GIORNALE LOCALE Domenica 19 maggio 2013
SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE FONDATO NEL 1957 FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it www.nostrotempo.it
Anno LVII n° 19 • euro 1.20
POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA - CONTIENE I.R.
Solidarietà
Iniziative
Il Ceis di Modena venerdì 17 ricorda questo anniversario A PAGINA 2
L’incontro con fratel Enzo Biemmi in Seminario
30 anni di ragionevole follia
La storia
Una fede umana
2814 km di fede e fatica A PAGINA 17
Il Punto
L’ncredibile viaggio di Domenico e Concetta A PAGINA 20
Il terremoto che a maggio dello scorso anno ha colpito la Bassa modenese ha indotto profondi cambiamenti nella vita delle nostre comunità. Il punto della situazione e il cammino che resta da compiere. Intanto la diocesi si ritrova a San Felice per la Veglia di Pentecoste Da pagina 5 a 14
Per nuovi passi di comunione e di solidarietà
E
’ trascorso un anno dai tragici eventi sismici che ci hanno colpiti; ancora visibili sono le tracce in tanti monumenti devastati, che attendono di essere ricostruiti, e meno visibili, ma non meno laceranti, sono ancora presenti le ferite prodotte nel cuore di tante persone. Alle popolazioni colpite rinnoviamo la nostra vicinanza e la nostra solidarietà. Nello stesso tempo vorrei invitare a ringraziare il Signore per i segni di speranza e per i semi di carità germinati dal cuore buono di tante persone, i cui frutti stanno davanti a noi come invito a proseguire, con speranza, sul cammino della ricostruzione materiale, sociale e spirituale. Dalle macerie del terremoto sono nati e nascono ogni giorno germogli di vita nuova, di un modo più relazionale e solidale di vivere la comunione a livello civile ed ecclesiale. Sono segni che incoraggiano a proseguire con fiducia il nostro cammino quotidiano. Per esprimere la nostra vicinanza alle popolazioni che ancora soffrono, per ringraziare insieme il Signore per il cammino di ricostruzione fatto questo anno, per rendere concreta e visibile la comunione di destino che ci lega, per continuare ad aprirci con speranza e fiducia al futuro, con la luce e la forza dello Spirito Santo, invito caldamente a partecipare alla Veglia di Pentecoste di sabato sera, 18 maggio, a San Felice sul Panaro, con inizio alle ore 21; inoltre ricordo la Colletta Diocesana, fissata per domenica 26 maggio, in ogni parrocchia, a favore delle popolazioni colpite dal sisma. La Beata Vergine Maria, nostra Madre, che incessantemente abbiamo invocato in questo anno e che non ci ha lasciato mancare il suo conforto e la sua protezione, sostenga il nostro cammino. Modena 13 maggio, festa della Madonna di Fatima + Antonio Lanfranchi Arcivescovo
Avanti, con fiducia
D
• Nostro Tempo
opo le prime scosse del 20 maggio, lo scorso anno, scrivevamo su queste pagine della volontà forte di sentirci tutti “cittadini della Bassa”. Per offrire, ognuno secondo le proprie capacità e possibilità aiuto, solidarietà e vicinanza, parole delle quali solo in certi, difficili momenti si apprezza in pieno il significato. Poi la terra ha tremato ancora il 29, questa volta non solo abbattendo muri e scuotendo gli animi, ma portando anche morte nel modenese, dove si sarebbero contate 17 vittime. “Sarà dura, ma certamente ce la faremo, grazie anche alla solidarietà, grandissima, che si è messa in moto in queste giornate e che stiamo sperimentando concretamente, ogni giorno. Verrà il tempo di rimettere i mattoni uno
sull’altro: la forza e la tenacia aiuteranno e sosterranno gli animi”: erano queste le parole che usavamo un anno fa per parlare del “nostro” terremoto. Un evento a seguito del quale, come ebbe a dire l’arcivescovo mons. Lanfranchi durante la Veglia di Pentecoste a Finale Emilia, “non abbiamo vergogna a confessare il nostro bisogno reciproco di consolazione, di conforto, di speranza”. Già, il conforto e la speranza: a un anno di distanza segnato da un intenso e continuo lavoro, possiamo dire che quel conforto e quella speranza, quel bisogno di essere e sentirci comunità unita li abbiamo davvero sperimentati. Ce lo aveva ricordato anche papa Benedetto, giungendo a farci visita a Rovereto. Durante questi dodici mesi abbiamo sempre cercato di tenere alta l’attenzione sulle nostre “comunità che ripartono”, proprio grazie a quella solidarietà e a quella speranza. Oggi, in questo numero che coincide
con l’anniversario esatto del sisma, presentiamo nelle pagine interne un ampio resoconto sul cammino compiuto e cosa ha concretamente significato per tanti, da Modena come da ogni parte d’Italia, “essere prossimi” a questa nostra terra. E, per parte nostra, cosa ha voluto dire sperimentare una vicinanza che va oltre il dato puramente umano e diventa qualcosa di più; diventa comunione. Permane la consapevolezza che il percorso sarà ancora lungo, che le ferite non sono ancora rimarginate e che la solidarietà dovrà continuare a rendersi manifesta, nelle forme più varie. Rimane però, al tempo stesso, la certezza che la speranza, resa concreta in tante azioni, volti e storie che s’intrecciano, è quella salda virtù che ci consente di guardare al futuro con una sguardo non rassegnato ma, piuttosto, orientato ad una fiducia che non viene a mancare nemmeno nei momenti di prova più difficili.
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Domenica 19 maggio 2013
Solidarietà
30 anni di ragionevole follia Il Ceis di Modena spegne trenta candeline, venerdì 17 al centro Famiglia di Nazareth una giornata per ricordarlo
Giuliano Stenico, interverranno poi l’assessore al Comune di Modena, Francesca Maletti, il professor Andrea Canevaro e il professor Luigi Guerra, entrambi dell’Università di Bologna, il professor Paolo Curci dell’ateneo di Modena e Reggio e altri esperti dell’Ausl, ol-
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l Ceis, Centro di Solidarietà, nato a Modena nel 1982, ha raggruppato associazioni, cooperative ed enti che si occupano di progettare, sviluppare e gestire servizi socioeducativi e socioassistenziali negli ambiti delle dipendenze, dei minori e dell’universo dell’assistenza. Nell’ottobre 2008 nasce così il consorzio Gruppo Ceis, allo scopo di riunire sotto la stessa forma giuridica enti differenti che condividono la medesima mission, ma anche per fornire agli enti stessi uno strumento capace di rispettare le proprie autonomie nell’offrire servizi diversificati sul territorio, condividendo i valori e l’approccio di base. Gli enti che oggi costituiscono il consorzio Gruppo Ceis sono: Ceis Centro di Solidarietà, associazione Marta e Maria, Centro di Solidarietà l’Orizzonte onlus, cooperativa sociale Sole, cooperativa Sociale Elios, cooperativa sociale Ulisse, cooperativa Sociale Ceis Formazione, Villaggio del Fanciullo cooperativa sociale, cooperativa sociale Il Pettirosso, cooperativa sociale CooperiA.Ma. La mission del Gruppo Ceis è operare nel campo del disagio in tutte le sue forme, in particolare adolescenziale e giovanile, ma non solo. Gli enti appartenenti al gruppo si occupano di fenomeni quali le dipendenze, la malattia mentale, le malattie sessualmente trasmissibili, l’immigrazione e il disagio minorile. Il Gruppo si propone di diffondere ed estendere la cultura dell’accoglienza e del prendersi cura, favorendo il superamento dei pregiudizi e dell’eccessiva semplificazione o banalizzazione dei fenomeni legati al disagio, con l’obiettivo di promuoverne una corretta conoscenza e con essa il benessere complessivo della persona. Nel farlo, il Gruppo mira a costruire una rete permanente di collaborazioni tra le diverse agenzie educative quali la scuola, la famiglia e le istituzioni che gestiscono il tempo libero. L’approccio applicato è quello del “lavoro di comunità”, che si compone di diversi elementi, a partire dall’auto-mutuo aiuto e dal superamento dello schema medico paziente. Si vogliono così attivare le potenzialità degli utenti, visti come persone portatrici di risorse più che di problemi. Le dinamiche relazionali della vita comunitaria e quelle di gruppo vengono utilizzate per arricchire il trattamento, al termine del quale gli utenti vengono accompagnati in un percorso di reinserimento sociale. Particolare attenzione viene posta nell’attivazione della rete sociale degli utenti e nella realizzazione di realtà comunitarie capaci di interscambio con il territorio. Fondamentale è anche la costruzione di équipe nelle quali l’apporto dei professionisti venga integrato in modo strutturale, abbinata allo sviluppo di un sistema integrato di servizi pubblico-privato sociale.
Testimone di carità e giustizia • Giorgio Bonini*
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poche settimane dalla sua scomparsa (lo scorso 21 marzo), si è tenuto a Padova una giornata di studio e di approfondimento sulla figura di mons. Giovanni Nervo. L’iniziativa promossa dalla Fondazione Emanuela Zancan, è stata realizzata con la collaborazione di Caritas Italiana, la diocesi di Padova, il Comune di Padova e l’Università degli Studi di Padova, presso il culturale Altinate San Gaetano. Il ricordo di mons.Nervo ha fatto convenire nella città patavina moltissime persone che a diverso titolo hanno conosciuto don Giovanni od hanno collaborato in una del-
e le opportunità’); dall’area minori (‘Il fenomeno plurale e la molteplicità delle risposte’) a quella del centro studi e prevenzione (‘I contesti di apprendimento: comunità virtuale e reale’). A conclusione dei lavori, nel tardo pomeriggio, una plenaria e la discussione finale.
La storia e gli obiettivi I
0 anni di ragionevole follia: un titolo decisamente anomalo per un anniversario importante. Il Ceis, Centro Italiano di Solidarietà, soffia sulle trenta candeline e festeggia, per così dire, con un convegno che venerdì 17 maggio porta a Modena esperti del settore delle dipendenze, come pure di assistenza, prevenzione e minori, i quattro ambiti di interventi del Gruppo. Si comincia alle 9 con i saluti delle autorità, a partire da quello di mons. Antonio Lanfranchi, passando per il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, dal vice presidente della Provincia, Mario Galli e da Mariella Martini, direttore generale Ausl di Modena. Il primo intervento previsto è quello del presidente della Fondazione Ceis, padre
Un convegno per ricordare mons. Giovanni Nervo, fondatore e primo presidente di Caritas italiana
tre a volontari del Ceis. Nel pomeriggio ancora alcuni interventi, a seguire una serie di gruppi, suddivisi per esperienze: dall’area delle dipendenze patologiche (‘Nuove dipendenze: continuità ed evoluzione nella rete dei servizi’) a quella socio riabilitativa (‘I limiti
le mille iniziative da lui promosse. Il convegno è stato introdotto da mons.Giuseppe Benvegnù-Pasini, presidente della Fondazione Zancan, il quale ha dato la parola al vescovo di Padova che ha ricordato l’impegno pastorale di don Giovanni; sono seguiti gli interventi di don Francesco Soddu direttore di Caritas Italiana, dell’assessore ai servizi sociali del Comune di Padova e del Rettore dell’Università di Padova, Giuseppe Zaccaria. Racchiudere l’esperienza di mons.Nervo in una unica dimensione è praticamente impossibile. La scelta dei promotori è stata quella di offrire il ricordo della figura di mons.Nervo attraverso quattro sfaccettature che hanno rappresentato altrettante aree di impegno e di testimonianza. Una prima area di impegno è quella della giustizia e della pace. Sono intervenuti il prof. Emanuele Rossi, docente di diritto costituzionale presso la Scuola superiore S.Anna di
Pisa e Diego Cipriani di Caritas Italiana. Una seconda area era quella della Solidarietà e del volontariato, con gli interventi di Franco Piacentini, Auser Veneto e di Felice Scalvini Vicepresidente International Co-operative Alliance. Lotta alle diseguaglianza è la terza area su cui hanno portato la riflessione Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della Fish e Paolo De Stefani docente di diritto internazionale all’Università di Padova. Infine la quarta area è quella dei servizi alla persona con gli interventi di Milena Diomede Canevini, esperta di storia ed etica del servizio sociale e Livio Frattin esperto in programmazione di servizi socio-sanitari. Il pomeriggio è stato quasi interamente dedicato alle testimonianze di persone che hanno conosciuto o hanno lavorato con mons. Nervo. Sono state almeno 30 le persone che sono intervenute, offrendo ricordi e testimonianze, anche molto particolari, attraverso le quali
trapelava sempre la grandissima umanità di don Giovanni. Dai parrocchiani di S.Sofia, la comunità dove mons.Nervo fu parroco nel periodo post-conciliare; alle assistenti sociali che ebbero la fortuna di averlo come maestro e docente nella scuola di servizio sociale. Abbiamo poi avuto la testimonianza di uno dei primi obiettori di coscienza, Alberto Trevisan, che fu molto sostenuto nella sua scelta da don Giovanni. Agli amici di Caritas Italiana, don Elvio Damoli, già direttore di Caritas Italiana, a don Antonio Cecconi, già vice direttore, a don Virginio Colmegna già direttore della Caritas Ambrosiana. Non sono mancate le testimonianza di amministratori locali ed esponenti delle istituzioni, a dimostrazione della capacità di mons. nervo di dialogare ai diversi livelli, portando sempre il punto di vista dei poveri. Il convegno è stato concluso dalla riflessione di Tiziano Vecchiato attuale direttore della Fondazione Zancan. * Porta Aperta-Modena
Acli
Sostieni la ricostruzione dell’Emilia
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’è un modo per sostenere la ricostruzione che non ti costa nulla: il 5 per mille della dichiarazione dei redditi alle Acli. Con il tuo contributo nel 2012 le Acli hanno restituito le scuole e il lavoro alle città dell’Emilia colpite dal sisma. Cosa abbiamo fatto con il tuo 5x1000: 10mila euro alla scuola materna di Sorbara; 50mila euro al polo scolastico di Camposanto; 25mila euro per l’acquisto di Parmigiano terremotato; 8 tensostrutture pari a 40mq per il centro estivo e l’inizio dell’anno scolastico a San Felice. A chi andrà il tuo aiuto: al polo scolastico di Camposanto, obiettivo 100mila euro alla scuola materna di Sorbara alla diocesi di Carpi, per l’oratorio Eden e le scuole dell’istituto Sacro Cuore. Basta un piccolo gesto per continuare a ricostruire: la tua firma e il nostro codice fiscale.
Saranno famosi, estate 2013
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uMo, la Musical Arts Acedemy di Modena associata Unasp Acli, in collaborazione con D&bact Group, propone il primo campus estivo dedicato esclusivamente allo spettacolo. Magia, mimo, ventriloquia, giocoleria, clownerie, musica, canto, danza, i professionisti dello spettacolo di MuMo si mettono in gioco per far conoscere ai vostri fili alcune delle discipline di questo fantastico mondo. Il campus è destinato a bambini e ragazzi dai 6 agli 11 anni che parteciperanno a tre diversi corsi giornalieri presso la sede di MuMo in via Emilia Est 798, per complessive 20 ore settimanali, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. Il periodo di svolgimento è previsto dal 10 giugno al 9 agosto e dal 26 agosto al 13 settembre. Le iscrizioni sono aperte fino ad esaurimento posti disponibili. Non perdere tempo, i posti sono limitati! Per info e iscrizioni: tel. 059/340309, segreteria@debactgroup.it.
