Come tartarughe in un mondo di lepri

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Massimo Ferrari Mariangela Anceschi

COME TARTARUGHE IN UN MONDO DI LEPRI





COME TARTARUGHE IN UN MONDO DI LEPRI Massimo Ferrari

Mariangela Anceschi

Immersi nel traffico delle nostre vite su strade che non portano così lontano come il tempo che consumano. Soffocati nella rapidità di uno scatto che anticipa il pensiero. Si brucia la magia quando un istante spedito è già archiviato in memoria. Le tartarughe potrebbero raccontare, delle strade, molto di più delle lepri. Come tartarughe rallentiamo e passeggiamo in quel tempo prezioso, per osservare e non solo guardare, scattare e aspettare, scrivere e imbucare. Apri la cassetta delle lettere. Massimo adora portare con sé almeno una macchina fotografica per osservare e non solo guardare, scattare e aspettare. Mariangela adora portare con sé almeno un foglio bianco per osservare e non solo guardare, scrivere e imbucare. Come tartarughe in un mondo di lepri.


Caro sig. Lepre, dovremmo incontrarci presto sul balcone di un vecchio albergo per meditare insieme sul crepuscolo e su tutte quelle cose oscure che ci circondano‌ Io aspetto sempre troppo a chiederti un momento o un posto tranquillo in cui fermarci insieme. E vorrei farti vedere che non è vero che correndo si arriva prima perchĂŠ mentre cammino cosĂŹ lentamente il tempo sembra non finire mai. E conosco a memoria tutte le vie che ci separano. Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, mi piacciono le partenze. Mi piace prendermi tempo per progettare il percorso, immaginare il tragitto, sognare con un certo trambusto il viaggio, quello che succederà. Poi con lentezza riscoprire. Da dove siamo partiti, a cosa siamo arrivati. Segnare prospettive. Mi piace rallentare il nastro e vivere con più succulenza il mio tempo. Andare alla ricerca di tesori moderni. Così ciò che c’è di buono non andrà perduto. Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, ti è mai successo di sentirti così? Chiuso in gabbia senza riuscire a vedere più in là del tuo naso. Quando ti senti imprigionato dentro i tuoi demoni cerca bene. Sì, proprio così. Invece di cercare chissà quali risposte e un cannocchiale per uscirne fuori, cerca il coraggio e il desiderio di avvicinarti alla tua gabbia per guardare tra le fessure. Dall’altra parte, proprio di fronte a te, c’è una finestra con un altro mondo in cui entrare. C’è sempre qualcosa o qualcuno per cui vale la pena uscire. Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, quando ero piccola mia nonna mi faceva ascoltare il mare dentro a una conchiglia. Era una di quelle conchiglie che trovi nei negozietti di souvenir. La mia nonna la custodiva nella vecchia vetrina dove conservava tutta un’altra serie di preziosità che mia madre le portava a casa da ogni nostro viaggio. Da allora mi piacciono le conchiglie, mi piace la parola ‘souvenir’ e mi piacciono i negozietti di souvenir. Anche quelli un po’ tristi da turisti, perché mi piace pensare che ci sia sempre qualcuno che entra a cercare un pensiero per chi è a casa, un ricordino, una dolce sciocchezza per te. Qualche anno più tardi ho imparato che le dolci sciocchezze si trovano anche sulla spiaggia, sassolini a forma di cuore, che mi ha insegnato a cercare mio padre in quelle lunghe camminate che riordinano i pensieri. Tieni sempre in borsa i colori, i sapori e le favole della tua infanzia. Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, ho pensato che tu saprai forse dirmi dove vanno a finire i ricordi. Se verso il cielo con il vento o lontano lontano… Nell’oceano, nel deserto, tra le nevi polari… Oppure no. Dentro a qualche scatola grigia dallo sguardo un po’ cattivo di quelli che si vedono in città mentre cammini. Quando poi io mi nascondo e mi siedo a un caffè per gustarmi fino all’ultimo granello di zucchero. Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, mi piacciono le mattine col sole grande e il cielo che esplode, che la scuola è aperta per venire a prenderti e scappare. Le mattine con la spensieratezza di una bicicletta rosa da parcheggiare. Avere il tempo di una giornata insieme per progettare il giro del mondo e poi ritornare. PerchÊ non mi credi quando ti dico che il giro del mondo in una giornata insieme si può fare? Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, tutti i cortei con le bandiere rosse mi colpiscono direttamente al cuore. E istintivamente vorrei seguirli. Entrare nel percorso, nella striscia che fluisce nelle strade della città, si arrampica nelle vie, si contorce e si ritorce su sé stessa riportandomi direttamente a ricordi nitidi che sembrano ieri, cari come un fratello. “Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, significa rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza”. Continuo a subire questo fascino, come se fosse sempre mio fratello a guidare il corteo. Insegui sempre i tuoi ideali. Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, abbiamo bisogno di poeti, di gente che cammina alla ricerca di conchiglie, di pescatori di stelle. Abbiamo bisogno di seminare fiori, riscoprirne i colori, assaporarne i profumi. Riuscire a prendersi cura. Credere in ciò che si fa. Darsi il tempo di aspettare. Raccontarci i nostri segreti e vederli crescere. Apri la finestra e appendi gabbie per raccogliere sogni. Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, mi sono chiesta quando troverai il mio negozio. Quello dove invece di arrivarci con la lista delle spesa ci arrivi con la lista dei desideri. Quella che scrivi verso sera il 31 dicembre e fuori fa freddo, guardi alla finestra e ancora non nevica. Scegli la penna rossa e ti senti ispirato. Appunti tre desideri come se niente fosse e per gli altri due ci metti il tempo del primo fiocco di neve. Metti tutto in busta per la mezzanotte, cerchi il cappotto, la sciarpa e i guanti e esci che la neve ha giĂ attaccato. Dimentichi sempre a casa i buoni propositi ma ti riempi le tasche di tutti i tuoi vorrei. Lasciare le impronte sulla neve dovrebbe aiutarti a trovarmi.

Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, si sta perdendo l’abitudine di aiutarsi. Che poi non è un’abitudine ma una sensibilità e non dovrebbe mai venir meno. Forse ci vorrebbero dei cartelli a ricordarcelo, dei cartelli nuovi al posto di quelli arrugginiti, stanchi di vietare sempre invece di invitare. Aiutami a ridisegnare i cartelli della città! Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, mi piacciono le persone fuori moda. Mi piace osservarle, cercarne i particolari e mi piace ancora di più quando si incontrano coppie fuori moda. Mi piace perché sembra che il tempo su di loro non abbia lo stesso impatto. Allora mi diverto a immaginare la loro vita strana, perché di certo avranno una vita strana! Provo a pensare a tutto quello che si potrebbe fare al di fuori dei circuiti consueti, dei locali più frequentati e dei percorsi consolidati per poterli incontrare. E così, grazie a loro, riesco a uscire dal tracciato. Non lasciarti sfuggire spunti per riempire la tua vita di storie.

Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, cammina cammina… All’improvviso scopri che dietro a una porta nascosta tra le foglie c’è il giardino segreto. Allora, trovato il tuo posto, apri lo zaino, stendi il panno colorato e sdraiati comodo. Ora sì, scarta il libro che ti ho regalato e vai a pagina 186: “Ci devono essere un monte di incantesimi al mondo […] ma le persone non li conoscono o non sanno come realizzarli. Forse basterebbe ripetere di continuo che alcune cose buone devono accadere fino al momento in cui non si riesce a farle accadere davvero”. Non smettere mai di credere alla magia. Esiste.

Sig.na Tartaruga



Caro sig. Lepre, per un istante ma solo per un istante ho creduto di vederti lontanissimo arrivare sulla mia strada con un fiore in tasca un garofano rosso il primo di maggio. Solo verso sera mi sono resa conto che se anche tutte le strade portano a Roma non tutte le strade portano qui. Sig.na Tartaruga




Cara sig.na Tartaruga, lo so. Lo so che viviamo in tempi in cui le nuvole sembrano più dense e nere. Lo so che starai pensando che non mi sono mai dato il tempo di fermarmi, cercare una cartolina anch’io per te. Una matita, una sedia, un tavolo, per scrivere. Una cassetta delle lettere, da quanto tempo non mi preoccupo di cercarla? Le tue cartoline mi sono arrivate tutte e le ho appese a un filo. Così il tempo non me le porta via. Ho scattato una foto ai miei pensieri e se corro così forte è perché spero ti raggiunga il più velocemente possibile. Ma, me lo hai insegnato tu, chi corre sempre, a volte, arriva troppo tardi. Per incontrarsi bisogna fermarsi! Allora io ti chiedo: Come si fa a convincere una lepre a non correre? Come si fa a cambiare così tanto? Come si fa ad essere diversi da ciò che si è e simili a ciò che si vorrebbe essere? A me piace pensare che, se siamo mezzo mondo dall’altra parte, l’unico modo per avvicinarci è continuare ad ascoltarci. Aspetto un’altra cartolina.

Sig. Lepre




“Metti insieme due persone che insieme non sono mai state; a volte il mondo cambia e a volte no. Può darsi che si schiantino e prendano fuoco, o che prendano fuoco e si schiantino. Ma a volte, invece, ne nasce qualcosa di nuovo, e allora il mondo cambiaâ€? Come una tartaruga, scrivi una cartolina alla tua lepre!


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