LA TEOSOFIA E’ UNA RELIGIONE?1 “La religione è l’armatura migliore che l’uomo possa avere; ma è anche il mantello peggiore”. (Bunyan). Non è esagerato dire che non ci fu mai, almeno in questo secolo, un movimento sociale o religioso più terribilmente, per non dire più assurdamente, incompreso e snaturato quanto la Teosofia, considerata teoricamente quale un codice di morale o, praticamente, nella sua espressione oggettiva, cioè la Società Teosofica. Anno dopo anno, giorno dopo giorno, i nostri dirigenti e i nostri membri si sono visti costretti a protestare energicamente con persone che parlavano della Teosofia come se fosse una “religione”, e della Società Teosofica come di una specie di chiesa a di organizzazione religiosa. Spesso, molto spesso, se ne parla come di "una nuova setta”. E’ questo un pregiudizio tenace, un errore, o entrambe le cose? Molto probabilmente è quest’ultima alternativa. Le persone più limitate e le più notoriamente malevoli hanno bisogno di un pretesto plausibile, di un “attacca panni”, per appendervi le loro osservazioni poco caritatevoli e le loro calunnie formulate con aria innocente. E all’occorrenza, quale migliore e più solido “attacca panni” di un sistema in “ismo”, o di una “setta?” La grande maggioranza sarebbe molto rammaricata di dovere ammettere che si è sbagliata, e che la Teosofia non è né una religione né una setta. Questi nomi a loro piacciano, e pretendono di ignorare che sono male applicati. Ma ve ne sono altri, più a meno simpatizzanti, che nutrono sinceramente lo stesso errore. E' a questi ultimi che noi diciamo: il mondo ha sicuramente già sofferto abbastanza per i funerali intellettuali chiamati credenze dogmatiche, perché noi gli infliggiamo ancora una nuova forma di fede. Troppe persone, come con molta ragione ha detto Shakespeare, portano invero la loro fede “come un cappello” che cambiano costantemente “ad ogni nuova moda”. Inoltre, la vera ragione d’essere della Società Teosofica fu, fin dall’inizio, una energica protesta e una guerra aperta contro tutti i dogmi e le credenze basate sulla fede cieca. Può sembrare strano e paradossale - ma è la pura verità - dire che fino ad oggi i più capaci lavoratori nel campo della Teosofia pratica, i membri più impegnati, furono reclutati nei ranghi degli agnostici e anche in quelli dei materialisti. Non si incontra mai nessun ricercatore autentico e sincero della verità fra i credenti ciechi della “Parola Divina”, anche se questa pretende venire da Allah, da Brahma o da Jehova, e sia contenuta nel Corano, nei Purâna o nella Bibbia; perché: “La fede non nasce dallo sforzo della ragione, bensì dalla sua inattività". Colui che crede nella sua religione per fede, considera una menzogna quella del suo simile e lo odia in virtù di questa stessa fede. D’altra parte, a meno che questa non incateni la nostra ragione e non accechi completamente tutte le nostre percezioni eccetto la nostra fede particolare, non possiamo parlare di fede, ma soltanto di una credenza temporanea, che, in un dato momento della nostra vita, ci rinserra nelle maglie dell’illusione. Come 1’ha giustamente definita Coleridge, “La fede senza principi non è che una espressione ingannevole che nasconde una ostinazione ottusa o un fanatismo sensuale”. Che cosa è dunque, allora, la Teosofia? E come la si può definire, se la si esamina sotto la forma che ha assunto alla fine del XIX secolo? La Teosofia, noi diciamo, non è una Religione. 1
Questo articolo di H.P. Blavatsky fu pubblicato per la prima volta nella rivista inglese Lucifer del maggio 1888.
