Brochure Wagner e Verdi - Fondazione Uriele

Page 1

1813 Wagner E Verdi 1913 Britten

25 ottobre 2013


Richard Wagner

Richard Wagner (Lipsia, 22 maggio 1813 – Venezia, 13 febbraio 1883) è stato un compositore, librettista, direttore d’orchestra e saggista ed è riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca, nonché del romanticismo. Wagner è principalmente noto per la riforma del teatro musicale. Diversamente dalla maggioranza degli

altri compositori di opera lirica egli scrisse sempre da sé i libretti e le sceneggiature per i suoi lavori. Le composizioni di Wagner, in particolare quelle del suo ultimo periodo, sono rilevanti per la loro tessitura contrappuntistica, il ricco cromatismo, le armonie, l’orchestrazione e per l’uso della tecnica del leitmotiv: temi musicali ripetuti associati a persone, luoghi o sentimenti. Wagner inoltre fu il principale precursore del linguaggio musicale cosciente ed egli stesso ebbe ad affermare: “Non computiamo troppo bassamente la forza della riflessione; l’opera d’arte creata incoscientemente appartiene a periodi remoti dal nostro. L’opera d’arte in periodi d’alta cultura non può essere altro che un’opera consapevole”. Egli trasformò il pensiero musicale attraverso la sua idea di Gesamtkunstwerk (opera totale), sintesi delle arti poetiche, visuali, musicali e drammatiche. Questo concetto trova la sua realizzazione finale nel Festspielhaus di Bayreuth, il teatro fatto da lui costruire appositamente per la rappresentazione dei suoi drammi, dove tuttora in agosto si svolge il

Festival di Bayreuth, dedicato completamente al compositore di Lipsia. La sua arte rivoluzionaria, su cui sono presenti, dal punto di vista dei libretti, influenze della tradizione della mitologia norrena, germanica e dei poemi cavallereschi, nonché quelle della filosofia di Arthur Schopenhauer e delle opere di Shakespeare, e dal punto di vista musicale influssi dell’intera storia della musica classica, primo fra tutti quello di Beethoven, scatenò reazioni contrastanti nel mondo artistico. Ma possiamo dire per certo che l’anima musicale wagneriana proviene da una sfera europea preesistente agli stati nazionali, che ha saputo nella sua trilogia di Wort-TonDrama indissolubilmente intrecciata, salire la scala dell’ispirazione artistica dal “Olandese volante” al “Tristano ed Isolde” sino all’opera utima del “Parsifal”, sintesi del più alto anelito dell’umanità alla redenzione cristiana universale. Come afferma Thomas Mann nel suo saggio Dolore e grandezza di Richard Wagner: “Wagner può essere invocato soltanto da ogni volontà che si rivolga verso l’avvenire”.

i tempi. Nella sua storia e nella sua opera si può a ragione parlare di un rilevante riflesso dell’una nell’altra tipico delle personalità destinate a lasciare tracce rivoluzionarie nella storia dell’umanità. Verdi ebbe una lunga esistenza e guardandola all’interno della vita musicale egli nacque nell’epoca di Beethoven e di Rossini, visse contemporaneo di Wagner e morì nella nuova era di Richard Strauss, Gustav Mahler e Giacomo Puccini, mentre il giovane Schönberg già meditava sulla sua alba musicale. Verdi musicò 28 opere, dal giovanile “Oberto, conte di San Bonifacio” al “Falstaff” dei suoi ulimi anni, dal carattere spiccatissimo che sorprenderà ancora una volta il mondo musicale. Dotato di una magistrale padronanza dei mezzi tecnici e drammatici dona all’umanità arie come il “Va pensiero” del Nabucco, i meravigliosi intrecci contrappuntistici del “Ballo in maschera” e i drammi di grande formato