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Domenica 19 maggio 2013
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Primo Piano
Una voce modenese alla Marcia per la vita che domenica scorsa ha portato a Roma oltre 30 mila persone
Il popolo della vita
A “
vanti popolo della vita”. Questo il coro che domenica 12 maggio, ha animato i partecipanti della terza edizione della Marcia per la vita che a Roma ha sfilato dal Colosseo fino a Castel Sant’Angelo, per poi portare il saluto a papa Francesco. Associazioni cattoliche e non, famiglie e giovani provenienti da tutte le parti d’Italia, e del mondo, hanno marciato per le vie di Roma per “difendere i diritti di chi non ha voce”. Tra loro anche una delegazione modenese, della quale faceva parte Andrea Mazzi, dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, da sempre impegnato sul fronte della difesa della vita e contro l’aborto. Andrea, quali impressioni hai riportato dalla Marcia? La Marcia è stata una grande festa di popolo. Ci siamo trovati in 30mila, tanta gente comune, donne, giovani, bam-
Riflessioni sulla
bini, a manifestare pacificamente con bandiere, slogan e cartelli a favore della vita e di denuncia della grande violenza della società odierna verso i bambini non nati, violenza che ha portato all’uccisione di diversi milioni di bambini, di cui più di 5 milioni quelli ‘a norma di legge’ permessi dall’ingiusta legge 194. Tante erano le associazioni e i movimenti cattolici presenti, tante
Parola
“Lo Spirito Santo che il Padre manderà” (Gv 14,26)
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G.G.
iamo alla celebrazione conclusiva del mistero pasquale: la Pentecoste, il dono dello Spirito dà compimento alla Passione, Morte, Risurrezione, Ascensione di Gesù, il Figlio di Dio. Gli apostoli e chi era con loro ricevono il dono più grande, promesso da Gesù: “il Padre vi darà un altro Paraclito, perché rimanga con voi per sempre”. Già il Cristo dalla Croce aveva alitato su di loro donando lo Spirito e, quando li incontra la sera di Pasqua, “alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo”. Gesù richiama anche il ruolo dello Spirito: rimanendo con loro per sempre, insegnerà ogni cosa e “vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”. Ma è dal brano degli Atti degli Apostoli che ci viene narrato l’evento, la sera del giorno di Pentecoste. I credenti erano riuniti, stavano insieme, forse con qualche preoccupazione. Vengono investiti da segni ben percepibili: il fragore, il vento impetuoso, lingue come di fuoco… così “tutti furono colmati di Spirito Santo”. Conseguenza immediata: cominciano a parlare in lingue diverse dalla loro. E’ lo Spirito che li fa capaci di farsi comprendere da gente la più diverse, proveniente da tante regioni del Mediterraneo e del Medio Oriente. Non si tratta di parole qualsiasi, ma vengono annunciate e comprese le “grandi opere di Dio”. Ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. E’ lo Spiriti Santo a fondare e rendere possibile così l’unità tra diversi, la comunione tra credenti, la comprensione reciproca, il dialogo. In ultima analisi il volersi bene, l’amore. Proprio il contrario di quanto avvenne - così racconta il Libro della Genesi - agli uomini accaniti a superare Dio con la costruzione della Torre di Babele: lì ebbero inizio le divisioni, non si fu più capaci di pensare, di vivere insieme… I credenti, così afferma Paolo nella Lettera ai Romani, sono abitati dallo Spirito. E’ questa presenza che dona una vita nuova, la condizione straordinaria di Figli di Dio. Non più schiavi, ma figli adottivi, resi capaci di rivolgersi a Dio come ad un Padre, tanto da chiamarlo “Abbà!”, papà.
anche le delegazioni straniere. La Marcia è terminata in San Pietro, dove papa Francesco ci ha salutato calorosamente, invitando tutti a “mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento”. Perché le gente è scesa in piazza? Un grandissimo numero di italiani non ha mai condiviso la legalizzazione dell’aborto, e la sua banalizzazione, il fatto che l’embrione sia trattato come una cosa e non come uno di noi. Tanti sentono profondamente l’ingiustizia di 320 giovani vite spezzate dall’aborto tutti i giorni. Ma era difficile manifestare pubblicamente questo: per la cultura dominante, infatti, la legge 194 è una buona legge e chi pensa che l’aborto sia un’ingiustizia viene additato come persona retrograda, bigotta, nemica delle donne. La novità è che ora le persone hanno capito che un cambiamento a questo stato di cose non può venire che da noi stessi, dal dire pubblicamente che noi non accettiamo tutto questo. Se i diritti dei bambini non nati sono calpestati, se tantissime donne soffrono per un aborto, è perché nessuno dice niente, per l’indifferenza e la paura di schierarsi. Diceva Edmund Burke: “Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male, è che gli uomini di bene non facciano nulla”, e questo è molto vero in questo caso! Il cambiamento non può venire dai politici o dagli opinion maker a cui la voce dei più deboli non arriva. Il popolo pro life, che fino ad oggi ha sempre manifestato un certa ritrosia a compiere dei gesti forti, ha capito che occorre scendere in piazza e metterci la faccia. Ha visto che negli anni scorsi sono nate marce per la vita in tante capitali mondiali: Washington, Parigi, Bruxelles, Madrid… a cui partecipano centinaia di migliaia di persone, ma mancava ancora un
evento simile a Roma. Tutte queste cose sono ora venute a maturazione, e hanno fatto sì che un’iniziativa promossa da due piccole associazioni (Famiglia Domani e Movimento europeo per la difesa della vita) abbia avuto un’adesione così forte e in crescita anno dopo anno.
di un popolo che non si arrende e vuole far prevalere i diritti di chi non ha voce sulla logica dell’utilitarismo e dell’individualismo esasperato, sulla legge del più forte” e che chiede di affermare la sacralità della vita umana e perciò la sua assoluta intangibilità dal concepimento alla morte naturale, senza alcuna eccezione, alcuna condizione, alcun compromesso, Inoltre, di combattere contro qualsiasi atto volto a sopprimere la vita umana innocente o ledere la sua dignità incondizionata e inalienabile.” Come si lega la Marcia con la campagna europea “Uno di noi” per garantirte la tutela giuridica dell’embrione che sta vedendo la mobilitazione di tante persone in numerose
tra importante iniziativa dal basso per chiedere alle istituzioni europee, che in diverse occasioni si sono distinte per l’impegno per i cosiddetti “diritti riproduttivi”, a scapito di quelli del bambino nel grembo, di cambiare rotta. Se si raggiungerà il milione di firme richiesto, in base ai regolamenti Ue la Commissione Europea dovrà ascoltare in audizione i promotori dell’iniziativa e il Parlamento Europeo dovrà discutere la proposta di legge. La scienza lo ha accertato da tempo che un embrione è un essere umano, ogni genitore lo sa, lo capisce anche un bambino. Eppure sono ancora in tanti, legislazioni e i tribunali, nazionali e internazionali, che si arrampicano sugli
Quali erano, in ultima analisi, gli obiettivi dell’iniziativa? Scopo della Marcia era quello di manifestare “l’esistenza
parrocchie anche della nostra città e provincia? La raccolta firme ‘Uno di Noi’, che sta proseguendo fino a novembre 2013, è un’al-
specchi per negare l’evidenza. Iniziative come la marcia e la raccolta di firme vogliono accelerare questo riconoscimento.
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Diocesi
Tre giorni pastorale: dal 3 al 5 giugno si progetta il cammino diocesano per l’anno 2012-2013
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i svolgerà dal 3 al 5 giugno al centro Famiglia di Nazareth la tre giorni pastorale sul tema “La trasmissione della fede oggi - Vi ho trasmesso ciò che ho ricevuto. Quali le priorità spirituali e pastorali per la nuova evangelizzazione?”. Come è oramai tradizione nella nostra Diocesi, rivolgiamo a tutti i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, i laici impegnati nelle nostre parrocchie e nella vita della Chiesa, i rappresentanti delle associazioni e dei movimenti, l’invito a partecipare alla tre giorni di programmazione per il prossimo anno. Due sono le coordinate alle quali vorremmo ispirarci per il prossimo biennio pastorale: - Ci avviamo al termine dell’anno dedicato alla Fede; alla luce del Sinodo dei Vescovi
La trasmissione della fede oggi dell’anno scorso, al centro della vita della Chiesa è stata posta l’urgenza per una nuova evangelizzazione. - Nel decennio dedicato dalla Chiesa Italiana all’educazione, seguendo i cinque ambiti che il Convegno Nazionale di Verona ha suggerito come prioritari nel cammino pastorale, vorremmo occuparci dell’ambito della trasmissione della fede, dopo il primo biennio dedicato all’ambito del lavoro e della festa. L’obiettivo che ci diamo nella tre giorni è il seguente: ad un’analisi dell’attuale contesto ecclesiale sulla condizione della fede delle nostre comunità cristiane, individuare dei percorsi spirituali e quindi pastorali per riscoprire la vocazione/missione della Chiesa di educare alla fede. Durante l’anno pastorale verrà dato rilievo al processo di beatificazione di Rolando Rivi, che sarà celebrato sabato 5
ottobre con attenzione al tema vocazionale, e all’indizione del-
la Visita Pastorale dell’Arcivescovo.
L’inizio di ogni giornata sarà alle 9.30, puntuali, presso l’auditorium del Centro Famiglia di Nazareth, con la preghiera dell’Ora Media e la riflessione biblica guidata dal nostro Arcivescovo. Lunedì 3 giugno la Relazione di apertura della tre giorni sarà tenuta da S.E. Mons. Nikola Eterovich, Segretario dell’ultimo Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione. La mattinata del secondo giorno sarà dedicata interamente ai lavori di gruppo . Il terzo giorno sarà dedicato alla sintesi dei lavori di gruppo, con possibilità di alcuni interventi in aula e, alla conclusione, il nostro Arcivescovo traccerà alcune linee di programmazione in merito al nuovo anno pastorale. Sarà possibile, al termine di tutte e tre le mattinate, concludere insieme con il pranzo comunitario presso il Centro Famiglia di Nazareth.
Diaconi
Rinnovo del Consiglio Diaconale e dei responsabili
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lla scadenza statutaria (quattro anni) del Consiglio Diaconale Mons. Lanfranchi ha, con suo decreto in data 1 maggio 2013, nominato il nuovo Consiglio che risulta, secondo statuto, così composto: quattro membri, eletti dai diaconi stessi, sono i diaconi Marcello Barbieri, Bruno Chiarabaglio, Andrea Frascaroli, Marcello Gemma; due membri, i diaconi Paolo Buldrini e Giancarlo Cer-
ri, di nomina vescovile; i diaconi Claudio Barbari e Mimmo Ferrari, membri di diritto; segretario il diacono Pierluigi Maselli. Il Consiglio Diaconale, costituito in diocesi già dal gennaio 2001, ha un significato analogo al Consiglio Presbiterale per i preti. Auspicato dal Direttorio della Congregazione per il clero del 1998, ha lo scopo di programmare, coordinare, verificare il ministero diaconale (discernimen-
to, formazione, esercizio del ministero) e favorire la fraternità sacramentale tra i diaconi. Nell’occasione, Mons. Arcivescovo, venendo incontro al desiderio di alcuni interessati che svolgevano il servizio da tempo, ha deciso il rinnovo degli incarichi dei responsabili e insieme al suo Consiglio Episcopale ha nominato responsabile della formazione permanente dei diaconi e moderatore del Consiglio
diaconale il diacono Claudio Barbari; responsabile per la formazione degli aspiranti e dei candidati diaconi una équipe formata dai diaconi Mimmo Ferrari, Egidio Iotti, Francesco Melandri; responsabile per la formazione degli accoliti diacono Luca Malmusi; responsabile per la formazione dei lettori diacono Carlo Cantini; responsabile per la formazione dei Ministri Straordinari della distribuzione
Catechisti
Per il pellegrinaggio a Roma • don Luca Palazzi
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n occasione dell’Anno della fede, il Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, ha organizzato la giornata dei catechisti, che si svolgerà a Roma il 28-29 settembre 2013. Per le diocesi italiane è stato stabilito, in accordo con il Pontificio Consiglio, che l’iscrizione dei partecipanti passi attraverso gli Uffici Catechistici Diocesani (UCD) e da questi all’Ufficio Catechistico Nazionale (UCN). Pertanto, è stato approntato un modulo di iscrizione (la scheda è stata inviata via mail a parroci e parrocchie insieme al
programma completo del viaggio). Chi, come parrocchia o vicariato, è intenzionato a partecipare a questo evento, è invitato a compilarlo e a consegnarlo o inviarlo per posta elettronica all’Ufficio Catechistico Diocesano (V. S. Eufemia 13 a Modena, info@ucdmodena.it) che si incaricherà di inoltrarlo all’Ufficio Catechistico Nazionale. Tutte le iscrizioni devono essere inviate all’UCN entro e non oltre il 15 giugno 2013. Sarà cura dell’UCN fornire per tempo le informazioni utili per quanto riguarda pass di entrata, dislocazione dei gruppi partecipanti, luoghi di parcheggio dei pullman.
Per quanto riguarda il pernottamento dei gruppi partecipanti, l’Ufficio Catechistico Nazionale non ha predisposto nessuna iniziativa né proposta per alloggiare a Roma nei giorni del pellegrinaggio. L’iniziativa è lasciata alle parrocchie o alle Diocesi che desiderano partecipare. L’Ufficio Catechistico di Modena in collaborazione con l’Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi sta predisponendo un pacchetto per 50 partecipanti (un pullman) comprensivo di viaggio e pernottamento presso casa per ferie e pass per gli eventi legati al pellegrinaggio. Ricordiamo pertanto, an-
cora una volta, che chiunque desideri iscriversi al pellegrinaggio, a prescindere dalla modalità attraverso la quale si organizza il viaggio, deve necessariamente iscriversi attraverso la scheda allegata e da fare pervenire all’Ufficio Catechistico Diocesano (info@ ucdmodena.it) entro il 13 giugno. Per ulteriori informazioni potete contattare l’Ufficio Catechistico Diocesano: 059/2133850 (lunedì-venerdì, dalle 9 alle 12) oppure consultare il sito del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione: www.annusfidei.va, o quello dell’Ufficio Catechistico Nazionale: www.chiesacattolica.it/ucn.
della Comunione diacono Massimo Greco. Don Paolo Losavio, Vicario episcopale per il diaconato e i ministeri, dando tale comunicazione, ha augurato a tutti un buon lavoro a servizio della preziosa promozione ministeriale della Chiesa modenese, invocando per essa la benedizione del Signore.