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Esistono tuttavia, come ognuno sa, certe credenze filosofiche, religiose e scientifiche che, in questi ultimi anni, sono state così intimamente associate alla parola “Teosofia” che il pubblico, in generale, ha finito per prenderle per la Teosofia stessa. Inoltre ci si dirà che queste credenze sono state avanzate, spiegate e difese dai fondatori stessi della Società Teosofica, che, tuttavia, hanno dichiarato che la Teosofia non è una religione. Quale è allora la spiegazione di questa contraddizione apparente? Ci domandiamo come un certo insieme di credenze e di insegnamenti, una dottrina molto elaborata, può di fatto essere denominata “Teosofia” e tacitamente accettata come tale dai nove decimi dei membri della S.T., se la Teosofia non è una religione. Lo scopo del presente articolo è di rispondere a questa domanda. Per prima cosa, può essere utile spiegare che l’affermazione che la Teosofia non è una religione, non esclude in alcun modo il fatto seguente: “La Teosofia è la Religione” stessa, Una Religione, nel solo senso corretto e vero del termine, è un legame che unisce gli uomini fra loro, non un insieme particolare di dogmi e di credenze In sé, la Religione è ciò che lega non solo tutti gli Uomini, ma anche tutti gli Esseri e tutte le cose dell’Universo intero, in un grande unico tutto. Ecco la nostra definizione teosofica della Religione; mentre, ordinariamente, questa definizione cambia con ogni credenza e ogni paese, e non è identica nemmeno per due cristiani. Questa è detto da più di un autore eminente. Per esempio, Carlyle, in termini che esprimono in un modo profetico il sentimento diventato dominante nella nostra generazione attuale, definisce la religione protestante della sua epoca come essere “in gran parte, un sentimento prudente e saggio, basato sul semplice calcolo; una questione, come è di regola attualmente, di convenienza e di utilità; un mezzo per scambiare una piccola quantità di godimenti terrestri, contro una quantità più di gioie celesti. Così, anche la religione è una questione di profitto, di lavoro salariato; non si tratta di venerazione ma, volgarmente, di speranza e di timore.” A sua volta, Mme Stows, coscientemente a no, sembra avere avuto come modello il Cattolicesimo Romano più che il Protestantesimo, quando, parlando della sua eroina, disse : “Considerava la religione come un biglietto che porta l’esatto numero di indulgenze comprate e pagate e che si mette con cura da parte in un portafoglio, per presentarlo alla porta del cielo al fine di essere ammessi ad entrarci…" Ma i teosofi, i veri teosofi, voglio dire, che non accettano redenzione per mediazione né salvezza attraverso il sanguinoso sacrificio di un innocente, che non pensano affatto a “lavorare per salario” nella religione Una e Universale, questi teosofi non possono sottoscrivere interamente che una sola definizione delta religione, come fu data da Muller. Quanto reale e teosofica è la sua descrizione, quando dice: "…la vera religione è sempre dolce, propizia ed umile; non gioca al tiranno, non impianta la sua fede sul sangue, e non porta la distruzione sulle ruote del suo carro; ma si china per addolcire, soccorrere e rimediare, costruendo la sua grandezza sui beni di tutti." Ecco una definizione corretta di ciò che è - o dovrebbe essere - la vera Teosofia (fra le credenze, il Buddhismo è la sola che sia una filosofia basata sull’amore e sull’unione fra gli uomini, perché non è una religione dogmatica). A questo riguardo, poiché ogni vero teosofo ha come dovere e come compito di accettare e di praticare questi principi, si può dire che la Teosofia è la RELIGIONE, e la Società la sua Chiesa una e universale, il tempio della Saggezza di Salomone, tempio la cui edificazione fu proseguita “senza che si sentisse nessun rumore di martello, né di ascia, né di alcun utensile di ferro nell’edificio in 2