come “Aida”, “Don Carlos” e “Otello”. La sua instancabile prodigiosa attività artistica furono sempre unite ad una personalità che sapeva essere anche concreta, semplice e aperta alle domande sociali. Come persona afferra lo spirito del tempo e come musicista vuole suscitare azioni. Ispirato dai tre sommi Omero, Dante e Shakespeare, studia profondamente sia il mondo dell’antico, della suggestione biblica e fede religiosa (Nabucco, Aida) che quello moderno della lotta nei contrasti interiori umani (Traviata, Un ballo in maschera, Otello). La sua vita si è svolta per potenza e grandezza parallela a quella di Wagner. In entrambi si trova un atletismo creativo instancabile, luci ispiratrici e radici interiori provenienti da due mondi diversi che, come volle dimostrare il dirigente Arturo Toscanini, proprio per questo sono destinati a convivere l’uno con l’altro e risvegliare l’umanità intera.

Giuseppe Verdi

Giuseppe Verdi (Roncole Verdi, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901). È considerato uno dei più celebri compositori italiani di tutti


Benjamin Britten

Benjamin Britten (Lowestoft, 22 novembre 1913 – Aldeburgh, 4 dicembre 1976) nasce in una famiglia di musicisti amatoriali e inizia a comporre musica già all’età di cinque anni. Viene scoperto giovanissimo dalla fucina sperimentale di Franz Bridge, interessato agli stili di Bartòk e Schöenberg. Britten rappresenta nella sua carriera il profilo del musicista proiettato verso la modernizzazione e la mescolanza di stili provenienti da diversi paesi. Fondamentali nella sua vita furono le collaborazioni con il poeta W. H. Auden e la profonda affinità elettiva con il tenore Peter

Pears. Uno dei suoi primi lavori dopo la frequentazione del Royal College of Music per studiare pianoforte e composizione, fu la “Simple Symphony” per archi dallo spirito giocoso che è però anche serio omaggio ad Henry Purcell al quale Britten guarda con ammirazione, la variazione corale “A Boy was Born” del 1934 e la musica per il film documentario “Night Mail” del 1936 con il commento di Auden. Di mentalità libera, cosmopolita e con una tecnica impeccabile che gli permette di trattare le forme musicali con freschezza, Britten compì un percorso di ricerca sulle musicalità occidentali e orientali creando composizioni come il balletto “The Prince of the Pagodas” del 1957 e la serie di “Parables for Church Performance” tra il ‘64 e il ’68 ove si ritrova l’eco della musica di Bali e del Giappone conosciute in occasione del suo viaggio con Pears nel 1957. Ammiratore di Stravinsky, Berg, Mahler, affermato pianista oltre che dirigente, nel 1939 sempre insieme al tenore Pears si stabilisce in America, incontra la visione politica, pacifista in linea con la sua posizione di obiettore di coscienza. Al ritorno in Inghilterra completa l’opera corale “Inno a Santa Cecilia” e scrive la sua opera più nota, il “Peter Grimes” del 1945. Britten si ritira ora ad Aldeburgh dove fonda la English Opera Group nel 1947.

Il musicista ha visioni poetiche che stridono nell’inquietudine del suo Secolo e irrompe con le sue armonie tese e spesso dissonanti. Tra le sue opere maggiori ci lascia la “Young Person’s Guide to the Orchestra” del 1946 che termina con una brillante fuga, il “War Requiem” scritto per la cerimonia di riapertura della Cattedrale di Conentry nel 1962 con Dietrich Fischer – Dieskau, Peter Pears e Galina Višnevskaja come solisti; un Requiem definito “inquietante” e “capolavoro”, e la “Cantata Misericordium” per il centenario della Croce Rossa con il testo in latino che descrive la parabola del buon samaritano. Britten, dalla mano compositrice raffinata e brillante ci lascia una creazione testamentaria composta nell’ultima fase della sua vita, quando è già affaticato per un cuore malato che culminerà con il fatale attacco cardiaco del 1976: l’Opera “Death in Venice” in memoria di Thomas Mann con Pears nel ruolo di Aschenbach rappresentata ad Aldebrugh nel 1973 e portata per la prima volta in Italia il 20 novembre 1973 al Teatro La Fenice di Venezia (due anni dopo l’uscita del film omonimo diretto da Luchino Visconti). Era il testamento di Britten: il ruolo della bellezza intesa come valore etico e lo struggimento e l’inquietudine umane che solo l’arte può contenere.

