La.Pro.Di: 4-9 giugno 2012 Percorsi di didattica laboratoriale
Titolo/Argomento
Il Libro della natura: Il giardino della Mortella di Ischia
Classe interessata Docenti coinvolti
2 C1 e 2 C2 indirizzo classico Chiavelli- Frascadore- Cavaiuolo
Obiettivi e finalità FINALITA’
•Percezione dei cambiamenti e delle trasformazioni come stimolo al miglioramento e all’arricchimento
•OBIETTIVI •Rispetto della natura e dell’ambiente •Competenze espressive e comunicative in lingua inglese •Abitudine al confronto e alla collaborazione •Autonomia di giudizio •Acquisire esperienza espressiva, anche in presenza di un pubblico esterno alla classe •Acquisire esperienza delle tecniche multimediali
LE METAMORFOSI PUBLIO OVIDIO NASONE (Sulmona, Abruzzo 43 a.C – Tomi, Mar Nero 17-18 d.C)
Publio Ovidio Nasone vive e opera durante il principato di Augusto (I sec. d.C. – ultimo sec. a.C.), in un clima di promozione culturale che vede la nascita di numerosi circoli d’arte, il più importante dei quali viene addirittura guidato da Mecenate, collaboratore di Augusto. Il poeta è anche l’autore de “Le Metamorfosi”, che trattano circa 250 miti uniti tra loro dal tema della trasformazione: uomini o creature del mito si mutano in parti della natura, animata e inanimata, in rocce, piante, animali...
IL MITO DI DAFNE e APOLLO Dafne, inseguita da Apollo innamorato, per sfuggirgli si trasforma il alloro L’UOMO SI TRASFORMA IN UN ELEMENTO DEL PAESAGGIO
Statua del mito rappresentata da Gian Lorenzo Bernini (Napoli, 7 dicembre 1598 - Roma, 28 novembre 1680 )
L’autore è riuscito quasi a trasmettere la vita al marmo, ma soprattutto è stato capace di comunicare la sensazione del movimento: Apollo è colto nel suo ultimo slancio verso l’amata ninfa. Dafne è raffigurata invece nel momento in cui il suo corpo gira su stesso per sfuggire alla presa del dio, e proseguire la sua fuga; le sue gambe rimangono fisse nel terreno, il piede sinistro ha perso quasi del tutto l’aspetto umano, ed è divenuto radice, e altrettanto sta accadendo al destro. Nello stesso tempo le punte delle sue dita sono divenute foglie d’alloro. Tuttavia, sul suo volto, caratterizzato dalla bocca semiaperta, sembra di cogliere non solo l’espressione di terrore per essere stata raggiunta da Apollo, ma anche un sollievo, come se Dafne presagisse la sua definitiva metamorfosi. Creata: tra il 1622 e il 1625 Ubicazione: Galleria Borghese, Roma
TESTO ORIGINALE Ut canis in vacuo leporem cum Gallicus arvo vidit, et hic praedam pedibus petit, ille salutem; alter inhaesuro similis iam iamque tenere sperat et extento stringit vestigia rostro, alter in ambiguo est, an sit conprensus, et ipsis morsibus eripitur tangentiaque ora relinquit: sic deus et virgo est hic spe celer, illa timore. Qui tamen insequitur pennis adiutus Amoris, ocior est requiemque negat tergoque fugacis inminet et crinem sparsum cervicibus adflat. Viribus absumptis expalluit illa citaeque victa labore fugae spectans Peneidas undas <<Fer, pater>>, inquit <<opem! Si flumina numen habetis, qua nimium placui, mutando perde figuram>>.
TRADUZIONE Come un cane di Gallia che abbaia scorto in campo aperto una lepre e si slancia contro di lei che fugge per salvarsi, e lui, sul punto d’afferrarla, certo di averla ormai, le sta dietro col muso teso in avanti mentre lei, temendo d’esser presa va sfuggendo ai morsi evitando la bocca che la sfiora, tali sono i due giovani, veloci lui per la voglia, lei per la paura. Ma lui corre di più, perché sorretto dalle ali d’amore, e non molla, l’incalza e incombe alle sue spalle, ansando sui suoi capelli sciolti dietro al collo. Stanca di quella corsa disperata, Dafne, priva di forze, impallidisce e rivolta alle acque del Penèo: <<Padre,aiutami!>>, dice. <<Se voi fiumi avete qualche facoltà divina, dissolvi trasformandolo, l’aspetto per il quale,purtroppo, sono piaciuta!>>.
