Rassegna stampa Douja d'Or - vol. 2

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Una città e una provincia da scoprire tutto l'anno ma che nella prima domenica di settembre accoglie i turisti con lo storico Palio, che anticipa di pochi giorni la Douja d'or “Signor Capitano vi dò licenza di correre il Palio dell’anno del Signore 2022. Andate e che San Secondo vi assista”. Sarà come sempre il primo cittadino, secondo la formula di tradizione, a dare via alla manifestazione più attesa nella città dell'Alfieri. Asti è il cuore del Piemonte secondo una duplice lettura: grafica e gastronomica La sua cucina è incardinata secondo canoni ben tracciati e da cui difficilmente si discosta: sapori netti, sostanziosi, ricchi pure nella loro marca di fabbrica popolare ovvero quelle di nonne, mamme e zie che per secoli hanno tramandato in via matriarcale le ricette di tajarin, agnolotti, arrosti, come pure i segreti per comporre ripieni, farce, istituire fritti misti e preparare la bagna caoda.

Settembre è il mese migliore per scoprire Asti: ecco 10 ristoranti in cui mangiare

di Jacopo Fontaneto

Gli agnolotti del plin Ricette, beninteso, portate nel mondo anche da grandi cuochi come Silvestro Cavallito che, originario di Cocconato d'Asti, fu il primo discepolo italiano di Auguste Escoffier. E magari implementate proprio da quel tartufo nero che si è prestato a far da protagonista (goloso e visivo) alla riuscita operazione di rilancio gastronomico e culturale che, con Oro Monferrato, ha riunito e unisce 47 Comuni dal Moncalvese alla Valle Versa, dando evidenza turistica ad un'area ricca di tracce storiche e culturali.

Nella provincia astesana, cibo e cucina formano una “teoria del tutto” di matrice classica su cui si innestano innovazioni contemporanee: accanto a capiscuola consolidati come Walter Ferretto (Il Cascinale Nuovo, Isola d'Asti), stanno ora emergendo giovanissimi di talento come Alessia Rolla di Cantina Nicola (siamo ancora a Cocconato), i cui solfeggi riescono a spingere al massimo dell'innovazione creativa (suo il delizioso raviolo che abbraccia pollo e gambero di fiume, oppure l'agnello con barbabietola e ciliege fermentate).

Il sud astigiano e Costigliole Altre cucine di territorio hanno scelto un'evoluzione più progressiva, dettata anche dalla trasmissione intergenerazionale (come per i fratelli Maurizio e Manuela Cornero alla Fioraia di Castello di Annone, ma gli esempi sono moltissimi): e altre ancora, come la trattoria Bandini di Portacomaro (il paese della famiglia di Papa Francesco) hanno semplicemente continuato a fare (bene) i piatti della tradizione, con un miglioramento continuo che li ha resi perfetti. Portate oggi da preservare come unicità preziose, che si stanno traducendo in un inconsapevole e potentissimo veicolo di marketing territoriale, in grado di attrarre frotte di viaggiatori del gusto dalle province vicine e dalla metropoli lombarda, soprattutto nel periodo autunnale e di vendemmia.

Anche la tradizionale corsa equestre trasmette il suo Dna al mondo della gastronomia, ispirando specialità nate lungo il corso dell'ultimo secolo: la prima, e

più nota, è la Torta del Palio, un dolce pan di Spagna inzuppato nel liquore e amaretto, poi ricoperto di gocce di cioccolato fondente. L'ha inventata Aldo Giordanino nel 1938. Ultimo in ordine di tempo è invece il vermouth di casa Perlino dedicato ai “Corsieri del Palio”, ispirato anche nell'etichetta alla forza nobile dei cavalli protagonisti della corsa. E' quest'anno al suo debutto, con una duplice versione in rosso e in bianco: nella prima prevalgono le intensità caratteriali di agrumi e spezie, nel secondo emerge un morbido sentore di tiglio.

