Matteo Cirenei, Marco Menghi the stately side of expo
Testi di: Laura Dav“, Alberto Meomartini Progetto grafico: Matteo Cirenei Traduzioni: Giovanna Iannello Š All right reserved
Finito di stampare: novembre 2015
Matteo Cirenei, Marco Menghi the stately side of expo
Questa mostra di fotografia sul paesaggio urbano e il bellissimo lavoro The Stately Side of Expo di Cirenei e Menghi che ne rappresenta il cuore, inaugura lÕattivit della Galleria Expowall. Questo tema verr declinato anche con altre iniziative fotografiche nel corso del 2016 e rappresenta la volont di contribuire attraverso lo sguardo soggettivo e libero dellÕartista fotografo alla riflessione sullo sviluppo delle citt e delle comunit che viviamo, e che con i nostri comportamenti definiamo. Da questo punto di vista EXPO 2015 stato uno straordinario catalizzatore di sguardi e di pensieri, e infatti da qui abbiamo cominciato. Tra i tanti significati attribuiti a Expo 2015 uno forse stato trascurato, schiacciato dalla forza dei numeri: ma lÕesposizione universale ha costituito fondamentalmente un eccezionale momento di esaltazione della soggettivit e anche dellÕeterodossia. La definizione del decumano, del cardo, della tensostruttura e della posizione dei cluster ha costituito la semplice ed efficiente ossatura, lasciando ai Paesi la libert e la soggettivit di progettare e costruire. é stato un episodio complessivo di libert creative. Il fotografo raccoglie questa libert creativa, e vi applica la sua.
Al riguardo emblematico lÕottimo lavoro di Cirenei e Menghi: diverse visioni applicate in fondo allo stesso universo che ci permettono di cogliere il significato profondo di scelta artistica e di libert . Con lÕimpegno che metteremo nella nostra attivit di Expowall cercheremo di sottolineare soprattutto questo aspetto: la novit del paesaggio urbano, in primis di Milano, la vogliamo vivere non come il trionfo delle costruzioni - anche questo conta, certo - ma come nuovo ambito di libert creative. Expo offre una riflessione in pi , per una unicit tutta sua: la gran parte delle costruzioni di Expo 2015 non ci saranno pi , e comunque non saranno l dove le abbiamo viste. Resteranno i punti di vista e le prospettive, le scelte del fotografi. Expo 2015 ci permette quindi di dare un nuovo significato alla famosa frase di Adorno, che noi adattiamo al passato prossimo, e adottiamo, alla luce del lavoro creativo dei fotografi: ÒNon si tratta di conservare il passato, ma di mantenerne le promesseÓ. La libert , appunto. Alberto Meomartini
This photo exhibition on the urban landscape and the beautiful work The Stately Side of Expo by Cirenei and Menghi, which lies at its heart, inaugurates the Galleria Expowall activity. This theme will be further declined with other photographic initiatives in the course of 2016 and represents the will of contributing through the subjective and free vision of the artist and photographer to the reflection on the development of cities and communities that we live and define through our behavior. From this point of view EXPO 2015 has been an extraordinary catalyst of glances and thoughts, and this is why it has become our starting point. Among the various meanings attributed to Expo 2015, one may have been overlooked, crushed by the force of numbers: but the World Expo has basically set up an exceptional moment of exaltation of subjectivity and also of heterodoxy. The definition of the decumanus, the thistle, the tensile structure and position of the cluster formed the simple and efficient framework, and allowed the countries' freedom and subjectivity in designing and building. It was an episode of overall creative freedom. The photographer records this creative freedom, and applies his
own. This is illustrated by the excellent work of Cirenei and Menghi: different visions basically applied to the same universe that allow us to grasp the profound meaning of artistic choice and freedom. With the commitment to our Expowall activity we will try to give particular relevance to this aspect: the novelty of the urban landscape, firstly of Milan, we do not want to live as the triumph of buildings - of course this matters - but as a new area of creative freedom. Expo offers a further reflection, for a uniqueness which is its own: most of the buildings of Expo 2015 will be no more, and in any case will not be there where we have seen them. What will remain is points of view and perspectives, chosen by photographers. Expo 2015 allows us thus to give a new meaning to the famous phrase of Adorno, that we adapt to the recent past, and adopt, in light of the creative work of photographers: "This is not about preserving the past, but about keeping promises." Freedom, precisely. Alberto Meomartini
THE STATELY SIDE OF EXPO di Laura Dav
Milioni di visitatori, milioni di sguardi, milioni di visioni, milioni di
i due fotografi (e architetti) giravano per il cantiere assorbendo
sono in fase di smantellamento, di dismissione.
