’Avisio, dando la possibilità ai ragazzi di appassionarsi all’attività e poter coltivare la passione durante tutto l’anno. Inoltre il direttivo ha deciso di puntare sulla qualità, allestendo uno staff tecnico di prim’ordine composto da un Maestro di Tennis in possesso delle qualifiche di Tecnico Nazionale e da istruttori federali F.I.T. come collaboratori. Non manca inoltre l’impegno rivolto all’attività agonistica, che si suddivide tra competizioni a squadre e tornei individuali. Per quanto riguarda le competizioni a squadre, quest’anno sono state allestite ben 7 formazioni, che hanno partecipato o stanno partecipando alle competizioni provinciali e nazionali: una squadra giovanile under 10, una squadra femminile iscritta al campionato di D3 composta per lo più da ragazze under 16, una squadra maschile iscritta al campionato di D1, due squadre maschili iscritte ai campionati di D4 (una delle quali composta esclusiva20

Sport per tutte le età con il Circolo Tennis Predazzo mente da under 18) una squadra veterani over 45 e una squadra veterani over 70, a testimonianza dell’impegno del circolo verso tutte le fasce di età. Tutte le squadre hanno ben figurato, ma due di esse meritano di essere menzionate: la squadra giovanile under 10 e la squadra veterani over 70. La squadra giovanile under 10 (nella foto), formazione mista composta da due bambini e due bambine, si è qualificata con merito alle fasi finali della competizione: il plauso del Circolo è rivolto soprattutto al fatto che queste giovani leve hanno dimostrato una dedizione, impegno, educazione e lealtà che hanno reso orgoglioso l’intero direttivo. Enormi congratulazioni vanno rivolte inoltre alla squadra over 70 la quale si è persino qualificata nel tabellone nazionale di categoria ed è avanzata fino ai quarti di finale, uscendo sconfitta sul filo di lana dalla formazione del Circolo Tennis “Gli Ulivi Sporting Club” di Roma. Un plauso di merito va inoltre rivolto alla squadra femminile di D3 ed alla squadra maschile di D4, le quali hanno vinto il proprio girone e ora tenteranno il passaggio di categoria partecipando alle fasi finali delle rispettive competizioni che si

svolgeranno a fine estate. Per quanto concerne i tornei agonistici il circolo si è prodigato nell’organizzazione di ben due eventi: il “Trofeo Zorzi Max”, facente parte del circuito “Dolomiti Tennis Cup”, che si è tenuto dall’1 al 10 aprile con lo svolgimento di tre tornei distinti ed il “Torneo Cassa Rurale di Fiemme” dal 9 al 17 luglio, con lo svolgimento di due tornei distinti. Come ultime, ma non per importanza, si sottolineano le varie attività di carattere amatoriale e promozionale che il circolo organizza e propone durante l’anno: tra esse si citano le manifestazioni sportive promozionali per i bambini (“Tennis promo tour”), i tornei di doppio “genitore-figlio” e il torneo sociale che si è svolto negli ultimi 15 giorni di agosto. Tali tipi di attività stanno molto a cuore al Direttivo in quanto esse, oltre a contribuire alla divulgazione dello sport del tennis, rafforzano quei valori sociali e sportivi che sono fondamentali nella nostra vita quotidiana. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti gli sponsor e tutte le persone che, con il loro contributo, rendono possibili tutte le attività del Circolo. Il Direttivo CT Predazzo


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Un’estate da vivere con Judo Avisio Predazzo

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el corso dell’estate l’attività dell’associazione Judo Avisio di Predazzo si modifica, in parte rallentando e in parte proponendo altre iniziative rispetto a quello che avviene nel resto dell’anno. Da una parte gli stage estivi, dall’altra l’attività settimanale. Gli stage estivi, che si tengono da diversi anni, coinvolgono un buon numero di partecipanti e anche quest’anno hanno centrato l’obiettivo di mettere in condizione persone disabili e non di sperimentare diversi modi di vivere legati al miglioramento personale e al servizio verso gli altri. Lo stage di Judo adattato a persone disabili ha visto la presenza di un massimo di 38 presenti provenienti da Genova, Trento, Riva del Garda, Follina (TV) e dalle valli di Fiemme e Fassa. Assieme alla pratica del Judo, proposta due volte al giorno e il servizio di corveè svolto principalmente da persone disabili, sono da rilevare altre attività: la pet-therapy offerta dalla coop Oltre ed una serata sul recupero del cibo in scadenza che altrimenti verrebbe buttato con Trentino-Avisio solidale. Il secondo stage aperto a bambini e ragazzi provenienti dal Veneto e

dal Trentino ha visto la presenza di un massimo di 22 persone dagli 8 anni in su. Inoltre, sempre assieme alla pratica del Judo, da rilevare un’iniziativa che ha visto coinvolte due realtà: l’Associazione Amici degli Animali di Fiemme e il Gruppo Fotoamatori di Predazzo. Il Gruppo Fotoamatori ci ha introdotto alla tecnica di fotografia e ad un laboratorio di sviluppo e stampa; mentre l’Associazione Amici degli Animali ci ha messo in condizione di realizzare un buon numero di foto al ricovero per gatti situato nella campagna di Predazzo. Alcune foto scelte,

assieme a delle frasi prodotte dai bambini e ragazzi presenti, saranno parte di un calendario 2017 che verrà realizzato a breve. Un grazie particolare va a Graziella e Nicole, che da tempo cucinano gratuitamente per lo stage di Judo-adattato. L’attività estiva è proseguita in modo ridotto rispetto al resto dell’anno, con gruppi bambini e ragazzi e giovani-adulti. La ripresa regolare è avvenuta nei primi giorni di settembre con la partenza dell’anno scolastico. Per info judo-educazione.eu Vittorio Nocentini

Dieci anni di “Cycling” Domenica 12 giugno a Predazzo e nelle valli di Fiemme e Fassa si è svolta la decima Marcialonga Cycling Craft, la granfondo di bici su strada, con 1527 iscritti da 17 nazioni di tutto il mondo. Nonostante le previsioni metereologiche avverse, i 1200 concorrenti che si sono presentati in partenza alle ore 8 hanno potuto godere di una bella giornata di sole ed ammirare i magnifici paesaggi dei percorsi da 135 km e 80 km allestiti alla perfezione dal comitato organizzatore. Come ogni anno, il secondo appuntamento di casa Marcialonga ha offerto anche molti eventi di intrattenimento e di contorno per assicurare il divertimento a tutti. Nelle giornate di sabato e domenica, la piazza di Predazzo ha ospitato il Bike Expo con molti stand e grandi marchi del settore del ciclismo, mentre sabato pomerig-

gio è stato dedicato alla Minicycling, con quasi 200 piccoli ciclisti che hanno animato le vie del centro con una gimkana in moutain-bike.Molto apprezzati sono stati anche l’aperitivo “La Bicicletta” organizzato dal Comitato Locale Manifestazioni sabato sera, accompagnato dal concerto dei Majazztic ed il Nutella Party della domenica. Grande soddisfazione, dunque, per partecipanti, organizzatori e infaticabili volontari che sono riusciti a portare a termine una nuova ed indimenticabile edizione. Un altro appuntamento per gli amanti dello sport e della natura si è svolto domenica 4 settembre con la 14ma Marcialonga Running Coop, che è passata per il centro di Predazzo. Ufficio Stampa Marcialonga 21


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Successi internazionali

per l’Associazione SportAbili Onlus

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a passata stagione invernale ha visto l’associazione SportAbili Onlus di Predazzo impegnata nell’organizzazione di importantissimi eventi internazionali e nazionali negli sport invernali a favore degli atleti con disabilità. In particolare, sono andate in scena nella val di Fiemme la “2016 World Cup Parasnowboard Trentino”, nell’ambito della quale sono state assegnate le Coppe del Mondo di specialità ed alla quale hanno partecipato circa 150 addetti ai lavori in rappresentanza di 15 nazionalità provenienti da tutto il mondo; la finale di Coppa Italia di parasnowboard, per la quale si sono dati battaglia sulla pista dell’area ski Bellamonte-Lusia 20 atleti, alcuni provenienti dall’Est Europa; nonché la finale dei Campionati Italiani di Sci Alpino, alla sede di Passo Rolle, nel corso della quale sono state assegnate le maglie tricolori per

ogni singola categoria, con la partecipazione di circa 80 atleti ed altrettanti addetti ai lavori. Si è trattato di eventi che hanno assorbito enormi sforzi fisici ed economici ma che hanno riconosciuto all’Associazione importanti attestazioni di stima, riconoscimenti ed apprezzamenti da parte di tutto l’ambiente, nonché esaltato il territorio Trentino quale luogo ideale senza barriere per trascorre il proprio tempo libero e soprattutto per praticare gli sport invernali Ma non siamo stati solo organizzatori: la SportAbili Onlus, quest’anno, grazie a Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal, ha conquistato la Coppa del Mondo di specialità, prima volta assoluta per un atleta di questa valle. I giovani hanno “predato” ben tredici volte i premi tappa, rivelando una grande intesa, anche frutto della grande amicizia che li caratterizza. In questo momento, rappresentano, tra gli altri, la bellezza e la genuinità

dello sport giovanile della provincia di Trento. Non meno impegnativa risulta la stagione estiva in corso, nella quale l’Associazione è già in moto per la realizzazione di grandi attività a favore delle persone diversamente abili per le quali, oltre ai tradizionali appuntamenti: trekking, rafting, tennis, nuoto, tiro con l’arco, bike e handbike, ecc., sono previsti tour sulle Dolomiti nonché presso il campo base del Monte Everest. Inoltre quattro non vedenti hanno raggiunto, insieme ai nostri volontari, nello scorso mese di maggio, la cima calda dell’Etna ed assistito ad una contingente colata di lava. Per qualsiasi informazione circa tutte le attività e i progetti in programma nel prossimo inverno, si fa rimando al sito istituzionale sportabili.org, altrimenti è possibile contattare la segreteria al numero 0462-501999. Ufficio Stampa SportAbili

Per.La. e Comune, che collaborazione! Anche nell’anno 2015 e 2016 il Progetto Per.La. ha mantenuto una viva collaborazione con il comune di Predazzo. Le iniziative sono state molteplici e hanno dato l’occasione agli allievi del centro di sentirsi “cittadini attivi” e partecipi alla vita del paese. Gli allievi hanno realizzato per il Villaggio sotto l’albero alcune sagome raffiguranti i tipici animali del bosco della nostra valle. Invece, in occasione dell’esposizione di alcuni lavori di Franco Facchini “Pontera”, sono state fatte alcune sagome di un 22

artigiano al fine di indicare il percorso da seguire. Per quanto riguarda l’esperienza di stage, un ragazzo è addetto alla manutenzione dei parchi giochi, un altro è impiegato come aiutante all’Infopoint e un altro ancora presso l’ufficio tecnico del Comune. Segnaliamo inoltre la collaborazione al “Mercato contadino” che continua, con entusiasmo, già da tre anni. Con l’occasione gli allievi e gli educatori ringraziano il sindaco Maria Bosin e il personale tutto per la disponibilità.