Agenda della
Diocesi
Martedì 21 maggio ore 18 al CFN Credo la Vita eterna ore 21 alla CDR Da quel giorno rimasero con lui Formazione per giovani over 18 Domenica 26 maggio a Montegibbio Sulla misura del cuore del Signore
Agenda del
Vescovo
Domenica 19 maggio ore 11 in Cattedrale ore 17 a Corlo Celebrazione della Cresima Dal 20 al 24 maggio a Roma Assemblea dei Vescovi Sabato 25 maggio ore 9 a Fiorano Celebrazione eucaristica per le Religiose della diocesi ore 20.30 al Santuario della Sassola Celebrazione eucaristica e processione Domenica 26 maggio ore 11 a Magreta Celebrazione della Cresima
Ufficio Famiglia
Credo la Vita Eterna • Giovanni e M. Pia Rompianesi
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olgere il pensiero a Maria, stare un po’ con lei, spalanca orizzonti di bellezza “altra”, di purezza e bontà che portano in alto lo sguardo. Al ricordo dei suoi sì il cuore si colma di gratitudine e di amore. Diventa più facile allora, percepire il suo sguardo materno che veglia ed accompagna i nostri passi nei sentieri spesso impervi della vita. Chi meglio di lei può capire un evento incomprensibile e drammatico come la scomparsa di un figlio? Lei che ha sentito l’alito gelido della morte farsi vicino, lei che impotente si è vista ghermire crudelmente chi più amava! Maria nostro porto sicuro, pioniera di umiltà e di fiducia in Dio, faro di fortezza
e perseveranza, messaggera di speranza, Maria la cui povertà e privazione si muta in gioia e gloria eterna. Nelle struggenti nostalgie, nelle dolorose solitudini che il lutto semina negli animi e nelle famiglie, lei è presente, vicina. Nelle incolmabili perdite, nella paura che tutto sia finito e perduto, è al nostro fianco! Vogliamo pregarla, contemplarla e lasciarci condurre alla Risurrezione, nel Rosario Meditato di martedì 21 maggio alle 18 al Centro Famiglia di Nazareth, arricchito dalla preziosa testimonianza di una coppia che sta vivendo l’esperienza della morte del proprio figlio. Sarà inoltre possibile confessarsi. Seguirà l’Eucaristia celebrata da Mons. Sergio Casini durante la quale i presenti potranno ricordare i propri cari defunti .
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Domenica 19 maggio 2013
Un nuovo inizio Sabato 18 maggio, alle ore 21, la solenne veglia diocesana di Pentecoste a San Felice, animata da associazioni e movimenti
piazza della Rocca. Attraverso quattro stazioni della via lucis, ripercorreremo i sentieri della
traverso la voce degli scout dell’Agesci, il racconto delle donne al sepolcro. Le pietre
• don Stefano Violi
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abato 18 maggio alle ore 21, a un anno dal sisma, i luoghi della distruzione del terremoto tornano ad essere i luoghi della comunione. Rispondendo all’invito del vescovo mons. Antonio Lanfranchi, la comunità diocesana si riunirà in preghiera a San Felice per invocare una nuova Pentecoste sulla nostra città. Il punto di partenza della veglia itinerante, animata da associazioni e movimenti, sarà la
Domenica 26 maggio una colletta diocesana per le comunità più colpite
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’ passato un anno dal terremoto che ha sconvolto l’Emilia Romagna, che
resurrezione attraverso le strade del centro storico di San Felice. La processione, animata dal Rinnovamento nello Spirito, si snoderà in quattro stazione. Nella prima risuonerà, at-
crollate, illuminate dalla fede, diventano pietre rotolate dai nostri sepolcri. C’è una vita nuova che deve rinascere dalle doglie delle nostre tragedie… Nella seconda stazione i ra-
ha messo a dura prova i paesi della Bassa, le nostre comunità cristiane, le famiglie, gli imprenditori, i posti di lavoro già precari. E’ passato un anno. Un anno di solidarietà, di vicinanza, di sostegno, di scelte
di “presa in carico”, di voglia di ricostruire, di non arrendersi, di testimoniare che credere è anche far nascere e custodire le relazioni, valorizzare i gemellaggi, sognare insieme perché la carità si faccia inventiva. Un
Terremoto, un anno dopo
La bellezza di seguire il Signore
gazzi del Csi ci faranno riflettere sulla corsa di Pietro e Giovanni al sepolcro. Proprio attraverso la corsa si possono dischiudere inediti orizzonti di vita e di fede! Nella terza stazione, attraverso la spiritualità dei Focolarini, seguendo i passi della Maddalena, usciremo dalla solitudine del sepolcro verso l’unità: “Vai a dire ai miei fratelli”. La nuova struttura del Comune, come il Cenacolo, raccoglierà la processione intorno al Vangelo della Pentecoste commentato dal vescovo Antonio. Il momento conclusivo ci orienterà verso la missione: accompagneremo insieme il vescovo sul luogo della nuova chiesa di San Felice per la benedizione della prima pietra, segno di un nuovo inizio di comunione e missione. Siamo poi tutti invitati al momento di convivialità preparato dalla parrocchia di San Felice. Vi aspettiamo tutti, in attesa della Pentecoste!
l titolo è “La bellezza di seguire il Signore Gesù” ed è un libretto che, in una ventina di pagine, presenta 11 profili di modenesi, uomini e donne di tutte le età che, “per fede, nel corso dei secoli - recita sempre l’intestazione dell’opuscoletto – hanno confessato la bellezza di seguire il Signore”. Don Luigi Lenzini, parroco di Crocette ucciso a guerra terminata il 21 luglio del 1945; don Guido Vigarani, responsabile dell’archivio capitolare del Duomo di Modena; l’insegnante elementare Maria Alessandra Medici; lo studente Emer Mezzanotte, la beata suor Maria Rosa di Gesù, francescana missionaria di Cristo,; Giovanna Zanelli, presidente dell’Unitalsi; il seminarista Luigi Berselli; il giornalista e direttore di Nostro Tempo Nelio Bertazzoni; Marco Pasini, progettista di automazioni industriali; il giovane ingegnere Giulia Barbi e don Sergio Ronchetti, per anni penitenziere in Duomo a Modena. Sono questi i nomi che l’opuscolo presenta offrendo testimonianza del loro essere cristiani nella professione, nella vita pubblica, nell’esercizio dei carismi e dei ministeri ai quali furono chiamati. L’opuscolo, allegato a questo numero di Nostro Tempo, è disponibile anche presso le principali parrocchie in città e presso il monastero di Baggiovara, oltre che in occasione della celebrazione della Veglia diocesana di Pentecoste a S.Felice sabato 18 maggio.
po’ i riflettori si sono spenti, ma non è venuta meno l’attenzione di tante persone e comunità e gruppi che in silenzio continuano a farsi prossimo, continuano a testimoniare che Dio è accanto all’uomo nella sua storia, nel suo quotidiano, come lo è stato un anno fa, come continua ad esserci giorno per giorno. Quel pane spezzato che si offre a noi e continua ad offrirsi a noi ogni domenica nell’Eucarestia ci chiede di spezzare lo stesso pane con i fratelli: pane del cam-
mino, pane della condivisione, dell’accoglienza, della gioia, della fede, della consolazione, dell’amicizia, della solidarietà, del perdono. A un anno dal sisma, scegliamo di riproporre, in tutte le parrocchie della nostra diocesi, una colletta per le nostre comunità colpite più gravemente dal sisma: domenica 26 maggio 2013. E’ un modo per far sentire che ci siamo e non le abbandoniamo. E’ un modo, insieme a tanti altri che la carità cristiana ci suggerisce. Vorremmo unirci
Un libretto, allegato a questo numero di Nostro Tempo, presenta 11 profili di modenesi che hanno testimoniato la fede
I
Sisma: un anno dopo Dove offrire R
Preghiere dei fedeli per domenica 26 maggio
L
“
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a tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza”: ti preghiamo, Signore per le comunità della Bassa colpite dal terremoto. Ad un anno di distanza da quell’evento che ci ha messo duramente alla prova ti chiediamo di riversare nei nostri cuori il tuo amore di Padre per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato, perché aumenti la fede di ciascuno, ravvivi la speranza, accresca la carità, preghiamo. Guida, Signore, i cuori e le menti di coloro che hanno responsabilità amministrative e di governo, perché possano essere illuminati dalla tua Sapienza per scegliere, a favore dei territori colpiti dal terremoto, politiche adatte ed efficaci di ricostruzione e rinascita e perché in tutti sia vivo il senso di responsabilità per il bene comune, la pace e l’aiuto reciproco, preghiamo. Tu conosci, Signore, che non siamo capaci di portare il peso di molte cose; mandaci il tuo Spirito di verità, perché ci guidi a tutta la verità e ci introduca nel tuo mistero di amore, preghiamo.
a voi in preghiera, in particolare nella domenica della festa della Santissima Trinità , ricordando le parole dell’Apostolo che ascolteremo nella Liturgia: “Ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5,35).
icordiamo tutti i conti correnti presso cui è possibile effettuare donazioni: 1) Banco Popolare Società Cooperativa srl - Sede Modena c/c intestato: ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLA - CARITAS DIOCESANA CORSO DUOMO 34 - 41121 MODENA IBAN: IT 25 X 05034 12900 000000004682 2) Unicredit Banca - Sede Modena c/c intestato: ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLA Corso Duomo 34 41121 Modena IBAN: IT 35 Z 02008 12930 000003106219 3) Banca Popolare dell’Emilia Romagna - Sede Modena c/c intestato: ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLA - CARITAS DIOCESANA Corso Duomo 34 41121 Modena IBAN: IT 89 B 05387 12900 000000030436 4) Banca Etica - Filiale di Bologna c/c intestato: ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLA - CARITAS DIOCESANA Corso Duomo 34 41121 Modena IBAN: IT 72 X 05018 02400 000000503060 5) BancoPosta C/C N.17329418 intestato: CURIA ARCIVESCOVILE MODENA Corso Duomo 34 41121 Modena IBAN: IT 61 M 07601 12900 000017329418 La seguente causale è obbligatoria: colletta “Sisma: un anno dopo”. Per qualsiasi informazione è possibile rivolgersi a Caritas Diocesana nei numeri: 059/2133847; 059/2133846; 3386561854, o scrivere a: caritas@modena.chiesacattolica.it.
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NostroTempo
Domenica 19 maggio 2013
Terremoto, un anno dopo
Le azioni promosse dalla Caritas modenese a sostegno delle comunità della bassa colpite dal sisma nel maggio 2012
Caritas diocesana: un anno di aiuti in 11 mosse
1. Il coordinamento diocesano presso le zone terremotate
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seguito della prima scossa di terremoto del 20 maggio 2012, la Caritas diocesana è stata immediatamente chiamata a essere presente in loco, sostenuta dalla Caritas italiana e dalla Delegazione regionale Caritas. Pur nell’incertezza e nella confusione ingenerata da un evento così drammatico, la Caritas diocesana si è attivata proponendo alle parrocchie/Caritas parrocchiali di ritrovarsi con un appuntamento settimanale da tenersi in loco. Questo gruppo, nato informalmente e a cui hanno partecipato abitualmente circa 20 persone, ha riunito gli operatori delle Caritas parrocchiali operative in zona, ovvero quelle di Finale Emilia, Massa Finalese, San Felice sul Panaro, Camposanto, Medolla e Cavezzo. Questo appuntamento è stato dedicato a - confrontarsi sull’evolversi della situazione nelle comunità, cercando di far luce sui bisogni emergenti di volta in volta; - condividere buone prassi, idee, progetti comuni, favorendo scambi tra le persone sia dal punto di vista teorico che pratico; - mettere in comune risorse e opportunità; - conoscersi tra realtà vicine dello stesso vicariato; - coordinarsi tra Caritas parrocchiali e Caritas diocesana; - promuovere momenti formativi. Questo luogo si è informalmente denominato Coordinamento diocesano per il terremoto e gli operatori si sono incontrati, anche con la rappresentanza dei parroci, da maggio a ottobre ogni mercoledì pomeriggio per lo più a San Felice e Medolla (si è osservata solo una pausa estiva di due settimane). Le attività delle Caritas parrocchiali in questo periodo hanno riguardato: ● distribuzione di generi alimentari e generi di prima necessità (compreso tende e materiali da campeggio); ● aiuti economici per famiglie in difficoltà; ● visite a domicilio di anziani, malati, disabili, famiglie isolate... ● ascolto ● promozione attività di animazione. Complementare a questa at-
tività di incontro di gruppo, nei mesi estivi sono state svolte periodicamente visite alle singole parrocchie per approfondire meglio le situazioni e i bisogni espressi. A ottobre l’incontro settimanale è stato sospeso per consentire agli operatori delle Caritas parrocchiali di frequentare un corso di formazione organizzato tra ottobre e novembre, su richiesta delle stesse parrocchie (si veda più avanti). Dopo il corso di formazione svoltosi a ottobre, le Caritas parrocchiali hanno ricevuto mandato di dedicare un congruo periodo di riflessione per individuare le piste di lavoro futuro per il proprio gruppo, non più quindi agendo e lavorando sull’emergenza, ma ponendosi alcuni obiettivi da perseguire nell’anno pastorale in corso. D’accordo con il vicario foraneo don Roberto Montecchi e i parroci, ci si è nuovamente incontrati il giorno 12 dicembre a Rivara, per fare il punto sulle prospettive emerse e dare seguito ai lavori; in questa sede si è avviato un percorso per la costituzione di un Consiglio Caritas vicariale; non più quindi un coordinamento nato per affrontare un’emergenza, ma un luogo stabile ove condividere, riflettere, pregare e lavorare insieme. Per il lavoro futuro delle Caritas parrocchiali del vicariato il vicario ha espresso queste sottolineature: 1) stile di vita: promuovere nello stile di vita dei volontari un’attenzione alla preghiera e un ascolto di tipo evangelico, nella consapevolezza che il servizio svolto è inserito nella comunità parrocchiale; tali attenzioni potrebbero essere al centro della formazione vicariale. 2) atteggiamento degli operatori: in qualità di operatori essere segni e portatori di speranza, persone gioiose e serene; 3) operatività: cercare di non cadere nell’eccesso di professionalizzazione e di organizzazione, con l’attenzione che il “fare bene” non sostituisca il “fare con carità”. A queste, la direttrice ha aggiunto due orientamenti per i lavori del prossimo periodo (inverno/primavera 2013) 1) attività di formazione (anche spirituale): proseguire
l’attività di formazione iniziata a ottobre/novembre, soffermandosi nei prossimi mesi sul tema della relazione di aiuto. 2) analisi dei bisogni e delle risorse nei rapporti tra Caritas parrocchiali e Caritas diocesana: si propone di sentirsi con una certa continuità per monitorare le esigenze delle Caritas (es. generi alimentari, …) e cercare, quando possibile, di reperire le risorse necessarie. La Caritas diocesana ha anche convocato due appuntamenti con un coordinamento allargato, con l’obiettivo di condividere con altre realtà diocesane o vicine alla diocesi la situazione delle zone terremotate per condividere progettazioni, avviare relazioni, mettere in comune le risorse disponibili. In questi momenti sono stati coinvolti la Pastorale giovanile, il Banco alimentare, il Centro sportivo italiano, l’incaricato della diocesi per gli aiuti Agea, associazione Animatamente, Agesci, progetto Insieme, Fism; con essi è stato fatto il punto della situazione delle comunità sulla base della raccolta dei bisogni da parte dei parroci e delle Caritas parrocchiali della Bassa e si è provato a dare risposte attivando i canali offerti da ciascuno.