Intorno, camion e gru, terre smosse,
vedute. Expo stato anche questo.Ora Expo finito, i padiglioni Le discussioni su cosa ne sar di quell'immenso spazio divenuto
cos appetibile fervono accese. Ma di Expo, tra poco, resteranno davvero poche tracce.
Come in un immenso gioco di mattoncini colorati, le costruzioni
che sono state create vengono in questi giorni distrutte o smontate e saranno forse ricostruite altrove, in nuove forme, con altri significati. Ad Astana prima, a Dubai dopo.
A noi resta la memoria di un evento eccezionale. E tante, tantissime fotografie.
Matteo Cirenei e Marco Menghi sono preziosi.
Erano sul campo quando Expo Milano 2015, non ancora diventato
l'Expo che tutti conosciamo, era solo un enorme cantiere pulsante, un progetto da realizzare, una sfida da vin-
l'energia che questo emanava.
cavi e cumuli di materiali, motori
rombanti e mille lingue diverse, l'Expo in fieri.
Nel mezzo, Matteo e Marco alla ricerca della bellezza.
Consapevoli di essere al centro di
qualcosa di grande, Cirenei e
Manghi hanno rivolto i loro obiettivi all'alacre lavoro degli uomini, degli operai, all'homo faber e alla sua opera. Quel fare da cui arriva poesia, il greco poiein.
Energia che si trasforma in forma. Forma che diventa bellezza, esaltata dagli occhi consapevoli di Cirenei e di Menghi.
Il progetto, la pre-visione dei due fotografi stata proprio la ricerca dell'altro lato di
cere. Era febbraio del 2015.
Expo: quello che prendeva le distanze dalla
Scortati dalla sicurezza e guardati a vista,
Expo Center Matteo Cirenei
2
1
negativit e dal pessimismo che dilagava nei ultimissimi mesi
antecedenti l'apertura di Expo Milano 2105 e aleggiava un po'
cupo sui lavori. Le contestazioni, l'opposizione anche dura, le cri-
tiche feroci rimandate al
da allora, per sei mesi, stato per tutti.
mittente, lo sguardo rivol-
Matteo Cirenei ci conduce in una sorta di racconto per gradi, allar-
mazione, alla costruzione.
lare a un campo di osservazione molto pi ampio.
to al positivo, alla trasforEd ecco il titolo di questa 3
Il primo maggio, poi, Expo Milano 2015 sarebbe venuto alla luce e
mostra, The stately side of
Expo: l'aspetto monumentale e imponente di queste architetture effimere, frutto del lavoro degli uomini: questo hanno saputo
gando progressivamente il suo sguardo dal dettaglio e dal particoCome in una moderna cosmogonia greca, lo sguardo di Cirenei trasforma il disordine complesso degli elementi materiali che ritrova nel caos dei cantieri Expo nell'universo ordinato del
cosmos. E senza stare a distanza, senza alcuna neutralit , pone se
vedere Cirenei e Menghi, questo il loro progetto.
stesso nella sua creazione.
campo che li incanta. Ne seguono la gestazione, ne documentano
to scenico dell'ordine superiore
I due fotografi tornano pi volte, quasi sempre insieme, su quel la crescita. Fino alle ore 13 del 30 aprile 2015, l'ultimo momento
in cui fosse possibile per i non addetti ai lavori essere nel cantiere, prima degli ultimi importanti controlli a opera della sicurezza, dell'antiterrorismo, della burocrazia istituzionale.