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Una presenza, una storia

Mandacarù e il commercio equo e solidale

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ra l’ormai lontano 6 luglio 2001 quando in via Verdi, accanto al panificio Merler apriva i battenti una “strana” bottega dal nome ancora più strano e stranamente gestita da volontari: «Mandacarù». Da allora l’attività ha traslocato per ben due volte, fino ad arrivare all’attuale sede in via IX Novembre. In verità, se pur non molti, tramite volonterosi pionieri, i valligiani ne avevano già conosciuto valori e prodotti attraverso promozioni nelle famiglie cooperative ed occasionali mercatini natalizi in piazza (tra gli anni ’90 e il 2000). Mandacarù prende il nome da un cactus brasiliano simbolicamente adottato dai fondatori della prima bottega a Trento nel 1989, dato che per i nativi tale cactus rappresenta tuttora un simbolo di resistenza alle avverse condizioni climatiche. Di qui, per analogia, la scelta del nome a questa nuova sfida di commercio equo come resistenza e alternativa possibile al commercio convenzionale che più comunemente conosciamo. Commercio convenzionale di cui molti ormai riconoscono le forti contraddizioni, per la grande competitività esistente che aggira regole, limiti etici e naturali, con sfrut-

tamento ambientale ed umano. Il commercio equo, in questo scenario, si pone quindi come alternativa e negli anni si è ormai strutturato in una rete di rapporti con centinaia di piccoli produttori riuniti in cooperative del sud del mondo, ma anche in Italia, grazie alla collaborazione con molte cooperative sociali e di recupero. Rapporti basati su principi e regole condivise di equità, giusto prezzo, dignità e crescita sociale, finalizzate al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori ed allo sviluppo di un tessuto economico e sociale che permetta loro un dignitoso tenore di vita. Il commercio equo e solidale riconosce al produttore il 30% rispetto al 10% dell’usuale mercato, oltre alla garanzia della continuità di rapporto e al prefinanziamento alla produzione; ciò è in buona parte possibile anche per l’apporto gratuito del molto volontariato, rimane di fatto incisivo il rovesciamento di dinamiche volte al solo profitto oggi imperante. Sono oltre 300 le piccole o più grandi botteghe, con i nomi più disparati, ma simbolici, sparsi in Italia, più le migliaia sia in Europa che nel sud del mondo, avamposti di un commercio alternativo possibile. Anche a Predazzo, attraverso il

supporto di decine e decine di volontari, che credono in questo progetto e si sono succeduti in questi quindici anni, molti residenti di Fiemme e Fassa, nonché turisti hanno potuto conoscere ed apprezzare la qualità, storia, etica e artigianalità di tanti prodotti alimentari e non, per dare a quell’acquisto o a quel regalo il valore aggiunto che il commercio equo racchiude in se. Oltre a caffè, cioccolato, the, spezie, ecc. (tipici del commercio equo), potrai trovare tanti altri prodotti alimentari e di artigianato, unici per la loro storia e tradizione che portano con sé saperi e sapori di un altro mondo. Il nostro slogan è: «Un mondo più giusto è possibile anche con il COMES - Commercio Equo e Solidale». Grazie a tutti i volontari e a quanti frequentano questa realtà e che sostengono questo ambizioso progetto (più di 2300 soci in Trentino) apprezzando questi prodotti d’uso quotidiano ma alternativi. Diversi sono i modi per sostenere questa sfida e avvicinarsi in modo concreto: cliente, volontario in bottega, socio e sociasostenitore in forme diverse: dal fondo risparmio al lascito. Lo staff di Mandacarù

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Evento? Per noi sì…

Filodrammatica Romano Dellagiacoma

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vento: fatto di una certa importanza» (Diz. Garzanti). Possiamo « dire che per noi della Filodrammatica Romano Dellagiacoma di Predazzo, la rappresentazione di cui parlerò è stata proprio un evento, anzi un grosso evento! Ho cominciato a pensare a questo testo ancora l’estate scorsa e per capire meglio la storia ho letto l’autobiografia di Maria Augusta Trapp, poi mi sono documentato su Internet, poi ho reperito il testo teatrale e poi finalmente…mi sono messo a scrivere, come faccio ormai da quasi 40 anni, con la prima biro che mi capita a tiro. Per chi non avesse capito sto parlando di “E vissero Tutti Insieme Appassionatamente”, commedia musicale in due atti ridotta e adattata dal sottoscritto. Nel testo ho inserito dei personaggi che davano delle informazioni “storiche”, ho aggiunto spessore a qualche personaggio di contorno, ho creato alcune nuove situazioni ed ho evitato i tanti cambi–scena facendo scendere delle grandi scritte che indicavano il luogo dove si svolgeva la scena; ho scelto solo alcune delle canzoni del film e le ho affidate al Coro Giovanile che le ha preparate egregiamente, poi ho incaricato alcune “ra24

gazze” di ricamarci sopra delle coreografie. Infine, ho cercato di coinvolgere il pubblico, facendo passare in sala: la famiglia Von Trapp, un postino, dei soldati, alcuni ragazzi e delle cameriere con le caramelle nell’intervallo… una scelta vincente molto-molto apprezzata. Parlando di scelte, posso dire che non è stato facile “scegliere” i due protagonisti principali, grazie alla numerosa disponibilità dei soci avevo l’opportunità di avere due-tre coppie, alla fine ho “rischiato” affidandomi all’esperto Flavio Boninsegna e alla giovane Giulia Piazzi… non potevo avere di più, veramente all’altezza delle situazioni, in poche parole… perfetti! Per trovare i sette figli del barone non ho avuto problemi; occupandomi degli spettacoli in Oratorio avevo un bel ventaglio di soluzioni, alla fine ho scelto quelli che, avendo già recitato, avevano una certa dimestichezza. La storia ricca di messaggi positivi: la famiglia, il ruolo del padre, la vocazione religiosa, la sincerità dei sentimenti, insieme con la bellezza delle musiche hanno coinvolto, commosso e appassionato sia noi che la presentavamo, sia chi è venuto a vederci; una bella sensazione avere un’emozione comune.

Certo, è stato un rischio; altre volte avevamo affrontato testi che poi erano diventati dei film “Dieci piccoli indiani, Don Camillo, Arsenico e vecchi merletti”, però nessuno era famoso come questo; io ho raccomandato subito agli interpreti e poi al pubblico di non pensare al film, ma di lasciarsi trascinare da tutto l’insieme… molte persone ci hanno poi confidato di essere entrate in sala prevenute e di esserne uscite…entusiaste, grande soddisfazione!!! Ma la cosa che più ci ha sbalordito non è stato il pienone (400 persone) alla “prima”, ma il pienone per le tre repliche con un totale di circa 1.400 spettatori! Non era mai accaduto questo, nemmeno quando abbiamo proposto il testo antico più caro ai predazzani “La Pardaciana”, quasi non credevamo ai nostri occhi. Per alcuni è stato sicuramente un grosso impegno, ma le molte persone che per settimane ci hanno gratificato con i loro complimenti hanno ripagato pienamente questo sforzo. Concludo dicendo il mio grazie a tutti quelli che si sono “fidati” di me e hanno messo a disposizione tutti i loro talenti perché questa avventura diventasse un evento, anzi: un bell’evento! Donato Dellagiacoma Rossat


vita di comunità

A

ncora un anno di impegni per il Gruppo Fotoamatori di Predazzo, che dal 2013 al 2015 ha organizzato la bellezza di sedici mostre e che, nel 2016, ne ha programmate altre tre. Una particolare collaborazione ha garantito al Gruppo ADVSP (Associazione Donatori Sangue e Plasma) di Predazzo che quest’anno festeggia il suo 60° di fondazione, essendo stato costituito ufficialmente nel 1956, ad un anno di distanza dalla inaugurazione dell’ospedale di Fiemme. Il Gruppo, grazie soprattutto all’impegno ed alla disponibilità di Livio Morandini “Paolin” e del vicepresidente Fabio Dellagiacoma ha curato la preparazione e l’allestimento della mostra, ospitata nella Sala Rosa del Municipio dal 21 luglio al 7 agosto e che ha documentato i momenti principali di questa importante storia di altruismo e di solidarietà. Nel contempo, il sottoscritto presidente, in sinergia con il capogruppo Sergio Brigadoi ed il direttivo dei donatori, ha coordinato un opuscolo che è stato diffuso in paese e fuori prima e durante la mostra. In settembre, seguirà poi una grande festa per concludere alla grande questa ricorrenza. Un altro impegno dei Fotoamatori ha riguardato la mostra “Emozioni in un click”, promossa per la prima volta l’anno scorso e che ha ottenuto grande successo, di partecipazione e di visitatori. I temi proposti per questa seconda edizione, coordinata dal vicepresidente Fabio Dellagiacoma, hanno riguardato il paesaggio, gli animali, i viaggi, i volti (con foto rigorosamente in bianco/nero), lo sport e la fotografica. La mostra è stata allestita nelle sale dell’Asilo Infantile dal 29 luglio al 15 agosto ed ancora una volta la partecipazione è stata numerosa e qualificata. Infine un terzo appuntamento per il prossimo autunno. Come è noto, quest’anno ricorre il Cinquantesimo anniversario della

Un 2016 ricco di impegni

per il Gruppo Fotoamatori di Predazzo tremenda alluvione del 4 novembre 1966, che i più ricordano per i disastri di Firenze ma che ha fatto ingenti danni anche a Predazzo, in val di Fiemme e nel Trentino. Proprio nel nostro paese, si registrò tra l’altro la tragedia del Vigile del Fuoco Carlo Delugan, travolto dalla piena del Travignolo mentre era impegnato in un’operazione di soccorso. Il Gruppo sta già lavorando da mesi per allestire una significativa esposizione di immagini in grado di documentare quella drammatica giornata, oltre che per preparare una pubblicazione (che potrebbe essere allargata anche al resto della valle) con la quale ricordare gli aspetti, i problemi, le vicende umane e le conseguenze economiche che il paese dovette sopportare e che riuscì comunque a superare con grande caparbietà, determinazione e spirito di sacrificio. La mostra sarà allestita proprio tra ottobre e novembre. Chi fosse in possesso di documenti o ricordi dell’epoca è pregato di contattare nel più breve tempo possibile il Gruppo, che ringrazia fin d’ora. Un altro impegno che il Gruppo

si è preso riguarda la disponibilità di un archivio di oltre 5.000 fotografie, che intende mettere a disposizione, verosimilmente a partire dal prossimo autunno, di chi volesse recuperare qualche immagine e qualche ricordo del passato del paese, della sua famiglia, degli ambienti e delle particolarità dei tempi andati. Il tutto in collaborazione con la Biblioteca comunale e con il bibliotecario Francesco Morandini. Vi saremo più precisi nel prossimo numero di “Predazzo Notizie”. Un ringraziamento, da parte nostra, anche alla nuova segretaria Alessandra Aderenti, che ha subito garantito, fin da quando è stata nominata nel corso dell’ultima assemblea annuale, la propria preziosa disponibilità. Un grazie doveroso vada inoltre a quei soci che sono sempre pronti a dare una mano. Con la speranza che in futuro ci sia anche qualche giovane che abbia la voglia e la passione necessarie per entrare a far parte di questa bella famiglia. Mario Felicetti 25


vita di comunità

Una risorsa preziosa

sessant’anni dei Donatori di Sangue

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l signor Giovanni Valentini, infortunato a Paneveggio, ricoverato in ospedale ne« cessitava di sangue, ma vista l’assenza, qualche giorno dopo dovette morire... In seguito il suocero Giovanni Bosin assieme a Emilio Calierotti, Gastone Libera, Giovanni Gamberoni, Zeffiro Giacomelli e Giovanni Sommavilla divennero i primi componenti del gruppo, prestandosi per le prime donazioni di sangue. Nel 1956, nel negozio di Bruno Giacomelli, si decise di formare il gruppo donatori…». Così inizia un documento ritrovato recentemente in archivio e che attesta a sessant’anni fa la nascita della sezione predazzana dei donatori di sangue. Era il 1956 e il tragico epilogo all’incidente capitato al signor Valentini ha fatto scaturire in poche persone sensibili il desiderio di fare qualcosa affinché fatti così tristi non si ripetessero più. Il gruppo ADVSP di Predazzo (nella foto: il direttivo) compie dunque sessant’anni e vuole celebrare un anniversario così importante in due momenti distinti, uno di carattere culturale ed uno di festa. Dal 23 luglio al 7 agosto è stata organizzata una mostra fotografica che ha ripercorso la storia dell’associazione dagli albori fino ai nostri giorni, un tuffo nel passato per riscoprire i valori che hanno spinto i primi donatori a fondare il nostro gruppo,