Vix prece finita torpor gravis occupat artus, mollia cinguntur tenui praecordia libro, in frondem crines, in ramos bracchia crescunt, pes modo tam velox pigris radicibus haeret, ora cacumen habet: remanet nitor unus in illa. Hanc quoque Phoebus amat positaque in stipite dextra sentit ad huc trepidare novo sub cortice pectus conplexusque suis ramos ut membra lacertis oscula dat ligno; refugit tamen oscula lignum. Cui deus <<At, quoniam coniunx mea non potes esse, arbor eris certe>> dixit <<mea. Semper habebunt te coma, te citharae, te nostrae, laure, pharetrae; tu ducibus Latiis aderis, cum laeta Triumphum vox canet et visent longas Capitolia pompas;
Non ha finito ancora di pregare che un torpore pervade le sue membra, il suo morbido seno si ricopre di una fibra sottile, le sue braccia si fanno rami, i capelli si allungano in verdi fronde, i piedi, un tempo rapidi nella corsa, aderiscono al terreno in torpide radici, in una cima svanisce il volto: solo lo splendore rimane in lei. Ma Febo ancora l’ama, e appoggiata sul tronco la sua mano sente pulsare e trepidare il cuore sotto la fresca corteccia, e stringendo fra le sue braccia i rami come un corpo, ne bacia il legno, ma quello gli sfugge sottraendosi ai baci. Allora il dio: <<Poiché non posso averti come sposa, sarai almeno la mia pianta. O alloro, sempre ti porterò sui miei capelli, sulla mia cetra, sulla mia faretra. Sarai coi capi dei Romani quando sfileranno i cortei sul Campidoglio e un canto lieto intonerà l trionfo.
Postibus Augustis eadem fidissima custos ante fores stabis mediamque tuebere quercum, utque meum intonsis caput est iuvenale capillis, tu quoque perpetuos semper gere frondis honores!>> Finierat Paean: factis modo laurea ramis adnuit utque caput visa est agitasse cacumen.
Custode fedelissimo di lui, veglierai pure ai lati della porta della casa di Augusto a salvaguardia della corona di fronde di quercia che sta nel mezzo. E come la mia testa con la sua chioma intonsa è sempre giovane, così tu porterai perpetue fronde!>>. Ciò detto, tacque. E l’albero, coi rami di recente spuntati, acconsentì, agitando la cima come un capo.
Ecco come Emilia ed Elena hanno rappresentato il mito di Dafne e Apollo
L’uomo e la natura: due ruoli intercambiabili Tra mito e realtà Nel mito citato la natura è responsabile dei cambiamenti e delle trasformazioni dell’uomo. Nella nostra visita al giardino della “Mortella” di Ischia abbiamo avuto prova dell’esatto contrario: l’uomo ha trasformato l’ambiente, adattando ad esso piante provenienti da diverse parti del mondo.
«Generalmente, i grandi giardini non possono terminare in un unico scenario paesaggistico, così come una canzone o una lenta melodia, non può essere cantata tutta d’un fiato. Nella creazione di un giardino, la sua architettura deve essere associata alle sue funzioni. Nell’antichità, la costruzione di ogni singolo gazebo, o di ogni curva di un corridoio corrispondeva a delle necessità ben definite. Sia le ripetizioni che le stravaganze devono essere evitate. Lo stesso accade nell’arte di scrivere una poesia, dove ogni eccesso deve essere abolito. I rami della conoscenza sono tutti interconnessi allo stesso modo. I difetti nell’organizzazione di un giardino, sono simili a quelli lessicali in letteratura; lo scopo di un giardino è quello di rappresentare delle scene, mentre quello della letteratura è di esprimere delle idee. Per questo motivo sostengo che la creazione di un piccolo giardino sia tanto difficile quanto la composizione di una quartina poetica.. ».
Chi erano William e Susanna? Come sâ&#x20AC;&#x2122;innamorarono? William era un compositore inglese e Susanna era sua moglie. William e Susanna sâ&#x20AC;&#x2122;innamorarono durante un viaggio in Argentina. William aveva 45 anni e Susanna era 22 anni piĂš giovane di lui. Inoltre, dopo alcuni mesi, William decise di sposare Susanna e i due si trasferirono ad Ischia.
PerchĂŠ decisero di trasferirsi ad Ischia? William era in cerca di un luogo sereno ed accogliente dove comporre la propria musica ed era particolarmente attratto dallâ&#x20AC;&#x2122;Italia. A questo proposito, i due decisero di trasferirsi ad Ischia. Susanna, approfittando della caratteristiche del terreno ischitano, decise di costituire il proprio capolavoro botanico, in onore del genio di suo marito.
Chi disegnò la planimetria del giardino? Il giardino fu disegnato da Russel Page, completò i progetti in tre giorni. Inizialmente lavorò al progetto del giardino inferiore ma ancora non era stato pensato al collocamento di fontane. Lady Sussana invece ideò la parte più alta del giardino : quella in collina.
Quante e quali sono le diverse specie botaniche nel giardino? Nel giardino ci sono piĂš di 3.000 specie, importate da diverse parti del mondo. Ci sono naturalmente gli alberi di Mirto, inoltre alcune specie acquatiche come il Papiro, i fiori di Loto e alcune vite acquatiche ( tra le quali ricordiamo la bellissima Victoria Amazzonica ). Alcune ancora provengono dallâ&#x20AC;&#x2122;Australia e dalla Nuova Zelanda, come le magnolie e le camelie, gli agavi e molte piante aromatiche. Ci sono anche diverse specie orientali come le peonie, i bamboo e gli aceri giapponesi.