Festeggiamenti Verdi/Wagner/Britten Proposta programma musicale per 25 ottobre 2013 Inizio: Simposio 18.00 – Concerto 20.00 Aula Magna del Conservatorio della Svizzera italiana Orchestra Giovanile della Svizzera italiana Anna Modesti, direttrice Benjamin Britten Simple Symphony, Op. 4, per orchestra d’archi

Giuseppe Verdi Trascrizioni per pianoforte e orchestra d’archi Richard Wagner Wesendonck-Lieder per soprano e orchestra Eeva Hartemaa, soprano

Giuseppe Verdi Ave Maria per soprano e orchestra Eeva Hartemaa, soprano


Un Concerto per celebrare i Giubilei Cari partecipanti: ci troviamo in un anno molto interessante per la storia della musica. Abbiamo l’occasione di dedicare le nostre attenzioni a tre personalità tanto diverse quanto rilevanti: Richard Wagner nasce il 22 maggio 1813 in Germania e dopo 5 mesi, il 10 ottobre in Italia, entra nella vita Giuseppe Verdi. Benjamin Britten nasce in Inghilterra il 22 novembre 1913, 12 anni dopo la morte di Verdi. Quest’anno festeggiamo i duecento anni dalla nascita per i primi due e i cento per il terzo. Strana comunità per questo evento: i due colossi coetanei di nascita, gemelli nella potenza creativa, opposti nelle radici ispirative e Britten, il musicista che ha sciolto le inquietudini del suo Secolo nella sensibile ricerca di nuove percezioni sonore. Siamo grati alle importanti Istituzioni che hanno aderito all’iniziativa di preparare per la giornata del 25 ottobre 2013 un Simposio e un Concerto nella città di Lugano che va ad aggiungersi alle proposte artistiche del 2013 concepite dai paesi di tutto il mondo con una varietà e competenza musicale davvero imponenti. Il Conservatorio della Svizzera Italiana, La Fonoteca Nazionale Svizzera, L’Associazione Richard Wagner di Milano, la Fondazione Uriele e l’Associazione Mazzantini e Associati di Lugano propongono al pubblico un programma prezioso che vede impegnate le

forze musicali giovanili con le conoscenze musicali mature in un colloquio artistico che è in se una “prima assoluta” per la città. La professoressa Anna Modesti seguirà la

sua “Orchestra d’Archi giovanile” composta da ragazzi tra gli undici e i diciotto anni che oggi risulta essere la punta di diamante del Conservatorio; i ragazzi hanno suonato a memoria e senza direttore brani di Mozart e Dvorak nell’estate dello scorso anno, lasciando sbalordita la giuria e meritando il prestigioso premio “Summa Cum Laude” al concorso internazionale di Vienna. Per il giubileo Wagner-VerdiBritten si prepareranno musicalmente in un percorso didattico che vada ad arricchire le loro capacità esegutive. In occasione del concerto saranno sostenuti per la parte dedicata a Wagner dalla soprano Eeva Hartemaa che ha appena vinto il primo premio al concorso nazionale finlandese e canterà nell’opera nazionale finlandese nel mese di marzo come Contessa Almaviva nelle Nozze di Figaro di W.A.Mozart.


Anna Modesti Anna Modesti insegna violino e musica d’insieme presso la Scuola di Musica del Conservatorio della Svizzera Italiana, e didattica del violino presso la sede professionale della stessa Istituzione. In questa sede è stata promotrice di un progetto per la crescita delle classi di strumento ad arco che ormai coinvolge più di duecentocinquanta giovani strumentisti e che ha portato alla nascita di quattro orchestre a quattro differenti livelli. Dal 2003 al 2005 è stata membro del comitato direttivo dell’associazione E.S.T.A. Italia. Dal 2005 svolge attività di ricerca nell’ambito della didattica per violino.