che hanno animato tutti i donatori che ci hanno preceduto e con il loro esempio hanno spronato ciascuno di noi al dono gratuito del proprio sangue, per ridare una speranza di vita a chi ne ha bisogno, anche se non se ne conosce il nome e il volto. Questa è la vera gratuità, la molla che ci spinge ad un gesto così semplice, ma così prezioso. La mostra è stata l’occasione per ricordare la generosità e la sensibilità che la nostra gente ha sempre dimostrato verso gli altri, ma ci ha anche dato la possibilità di rivitalizzare la nostra motivazione e pensare al gesto altruistico compiuto. Le fotografie e gli altri reperti sono stati accompagnati da frasi che invitavano alla riflessione, per terminare con la visione dello spot, promosso dal Direttivo due anni fa e girato proprio nel nostro paese: un connubio tra storia ed innovazione, volto a sensibilizzare i giovani all’importanza della donazione del sangue e al volontariato in genere. La mostra è stata possibile grazie alla preziosa collaborazione del Gruppo Fotoamatori di Predazzo, che ne ha curato la ricerca e la stampa delle istantanee. A ricordo della particolare ricorrenza è stato inoltre pubblicato un piccolo opuscolo, curato dal giornalista Mario Felicetti e distribuito a tutti i donatori che

fanno o hanno fatto parte della nostra associazione. Una testimonianza della storia passata, ricca di valori sempre attuali. Il secondo momento è previsto il 25 settembre presso il tendone in località Baldiss. Sarà allestito un pranzo con l’aiuto dell’Associazione Cuochi Fiemme aperto a tutti i donatori, agli ex donatori e ai familiari che vorranno condividere questo momento di convivialità con noi. A breve saranno divulgate le modalità di iscrizione anche con manifesti affissi nei locali pubblici. Per concludere, vorremmo utilizzare lo slogan presente nello spot televisivo curato dal Ministero della Salute, nella speranza che il nostro gruppo possa arricchirsi sempre più di persone generose e disponibili al bisogno degli altri: «Donare il sangue ti costa solo un’ora, ma per chi ne ha bisogno vale una vita intera. Il tuo sangue: una botta di vita!». Il direttivo Advsp

I sei soci fondatori

Emilio Callierotti

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Giovanni Bosin

Gastone Libera

Giovanni Gamberoni

Zeffiro Giacomelli

Giovanni Sommavilla


vita di comunità

I

l Grossenpallonen Club compie 50 anni. Una storia iniziata al termine di una notte che è ancora ben impressa nella memoria di chi l’ha vissuta: quella tra il 4 e il 5 novembre 1966, la terribile notte dell’alluvione, con il Travignolo che ha rotto gli argini e invaso la campagna e con le disperate ricerche del vigile del fuoco volontario Carlo Delugan, trascinato via dalla corrente. Anche i fondatori del Grossenpallonen Club hanno partecipato alle operazioni di ricerca e ai disperati tentativi di alzare gli argini del Travignolo: all’alba del giorno seguente, bagnati e infreddoliti, gli amici che erano soliti ritrovarsi al Bar Touring hanno deciso di creare un club per organizzare eventi, tornei e manifestazioni, in antitesi alla paura e al dolore portati dall’alluvione. Come dice il loro inno, sulle note di “Eppure Predazzo l’è un gran bel paes”, “l’é meio divertirse che sbréghe ‘l Travignol”. La storia del Grossenpallonen Club è fatta di manifestazioni organizzate per gioco e poi diventate appuntamenti imperdibili per residenti e turisti (come i Catanauc e il Ballo di Carnevale) e di eventi che hanno animato il paese per decenni: si pensi, prima di tutto, alla Vasalöse (nella foto), che per molti anni è stato l’evento più atteso dell’inverno, unendo diverse generazioni. Sfogliare l’album dei ricordi del Grossenpallonen Club è quindi come fare un viaggio all’indietro nei luoghi che hanno caratterizzato la vita sociale del paese negli ultimi decenni: le piste di Löse, la pista di pattinaggio, il campo da calcio “Sal Moro”... A fare da filo conduttore a questo mezzo secolo di vita del Grossenpallonen Club lo spirito goliardico che ha sempre caratterizzato ogni evento, la solidarietà e la disponibilità di un gruppo di amici che ha messo al servizio del paese la propria creatività e voglia di divertirsi. Perché a volte nella vita non bisogna prendersi troppo sul serio... e in questo i soci del Grossenpallonen sono stati dei grandi maestri! Monica Gabrielli

Cinquanta bellissimi anni per il Grossenpallonen Club

Un libro per l’anniversario Per festeggiare l’importante traguardo raggiunto, il Grossenpallonen Club ha voluto riunire in un volume ricordi, immagini e aneddoti sui principali eventi organizzati negli anni e sui personaggi che ne hanno mantenuto vivo lo spirito: la pubblicazione, curata da Monica Gabrielli, è stata presentata il 23 luglio in piazza ed è stata accompagnata da una mostra fotografica allestita nelle sale della scuola dell’infanzia (riproponendo l’esposizione pensata per i 45 anni che aveva riscosso molto successo). I soci del Club hanno approfittato della festa di San Giacomo per divulgare il libro e far rivivere ai molti predazzani che si sono avvicinati al loro banchetto gli innumerevoli momenti di allegria condivisi. Il volume, dal titolo “50 anni di Gros-

senpallonen Club – Tra goliardia, solidarietà e tanta fantasia”, è una sorta di album che riporta alla luce ricordi, fa ridere e suscita, a volte, nostalgia. È una sorta di ponte tra passato e futuro, tra vecchie e nuove generazioni, con la speranza che alcuni giovani volenterosi sappiano cogliere e fare loro lo spirito del Club e portarlo avanti. 27


vita di comunità

Movimento e salute con Fiemme Nordic Walking

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rimavera e inizio estate estremamente ricche di impegni e soddisfazioni per l’Asd Fiemme Nordic Walking. Numerosi e importanti sono stati i momenti di incontro aperti alla popolazione sui temi dello sport e della salute: il più recente è stato l’incontro organizzato in collaborazione con la LILTLega Italiana contro i Tumori sul tema del nordic walking come prevenzione e integrazione alla riabilitazione post chirurgica dei pazienti oncologici. L’aspetto sportivo, l’aiuto psicologico e lo spirito di amicizia sono fattori importanti per i benefici che ne derivano. Sono aperte le iscrizioni per il corso organizzato in collaborazione tra le due associazioni. In primavera è inoltre partito il

progetto “Cento classi in montagna” organizzato dal Coni con lo scopo di avvicinare molti giovani alle discipline del nordic walking, orienteering ed arrampicata. Il progetto ha coinvolto quasi 800 studenti delle scuole medie di tutto il Trentino. Obiettivo del corso è far conoscere ai ragazzi questa disciplina all’apparenza semplice ma che racchiude molti valori importanti come il camminare nella natura, le abilità motorie come la coordinazione, la destrezza, l’equilibrio, la resistenza. Inoltre per la sua grande adattabilità si presta anche ad esercizi di gruppo e diventa un modo facile e sicuro per “fare squadra” tra i ragazzi. Parallelamente si è sviluppato il “Progetto Scuola e Sport”, organizzato sempre dal Coni con gli stessi obiettivi, ma rivolto alle

terze e quarte classi elementari. Rencureme Onlus, in collaborazione con il Circolo Pensionati Anziani di Predazzo, UTETD e l’ASD Fiemme Nordic Walking ha attivato un “Gruppo di Cammino”, un’iniziativa per combattere la sedentarietà e prevenire o tenere sotto controllo molte patologie con uno stile di vita attivo e fare si che una vita più lunga sia anche una vita più sana. Info e iscrizioni presso il Circolo Pensionati Anziani di Predazzo. Chi fosse interessato può contattare l’ASD Fiemme Nordic Walking (cell. 349 8556555), visitare il nostro sito internet: fiemmenordicwalking.com oppure visionare la nostra bacheca di Via Roma. Claudia Boschetto

Paracadutisti Fiemme e Fassa Fiemme e Fassa, un’enclave in territorio dove sono preminenti le attività invernali nelle loro variegate forme, ed altre discipline sportive, quali calcio, nuoto ecc. La penalizzazione per il paracadutismo è quella dell’età minima, fissata a 16 anni. Di contro, si può praticare anche in età avanzata: lo scrivente è a conoscenza di un lancio effettuato a 91 anni. La Sezione Paracadutisti Fiemme e Fassa fondata nel 2005, grazie alla ferrea volontà del suo presidente par. Gianfranco Dal Ben, vive i giorni migliori nel promuovere l’attività paracadutistica attraverso corsi specifici finalizzati a quel gesto fondante e determinante che è il lancio, che viene effettuato 28

da vettore aereo dalla quota prefissata in 500 metri. Il primo, dopo il corso durato un’eternità cui vengono ripetute “alla nausea”; capovolte, comportamento in uscita da velivoli e tutti quei movimenti basilari “a secco” ma essenziali che, in caso di malfunzionamento del paracadute, ti salvano la vita. Un concentrato di emozioni, paure ed incognite cui sono destinati tutti, indistintamente, prima del grande salto. Liberarsi nell’aria, dove il silenzio è rotto soltanto dal fruscio confortante della velatura dopo il frastuono meccanico del velivolo, è il premio ambito della costanza e determinazione di chi ha avuto e ha, coraggio e cuore saldo; «Sono


Più di 180 soci attivi

per l’International Police Association L’attività del comitato locale di Fiemme e Fassa dell’IPA-International Police Association ha visto intervenire negli ultimi mesi alcune importanti novità che mi appresto a presentare. Di notevole importanza è la costante crescita di coloro che aderiscono per la prima volta al sodalizio, con un continuo incremento del numero dei soci: siamo arrivati a 180 iscritti. Dopo le dimissioni presentate dal presidente Armando Lenzi, l’assemblea generale dei soci ha eletto il nuovo direttivo che rimarrà in carica fino ad aprile 2018. Sono stati riconfermati 4 componenti del direttivo, ai quali si è aggiunto Massimo Melis. Le cariche sociali sono risultate così assegnate: Rosario Giuliani (GdF) presidente; Giovanni Guida (PS) vice presidente; Paolo Vaia (CF) segretario; Massimo Melis (GdF) Tesoriere e Fiorenzo Ariazzi (GdF) vice tesoriere. Da quasi tre anni sono terminati i lavori di ristrutturazione, iniziati nel mese di giugno 2008, della baita “Valgrana Alta” sita nel comune di Cavalese e dataci in comodato d’uso dalla Magnifica Comunità di Fiemme, inaugurata alla presenza del vice presidente della Delegazione IPA Trentino, Giuliana Franceschini, dello Scario Giacomo Boninsegna, di autorità civili e militari nonché

di numerosi soci e familiari. La struttura è a disposizione di tutti i soci, previa prenotazione presso il custode incaricato. Un sentito ringraziamento da parte del direttivo ai numerosi i soci e amici che hanno contribuito, con spirito di abnegazione, alla ricostruzione del manufatto. La struttura ha inoltre ospitato una riunione dell’Esecutivo Centrale IPA fortemente voluta dal presidente Nazionale Diego Trolese, anche su suggerimento del Presidente della Delegazione Trentino Antonio Saggiomo, per far conoscere ed apprezzare agli altri membri dell’Esecutivo Centrale la realtà positiva del nostro Comitato, nonché la straordinaria bellezza delle valli di Fiemme e Fassa. L’impegno profuso nell’organizzazione dell’evento è stato apprezzato e elogiato dai partecipanti, nonché premiato con un attestato di merito e una lettera di ringraziamento pervenuta dal Segretario Nazionale. L’attività del Comitato è principalmente rivolta all’organizzazione di gite, eventi culturali e momenti aggregativi. Uno degli appuntamenti annuali più importanti è l’organizzazione del motoraduno internazionale denominato «In tour nel cuore delle Dolomiti» giunto quest’anno alla sua sesta edizione. Questa manifestazione, iniziata un po’

in sordina, ci sta dando notevoli soddisfazioni. Dal 9 al 12 giugno scorsi sono stati oltre 100 i motociclisti provenienti non solo da varie regioni italiane ma anche da Austria, Belgio, Germania, Lussemburgo, Spagna, Slovacchia, Slovenia e Svizzera. Altri importanti momenti di aggregazione annuale sono la gita sociale, organizzata in collaborazione con la delegazione provinciale; la festa del socio che ha avuto luogo, nella seconda decade di luglio, presso la baita Valgrana Alta; la castagnata sociale in novembre; lo scambio degli auguri natalizi presso la sede sociale. Si aggiungono poi gli eventi organizzati a seguito di proposte di soci o del Direttivo. La nostra sede, sita presso lo Sporting Center, è aperta ogni giovedì (festivi esclusi) dalle 16.00 alle 18.30. Sono benvenuti tutti i soci, i simpatizzanti e tutti quelli che vogliono avvicinarci per condividere esperienze, novità e collaborazioni: vi aspettiamo. Rosario Giuliani