La sua narrazione ha inizio con le grandi tre stampe a forte impatdell'esposizione, una precisa
ricerca estetica espressa in forme e volumi, linee e spazi, rapporto dialogante tra pieni e
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vuoti. Il fotografo prosegue, nell'ordine centrale, la sua ricerca sui
Ed proprio l'aspetto umano quello che pi interessa Marco
omaggio a Rodchenko e al contempo elemento caratterizzante di
polvere, dalla grana. Il lavoro dell'uomo che domina e guida i mac-
volumi e sulle forme, di chiara memoria costruttivista, quasi un
tutto il suo lavoro sull'architettura,
soprattutto
milanese. Cirenei si spinge infine a una visione di impostazione pi docu-
mentaria con le immagini dell'ordine inferiore. Qui 5
troviamo anche aerei che
sfrecciano nel cielo, cumuli di spazzatura e uomini che guardano
in una sorta di adorazione le prove dei getti d'acqua dell'albero della vita. Lo spazio si dilatato. La vita si fatta evidente.
L'uomo, che pure presente, minuscolo attore da scoprire quasi come elemento inaspettato nella perfezione della composizione, nel rigore dei bianchi e dei neri delle stampe di pi grande formato, si incarna, homo faber.
Menghi. Un altro linguaggio, il suo, pi sporcato dal lavoro, dalla
chinari e la polvere del cantiere sollevata dagli operai si depositano sulle immagini come grana fotografica.
Gli spazi si fanno molto pi ampi. L'uomo quasi si perde in questi
ambienti espansi ma, allo stesso tempo, la sua presenza aiuta a darci un'idea delle dimensioni superbe delle architetture che si stanno costruendo.
Sono altissime, quasi una vertigine, le tre immagini in alto. E gli uomini dei puntini, formiche operose.
La composizione, pur nell'esecuzione a mano libera, senza i rallentamenti che l'uso del cavalletto
avrebbe certamente implicato, mantiene un notevole rigore nel contrappunto dei pieni e dei vuoti, uno studio preciso delle linee e dei
punti di fuga, un ordine accurato
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che si distanzia in modo deciso dal caos totale della realt fotografata.
distanza: i comuni interessi
memoria il mai abbastanza elogiato Franco Pinna e il suo il cava-
architetti, appassionati di
E l'immagine dell'uomo col cavo di Marco Menghi mi riporta alla
liere col cavallo impennato di Orgosolo, Barbagia del 1967. Un azzardo, forse, il mio.
E in questo vorticare di uomini e cose Menghi
riesce a cogliere anche la quiete. Quei pochi
secondi di pausa sottrat-
ti alla frenesia del cantiere, il riposo in un istante. Due stili, due sguardi, due intenzioni
annullano.
Entrambi
pellicole e di macchine ana-
logiche, con le quali conti-
nuano a lavorare e a fare
ricerca, hanno una vera
passione per la stampa, intesa come ultima finalit di un lungo
processo che inizia con la preparazione mentale dello scatto, la
pre-visione della fotografia. L'idea cio si deve fare, deve trasfor-
marsi in materia, in stampa. Cos stato anche per questa esposizione: i due fotografi hanno curato personalmente la stampa delle fotografie di The stately side of Expo (tranne le pi grandi). Cirenei
insegue la forze dei contrasti in un
differenti ma non in contrasto, quelle
impatto deciso e personale su chi guar-
di Matteo Cirenei e di Marco Menghi.
da cercando la maggior nitidezza possi-
Non c' gap generazionale tra i due,
bile, Menghi vuole invece di restituire
che pure nascono a vent'anni di
con il digitale quelle imprecisioni ph Marco Menghi
7
lo
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che solo la fotografia analogica da lui tanto amata pu dare.
Ora sono al lavoro con la seconda parte del lavoro su Expo: la
dismissione dei cantieri. Lo scambio di idee, di conoscenze e di
esperienza continua in un arricchimento reciproco. é una storia da proseguire (e forse anche da imitare). Aspettiamo di vedere cosa sapranno farci vedere, di nuovo.