2. Rapporti con Caritas italiana e Delegazione Caritas Emilia Romagna
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’azione della Caritas diocesana è stata sostenuta e si è coordinata sia con la Caritas Italiana, presente fin dai primi giorni dopo le scosse, che con la Delegazione Caritas dell’Emilia-Romagna. Caritas italiana, infatti, in collaborazione con la Caritas ER, ha da subito fissato un punto di riferimento stabile, dapprima a Finale Emilia poi a Mirandola(dove è stata posta una struttura atta a ospitare un Centro di coordinamento), all’interno del quale sono stati presenti stabilmente per alcuni mesi due operatori di Caritas italiana e due operatori della Caritas regionale. Dal mese di settembre gli operatori sono rimasti due, uno per Caritas italiana, Mario Attaccapà, deputato a seguire i lavori dei centri di comunità, e uno per la Caritas regionale, Luca Manfredini, deputato a seguire i progetti di Caritas ER. Sono stati svolti diversi incontri di coordinamento tra le Caritas coinvolte e Caritas italiana, che si è recata nei luoghi del sisma attraverso la presenza del direttore don Francesco Soddu e sotto il coordinamento di don Andrea La Regina, presente spesso sul territorio assieme ai tecnici Marcello Pietrobon, Piero Rinaldi, Mario Attacca-
pà. In particolare ricordiamo i seguenti appuntamenti: ● 22 maggio: incontro a Finale Emilia con direttori e operatori delle Caritas Emiliano-Romagnole; ● 6 giugno: incontro a Carpi con i direttori delle Caritas colpite; ● 28 giugno: incontro a Bologna con i vescovi e i direttori con a tema la collocazione dei centri di comunità; ● 4 settembre: incontro a Bologna con a tema il prestito della speranza; ● 5 ottobre: incontro a Modena con i vescovi, i direttori e gli operatori delle Caritas colpite. Gli incontri sono stati dedicati a fare il punto della situazione dei bisogni e delle necessità delle Diocesi colpite cercando di mettere in luce progettazioni e interventi realizzabili. La Caritas italiana, alla luce delle esperienze passate, ha proposto la costruzione di Centri di comunità, strutture multifunzionali a servizio della vita parrocchiale e della comunità, che possono ospitare le celebrazioni, le attività parrocchiali, diverse forme di ritrovo. Sono sette i centri di comunità in via di realizzazione, almeno uno per ogni unità pastorale a cui si aggiunge quello di Stuffione per l’unità pastorale di Ravarino.
La Caritas regionale ha cercato di farsi prossima alle diocesi colpite, non solo mettendo a disposizione operatori, ma confrontandosi all’interno della Delegazione per progettare attività condivise a servizio delle comunità terremotate. Sono stati svolti due incontri nell’estate ed è stato dedicata una mezza giornata di lavoro nella Due giorni di programmazione di Imola, il 25 e 26 settembre 2012. A fianco degli operatori di Caritas italiana sono stati affiancati dapprima due operatori (fino a fine agosto), poi un operatore che in loco svolge un sostegno alle parrocchie terremotate, gestisce un magazzino interdiocesano e il Centro di coordinamento della Caritas italiana ed è a supporto delle Caritas diocesane colpite. Allo stesso tempo, la Caritas Regionale ha promosso un gruppo di lavoro tra operatori delle diverse Caritas diocesane per un confronto stabile sui piani di intervento. Tale gruppo si è incontrato nelle seguenti date: 1 agosto 2012, 10 settembre 2012, 3 dicembre 2012, 14 gennaio 2013, 1 marzo 2013. Per la Caritas diocesana di Modena partecipano, oltre alla direttrice, Paolo Rabboni e Serena Muracchini (ha partecipato anche Nicole Bedetti nei mesi estivi/autunnali).
NostroTempo
Domenica 19 maggio 2013
3. Il reperimento ditensostrutture, tende e container
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no dei primi bisogni emergenti ha riguardato il reperimento di strutture temporanee che potessero sostituire le sedi abituali di celebrazioni, ritrovi e opere parrocchiali, rese inagibili dal sisma. Pertanto l’ufficio, nelle prime fasi, si è occupato di recuperare, attraverso donazioni o attraverso noleggi e acquisti, strutture con cui far
CONTAINER Parrocchia
CAMPOSANTO (1) CAVEZZO (4)
fronte a quanto sopra, quali tensostrutture, container, tendoni, ecc.. Con tali strutture si è potuto provvedere: - alla celebrazione eucaristica per i mesi estivi (e in alcuni casi non solo per l’estate); - ad avere sedi per riunioni, ritrovi, appoggi per i centri estivi, attività sociali e ricreative;
Uso
MASSA FINALESE (3)
MEDOLLA (4)
- a necessità di ricevere e immagazzinare materiali, beni di prima necessità, ...; - a fissare punti di ascolto delle persone da parte del parroco e della Caritas parrocchiale. Di seguito l’elenco dei container e delle tensostrutture giunte alle parrocchie tramite la Caritas Diocesana:
parroco (sagrestia 6x2mt)
comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)
Caritas parrocchiale (ufficio 9x3mt)
offerto da azienda Pan Urania di Firenze (tramite ass. “Il mondo una famiglia” di Savignano)
comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)
Caritas parrocchiale (magazzino 6x2mt)
FINALE EMILIA (2)
Terremoto, un anno dopo
Ente fornitore
parroco (sagrestia 6x2mt)
Phoenix International srl (segnalata da Rock No War)
Caritas parrocchiale (magazzino 6x2mt)
Phoenix International srl (segnalata da Rock No War)
parroco (sagrestia 6x2mt)
comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)
parroco (ufficio 6x2mt)
comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)
Caritas parrocchiale (magazzino 9x3mt)
offerto da azienda Pan Urania di Firenze (tramite ass. “Il mondo una famiglia” di Savignano)
scuola materna (ufficio 6x2mt)
Caritas parrocchiale (magazzino 6x2mt)
euro 1100 per trasporto euro 1573 per acquisto + 302,50 per trasporto
euro 1573 per acquisto
comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)
Caritas parrocchiale (ufficio 6x2mt)
comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)
Caritas parrocchiale (magazzino 6x2mt)
comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)
Caritas parrocchiale (magazzino 6x2mt per famiglia)
Phoenix International srl (segnalata da Rock No War)
Centro Don Bosco (magazzino)
offerto da Saima Avandero
Caritas parrocchiale S. Biagio(magazzino)
offerto da Saima Avandero
parroco (ufficio)
Caritas parrocchiale S. Biagio(magazzino) Caritas parrocchiale (ufficio 6x2mt)
Costi per Diocesi
comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)
Caritas parrocchiale (magazzino 12x2mt per famiglia) Phoenix International srl (segnalata da Rock No War)
SAN FELICE (5)
7
euro 2783 per acquisto + 423,50 per trasporto
euro 1573 per acquisto + 302,50 per trasporto
offerto da Saima Avandero offerto da Saima Avandero
Box&Box (segnalata da Ufficio Tecnico Curia)
euro 3.084,29 per acquisto e trasporto
Il Comune di San Felice ha donato alla parrocchia un container per la sagrestia di Rivara. Totale spese a carico della diocesi: 13.714,79 euro.
TENSOSTRUTTURE Parrocchia
CAVEZZO (1)
FINALE EMILIA (1)
MASSA FINALESE (2) MEDOLLA (1) SAN FELICE (3)
Uso
chiesa/centro estivo
chiesa
chiesa
Ente fornitore
parrocchia Cles (tramite parr. Vignola)
Riferimento
don Gaetano Popoli
prestito per alcuni mesi
don Marco Mori diocesi Brescia
prestito
ditta Bresciani
ditta Pagode
Cristina Cavani
chiesa Villafranca
ditta Bresciani
don Marco Mori diocesi Brescia
chiesa San Felice
chiesa San Biagio
SAN PROSPERO (1)
centro estivo
RAVARINO
Stuffione
ditta Eurotend Mantova
parrocchia Magreta
ditta Rasero Asti
ditta Bresciani
offerta
don Roberto Montecchi
centro estivo
chiesa Rivara
Costi
prestito prestito
prestito
don Marco Mori diocesi Brescia
prestito
prestito
4. Incrocio disponibilità e richieste: ospitalità, generi di prima necessità, volontariato
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empre in coincidenza con l’evento e nei mesi immediatamente successivi, all’Ufficio della Caritas Diocesana sono giunte una grande quantità di offerte di aiuto di varia tipologia; possiamo affermare di essere stati testimoni dell’attenzione e della generosità di tantissime persone singole, di associazioni, di molti gruppi e di enti di diversa appartenenza, che si sono rivolti alla Caritas diocesana per poter, in diverso modo, mettere a disposizione qualcosa, sia in termini di beni materiali che di risorse di volontariato. Tali attenzioni hanno quasi messo in difficoltà gli operatori dell’ufficio che hanno faticato a gestire una tale imponente mole di offerte. Nel periodo estivo (dal 20 maggio a fine agosto) abbiamo registrato più di 230 offerte, di vario
genere, che si possono macroscopicamente suddividere nelle seguenti tipologie: - offerte di beni materiali, soprattutto tende e generi di prima necessità; - offerte di ospitalità sia presso abitazioni sfitte della restante parte della provincia di Modena, sia in altre province/regioni d’Italia; - offerte in denaro da devolvere a progetti specifici o più in generale per la colletta diocesana a favore delle comunità colpite; - disponibilità ad attività di volontariato nei mesi estivi per centri estivi, animazione bambini, doposcuola, campi, lavori manuali, sostegno alle Caritas parrocchiali. Oltre a queste quattro grandi aree, le disponibilità che ci sono giunte hanno oltrepassato l’immaginario. Rispetto a questa area di lavoro,
l’Ufficio della Caritas Diocesana si è occupato di: - incrociare domanda e offerta laddove possibile; - mettere in contatto chi ha svolto raccolte alimentari con il magazzino interdiocesano a Finale Emilia per garantire il flusso di alimenti e generi di prima necessità presso le parrocchie; - orientare i donatori; - fare proposte di volontariato sulla base dei bisogni emergenti e nelle attività proposte dalle Caritas parrocchiali e dal Tavolo per l’Animazione estiva (si veda a pagina 8). Si sottolineano alcune esperienze significative: - la costituzione di un gruppo di 8 volontari per lo più di Modena o della Pedemontana che durante l’estate si è reso disponibile per un’attività di supporto ai volontari della Caritas di Cavezzo nella di-
stribuzione alle famiglie. Dopo un incontro di conoscenza e di informazione, i volontari hanno costituito delle coppie che, a turno, accompagnavano i volontari della parrocchia a far visita alle persone/famiglie nei diversi quartieri di Cavez-
zo e nelle campagne, per un momento di ascolto/socializzazione e per portare un aiuto materiale. Questa attività si è protratta per tutta l’estate per concludersi con un momento di ritrovo insieme a settembre. - Il coinvolgimento di gruppi parrocchiali o appartenenti a associazioni/movimenti nell’animazione dei centri estivi; sono stati organizzate turnazioni settimanali che prevedevano l’apporto per un’intera settimana di gruppi coordinati da personale del luogo. Per questa iniziativa si è dovuto dare priorità a chi proveniva dalla provincia o da luoghi abbastanza vicini, vista l’impossibilità di offrire ospitalità a persone provenienti da lontano. Questo limite ci ha purtroppo costretti a rimandare o non poter accettare le offerte di chi chiamava da lontano.
- A fianco di esperienze spot di raccolte e donazioni, alcune esperienze hanno prodotto un rapporto più continuativo (ad esempio, il gruppo di Frassinoro per la Via Crucis, la Pallavolo Modena, ecc…). La presenza del magazzino promosso dalla Caritas Regionale a Finale ha consentito di avere un punto di raccolta, anche se temporaneo, ove inviare le offerte pervenute. In tal senso è stato anche creato un contatto tra le Caritas parrocchiali della Pedemontana Ovest che ha rifornito settimanalmente le parrocchie della Bassa attraverso il magazzino, contatto periodico che è sfociato nell’autunno, ad inizio anno pastorale, in un gemellaggio tra la parrocchia di Castelnuovo Rangone e la parrocchia di Massa Finalese, oltre a sviluppare relazioni significative anche tra le altre parrocchie.
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Domenica 19 maggio 2013
Terremoto, un anno dopo 5. Tavolo per l’animazione
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na delle prime necessità che subito sono emerse dall’emergenza, anche per la chiusura anticipata delle scuole, ha riguardato l’animazione dei bambini. Per rispondere immediatamente a questa problematica, la Caritas diocesana ha convocato un Tavolo di lavoro tematico coinvolgendo soggetti diocesani e non, operanti con minori e giovani: Pastorale Giovanile, Centro sportivo italiano, Agesci, Azione
tri estivi sono state individuate figure giovani del luogo, coadiuvate di settimana in settimana da tante presenze di gruppi, provenienti da Modena ma soprattutto da province limitrofe. L’attività si è protratta da giugno a settembre fino alla riapertura delle scuole. La Caritas diocesana per il coordinamento del Tavolo ha espresso una figura apposita, Nicole Bedetti, che si è occupata di gestire per tutto il periodo le attività del tavolo;
a rendicontazione di questa attività è stato predisposto un testo specifico. Rileviamo qui come il movimento nato in questa occasione, ha creato le condizioni perché si potesse proseguire un lavoro più stabile per la nascita di oratori e attività per minori, anche grazie alla valorizzazione delle risorse locali per il coordinamento dei centri estivi; questa scelta del tavolo per l’animazione si è rilevata vincente anche per il periodo successivo.
6. Contatti con istituzioni e altri soggetti del territorio
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cattolica, associazione Animatamente, Ridere per vivere, Padri Gesuiti, Coni, Comunione e Liberazione. Il Tavolo ha avuto il compito di progettare, organizzare e realizzare i centri estivi per bambini suddivisi per fasce di età, delle comunità di Camposanto, Cavezzo, San Felice, Massa Finalese, San Prospero, Medolla, e Novi e Mirandola (realtà che, anche se non afferenti al territorio della Diocesi di Modena, erano in contatto con il Csi). Per il coordinamento dei cen-
urante i mesi estivi, si è cercato, anche se con fatica per le condizioni di concentrazione di lavoro, di stress e di emergenza, di avviare rapporti stabili prima con la Protezione Civile –attraverso contatti con l’assessore provinciale e con il Centro Unificato di Protezione Civile di Marzaglia– Provincia di Modena- poi con i C.O.C. (Centri di Coordinamento Comunale deputati a gestire l’emergenza), con l’obiettivo di condividere azioni e risorse. I contatti sono stati frammentari, ma in alcuni casi ci hanno consentito di orientare meglio le risorse disponibili; ad esempio in occasione della chiusura dei campi, la Caritas è stata contattata per lo usufruire delle eccedenze alimentari, rimaste. Oltre a numerosi contatti telefonici, in particolare sono stati incontrati i C.O.C. nei seguenti appuntamenti: ● 19 luglio: San Felice ● 26 luglio: Finale Emilia ● 31 luglio: Medolla ● 31 luglio: Cavezzo ● 1° agosto: Camposanto Sono stati svolti incontri con i servizi sociali dei comuni, per rinnovare e in alcuni casi costituire una relazione di scambio e confronto rispetto alle situazione di difficoltà seguite dai servizi e dalle parrocchie. Ci sono stati frequenti contatti con il Centro servizi volontariato di Modena, con l’obiettivo di orientare al meglio le offerte di volontariato che in quei mesi giungevano sia in Caritas che presso il Centro servizi. Ad esempio, grazie a questa collaborazione, sono stati inviati volontari in aiuto al collega della Caritas regionale Luca Manfredini presso il magazzino di Finale Emilia.