La torta Palio d'Asti

Ma il legame tra palio, cibo e vino è antico come la sua storia: la prima notizia certa è del 1275, anno in cui gli astigiani decisero però di correrlo sotto le mura di Alba, devastando di proposito i vigneti della città nemica. Va altresì rimarcato che, a precedere la corsa, si tengono le “cene propiziatorie” in borghi e rioni, in occasione delle quali avviene la presentazione ufficiale dei fantini. Anche due premi del palio hanno carattere marcatamente alimentare: già nel Quattrocento veniva assegnato un gallo vivo (simbolo della libertà comunale, ma anche materia di base della finanziera astigiana, le cui origini si rintracciano proprio in quel periodo) come premio al secondo cavallo più veloce – ora è invece assegnato al quarto in ordine di arrivo. L'ordine dei premi si chiude, invece, con la consegna dell'acciuga (o 'inchioda', 'anchoa' nella forma dialettale; qui il richiamo gastronomico è alla bagna caoda) all'ultimo classificato: è il simbolo di un'economia povera e in passato veniva accompagnata anche dalle cipolle, come a voler provocare le lacrime dello sconfitto.

Il Palio di domenica 4 settembre apre un settembre gravido di eventi per la città: dal 9 al 18 è tempo di Douja d'Or, evento creato dalla Camera di Commercio che dal 1967 anima le vie della città (e non solo) tra wine tasting, masterclass e incontri che valicano i confini stretti del mondo del vino. Il prossimo fine settimana (10 e 11 settembre) i piatti della tradizione astigiana saranno invece protagonisti del Festival delle sagre, che trasformerà le strade del centro città in un goloso villaggio gastronomico. Settembre è quindi il mese ideale per scoprire Asti attraverso un racconto gastronomico che vede come protagonisti anche botteghe e ristoranti. Ne abbiamo selezionati dieci, e nel raggio di non più di dieci chilometri dalla città... per non stancare troppo i cavalli (compresi quelli del motore).

Asti, 10 luoghi di cibo da non perdere a settembre

I classici e le avanguardie Cavallo scosso

La tradizione fa il giro di campo secondo le regole. Poi il cavallo parte, accelera e taglia il traguardo da solo. Nome e filosofia del ristorante sono tagliate su misura per la cucina di Enrico Pivieri che, accanto ai grandi classici sempre richiesti (il vitello tonnato oppure i plin mantecati al fondo bruno burro d'alpeggio) sa mettere il turbo su una cucina di piglio ipermoderno. Si sondano quindi orizzonti più lontani: lomo di baccalà con latte di cocco, ma anche il cochinillo segoviano con salsa al berberè, spinacini. Pure visioni di futuro nel cuore della città medievale.

Gourmet Il Cascinale Nuovo

Il 'millefoglie di lingua di vitello e foie gras con gelatina di Porto' di Walter Ferretto continua a fare la storia. E oggi il suo Cascinale Nuovo (a Isola d'Asti, una manciata di chilometri fuori città) resta una meta sicura, tra piatti perfetti che colorano l'evoluzione della cucina di queste terre. Ormai sono i “nuovi classici”: tra i numerosi esempi, i tajarin al ragù di piccione alla cacciatora e finferli o finanziera con porcini e vitello dorato. In

sala c'è il fratello Roberto, cui si deve il buon governo dell'imponente cantina.

Non solo Piemonte Cavolo a merenda

Un po' astigiano, un po' mediterraneo. La famiglia Morra, che lo gestisce, non arriva dalla vicina terra di Langa, ma è di origine salernitana: così, al rigore di agnolotti e tajarin (da provare quelli al ragù di ossobuco) si affianca con garbo un vivace tonno scottato con burrata e scarola. Dolci di cioccolato per chiudere. Il locale è in pieno centro città.

La bottega

Borgo Galeottaaffinatorifulacomune

passione per il mondo dei formaggi: Barbara e Lorenzo Borgo si sono conosciuti qualche anno fa in una fiera casearia in Francia e da lì è nato tutto. Ovvero un progetto di vita e lavoro che li ha portati ad avviare una cantina di affinamento dove portano a maturazione (in proprio) i formaggi di un quindicina di alpeggi che, dal Piemonte, si spingono fino in Lombardia e Veneto. Al negozio di Asti si affianca una seconda struttura (In stalla Borgo affinatori) con pizzola ristorazione a Castello di

Annone. Tra i punti di forza ci sono il Bettelmatt del Toggia, il Murianengo e robiole a latte crudo misurate in vari tempi di stagionatura.