1 Palazzo Italia Matteo Cirenei 2 Decumano Marco Menghi 3 Expo Center Marco Menghi 4 Padiglione Malesia Matteo Cirenei 5 Padiglione Corea del Sud Matteo Cirenei 6, 7 Padiglione Zero Marco Menghi 8 Padiglione Vanke Matteo Cirenei
Bisogna che i monumenti cantino. é necessario che essi generino
un vocabolario, creino una relazione, contribuiscano a creare una societ civile. La memoria storica, infatti, non un fondo immobile
in grado di comunicare comunque, bisogna sapere come farla
riaffiorare, va continuamente rinarrata. Anche perch , se il patrimonio storico, culturale, non entra in relazione con la gente, declinando linguaggi diversi e parlando a tutti, rischia di morire, incapace di trasmettere senso e identit a una comunit . Paul Val ry.
Pagina seguente: Expo Center Matteo Cirenei
THE STATELY SIDE OF EXPO by Laura Dav“
Millions of visitors, millions of glances, millions of visions, millions
(and architects) roamed the yard absorbing the energy it emanated.
being dismantled and dismissed.
of materials, roaring engines and a thousand different languages,
of views. Expo was also this. Now Expo is over, the pavilions are The discussions on what will become of that immense space
which has become so attractive erupt in full fervor. But of Expo, soon, very few traces will remain.
As in an immense game of colored bricks, the buildings that
were created are in these days destroyed or dismantled and will
All around, trucks and cranes, upturned ground, cables and piles Expo in fieri.
Amidst, Matteo and Marco in search of beauty.
Aware of being right at the heart of something big, Cirenei and Menghi addressed their photographic lenses to hard labour, to
workers, to the homo faber and his achievements. That laboring
perhaps be rebuilt elsewhere, in new forms, with other meanings.
from which poetry derives, the greek poiein.
We are left with the memory of an exceptional event. And many,
the knowing eyes of Cirenei and Menghi.
In Astana before, in Dubai after. many photographs.
Matteo Cirenei and Marco Menghi are precious.
They were on the field when Expo Milano 2015, not yet become the Expo we all know, was just a huge pulsing building
site, a project to be accomplished, a challenge to be overcome. It was February 2015.
Escorted by security and watched over, the two photographers
Energy turned into shape. Shape became beauty, enhanced by The project, the prevision of the two photographers was the search of the other side of Expo: the one that had taken distances from the negativity and pessimism that had been spreading in the last few months before the opening of Expo Milano 2015 and that had been stirring gloomily above efforts .
The protests, the sometimes harsh opposition, the fierce criticism
returned to the sender, an eye addressed to the positive, to the
transformation, to the building up. And here is the title of
particular to a much wider field of observation.
impressive aspect of this ephemeral architecture, fruit of the
impact of the higher order of the exhibition, a precise aesthetic
this exhibition, The stately side of Expo: the monumental and
labor of men: this is what Cirenei
and Menghi have wanted to focus on, this is their project.
The two photographers go back
several times, almost always 1
together, on that field that
enchants them. They follow its gestation, they document its
growth. Until 1:00 pm of April 30th, 2015, the last moment in which non-experts are allowed into the yard, before the last important security, anti-terrorism and institutional bureaucracy controls.
On May 1st, finally, Expo Milano 2015 would have come into the
world and since then, for six months, it would have been for everyone.
Matteo Cirenei leads us into a kind of step by step story,
by progressively expanding his gaze from the detail and the
His narrative begins with three big prints with a strong scenic search expressed in shapes and volumes, lines and spaces, interactive relationship between full and empty.
The photographer proceeds, in the central order, with his research on volumes and shapes, of clear constructivist memory, almost a
tribute to Rod‹enko yet, at the same time, distinguishing feature of all his work on architecture, especially in Milan, which he has continued for years.
Cirenei ventures finally to a vision of a setting which is more documentary, with images of the lower order. Here we also find whizzing planes in the sky, heaps
of garbage and men watching the
tests of the water jets of the tree of life in a sort of adoration. The
space is dilated. Life is made
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evident. The man himself, a tiny actor to be discovered almost as
The composition, even in the freehand execution, without the
rigor of the whites and blacks
considerable rigor in the counterpoint of solids and voids, a
unexpected element in the perfection of the composition, in the
of the largest size prints, is embodied, homo faber.