7. Interventi caritativi per nuclei famigliari in difficoltà
8. Affiancamento e accompagnamento formativo delle Caritas parrocchiali
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partire dalla fine dell’estate, le Caritas parrocchiali hanno potuto considerare meglio le situazioni delle persone assistite e hanno individuato quelle situazioni di maggiore gravità o disagio, per cui fosse necessario un aiuto aggiuntivo e un accompagnamento sistematico. Si tratta di situazioni di famiglie con grossi danni alle abitazioni o senza la casa, situazioni di famiglie in cui i portatori di reddito hanno perso il lavoro o si trovano in cassa integrazione, situazioni di persone disabili o anziani in grosse difficoltà, ecc.. Le Caritas parrocchiali, dopo una condivisione all’interno del coordinamento diocesano,
hanno pertanto proposto di concentrare alcuni aiuti per queste situazioni, con il supporto della Caritas diocesana. In particolare sono stati destinati piccoli fondi per interventi caritativi e per la Caritas parrocchiale, a partire da una richiesta formale del parroco e dalla descrizione della situazione (con l’accordo di una rendicontazione finale): - San Felice: contributo per affitti, caparre da fornire per affitti di nuove abitazioni, lavori di manutenzione per l’agibilità; - Medolla: contributo per consentire ai cresimandi di svolgere l’annuale ritiro in preparazione del Sacramento della Confermazione, contributi economici per interven-
ti edili, affitti, bollette, libri scolastici, medicine a famiglie in difficoltà, contributo per il basamento da realizzare per la posa della casetta offerta dal Piemonte come sede della Caritas parrocchiale. - Finale: contributo per l’acquisto di testi scolastici, aiuto a una famiglia disabile, sostegno per le spese del campeggio già previsto per i bambini - Camposanto: contributo per affitti, pagamento di bollette, spesa a famiglie in condizione di disagio. Questo sostegno alle Caritas parrocchiali rimane in essere anche ora e potrà proseguire a fronte di una valutazione delle richieste e delle disponibilità della Caritas diocesana.
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opo i primi mesi dell’emergenza, coincidenti con l’estate, passata la prima attivazione per far fronte alle emergenze, le Caritas parrocchiali hanno rallentato gli incontri settimanali periodici per dedicare un tempo alla riflessione e alla formazione. All’interno del coordinamento diocesano più volte è emersa la richiesta di momenti formativi, sia per ritrovare il senso dell’agire proprio delle Caritas parrocchiali –in un momento in cui era anche facile alimentare messaggi confusi sui ruoli e le finalità- e per alimentare la motivazione, in considerazione anche dei tanti nuovi volontari che l’esperienza del terremoto aveva avvicinato alla Caritas. E’ stato proposto un percorso
base di formazione rivolto agli animatori Caritas del vicariato della Bassa, che è stato realizzato grazie anche alla disponibilità di formatori provenienti da comunità gemellate (diocesi di Forlì con l’unità pastorale di San Felice sul Panaro e Delegazione regionale Caritas del Piemonte con l’unità pastorale di Medolla). Il percorso si è articolato in 4 incontri di due ore e mezzo ciascuno svoltisi per quattro sabati consecutivi presso la parrocchia di Rivara, con i seguenti contenuti: 1. In ascolto della Caritas, identità e finalità della Caritas nella Pastorale Sauro Bandi – direttore della Caritas di Forlì 2. In ascolto della comunità locale. Dopo il terremoto: la casa, il lavoro, le relazioni
Andrea Casagrande, presidente Acer Modena Alessandro Monzani, Confocooperative Modena Luigi Tagliabue, psichiatra 3. In ascolto delle vecchie e nuove povertà, metodi e strumenti della Caritas parrocchiale Claudio Mezzavilla – direttore della Caritas di Cuneo 4. In ascolto della Parola di Dio per lasciarsi guidare e sostenere nel servizio di animazione Caritas Pierluigi Dovis – delegato regionale Caritas Piemonte-Valle d’Aosta. Il percorso ha visto la partecipazione di 45 volontari (di cui abbiamo registrato le presenze, cui si aggiunge un numero di almeno 4/5 persone che non hanno lasciato il nominativo), provenienti da tutte e 6 le unità pastorali della Bassa.
NostroTempo
Domenica 19 maggio 2013
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Terremoto, un anno dopo 9. Bando straordinario servizio civile per zone colpite dal sisma
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urante i mesi estivi è arrivata da parte della regione Emilia Romagna, in accordo con il Governo, la proposta di pubblicare un bando straordinario di Servizio civile volontario per le zone terremotate per un totale di 500 posti.
Si è pensato ad un unico progetto, coordinato dal Comune di Modena, che vedesse la partecipazione di tutti gli enti di Servizio civile del territorio, comprese le Caritas diocesane di Carpi, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Nei mesi autunnali è quindi ini-
ziata una collaborazione, che ha visto coinvolta anche la Caritas diocesana modenese, per preparare un progetto di Servizio civile che prevedesse il coinvolgimento di giovani in attività a favore delle popolazioni colpite. Il progetto è stato presentato a fine 2012 e successivamente
Sedi d’attuazione
Nominativo OLP (operatore locale di progetto)
PARROCCHIA CAMPOSANTO
SERGIO MONELLI
Posti SCN italiani
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RAFFAELLA BERTONI
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PARROCCHIA MASSA FINALESE
CARLA MUSAZZI
2
MIRELLA GROSSI
te è uscito un ulteriore bando per il progetto nell’area “recupero beni culturali”). La Caritas diocesana ha coinvolto nel progetto 6 parrocchie del Vicariato della Bassa ed il Movimento per la Vita di Finale Emilia per un totale di 17 posti disponibili (13 per giovani
italiani + 4 per giovani stranieri). Il progetto prevede il coinvolgimento dei volontari in Servizio civile nel sostegno ai servizi attivati dalle Caritas parrocchiali e nelle attività per i minori proposti dalla parrocchia (oratorio, doposcuola, …).
Domande Giovani Posti SCR Domande Giovani ricevute selezionati stranieri ricevute selezionati
2
PARROCCHIA CAVEZZO
PARROCCHIA FINALE EMILIA
approvato dal governo; dal 15 al 30 gennaio è stato aperto il bando che consentiva ai giovani di candidarsi al progetto “Per Daniele: Straordinario Come Voi” che prevede 350 posti per giovani italiani e 100 per giovani stranieri nel settore “assistenza ed educazione” (successivamen-
2
0
5
2
0
3
2
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Posti Totali Scn/scr 2
1
1
1
2 3 2
PARROCCHIA MEDOLLA
FILOMENA BASILE
2
3
2
1
1
1
3
MOVIMENTO PER LA VITA (COORDINAMENTO CENTRI AIUTO ALLA VITA DEL VICARIATO)
ANTONELLA DIEGOLI
1
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1
1
1
1
2
PARROCCHIA SAN FELICE S/P
ELEONORA NOVI
2
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2
13
1
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1
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0
3
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17
10. Contatti con donatori
U
n’altra attività che ha riguardato e tuttora prosegue sporadicamente è stato il mantenimento dei rapporti con i donatori, sia per offerte in denaro di una certa consi-
Ente organizzatore di un’asta di beneficienza i cui proventi sono stati devoluti alla Caritas Diocesane a sostegno di famiglie in difficoltà. - Azienda di abbigliamento di San Vendemiano (Trevi-
so), per un’offerta a un servizio scolastico per minori (presentate le situazioni delle scuole materne di Medolla e Cavezzo). - General Electric, che è stata orientata alla Cooperativa La
Lucciola. - Orizzonte SN, che si è interessata al sostegno di un’azienda in difficoltà. - Caritas Antoniana, che ha promosso il sostegno alla scuola materna di Cavezzo at-
traverso la sua rete di contatti. - Donazione di vaccini antinfluenzale per tutto il distretto dell’Area nord da parte della Ditta Abbott, attraverso una convenzione apposita con Azienda Ausl.
la collaborazione Ministeriale, visite, ospitalità, condivisione di
di aiuto alle comunità colpite, distribuendo le diverse Delega-
dell’Umbria con le Unità Pastorali di Cavezzo e di San Prospe-
esperienza pastorali. Ogni gemellaggio dà vita alla propria storia di comunità nell’insieme delle esperienze significative prima tra tutte la celebrazione eucaristica e poi l’incontro tra i rispettivi consigli pastorali, la formazione degli animatori pastorali, la realizzazione di opere e attività individuate. Anche in occasione del terremoto in Emilia, la Caritas Italiana ha proposto la forma del gemellaggio, come strumento
zioni regionale su tutto il territorio affinché nessuna comunità rischiasse di essere trascurata o dimenticata nelle diverse forme di aiuto. Sono 5 le delegazioni regionali gemellate con le Unità pastorali della nostra diocesi: - delegazione Triveneto con le Unità Pastorali di San Felice e di Camposanto; - delegazione del PiemonteValdaosta con l’Unità pastorale di Medolla; - delegazioni delle Marche e
ro; - delegazione del Lazio con l’Unità pastorale di Finale Emilia. A seguito della ripartizione dei gemellaggi, tra luglio e settembre, tutte e 5 le delegazioni
regionali hanno fatto visita al vescovo, ai vicari e alle comunità parrocchiali gemellate: - 4 luglio 2012: incontro con delegazione del Triveneto - 12 luglio 2012: incontro con delegazione del Lazio - 13 luglio 2012 e 1° ottobre 2012: incontro con delegazione del Piemonte/Valdaosta - 18 luglio 2012 e 14 settembre 2012: incontro con delegazioni dell’Umbria e delle Marche. Nei primi mesi di conoscenza e collaborazione i gemellaggi si sono sviluppati in modo diverso a seconda delle realtà coinvolte e delle esigenze emerse. Si riporta una sintesi dei contatti e delle azioni realizzate all’interno dei gemellaggi con le delegazioni regionali Caritas: - delegazione Triveneto e Unità Pastorali di San Felice e di Camposanto Il Triveneto, a seguito dei primi incontri conoscitivi delle due comunità, sotto il coordinamento del direttore della Caritas Diocesana di Trento Roberto Calzà ha sostenuto le seguenti iniziative: - ristrutturazione della scuola
materna “Caduti per la patria” e la messa in opera di due prefabbricati in affitto della ditta Niederstetter da adibire a dormitorio/aula per i bambini, cui si è aggiunto un modulo abitativo per le suore; - noleggio per otto mesi di 6 moduli abitativi da destinare a famiglie particolarmente in difficoltà delle due unità pastorali: 3 sono state collocate a San Felice rispettivamente per 3 famiglie, 2 sono stati collocati a Camposanto, rispettivamente per due famiglie e 1 è stato collocato presso la casa di accoglienza dell’associazione Il Porto a San Biagio di San Felice per accoglienze temporanee degli ospiti dell’associazione. L’individuazione delle famiglie beneficiarie è stata vagliata dalle Caritas parrocchiali assieme al parroco e condivisa con la Caritas diocesana. - progetto a cura di un giovane grafico di Bolzano per la realizzazione di magliette per la sensibilizzazione alla ricostruzione. E’ stato presentato nei mesi scorsi un progetto di sostegno per l’anno 2013, che comprende:
stenza, sia per beni materiali oppure per adozione di progetti specifici sul territorio. A titolo esemplificativo si riportano alcuni dei contatti intrattenuti: - Royal Photographic Society,
11. Gemellaggi pastorali
I
l gemellaggio pastorale in occasione di stati emergenziali o eventi calamitosi, viene promosso da Caritas italiana, per sostenere le comunità nell’affrontare sia il periodo di crisi che il periodo post-emergenza con lo sviluppo di progetti che si articolano su tempi medio-lunghi. L’ufficio della Caritas diocesana ha provveduto a diffondere l’iniziativa attraverso un documento predisposto ad hoc, la presentazione della proposta ad inizio anno pastorale (anche in occasione della Due giorni del clero) e in incontri predisposti (coordinamento diocesano allargato, incontro di formazione nella zona pedemontana ovest, ...). Da esso si estrapola il senso di questa proposta: La Caritas italiana, dall’esperienza del terremoto del Friuli, incoraggia e promuove queste relazioni invitando a considerarle dei progetti di prossimità, espressione della fraternità e della comunione tra Chiese sorelle nei diversi livelli di articolazioni territoriali. La prossimità è il cuore del gemellaggio che si manifesta in varie espressioni, tutte ispirate e guidate dalla comunione ecclesiale e dalla conversione spirituale che coinvolge in modo uguale e paritario chi aiuta e chi è nel bisogno, quali ad esempio: il dono di beni e materiali, l’offerta di denaro, la presenza di volontari,
a) Sostegno alle famiglia in difficoltà per mancanza di reddito da lavoro b) Sostegno alle famiglie con scarsa capacità finanziaria ed economica: c) Raccolte generi alimentari e di prima necessità d) Formazione e sostegno ai volontari e) Progetto di affido famiglie in difficoltà per il posto di lavoro.