costruzione” (I, Re, VI); perché questo “tempio” non è fatto da mano d’uomo, né è costruito in un luogo della terra, ma si edifica, in verità, nel profondo santuario del cuore umano, dove regna solo l’anima risvegliata.2 La Teosofia non è dunque una religione, ma LA RELIGIONE stessa, il solo legame di unità cosi vasto e cosi universale nella sua portata, che nessun uomo, nessun punto nell’universo, dagli dei ai mortali e fino agli animali, fino al filo d’erba e all’atomo, può trovarsi al di fuori della sua luce. E' perciò che ogni organizzazione o ogni raggruppamento con questo nome, deve necessariamente essere una FRATELLANZA UNIVERSALE. Se fosse altrimenti, la Teosofia non sarebbe che un nome di più aggiunto a centinaia di altri nomi analoghi, tanto sonori quanto pretenziosi e vuoti di significato, Esaminata come una filosofia, la Teosofia, nella sua opera pratica, è 1’ alambicco degli alchimisti del Medio Evo, tramuta il metallo apparentemente vile di ogni credenza dogmatica (ivi compreso il cristianesimo), nell’oro della realtà e della verità, producendo così, veramente, una panacea universale per i mali dell’umanità. E' per questo che a coloro che sollecitano la loro ammissione nella Società Teosofica, non è mai chiesto quale sia la loro religione o quali siano le loro opinioni sulla divinità Questi punti di vista sono loro proprietà personale e non hanno niente a che vedere con la Società, poiché la Teosofia può essere praticata da un cristiano o da un pagano, da un ebreo o da un gentile, da un agnostico o da un materialista, o anche da un ateo, purché nessuno sia un bigotto fanatico, che si rifiuta di riconoscere come fratelli quelli che non si riuniscono alba sua religione o alla sua credenza particolare. Il Conte Leone N. Tolstoi non crede alla Bibbia, alla Chiesa o alla divinità di Cristo, e tuttavia nessun cristiano 1o supera nell’applicazione pratica dei principi che si dice furono predicati sul Monte degli Olivi, E questi principi sono quelli della Teosofia, non perché furono dati dal Cristo cristiano, ma perché esprimono l’etica universale, e furono predicati da Buddha e da Confucio, da Krishna e da tutti i grandi saggi, migliaia di anni prima che fosse scritto il Sermone della Montagna. Così, non appena cominciamo a vivere secondo tali principi, la Teosofia diventa veramente una panacea universale, perché medica le ferite inflitte all’anima sensibile di ogni uomo naturalmente religioso, dalle grossolane asperità delle sette in “ismo", Molti di questi uomini, brutalmente strappati allo stretto cerchio della credenza cieca a caduti, per la reazione impulsiva della delusione, nei ranghi dell’arida incredulità, hanno ritrovato un’aspirazione degna di speranza semplicemente entrando nella nostra Fratellanza, per quanto imperfetta essa sia. Se a questo ci si obbietta che molti membri eminenti hanno lasciato la Società, delusi dalla Teosofia come lo erano stati da altre associazioni, non saremo affatto imbarazzati a rispondere a tale obbiezione. Poiché, ad eccezione dl qualche caso eccezionale, risalendo ai primi tempi della S.T., quando alcuni membri si dimisero perché non si praticava il misticismo nell’organismo generale come loro lo intendevano, o perché i “capi mancavano di spiritualità” ed erano “anti-teosofici” e di conseguenza “infedeli alle regole”, la 2
Per inciso, le 700 mogli e le 300 concubine di Salomone non sono che le personificazioni degli attributi, dei sentimenti, delle passioni e dei diversi poteri occulti dell’uomo: i numeri cabalistici 7 e 3 lo indicano chiaramente. Inoltre, Salomone stesso non è che un emblema di Sol, l’Iniziato solare o il Cristo-Sole; una variante del “Vikarttana” indù (il Sole), privato dei suoi raggi dal Viswakarma, il suo Iniziatore Jerofante, che al momento dell’Iniziazione toglie al candidato Chrestos la sua aureola d’oro, e lo incorona con un’aureola scura, o nera.: la “corona di spine”. (Per una più ampia informazione vedere La Dottrina Segreta). Salomone non è mai. esistito. La sua vita e le sue opere, come sono descritte nei Re, sono un’allegoria delle prove e della gloria dell’Iniziazione 3
maggioranza, vede te, lasciò i ranghi perché la maggior parte erano tiepidi nel loro entusiasmo o imbevuti della loro opinioni personali; portavano in se stessi una chiesa a un dogma infallibile. Alcuni se ne andarono anche per pretesti veramente futili, dicendo, per esempio, che il "cristianesimo (sarebbe più giusto dire la bigotteria o il falso Cristianesimo) era trattato troppo duramente nelle nostre riviste”, come se avessimo trattato meglio, o difeso, le altre religioni dogmatiche. Così dunque, tutti quelli che lasciarono la Società hanno fatto bene, a non sono mai stati rimpianti. Inoltre, è giusto aggiungere che il numero di quelli che si sono dimessi non ë affatto paragonabile al numero di quelli che nella Teosofia hanno trovato una risposta alle loro speranze. Le sue dottrine, se sono seriamente studiate, stimolano le facoltà del ragionamento e svegliano l’uomo interiore nell’animale, e così mettono in azione tutti i poteri benefici fino ad allora latenti in noi e portano la percezione del vero e del reale, in opposizione al falso e all’irreale. Strappando con