Le piante sono la vita stessa… Potremmo iniziare così, in quanto sono degli organismi viventi complessi e perfetti. Attraverso una lunghissima evoluzione di 400 milioni di anni, si sono adattati ad ogni mutamento climatico ed ambientale: un esempio è il Ginko Biloba, l’albero più antico della terra. Le piante, attraverso il processo di fotosintesi, che trasforma l’energia del sole in sostanze assimilabili, permettono lo svolgimento dei cicli naturali e sono alla base di tutte le catene alimentari.
La Mortella è un giardino situato nell’isola di Ischia. Acquistato negli anni 50 da parte del musicista William Walton, fu trasformato in un enorme giardino dal proprietario e dalla moglie. Un aiuto importante fu dato da Russel Page, l’ architetto che disegnò la planimetria del giardino. Alla morte del signor Walton, la moglie, Susanna, ha continuato il progetto del marito per poi attestare la proprietà ad una fondazione. Il giardino è aperto al pubblico dal 1990 e, tutt’oggi, occupa ben 3 ettari di terreno ed ospita piante delle più svariate specie e dimensioni.
Il giardino ospita piante provenienti da tutte le parti del mondo che necessitano di diverse condizioni climatiche. A valle ci sono piante provenienti da zone subtropicali e tropicali; in collina dalla zona mediterranea e non solo. Un humus ed un microclima adatto, creatosi grazie a barriere naturali, che proteggono le piante dal vento del nord e dalle gelate, ha permesso nella zona di Forio lo sviluppo di una flora particolare.
Eâ&#x20AC;&#x2122; la pianta che dĂ il nome al giardino della Mortella, infatti allâ&#x20AC;&#x2122;ingresso possiamo trovarne due di forma piramidale.
Piantata da Nino Mattera e dedicato a William Walton, il Ginkgo Biloba si trova all’entrata del giardino poiché era ritenuta unico esemplare della sua specie, fin quando un viaggiatore in Cina non ne scoprì un intero bosco negli anni Ottanta. Fu piantata 30 anni fa a partire da un seme ed è una delle piante più antiche del giardino.
DOMINIO : EUCARIOTA REGNO :PLANTAE DIVISIONE: GINKGOPHYTA CLASSE: GINKGOOPSIDA ORDINE: GINKGOALES FAMIGLIA: GINKGOACEAE GENERE: GINKO SPECIE: G. BILOBA Il Ginkgo Biloba è una gimnosperma Il Ginkgo Biloba rallegra i nostri giardini, nuovamente, da circa 200 anni, grazie alla scomparsa di un parassita che le aveva sterminate. Il nome della pianta deriva probabilmente dal suo nome cinese, che significava Albicocca d’Argento.
E’ l’unica, insieme alla Cycas, che per la riproduzione utilizza spermatozoi mobili.
Ha foglie decidue, di 5-8 cm, lungamente picciolate con lamina di colore verde chiaro. Essendo una gimnosperma non presenta fiori ma porta delle strutture dette coni o strobili, ma anche squame modificate.
I semi del Ginkgo non sono protetti dallâ&#x20AC;&#x2122;ovario. Presenta, negli esemplari femminili, strutture a forma di albicocca che non sono frutti, bensĂŹ semi ricoperti da un involucro carnoso. La corteccia è liscia e di colore argento nelle piante giovani.
Fu importata dal paese di nascita di Lady Walton, lâ&#x20AC;&#x2122;Argentina, da parte della donna stessa, in quanto pianta nazionale.
Allâ&#x20AC;&#x2122;inizio della primavera la pianta comincia a fiorire, per poi mostrare grandi fiori di colore rosso.
REGNO : PLANTAE ORDINE : FABALES FAMIGLIA : FABACEAE GENERE : ERYTHRINA SPECIE: E. CAFFRA L’Erythrina Caffra è un’angiosperma
Nel periodo autunnoestate l’albero è sprovvisto di fiori. Una volta sbocciati i fiori saranno di colore rosso di notevoli dimensioni. E’ l’albero ufficiale di Los Angeles.
L’Erythrina è un albero che raggiunge i 20 metri di altezza nel suo ambiente naturale. Il tronco ed i rami sono grigi. Le foglie sono in genere trifogliate, cuoriformi, con le due laterali leggermente più piccole. I fiori appaiono prima delle foglie. La fioritura è spettacolare ed avviene su grandi racemi all’estremità dei gambi spessi e carnosi. I fiori sono del classico colore rosso aranciato delle Erythrine. Esiste anche una specie con fiori color crema. Il frutto è un baccello lungo 6 centimetri con semi lucidi di color rosso corallo. Gli alberi completamente sviluppati sono abbastanza resistenti alla siccità e possono sopportare alcuni gradi di gelo.
Fiorisce a fine maggio e anticamente era una pianta considerata magica. Infatti, si riteneva che con un decotto delle sue foglie si poteva guarire. Ha un fiore a calice di colore bianco, rosa o giallo. Veniva chiamata la pianta delle streghe a causa del decotto ricavatone.