Orchestra d‘Archi giovanile della Svizzera italiana L’Orchestra d‘Archi giovanile della Svizzera italiana é il culmine di un vasto progetto promosso all’interno della Scuola di Musica del Conservatorio della Svizzera Italiana, che attialmente coinvolge più di 250 tra bambini e ragazzi, organizzati in quattro orchestre di 4 livelli differenti. Attualmente é composta da circa 50 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni. Dalla sua fondazione e ha tenuto numerosi concerti in Svizzera (Basilea, Winterthur, Lugano, Bellinzona, Locarno) e all’estero (Chicago, Ann Arbor, Aberdeen, Roma, Bologna, Cremona, Genova, Trento, Verona, Trieste). Ha vinto il 1° premio “With Outstanding Success” nell’ambito del concorso internazionale “Summa cum Laude” che si é tenuto a Vienna presso il Musikverien.

Eeva Hartemaa Eeva Hartemaa è nata a Turku, Finlandia, studia dall’agosto 2009 con la maestra Luisa Castellani nel Conservatorio della Svizzera Italiana. Ha studiato prima con la maestra AnuKaal nell’Accademia Estone di Musica e Teatro e partecipato ai corsi con i maestri Leopold Spitzer, Gloria Fabuel, Raina Kabaivanska, Ernesto Palacio, Eva Märtson e Airi Tokola. Come corista ha cantato nei cori più prominenti finlandesi e estoni (Chorus Catherdralis Aboensis, Savonlinna Opera Festival Choir, Voces Musicales) e lavorato con direttori come Neeme Järvi, Esa-Pekka Salonen, Anu Tali, Stefan Soltesz e Leif Segerstam. Come solista ha debuttato nel ruolo di Serpetta nell’opera „La Finta Giardiniera“ di W.A.Mozart sul palco dell’Opera Nazionale d’Estonia nel maggio 2009. Nella primavera 2011 è ricomparsa nel ruolo di Musetta nell’opera „La Bohème“ di G.Puccini. Nel 2012 vince il primo premio al concorso nazionale finlandese e canterà nell’opera nazionale finlandese nel mese di marzo 2013 come Contessa Almaviva nelle Nozze di Figaro di W.A.Mozart.


un Simposio per celebrare i Giubilei Al Simposio sono invitati personalità competenti tutte legate concretamente sia alle Istituzioni rappresentate che al mondo della musica. Il filo rosso della conversazione saranno i pezzi scelti per il Concerto affinché avvenga uno scambio di esperienze tra i ragazzi dell’orchestra e il pubblico stesso.

Christoph Brenner Christoph Brenner, diplomatosi in violino (con Françoise Zِöldy-Pfister) e in viola (con Christoph Schiller), si è perfezionato in viola sempre con Christoph Schiller alla MusikAkademie di Basilea, ottenendo il Diploma di concertista, e con Piero Farulli alla Scuola di Musica di Fiesole. Ha seguito diverse Masterclass, tra cui con Bruno Giuranna e Hatto Beyerle. A livello cameristico è stato fondamentale l’insegnamento di Walter Levin. Parallelamente si è dedicato agli studi universitari laureandosi all’Università di Basilea in Storia universale (con Markus Mattmüller) e Filologia italiana, ottenendo inoltre l’attestato scientifico come docente di Scuola media superiore. Nel Conservatorio della Svizzera italiana è direttore generale dal 1999. Per quasi 10 anni è stato membro della Commissione artistica del Concorso svizzero di musica per la gioventù, incarico che ha lasciato nel 2009. Nel marzo 2010 è stato nominato Presidente della Conferenza dei Direttori delle Scuole universitarie di musica svizzere.