10
NostroTempo
Domenica 19 maggio 2013
Terremoto, un anno dopo - Delegazione PiemonteValdaosta e Unità Pastorale di Medolla Anche la delegazione del Piemonte si è attivata dopo le visite dell’estate per rispondere alle prime esigenze emerse, partendo dal fornire una sede alla Caritas parrocchiale, una casetta di legno donata da un’azienda piemontese espressamente per le zone terremotate, e dall’inviare disponibilità di volontariato per l’animazione. Successivamente la delegazione Piemonte è stata coinvolta nel percorso di formazione dell’autunno, partecipando con tre formatori negli incontri del 27 ottobre e del 3 novembre. Si sono inoltre susseguiti diversi scambi e visite sia a Medolla, dove in occasione degli eventi principali legati non solo alla liturgia ma anche alla ricostruzione la delegazione ha partecipato con ardore, ma anche in Piemonte dove il parroco e alcuni referenti della Caritas parrocchiale hanno partecipato a incontri della delegazione. A Natale, inoltre, un piccolo nucleo di seminaristi di Asti ha fatto visita alla comunità, impegnandosi in attività di animazione con i bambini dell’oratorio e del catechismo (con l’organizzazione di una festa per l’Epifania), nell’aiuto al centro di ascolto e nelle visite alle famiglie. L’esperienza è stata tanto apprezzata da entrambe le parti e si è ripetuta nella settimana successiva a Pasqua, coinvolgendo tutti i gruppi del
catechismo. Anche la parrocchia di Medolla, a seguito di fruttuosi incontri con la delegazione Piemonte, ha fatto alcune ipotesi di progetti da portare avanti con l’aiuto delle comunità gemellate. - Delegazioni delle Marche e dell’Umbria e Unità Pastorali di Cavezzo e di San Prospero Dopo un paio di visite in estate e a settembre, il gemellaggio con le delegazioni delle Marche e dell’Umbria si è avviato più lentamente, dapprima con l’adesione da parte delle parrocchie delle Marche alle iniziative di raccolte fondi per la comunità di Cavezzo (iniziativa di vendita dei calendari), in un secondo momento attraverso l’organizzazione di una visita da parte di una parrocchia della diocesi di Macerata. Tale visita si è concretizzata il 5 gennaio scorso a Cavezzo; un nutrito gruppo della Caritas parrocchiale di Montelupone ha incontrato il parroco don Giancarlo e alcuni componenti della Caritas parrocchiale. E’ stato un momento significativo per tutti, nella condivisione sia delle attività delle due Caritas, sia di un momento liturgico; si sta già programmando un secondo incontro nelle Marche a marzo. - Delegazione del Lazio e Unità Pastorale di Finale Emilia Come per le delegazioni dell’Umbria e delle Marche, anche il gemellaggio con il Lazio ha avuto un avvio delicato e rispettoso. Nel momento in
cui le comunità del Lazio sono state interpellate, c’è stata una risposta pronta e accogliente. Si stanno conducendo alcune iniziative in fase di realizzazione: ● invio di beni materiali offerti da donatori del Lazio a Finale Emilia; sono giunti a Finale mobili da arredamento da destinare a un esercizio commerciale del territorio o alle parrocchie. Ad essi si aggiungeranno altri beni di prima necessità, grazie a un contatto del collega della Caritas regionale Luca Manfredini. ● Visita scolastica a Roma: una classe di quinta elementare (bambini, genitori e insegnanti) delle scuole di Finale è stata ospitata a Roma per una gita scolastica ● Volontariato: un gruppo scout del Lazio si è reso disponibile per svolgere un campo di servizio presso le parrocchie di Massa Finalese e Finale. L’iniziativa è in fase organizzativa. Le offerte raccolte da queste delegazioni regionali in occasione della Colletta nazionale sono state tutte versate a Caritas Italiana e saranno utilizzate per la realizzazione dei Centri di Comunità e per i progetti di sostegno alle Caritas diocesane e alle parrocchie coinvolte. Contestualmente ai gemellaggi delle delegazioni regionali Caritas, sono nati spontaneamente altre iniziative di gemellaggio tra le diocesi della nostra regione e le parrocchie della diocesi non coinvolte dal terremoto, secondo lo schema sottostante.
GEMELLAGGI IN CORSO Unità pastorale
Parroco
Gemellaggio in corso
Tipologia di gemellaggio
SAN PROSPERO don Aldo S. PIETRO IN Pellacani ELDA S. LORENZO DELLA PIOPPA STAGGIA
Umbria/Marche
delegazione Caritas Regionale
parrocchia di Staggia (Siena)
tra parrocchie
parrocchia di Spilamberto
tra parrocchie
SAN FELICE RIVARA SAN BIAGIO
Triveneto
delegazione Caritas Regionale
Forlì
tra Diocesi
Parma
tra Diocesi
parrocchia di Sant’Agostino
tra parrocchie
Lazio
delegazione Caritas Regionale
Piacenza
tra Diocesi
don Giorgio Palmieri
FINALE RENO
don Ettore Rovatti e don Roberto Montecchi
MASSA FINALESE
don Jean Jacques Castelnuovo Rangone Meyong con Massa Finalese
tra parrocchie
CAMPOSANTO don Walter CA’ DE COPPI Tardini SOLARA
Triveneto
delegazione Caritas Regionale
parrocchia di Serramazzoni
tra parrocchie
CAVEZZO DISVETRO MOTTA SULLA SECCHIA
Umbria/Marche
delegazione Caritas Regionale
Caritas Antoniana diocesi di Alba
diocesi
Piemonte/Valdaosta
delegazione Caritas Regionale
San Cesario
tra parrocchie
don Giancarlo Dallari
MEDOLLA don Davide VILLAFRANCA Sighinolfi CAMURANA
Medolla, da “io” a “noi”
N
oi abbiamo vissuto il terremoto. Il rombo, lo squarcio, il tremare delle pareti di casa, il correre fuori all’impazzata ci sono rimasti nella mente e negli occhi e non ci abbandonano. La paura si attenua, si rarefà, ma a rinnovarla restano brandelli di muri che via via crollano, vuoti dove prima sorgevano palazzi, cumuli di macerie e un campanile tagliato a metà ed abbandonato in un prato. E dopo? Ci si ritrova diversi: increduli, spaesati, sommersi dal terrore che il fenomeno si ripeta. A poco a poco, però, si sente forte l’esigenza di fare qualcosa, di collaborare, di aiutare chi è più in difficoltà di noi. Il terremoto esiste, ci ha colpiti, ma bisogna andare avanti. Si avverte più chiara, a quel punto, la voce di Dio, si prega sempre a fior di labbra, nel cuore, ci si affida e, pur nella tensione, si comincia a reagire. Noi, Caritas di Medolla, siamo stati “abbracciati” dagli operatori della Caritas diocesana modenese. Sono arrivati subito, sono tornati ogni mercoledì per mesi e mesi, hanno guidato riunioni che si tenevano all’aperto perché pochi luoghi erano rimasti agibili. A volte a San Felice, a volte a Cavezzo, spesso a Medolla si sono ritrovati gli operatori delle Caritas della Bassa. Sotto le tende si riferivano le nostre situazioni, si scambiavano esperienze, ci si conosceva e si riceveva tanto conforto dalla certezza di non essere soli ed abbandonati. Prima degli aiuti economici, più che mai indispensabili, sono arrivati viveri, indumenti, possibilità di soggiorni-vacanza, piccole somme di danaro a fronte di progetti urgenti, suggerimenti per pratiche burocratiche… Grazie alla Caritas diocesana, si sono stretti preziosi gemellaggi. Medolla è tutt’ora gemellata con il paese di San Cesario e con la regione Piemonte. La collaborazione è continua e si esprime in comunione di preghiera e concreta solidarietà. Oggi, ad un anno dal sisma, ci aspetta ancora tanto lavoro da fare, ma ci sentiamo più forti, abbiamo fede e siamo decisi a non arrenderci. Abbiamo sperimentato che “passare dall’Io al Noi” ha un prezzo molto alto. Non vogliamo sprecare nulla e, con l’aiuto di Dio, siamo pronti a camminare nella speranza. Queste pagine con i dati riferiti alla Caritas sono state curate da Serena Muracchini.
NostroTempo
Domenica 19 maggio 2013
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Terremoto, un anno dopo
Come sono state utilizzate le offerte pervenute
Gli uffici dell’economo diocesano illustrano quanto realizzato dal 20 maggio scorso
A
d un anno dalle devastanti scosse telluriche del maggio 2012, la dio-
cesi ritiene suo preciso dovere rendere conto in modo dettagliato (compatibilmente con lo spazio a disposizione) delle somme generosamente offerte da tante persone per aiuti nelle zone colpite dal terremoto. E’ doveroso anche un sentito ringraziamento a tutti gli offerenti, per il loro encomiabile gesto di solidarietà e per la fiducia dimostrata nei confronti della diocesi. Ripensando ai giorni immediatamente susseguenti al-
le scosse, vengono ancora in mente incancellabili scene di distruzione: edifici abbattuti, chiese diroccate o gravemente lesionate, campanili crollati o pericolanti, case in rovina, famiglie sfollate e senza tetto, macerie ovunque… La diocesi si è subito mobilitata per i primi e più urgenti soccorsi. Naturalmente gli interventi hanno avuto, come punti di riferimento, le parrocchie, a partire dalle Caritas locali per gli aiuti alle persone
Nella Bassa
P
er ciò che riguarda le citate strutture prefabbricate, la situazione è la seguente. A Medolla la chiesa prefabbricata sarà inaugurata il 29 maggio, ad un anno esatto dal terremoto. A Villafranca è stata da tempo inaugurata la chiesa prefabbricata donata dal Banco S.Geminiano e S. Prospero. A San Felice sono state avviate le opere per la costruzione della chiesa prefabbricata offerta in gran parte dalla associazione delle Banche Popolari italiane. A Camurana la diocesi ha provveduto a collocare un prefabbricato che serve sia per le funzioni religiose e le attività parrocchiali, sia come abitazione del sacerdote lì residente. A Finale Emilia è stato appena inaugurata la nuova sede della scuola materna (un edificio prefabbricato per quasi 200 bambini, donato dalla associazione che riunisce i costruttori di strutture prefabbricate in legno). Sempre a proposito di prefabbricati, una menzione particolare meritano i cosiddetti “Centri di comunità” offerti dalla Caritas nazionale. Sono strutture prefabbricate di varie dimensioni, fino a 300 metri quadri, utilizzabili per attività liturgiche, sociali e ricreative tese a riaggregare e rafforzare il tessuto sociale. I “centri” destinati alle parrocchie della nostra diocesi sono sette. Cinque sono già stati completati e inaugurati a Stuffione, a Medolla, a Cavezzo, a San Prospero, a Solara. Per le strutture di Finale e di San Felice, sono in corso i lavori. A proposito di questi cosiddetti “centri di comunità”, c’è da aggiungere che una di queste strutture è stata offerta dalla diocesi di Pescia (provincia di Pistoia) che l’aveva ricevuta dalla Caritas una decina di anni fa e ne aveva esaurito l’utilizzo. La diocesi ha organizzato e pagato (sempre con i fondi raccolti) lo smontaggio, il trasporto a Massa Finalese e il rimontaggio. Dopo alcuni adeguamenti, ora costituisce la sede temporanea della scuola materna. Il vecchio edificio della scuola, lesionato dal terremoto, verrà presto sistemato, grazie a un altro contributo della Caritas nazionale. Lo stesso edificio avrà anche, al piano superiore, ambienti per ragazzi e per altre attività parrocchiali. Ancora a Massa Finalese, con un contributo della Cei, nella chiesa parrocchiale è stato avviato un intervento per la messa in sicurezza e per un primo lotto di lavori di ripristino. Per quanto riguarda i finanziamenti pubblici, un’ordinanza regionale del dicembre scorso ha assegnato alla diocesi di Modena, per minimi interventi di riparazione e ripristino di chiese dichiarate inagibili, una somma complessiva di 3.179.000 euro. Le chiese interessate sono nove, e precisamente: le chiese parrocchiali di Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Cavezzo, Nonantola, Ravarino, Rivara, Soliera e la chiesa della Confraternita della buona morte di Finale. Gli importi previsti per le singole chiese appaiono molto limitati e appena sufficienti per la riapertura, ma non certo per restauri completi. Nelle nove parrocchie interessate, da dicembre è iniziata una attesa accompagnata da una certa impazienza. Comprensibilmente, i parrocchiani hanno fretta di riavere la loro chiesa, ma i tempi sono lunghi e, in pratica, non c’è modo di abbreviarli. I progetti devono infatti essere approvati sia dalla Regione, sia dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici. Entrambi gli enti hanno da esaminare in maniera approfondita un gran numero di progetti. Occorre anche aggiungere che, per questi interventi, i lavori non potranno iniziare subito dopo l’approvazione del progetto, in quanto, poiché si tratta di fondi pubblici, devono essere osservate tutte le complesse regole stabilite per i lavori gestiti da enti pubblici. Successivamente alla citata ordinanza, ce n’è stata un’altra che ha previsto ulteriori stanziamenti per complessivi 856.000 euro per interventi di “messa in sicurezza” a Motta di Cavezzo, a Finale e a Reno Finalese. Sono invece già iniziati, grazie a un contributo stanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, i lavori per riaprire il santuario di San Clemente (parrocchia di Bastiglia). A Finale, con fondi pervenuti come offerte, è stata resa nuovamente agibile la chiesa del Seminario, che ora viene utilizzata come chiesa parrocchiale, dopo che il terremoto ha messo fuori uso le altre chiese esistenti, che erano state restaurate da poco tempo.
bisognose e dagli edifici parrocchiali (chiese, canoniche, campanili, ecc...) per gli interventi di maggiore urgenza. In alcuni casi, grazie ai fondi raccolti, la diocesi ha finanziato per intero gli interventi di “messa in sicurezza” degli edifici, in altri casi ha fornito materiali occorrenti per le opere che sono state eseguite dai Vigili del fuoco (ai quali va un grande, rinnovato ringraziamento). E’ opportuno chiarire che ”messa in sicurezza” non vuol dire ripristino o restauro, non significa rendere nuovamente agibili gli edifici lesionati o crollati, ma vuol dire più semplicemente: interventi per consolidare l’esistente (nelle condizioni risultanti dopo le scosse), per evitare ulteriori crolli e danni. Sempre nello stesso periodo immediatamente successivo al terremoto, si è cominciato a pensare, caso per caso, ai modi migliori per assicurare ad ogni parrocchia il minimo necessario per continuare in qualche modo l’attività. Anche grazie ai fondi raccolti, in alcuni casi sono stati sistemati e adeguati locali in edifici che avevano subito danni limitati; in altri posti si è fatto ricorso a tensostrutture (per alcune di queste, la diocesi si è fatta carico delle
spese per l’installazione e per il noleggio); in altri ci si è orientati verso strutture prefabbricate in temporanea sostituzione di chiese e di opere parrocchiali distrutte o inagibili. Ogni parrocchia aveva situazioni ed esigenze diverse e particolari. La diocesi, utilizzando le offerte ricevute, ha dato contributi più o meno importanti per la soluzione di
tanti problemi praticamente in tutte le parrocchie colpite dal terremoto. Oltre ad effettuare interventi “diretti”, la diocesi si è attivata in molti modi per ottenere aiuti e finanziamenti a favore delle realtà più bisognose. Tra l’altro, sono stati promossi e curati i “gemellaggi” con altre diocesi e regioni ecclesiastiche.
A Nonantola L
a situazione di Nonantola merita un cenno. Nonostante Nonantola sia fuori dal cosiddetto “cratere”, sono state lesionate e dichiarate inagibili sia l’Abbazia sia la chiesa della Pieve. Per l’Abbazia, è stato confermato che, date anche la complessità e le difficoltà dell’intervento, i lavori di sistemazione e riapertura comportano un costo complessivo di un milione e mezzo di euro. Per ora si può contare solo su un contributo di 500.000 euro, messo a disposizione dal Comune di Nonantola. Si spera che possano presto arrivare altri fondi. Migliore è la situazione per quanto riguarda la Pieve, l’altra chiesa di Nonantola. Qui i lavori, in parte finanziati dalla diocesi con i fondi raccolti, sono iniziati già da tempo e hanno consentito, dopo una breve apertura in occasione del Natale, una parziale riapertura a partire dalla Pasqua scorsa.