mano sicura lo spesso velo della lettera morta che ricopre tutte le antiche scritture sacre, la Teosofia scientifica, versata nel sottile simbolismo antico, rivela a colui che si fa beffe della saggezza della ere l’origine delle credenze e delle scienze del mondo. Schiude nuove visioni oltre agli antichi orizzonti delle credenze cristallizzate in un inerte dispotismo; e trasformando la fede cieca in una conoscenza ragionata, fondata sulle leggi della matematica (la sola scienza esatta), dimostra allo scettico, sotto aspetti più profondi e più filosofici, la realtà di ciò che aveva da molto tempo respinto come un racconto per bambini, rifiutato per la grossolanità della sua interpretazione letterale. Dona ad ogni uomo a ad ogni donna sinceri, appartenenti a qualsiasi classe della società, a qualsiasi grado dl cultura e di intelligenza, uno scopo chiaro e ben definito nella vita, un ideale verso il quale protendere. La Teosofia pratica non è una scienza unica, ma abbraccia tutte le scienze della vita, morale e fisica. Riassumendo, la si può considerare con ragione un ripetitore universale, un insegnante di una conoscenza e di una esperienza universali, di una erudizione che non solo aiuta gli allievi a superare con successo un esame destinato a prepararli sulla terra ad ogni compito morale e scientifico, ma li addestra anche per le vite future, a condizione che questi allievi studino l’universo e i suoi misteri in se stessi, invece di esaminarli attraverso le lenti della scienza ordinaria e della religioni ortodosse. Ma che nessun lettore interpreti falsamente ciò che precede. E' alla Teosofia stessa che si attribuisce una tale conoscenza universale, e non a qualche membro individuale della Società Teosofica, e neppure ad un Teosofo. Non bisogna confondere le due cose: La Teosofia a la Società Teosofica sono rispettivamente come il recipiente e l’olla podrida che esso contiene. La prima, in quanto Saggezza Divina ideale, è la perfezione stessa; l’altra, una povera cosa imperfetta, che si sforza di camminare nell’ombra terrestre della prima o che si accontenta anche solo di seguirla. Nessun uomo è perfetto; perché dunque sperare che un membro della S.T. sia una fenice di tutte le virtù umane? E perché l’intera organizzazione sarebbe criticata e biasimata per gli sbagli reali o immaginari di alcuni suoi membri, o anche del suoi capi? In quanto organismo concreto, la Società non è mai stata ab riparo da ogni rimprovero, né senza peccato, non più di alcuni dei suoi membri (errare humanun est). E’ dunque piuttosto su questi membri, molti del quali si rifiutano di essere guidati dalla Teosofia, che deve ricadere il biasimo. La Teosofia è l’anima del la sua Società; quest’ultima è solo Il corpo grossolano e imperfetto della prima. Così, invitiamo questi moderni Salomoni, che pretendono di sedere sul Seggio della Giustizia a di parlare di ciò che ignorano, d’informarsi di ciò che sono i teosofi e la Teosofia, prima di calunniarli e di considerare per ignoranza i teosofi come una "setta di impostori e di pazzi", e la Teosofia come un “guazzabuglio dl credenze insensate”. 4
Trascurando questo avvertimento, gli amici e i nemici della Teosofia ne parlano come se fosse una religione, quando non ne fanno una setta. Esaminiamo come queste credenze particolari, associate al nome della Teosofia, abbiano finito per identificarsi con essa, a come avviene che nessun dirigente della Società non abbia mai pensato di sconfessare queste dottrine, e che esse: ne facciano parte di diritto. Abbiamo detto che crediamo all’unità assoluta della natura. L’unità implica la possibilità, per un elemento di un certo piano, di venire a contatto di un altro elemento: che si trova su un altro piano, e che ne proviene. Questa è la nostra credenza. La “Dottrina Segreta”, che sta per essere pubblicata, mostrerà quali erano le idee universali dell’antichità riguardo agli Istruttori primitivi del primi uomini e delle tre prime razze. La genesi della Religione Saggezza, alla quale ogni Teosofo crede, risale a quell’epoca, Quella che si chiama "l'Occultismo", o piuttosto la Scienza Esoterica, deve la sua origine a questi esseri che, guidati dal Karma, si sono incarnati nella nostra umanità, facendo cosi risuonare la nota tonica della Scienza Segreta che innumerevoli generazioni di Adepti hanno da allora sviluppata nel corso delle ere, mentre verificavano le sue dottrine con l’osservazione e l’esperienza personali. L’insieme di questa conoscenza, che nessun uomo è capace di possedere nella sue interezza, costituisce ciò che