And it is precisely the human
aspect which interests Marco Menghi. His language is another
language, dirtied by work, dust, 3
grit. The work of the man who
dominates and drives the machinery and the yard dust raised by the workers deposit on the images as photographic grain.
The spaces become much larger. The man is almost lost in these
expanded environments yet, at the same time, his presence helps to convey the idea of the superb sized architecture that is being built.
The spaces are much larger. They are very high, almost a vertigo, the three images at the top. And men dots, industrious ants.
delays that the use of the tripod would certainly involve, retains precise study of lines and vanishing points, an accurate order which distances itself decisively from the total chaos of the photographed reality.
And the image of the man with cable by Marco Menghi brings me to mind
the never enough praised Franco Pinna and his rider with the rearing horse of Orgosolo, Barbagia 1967.
And in this whirl of men and things
Menghi also manages to capture tranquility. Those few seconds of
pause stolen from the frenzy of the yard, the rest of an instant. Two styles, two glances, two different but not contrasting intentions, those of Matteo Cirenei and Marco Menghi.
There is no generation gap between the two, even if they were born with twenty years of difference: common interests dissolve
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it. Both passionate about films and analog machines, with which
they continue to work and do research, they have a real passion for printing, meant as ultimate goal of a long process that begins
Monuments must sing.
photography. Namely, the idea must be created, must be
contribute in the creation of a civil society. Historical memory, in
with the mental preparation of the shot, the pre-vision of the
transformed into matter, in print. And so it has been for this exhibition: Cirenei and Menghi in person printed the photos of The stately side of Expo (except for the largest ones).
They are now at work with the second part of the work on Expo: the disposal of the yards. The exchange of ideas, knowledge and
experience continues in a mutual enrichment. It's a story to be carried on (and possibly to be imitated).
Let's wait and see what they will be able to show us, again.
They need to generate a vocabulary, to create a relationship, to fact, isn't an immobile layer however capable of communicating,
You need to know how to make it resurface, it needs to be conti-
nuously retold. Even because, if the historical and cultural heritage does not come into contact with people, by declining different languages and by speaking to everyone, it is likely to die, unable to convey meaning and identity to a community. Paul ValÂŽry
1 Ingresso Ovest (Triulza) Marco Menghi 2 Padiglione Zero Matteo Cirenei
3 Auditorium Matteo Cirenei 4 Padiglione Zero Marco Menghi
Decumano Marco Menghi
Pagina precedente: Padiglioni e Cluster lungo il Decumano Matteo Cirenei
Decumano Marco Menghi
Decumano
Marco Menghi
Decumano Marco Menghi
Pagina seguente: Ingresso Ovest (Triulza) Marco Menghi
Expo Center Marco Menghi
A sinistra: Expo Center Matteo Cirenei
Expo Center Marco Menghi
A destra: Expo Center Matteo Cirenei
Fabbrica del Duomo Marco Menghi
Ingresso Ovest (Triulza) Marco Menghi
Pagina seguente: Padiglione del Cile Marco Menghi
Padiglioni di Iran e Cile Matteo Cirenei
A destra: Padiglione del Cile Matteo Cirenei
Padiglione del Belgio Marco Menghi
A destra: Padiglione della Cina Matteo Cirenei
Padiglione del Kuwait Matteo Cirenei
A destra: Padiglione della Bielorussia, Padiglione dellÕArgentina Matteo Cirenei Pagine seguenti: Padiglione del Brasile Marco Menghi
Padiglione della Malesia Matteo Cirenei ChildrenÕs Park Matteo Cirenei