Guardando al futuro V
a segnalato che la regione Emilia Romagna sta predisponendo un piano triennale per la ricostruzione e ha chiesto alle diocesi interessate di segnalare le priorità per futuri interventi sulle chiese e le case canoniche vincolate. C’è quindi una concreta speranza che finanziamenti pubblici arriveranno alle nostre parrocchie anche nei prossimi anni. Per alcune delle chiese più gravemente danneggiate, un intervento di ricostruzione appare alquanto improbabile. Problemi grandi e irrisolti ce ne sono ancora molti. Forse, dopo un anno, si può dire conclusa la fase dell’emergenza, ma la strada da percorrere è ancora molto lunga e richiederà molto tempo, molta pazienza e molta determinazione. Resta da dire che, come figura nei prospetti di seguito riportati, i fondi pervenuti alla diocesi in relazione al terremoto ammontano a circa 2.300.000 euro. Un nuovo, sentito ringraziamento va rivolto a tutti coloro che con sensibilità e generosità hanno contribuito a formare questa somma, rendendo possibile la realizzazione di interventi importanti, di grande utilità per le nostre parrocchie. Tra coloro che hanno dato offerte – tutti meritevoli di menzione – non possiamo non citare diversi istituti di credito e in modo particolare le banche maggiormente presenti sul territorio modenese. Dei fondi raccolti, circa la metà è già stata erogata, quasi tutta l’altra metà è stata impegnata per opere in corso, non ancora completate. Non tutti i fondi sono stati destinati ad interventi su edifici. Soprattutto nell’estate scorsa, nell’immediato post-terremoto, la Caritas diocesana ha svolto, nelle zone della Bassa, una vasta attività per interventi di emergenza, per assistenza a bisognosi, per sostegno alle Caritas parrocchiali, ecc... Tra l’altro, con gli stessi fondi è stato anche allestito, presso una parrocchia di Modena, un deposito per le opere d’arte e gli oggetti di valore provenienti dalle zone terremotate. A questo proposito, va segnalata la mostra “L’arte nell’epicentro”, in corso presso il Museo diocesano di Nonantola, nella quale sono esposte alcune delle opere salvate nelle chiese delle zone più colpite dal terremoto.
Nella pagina seguente le tabelle sull’utilizzo dei fondi pervenuti alla diocesi.
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NostroTempo
Domenica 19 maggio 2013
Terremoto, un anno dopo Arcidiocesi di Modena-Nonantola Caritas diocesana - Ramo Onlus RACCOLTA FONDI TERREMOTO EMILIA Mag. 2012/2013
TOTALI
Offerte da parrocchie dell’arcidiocesi Modena-Nonantola
€ 130.591,35
Offerte dalla diocesi di Teramo in memoria di mons. Abele Conigli
€ 50.000,00
Offerte dal Santo Padre Papa Benedetto XVI e da altri per Suo tramite
€ 160.578,00
Offerte da parrocchie extra-diocesi, congregazioni, monasteri, missioni estere, comuni, ecc…
€ 203.452,71
Offerte da banche e gruppi bancari
€ 225.000,00
Offerte da associazioni sportive, culturali, cral, circoli e onlus diverse
€ 106.701,88
Privati da tutta Italia; scuole e istituti diversi e aziende e attività commerciali
€ 551.932,71
TOTALE FONDI RACCOLTI DIOCESI MODENA-NONANTOLA
€ 1.428.256,65
Contributi a parrocchie interventi di prima emergenza
€ 241.534,79
Contributi a famiglie bisognose Interventi caritativi a famiglie bisognose e con bambini
€ 27.617,25
Spese per interventi su edifici parrocchiali e strutture di culto, aggregazione e socializzazione
€ 25.978,24
Messa in sicurezza e ripristino parziale chiese ed edifici parrocchiali
€ 535.188,86
Spese per salvataggio delle opere d’arte
€ 7.513,00
Noleggio e installazioni tensostrutture parrocchiali Spese organizz. e oneri bancari
€ 16.403,20 € 2.062,04
Totale
Impegni di spesa per interventi programmati Contributi a parrocchie
€ 830.319,14
€ 159.181,54
Contributi a famiglie bisognose
Spese per interventi su edifici parrocchiali e strutture di culto, aggregazione e socializzazione
€ 14.523,10
Spese organizz. e oneri bancari
€ 1.224,28
Messa in sicurezza e ripristino parziale chiese ed edifici parrocchiali
€ 413.008,59
Noleggio e installazioni tensostrutture parrocchiali Totale
€ 10.000,00
Totale a pareggio entrate e uscite
€ 597.937,51
€ 1.428.256,65
Contributo ricevuto da Caritas italiana Roma - totale € 700.000,00 RENDICONTO VOCI DI SPESA
ENTRATE
€ 700.000,00 Interventi di prima messa in sicurezza Strutture per culto, aggregazione e socializz. Strutture per culto, aggregazione e socializz. Interventi per scuole
Servizi per le comunità Spese operatori e gestione organizzativa
Interventi per famiglie bisognose terremotate Oneri bancari e gestione finanziaria TOTALE a pareggio
USCITE
Messa in sicurezza chiese ed edifici parrocchiali
€ 196.410,68
Noleggio tensostrutture e allestimenti/ chiese provvisorie e attività parrocchiali
€ 52.468,70
Spese per centri estivi e centri d’ascolto Caritas parrocchiali
€ 84.811,92
Strutture prefabbricate per chiese provvisorie e attività parrocchiali e comunità
€ 253.796,38
Interventi su edifici adibiti a scuole materne
€ 100.000,00
Rimborso spese viaggi, materiali e diversi
€ 9.450,59
Contributi a famiglie bisognose terremotate per alloggio
Oneri e interessi banc. attivi - saldo attivo
€ 3.577,24
€ 515,51
€ 700.515,51
Offerte con destinazioni particolari pervenute all’arcidiocesi di Modena-Nonantola e girate ai destinatari indicati dagli offerenti
I giovani che stanno prestando Servizio civile nelle zone terremotate • Mariapia Cavani
I
Rendiconto utilizzo fondi da raccolta diocesana Interventi effettuati alla data odierna
Ripartire da pietre vive
€ 700.515,51 € 325.873,87
n servizio per le comunità della Bassa, di cui la maggior parte di loro fa parte. Spinti certo dalla ricerca del lavoro, ma soprattutto di un significato da dare alla loro vita. Le scosse infatti hanno demolito alcune false certezze, oltre alle case e ai campanili. E allora hanno sentito il bisogno di fare qualcosa di concreto, attinente ai propri studi, o anche distante, purchè fatto di impegno e concretezza: ecco l’istantanea dei giovani (vedi foto sotto) che sono al lavoro nelle parrocchie della Bassa con il bando straordinario del Servizio Civile. In totale sono 500, selezionati tra gli oltre 2 mila e 800 che hanno partecipato al bando straordinario per il servizio civile a favore delle popolazioni terremotate. Oltre alle 38 ore di formazione di base e al percorso specifico di altre 35 ore relativo al progetto, i volontari seguono anche il corso base di protezione civile: dalle lezioni teoriche sul rischio sismico alle esercitazioni pratiche. Nel frattempo sono state completate le selezioni (c’erano due posti da assegnare ancora): al Cav. di Finale entra in servizio Giuditta Frassoldati e alla Caritas di Medolla Micaela Clinca. Incontriamo i 17 volontari della Caritas diocesana insieme ad altri giovani del Comune di Mirandola in uno dei momenti di formazione di base, a San Felice. Tra i giovani in servizio con la Caritas diocesana, due sono le mamme, due quelli che non sono ancora rientrati nella loro casa, 5 sono gli stranieri; la loro età va da 19 a 26 anni. Silvia, finalese di 25 anni, ha studiato alle Belle Arti, ma ha scelto di impegnarsi con le persone e non con le opere d’arte; Beatrice, 25 anni che ha studiato scienze della formazione primaria, è a Massa Finalese, impegnata sia alla materna che alla Caritas “con la speranza di ravvivarla un po’ ...”. A Massa c’è anche Giorgia, 24 anni, il cui desiderio principale è quello di mettersi alla prova. Ilaria, 21 anni, è di Modena, fa servizio a Cavezzo: “studio per diventare assistente sociale, qui posso mettermi alla prova e vedere se il lavoro nel sociale fa per me”. Federica, 23 anni, dietista, ha perso il lavoro con il terremoto: “e ho visto il servizio come un’opportunità per crescere e per restituire tutto l’aiuto che, nel terremoto avevo ricevuto dalla comunità”. Fabrice, camerunense, 24 anni, e ha già esperienza di volontariato, con l’Avo, è impegnato ora
a Medolla. Alessandra, 27 anni, la più grande del gruppo, di San Felice, ha studiato scienze motorie: “senza lavoro, avevo bisogno di sentirmi comunque utile: è davvero una brutta sensazione quella di sapersi inutili e questa esperienza mi permette di superarla”. Paolo, modenese di 22 anni, al lavoro a Camposanto, è alla ricerca di concretezza “per conciliare l’aspetto della formazione personale e insieme fare qualcosa, nella direzione della cittadinanza attiva, per chi ha subito il sisma”. Micaela, 19 anni, che ancora non è tornata nella sua casa, aveva iniziato la sua esperienza di volontariato a Medolla, il suo paese, nel centro estivo dopo il terremoto: “avevo voglia di rendermi utile, per restituire l’aiuto ricevuto” Qui è impeganta anche Cinzia, che si sente vicina in particolar modo ai bimbi. Sentimento condiviso da Claudia, di Cavezzo, che nel servizio cerca anche una formazione personale, per il suo futuro. Sara, mirandolese di 25 anni, è in servizio a Cavezzo, in particolare con gli anziani “ che in questa fase sono ancora più fragili degli altri”. Accordata con la voce dei compagni anche Michela, 26 anni, di Finale, che porta nel servizio civile la sua esperienza di volontariato e la sua ricerca di rendersi utile. Mattia e Lisa operano con i servizi Sociali del Comune di Mirandola. “dopo la distruzione delle certezze, in una città che si sgretola – ci dice Lisa – ho voglia di riprendere quello che si è perso, di cambiare direzione, di fare. Emanuele, modenese, 24 anni, fin dalle prime scosse si è chiesto come era possibile aiutare seriamente, nella Bassa ed ora eccolo qui. “per non dimenticare quello che è accaduto – precisa – perché se parli con chi non vive qui, sembra tutto a posto”. Mettersi a disposizione degli altri come antidoto al disorientamento: ce lo dice Elena, di Camposanto, 22 anni: “per le case ci vorrà tempo, ricostruire le relazioni, rimodellare la comunità è molto più urgente. Sono crollate molto e sovrastrutture, possiamo ripartire solo essendo pietre vive, e i giovani hanno voglia di mettersi in gioco”. Giuditta e Sylvarlyn, nigeriana, sono le due mamme del gruppo, impegnate nel Centro Aiuto alla Vita, a cui erano legate prima e che sosterranno anche dopo la fine del servizio. John, dalla Nigeria e Kalilow, senegalese, sono di poche parole, ma molto concreti nell’intenzione di dare una mano. Buon servizio a tutti!
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Terremoto, un anno dopo
Non solo la Bassa: in via di approvazione il Piano regionale di destinazione dei fondi per gli interventi sui beni tutelati
• Elena Cristoni
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rriverà nei prossimi giorni, proprio allo scoccare della ricorrenza del primo anno dal terremoto, il programma regionale degli interventi sulle opere pubbliche e i beni tutelati. Il totale dei beni culturali danneggiati in Emilia ammonta a quota 1.600, di cui una fascia rilevante costituita da beni ecclesiastici, per la maggior parte ancora in attesa di progetti e finanziamenti. Nel cratere e nelle aree limitrofe le chiese danneggiate sono 532, solo nel Comune di Modena se ne contano 18, ognuna con danni e avanzamento lavori differenti. Qui gli edifici religiosi che hanno riscontrato i danni più ingenti sono sicuramente quelli del centro storico, ma anche altri immobili fuori dalla cerchia delle mura cittadine rimangono tuttora chiusi per inagibilità o parzialmente danneggiati. A fare il punto sulla situazione in città sono il geometra Mario Guglielmo Ferrari, responsabile dell’Ufficio Tecnico della Curia di Modena, e l’architetto Rossella Cadignani, dirigente del Servizio di Edilizia Storica del Comune di Modena. Come noto infatti gli edifici adibiti
Lavori in corso e in attesa per le chiese della città alle celebrazioni del centro sono in parte di proprietà ecclesiastica, in parte comunale, e ai diversi enti compete l’iter necessario alla messa in sicurezza e ricostruzione. L’elenco delle chiese di proprietà ecclesiastica parte con la cattedrale. “La necessità di restituire alla città la propria cattedrale resa inagibile dalla scosse dello scorso maggio è stata considerata prioritaria, gli interventi sono quindi partiti immediatamente e si sono svolti in tempi rapidi. Il Duomo attualmente è aperto per le celebrazioni e le visite, rimangono però ancora ulteriori opere da portare a termine per il recupero delle condizioni originarie”, spiega il geometra Ferrari. Il censimento prosegue con il santuario della Madonna del Murazzo e la chiesa (non parrocchiale) di S. Giovanni Battista, tuttora chiuse in attesa di verifiche. Aperte, seppur con lievi danni strutturali, S.Giorgio e S. Domenico, anch’esse non chiese parrocchiali. Agibili solo parzialmente S. Francesco, con una zona transennata ad accesso vietato, e S. Pietro, con soltanto la navata centrale accessibile grazie ad interventi consistenti sulla volta. Anche fuori dal centro storico persistono alcune situazioni di difficoltà: in quella di San Pio X sono stati riscontra-
ti tagli nei travi sopra la porta d’ingresso e sopra il presbiterio. Inoltre le verifiche sismiche hanno dato un risultato pari al 30% del sisma di progetto. I lavori, a spese della parrocchia, sono quasi ultimati e la chiesa riaprirà a inizio giugno. S. Matteo sul Canaletto è sottoposta a interventi di messa in sicurezza,
ma ancora inagibile, S. Maria di Mugnano e S. Martino di Mugnano, sulla nuova Estense, sono entrambe aperte, la prima dopo alcune opere di ripristino, la seconda nonostante qualche danno persistente. S. Pancrazio sulla Nazionale per Carpi, le parrocchie di Cittanova e di Marzaglia sono aperte nonostante qualche leggero danno, mentre S. Giorgio Martire di Ganaceto rimane chiusa, pur con il progetto di ristrutturazione approvato, in attesa di contributi. Le chiese di pro-
prietà comunale inagibili sono quattro: S. Biagio, il Tempio e la Chiesa del Voto (quest’ultima non è parrocchia), con progetti in corso di redazione, e S. Agostino con progetto già redatto e autorizzato dalla Sovrintendenza all’interno del più ampio piano di recupero del complesso dell’ex ospedale. S. Barnaba e la Pomposa invece sono rimaste aperte: “Una curiosità quella relativa al campanile di S. Barnaba che versava in cattive condizioni già precedentemente al sisma e per questo usufruiva di un finanziamento regionale i cui lavori – spiega l’architetto Cadignani - sarebbero dovuti iniziare proprio a fine maggio 2012. A fronte degli ulteriori danni subiti durante le scosse il finanziamento è rimasto in essere ed è stato adattato alle nuove esigenze: il campanile è stato così inizialmente fasciato e successivamente consolidato con un’apposita struttura interna”. Passati 12 mesi insomma la situazione degli edifici di culto resta difficile, a parlare sono i
numeri, non solo in termini di chiese rimaste inagibili, ma anche di cifre necessarie alla ricostruzione. Le stime sui danni stilate dalle squadre del Ministero per i Beni e le Attività Culturali si esprimono in diversi milioni di euro, nello specifico: 1 milione e 500 mila euro necessari per i lavori del Duomo, 1 milione e 900 mila per la chiesa di S. Pietro e 2 milioni per l’annesso monastero, 500 mila euro per la chiesa di Ganaceto e gli edifici attigui, 475 mila per S. Giorgio, 468 mila per S. Francesco, 300 mila per S. Maria di Mugnano, 400 mila per S. Domenico, 562 mila per il Seminario arcivescovile e dai 50 mila ai 200 mila per tutte le altre chiese. Tutti i progetti sono in lista per i finanziamenti, ma i tempi non sono ancora quantificabili: sono ancora allo stato di richieste infatti le proposte di emendamento al decreto n. 43 (che proroga lo stato di emergenza al 31 dicembre 2014) avanzate nel corso della recente riunione del Comitato istituzionale per la gestione della ricostruzione post sisma composto dai sindaci e dai presidenti di Provincia delle zone colpite dal terremoto, mentre il decreto n. 43 inizia questa settimana il proprio iter parlamentare per la conversione in legge.