noi chiamiamo adesso Teosofia o “Saggezza Divina”. Esseri di altri mondi più elevati possono possederla interamente; noi possiamo averne solo un frammento approssimativo. Così, l’unità di tutto nell’universo implica e giustifica la nostra credenza nell’esistenza di una conoscenza contemporaneamente scientifica, filosofica e religiosa, che prova la necessità e la realtà di un legame fra l’uomo e tutto ciò che esiste nell’universo, questa conoscenza diviene essenzialmente RELIGIONE e, considerata nella sua integrità e nella sua universalità, deve essere chiamata con il nome distintivo di “RELIGIONESAGGEZZA”. E’ da questa RELIGIONE-SAGGEZZA che sono nate tutte le diverse “Religioni”, chiamate così a torto, Religioni che hanno formato a loro volta ramificazioni e branche, come anche tutte 1e credenze minori, che avevano sempre la loro origine in qualche esperienza psicologica personale. Ognuna di queste Religioni o sette religiose, che le si consideri ortodosse o eretiche, sagge o insensate, è sgorgata all’origine, come un’acqua chiara e pura, della Sorgente-Madre. II fatto che siano state tutte contaminate da speculazioni, e anche da invenzioni umane dovute a moventi interessati, non impedisce loro di essere state, ai loro inizi, essenzialmente pure. Ci sono del le credenze - chiamiamole religioni - che sono state intaccate da elementi umani a un punto tale, che sono diventate irriconoscibili; altre cominciano appena a mostrare i primi segni di decadenza, ma nessuna è sfuggita all’opera del tempo. Tuttavia, sono tutte di origine divina, perché sono tutte di sorgente naturale e vera; si, certamente, il Madzéismo il Brahmanesimo, il Buddhismo, come anche il Cristianesimo. Sono i dogmi e l’elemento umano di quest’ultimo, che hanno condotto direttamente allo Spiritismo moderno. Naturalmente, si protesterà da una parte e dall’altra se diciamo che lo Spiritismo in sé, sbarazzato dalle sue speculazioni malsane che furono edificate sulle affermazioni di due bambine e del loro “Spiriti” pochissimo degni di fede, è non :dimeno molto più vero a molto più filosofico di tutti dogmi ecclesiastici Lo spiritismo “fatto carne” raccoglie ora il suo Karma, I suoi primi innovatori, le due bambine di Rochester, questa mecca debbo spiritismo moderno, sono cresciute, e sono diventate vecchie, dal tempo in cui, producendo i primi colpi battuti, aprirono completamente le porte che separavano la nostra sfera dall’altro mondo. E’ sulla loro testimonianza “innocente” che fu creato ed elaborato Il piano 5
complesso di un “Summerland” siderale, popolato di “Spiriti” astrali, attivi, sempre all’erta, e pronti a passare dal loro “Paese silenzioso” nel nostro mondo chiassoso e ciarliero. Ed ecco che i due Maometti femminili dello Spiritismo moderno hanno rinnegato le loro teorie, hanno tradito la “filosofia” che avevano creata, e sono passate al nemico. Adesso, esse denunciano lo spiritismo pratico come un’eterna ciarlataneria. Gli spiritisti, a parte un pugno di lodevoli eccezioni, si sono rallegrati e si sono uniti alla schiera dei nostri nemici e calunniatori quando questi, che non erano mai stati teosofi, ci tradirono e diabolicamente denunciarono i fondatori della Società come frodatori e impostori. Ebbene, Teosofi, vogliamo burlarci a nostra volta di loro, ora che i “rivelatori” primitivi dello Spiritismo sono diventati i suoi calunniatori? Questo mai, perché noi sappiamo che i fenomeni dello Spiritismo sono fatti reali, e la frode delle “piccole Fox” non fa che accrescere la nostra pietà per i medium in generale e conferma agli occhi del mondo che nessun medium è degno di fiducia, cosa che non smettiamo di dichiarare. Nessun vero Teosofo si farà beffe mai, e ancor meno si rallegrerà, della sconfitta di altri, fosse anche un avversario. E la ragione molto semplice, eccola: E’ che noi sappiamo che degli esseri di altri mondi più elevati, ispirano, ora come una volta, certi mortali eletti; benché questo fatto si produce molto più raramente ora che nel passato, dato che ad ogni nuova generazione civilizzata, l’umanità degenera sotto tutti i punti di vista. La Teosofia, a causa della levata in armi di tutti gli spiritisti di Europa e di America alle prime parole pronunciate contro l’idea che ogni intelligenza che comunica sia necessariamente lo spirito di qualche antico mortale della nostra terra, non ha ancora detto la sua ultima parola a riguardo dello spiritismo e degli “Spiriti”. Ma un giorno potrebbe farlo. In attesa, un’umile servitrice della Teosofia, la Redattrice della rivista “Lucifer”, afferma di