Pio Pellizzari Pio Pellizzari, Direttore della Fonoteca Nazionale Svizzera Musicologo, studi a Friborgo e Lione. Assistente poi ricercatore e bibliotecario scientifico di Musicologia presso l’Università di Friborgo ed insegnante al liceo (musica). Da luglio 1998 Direttore della Fonoteca Nazionale Svizzera. Vice-Presidente del Board e presidente del Training and Education Committee della IASA (International Association of Sound and Audiovisual Archives).


Massimo Zicari Massimo Zicari (1968) riveste il ruolo di Deputy Head (Responsabile Delegato) e al contempo svolge attività di ricerca presso la Divisione Ricerca e Sviluppo, del Conservatorio della Svizzera italiana di Lugano. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni per grandi case editrici e riviste specializzate tra cui: il saggio Drammaturgia verista in Ruggero Leoncavallo, in “Musica e Storia” ed il volume Un’immagine musicale del Ticino, (Carlo Piccardi, Massimo Zicari) Giampiero Casagrande Editore, la biografia di Giacomo Puccini per Musica, (Millennium House, Sydney. Ha al suo attivo alcuni contributi critici per “Il Saggiatore Musicale”. Si è occupato della ricezione del fenomeno e del costume operistico a Londra alla fine del XIX secolo, pubblicando un importante studio dal titolo The Land of Song. All’attività di ricerca abbina quella didattica: insegna Storia della Musica presso il Conservatorio della Svizzera italiana, Scuola Universitaria di Musica, Lugano e tiene regolarmente corsi di argomento musicale per l’Università Popolare del Cantone Ticino.

Guido Salvetti Guido Salvetti, pianista e musicologo, è nato a Varese il 7 ottobre 1940. Laureato in Lettere e in Filosofia presso l’Università degli studi di Milano. si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Milano e in Composizione. Ha insegnato “Lettere e storia” e “Filosofia e storia” presso i Licei. È stato docente di Pianoforte principale e di Storia della Musica presso il Liceo Musicale di Varese. Dal 1976 al 2004, è stato docente di Storia della musica presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano. Nel 2000 docente all’Ecole Normale Supérieure di Parigi per il corso DEA Musique Histoire Société. Dal 1996 al 2004 è stato Direttore del Conservatorio di Milano. Fa parte del comitato scientifico della Fondazione Arcadia. Ha svolto e svolge attività di pianista e pianista-conferenziere, anche nel repertorio cameristico e in quello liederistico. Ha collaborato tra gli altri con il Teatro alla Scala, con l’Ente Arena di Verona, con l’Autunno Musicale di Como e con la Sagra malatestiana di Rimini. Ha tenuto cicli di trasmissioni televisive per la Televisione della Svizzera Italiana, tra cui “Letture al pianoforte”, “Lezioni di Lied” con il soprano Karin Ott e un ciclo su Richard Wagner. È autore di cicli radiofonici per la RAI (tra cui si ricordano le 100 “Storie di musica” e il “Caleidoscopio Wagner”) e con la Radio della Svizzera italiana. Di particolare lunghezza e impegno la collaborazione, in tal senso, con il “Festival Internazionale di Musica vocale da camera” presso il Teatro di Carpi dal 1985 al 1988. Per tale attività è stato ospite, tra gli altri, delle Hochschulen di Monaco e di Lipsia e dell’Ecole Normale Supérieure “Alfred Cortot” di Parigi. Dal 2006 è Presidente della Società Italiana di Musicologia. Come musicologo ha al suo attivo volumi e saggi. Dirige, assieme al soprano Stelia Doz, l’Accademia di musica vocale da camera presso il Teatro di Casalpusterlengo (LO).