DOMINIO : EUCARIOTA REGNO : PLANTAE DIVISIONE :MAGNOLIOPHYTA CLASSE: MAGNOLIOPSIDA ORDINE: SOLANALANES FAMIGLIA: SOLANACEAE PROVENIENZA : GENERE ORIGINARIO DELLE ZONE TEMPERATE DELL’ASIA E DELL’AMERICA
La Brugmansia viene chiamata volgarmente Datura e dà il suo nome anche ad un famosissimo gruppo musicale i “Datura”, appunto. Particolari sono gli effetti allucinogeni che essa genera. I suoi fiori hanno una caratteristica forma a campana e rilasciano un ottimo profumo.
La Brugmansia predilige un terreno abbastanza calcareo, umido, fertile e una temperatura non inferiore ai 4째. Ha fiori lunghi ermafroditi stretti e delicatamente profumati, che possono raggiungere i 30 cm di lunghezza. Di giorno i fiori rimangono penduli, ma la sera si ergono nuovamente. Le foglie sono semplici ed alterne, di grandi dimensioni, picciolate, con lamina ovale, base asimmetrica e margine dentatofrastagliato.
E’ una pianta molto particolare, presentando spine su tutto il tronco. In Argentina si sviluppa in altezza per 3 o 4 metri, mentre in Italia raggiunge i 30 metri di altezza e nel giardino è una delle piante più alte. In spagnolo è chiamata palo borracio, ovvero pianta ubriaca, poiché il tronco presenta un rigonfiamento nel quale immagazzina umidità.
DOMINIO : EUCARIOTA REGNO : PLANTAE DIVISIONE: MAGNOLIOPHYTA CLASSE: MAGNOLIOPSIDA ORDINE: MALVALES FAMIGLIA: BOMBACACEAE GENERE: CEIBA SPECIE: C. SPECIOSA PROVENIENZA : BUOENOS AIRES
L’albero originariamente era sprovvisto di spine, di cui poi si è provvisto per fare fronte all’attacco di alcuni esemplari di scimmia che ne scorticavano la corteccia. Ha foglie composte, formate da 5-7 foglioline glabre. I fiori, ermafroditi, sono grandi ed appariscenti, con petali rosei o rossi nella parte superiore, screziati di bruno-giallognolo nella parte inferiore. Fiorisce da ottobre a novembre.
Sono piante che provengono dallâ&#x20AC;&#x2122;Australia e dalla Cina, molto ammirate dalla signora Susanna. Hanno delle radici profonde e la loro impollinazione è molto particolare. Infatti un giorno allâ&#x20AC;&#x2122;anno la pianta si ammala e il suo interno diventa piĂš morbido ed emana un profumo che attira gli insetti che si sporcano di polline per poi permettere la nascita di nuovi esemplari intorno alla pianta stessa.
DOMINIO : EUCARIOTA REGNO : PLANTAE SUPERDIVISIONE : SPERMATOPHITA DIVISIONE : CYCADOPHYTA CLASSE : CYCADOPSIDA ORDINE: CYCADALES FAMIGLIA: CYCADACEAE GENERE : CYCAS La Cycas è una gimnosperma
La cycas ha circa 280 milioni di anni. Chiude le foglie in inverno. Il suo cono è molto duro. Solo quando andrà in calore il cono diventerà più morbido per favorire l’impollinazione. E’ solito dire che il cycas maschio percepisce quando una cycas femmina, che si trova in zone limitrofe, va in calore. Per tale motivo la cycas è definita una pianta romantica, perché sceglie la sua amante.
La Cycas è una pianta antichissima, ha circa 280 milioni di anni. Com’è possibile che abbia resistito alle Ere glaciali? La risposta a questa domanda è facilmente comprensibile se si considera una peculiarità fondamentale della Cycas : predispone di radici lunghe che riescono ad avvitarsi su se stesse e che trascinano la pianta nel sottosuolo. Le Cycas in questo modo sono ricoperte dal terreno e al riparo dai ghiacci. Come fanno quindi a raggiungere la luce solare per alimentarsi? Ecco un’altra peculiarità : una volta ricoperte dal terreno, fanno crescere una radice, sulla quale, a sua volta nascerà un fungo che ne permetterà il nutrimento.
L’Epifita è un tipo di pianta che, per riuscire ad assorbire la luce solare, tende ad ancorarsi sul tronco o sui rami di altre piante. Ciò è reso possibile dall’utilizzo di radici aderenti o aggrappanti. Queste piante vengono solitamente definite piante aeree. Talvolta le piante epifite si presentano come dei veri e propri organismi parassitari: si veda il vischio, che perfora il tronco dell’albero su cui si trova, o le orchidee, che riescono ad assorbire le sostanze nutritive delle altre piante.