nuovo la sua credenza in esseri più grandi, più saggi, più nobili di ogni Dio Personale, che stanno molto al di là di tutti gli “Spiriti” del morti, dei Santi o degli Angeli a che nondimeno accondiscendono, in tutte le epoche, ad adombrare occasionalmente qualche raro sensitivo, che spesso non ha alcun rapporto con la Chiesa, con lo Spiritismo o anche con la Teosofia. E poiché essa crede in alti e santi esseri spirituali, ne consegue che crede anche all’esistenza del loro opposti: gli “spiriti” inferiori, buoni, cattivi, o indifferenti. Ed è perciò che crede pure allo Spiritismo e ai suoi fenomeni, alcuni del quali le ripugnano così profondamente . Questo sia detto di sfuggita, a guisa di digressione, e al fine di mostrare che la Teosofia include lo Spiritismo - così come dovrebbe essere, non così com’è - fra le sue scienze, basate sulla conoscenza a sull’esperienza di innumerevoli ere. Non c’è una Religione degna di questo nome che non abbia avuto inizio in seguito a tali visite di Esseri provenienti dai piani superiori. E' così che nacquero tutte le religioni preistoriche, come pure quelle storiche: il Mazdèismo e il Brahmanesimo, il Buddhismo e il Cristianesimo, il Giudaesimo, lo Gnosticismo e il Maomettanesimo; insomma, tutti i movimenti in “ismo” che ebbero più o meno successo. Tutti sono veri nella boro essenza profonda; tutti sono falsi in superficie. Il Rivelatore, l’Artista che impresse un frammento della verità nel cervello del Veggente, era, in ogni caso particolare, un vero Artista che divulgò verità autentiche; ma d’altra parte, in ogni caso, lo strumento si rivelò non essere altro che un uomo. Invitate Rubinstein ad eseguire una suonata di Beethoven su di un piano non accordato, di cui la metà dei tasti sono bloccati e le corde ammollate, e vedete se, nonostante il genio dell'artista, riconoscerete la suonata. La morale della favola è che un uomo, fosse pure il più grande del medium o dei Veggenti naturali, è sempre un uomo; e che un uomo abbandonato ai suoi propri mezzi e supposizioni, non può che essere scordato in rapporto alla verità assoluta, anche se ne 6
spigola alcune briciole. Questo perché l’uomo non è che un angelo caduto, un dio nell’interno, me che possiede nella sua testa un cervello animale più soggetto alle influenze del freddo e dei fumi del vino quando, sulla terra, si trova in compagnia degli altri uomini, che non alla ricezione fedele delle rivelazioni divine. Da qui, gli svariati dogmi delle Chiese. Da qui, anche, le mille e una sedicenti “filosofie” (alcune contraddittorie, ivi comprese le teorie teosofiche); da qui, ancora, le diverse “Scienze” e sistemi, Spirituali, Mentali, Cristiani o Secolari; il settarismo e la bigotteria, e soprattutto, dai tempi medioevali, la vanità personale e la caparbietà ostinate di quasi ogni “Innovatore” Tutti hanno offuscato e nascosto l’esistenza stessa della SAGGEZZA che è la loro sorgente comune. I nostri critici s’immagineranno forse che noi escludiamo da questa nomenclatura gli insegnamenti teosofici. Niente affatto. E benché le dottrine esoteriche che la nostra Società ha esposto e continua a promulgare, non siano il risultato di impressioni mentali e spirituali provenienti da qualche “ignoto dell’alto”, bensì il frutto di insegnamenti che ci sono stati dati da uomini viventi, tuttavia, queste dottrine, ad eccezione di ciò che è stato dettato o scritto da questi stessi Maestri di Saggezza, possono essere, in molti casi, tanto incomplete o errate quanto potrebbero augurarselo i nostri nemici. La “Dottrina Segreta”, opera che rivela tutto ciò che può essere divulgato in questo secolo, è un tentativo che ha per scopo di esporre in parte il fondamento comune e l’origine identica di tutti i sistemi religiosi e filosofici, grandi e piccoli. E' apparso indispensabile sbarazzare di tutta queste massa compatta di pregiudizi e di false concezioni, il ceppo madre: a) di tutte le religioni mondiali, b) delle sette meno importanti e e) della Teosofia così come è presentata ora, per velata che sia le sua grande Verità da noi stessi e dalla nostra coscienza limitata. Lo strato di errore è spesso, quale che sia la mano che l’ha costruito; e poiché abbiamo tentato personalmente di levarne una parte, si è rimproverato questo tentativo a tutti gli altri autori teosofici e anche alla Società. Pochissimi dei nostri amici e lettori non hanno stigmatizzato i nostri sforzi tentati nel “Theosophist” e nel “Lucifer” allo scopo :di denunciare l’errore, come altrettanti “attacchi pochissimo caritatevoli contro il Cristianesimo”, come