Paracadutista!» Nei suoi due lustri di attività, la sezione Fiemme e Fassa ha collezionato numerose performance come l’organizzazione dei Mondiali ed Europei di Paraski ed altre prestigiose manifestazioni. Ultimo baluardo dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, è considerata a livello nazionale una delle sezioni più attive con 485 soci che sono passati nelle sue file e ben 353 paracadutisti abilitati. I progetti per il futuro sono sempre proiettati verso lidi sicuri e credibili. «Attenzione alla capovolta!» par. Luca Boccolini 29


pianeta giovani

Generazione Erasmus

le esperienze dei giovani di Predazzo

Qui Dresda

Qui Cracovia

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La mia esperienza Erasmus è iniziata il 29 settembre 2014. Mi sembra ieri di aver preso quel treno che mi ha portato nella magnifica Dresda, la “Firenze sull’Elba”, nella quale ho vissuto l’esperienza più bella della mia vita. Ho scelto di trascorrere un periodo di studi in Germania - non senza qualche timore e titubanza iniziale - per poter provare sulla mia pelle cosa voglia dire essere completamente indipendenti, partire da casa senza sapere chi incontrerai e che vita ti aspetterà una volta sceso da quel treno. Avevo già avuto qualche esperienza estiva di due o tre settimane in Germania e la cosa mi rassicurava, dal momento che mi sono sempre trovato molto bene. L’Erasmus è stare con persone provenienti da qualsiasi parte del mondo, studiare in una lingua diversa e complicata, viaggiare in nuovi fantastici posti, mettersi alla prova, aprire la propria mente e imparare a confrontarsi con un contesto diverso da quello a cui si è abituati. Nell’arco degli undici mesi che ho vissuto a Dresda ho avuto la fortuna di conoscere una miriade di coetanei: con loro ho stretto dei legami sinceri e fortissimi, affrontato difficoltà e trascorso momenti indimenticabili.

L’atmosfera Erasmus è incredibile: c’è sempre qualcosa da imparare e si diventa costantemente bersaglio di nuovi e diversi stimoli. I momenti più difficili sono stati senz’altro i primi giorni dopo l’arrivo e gli ultimi, quelli dei saluti e degli addii, ma il soggiorno è valso decisamente il prezzo del biglietto: sono tornato a casa con un bagaglio di gran lunga più ricco di quello che possedevo in partenza, con la capacità di adattarmi a molte situazioni e di apprezzare ogni singolo momento trascorso. In università, in giro per la città o alle varie cene multiculturali che si organizzano tra studenti internazionali ci si rende conto di far parte di una “famiglia globale”. L’Erasmus è un’esperienza che consiglio a tutti gli studenti e non ha un’importanza fondamentale il posto in cui la si vive, ma come e con chi la si condividerà. Quest’anno eccezionale rende audaci, felici e liberi ed una volta tornati a casa si realizza in modo veramente nitido quanto questa esperienza serva nella vita. «Erasmus è... qualcosa di indescrivibile, un’emozione inspiegabile: per capirla, bisogna viverla».

Era settembre scorso: l’inizio dell’anno accademico era alle porte, ma io preparavo me stessa e le valigie per una nuova avventura. L’Erasmus ha per ciascuno un significato e un valore diverso; per alcuni è una voce in un curriculum, per altri una fuga, una ricerca di stimoli o di un nuovo inizio. Io non saprei in quale categoria pormi, ma so che quando ho rifatto i bagagli per il ritorno a casa un pezzetto di cuore è rimasto lì, a Cracovia. Non è sempre facile iniziare un percorso come questo, e devo dire che solo la voglia di met-

termi in gioco è riuscita a farmi superare lo scetticismo nel vedermi proiettata in una città che non aveva nulla in comune con me e che a tratti mi è apparsa squallida e degradata. Certo, avrei potuto scegliere mete molto più facili come Madrid o Praga per esempio, ma la voglia di imparare il polacco per motivi lavorativi ha influenzato la mia scelta. Se è vero che durante le prime settimane pensi solo a tornare a casa, nei mesi che seguono, il rimpianto di avere così poco tempo da dedicare a tutto questo

Valerio Cauli


pianeta giovani

Qui Riga

si fa sempre più sentire. In poco tempo ti ritrovi ad accumulare un’esperienza che normalmente richiederebbe anni, impari lingue diverse, visiti tanti posti meravigliosi, ti affezioni a persone che in quei mesi saranno la tua famiglia e che quando devi salutare ti sembrerà che abbiano lasciato un vuoto dentro di te. L’Erasmus però non è sempre rose e fiori e a volte ti trovi ad affrontare situazioni dure: Cracovia è una realtà totalmente diversa, all’inizio l’ho paragonata ad un mondo grigio, dove la povertà, la tristezza sui volti delle perso-

L’anno scorso siamo stati selezionati per partecipare al programma Erasmus da settembre 2015 a febbraio 2016. Nonostante i dubbi e le perplessità iniziali, siamo partiti a fine agosto, direzione Riga, Lettonia. Dato che siamo previdenti ed organizzati, siamo arrivati senza sapere nemmeno dove fossimo. Dopo aver chiesto ai passanti qualche informazione ed aver provato ad indovinare le risposte date in una lingua a noi completamente sconosciuta, con qualche ora di cammino siamo riusciti a raggiungere il nostro appartamento. E così è iniziata questa nostra esperienza. Nei giorni successivi siamo stati accolti dall’University of Latvia che, insieme all’associazione studentesca Esn, ha organizzato una “Welcome Week”, per dare il benvenuto agli Erasmus in arrivo da tutta Europa. Dopo questo periodo introduttivo sono iniziate le lezioni, che ci hanno stupito per il modo in cui venivano svolte: l’organizzazione era infatti molto diversa rispetto a quella a cui eravamo abituati: le classi erano composte da 20-30 studenti (a Trento, il primo anno, eravamo in 150!) gli esami, anziché essere concentrati in un unico mese di sessione, sono stati dilazionati nell’arco del semestre: questo ci

ne e la lingua impronunciabile mi hanno messo a dura prova. Sono queste le esperienze che ti spingono a sfidare te stessa, cambiando il tuo modo di pensare ed insegnandoti a guardare il mondo con occhi diversi. Ad oggi posso affermare di aver vinto questa sfida: non finirò mai di ringraziare Cracovia per tutte le emozioni che mi ha regalato, per i sorrisi, le lacrime e per la preziosa lezione di vita che mi ha portato a crescere e conoscere realmente me stessa. Lorella Mich

ha permesso di procedere gradualmente nel nostro percorso e trovare un compromesso tra studio e divertimento. Dopo qualche settimana, grazie alle molteplici attività proposte da Esn, ci siamo trovati a far parte di un gruppo multietnico di studenti, provenienti da ogni dove, e anche questo ci ha permesso di migliorare notevolmente la nostra padronanza della lingua. Abbiamo vissuto assieme esperienze fantastiche, conosciuto culture totalmente diverse dalle nostre, visitato le capitali nordiche e, nel nostro tempo libero, studiato: i cinque mesi della nostra permanenza sono volati via, lasciandoci con la malinconia di dire addio a tutti gli amici con i quali abbiamo condiviso questo percorso magnifico, che sicuramente ci ha fatto crescere e maturare. Essere lontani da casa, in un Paese straniero e con persone mai viste prima ha rappresentato una bella sfida, soprattutto nei giorni iniziali. Una sfida che ci ha permesso di affrontare le nostre paure, di metterci in gioco e conoscere un nuovo mondo. Come scrisse Agostino d’Ippona, «Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina» … quindi noi siamo già almeno a due! Davide Kaus e Andrea Romito


biblionews

La biblioteca chiude per un mese in attesa della nuova struttura

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entre ci si avvicina alla progettazione esecutiva della nuova biblioteca che sorgerà nel piazzale sul retro della stazioncina di Ettore Sottsass, la Biblioteca Comunale rimarrà chiusa al pubblico fino all’8 ottobre. La sospensione del servizio è dovuta all’obbligo di adeguare l’edificio alle normative antincendio. Un obbligo non più rinviabile anche se la sede attuale sarà abbandonata fra qualche anno. Sono previsti lavori di isolamento delle pareti, realizzazioni di sfiati, vernici ignifughe, rilevatori di fumo e sostituzione di porte. Il personale si è quindi trasferito, armi e bagagli, nell’ex ufficio anagrafe al piano terra del municipio. L’orario di servizio è da lunedì a venerdì anziché da martedì a sabato. La biblioteca non sarà accessibile per cui è escluso qualsiasi servizio di prestito librario, compreso quello interbibliotecario. L’ufficio sarà comunque aperto per informazioni, consulenze, o ogni altra richiesta che possa ridurre il disagio provocato dalla chiusura (disponibilità presso le biblioteche limitrofe, ricerche bibliografiche, reference, ecc.). Abbiamo in progetto di iniziare un lavoro di revisione dell’archivio fotografico, realizzato e già inserito nel database dai Fotoamatori, in modo da metterlo a disposizione del pubblico prima di Natale. Inoltre lavoreremo sui contenuti della nuova biblioteca in stretta collaborazione con la consulente dott.ssa Antonella Agnoli, attivando anche alcuni momenti di quel programma di “progettazione partecipata” che avremmo voluto realizzare se fosse andato in porto il bando con la Fondazione Caritro. Nonostante il mancato finanziamento abbiamo già portato a termine alcune iniziative: la mostra sulle biblioteche del mondo, gli incontri con la dott.ssa

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Agnoli, le visite di bambini e ragazzi. Proseguiremo su questa strada portando avanti questo progetto, cercando il confronto con i cittadini, organizzando un’assemblea degli utenti, presentando i numeri e l’attività della biblioteca di questi ultimi anni e gli aspetti fondamentali di quella che dovrà essere una “nuova biblioteca”, intesa come

nuovo modello che superi la visione “ottocentesca” ancora presente in gran parte del pubblico. C’è da dire che il dibattito sulla “biblioteca sociale” si sta avviando anche in Trentino e noi ne faremo parte seguendolo attentamente. Lo staff della biblioteca