La tradizione

LaBandini“prova

provata” di come la resistenza della tradizione può essere garanzia di futuro. Bandini (a Portacomaro) è il classico ristorante che ha affrontato il tempo preservando i grandi classici, senza fare voli pindarici ma continuando con una cucina del “buono e ben curato” nel segno della semplicità. Nella cucina di Massimo Rivetti impera la tradizione: la ricotta con crema di peperoni, gli agnolotti gobbi al sugo d'arrosto (imperativa la prova), la tartare. Antonello Bera sovrintende la sala, provvedendo alle adeguate riforniture dalla cantina.

Tra Asti e la Liguria Osteria del Diavolo

Un incontro gioioso e colorato tra la cucina astigiana e quella ligure: ne nascono piatti ipercurati (anche nella presentazione) e accostamenti interessanti come quello tra la battuta di Razza Piemontese e il baccalà brandacujun; visivo e d'impatto il piatto che affianca i plin alle tre carni e il midollo di manzo nell'osso gratinato. Anche i tajarin abbracciano terra e mare con branzino, Seirass e scorze di limone. A guidare una Italia

brigata affiatata è lo chef Enrico Trova, già con un importante curriculum di cucina fra Monferrato, Umbria e gli Stati Uniti. Ampia scelta di grappe per il dopo-cena.

A tutto tartufo

TradizioneCampanaròastesana

a tutto tondo, e un intero menu concepito per esaltare il tartufo nero (con la carne cruda, l'uovo in cocotte o i canonici tagliolini, ad esempio). Susanna Bagnasco e la famiglia Moiso portano avanti una cucina di memoria, sensibile ai principi della filiera corta: una lunga litania di antipasti, poi una scelta tra agnolotti gobbi o ravioli di borragine. Tra i secondi, lo stracotto all'Arneis. Ci sono innovazioni opportunamente misurate, come il vitello tonnato senza maionese o il tiramisù allo zabaione.

La macelleria

DevisCaffa

Caffa non voleva fare il macellaio. Per fortuna ha cambiato idea e, riposto con cura il diploma da disegnatore meccanico, ha deciso di seguire le orme del padre tra cosce e mezzene in questa bottega che oggi vale la visita. C'è tutto il buono di un “basso Piemonte fatto di carne”: bue grasso, coniglio grigio di Carmagnola, cappone di Morozzo e agnello sambucano. Anche con le specialità già pronte da portar via e cuocere a casa.

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Bohémienne

La UnFioraiaristorante storico che, dopo aver preso in prestito il nome dalla Mimì della Bohéme pucciniana, ha percorso buona parte del Novecento: gli ultimi cinquant'anni hanno visto avvicendarsi al timone della cucina due generazioni della famiglia Cornero, oggi presidiata dai fratelli Maurizio e Manuela. Il menu è una transizione fra passato e presente: ecco la tartare di Fassona con l'acciuga del Cantabrico o la terrina di foie gras con gelatina al passito, composta di mele e pan brioche. Classici e sempre richiesti i tagliolini '30 tuorli' con porcini spadellati.

La pasticceria LeGiordaninooriginidella pasticceria sono davvero antiche: aperta nell'Ottocento, si trasferisce nel 1912 in corso Alfieri, dove si trova tutt'ora. È un piccolo gioiello di gola dolce declinato in stile liberty. Giuseppe e Aldo Giordanino, i fondatori, furono padri di ricette destinate a fare storia, come la Torta del Palio. La tradizione oggi è portata avanti dalla famiglia Maggiora, che dopo aver acquisito l'attività vi ha affiancato altre produzioni di successo

Tutti i diritti

come gli Afierini - ovvero le praline con l’effige di Vittorio Alfieri - o la torta Cabiria (cioccolato fondente, mandorle).

