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Fabio Massa

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THE SEVEN VALLEYS

THE SEVEN VALLEYS

LA SQUADRA - IO NON CI CASCO - SEAN PENN - CLINT ESTWOOD

Your first short film, “L’amore (quello vero)”, which you directed and starred in, after being the winner of numerous national awards, was presented in Paris and Los Angeles in two reviews in collaboration with the Social world film festival; What is the true love for you?

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The short film was an important moment in the creation of my company “La Goccia Film” because from then on I set out, with my team, to make audiovisual products that showed the quality we were capable of. That was the first job with a great Pietro De Silva, a very good Ivan Bacchi and with the participation of Bianca Nappi who allowed me to do a job in which I believed a lot. It is based on a chapter of a novel “Slipping away like the Wind”, published by Graus, which tells a beautiful story of hope, help and solidarity with those who occupy a disadvantaged social position and who may find themselves in difficulty. Love for me has changed over time, especially in the beginning it was mostly for my job and that’s it, then my family came as part of marriage, and then my son arrived who sent me to a other dimension of love. I realize how important it is to spend time with him, not only for the relationship, but for myself, because a child teaches how to grow, gives him responsibilities and gives him a frame of love, affection and serenity but above all wanted. I have always been a type attached to the family of origin, it allowed me to grow up with certain values.

“Linea di Konfine” è stato il tuo primo lungometraggio come interprete, regista e sceneggiatore, poi gli altri film “Aeffetto domino” e “Mai per sempre”. Come è cresciuta e cambiata la tua esperienza e cosa hai imparato sul set esercitando questi ruoli diversi contemporaneamente?

“Linea di Konfine” è stato un bellissimo salto nel vuoto che mi ha davvero insegnato tanto, avevo poca esperienza e mi ritrovai a portarlo avanti e farlo uscire nelle sale, e devo dire è andato molto bene.

Soprattutto l’ho portato nelle scuole, tra i ragazzi, ho fatto il giro di tutta Italia portando avanti la storia di questo ragazzo dell’ultimo anno con una serie di rapporti familiari non proprio idilliaci, e questo mi ha fatto conoscere un po’ dal grande pubblico e mi ha portato a fare un lavoro di workshop nelle scuole coi ragazzi che faccio tutt’oggi.

“Aeffetto Domino” è stato la mia svolta perché ho voluto e desiderato fare questo lavoro. Ho avuto l’opportunità di girare in Campania, Salento e Africa questo film che attualmente è in visione su Sky Italia.

Qui ho lottato come attore e come regista perché al protagonista, nella seconda parte del suo percorso, gli viene diagnosticato un melanoma in fase terminale quindi ci sono state anche tutta una serie di caratteristiche fisiche a cui ho dovuto puntare, mi sono sperimentato molto in tutti gli ambiti. “Mai per sempre” invece mi ha dato l’opportunità di avere un cast più corale, ritrovare degli amici, tipo Cristina Donadio, che era già mia madre in “Aeffeto domino”, Gianni Parisi, Massimo Bonetti, Yuliya Mayarchuk, Massimiliano Rossi. Questo è stato il film più consapevole, sono contento di avergli dato vita, oltre che su Amazon Italia si trova anche su Amazon Usa e Amazon UK ed è in arrivo anche in Germania, è un film che ha fatto il giro del mondo riuscendo a portare a casa tanti premi.

Quando porti te stesso davanti a scelte così coraggiose non puoi fare altro che imparare e capisci tante cose. Per esempio seguendo il montaggio da regista capisci che cosa non deve fare un attore e se lo fa in che modo deve farlo, capisci le cose che non funzionano e quelle che funzionano, quindi quando finisci il film puoi dire “cavolo adesso ho appena terminato un master di recitazione”! Da un punto di vista registico spesso e volentieri credo di riuscire a portare a casa ciò che desidero, questo grazie sicuramente all’aiuto della troupe. Ho delle idee chiare che riesco poi a trasferire a tutti i collaboratori e quindi alla fine riesco ad essere soddisfatto del materiale che porto a casa, ovviamente essendo produzione indipendente devo anche arrangiarmi ma arrivo sempre ad essere soddisfatto quando c’è la parola fine alla giornata di set.

Il tuo sodalizio con gli Stati Uniti è nato con “Aeffetto Domino” la cui distribuzione è partita dalla California. Il film è un viaggio interiore di un giovane uomo che ha una diagnosi di melanoma, per impersonarlo hai perso addirittura 12 chili. Deve per forza innescarsi un effetto domino per scatenare un cambiamento nella vita di una persona?

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