Il magico mondo di Roald Dahl

Cento anni dalla nascita del gigante gentile della narrativa per ragazzi sono stati per la biblioteca di Predazzo la scintilla scatenante per promuovere una cascata di interessanti e simpatici appuntamenti per bambini allo scopo di rilanciare la lettura di questo straordinario scrittore. Laboratori, letture, spettacoli e notti in biblioteca (nella foto) tutto all’insegna di racconti che sanno lasciare il segno nell’immaginario di chi le ascolta. Matilde, La fabbrica di cioccolato, Le streghe, Il GGG sono la punta dell’iceberg di una produzione fantastica che da decenni affascina grandi e piccini e i cui protagonisti diventano quasi degli amici per chi li legge. Accanto alle molte proposte dell’e-

state la biblioteca di Predazzo ha curato la mostra bibliografica completa dell’autore, che rimarrà esposta fino all’autunno, e una bibliografia utile per conoscere la produzione completa. Con l’inizio della scuola sono previste poi attività all’interno delle classi perché, come scrive lui stesso: «Non ho niente da insegnare. Voglio solo divertire. Ma divertendosi con le mie storie i bambini imparano la cosa più importante: il gusto della lettura. Si staccano dal televisore, e prendono familiarità con la carta stampata. Più avanti nella vita, questo allenamento gli servirà per affrontare testi più seri. E chi avrà cominciato presto a leggere libri, andrà più lontano».


la storia

Un paese che riscopre la sua storia nel volume della Regola Feudale

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o scorso 22 aprile, in una sala di Maso Coste gremita di Vicini, cittadini e autorità, è stato ufficialmente presentato il nuovo volume dal titolo “La Regola Feudale di Predazzo. La storia, l’autogoverno, l’economia e le tradizioni nella particolare natura giuridica di una comunità solidale” (nella foto un momento della serata). Una corposa pubblicazione di 480 pagine che racconta la storia di questo ente nei suoi aspetti più significativi e più importanti, il territorio, le particolarità giuridiche, le vicende che lo hanno accompagnato nei secoli, la geologia e la mineralogia (Predazzo è anche sede del prestigioso Museo Geologico delle Dolomiti), l’ambiente, la fauna, le tradizioni civili e religiose, l’arte, il patrimonio, la cultura, i beni, le cave, il valore di questa straordinaria realtà identitaria. Tanti aspetti, tanti ricordi, una miriade di illustrazioni di ieri e di oggi, raccolte grazie alla preziosa collaborazione di molte persone del paese. Il lavoro di preparazione del volume è stato avviato ancora all’inizio del 2015 su iniziativa del Regolano Guido Dezulian, ed è stato coordinato, sotto il profilo editoriale, dal giornalista Mario Felicetti, anche coautore dei testi, assieme a numerosi storici, studiosi e specialisti nei diversi settori trattati. Hanno collaborato Arturo Boninsegna e Italo Giordani (la storia), Cesare Trebeschi (la natura giuridica dell’Ente), Rodolfo Taiani (l’archivio), Luigi Morandini (beni feudali ed allodiali), Elio Dellantonio (geologia, minerali e fossili), Giacomo Guadagnini (sviluppo urbanistico), Giovanni Martinelli (Territorio, ambiente e foreste), Riccardo Demartin (la fauna), Bruno Bosin (Religiosità e arte), Marco Felicetti (radici e identità feudale), Giacomo Boninsegna (Maso Coste) e lo stesso Regolano Dezulian (topo-

nomastica, godimenti in rotazione dei beni comuni, malghe, Vardabe e lo sfruttamento idroelettrico dell’acqua). C’è anche, in chiusura, un messaggio del prof. Paolo Grossi, presidente da pochi mesi della Corte Costituzionale, molto legato alla Regola, che aveva visitato nel novembre del 2014. La pubblicazione è stata impostata graficamente dall’agenzia “Area Grafica” di Cavalese e stampata dalla tipografia Alcione di Lavis. Consente sicuramente di conoscere un po’ più a fondo una realtà istituzionale che è parte integrante della storia di Predazzo e che si inserisce a pieno titolo nel contesto generale di questa comunità, inquadrata anche nei suoi rapporti con il territorio e le altre realtà valligiane, in particolare con la Magnifica Comunità di Fiemme. Grande soddisfazione ha espresso il Regolano per «un lavoro promesso da tempo ma rimasto sulla carta forse per troppi anni. Un ritardo che, purtroppo - ha precisato Dezulian - ha fatto perdere importanti memorie orali del Novecento, anche se in gran parte recuperate da fonti scritte e dagli atti custoditi

nell’archivio. L’auspicio è che questo lavoro, oltre ad interessare e coinvolgere il lettore, riesca a fare chiarezza su molteplici aspetti che hanno riguardato il nostro territorio, visto che tanta è la disinformazione sulla Regola Feudale e spesso la nostra storia viene raccontata in maniera sbagliata». Il Regolano ha poi ringraziato la commissione istituzionale ed i dipendenti dell’ente e tutti gli autori per il loro prezioso contributo. Parole di compiacimento hanno espresso il sindaco Maria Bosin, il presidente della Vallata dell’Avisio del Bim Adige Armando Benedetti, il consigliere provinciale Piero Degodenz ed il presidente della Cassa Rurale di Fiemme Goffredo Zanon. Una copia del volume è stata anche consegnata agli ex Regolani Giorgio Dellantonio, Tullio Boninsegna e Giacomo Boninsegna. Il libro, preziosa base di riferimento anche per eventuali, ulteriori approfondimenti futuri, è stato distribuito ai “Vicini” che hanno partecipato, domenica 24 aprile, all’assemblea annuale della Regola, convocata presso l’auditorium della Casa della Gioventù. 33


la storia

Storia della Chiesa di Predazzo Prima parte

Atti preliminari

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l principio del diciannovesimo secolo, la popolazione di Predazzo andava aumentando assai celermente. La natalità era altissima: nel 1810 si registrarono 84 nati su 1760 abitanti; nel 1820 i nati sono 90; nel 1830 sono 93; e così negli anni seguenti le cifre dei nati sono assai elevate. Cosicchè il totale degli abitanti nel 1808 era di 1725 con 390 famiglie; nel 1833 gli abitanti erano 2225, nel 1860 salivano a 2696, nel 1872 erano 3014, nel 1900 il paese contava 3386 abitanti). In meno di un secolo la popolazione era dunque raddoppiata. In tale situazione si presentava 34

sempre più urgente il problema stiame e altre disavventure. Le della chiesa, poiché quella amselve non erano sfruttate raziopliata nel 1700 era nalmente, non era diventata affatto inavviato un regolare Predazzo era sufficiente. In quel commercio del leallora un paese periodo era questa gname, non esisteva assai povero; si la questione princil’industria, non era pale che angustiava praticata l’emigraviveva ancora il paese, ma, benché zione; insomma redella pastorizia pressati da queste gnava un profondo necessità, tanto il disagio economico e di una magra Comune che la Curae un sistema di vita agricoltura; zia non trovavano i quasi ancora medieregnava un mezzi per una soluvale. zione soddisfacente. profondo disagio Stando così le cose, Predazzo era allora non si poteva peneconomico e un un paese assai povesare a un lavoro di ro; si viveva ancora grande mole; si prosistema di vita della pastorizia e di spettava tutt’al più quasi ancora una magra agricoltuun ulteriore ingranmedievale. ra; alle guerre napodimento della chiesa leoniche era seguito esistente, ma non si un luogo periodo di carestia, sapeva in qual senso e con quale pestilenze, mortalità del becriterio. Oltre l’autorità ecclesia-


la storia stica, anche quella civile incoraggiava il Comune ad affrontare il problema; ma si rispondeva che le rendite comunali «sono insufficienti per la vistosa spesa sostenuta per la fabbrica delle scuole e per la grande spesa progettata per la necessità dell’ingrandimento della chiesa». Per di più urgeva il lavoro di riparazione della chiesa vecchia, rovinata dai fulmini durante un uragano nell’agosto del 1861. Per iniziare almeno lo studio del problema, si costituì nel 1855 un comitato, sotto la guida del dinamico primissario don Francesco Boninsegna, con l’appoggio della i.r. Pretura di Cavalese, (che si chiamò in seguito i.r. Capitanato Distrettuale e poi Sottoprefettura). L’amministrazione comunale nel primo tempo si tenne in disparte, adducendo sempre il motivo della povertà dei mezzi. Invece il Comitato si mise alacremente all’opera; si prospettò l’idea di abbandonare la chiesa vecchia e di pensare a un edificio nuovo; si iniziò la raccolta dei fondi con l’approvazione entusiastica della popolazione; si arrivò anche a far studiare un progetto dall’ing. Concini per una chiesa semplice ma capiente; e nel 1860 si parlava già dell’incanto dei lavori. L’amministrazione comunale restava sempre fissa nell’idea dell’impossibilità dell’impresa, anche perché nel frattempo era sorta la necessità di lavori ritenuti più urgenti, quali la fornitura dell’acqua alle fontane e i canali delle acque sporche. Si arrivò anche al punto di domandare alla i.r. Pretura di Cavalese di far sospendere l’incanto dei lavori e di ordinare che la somma raccolta venisse passata al Comune per gli altri bisogni. La Pretura accordò che l’incanto dei lavori venisse sospeso, a condizione però che la rappresentanza comunale si assumesse tutte le responsabilità. Il Comune, messo alle strette, ritirò la sua proposta, e nominò un altro comitato per studiare meglio il progetto della fabbrica e le disponibilità dei mezzi per far fronte alla spesa. Visto che il Comitato tardava a prendere le sue decisioni, pas-

sati alcuni mesi l’i.r. Pretura nel 1861 ordinò al Comune di decidersi: o provvedere alla costruzione della nuova chiesa, o disinteressarsene e lasciar lavorare il Comitato antecedente. Il Comune ciononostante continuò a tergiversare col pretesto di studiare meglio la situazione, e così passarono il 1861 e il 1862; anzi nel maggio del 1863 ritornò a fare la richiesta per avere in mano il capitale raccolto da don Boninsegna e destinarlo ad altri lavori. Finalmente nel febbraio 1864, dietro la spinta della volontà popolare e per incitamento delle autorità superiori, il Comune decise di cambiare atteggiamento e di affrontare la soluzione dell’annoso problema. Con l’aiuto dell’Ufficio forestale di Cavalese fece un censimento più esatto delle risorse boschive, e trovò che, entro un limitato numero di anni; poteva mettere a disposizione circa 13.000 borre già mature, con una rendita di circa 30.000 fiorini. Incoraggiato da questi rilievi, il Comune si addossò il compito di provvedere alla fabbrica della chiesa nuova, approvò il progetto dell’ing. Concini e fissò in via di massima il posto più conveniente. Con ciò l’opera era avviata alla realizzazione.