delle "polemiche poco teosofiche”, ecc. Tuttavia questo è necessario, anzi, indispensabile, se vogliamo far risorgere non fosse altro che delle verità approssimative. Noi dobbiamo dire le cose con freddezza, e siamo pronti a soffrirne, come di abitudine. E’ vano promettere di dare la verità, e poi lasciarla mescolata all’errore per mancanza di coraggio. Abbiamo provato a sufficienza che il risultato di una tale tattica sarebbe quello di contaminare la sorgente dei fatti. Dopo dodici anni d’incessante lavoro e di lotte costanti con nemici ai quattro angoli del globo, malgrado le nostre quattro riviste teosofiche mensili (il Theosophist, il Path, Lucifer e il Lotus francese), le nostre proteste moderate e scialbe in queste riviste, le nostre dichiarazioni timide, la nostra “tattica magistrale di inattività” e le nostre partite a rimpiattino nell’ombra della metafisica astrusa, sono riusciti solo a fare considerare seriamente la Teosofia come una SETTA religiosa. Per la centesima volta ci viene ripetuto “Che bene fa la Teosofia?” e: “Guardate dunque il bene che fanno le Chiese”. Nondimeno, a un fatto accertato che l’umanità non ha progredito di un passo in moralità e, da certi punti di vista, è al contrario diventata dieci volte peggiore che nell’era del Paganesimo. Inoltre, durante quest’ultimo mezzo secolo, da quando il Libero Pensiero e la Scienza hanno prevalso sulle Chiese, il Cristianesimo perde ogni anno più aderenti 7
appartenenti alle classi colte, di quanti proseliti faccia nei livelli inferiori, la feccia del Paganesimo. D’altra parte, la Teosofia ha salvato dal Materialismo e dalla cupa disperazione, e portato ad una credenza nel Sé divino dell’uomo - credenza basate sulla logica e sull’evidenza - come pure ad una credenza nell’immortalità dl questo Sé, più di un essere che la Chiesa aveva penduto per i suoi dogmi, per la sue fede imposta, e per la sua tirannia. E se è provato che la Teosofia salva un uomo su mille che la Chiesa perde, allora :la Teosofia non è un fattore per il bene infinitamente più importante di tutti i missionari messi insieme? La Teosofia, com’è stato ripetuto più volte per scritto e a voce dai suoi membri e dai suoi dirigenti, procede attraverso vie diametralmente opposte a quelle seguite dalla Chiesa; inoltre, la Teosofia respinge i metodi della Scienza, sapendo che i suoi metodi induttivi non possono condurre che ad un grossolano materialismo. E tuttavia, di fatto, la Teosofia pretende di essere contemporaneamente la “RELIGIONE” e la SCIENZA”, perché la Teosofia è l’essenza di entrambe. E’ per il bene e l’amore delle sue astrazioni divine - la Religione e la Scienza teosofiche - che la Teosofia ha accettato con pieno gradimento di fare la parte di spazzino dei rifiuti della Religione ortodossa e della Scienza moderna; come pure di Nemesi implacabile per quelli che hanno degradato le sue nobili verità per il loro fine e scopi personali e le hanno strappate l’una all’altra; mentre esse sono una, e debbono restare una. Quest’articolo si propone, fra gli altri, lo scopo di provare questa verità. Il Materialismo moderno insiste sul fatto che c’è un abisso insormontabile fra le due, affermando che il “conflitto fra la Religione a la Scienza” è finito con la disfatta della prima e il trionfo della seconda. Il Teosofo moderno si rifiuta, al contrario, di vedere un tale abisso fra le due. Se la Chiesa e la Scienza affermano ciascuna di cercare la verità e niente altro che la verità, o una della due si sbaglia e accetta l’errore per verità, o tutte e due sono nell’errore. Ogni altro ostacolo alla loro riconciliazione deve essere considerato come puro artificio. La verità è una, anche se la si cerca e la si persegue partendo da due estremità diverse, E’ per questo che la Teosofia pretende di riconciliare le due nemiche. Essa comincia col fare osservare che la vera Religione Cristiana, spirituale e primitiva, è, come le altre grandi filosofie più antiche che l’hanno preceduta, la luce della Verità, “la vita e la luce degli uomini”. Ma lo stesso è per la vera luce della Scienza. Così oscurata come è la prima ai nostri giorni dai dogmi, osservati con l’aiuto delle lenti annerite dalle superstizioni artificialmente create dalle Chiese, la luce della Religione non può penetrane affatto fino alla Scienza, e unirsi a questa luce sorella, setacciata com’è anche dalla fitta rete del paradossi e dei sofismi materialisti del secolo. I loro due insegnamenti sono incompatibili, e non si potranno riconciliare fino a quando la Filosofia religiosa e la Scienza della