Cluster del riso Matteo Cirenei
A destra: Cluster del riso Marco Menghi
Pagine precedenti: Padiglioni Enel e Corea del Sud Matteo Cirenei
Padiglione Zero Marco Menghi
A sinistra: Padiglione Zero Matteo Cirenei
Padiglione Zero Marco Menghi
Padiglione Zero Marco Menghi
Padiglione Zero Marco Menghi
Padiglione Zero Marco Menghi
Padiglione Zero Marco Menghi
Padiglione Zero Marco Menghi
Pagine seguenti: Lake Arena e Albero della Vita, Palazzo Italia Matteo Cirenei
Padiglione della Russia Matteo Cirenei
A destra: Cluster Frutta e Legumi Matteo Cirenei Pagine seguenti: Auditorium, Piazza Italia Matteo Cirenei
Cluster delle Spezie, Padiglione Intesa Sanpaolo Matteo Cirenei Ponti ad arco Matteo Cirenei
Matteo Cirenei (1965) Durante gli studi di architettura inizia ad appassionarsi di fotografia e a percepirne le grandi potenzialit espressive. Dopo la laurea comincia anche la sua ricerca in bianco e nero, fotografando gli edifici pi salienti dellÕArchitettura Moderna a Milano e in alcune citt europee, dando alle sue immagini dei tagli molto particolari, di derivazione costruttivista e astrattista. Collabora con aziende e studi di architettura, tra cui Alessi, Boffi, Intesa Sanpaolo, Astori De Ponti Associati, ha avuto numerose pubblicazioni su riviste di architettura e design, tra cui Domus e Interni. Esposizioni recenti 2015 ÒCitt EspansaÓ, Progetto Ni.Ce., Palazzo Esposizioni, Torino 2015 ÒExpo Dopo ExpoÓ, Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano 2015 ÒArchitettura SintatticaÓ, Padiglione Architettura di EXPO Belle Arti di Vittorio Sgarbi, Grattacielo Pirelli, Milano
2015 ÒInternational Photo ProjectÓ, Spazio Soderini, Milano. 2015 ÒBLUÓ, Galleria Anna Maria Consadori, Milano. 2015 ÒPassione e ProgettoÓ, Galleria Anna Maria Consadori, Milano. 2015 ÒMilano. Le pi belle fotografie della citt dellÕExpo 2015Ó, Galleria Bel Vedere, Milano. 2015 ÒReflectionsÓ, c/o Col Gallery, Galleria Fotonomica, Milano. 2015 ÒPrima Visione 2014, I fotografi e MilanoÓ, Galleria Bel Vedere, Milano. 2014 ÒAssaggi di citt Ó, c/o Upcycle Caf , Galleria Fotonomica, Milano. 2014 ÒPremio Celeste 2014Ó, Assab One, Milano. 2014 ÒFuoricorso, il colore nellÕinterpretazione trasversale dellÕanima carnevalescaÓ, Palazzo Paolina, Viareggio. 2014 ÒPrima Visione 2013, I fotografi e MilanoÓ, Galleria Bel Vedere, Milano. 2013 ÒPaesaggi come PercezioniÓ, c/o Upcycle Caf , Galleria Fotonomica, Milano. 2013 ÒViaggio allÕinternoÓ, mostra bi-personale, Wannabee Gallery, Milano. 2013 ÒPremio Celeste 2013Ó, PAN, Napoli. 2013 ÒSe una notte d estate un viaggiatoreÓ, Wannabee Gallery, Milano. 2013 International Photography Awards ÒOne shot: SpacesÓ exhibition, The Loft at LizÕs Gallery, Los Angeles 2013 ÒPrima Visione 2012, I fotografi e MilanoÓ, Galleria Bel Vedere, Milano.
Marco Menghi (1986) Studia Fotografia nel 2008 presso la scuola di Fotografia e Grafica CFP Bauer di Milano; si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 2011. Nel 2007 durante gli studi universitari incomincia a lavorare come archivista per l'Archivio Ugo Mulas a Milano, e nel contempo come assistente fotografo in diversi settori: moda, still-Life, interni, ma in particolare paesaggio e architettura, che pi lo interessano. Ad oggi vive e lavora come fotografo free-lance a Milano, dove si interessa con particolare attenzione al linguaggio e ai metodi di stampa in campo tradizionale e digitale, sviluppando collaborazioni e progetti con diversi enti, come il Lab-Foto del Politecnico di Milano o il Laboratorio di serigrafia "Serileo. Esposizioni recenti 2015 ÒExpo Dopo ExpoÓ, Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano 2015 ÒArchitettura SintatticaÓ, Padiglione Architettura di EXPO Belle Arti di Vittorio Sgarbi, Grattacielo Pirelli, Milano 2015 ÒBLUÓ, Galleria Anna Maria Consadori, Milano.