Studio del progetto

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opo la decisione del Comune di prendersi a carico la spesa della chiesa, lo studio del progetto proseguì speditamente. Il curato don Francesco Sommavilla era stato trasferito altrove dietro domanda del Comune, perché non sembrava all’altezza del suo compito, e gli era succeduto don Costante Dalrì, uomo più sano e più coraggioso. Egli d’accordo col Comune costituì un nuovo comitato, comprendente il capo comune e sei altri uomini esperti; fu questo che portò i lavori fino alla fine. Fu abbandonato il progetto dell’ing. Concini, come pure fu

scartato un progetto dell’ing. Masera, che prevedeva la demolizione della chiesa vecchia e la costruzione su quell’area di un edificio nuovo in stile classico greco-romano. L’i.r. Pretura di Cavalese aveva già da tempo suggerito di rivolgersi all’ing. Michele Mayer, addetto all’i.r. Ingegnerato Circolare di Trento (oggi Genio Civile). Questi presentò al Comitato il progetto di una chiesa di stile gotico moderno, che importava un preventivo di fiorini 45.360. Tale somma sembrò in un primo tempo superiore alle possibilità finanziarie; poi, rifacendo i calcoli e dietro la spinta dell’entusiasmo popolare, si decise di accettare il progetto Mayer, anzi, fu ancora migliorato fino alla spesa preventiva di fiorini 56.704. Tale progetto ebbe l’approvazione e la lode dell’i.r. Ufficio Edile Distrettuale. A un certo punto però subentrò ancora in alcuni un momento di esitazione, perché l’impresa sembrava irrealizzabile, e si fece la proposta di aspettare ancora due anni prima di decidere; ma la maggioranza era ormai pronta a qualunque sacrificio, e si deliberò di passare senz’altro all’asta dei lavori, con la condizione che, in caso di necessità, il Comune potesse protrarre i termini per il completamento dell’opera. Il 3 luglio 1865 venne fatta l’asta per l’assegnazione del lavoro, alla presenza del capocomune Nicolò Morandini, di due consiglieri comunali, e di tutto il Comitato, fungendo da segretario Antonio Brigadoi. Il prezzo di prima grida era di fiorini 56.704 (valuta austriaca). Gli offerenti furono dodici e i lavori furono aggiudicati ad un’impresa di Predazzo formata da Simone Longo (Margiana), Antonio Brigadoi (Mechez), e Antonio Dellagiacoma (Careta), che si offrirono per fiorini 55.000. Si deliberò di consegnare il lavoro ai 25 settembre, con l’obbligo di portarlo a termine entro quattro anni. Il Comune si preoccupò di trovare un buon “ispeziente” (assistente di parte), e lo trovò nella persona di Francesco Gabrielli (Paolera), esperto maestro mu35


la storia ratore, che lavorava in quel tempo per il comune di Trieste. Egli accettò volentieri di venire a lavorare nella sua patria, provvisoriamente per due anni, con la mercede di fiorini 50 al mese. A lui si deve in gran parte, oltre all’abilità degli impresari e delle maestranze, la buona riuscita dell’opera per allora così grandiosa.

suoi Vicini. A fianco del municipio, lungo il muro sopradetto, c’era una fontana, che serviva da lavandino e da abbeveratoio per il bestiame. In una perizia del 1881, l’ing. Obrelli dice che «l’attuale fontana costituisce uno sconcio tale da non potersi ulteriormente tollerare. Gli scoli della fontana scendono disperdendosi lungo la piazza, in quella località alquanto pendente, e, bagnando per lungo e per traverso, auLa scelta del luogo mentano l’immondizia delle feci abbandonate sulla stessa dal beentre si studiava stiame che continuamente viene il progetto delad abbeverarsi». la nuova chiesa, Perciò consiglia di trasportare la era stato definito fontana lungo la strada di Somsenza esitazione mavilla nell’orto a settentrione il luogo dove essa del Comune. Fu invece portata doveva sorgere. Si voleva evitare sul lato orientale del palazzo, l’abbattimento della vecchia, e allora adibito a caserma, e oggi insieme doveva essere un posto municipio. centrale, di facile accesso. Allo La località fra il cimitero e il scopo si prestava egregiamente muro della “chiusura feudale” si la “chiusura feudale” (la “sezuchiamava “Marin”; ivi sorgeva un ra”), un grande prato che si stennucleo di casupole molto malandeva a sud della piazza. date, più fienili che abitazioni, Lo spazio oggi occupato dalla abitate da sette famiglie, quasi piazza si presentava allora assai tutte Boninsegna (Martinela). diversamente. Attorno all’absiIl luogo scelto per la chiesa nuode della chiesa vecchia c’era il va era assai adatto allo scopo; cimitero, che si estendeva per unico impedimento era la precirca 10 m. verso la piazza e ansenza delle case “a Marin”. Fuche a nord verso la “Crosèra”. A rono dunque subito oriente della chiesa, iniziate trattative verso Sommavilla, per il loro acquiSi voleva evitare sto e demolizione. nel 1843 era stata costruita la casa l’abbattimento I proprietari si diper uso di municichiararono in via di della vecchia pio e scuole, però d’accordo chiesa, e insieme massima col solo piano rialdi cederle, a patto zato e il primo piadoveva essere un che venisse fabbrino. Dall’angolo sudcata per loro un’abiposto centrale, ovest del municipio tazione conveniente partiva un muro, di facile accesso. nella “chiusura”, ma che continuava in ben presto si fecero Allo scopo linea retta fino alla più esigenti; si prosi prestava stradetta che sbocpose loro prima un ca davanti all’Alberegregiamente progetto per fiorini go Rosa, e cingeva 7.647, poi uno di fiola “chiusura nel primo tratto la rini 9.722, ma volefeudale”. “chiusura feudale” vano una casa che (la “sezura”), la quaimportava la spesa le si spingeva a est fino alla via di fiorini 12.000. Nove Novembre, detta allora Il Comune non fu d’accordo, tro“Antersief” (lat. Inter sepes, cioè: vando la spesa troppo elevata, tra le siepi). Nel mezzo di essa e tentò inutilmente di ottenere sorgeva la casa feudale, a un sol l’esproprio forzoso. Finalmente piano, che serviva di deposito e uno alla volta i proprietari cemagazzino del grano, che il Feudettero, accettando il prezzo di do era solito provvedere per i stima di un gruppo di periti one-

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sti e competenti. Il primo fu Antonio Dellantonio fu Valentino, che fu liquidato con fiorini 1.000 e 45 pertiche quadrate (mq. 210) di terreno; poi Tomaso Boninsegna fu Giov. Batt., liquidato con fiorini 1.626, oltre al suolo per una casa, valutato a fiorini 2 al passo; poi Giuliana Morandini fu Cristoforo con fiorini 1.900, oltre al suolo per una casa; poi Giacomo Boninsegna fu Martino con fiorini 1.600. L’ultimo fu sloggiato con la forza nel 1876, quando già la chiesa era completa e in funzione. (segue nel prossimo numero) Lucio Dellasega


la storia

I dimenticati della Grande Guerra la vicenda di Giuseppe Boninsegna

cente libro Come cavalli che dormono in piedi. Quinto Antonelli, responsabile Tra i circa 55mila partiti dal dell’archivio della scrittura poTrentino (compreso l’Ampezzapolare presso il Museo Storico di no), un folto gruppo di circa 500 Trento, ha pubblicato un imporPredazzani dovette rispondere tante libro dal titolo: I dimentialla chiamata alle armi e indoscati della Grande Guerra. La mesare la divisa nel corso della moria dei combattenti trentini guerra. All’inizio furono coinvol(1914-1920) per dare voce alle ti tutti gli uomini validi dai 21 ai migliaia di Trentini arruolati e 42 anni, ma dalla primavera del partiti per la guerra in Galizia 1915 la leva in massa fu estesa nelle file dell’eseranche ai giovani di cito austro-ungari18 anni fino agli uoTra i circa co contro l’Impero di cinquanta, Russo, attingendo a 55mila partiti dal mini essendo diventato resoconti e diari inTrentino, un folto chiaro che da una teressanti e signifiguerra di breve dugruppo di circa cativi da loro lasciarata si era passati ti a testimonianza 500 Predazzani a una guerra totale della tragicità degli e di lunga durata. dovette scontri e delle pePer questo motivo rispondere alla santi difficoltà vissulle lapidi del nosute in quelle terre chiamata alle stro monumento ai lontane; moltissimi armi e indossare Caduti tra i 92 nomi sono caduti in batdei nostri compataglia, oppure ancor la divisa nel corso esani ne troviamo prima sono morti di uno della classe della guerra. fame, freddo, cole1865 e tra i più giora, tifo o tubercolosi vani un disperso di (come ricostruisce Marina Rossi soli 19 anni (altri 8 di anni 20, nel suo libro I prigionieri dello 21, 22, 23). A tale proposito è opzar. Soldati italiani dell’esercito portuno rilevare che, secondo austro-ungarico nei lager della la Croce Rossa austriaca, tra il Russia), oppure sono finiti tra 1914 e il 1921 circa 500.000 tra i dispersi o tra i prigionieri. In austriaci-ungheresi, turchi e teesso sono riportate anche le tedeschi morirono in prigionia. stimonianze scritte di quattro Predazzani (altrettanti di Moena e due di Tesero). Dei caduti e dei dispersi si ricordano i nomi sulle lapidi del nostro monumento ai Caduti, sotto la significativa iscrizione “Qui eternati vivranno”; quanto agli altri nostri compaesani reduci dalla prigionia in Russia, che ogni anno si ritrovavano per ricordare e festeggiare il ritorno al paese d’origine, è un peccato che i ricordi di quel periodo siano stati oggetto di rimozione, tant’è vero che è difficile leggere o trovare un libro che ne racconti le vicissitudini. Infatti, “dell’epopea degli internati non ci rimangono, in fondo, che le storie a lieto fine”, come osserva Paolo Rumiz nel suo re-

Introduzione

La figura di Giuseppe Boninsegna Tra i predazzani sopravvissuti e rientrati al paese natio (circa 400), può essere interessante parlare della figura di Giuseppe Boninsegna Volpìn (1877-1968), per rendere omaggio, tramite lui, a tutti gli altri “dimenticati”, che (cosa più che comprensibile) degli orrori di quel tragico periodo della vita hanno poi parlato il meno possibile e solo nell’ambito familiare (proprio come il nonno di Paolo Rumiz che, «quando arrivò a casa, non volle raccontare mai nulla»). Se i primi arruolati si sono avviati verso il fronte orientale convinti che la guerra sarebbe finita presto e certi di un rapido ritorno in famiglia, i successivi scaglioni sono consapevoli di dover affrontare una dura realtà e inevitabili rischi: partono da fedeli sudditi per una guerra lontana e non comprensibile, “für Kaiser und Vaterland” (per l’imperatore e la patria), ma con la più profonda costernazione nell’animo. Giuseppe Boninsegna è un umile figlio del popolo, uomo semplice e gran lavoratore, impegnato come segantino sulle “veneziane” lungo il Travignolo (sui documenti è definito genericamente

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la storia Tischler, cioè falegname, ovviadello schieramento austriaco. mente inteso in senso lato), ma Gettato nella mischia nella zona è soprattutto padre di famiglia di Porskaya-Wolka, trovandocon moglie e quattro figli picsi a soccorrere un commilitone coli, dai nove ai tre anni, e un ferito, egli con altri compagni quinto in arrivo. A 39 anni, dopo d’arme viene accerchiato e preun anno e mezzo dall’inizio delso prigioniero dalle truppe rusle ostilità, deve rispondere alla se: in appena ventiquattro ore chiamata alle armi: nel gennaio la Quarta Armata si sfascia e in del 1916 viene strappato ai suoi una decina di giorni ben 358mila cari con destinazione le lontane (ma secondo altre fonti 400/500 terre di Galizia. È giusto ricordamila) soldati austriaci (tra cui re, a tale proposito, che da una trentini e giuliani) vengono catricerca effettuata da Giuseppe turati e raccolti nel campo di isoBosin, limitatamente ai caduti e lamento di Darnitsa, tappa obdispersi, risulta che molte famibligata per tutti i prigionieri in glie di Predazzo rimasero prive transito nella circoscrizione di del capo-famiglia, nonostante Kie. In un primo momento Giufossero composte anche di sei, seppe Boninsegna è registrato sette, otto o, nei casi più estretra i dispersi, ma ben presto rimi, addirittura nove figli piccoli: sulta nell’elenco ufficiale dei priin un caso anche il primo figlio gionieri di guerra. Inizia per lui di una famiglia di dodici orfani una vita fatta di stenti, in locali dovette partire per il fronte. Alla malsani e sporchi, con letti pieni fine della guerra a Predazzo si di cimici e di pidocchi (proprio conteranno ben ottantasei orquesto insetto viene scelto come fani, rimasti a carico delle loro emblema del giornaletto “La mamme in una situazione di nostra fame” curato dal pittore gravi difficoltà, alleviate solo Marcello Saftigh). Ogni mattina, dal sostegno e dalla solidarietà all’alba, dopo la notte passata a dei parenti. difendersi da questi fastidiosi Nell’aprile del 1916 il nostro Kaiinsetti e parassiti, il risveglio è serjäger, dopo qualche mese di bruscamente sollecitato da un addestramento, viene inviato ordine urlato, perentorio: «Stasul fronte orientale, dove si trovai! Stavai! Pocetiri! Pocetiri!». va a trascorrere giornate diffiIn seguito, il suo gruppo viene cili nella miseria di spostato nella zona trincee fangose, che di Tambov. Qui e a Alla fine della ogni giorno hanno Kirsanov sono allebisogno di essere guerra a Predazzo stiti i fangosi campuntellate con tronpi di raccolta, dove si conteranno ben tuttavia i prigionieri chi e canne perché il terrapieno non frani, ottantasei orfani, trovano condizioni dove molti muoiono di vita più accettarimasti a carico nel pantano oppure bili: in verità si legdelle loro mamme ge da più parti che tra i topi e la fame che attanaglia lo stoin una situazione i prigionieri sono maco: con un pasto stati benvodi gravi difficoltà. sempre al giorno a base di luti dai russi e tratbrodo di cavallo con tati con umanità, un po’ di farina gialla e pane di cordialità e rispetto. In particosegale mescolato a segatura. lare, ai prigionieri di nazionalità Queste sono le dure giornate diversa da quella tedesca viene affrontate fino al fatidico 4 giuproposto, di preferenza, il lavogno 1916 quando ha inizio la ro agricolo, che garantisce, alcosiddetta “offensiva vittoriosa” meno in teoria, migliori possibicontro gli Imperi Centrali (Gerlità di sopravvivenza. A Tambov mania e Austria-Ungheria) per le loro giornate sono impegnate iniziativa dell’armata russa coprevalentemente in un duro lamandata dal gen. Aleksej Brusivoro nelle sterminate campagne lov, su ordine dello zar Nicola I, di un pope ortodosso, altri più lungo un fronte di 500 km dalle fortunati sono richiesti a lavorapaludi della Polonia settentriore nelle proprietà agricole della nale fino alle zone meridionali principessa Balinski. Con l’ara38