Verdi e Wagner, da 200 anni l’ di Giovanni Tebaldini musicista e musicologo (Brescia 1864 San Benedetto del Tronto 1952) Giovanni Tebaldini, che nella sua estrema lealtà e competenza non poteva disconoscere la grandezza di Wagner e i meriti della scuola tedesca (con la quale era stato a contatto specialmente durante gli studi a Ratisbona) non perdeva occasione per esaltare le qualità di Verdi, lucidamente espresse in un lungo saggio del quale vi proponiamo un estratto: “Verdi e Wagner! Due nomi, due civiltà, la latina e la germanica; due distinte concezioni delle finalità che il teatro può e deve raggiungere nella estrinsecazione di un ideale d’Arte: l’umanità nella realtà della vita vissuta, in uno; l’umanità attraverso il simbolo e la leggenda, nell’altro. Entrambi, pur procedendo per opposte vie, hanno occupato di sé, vittoriosamente, la parte più combattiva del secolo XIX arrivando, e l’uno e l’altro, alle più alte vette del fastigio che per il presente e per l’avvenire irradia sulla storia dei due popoli. Ma le origini dei due Grandi, i loro primi passi sul sentiero della vita, tanto si differenziano da indurre alle più meditate riflessioni. Geni entrambi: indubbiamente! Tuttavia di così diversa natura, e sì diversamente preparati alla realizzazione delle proprie aspirazioni, da rendere illogico ed arbitrario fra di essi qualsiasi preteso accostamento. Ma pur se lontani l’uno dall’altro, sul loro cammino sono impressi segni così profondi: si disegnano caratteristiche tanto emergenti, da costringere chi osservi a chiedersi se, sin dal primo momento, non siano stati essi predestinati a raggiungere le alte mete cui sono arrivati, precisamente con la missione sublime di incidere sull’anima dei due popoli che li hanno generati e nelle pagine della storia, le orme indelebili del loro avvento. Verdi e Wagner, artisti creatori di genio, sono stati qui studiati con qualche attenzione;

messi di fronte questo a quello, per concludere che nessuna affinità li accosta, rappresentando essi due diverse tendenze di razza, di cultura, di educazione. Sorti e formatisi in modo affatto diverso l’uno dall’altro, nessun punto di contatto si potrebbe scorgere al certo nell’arte del latino in confronto a quella del germanico. Qualcuno ha voluto asserire che a condurre Verdi sulla via della miracolosa evoluzione compiuta da Aida in poi, abbia contribuito l’affermarsi in Italia della riforma wagneriana. Noi siamo di diverso avviso; e cioè che Verdi si è elevato perché il suo genio, la sua spiritualità sempre desta, la sua stessa psicologia sempre fervida ed in azione lo hanno condotto là dove doveva arrivare ed è arrivato. Ma sotto altri aspetti osserveremo ora i due più Grandi Musicisti lirici del secolo XIX. Sotto l’aspetto delle loro qualità morali di Uomini nella società e nella vita. Anche in questo si presentano in antitesi l’un dall’altro. Megalomane, avventuroso, audace e talvolta cinicamente egoista, Riccardo Wagner, per arrivare al suo precipuo intento, quello di vincere e di dominare dispoticamente, non badò a mezzi. Purché gli servissero e gli fossero utili, tutto mise in atto. E si sa di circostanze clamorose da cui, senza scrupoli e senza esitanze, trasse partito in proprio favore. La sua vita sta a provarlo. Rivoluzionario quando parvegli di non ottenere nelle alte sfere gli appoggi e gli aiuti che reclamava, allorché presso le Corti germaniche, reali o granducali, trovò largo favore ed in questo Franz Liszt gli fu generoso amico e protettore divenne aulico cortigiano senza riserve. Giuseppe Verdi invece fu il rovescio della medaglia. Nobilmente austero fin dai primi momenti della sua incerta e tribolata esistenza, riservato e parco nelle abitudini, ordinato nei minimi ed intimi particolari della sua operosa giornata, capace di amministrare e di economizzare con avvedutezza i propri capitali, di disporre i

lavori campestri, di regolare tutto ciò che poteva riguardare le sue aziende agricole, di presentarsi magari sui mercati per le contrattazioni di derrate o di bestiame, arrivò al punto di insegnare ad una certa categoria de’ suoi dipendenti, in qual modo si dovevano tenere e curare le stalle. Nel suo stesso testamento non mancò di disporre della durata dell’uso dell’acqua dei diversi canali irrigatori sui terreni di sua proprietà lasciati a legittimi eredi. Tutto questo cosa prova? Che l’uomo era sano di mente, perfettamente equilibrato ed ordinato; doti non facili a trovarsi al certo fra gli artisti di ogni tempo. Questo per noi. Al contrario per altri la predilezione all’ordine ed alla disciplina che in Verdi emergeva in modo assoluto, divenne segno di tirchieria, di deficienza e di... anormalità. Era invece


