IIS Telesi@ - Le(g)ali al sud

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LE(G)ALI AL SUD Giuristi inediti tra diritto e letteratura

Decalogo


Antigone Neppure pensavo i tuoi decreti avere tanta forza che tu uomo potessi calpestare le leggi degli dei, quelle leggi non scritte e indistruttibili. Non soltanto da oggi né da ieri, ma esse vivono da sempre : nessuno sa da quando esse sono apparse

Creonte Ubbidire, ubbidire e nel molto e nel poco, nel giusto e nell’ingiusto, sempre e comunque, all’uomo che sia posto al timone dello Stato. E’ l’anarchia il pessimo dei mali: distrugge le città e sconvolge le case,mette in fuga e fa a pezzi gli eserciti in battaglia. Ma è l’ubbidienza, l’ubbidienza ai capi la fonte di salvezza e di vittoria. Noi dobbiamo ubbidire alle leggi, alle leggi scritte Dialogo tratto da Antigone di Sofocle

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Prefazione Il corso ha seguito un andamento sperimentale fondato sia sull’ascolto di una voce recitante, intrisa di letteratura in presa diretta, sia sul momento dialogico, dettato dai tempi di un’esplorazione collettiva, nei modi e nei tempi che caratterizzano l’attività di un’organizzazione culturale operante con continuità sul territorio di riferimento. Gli studenti hanno avuto così la possibilità di farsi interrogare dal fascino della letteratura, ma anche di incidere su di essa nell’agone civico in cui si sprigiona la forza salvifica e, al contempo, plurioffensiva del diritto, custode della conclamata democrazia, almeno come noi oggi la conosciamo nella traduzione occidentale. Al centro del viaggio degli studenti si è registrato il tempo dello scambio umano, fattore decisivo per la crescita culturale di un popolo coeso con i propri valori. La cura della parola, sull’esempio delle più recenti interpretazioni offerte dagli studi di diritto costituzionale, è divenuta la bussola con la quale orientarsi nella babele dei significati: una cura non solo e non tanto legata ai vocaboli ed alla struttura formale che li tiene insieme, quanto affidata alla suggestione dei poeti, degli scrittori, degli oratori. E ciò per far comprendere che il mestiere della legalità è fatto di un rispetto delle persone che richiede, inoltre, una dimensione illesa della loro più intima sfera colloquiale, dove libertà e giudizio contemperano le proprie forze dinanzi alle minacce di una società imperiosa. Il decalogo, quindi, nasce da una tessitura progressiva segnata dagli studenti su un ordito incompleto, aperto, ancora tutto da definire e, per molti aspetti, da decifrare. Il punto temporaneo di approdo si è raggiunto stimolando una spinta dal basso, una regola commisurata al bisogno dei giovani di dire la propria, senza usare parole d’altri, ragioni d’altri. Dieci regole sono state redatte, assistite da motivazione. Racconti di varia tortuosità dietro l’apparente natura lapidaria. Una regola per ogni partecipante al corso (con una sola eccezione), in grado di trarne le emozioni all’esito finalistico del frutto razionale, condiviso dall’aula. Quel che si racconta nel decalogo non è un moto d’ira, né una pace rassicurante. I giovani rendono a se stessi appigli, giustificazioni, vie di fuga. La legalità scolpita in cielo è una cosa discorde dalle loro anime. La legalità che annunciano non è fatta per restare, ma per far discutere, facendo un passo avanti verso una realtà, quella giovanile, sempre per larghi tratti sconosciuta. Anche ai medesimi protagonisti. La legalità dei giovani “giuristi inediti” dell’I3 Maggio 2012


stituto supera la legge, cerca il diritto e lo trova nel cuore di ognuno di noi. Il sapere degli adulti deve essere in grado di osservarlo attentamente, e di narrarlo, come fa a volte la letteratura. Senza deformazioni. La dolente stagione dell’amore, l’irresponsabile dinamismo degli umori fecondi di vitalità accompagnano la storia di questi giovani fino alle remote regioni del silenzio consapevole. La legalità che essi ci descrivono e, forse, ci insegnano non reclina il capo, ma lo solleva, in un moto di dignità assoluta, è una promessa muta. Un plauso a loro. Un ammonimento per chi sa leggere, tra le righe, il non detto. Prof. Felice Casucci