2015 ÒPassione e ProgettoÓ, Galleria Anna Maria Consadori, Milano. 2015 ÒPrima Visione 2014, I fotografi e MilanoÓ, Galleria Bel Vedere, Milano. 2014 ÒHabitat ProjectÓ, Festival di Savignano 2014 ÒIl verde anche un coloreÓ, Galleria Anna Maria Consadori, Milano. 2014 ÒMICIAPÓ, Spazio Polifemo, Fabbrica del Vapore, Milano 2014 ÒConcrete JungleÓ, Fuori Salone 2014, Milano 2014 ÒI dodici riflessiÓ, Fondazione Serbelloni, Milano 2014 ÒMilano e oltre, una visione in movimentoÓ, Triennale di Milano 2013 Ò5¡ Yangon Photo FestivalÓ, Yangon, Cina 2013 ÒLe forme dellÕAbitare: una visone in movimentoÓ, Triennale di Milano 2011 Ò11¡ International photo exhibitionÓ, Shanghai
Matteo Cirenei (1965) While studying architecture, he gets into photography and begins to perceive its enormous expressive potential. After graduating he begins his black and white experimentation, by photographing the most salient modern architecture building in Milan and in some European cities and by giving his images very specific cuts, of constructivistic and abstractivistic derivation. He collaborates with companies and architecture studies, among which Alessi, Boffi, Intesa Sanpaolo, Astori De Ponti Associati. He has numerous publications on architecture and design magazines, including Domus and Interni. Esposizioni recenti 2015 ÒCitt EspansaÓ, Progetto Ni.Ce., Palazzo Esposizioni, Torino 2015 ÒExpo Dopo ExpoÓ, Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano 2015 ÒArchitettura SintatticaÓ, Padiglione Architettura di EXPO Belle Arti di Vittorio Sgarbi, Grattacielo Pirelli, Milano
2015 ÒInternational Photo ProjectÓ, Spazio Soderini, Milano. 2015 ÒBLUÓ, Galleria Anna Maria Consadori, Milano. 2015 ÒPassione e ProgettoÓ, Galleria Anna Maria Consadori, Milano. 2015 ÒMilano. Le pi belle fotografie della citt dellÕExpo 2015Ó, Galleria Bel Vedere, Milano. 2015 ÒReflectionsÓ, c/o Col Gallery, Galleria Fotonomica, Milano. 2015 ÒPrima Visione 2014, I fotografi e MilanoÓ, Galleria Bel Vedere, Milano. 2014 ÒAssaggi di citt Ó, c/o Upcycle Caf , Galleria Fotonomica, Milano. 2014 ÒPremio Celeste 2014Ó, Assab One, Milano. 2014 ÒFuoricorso, il colore nellÕinterpretazione trasversale dellÕanima carnevalescaÓ, Palazzo Paolina, Viareggio. 2014 ÒPrima Visione 2013, I fotografi e MilanoÓ, Galleria Bel Vedere, Milano. 2013 ÒPaesaggi come PercezioniÓ, c/o Upcycle Caf , Galleria Fotonomica, Milano. 2013 ÒViaggio allÕinternoÓ, mostra bi-personale, Wannabee Gallery, Milano. 2013 ÒPremio Celeste 2013Ó, PAN, Napoli. 2013 ÒSe una notte d estate un viaggiatoreÓ, Wannabee Gallery, Milano. 2013 International Photography Awards ÒOne shot: SpacesÓ exhibition, The Loft at LizÕs Gallery, Los Angeles 2013 ÒPrima Visione 2012, I fotografi e MilanoÓ, Galleria Bel Vedere, Milano.