Tutti i diritti riservati Italia Web Grand Public settembre 2022 - 07:40

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Programma Palio Di Asti 2022, tutti gli appuntamenti da giovedì 1 a domenica 4 settembre 2022

Redazione26 agosto 2022 15:44

Dopo due edizioni di stop forzato, torna il Palio di Asti che da sempre unisce la città e i borghi circostanti e raccoglie migliaia di turisti, appassionati e curiosi che arrivano ad Asti per vivere un weekend di storia e tradizione. Il Palio di domenica 4 settembre darà ufficialmente il via al tradizionale Settembre Astigiano che comprende eventi come la Douja d’Or (dal 9 al 18 settembre), il Festival delle Sagre (9 e 10 settembre), Wine Street Tasting (16 e 17 settembre), Arti e Mercanti (24 e 25 settembre) e il Mercatino dell’Antiquariato (25 settembre).

"Domenica 4 settembre la nostra più antica tradizione torna finalmente a rinnovarsi –dichiara Maurizio Rasero, sindaco della città di Asti -. Sono certo che questa edizione 'della ripartenza' sarà ancora più coinvolgente e memorabile". Il Capitano del Palio, Michele Gandolfo esprime la sua emozione per questo Palio 2022: "Due anni lunghissimi ci hanno privato della nostra manifestazione, ma ormai ci siamo! Per me e per il mio gruppo è giunta l’ora di riprendere i cavalli e prepararci alla sfilata e al momento più solenne ed emozionachiedere nte per il Capitano: licenza al sindaco di correre il Palio e poi via per il giro al galoppo sospinto da tutta la piazza e da tutte quelle persone che vivono di Palio 365 giorni l’anno! Andiamo e che San Secondo ci assista! Sul podio controllerò che tutta si svolga nel rispetto del regolamento e poi che vinca il migliore! E che sia il miglior Palio che abbiamo mai potuto vivere!”.

Festa, colori, cultura e gastronomia: la giornata del Palio è solo il culmine di una quattro giorni ricca di appuntamenti diffusi in tutta la città.

I giorni del palio: gli eventi in programma

Il Palio di Asti 2022 inizia giovedì 1° settembre con la presentazione pubblica dei 21 fantini e con l’estrazione a sorte delle batterie. Da giovedì a sabato, in Piazza San Secondo, torna il tradizionale e variopinto mercatino del Palio con la presenza delle bancarelle di tutti i comitati dei Borghi, Rioni e Comuni partecipanti. Sono in programma venerdì e sabato sera le cene propiziatorie con le loro lunghissime tavolate collocate nelle vie e nelle piazze della città e dei dintorni, pronte ad offrire piatti della tradizione piemontese e menù che ripropongono ricette e sapori medievali. Il sabato è il giorno del

corteo dei bambini con 1000 piccoli figuranti, dai 5 ai 15 anni in costume medievale e delle prove in pista dei cavalli e fantini.

Gli eventi di domenica 4 settembre La domenica del Palio immancabili, come da tradizione, la cerimonia della benedizione del cavallo e del fantino, l’esibizione degli sbandieratori dell’A.S.T.A e l’affascinante corteo storico del Palio, il più grande d’Italia, con 1.200 figuranti, realizzata con filologia storica e dovizia di particolari. I costumi, fedeli riproduzioni d’epoca, sono opera di sartorie teatrali e si ispirano a dipinti e affreschi di età medievale. La sfilata è il frutto di un lavoro minuzioso e certosino per trovare tessuti, fogge e accessori, acconciature e attrezzature storicamente coerenti.

Alle 16, in Piazza Alfieri, Il Capitano del Palio chiede al Sindaco “Licenza di correre il Palio” e il Sindaco la concede rispondendo “Signor Capitano vi dò licenza di correre il Palio dell’anno del Signore 2022. Andate e che San Secondo vi assista!”. A seguire il Mossiere, dà il via alla prima delle tre batterie, ciascuna da sette cavalli, montati “a pelo” (senza sella). I primi tre classificati di ogni batteria accedono alla finale. Alle 18 si corre la finale a nove e l’assegnazione del Palio.

Quest’anno il celebre “Drappo”, simbolo di appartenenza alla città dal valore inestimabile che lega presente, passato e futuro, è opera del pittore astigiano Silvio Volpato. Il drappo è una tradizione lunga secoli che, nonostante il passare del tempo, conserva intatta la magia della storia e tramanda un senso di comunità unico, capace di affascinare e tenere unita una città.

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