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IL PROGETTO PON-GIURISTI INEDITI tra DIRITTO e LETTERATURA Bando 7215/2010 Obiettivo C – Migliorare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani Azione C3 – Interventi di educazione ambientale, interculturale, sui diritti umani, sulla legalità e sul lavoro anche attraverso modalità di apprendimento informale Il Progetto realizzato pone già dal titolo, quasi inquietante per alcuni, tutti i suoi contenuti ed obiettivi. Nella considerazione, infatti, che il Diritto - i cui caratteri incontroversi sono umanità e spiritualità - è complessità e cultura; che il carattere emergente della realtà umana è la spiritualità che, nella dimensione sociale, costituisce la cultura, non può non discendere la consapevolezza che il diritto, in quanto fenomeno umano e sociale, appartiene alla cultura. I rapporti tra diritto e letteratura costituiscono un campo particolarmente fecondo per l’indagine interdisciplinare. Il diritto, del resto, fin dalle sue origini è stato accomunato alla letteratura in quanto tentativo formalizzato di strutturare la realtà attraverso il linguaggio: ciò che legittima, infatti, un approccio comparativo a questi due ambiti, apparentemente eterogenei, è il loro comune interesse per i problemi del linguaggio: struttura, retorica, ambiguità, interpretazione e ricerca del significato veicolato dai segni linguistici. Si pensi che la democrazia è convivenza basata sul dialogo ed è per questo che il mezzo che permette il dialogo, la parola, deve essere oggetto di particolare cura. Sia il diritto che la letteratura, inoltre, si basano su formulazioni astratte e su modelli di pensiero associativo per arrivare a esprimere un giudizio umanistico. Sussiste, quindi, un’affinità tra i processi espressivi e concettuali di questi due ambiti, che formano naturalmente un sodalizio fornendosi sostegno reciproco. Maggio 2012

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Il Progetto ha puntato proprio alla valorizzazione dell’apporto che la letteratura può offrire allo studio di fenomeni giuridici per una maggiore consapevolezza etica perché consente la mirabile condizione senza scopo in cui il nutrimento delle opportunità delinea il bene e il male della vita umana nelle giuste proporzioni. Il Progetto è stato condotto e realizzato con l’obiettivo formativo di educare alla lettura per una rinnovata prospettiva di Educazione Civica, alla Legalità ed alla Cittadinanza Attiva; di utilizzare i testi come strumento per riflettere su se stessi e sulla propria realtà e, soprattutto, di interpretarli alla luce delle proprie conoscenze e con un apporto critico personale; di sapersi orientare all’interno del fenomeno letteratura con la consapevolezza della sua funzione culturale, sociale, storica e della sua complessità intrinseca; di riflettere sull’opera letteraria come crocevia di temi e linguaggi diversi; di stimolare i giovani ad aprirsi alle problematiche della pacifica convivenza tra i popoli, della solidarietà e del reciproco rispetto ritrovando la ragione dello stare motivatamente insieme. La ricerca filosofico-giuridica ad esso sotteso, in quanto caratterizzata da un profondo umanesimo, ha avuto come scopo essenziale l’affermazione della difesa e tutela della dignità umana senza aspettativa di soluzioni definitive ma di proposizione di problemi per giungere alla consapevolezza che ogni essere umano ha una giustificata pretesa al rispetto degli altri e, reciprocamente, ha il dovere di rispettare gli altri. Il fine ultimo e più generale del Progetto, è stato quello di puntare ad una SCUOLA CONSAPEVOLE affinché si possa realizzare un’opera ben più grande nelle giovani menti quale l’affermazione del diritto, l’apertura al dialogo, all’uguaglianza, il riconoscimento di identità diverse, l’atteggiamento sperimentale, la cura delle parole, in uno, la coscienza della democrazia, diventando così all’interno dell’Istituto Telesi@, Laboratorio di Progettazione Didattica (La.Pro.Di.)

Prof.ssa Paola Giardino Prof. Antonio Vassallo

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Decalogo L’ esempio morale è il fondamento della sicurezza personale Chi ha la capacità merita il massimo rispetto La parola è vita Non dimenticare di esprimere il silenzio “Politico” è l’uomo e buone sono le sue opere sociali Affidati un compito: quello di avere cura di te stesso, senza ignorare l’altro Il maggior diritto è il dovere Il potere si impone ed impone regole Bisogna accendere la testa: la verità è luce La meraviglia è un diritto

Maggio 2012

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L’esempio morale è il fondamento della sicurezza personale

L’uomo sicuro riceve una garanzia morale La riceve dalla famiglia, dalle istituzioni pubbliche e private, dallo Stato Davide Campagnano

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Chi ha la capacitĂ merita il massimo rispetto

In un mondo sociale organizzato su valori condivisi, la lealtĂ , il riconoscimento morale devono essere indirizzati a far emergere i migliori per capacitĂ e impegno, affidando ad essi il compito di guide civili Giulia De Carlo

Maggio 2012

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La parola, comunque resa, è vita La parola è un mezzo attraverso il quale ognuno può esprimersi: in questo senso va intesa la parola come vita. Essa corrisponde all’unità di base del dialogo, che a sua volta corrisponde a confronto, capacità di mettersi in gioco, di aiutarsi, di vivere in società. In breve rappresenta la sopravvivenza al silenzio dell’individualità legato alla mancanza di carattere e/o personalità. È l’ossigeno del universo sociale, il palcoscenico di un teatro, le pagine di un libro; senza la parola non esisterebbe la vita con gli altri: la collettività. Lo scambio umano si serve delle parole, le cerca, non può farne a meno per conseguire il risultato della compagnia, della solidarietà, ma esistono parole non pronunciate che legano le persone e le tengono insieme nello spazio più ampio, più forte della parola, quello del silenzio operoso, affettuoso, dedicato all’unità del vivere cose in comune Ornella Guarino