Marco Menghi (1986) He studied Photography in 2008 at the CFP Bauer School of Photography and Graphics in Milan; he graduated in Architecture at the Politecnico of Milano in 2011. In 2007, during his university studies, he began working as archivist to the Ugo Mulas Archives in Milan, and in the mean while as assistant photographer in various fields: fashion, still-life, interior, but in particular landscape and architecture, which he considers the most interesting. Today he lives and works as a freelance photographer in Milan, where his essential focus has become language and methods of the traditional and digital printing field, by developing partnerships and projects with various organizations, such as the Photo-Lab of the Politecnico of Milan or the Serileo serigraphy Laboratory. Esposizioni recenti 2015 ÒExpo Dopo ExpoÓ, Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano 2015 ÒArchitettura SintatticaÓ, Padiglione Architettura di EXPO Belle Arti di Vittorio Sgarbi, Grattacielo Pirelli, Milano
2015 ÒBLUÓ, Galleria Anna Maria Consadori, Milano. 2015 ÒPassione e ProgettoÓ, Galleria Anna Maria Consadori, Milano. 2015 ÒPrima Visione 2014, I fotografi e MilanoÓ, Galleria Bel Vedere, Milano. 2014 ÒHabitat ProjectÓ, Festival di Savignano 2014 ÒIl verde anche un coloreÓ, Galleria Anna Maria Consadori, Milano. 2014 ÒMICIAPÓ, Spazio Polifemo, Fabbrica del Vapore, Milano 2014 ÒConcrete JungleÓ, Fuori Salone 2014, Milano 2014 ÒI dodici riflessiÓ, Fondazione Serbelloni, Milano 2014 ÒMilano e oltre, una visione in movimentoÓ, Triennale di Milano 2013 Ò5¡ Yangon Photo FestivalÓ, Yangon, Cina 2013 ÒLe forme dellÕAbitare: una visone in movimentoÓ, Triennale di Milano 2011 Ò11¡ International photo exhibitionÓ, Shanghai
Laura Dav Sono giornalista professionista dal 2001 e photoeditor. Ho lavorato in riviste come Carnet, Qui Touring, Dove, Gulliver, Colors, I viaggi di Repubblica e Psychologies come ricercatrice iconografica prima e come photo editor poi. Ho insegnato linguaggio fotografico, composizione fotografica, photoediting e costruzione del portfolio al Master di Fotogiornalismo di Obiettivo Reporter. Ho anche collaborato a Workshop fotografici dedicati allÕediting (ad esempio con Sara Munari). Da alcuni anni, poi, organizzo laboratori di fotografia per bambini e per ragazzi e per questo sono anche chiamata da diverse scuole. Ho ideato e realizzato la rivista di fotografia per bambini Il Piccolo Fotografo che per ora introvabile! Sono membro del GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale) dalla nascita del gruppo nel 2003, e ho collaborato quindi alle sue diverse attivit : letture portfolio, organizzazione mostre, incontri, vendite di beneficienza. In questi ultimi anni, pur continuando le collaborazioni iconografiche con varie testate nazionali, mi diverto molto di pi a lavorare come curatrice di mostre (Milan Closets di Pietro Baroni, Defining Expo 2015 con Pietro Baroni e We Are M esli) e a seguire i progetti di fotografi e gallerie. Ho cinquantÕanni tondi tondi!
Laura Dav“ I have been a professional journalist and photoeditor since 2001. I have worked for magazines such as Carnet, Qui Touring, Dove, Gulliver, Colors, I Viaggi di Repubblica and Psychologies at first as an image researcher and then as photoeditor. I have taught language of photography, photographic composition, photo editing and construction of the portfolio in the Master of Journalism by Obiettivo Reporter. I have also collaborated in photographic workshops dedicated to editing (for example in collaboration with Sara Munari). For some years I have organized photography workshops for children and youngsters and have thus been called by different schools. I designed and created the photography magazine for children Il Piccolo Fotografo which is actually impossible to be found! I have been member of the GRIN (National Iconographic Editor Group) since the birth of the group in 2003, and I have hence worked to its various activities: portfolio reviews, organization of exhibitions, meetings and charity sales. In these last years, while continuing iconographic collaborations with various magazines, I have enjoyed working as an exhibition curator (Milan Closets by Pietro Baroni, Defining Expo 2015 with Pietro Baroni and We are MÂ&#x;esli) and following the projects of photographers and galleries. I am fifty years old!
via Curtatone, 4 20122 Milano 0039 393 875 95 32 www.expowallgallery.com info@expowallgallery.com