’umanità attraverso la musica la gran dote innata di cui va ricco il popolo delle nostre campagne: quella che a Lui, sul terreno pratico della realtà, permise, tra l’altro, dar vita a ragguardevoli istituzioni di beneficienza edificate precisamente sulle fondamenta di un perfetto equilibrio mentale, spirituale, psicologico. C’è traccia nella vita di Wagner di atti di generosità che possano uguagliare quelli compiuti da Verdi? Secondo i postulati della moderna psichiatria ed antropologia il modo di comportarsi nella vita privata del Bussetano costituiva né più né meno che una anormalità. Sì perché il genio secondo gli assiomi scientifici di Max Nordau, di Cesare Lombroso e di Enrico Ferri inevitabilmente, deve accompagnarsi alla pazzia. Provare che Wagner uomo di genio da tutti ammesso nella vita privata fu un

anormale, è stato facile. Ma come provare questo sul conto di Verdi? La stessa rigida normalità degli atti amministrativi in Lui, costruttore d’una meravigliosa fecondità creativa, non veniva forse a costituire la prova palese della sua... anormalità, e se vogliamo anche... della sua pazzia? Mentre dettava Falstaff Egli si occupava della potatura di un bosco in riva al Po, contrattando la vendita del legname che ne cavava. Ed ecco un’altra delle pazzie... dell’uomo di genio! Ci fu però chi rise, in quegli anni lontani, degli assiomi escogitati dagli scienziati di allora. Ferdinando Brunetière lanciò il grido abbastanza eloquente: la bancarotta della scienza! Giulio Fara in un ben diffuso e circostanziato studio apparso sia dal 1912 ne La Cronaca

Musicale di Pesaro “Genio e ingegno musicale: Wagner e Verdi” a questo proposito disse delle superbe verità. La scienza che tutto vorrebbe inquadrate ed incasellare in un determinato sistema, come potrebbe pretendere, nel campo dell’arte, di creare un assoluto intorno al quale tutto converga per positiva legge biologica? Ma la stessa virtù spirituale di ogni uomo di genio, per la forza imponderabile che lo regge, può variare dall’uno all’altro soggetto. Come mettere di fronte su un binario unico di deduzioni, ad esempio, anime sì dissimili quali Dante e Petrarca, oppure Leonardo e Michelangelo? Noi adunque giudichiamo Verdi e Wagner genî entrambi, che in arte, pur differenziandosi, senza mai incontrarsi, si equivalgono. Nella vita privata essi rimangono altrettanto lontani l’un dall’altro, perché se Verdi ebbe il genio dell’ordine, del metodo e della disciplina, frutto delle sue origini campagnole, Wagner, genio esuberante anch’esso, si formò e visse nelle più fantasiose irrealtà che gli permisero di arrivare ai fastigi della gloria cui ambiva, ma attraverso vie, metodi e sistemi su di cui il fiero Bussetano non pensò mai di appoggiarsi. E come potranno mantenersi i pubblici italiani di fronte a Wagner, ed i pubblici tedeschi di fronte a Verdi? Con la più assoluta imparzialità, talvolta anzi con la febbre dell’entusiasmo; questo è assiomatico. Già da molti anni tale fatto si verifica tanto sulle scene italiane che su quelle tedesche. Il genio si è imposto pur alle differenze di razza e di educazione, ed ha trionfato trascinando l’anima del popolo verso le regioni della gioia e del gaudio perenne, senza confini, immortali! Verdi e Wagner, pronubi di siffatta elevazione spirituale, vegliano sull’anima dei due popoli latino e germanico. Ed il domani risplenderà ancora e sempre sulla via radiosa che loro sta innanzi”.