DOMINIO : EUCARIOTA REGNO : PLANTAE DIVISIONE : MAGNOLOPHYTA CLASSE : LILIOPSIDA ORDINE : BROMELIALES FAMIGLIA :BROMELICEAE SOTTOFAMIGLIA : TILLANDSIOIDEAE GENERE : TILLANDSIA
La Tillandsia è un’epifite. La sua caratteristica principale è quella di essere attratta dalle onde elettromagnetiche. Grazie a tale peculiarità in Europa si è diffusa la vendita di tale pianta come ornamento per attrezzi elettronici. E’ anche usata per monitorare l’inquinamento atmosferico.
Senza radici sotterranee, assorbono il loro nutrimento dall’umidità dell’aria. Conosciuta anche come Garofano d’aria. L’umidità dell’aria è catturata da apposite strutture poste sull’epidermide chiamate “TRICOMI”
Felce arborea Dominio: Eukaryota Regno: Plantae Sottoregno:Tracheobionta Divisione:Pteridophyta Sono piante antichissime che si adattano facilmente allâ&#x20AC;&#x2122;ambiente. Per poter sopravvivere hanno bisogno di ricevere acqua dallâ&#x20AC;&#x2122;alto. A differenza di quelle che vengono chiamate "piante superiori" (Angiosperme e Gimnosperme) le felci non sono dotate di semi ma si riproducono mediante spore.
Struttura: molte felci possiedono foglie vere e proprie (megafilli) a lamina intera o spesso pennata, denominati “fronde”. Le fronde sono provviste di numerose nervature e, nello stadio giovanile, si presentano arrotolate all’apice. L’arrotolamento avviene a causa della crescita più rapida della pagina inferiore dei giovani abbozzi fogliari.
Nelle fronde la nervatura si ramifica in vari modi: di frequente sono presenti fronde pennate (da 2 a 4 volte), ma si trovano anche foglie indivise con nervatura mediana dominante e nervature laterali poco vistose. Le foglie portano sulla pagina inferiore parecchi sporangi spesso riuniti in gruppi detti sori. Le felci moderne sono suddivise in due gruppi: le felci eusporangiate e le felci leptosporangiate, sulla base del tipo di sporangio. Il fusto delle felci moderne è di solito un rizoma sotterraneo, ma nelle felci arboree tropicali esso può raggiungere dimensioni simili a quelle delle palme.
Riproduzione- Nelle Pteridofite troviamo un'alternanza di generazione ben distinta: dalla spora, aploide che germina, si sviluppa un protallo o gametofito, a forma ora di tubercolo, ora di lamina (come nelle felci) fissato al substrato tramite rizoidi. I protalli possono essere esclusivamente maschili, esclusivamente femminili oppure ermafroditi a seconda che ospitino organi maschili (anteridi), femminili (archegoni) o entrambi. All'interno degli anteridi sono presenti i gameti maschili (detti talvolta anterozoi), spesso ritorti a spirale, e mobili per la presenza di ciglia. Gli archegoni, strutture a forma di fiasco, contengono invece il gamete femminile, immobile.
I gameti maschili entrano, grazie alla presenza di acqua, negli arghegoni e si uniscono al gamete femminile. In seguito alla fecondazione si origina un embrione che si nutre a spese del protallo, a cui rimane attaccato mediante un piede sviluppando subito la piantina vascolare o sporofito che è diploide. La pianta, a ciclo vitale avanzato, origina le spore. Queste sono rinchiuse dentro gli sporangi (i cosiddetti sori) e si possono sviluppare sotto la pagina delle fronde fertili o su strutture apposite (es. negli equiseti).
Non sempre le foglie sono insieme sporangifere ed assimilatrici, nel qual caso si dicono trofosporofilli; in molti casi esiste una differenziazione fra trofofilli (foglie assimilatrici) e sporofilli (foglie sporangifere o fertili).
Nella Mortella: una delle più sorprendenti collezioni di piante dei Giardini la Mortella è costituita dalle Felci arboree. Questa collezione è iniziata quasi per caso, quando William Walton durante un viaggio in Australia inviò a Susana due tronchetti di felce in una scatola da scarpe. Quando Russell Page vide come queste felci prosperavano nel clima di Ischia suggerì a Susanna di coltivarne quante più poteva.
Il genere Cyathea nome deriva dal greco kyatheion, che significa "tazzina", e si riferisce alla forma simile a quella di una tazza sulla parte inferiore delle fronde. Cyathea è un genere di felci arboree, dellâ&#x20AC;&#x2122;ordine delle felci Cyatheales. Sono per lo piĂš felci terrestri, di solito con un unico stelo alto. Raramente, il tronco può essere collegata o strisciante. Molte specie possono anche sviluppare una massa fibrosa di radici alla base del tronco. Il genere comprende oltre 470 specie. Crescono in ambienti che vanno dalle foreste pluviali tropicali alle foreste temperate.
La Dicksonia è un genere di felci arboree dell’ordine delle Cyatheales. E’ più antica della Cythadea, infatti, risale ai periodi del Giurassico Cretaceo. Il genere comprende 20-25 specie, distribuite dal Messico in Uruguay e Cile, St. Helena, Nuova Zelanda, Australia, Indonesia, Nuova Guinea e Filippine. La Nuova Guinea ha la maggiore diversità, con cinque specie.