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Non dimenticare di esprimere il silenzio Per avere delle proprie idee, bisogna disporne. Per disporne, bisogna aver lavorato a lungo su stessi. Questo lavoro nasce dalla relazione con l’altro, tuttavia per essere realmente proficuo ci deve essere un elemento imprescindibile: il silenzio. Fare silenzio, infatti, vuol dire ascoltare e ascoltare è la prima qualitĂ di che deve parlare Maggio 2012

Federica Ciambrelli 11


“Politico è l’uomo e buone sono le sue opere sociali”

Il contratto sociale è alla base della nascita della società, ossia di quella forma di vita in comune che sostituisce lo stato di natura, in cui gli esseri umani vivono in una condizione di instabilità e insicurezza per la mancanza di regole riguardo a quelli che sono i loro diritti e doveri. Maddalena Rabuano

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Affidati un compito: quello di avere cura di te stesso, senza ignorare l’altro

L’impalcatura di un uomo richiede forza e convinzione. La sua vita richiede quiete e azione. Ma ciò a cui l’uomo non può rinunciare è la profondità insondabile. Chi conosce se stesso, sperimenta il dubbio e costruisce la verità. Nessuno è libero di ignorarsi e coltivarsi. Perciò, è possibile dire: svegliati dal sonno, rinasci alla vita delle emozioni. Affidati un compito: quello di aver cura di te stesso. Matteo Di Donato

Maggio 2012

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Il maggior diritto è il dovere

Saverio Simonelli

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Il potere si impone ed impone regole

Il potere s’impone, imponendosi regole. La tecnologia è un potere alquale non è possibile opporsi. Le regole non la contengono. Ma il potere se ne serve. Occorre agire contro il potere che ti suggerisce di non farlo. L’invisibilità del potere si combatte con lo spirito dell’azione. Un solo uomo, una sola verità. Nessun uomo, nessuna verità. L’indipendenza indivisibile richiede un’azione collettiva

Ciro Alessio Formisano

Maggio 2012

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Bisogna accendere la testa: la verità è luce Bisogna imparare a riconoscere la verità non declamata delle cose, evidenziando la differenza che intercorre tra loro, apprezzandone l’importanza nel momento in cui se ne presenta la possibilità, al fine di poterne giovare in maniera personale e soprattutto collettiva. Sembra opportuno, dinanzi ai bivi che innumerevoli si susseguono nel percorso della vita, saper scegliere, consapevoli di ciò a cui si rinuncia e di ciò che, invece, si decide di accogliere. Ognuno è tenuto a scegliere, ed ogni scelta si basa sul riconoscimento della differenza tra le cose della vita

Melania Loia, Maria Assunta Ricci

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La meraviglia è un diritto

Ad ogni età siamo liberi di scegliere di avvicinarci a ciò che non conosciamo, avvalendoci del senso della meraviglia che ne scaturisce, così come un bambino guarda il mondo per la prima volta Maria Federica Viscardi

Maggio 2012

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Essere Dirigente di un Istituto di Istruzione Superiore significa avere la consapevolezza dellla funzione educativa della scuola nella realizzazione di un alunno - cittadino. I saperi che una scuola moderna e responsabile propone ai suoi studenti hanno una duplice valenza legata sia alla funzione di formazione culturale e di preparazione ad un più facile approccio al mondo del lavoro , sia a quella di formazione di teste pensanti. Il connubio letteratura - diritto è il naturale legame dell’astratto al concreto della teoria alla pratica , del conoscere con il saper fare e , non in ultimo , della scuola con la società. Una scuola sana e di cultura costruisce i mattoni di una società in grado di affrontare crisi economiche , sociali e politiche con le armi dell’entusiasmo , della creatività e dell’onestà. Avere fiducia ed investire nella scuola significa creare una società consapevole

Domenica Di Sorbo

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Giuristi inediti tra diritto e letteratura A cura dell’ Istituto di Istruzione Superiore Telsi@ Esperto esterno

Prof. Felice Casucci - Fondazione G. Romano

Tutor

Prof.ssa Paola Giordano Prof. Antonio Vassallo

Giuristi Inediti

Davide Campagnano Federica Ciambrelli Giulia De Carlo Matteo Di Donato Ciro Alessio Formisano Ornella Guarino Melania Loia Maddalena Rabuano Maria Assunta Ricci Saverio Simonelli Maria Federica Viscardi

Grafico

Luca Giamattei

Dirigente Scolastico Domenica Di Sorbo

Maggio 2012

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Licei Classico , Linguistico , Scientifico , Scientifico opz. Scienze Applicate , Scienze Umane opz. Economico Sociale e Indirizzo Professionale Telese Terme - BN www.iistelese.it

Telese Terme - BN www.fondazionegerardinoromano.it


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