tro trainato da possenti manzi si va a tracciare i solchi impiegando una mattinata intera tra andata e ritorno, su un tragitto lungo come da Predazzo a Tesero, per preparare il terreno alla semina di grano, granturco, avena, segale, patate, rape, cipolle, cavoli e barbabietole, principali fonti di sostentamento per la popolazione della Russia; però intorno alle povere isbe, particolarmente apprezzati e più appetibili sono i prodotti dell’orto (per es. i piselli, il cui nome garò egli ripeterà spesso). Ai prigionieri viene riservato un terzo della rendita (in media 20 copechi al giorno), il resto va allo Stato e all’impresa in parti uguali. Essere impegnati nel lavoro aiuta a passare le giornate senza sentirsi inutili, però il pensiero della famiglia è sempre presente: se gli fosse arrivata qualche cartolina, si sarebbe consolato sapendo che la moglie e i bambini a casa avevano di che sfamarsi grazie agli animali in stalla (mucche e galline) e all’aiuto dei parenti. La prigionia prosegue monotona per lunghi interminabili mesi e nemmeno gli scossoni causati dalla Rivoluzione di ottobre del 1917 portano novità di rilievo in quelle zone sperdute. A lungo andare la situazione diventa insopportabile, al disagio può subentrare un nemico subdolo, la noia, e quindi viene spontaneo, alla prima occasione, tentare la fuga; non ci si può rassegnare aspettando passivamente gli eventi. Un giorno, assieme ad un compagno di prigionia, egli riesce a scappare in maniera rocambolesca e a salire su un treno, con un po’ di viveri sufficienti a resistere per qualche giorno, nascondendosi nel bagno in caso di pericolo. La meta da raggiungere è la stazione di Ora. Dopo una decina di giorni finalmente può scendere trovando la sorpresa di uno sbuffante trenino, senza peraltro conoscerne la destinazione ultima, ma comunque la direzione è l’agognata val di Fiemme. Meglio di così non poteva andare! Non serve, perciò, aspettare l’occasione di un passaggio offerto da qualche “carradore” (magari il cogna-


la storia to Giochele Pila), o affrontare un viaggio a piedi in condizioni di forte debilitazione dopo tanto tempo trascorso in prigionia. Quella sera stessa arriva proprio a Predazzo, al capolinea situato alla Portela. Nel buio più totale è impossibile orientarsi, ma girovagando alla cieca dopo un po’ si imbatte per caso in una conoscente che lo accompagna fino a casa. All’amica, moglie dello “sconosciuto”, racconta che un soldato sperduto chiede ospitalità per la notte, ma lei, rendendosi conto del rischio, non se la sente di aderire alla richiesta anche perché è a casa da sola. Lo scambio di parole non dura più di tanto perché ben presto risulta evidente l’identità del “fuggiasco”: dopo circa 3 anni e mezzo di lontananza i due possono riabbracciarsi! A fine giugno del 1918 egli si presenta alle autorità militari di ritorno dalla prigionia in Russia e il 25 luglio viene “giustificato”, cioè considerato ufficialmente come non disertore. Ma i tempi non sono tranquilli, la guerra è ancora in corso e i pericoli non sono finiti. Un giorno i gendarmi austriaci, vedendolo girare per il paese, lo interrogano e lo fanno processare come presunto disertore; ma egli può fornire le prove della sua innocenza. Del tutto scagionato, gli viene però imposto di presentarsi tutte le mattine alla

gendarmeria per sapere quale impegno di lavoro lo aspetta per quel giorno: per lo più è destinato a costruire trincee nella zona di Cima Bocche e la sera può rientrare a casa. Questa vita è sfiancante per un uomo reduce da più di tre anni di dura prigionia, perciò egli decide di nascondersi (non si sa dove di preciso, forse a Vardabe). Un giorno, avendo la mamma gravemente ammalata, chiama in aiuto la levatrice (in quegli anni, in casi di emergenza a volte ci si rivolgeva a lei come ad un medico), rischiando di essere denunciato, ma la “comare” lo rassicura dicendogli che non lo avrebbe denunciato e anzi lo invita a rimanere nascosto ancora per un po’, dato che è imminente la fine della guerra.

Conclusione

La guerra termina con la firma dell’armistizio tra l’Italia e l’Impero Austro-ungarico, siglato nella sala di Villa Giusti (dal nome del proprietario, il Conte Vettor Giusti del Giardino) a Padova, il 3 novembre 1918; le nostre terre passano dall’Austria all’Italia, ma questo non sarà mai per il nostro reduce fonte di recriminazione o di nostalgia: per carattere egli è una persona semplice, umile e di poche parole, e quindi continua a pensare alla propria famiglia, che negli

anni successivi si ingrandirà con la nascita di altri cinque figli, segno quindi di una rinnovata fiducia verso il futuro, nonostante l’avvento in Italia di una nuova fase politica non del tutto tranquilla: più esplicitamente, Rumiz non esita a scrivere che la sua Trieste, finita la guerra, in quel periodo «ha cambiato padrone e l’aria puzza di fascismo». Ricordi a cura del figlio Romiro Boninsegna Testo a cura del nipote Michelangelo Boninsegna

Grande Guerra mostra al Geologico “Montagne in Guerra” è il titolo della mostra allestita presso il Museo Geologico delle Dolomiti fino al 14 gennaio 2017. L’esposizione si articola in cinque sezioni tematiche che affrontano le Dolomiti come teatro naturale del conflitto, il riadattamento di scienza e tecnologia alla pragmaticità delle esigenze belliche, la militarizzazione del paesaggio, i danni causati all’ambiente montano dall’utilizzo di artiglieria pesante e le tracce lasciate dal conflitto, oggi documento di una vicenda tra le più drammatiche storia. Il viaggio inizia dalla sezione “Il te-

atro naturale”, dove si ripercorre la trasformazione del paesaggio nelle regioni alpine in funzione della crescente urbanizzazione. Si prosegue con “La montagna studiata”: la Grande Guerra fu infatti la prima della storia ad essere combattuta sulle cime. La geografia, la geologia, il clima rappresentarono un vincolo fondamentale nello sviluppo di strumenti e strategie. In “La montagna addomesticata” si valuta l’impatto ambientale della militarizzazione del paesaggio, che trasformò in modo radicale i panorami di molte aree dolomitiche.

Sulla stessa lunghezza d’onda è anche l’area tematica successiva, “La montagna ferita”, che valuta l’impatto dell’uso degli esplosivi e dell’artiglieria pesante, Infine, in “La montagna che ricorda”, si prendono in considerazione le tracce del conflitto che risultano ancora oggi visibili sui nostri monti, che la sensibilità pubblica conserva come documento di una vicenda tra le più drammatiche della sua storia. Il museo è aperto dal martedì alla domenica, con orario 10-12.30 e 16-19.

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la storia

Storia del “largà”:

le alterne fortune del commercio della resina

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a sempre molti abitanti delle valli alpine si dedicano alla raccolta della resina di larice. Una tradizione molto radicata anche nel nostro bel paese, Predazzo, sul quale mi soffermerò. Siamo nell’ottobre 1922 e un buon gruppo di raccoglitori di resina (in dialetto, “largà”) coadiuvati e sostenuti da esercenti ed operatori economici del paese organizzano per l’ultima domenica di ottobre un’assemblea, con lo scopo di costituire una società, da tenersi alle ore 12.30 all’albergo “Alla Rosa”. Si presentano 55 persone, tra cui una sola donna, tutti di Predazzo. Viene costituita la società con la denominazione “Industria delle Resine Predazzo”. Attraverso votazione viene eletta la direzione, così composta: presidente il dott.avv. Giuseppe Morandini; vicepresidente Augusto Dal Piaz; consiglieri Nicolò Morandini Garneleti, Giuseppe Bonora e Paolo Defrancesco. Le località dei resinai erano le più varie, come Pesedac e Vardabe, territorio della Regola Feudale, boschi della Magnifica Comunità di Fiemme, boschi della Regola di Predazzo e molti di privati, in special modo in quel di Bellamonte, molto più rari quelli del Demanio. L’assemblea decide all’unanimità di comperare la resina da tutti i raccoglitori di Fiemme e Fassa, che all’epoca erano numerosi, calcolando di poterci guadagnare qualcosa. Si fanno 40

i versamenti del 50% delle quote alla Società, il cui ammontare variava a seconda delle possibilità finanziarie dei soci: compiuto questo atto, tutti diventano ufficialmente azionisti. Si mettono in contatto con la direzione generale delle Foreste, dirette dal comandante Stella, per le necessarie licenze e permessi e la scelta delle piante di larice da forare, stabilendo inoltre la tassa da pagare per ogni pianta. Ma a questo punto arriva l’altolà da parte dell’ingegner Koch, ispettore generale di Roma: deriva dal timore che il raccoglitore non rispetti le piante e per questo vuole e pretende che la società per l’industria delle Resine di Predazzo si assuma la sorveglianza e responsabilità degli eventuali danni alle piante o al bosco. Tutto si appiana con la rassicurazione da parte della Società, che si impegna a sottostare alla legge e alle regole, in più le Guardie Forestali dovranno controllare le piante e i raccoglitori perché tutto sia fatto a regola a scanso di multe o di revoca dei permessi. Nel marzo del 1923 incomincia la consegna della resina a Predazzo, al magazzino centrale e alla succursale di Cavalese. A Predazzo si presentano 18 resinai per complessivi 2.728 chilogrammi; a Cavalese in 49, per complessivi 9199,65 kg. La raccolta è durata circa tre mesi e nel complesso ha fruttato quindi 11.927,65 kg. Tutta questa resina viene pagata a lire 1 al chilogrammo, ma viene stabilito che la successiva raccolta verrà pagata 0,80 lire.