La Platycerium è una felce epifita originaria dell'Australia meridionale. Le fronde del platycerium tendono a costituire uno stretto contenitore a coppa, entro cui in natura si deposita l'acqua piovana e detriti organici provenienti da altri alberi; con il passare del tempo queste fronde si accumulano, dando origine ad una struttura spugnosa, che trattiene l'umidità .
Gli antichi egizi adoravano le ninfee del Nilo, o fiori di loto come sono anche chiamate. N. caerulea apre i suoi fiori al mattino e li affonda nell'acqua al tramonto, mentre N. lotus fiorisce di notte e chiude i fiori al mattino. Resti di entrambi i fiori sono stati trovati nella camera sepolcrale di Ramesse II. Gli egizi, che nella scelta dei simboli utilizzati nei loro geroglifici attingevano alla realtà che li circondava, avevano rappresentato la ninfea in alcuni segni. Infatti la cifra 10.000, è rappresentata mediante una foglia di ninfea, con lo stelo e il rizoma sommersi.
Questi fiori furono nominati da una Ninfa tramutata in questo fiore perchĂŠ gelosa di Ercole .
Sono piante acquatiche tipicamente radicanti e perenni. L'altezza media di queste piante dipende dalla profondità del bacino idrico e comunque superano raramente i due metri. La forma biologica della specie è idrofita radicante ; ossia sono piante acquatiche perenni le cui gemme si trovano sommerse o natanti e hanno un apparato radicale che le ancora al fondale.
FOGLIE:
sono ampie e di consistenza più o meno coriacea e lamina piana e peltata con picciolo inserito verso il centro della lamina in una insenatura stretta e profonda. Sono galleggianti, ma a volte fuoriescono dal pelo d'acqua per 10-20 cm.; la forma è più o meno rotonda (o cordata) con bordo continuo (in qualche caso può essere dentato). La lunghezza del picciolo è in funzione della profondità dell'acqua. Le due pagine (quella sopra e quella sotto) hanno ovviamente strutture anatomiche diverse interfacciando due elementi completamente differenti (aria e acqua). La lamina superiore è protetta da uno strato ceroso (questo per non essere bagnata, così l'acqua scivola via senza bloccare le aperture aerifere) e cosparsa da diversi stomi per lo scambio appunto aerifero. La lamina inferiore invece contiene delle sostanze tipo antocianina.
FUSTO :
FIORI :
Il fusto (come anche i piccioli e i peduncoli) è percorso da ampi canali aeriferi (per assicurare il galleggiamento). In genere il fusto risulta flaccido ma tenace.
I fiori sono ermafroditi, polipetali (con un numero imprecisato di petali),il colore del fiore può essere bianco, roseo, rosso, viola, celeste e giallo o colorazioni intermedie
Eâ&#x20AC;&#x2122; una ninfea le cui foglie hanno un diametro di circa mezzo metro; sotto queste troviamo delle nervature che agiscono come delle camere dâ&#x20AC;&#x2122;aria e che la sollevano e la rendono stabile.
Le sue enormi foglie rotonde possono raggiungere in natura i due metri e mezzo di diametro, mentre i fiori possono misurare anche quaranta centimetri. La parte inferiore delle foglie, lo stelo e la parte esterna del bocciolo sono coperti di spine acuminate. Robuste nervature piene dâ&#x20AC;&#x2122;aria, alte fino a 15 cm. attraversano la pagina inferiore delle foglie permettendone il galleggiamento
I fiori che si innalzano sull’acqua sono profumatissimi e hanno una particolare modalità di fioritura: il primo giorno sono bianchi e sono di sesso femminile, il secondo giorno, invece, sono rossi e di sesso maschile.
‘LEI’ sboccia all’imbrunire e resta aperta fino alla tarda mattinata del giorno seguente, poi si chiude.
‘LUI’ si riapre nel tardo pomeriggio con i petali e i sepali mutati in rosso porpora. In una sola notte il fiore cambia sesso e colore, per poi immergersi nelle acque.
Prim a
Agave è un genere di piante monocotiledone, appartenente alla famiglia delle Agavaceae. Ha radici lunghe e numerose, fusto breve, foglie dotate di fibre dove è presente la spina apicale. La fibra estratta dalle foglie dell'agave è anche utilizzata per la costruzione di corde, cesti, cappelli, tappeti e altri manufatti artigianali. L'Agave si moltiplica dai germogli basali che si formano alla base della pianta. Produce un solo fiore dopo circa 20/30 anni, dopodiché muore. Raggiunge altezze variabili da 2-3 fino a 5-6 m. Con la parte centrale della pianta si produce un famoso liquore “la tequila”. Proprio questa caratteristica sta diventando la causa di una precoce estinzione della pianta stessa, poiché per produrre il liquore, viene prelevata la parte più importante, causandone la morte.
