Curneli Beatrice Barsi Cinzia Grillo Della Berta Maurizio Cristoforo Pini Mauro Thon Giudici Giugno 2010
Guerriero salgo le vigne Sassi e terra hanno alzato sovrumana fatica terrazzi al cielo grappoli di vita
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Sono tracce di fatica La superficie delle aree classificabili come terrazzamenti della Provincia di Sondrio, Valtellina, siano esse coltivate a vite, destinate ad altre attivit`a o abbandonate all’elegante libert`a della natura, raggiunge una ragguardevole estensione; più di 2000 Ha. Lo sviluppo lineare complessivo dei muri di sasso di sostegno, costruiti nel corso dei secoli dalla mano dell’uomo, raggiunge l’eccezionale entità dei 2660 km: la distanza stradale intercorrente fra Reggio Calabria e Copenhagen e la metà della lunghezza della Grande Muraglia cinese. 2660 km di tracce di fatica nel tempo e di faticosa poesia. La fatica è il ”venir meno”, il ”mancare”; questi sono i suoi signifcati etimologici profondi. Profondi come le radici estirpate di queste vigne, di queste ”colture e culture”, tra queste ”Curneli” a che, a volte, non conoscono più la fatica dell’uomo.
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Il termine Curneli viene usato nel dialetto dell’area Tiranese per denotare i terrazzamenti, le riprese sono state eseguite a Lovero Valtellina.
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Piante spontanee indicatrici Dove la flora spontanea avanza le piante indicatrici prendono il sopravvento. Colonizzando velocemente gli spazi vuoti.Molte di queste specie ritenute infestanti sono rare o in via di estinzione. Sono di vitale importanza per la biodiversità botanica. Il suolo è uno strato sottile che ricopre la superficie della terra, indispensabile agli esseri viventi. I processi che lo formano sono lunghi e complessi ma la sua distruzione è assai rapida. L’abbandono delle colture e le piogge ne sono responsabili. Le piante spontanee con le loro radici trattengono il suolo, proteggendolo dall’erosione. Alcune, dette accumulatrici, indicano la presenza di inquinanti specifici. Hanno la capacità di assimilare ad esempio fluoruri e metalli pesanti in grandi quantità. Un’ottima pianta accumulatrice è Lolium multiflorum (loiessa).
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Indicatrici di aridit` a Achillea millefolium, Pastinaca sativa, Salvia pratensis, Carlina acaulis, Tragopogon pratensis Indicatrici di umidit` a Colchicum autunnale, Cirsium arvense, Trollius europaeus, Veratrum album, Ranunculs repens Indicatrici di terreni freschi Polygonum spp., Rumex acetosella, Taraxacum officinale
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Indicatrici di terreni fertili Ranunculus repens, Taraxacum officinale Indicatrici di terreni poveri Carlina acaulis, Salvia pratensis Indicatrici di terreni acidi Rumex obtusifolium, Veratrum album, Myosotis arvensis Indicatrici di terreni neutri Genziana lutea, Plantago lanceolata, Genista sagittalis
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Indicatrici di incendi ripetuti Felci (Ferula communis e Pteridium aquilinum), Erica arborescens Indicatrici di terreno compatto Plantago spp. Indicatrici di suolo calcareo Silene inflata, Calendula arvensis
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Infestanti tipiche dei vigneti Tipica associazione primaverile-estiva da Fumaria e Euphorbia ; estiva-autunnale da Panicum e Setaria ; poi troviamo Daucus carota (carota selvatica), Artemisia vulgaris (assenzio selvatico), Lamium maculatum (falsa ortica), Thlapsi arvense (erba storna), Tulipa praecox e silvestris (tulipano selvatico), Veronica persica (occhi della Madonna), Amaranthus retroflexus (amaranto), Muscari neglectum (fiore del cuc첫), Erigeron , Solidago . . .
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Baitel verderame, acqua piovana
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Tracce di fatica degli uomini e della Terra Sono tracce di faticosa poesia, che con il suo ”venir meno” ci impedisce di riconoscerla. I terrazzamenti, ambiti di conservazione dei paesaggi rurali e delle sedi umane di grande rilievo per la loro unicità nel quadro del paesaggio valtellinese, sono il frutto della fatica di migliaia di donne e uomini: luoghi rubati alla natura, che, in alcuni casi, alla natura stanno tornando. Tornare alla natura, però, lasciando tracce da rendere visibili e leggibili con altri occhi e con altri paradigmi interpretativi. Legami ed equilibri raggiunti tra aspre forme della Terra e l’umanità con la sua necessità di sussistere: culture e colture che parlano ancora.
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Concept e Foto: Mauro Thon Giudici Introduzione e postfazione: Cinzia Grillo Della Berta Supervisione Poetica: Maurizio Cristoforo Pini Testi scientifici: Beatrice Barsi