Successivamente la direzione della società si mette in contatto con la Real Stazione Sperimentale per l’industria degli oli e dei grassi in Milano, via Marina 5, centro per le analisi, diretta dal prof. Facchini. Per incominciare le analisi, spediscono a Milano un quintale di resina grezza: al termine della depurazione, si ottiene un 50% di trementina di larice ed un 12% di colofonia. Come filtro si usa un letto di paglia, la Società Prodotti Resinai di Pisa usa dei cassoni con fondo di rete metallica a maglia fine. Sempre nel 1923, un incendio distrugge il laboratorio di olii di Milano e tutto il materiale: per riprendere la produzione viene chiesta una fornitura di una decina di quintali di resina greggia, sulla quale verranno fatte le esperienze su scala industriale. La Società di Predazzo inizialmente ha qualche dubbio: sembra che la quantità di 10 quintali sia esagerata, ma alla fine si procede. In maggio e in agosto viene spedita al magazzino della Real Sperimentale in Milano tutta la raccolta della resina in due vagoni, in cassette di legno rivestite di carta oleata, del peso di 50 kg l’una. All’inizio del 1924 vengono fatte due inserzioni sul Corriere della Sera. Rispondono la ditta milanese di Barontini Romualdo e la Edoardo Lapes, sempre di Milano, che trattano vernici, gomme, lacche eccetera, nonché la ditta Benvenuto Donda di Bergamo, specializzata nella presa degli uccelli e dei topi. Nel 1924 si ebbe una lamentela da parte del signor Luigi Vanzo, oste di Masi, che nella primavera del 1923 offerse gratuitamente una cassa di resina purgata di un quintale per fare l’analisi a Milano. Dato che Vanzo aveva da vendere alla società ben 40 quintali di resina, le analisi avvennero, ma il prof. Facchini notò che nella resina purgata vi erano minori quantitativi di essenze rispetto alla greggia raccolta uno o due anni prima. Di conseguenza, Facchini consigliò l’acquisto dei 40 quintali, ma a prezzo ribassato. Con questo compromesso, la disputa ebbe lieto fine.


la storia Nell’assemblea straordinaria degli azionisti del 7 dicembre 1924 si dà la notizia delle dimissioni del presidente Morandini, che passa il titolo al vice Augusto Dal Piaz. Nella stessa sede, si avvisano i soci che la Real Sperimentale in Milano è disposta a pagare soltanto 10 lire a quintale per la giacenza del magazzino, che ammonta a 139 quintali, dal momento che la resina è ormai vecchia ed ha perso valore. Condizioni che avrebbero causato una grossa perdita per la società di Predazzo: i soci sono perplessi e dubbiosi e così l’assemblea incarica il socio Giuseppe Bonora di recarsi a Milano per avere spiegazioni dal prof. Facchini e cercare di venderla sulla piazza a prezzo non inferiore a lire 0,75 al kg. Il 10 gennaio risponde la ditta Benvenuto Donda di Bergamo, che spiega di avere sempre comperato la resina in Val Seriana allo stesso prezzo e constata che da fresche le due resine hanno le stesse proprietà: «Sarei disposto a prelevarla tutta. Calcolando però che la vostra resina è vecchia anche di due anni e la rendita è bassa, io sarei disposto ad acquistarla tutta al prezzo di 40 lire al quintale e a netto imballo gratis posta Milano». Come dimostra un documento ritrovato, all’assemblea del 12 gennaio 1925, ore 12.30, all’albergo alla Rosa, si relaziona sull’offerta pervenuta dalla ditta Donda di Bergamo: «Si incarica ancora il socio Giuseppe Bonora di portarsi in Milano ed eventualmente a Bergamo e cercare di ottenere un prezzo migliore di lire 40 al quintale e per male che vada accettare anche un prezzo più basso». Viene dato conto delle principali uscite: Compera resina, lire 11.927,65; Real Sperimentale Milano lire 2.144,70; Pubbblicazioni Corriere della Sera lire 42,60; ore lavoro Predazzo e Cavalese (lire 2/ora) lire 266; lavoro operai alle stazioni di Ora e Milano lire 194; compera bilancia e pesi lire 62,50. In un altro documento, del 5 marzo 1925, che porta come oggetto: «Conto di liquidazione all’albergo Rosa» si legge: «Ricavato vendita resina alla ditta Benvenuto Donda di Bergamo

lire 4000; interessi maturati lire 9; totale lire 4009. Liquidazione conto all’avvocato Giuseppe Morandini, come da sua relazione, conti pagati di propria borsa, viaggi e varie, il tutto documentato lire 2885; Bonora per viaggi a Milano e Bergamo e varie spese (mangiare, telefono…) lire 460; piccole spese lire 14; totale lire 3359. Calcolando la compera della resina lire 11.927,65, totale spese 18.196,65». Le spese superano quindi i ricavi per lire 14.187,65: da questo segue lettera fallimentare, datata 28 aprile 1925 ed indirizzata dal presidente Dal Piaz al sindaco di Predazzo: «Alla S.V. è già noto che l’assemblea generale della intestata società ha deciso lo scioglimento della stessa e la liquidazione del patrimonio. La stessa assemblea nominava il sottoscritto quale liquidatore e lo incaricava a liquidazione avvenuta di rimettere tutti gli atti della Società alle mani della S.V. con la preghiera di custodirli fra gli atti municipali. Spero che la S.V. potrà accogliere il desiderio dell’Assemblea e nella fiducia antecipo a nome della cessata Società vive grazie, augurando al Paese che l’insuccesso di questa industria non sia di arresto al sorgere di altre, ma invece di ammaestramento. Devotissimo Dal Piaz». Finisce così l’avventura della Società Industria delle Resine: in periodi successivi, tra gli ultimi raccoglitori, è da segnalare Guido Croce (Regol), l’ultimo con regolare permesso. Fu signore di nome e di fatto Enrico Brigadoi, l’indimenticato “Rico dal Fol”: raccontava che le essenze ricavate dalla resina erano ricercate e ben pagate, specialmente dalle

ditte farmaceutiche e dalle ditte dei profumi. Da un documento della Regola Feudale del 1935 un Morandini Giuseppe fu Antonio pagava alla Regola per affitto larici lire 130. Ai tempi in cui la Magnifica Comunità di Fiemme commerciava il legname con la Serenissima di Venezia per le loro navi e abitazioni, i tronchi di larice per le fondamenta (palafitte) dei palazzi venivano spalmati di resina, il migliore isolante, usato anche per le navi: una fonte di guadagno per i resinai. In questi ultimi anni, a dedicarsi con grande capacità a questo antico mestiere è il simpatico e schivo Simone Gabrielli Finco, forse l’ultimo rimasto in valle. Un ringraziamento all’architetto Alberto Felicetti Marson per le belle fotografie che esprimono questa storia sulla resina. E un grazie alla Regola Feudale e al Comune di Predazzo. Con questa breve storia si vuole ricordare e ringraziare queste persone che, uscite da una guerra disastrosa, cercavano di risollevarsi a proprie spese per il benessere del loro paese, e anche dei valligiani. Ricerca a cura di Beppino Bosin (Mandolin-Susanna) Trascrizione Alaimo Chantal 41


tradizioni

Ricordi musicali di Predazzo la “Banda del Ricreatorio” (settima puntata)

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icorre nel 2017 il 170° di fondazione della Banda Civica di Predazzo. Il 1847 è la data in cui il nostro illustre storico don Lorenzo Felicetti ha fissato la nascita di questo sodalizio. Forse, però, la datazione non è esatta, e come hanno fatto altre Bande, sono stati ritenuti veritieri degli spartiti appartenenti a pic-

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cole formazioni di strumenti a fiato che suonavano in chiesa e che, in effetti, potevano essere degli “embrioni” di una Banda musicale. Ebbene, conservo gelosamente due libri manoscritti di clarinetto primo e secondo datati 1821 e 1824 appartenenti al filarmonico, un certo Michele Morandini. Forse la Banda potrebbe aver avuto origine allora o forse an-

cora prima. Inutile però indagare o cambiare date: teniamo, anche per rispetto di don Lorenzo, il 1847 anno di nascita della Banda di Predazzo. Questo era solo un preambolo sulla Banda, che svilupperò nelle prossime puntate. In questa puntata voglio presentare la Banda del Ricreatorio, della quale pochi conoscono l’esistenza.


tradizioni

La Banda Civica e la Banda dell’Oratorio

A

partire dal 1899 la Banda di Predazzo veniva indicata nei verbali del Consiglio Comunale come Banda Civica, forse per sottolineare la partecipazione finanziaria del Municipio o per distinguerla da un altro complesso, la Banda dell’Oratorio, fondata nel 1895 su iniziativa del cappellano don Arturo Zambanini, esperto nell’arte musicale. La coesistenza di due bande non era caso inconsueto in quest’ultimo ventennio del secolo, caratterizzato dal culmine espansionistico del fenomeno bandistico, e si verificava anche in altri paesi trentini come Mori o Pergine. Questo accadeva perché verso la fine dell’Ottocento anche in Trentino i primi partiti di massa, ossia il Liberale, il Cattolico e quello Socialista, si erano ormai dotati di una struttura operativa e, come scrive Antonio Carlini: «l’attività politica di questi partiti si sostanzia in tutta una serie di nuove aggregazioni sociali, associazioni sportive, culturali, economiche, turistiche, assistenziali, giornali, ecc., che si appoggiano spesso alle capacità di coinvolgimento della musica bandistica» ed aggiunge: «spronati anche dalle encicliche di Leone XIII, che del resto nella Rerum Novarum (1891) consacrava principi già da anni praticati dal clero più illuminato, i cattolici ricercano e istruiscono modelli inediti di promozione sociale. È il caso degli oratori, istituiti con lo scopo primario dell’educazione religiosa dei giovani, ma in realtà diventati subito punti di riferimento importantissimi per l’aggregazione di una comunità, per la sua crescita culturale e sociale» e conclude: «numerosi sono i casi di parroci che si fanno promotori o che in ogni caso sostengono la nascita di una associa-

zione bandistica autonoma» per «tenere unita la gente, dare uno scopo al primo manifestarsi del tempo libero, fornire modelli di comportamento alternativi agli spazi materialistici della società laica, alle idee liberali e socialiste». Quindi la nascita della Banda dell’Oratorio a Predazzo si inseriva in un contesto politico nel quale i cattolici cercavano con vari mezzi di impedire che le idee liberali e socialiste si diffondessero nelle vallate del Trentino. Tuttavia non vi furono mai scontri politici o particolari problemi fra le due Bande grazie all’accortezza dell’Amministrazione Comunale, che cercò di favorire l’attività di entrambe. Altre testimonianze di imparzialità di trattamento da parte dell’ente pubblico si incontrano nel 1910. Allora il Comune, dopo aver installato la luce elettrica nella “camera di lezione” della Banda Civica, si dichiarava disposto a fare altrettanto per il locale della Banda dell’Oratorio in seguito ad una semplice domanda da parte della stessa Associazione. All’epoca del maestro Sgambato, sempre per mantenere questa situazione di equilibrio, il Comune fece mancare il sussidio annuale alla Banda Civica, che visse quell’anno (1912-13) grazie alle donazioni dei predazzani, all’organizzazione di vasi della fortuna e di feste pro Banda. Fu in questo periodo (novembre 1912) che il Comune fece il pri-

mo - fallimentare - tentativo per fondere i due complessi. Nel 1913 la rappresentanza comunale incaricò il Podestà di tentare un riavvicinamento, esprimendo il desiderio che, a Bande unificate, il maestro si dedicasse all’istruzione del Coro della chiesa e suonasse pure l’organo. Purtroppo anche questo tentativo fallì e l’unificazione si realizzò solo dopo la fine del primo conflitto mondiale. Il Comune continuò per un certo periodo ad elargire alla Banda Civica sovvenzioni per il mantenimento del maestro, respinse le istanze che miravano a togliere il contributo e lasciò che la Banda suonasse per le solennità come aveva sempre fatto. Invece la Banda dell’Oratorio non ricevette contributi annuali da parte del Comune, ma solo sovvenzioni riferite a specifiche prestazioni. Per talune cerimonie il Comune prescrisse la partecipazione di entrambi i complessi a condizione che il contributo elargito alla Banda Civica venisse diviso con l’altra, come avvenne, per esempio, alla visita del Principe Vescovo Carlo Eugenio Valussi nel 1900. Fiorenzo Brigadoi

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