Genere di piante della famiglia Agavaceae (un tempo inclusa nelle Liliacee) comprendente una trentina di specie; hanno talvolta fusto assai breve (tanto da sembrarne prive) oppure sviluppato con proporzioni di piccoli alberi.
I fiori:
Sono a forma di coppa, di consistenza cerosa, sono portati per lo pi첫 in pannocchie al di sopra delle foglie; di colore bianco, crema o violaceo.
Bromeliacea originaria del Cile, che produce una splendida spiga floreale, alta due metri, coperta da centinaia di fiori verde-blu metallico, con vistosi stami arancioni. La pianta ha foglie argentate, strette e con i margini coperti di spine taglienti.
La Spathodea campanulata P. Beauv. (1805) è originaria dell’Africa tropicale. E’ nota con l’appellativo di ‘albero dei tulipani’. I suoi fiori grandi e vistosi, e intensamente colorati, sono a forma di calice “campanulato”, le cui estremita’ sono densamente frastagliate. Essi si sviluppano nella parte apicale dei rami, in modo che ci consente di poter ammirare una chioma in fiore di color rosso aranciato fiammeggiante. Questo albero raggiunge altezze superiori a 20 m. nella zona d’origine, che sembra essere l’Uganda. Tuttavia lo troviamo sparso dall’Egitto al Sud Africa. E’ considerato tra gli alberi da fiore più belli al mondo.
Nome botanico:Spathodea campanulata. Famiglia:Bignoniacaeae. Origine:Africa equatoriale.
Aloe è un genere di piante succulente della famiglia delle Aloeaceae che raggruppa oltre 400 specie. La piu' comune è l'Aloe Vera. Il genere è originario dell'Africa ed è molto comune in Sud Africa, sulle montagne dell'Africa tropicale e nelle aree limitrofe al continente (Madagascar e Penisola arabica). USO: •Alcune specie sono coltivate per ornamento •I tessuti "carnosi" sono usati freschi su piccole ustioni, per uso interno in gastriti ed ulcere e come cosmetici. •Alcune specie come l'Aloe arborescens sono utilizzate per realizzare dei preparati con un alto contenuto di sostanze ritenute antitumorali. •Estratti dei tessuti carnosi sono utilizzati sin dall'Antichità come essenza odorosa per profumi, e nuovamente persino in alimenti (obsoleto per il contenuto diantrachinoni lassativi). •La resina estratta viene usata sin dal medioevo da lassativo in medicina popolare e fitomedicina, in quanto stimola la contrazione della muscolatura del grosso intestino, ma già ai tempi di Dioscoride, (I secolo d.C.) erano note le sue proprietà. •Svolge un'azione antinfiammatoria, antidolorifica, antiparassitaria, e stimolante delle difese immunitarie, oltre ad essere sedativo ed antiemorragico.[1] •La polpa usata appena estratta o stabilizzata con procedimenti antiossidatori, viene usata efficacemente contro scottature, irritazioni della pelle e per combattere laPsoriasi
DOMINIO : EUCARIOTA REGNO : PLANTAE DIVISIONE : MAGNOLOPHYTA CLASSE : LILIOPSIDA ORDINE : LILIALES FAMIGLIA : ALOEACEAE GENERE : ALOE
L'Aloe vera predilige i climi caldi e secchi. È una pianta carnosa, perenne, a portamento arbustivo, alta sino ad 1 m. Le foglie sono disposte a ciuffo, semplici, lunghe 40– 60 cm, lungamente lanceolate, con apice acuto. Presentano una cuticola molto spessa e sono carnose a causa degli abbondanti parenchimi acquiferi presenti al loro interno. Presentano spine solo lungo i lati.
L'Aloe arborescens è usata sia come pianta ornamentale nei giardini rocciosi, sia come pianta medicinale con forti poteri disintossicanti. È una pianta conosciuta fin dai tempi più antichi, citata anche da Cristoforo Colombo che, al ritorno dai suoi viaggi, la descriveva come una pianta dai grandi poteri curativi.
Le specie di questo genere sono grandi arbusti o alberi di medie e grandi dimensioni, che raggiungono anche altezze di 30 m.
JACARANDA Dominio: Eukaryota Regno: Plantae Genere: Jacaranda
Le foglie sono semplicemente pinnate (a forma di penna, quindi con uno stelo centrale e foglioline laterali) in alcune specie, ma doppiamente pinnate in altre. Sono spesso di grandi dimensioni. I fiori sono raccolti in pannicoli (gruppi) terminali, ogni fiore ha forma a cinque lobi confluenti in un lungo tubo, con corolla di colore dal blu al viola porpora; alcune specie hanno fiore bianco. I frutti sono capsule ovali, piatte o tondeggianti allungate, contenenti piccoli semi alati.
Il genere si distingue dalle altre Bignoniaceae per avere staminoidi piĂš lunghi degli stami, polline trilobo, e genotipo con 18 cromosomi.