I Partner

“Tutto quello che puoi fare e sognare di poter fare, incomincialo adesso. Il coraggio ha in sé genio, potere e incanto”. J.W. Goethe

Fondazione Uriele Fondazione Uriele, senza distinzione di razza, lingua, religione, posizione politica o filosofica, ricerca personalità di levatura internazionale che abbiano dedicato se stesse a sperimentare nuove forme di pensiero e di ricerca. Progetti sostenuti da una filosofia conoscitiva positiva e mirata a ricercare soluzioni migliorative per l’ambiente naturale, la sperimentazione scientifica, le comunità sociali, la pedagogia, l’arte e la medicina. Fondazione Uriele è attiva nella promozione di pubblicazioni editoriali su temi artistici, filosofici e scientifici che siano la manifestazione di un serio impegno a favore dell’UOMO inteso nella sua costituzione triplice di spirito, anima e corpo. Fondazione Uriele promuove la conoscenza e lo sviluppo della musica organizzando concerti pubblici e incontri tra docenti e musicisti.


Fonoteca Nazionale Svizzera

Conservatorio della Svizzera italiana

Associazione Wagneriana di Milano

La Fonoteca Nazionale è l’archivio sonoro della Svizzera. Si occupa della salvaguardia del patrimonio sonoro del nostro Paese. Fondata nel 1987 come fondazione di diritto privato, soddisfa, in stretta collaborazione con la Biblioteca Nazionale Svizzera a Berna, una parte dei compiti fissati nella legge su quest’ultima. La Fonoteca Nazionale colleziona e cataloga documenti sonori che hanno una relazione con la storia e la cultura della Svizzera, a livello musicale e parlato. Ad esempio: registrazioni di musica classica, rock, jazz e popolare, libri narrati, racconti, pièces teatrali, interviste, documenti di ricerca (registrazioni effettuate sul campo) e collezioni private.

La Fondazione del Conservatorio della Svizzera italiana ha lo scopo di promuovere nella Svizzera italiana la diffusione della cultura musicale, mediante l’insegnamento di base e quello professionale, come pure la promozione di attività artistiche. Nei venticinque anni della sua esistenza il Conservatorio, da scuola di musica di respiro regionale, è divenuta un Istituto di rilevanza nazionale ed internazionale. Questo grazie alla presenza di studenti provenienti da tutto il mondo, grazie ai suoi professori (musicisti di prestigio internazionale) e grazie ai programmi di scambio con istituti regionali, nazionali ed internazionali.

L’Associazione Wagneriana di Milano (AWM) e’ membro del Richard Wagner Verband International e.V. Scopo dell’Associazione e’ di favorire e diffondere la conoscenza della figura e dell’opera di Wagner, mediante attivita’ che comprendono l’organizzazione di concerti, di conferenze, di giornate di studio, nonche’ incontri con famosi interpreti wagneriani, scambi culturali con altre Associazioni wagneriane italiane e straniere e la partecipazione dei soci a spettacoli wagneriani in Italia e all’estero. Rientra tra i suoi scopi anche richiamare l’attenzione di giovani interpreti e studiosi sulle opportunita’ che si offrono, attraverso annuali concorsi, con l’assegnazione di borse di studio per il soggiorno e la partecipazione alle rappresentazioni operistiche a Bayreuth durante l’annuale Festival di luglio-agosto. I soci dell’AWM, oltre a poter fruire di biglietti per i Bayreuther Festspiele direttamente dall’Associazione - seppure per un limitato quantitativo - hanno diritto a una forma di prelazione nella lista di attesa gestita dalla biglietteria di Bayreuth.


Organizzato da: Corso Elvezia 10 - 6900 Lugano Tel. +41 (0)91 910 56 60 Fax +41 (0)91 910 56 65 info@mazzantini.com www.mazzantini.com


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.