natura fisica ed esteriore (false per la filosofia), insisteranno entrambe sulla infallibilità del loro rispettivi “fuochi fatui”. Le due luci, i cui raggi penetrano la materia delle false deduzioni con una uguale lunghezza d’onda, non possono che spegnersi a vicenda, e procurane un’oscurità ancora più profonda. E tuttavia, religione e scienza possono riconciliarsi, a condizione che ciascuna ripulisca la propria dimora, l’una, dagli attributi umani accumulati attraverso le ere, l’altra, dall’escrescenza orrida del materialismo e dell’ateismo moderni, Ma siccome entrambe vi si rifiutano, il miglior partito da prendere, e il più meritorio, è di: fare quello che solo la Teosofia può e vuole fare, mostrare cioè agli uomini presi nella trappola dei due battitori - i due dragoni della favola, in verità, l’uno che divora l’intelligenza degli uomini, l’altro la loro anima - che questo preteso abisso non è che l'illusione ottica, una specie d’immenso
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baluardo protettore eretto del due nemici a guisa di fortificazione contro gli scambievoli attacchi. Così dunque, anche se la Teosofia si accontenta di insistere e di richiamare l’attenzione del mondo sul fatto che il sedicente disaccordo fra la religione e la scienza proviene, da una parte, dalla giusta rivolta dei materialisti intelligenti contro assurdi dogmi umani e, dall'altra parte, dall’atteggiamento del fanatici ciechi e degli uomini di chiesa interessati che usano uncini e artigli per salvaguardare il proprio bene - pane, burro e autorità - invece di difendere le anime umane, ebbene! anche allora, la Teosofia apparirà come il salvatore dell’umanità. Adesso abbiamo dimostrato, speriamo, ciò che è la vera Teosofia e ciò che sono i suoi aderenti. L’una è la Scienza divina, un codice di Etica così sublime che nessun teosofo vi si può conformare perfettamente; gli altri non sono che uomini, deboli ma sinceri. Perché allora giudicare la Teosofia per i difetti personali di uno dei suoi dirigenti o di uno dei suoi membri delle nostre 150 sezioni? Un uomo o una donna può lavorare per la Teosofia, al meglio delle sue capacità, e tuttavia può non giungere mai alla vetta della sua vocazione e della sua aspirazione. E’ la sua sventura, ma non è colpa della Teosofia, e nemmeno del suo organismo in generale. I suoi Fondatori non rivendicano altro merito che quello di aver messo in moto la ruota teosofica. Se li si vuole assolutamente giudicare, li si giudichi per il lavoro che hanno compiuto, e non per quello che degli amici pensano di loro o per quello che dei nemici possono dirne. Non c’è posto per delle personalità in un lavoro come il nostro, e tutti devono essere pronti, se è necessario - come lo sono i Fondatori - a lasciarsi schiacciare individualmente per il bene di tutti, per il carro di Jaggenath3. E’ solo nei giorni di un lontano Futuro, quando la morte avrà posato la sua fredda mano sugli infelici Fondatori e arrestato in tal modo la loro attività, che i loro rispettivi meriti e demeriti, le loro azioni buone e cattive e il loro lavoro teosofico, dovranno essere pesati nella Bilancia della Posterità. E' solo quando i due piatti con i loro rispettivi carichi saranno stati equilibrati, e quando la natura del bilancio complessivo sarà conosciuto da ciascuno in tutto il suo intrinseco valore, che si potrà determinare con qualche giustizia il carattere del verdetto dato. Al momento, eccettuato in India, i risultati sono troppo disseminati su tutta la terra, troppo limitati ad un pugno d’individui, perché li si possa giudicare facilmente. Per ora, questi risultati sono appena percettibili e ancor meno proclamati in mezzo al rumore e al clamore prodotti dai nostri innumerevoli nemici e dal loro sollecito imitatore, gli indifferenti. Tuttavia, davanti a questi risultati, per modesti che essi siano, se si rivelano benefici, fin da ora ogni uomo che ha a cuore il progresso morale dell’umanità, dovrà riconoscenza alla Teosofia per questi risultati. E, dato che la Teosofia è stata rivivificata e ripresentata al mondo per mezzo del suo indegno servitore, i “Fondatori”, se la loro opera è state utile, solo la Teosofia deve essere il loro difensore indipendentemente dallo stato attuale del loro conto segnato nei piccoli registri di cassa del Karma, dove si registrano le “considerazioni” sociali..
H.P. BLAVATSKY.
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Del “Signore dell’Universo” (dal sanscrito Jagat, universo e Nath signore) - N.d.T.
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