Nella Mortella: albero che proviene dal brasile. Nel giardino della Mortella sono situati accanto ai pini perchĂŠ, la signore Walton, sapendo che câ&#x20AC;&#x2122;è un insetto che li sta sterminando, temeva che rimanesse un vuoto nei posti dove questi erano stati piantati e allora ha pensato di piantarne uno accanto ad ogni pino.
Il nome deriva dal termine greco kerkís“navicella” o “spola” e dal latinosiliqua “baccello”, in riferimento alla forma dei frutti. Albero di giuda Dominio: Eukaryota Regno: Plantae Divisione: Angiosperme Classe: Dicodiledoni Genere: Cercis Nomenclatura binomiale: Cercis siliquastrum
Secondo la credenza cristiana, sotto questo albero Giuda Iscariota avrebbe dato il fatidico bacio a Gesù e più tardi, travolto dal rimorso, vi si sarebbe impiccato. L'albero di Giuda è originario dell'area mediterranea. È molto usato come albero ornamentale.
Foglie:colore verde carico e aspetto liscio e lucido; la pagina inferiore è glauca. Da giovani le foglie possono avere tonalità rossastre; esse appaiono abbastanza tardivamente, in aprile; in autunno assumono un bel colore giallo e cadono a novembre inoltrato.
Fiori: sono riuniti in racemi che compaiono prima delle foglie, in marzo-aprile; caratteristica di questa specie è la caulifloria, i fiori spuntano direttamente dalla corteccia dei rami e del tronco. Inizia a fiorire verso i sei anni di età. L'impollinazione è entomofila, ossia avviene per mezzo di insetti.
Esposizione: gradisce un'esposizione in pieno sole, possibilmente protetta dai venti; si sviluppa prevalentemente in pianura, preferendo i climi miti a quelli rigidi. In età avanzata può raggiungere anche gli 8 m, anche se solitamente le sue dimensioni sono piÚ contenute: tra i quattro e i cinque metri.
Terreno: predilige un terreno calcareo , ben drenato, anche sassoso; si adatta comunque bene a qualsiasi terreno da giardino; va piantato in ottobre, si presta molto bene per le alberature dei viali cittadini essendo molto resistente all'inquinamento.
ACERO Dominio: Eukaryota Regno: Plantae Famiglia:Aceraceae Genere: Acer
Il nome Acer, in latino "appuntito", è stato usato in riferimento all'estremità appuntita delle foglie tipiche del genere. Alcune delle varietà sono coltivate come piante ornamentali, per l'elegante portamento e il fogliame variegato e vivamente colorato. Le raccolte di aceri di alcuni giardini botanici e i boschi di aceri sono anche mete del turismo nazionale, in diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti e il Giappone, per via delle accattivanti colorazioni del fogliame autunnale.
Il termine giapponese momijigari (che letteralmente vuol dire "caccia alle foglie di autunno") indica la tradizione giapponese di recarsi in autunno nelle campagne per ammirare i colori fiammeggianti degli aceri del Giappone. La colorazione più o meno vivace è data dalla escursione termica fra giorno e notte: più è elevata maggiore sarà la presenza di pigmenti colorati.
Coltivazione: molte specie, tra quelle rustiche, si riproducono facilmente per semi. Le specie ornamentali sono generalmente molto delicate, esigono ambienti non troppo secchi e posizione riparata dai raggi solari estivi e dai venti dominanti, resistono bene alle gelate, richiedono terriccio fresco ben drenato, fertile e non calcareo. La moltiplicazione avviene per talea o per innesto su soggetti ottenuti dalla semina.
Sciroppo d’acero:
Lo sciroppo d'acero è un liquido zuccherino ottenuto bollendo la linfa dell'acero da zucchero e dell'acero nero. È il secondo dolcificante naturale ed ha un alto contenuto di sali minerali. Oltre ad essere utilizzato nei paesi freddi, per le elevate calorie e proprietà nutrizionali, lo sciroppo d'acero è noto per le sue proprietà depurative oltre che energizzanti.
Già gli indiani irochesi del Canada conoscevano la lavorazione della linfa d'acero. In origine veniva trattata in modo da ottenerne cristalli che fungevano da surrogato dello zucchero di canna. Solo in seguito si scoprì la possibilità di ricavarne sciroppo.
La pianta è un’angiosperme : è dotata cioè di semi protetti, fiori e frutti.
Nepenthes Attenboroughii è una pianta carnivora chiamata così in onore del noto presentatore di storia naturale britannico Sir David Attenborough. È stata trovata da un gruppo di botanici inglesi nelle Filippine centrali.
Regno: Plantae Ordine: Caryophyllales Famiglia: Nepenthaceae Genere: Nepenthes Specie: N. Attenboroughi
La pianta carnivora ha un diametro di 30 centimetri e la bocca scivolosa risulta una trappola perfetta per insetti e piccoli roditori; intorno alla bocca della pianta delle secrezioni di nettare attraggono i malcapitati animali. La pianta, al suo interno, ha circa due litri di acidi ed enzimi in grado di dissolvere e digerire la preda.