DIFFERENZE TRA COMETE, ASTEROIDI, METEOROIDI, METEORE, BOLIDI E METEORITI
ESEMPIO DI UN BOLIDE
COMPOSIZIONE DI UNA COMETA
I METEORITI I meteoriti sono rocce di origine extraterrestre, catturate dal campo gravitazionale della Terra. Al loro ingresso nell'atmosfera danno luogo a scie luminose e boati che le hanno rese evidenti sin dall'antichitĂ ; sono per la scienza moderna un modo economico per studiare la natura dei corpi celesti.
LA CLASSIFICAZIONE DEI METEORITI
GRUPPO
TIPO
SIDERITI
OTTAEDRITI ATAXITI ESASIDERITI
SIDEROLITI
PALLASITI MESOSIDERITI LODRANITI
AEROLITI
CONDRITI ACONDRITI
FAMIGLIA
-CONDRITI ORDINARIE -CONDRITI CARBONACEE -CONDRITI A ENSTATITE -AMPHOTERITI
LA DATAZIONE DEI METEORITI La storia dei meteoriti può essere ricostruita e datata con metodi radiometrici. Un meteorite è caratterizzato da tre età. - L'età assoluta indica il tempo trascorso dal momento in cui la formazione dei minerali che costituiscono il meteorite si è completata. L'età assoluta dei meteoriti più vecchi (i condriti) risale alla formazione del nostro sistema solare. -L’età di esposizione indica il tempo trascorso dal meteorite nello spazio e decorre da quando esso si è staccato dall‘oggetto celeste di cui faceva parte. -L’età terrestre indica il tempo trascorso da quando il meteorite è caduto sulla Terra.
LA DATAZIONE ASSOLUTA
I metodi di datazione assoluta permettono di attribuire una determinata etĂ ai fossili e alle rocce. Tra i diversi metodi di datazione assoluta sono importanti i METODI RADIOMETRICI
LE AREE DI CONCENTRAZIONE DEI METEORITI Le aree di concentrazione di meteoriti si trovano sul bordo dell'altopiano polare, oltre i 2.000 metri di quota. La maggior parte si allinea lungo la catena delle Montagne Transantartiche, il principale ostacolo al flusso della calotta glaciale verso il mare. Alcune delle aree di concentrazione piĂš famose: Yamato Mountains, Allan Hills e Frontier Mountain.
LA FORMAZIONE DEI CRATERI DI IMPATTO In un remoto passato, vi era un numero maggiore di oggetti di massa sufficientemente elevata da poter raggiungere la superfice terrestre nel caso di una collisione . questi produssero dei crateri di impatto analoghi a quelli che esistono ancora oggi. La Terra è apparentemente povera di crateri da impatto perchÊ la superficie è modellata dalla orogenesi , dalla tettonica delle placche e dalla sedimentazione detritica.
LE QUATTRO FASI DELLA FORMAZIONE DI UN CRATERE DI IMPATTO • Compressione : il meteorite colpisce la superfice e genera delle onde d’urto. • Escavazione : le onde d’urto si propagano nel terreno e questa compressione fa si che si formi la “cavità transiente”
• Espulsione dei materiali : i materiali vengono scagliati verso l’alto e verso l’esterno e vanno a ricoprire una vasta area circostante al cratere • Modificazione : in questa fase si può formare una struttura centrale (central peak)
COMPRESSIONE Il meteorite colpisce la superficie planetaria e s’innesca un sistema di onde d’urto che trasferiscono energia cinetica non solo dal proiettile al bersaglio, ma anche all’interno dello stesso corpo impattante. La pressione che si viene a generare nel momento dell’impatto è elevatissima.
ESCAVAZIONE Le onde d’urto generate dall’evento si propagano nel terreno e questa compressione origina la cosiddetta “cavità transiente”, destinata, a trasformarsi nel cratere vero e proprio. Dal punto di vista fisico l’evento è paragonabile a ciò che accade nel caso dell’esplosione di una bomba: le differenze risiedono fondamentalmente nel quantitativo di energia coinvolta e nel tipo di energia iniziale, cinetica quella della meteorite, chimica quella del TNT (o altro esplosivo) che origina lo scoppio.
ESPULSIONE DEI MATERIALI • Inizialmente l’espulsione dei materiali avviene a velocità molto elevate, ma poi si attenua stabilizzandosi su valori dell’ordine di 100 m/sec. I materiali (ejecta) sono scagliati verso l’alto e verso l’esterno ricoprendo in tal modo una vasta area circostante il luogo dell’impatto e vanno a formare le caratteristiche raggiere tipiche di alcuni crateri lunari
MODIFICAZIONE Il più importante tra i processi direttamente innescati dall’evento impattivo e che si manifestano negli istanti immediatamente seguenti al suo verificarsi, è l’assestamento isostatico della struttura.
Non appena diminuisce l’azione di compressione sulle rocce sottostanti la zona della caduta, queste tendono a ritornare nella posizione iniziale , riducendo in parte la profondità della cavità transiente; tale fenomeno, nel caso d’impatti di grosse dimensioni, può sfociare nella formazione di una struttura centrale (central peak) oppure in una struttura più complessa ad anelli concentrici sopraelevati (bacino multi-ring).
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anche sui corpi geologicamente morti e privi di atmosfera è attivo un modo tutto particolare di eliminazione delle tracce di un impatto: poiché la superficie di tali corpi conserva i crateri di tutti gli impatti avvenuti nel corso dell’intera storia geologica, si può giungere in talune regioni alla cosiddetta saturazione di craterizzazione, il che significa che ogni nuovo cratere deve necessariamente distruggere (parzialmente o completamente) una struttura preesistente.
METEOR CRATER Il piĂš famoso: non solo qui vennero girate alcuni sequenze di film di fantascienza ma addirittura la NASA lo scelse some uno dei luoghi ufficiali di esercitazione per gli astronauti delle missioni Apollo, essendo la configurazione del terreno del cratere del tutto simile a quella della luna e di altri pianeti.
MA COME SI È FORMATO QUESTO CRATERE? •
50.000 anni fa, un grandissimo meteorite di ferro e nichel, alla velocità di 40.000 miglia all'ora, colpì la pianura rocciosa del Nord Arizona con una forza esplosiva di più di 20 milioni di tonnellate di tritolo. Il meteorite, il cui diametro è stato stimato attorno ai 45 metri e che pesava diverse centinaia di migliaia di tonnellate, in pochissimi secondi, formò un cratere profondo circa 213 metri e con un diametro di circa 1.200 metri.
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All'inizio del secolo scorso, quando ancora si credeva che questo fosse un cratere di orgine vulcanica, l'Ingegnere minerario Daniel Moreau Barringer incominciò ad interessarsi a questo luogo come potenziale sito per una miniera di ferro. In seguito visitò il cratere e si convinse che esso doveva essere il risultato dell'impatto con la terra di una grande meteorite di ferro. Chi non si convinse fu la comunità scientifica che "si accontentava di avere e studiare un'altra spettacolare frattura presente in Arizona" e che lasciò tutti gli oneri dello studio di quel cratere "per niente interessante" all'Ingegnere Barringer. Per Barringer invece, il cratere era di estremo interesse ritenendo, erroneamente, che il meteorite vi fosse rimasto sepolto sotto.
Ancora oggi il Meteor Crater appartiene alla famiglia Barringer che lo amministra privatamente tramite la Meteor Crater Enterpise.ZIl pezzo di meteorite piĂš grande; trovato nell'area, di ben 630 kg di peso, si trova nel Visitor Center, a disposizione dei turisti che possono vederla, toccarla e se vogliono...provare a spostarla!
IL CRATERE DI VEDREFORT È il cratere meteoritico più grande che esista sula Terra. - Ha un diametro di 300 km ed è situato nella provincia sudafricana del North West. - L’impatto è avvenuto circa 2 milioni di anni fa. - Ha la forma a multi-anello
ASPETTO ECONOMICO • Un aspetto che normalmente è poco trattato, o meglio poco conosciuto, dei crateri meteorici è quello relativo al loro potenziale economico: vari crateri sono sfruttati da anni sotto questo punto di vista, molto conosciuti sono i giacimenti di nichel del cratere di Sudbury Basin nell'Ontario e il giacimento petrolifero del cratere di Red Wing Creek nel Nord Dakota.
LAVORO SVOLTO DA: • BRIGIDA CIAGLIA • BENEDETTA MAROTTA • FEDERICO PACELLI • BRUNO SAQUELLA
1S3 a.s. 2018/2019