“Vista l’estensione del territorio colpito e l’entità dei danni segnalati ci aspettiamo che i tempi non siano brevi – commenta Mario Guglielmo Ferrari -. Ci auguriamo però che i contributi accordati corrisponderanno alle valutazioni delle squadre del Ministero affinchè sia possibile portare a termine tutti gli interventi necessari alla riapertura e totale messa in sicurezza degli edifici di culto”. “Su tutti gli immobili del territorio che necessitano di intervento la regione ha richiesto all’arcidiocesi di Modena – Nonantola, così come agli altri enti coinvolti, una graduatoria di priorità di intervento che è stata stilata, tramite un tavolo comune di discussione, sulla base delle diverse esigenze pastorali legate alla comunità e al territorio – conclude il responsabile dell’Ufficio tecnico della Curia -. La regione ha inoltre preteso che l’ente attuatore, l’Arcidiocesi quindi nel nostro caso, si faccia direttamente carico di tutti i rapporti: la presentazione dei progetti, le gare d’appalto, i pagamenti e la rendicontazione. Un iter obbligato dunque per il riconoscimento dei contributi”. Una volta a conoscenza della destinazione delle quote del piano regionale si darà il via alle gare d’appalto per iniziare i lavori.
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Terremoto, un anno dopo Il recupero del patrimonio artistico nelle parrocchie e la mostra in corso a Nonantola • Jacopo Ferrari e Simona Roversi
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seguito dei tragici eventi sismici del 2012, una particolare attenzione è stata riservata al grande patrimonio di opere d’arte mobili che era collocato nelle chiese crollate o duramente provate dalle scosse. Fin dalle prime ore dopo la scossa notturna del 20 maggio, l’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali si è attivato per monitorare la situazione in stretto collegamento con i parroci; in collaborazione con la Soprintendenza di Modena e la direzione regionale, ha messo a disposizione le schede dell’inventario diocesano dei beni mobili e ha stilato elenchi dettagliati dei danni al patrimonio artistico diocesano, cercando il più possibile di mantenerli aggiornati e di fornirli a tutti gli enti interessati. Ha seguito da vicino tutte le operazioni di recupero e messa in sicurezza delle opere conservate nelle chiese terremotate, partecipando attivamente al recupero delle opere dalle chiese terremotate, insieme ai funzionari della Soprintendenza di Modena e in accordo
L’arte in Diocesi un anno dopo
con i Vigili del Fuoco e con lo staff del Coordinamento per il recupero dei beni mobili postsisma 2012 della Direzione regionale. In questa prima fase di emergenza, durata fino a inizio autunno, fondamentale è stato il contributo dei volontari del Museo diocesano, che in alcuni casi hanno curato il trasporto verso luoghi sicuri. E’ stato attrezzato un deposito, capiente ed antisismico, nei pressi della parrocchia di Gesù Redentore a Modena, in cui sono state raccolte opere di minor pregio storico-artistico ed alcuni archivi parrocchiali. Il centro di raccolta principale è stato il deposito del Museo diocesano di Nonantola, allarmato ed appositamente attrezzato per ospitare e custodire in sicurezza un cospicuo numero di opere. Alcune sono state trasportate dai volontari del Museo su incarico dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali, altre – i dipinti di grande valore artistico di Stuffione ed altre opere di Medolla e Villafranca – sono state portate a Nonantola spontaneamente dai parroci coi loro parrocchiani, sottraendole in autonomia dai crolli e da eventuali ulteriori pericoli. A Nonantola sono giunte circa 60 opere, tra cui grandi dipinti e pale d’altare, vasi sacri, reliquari e sculture. Le opere danneggiate dal sisma – circa 200 per la sola arcidiocesi di Modena-Nonantola – sono ricoverate al Centro di raccolta e primo intervento
allestito dal Ministero Beni Culturali al palazzo Ducale di Sassuolo. Le operazioni di recupero delle opere mobili hanno comportato notevoli sforzi e diversi mesi di lavoro: si è trattato di un
parte delle sfortunate parrocchie. Ha preso così forma la mostra “L’arte nell’epicentro. Da Guercino a Malatesta. Opere salvate nell’Emilia ferita dal terremoto”, inaugurata lo scorso 16 marzo, aperta fi-
La mostra propone una selezione di opere recuperate dalle chiese della Bassa modenese: vi si alternano capolavori di Guercino, Scarsellino, Giuseppe Maria Crespi, Simone Cantarini, Sigismondo Caula
lavoro svolto in sinergia tra più soggetti, Ufficio Diocesano per i Beni Culturali e parrocchie in primis, direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici e Soprintendenze, Vigili del Fuoco, Museo diocesano, Protezione Civile e Carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale. Terminata la prima fase di emergenza, Ufficio e Museo hanno elaborato un progetto di valorizzazione dello straordinario patrimonio salvato, anche in funzione di una logica di fruizione del patrimonio da
no al marzo 2014 e già visitata da circa 5.000 visitatori in due mesi. La mostra è stata organizzata in collaborazione con la Fondazione “Ora et Labora”, il Comune di Nonantola e l’associazione culturale ArcheoNonantola ed è stata resa possibile grazie ai contributi di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Banco San Geminiano e San Prospero, Associazione Decorati Pontifici di Modena, Gavioli Cantinieri dal 1794, Borsari Group, Omci Axles and Winches e Carpilock.
e Adeodato Malatesta, accanto ad antiche sculture lignee e in terracotta, reliquiari, argenti e scagliole dal XV al XIX secolo. Il percorso guida il visitatore dalla periferia del cratere sismico – ossia dalle porte della città di Modena – attraverso le opere salvate dalle chiese di Bastiglia, Bomporto, Sorbara e Stuffione fino a giungere a Cavezzo, Medolla, San Felice sul Panaro e Finale Emilia, luoghi martoriati dell’epicentro dove i crolli e la distruzione sono stati pressoché totali. Un nucleo di opere proviene dal Museo
diocesano di Carpi, ospitato a Nonantola in segno di amicizia e vicinanza dopo che le scosse ne hanno reso inagibile la sua sede presso la chiesa di Sant’Ignazio a Carpi. Accanto all’esposizione delle opere è stato realizzato un libro (in vendita al bookshop del museo) che vuole essere una memoria storica di quanto successo. Nella prima parte, la cronaca e la sezione fotografica mostrano le ferite purtroppo ancora aperte, ma anche gli aspetti positivi che quegli eventi hanno portato: l’ampia solidarietà che ha mobilitato tante persone in gesti grandi e piccoli, l’impegno delle istituzioni e degli enti che a vario titolo hanno dato il loro contributo, la forza d’animo e la dignità di una popolazione in ginocchio ma che non si arrende. La seconda parte racchiude una descrizione storica delle chiese colpite dal terremoto, mostrandone scatti sia precedenti che successivi, a cui seguono le schede di catalogo delle opere esposte. Le parrocchie sono invitate ad organizzarsi per venire in visita guidata alla scoperta del patrimonio artistico diocesano salvato: l’arte ci parla di Dio in modo privilegiato. Sono previste gratuità per le parrocchie del cratere sismico ed agevolazioni per tutte le altre. I parroci posso accordarsi direttamente col museo chiamando il num. 059-549025 o scrivendo a museo@abbazia-nonantola.net.
non azionate da mano d’uomo ma scosse dall’onda d’urto del violentissimo sisma e…. suonano ancora, chiamando i fedeli a raccolta per le sacre celebrazioni nella tenda adibita a chiesa distante poche decine di metri. Sono le campane che si trovano sull’unico campanile agibile che si è salvato nel raggio di settanta chilometri: il campanile di Rivara,
sapientemente ristrutturato a metà degli anni 80 a cura del parroco don Giuseppe Paradisi, scomparso tre anni fa, ha tenuto botta… Ebbene, sotto questo campanile, nella piazzetta a fianco della chiesa parrocchiale di Rivara, sabato 25 maggio, una data esattamente a metà fra i due disastrosi eventi sismici del 2012, la corale polifonica “Agàpe” della bas-
sa modenese, unitamente alla corale “Ermenegildo Cappetti” di San Giovanni Valdarno (AR), per non dimenticare, terrà un concerto benefico vocale e strumentale il cui ricavato sarà devoluto alla “Segreteria per la ricostruzione”, un organismo interparrocchiale della nostra Unità pastorale istituito nei mesi scorsi. E’ passato ormai un anno da
quei drammatici giorni che hanno messo a durissima prova gli abitanti delle nostre comunità, sia sotto il profilo psicologico che fisico; molto è stato fatto e tanto resta ancora da fare soprattutto per la ricostruzione di abitazioni, edifici pubblici, immobili industriali e chiese. La paura e lo stress emotivo vanno esorcizzati anche attraverso attività culturali e di aggregazione; si è sempre cercato di tenerle vive in questo lungo anno con tantissimi appuntamenti che hanno favorito la presenza e l’incontro dei cittadini.
Questi disastrosi eventi sono stati occasione per rafforzare la nostra identità e attivare gemellaggi con comunità anche molto distanti da san Felice le quali, generosamente, hanno condiviso con noi la voglia di ricominciare, inviando personale, aiuti in denaro e materiali per la ricostruzione. Siamo consapevoli che la strada sarà ancora lunga ma siamo fiduciosi sulla capacità di ripresa della nostra gente. Una bella ostinazione, da coltivare nel tempo, con dedizione. www.ricostruzionesisma2012.it.
Rivara: note solidali sotto il campanile
Nel primo anniversario del terremoto • Paolo Buldrini
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e sue campane, il mattino del 29 maggio 2012 hanno suonato a distesa,
Concerto di primavera
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sempre la parrocchia di Santa Maria di Rivara domenica 26 maggio alle ore 21 ospita il “ Concerto di primavera”durante il quale verranno eseguiranno i più bei valzer europei fra ‘800 e ‘900, brani tra i più significativi del repertorio musicale argentino come omaggio a papa Francesco e brani mariani in onore di Santa Maria titolare della chiesa di Rivara. Partecipano Valeria D’Astoli, soprano, Ursula Schaa, violino e Matteo Matteuzzi, pianoforte. Il concerto si terrà nella tensostruttura adibita a chiesa. L’ingresso è ad offerta libera e il ricavato sarà devoluto per il restauro dell’organo della chiesa di Rivara. Dopo il concerto rinfresco con gli artisti.
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Anno della fede Anno della Fede. Dal Credo ai Comandamenti, prosegue l’approfondimento dell’Ufficio Catechistico diocesano
• don luca palazzi
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opo aver offerto uno sguardo panoramico sul decalogo così come ci è offerto dal Catechismo della Chiesa Cattolica, è il momento di riflettere su come valorizzarlo in un percorso catechistico. Si tratta cioè di cogliere quali passi compiere per progettare un itinerario che permetta ad adulti e fanciulli di entrare e assaporare la ricchezza di questo fondamentale della catechesi. Il primo passo da compiere è definire l’obiettivo di un percorso attorno al decalogo. Se intendiamo mettere al centro il tema della esperienza morale non possiamo fare a meno di due prospettive: la prospettiva biblica, che legge il decalogo
Un decalogo da valorizzare
nell’orizzonte storico salvifico, e una maggiore attenzione a come oggi si presenta la domanda morale e il senso che essa assume oggi nella società contemporanea. Queste due dimensioni sono la bussola per progettare un percorso catechistico. Se nell’articolo precedente abbiamo affrontato il primo di questi due aspetti, vorrei qui soffermarmi brevemente sul secondo. In un contesto sempre più caratterizzato dalla ragione tecnica e da una organizzazione sociale “liquida” sembra essere venuta meno la prospettiva finalista, che consentiva un tempo di pensare l’agire orientato alla realizzazione di un fine buono. Si può dire, cioè, che siamo passati da una società dell’ordine e della disciplina, dove il conflitto è tra regola e trasgressione tra pulsione e divieto, a una società dell’efficienza e della performance spinta, per cui il disagio non è più determinato dal conflitto
tra il permesso e il proibito, ma da un senso di inadeguatezza, di insufficienza, quando non di fallimento nella capacità di spingere a tutto gas il possibile fino al limite dell’impossibile. E quando l’orizzonte di riferimento non è più in ordine a ciò che è permesso, ma in ordine a ciò che è possibile, cambia necessariamente la domanda alla base dell’esperienza morale. Non più: “ho il diritto di compiere questa azione?” o “dove mi porta questa azione”?, ma “Sono in grado di compiere questa azione?”. Per questo oggi assistiamo a una liceità di costumi che era impensabile fino a cinquant’anni fa. La ragione di ciò non va cercata nel fatto che si sono allentate le regole morali, ma che è subentrata una legge che sembra più forte della legge morale, perché fondata non sul senso di colpa, ma sul senso di esclusione. Se non si è all’altezza della professionalità, dell’efficienza, della produttività, si è esclusi dall’apparato tecnico e
quindi marginalizzati a livello sociale. Quel che è saltato nella nostra società è il concetto di limite. E in assenza di un limite il vissuto soggettivo non può che essere di inadeguatezza, quando non di ansia, e infine di inibizione. Tratti questi che entrano in collisione con l’immagine che la società richiede a ciascuno di noi. È per questo che i giovani non guardano più al futuro come a una promessa, ma come a una minaccia. Se si prende sul serio questa considerazione del presente si comprende perché l’istanza morale va pensata oggi non tanto come codice che regola con sanzioni un comportamento esterno, ma piuttosto come istruzione per mantenersi umani, per trovare il senso buono del limite che ci consente di riconoscere il profilo della nostra identità e consente di mantenere aperto il cammino che porta a riconoscere e custodire il carattere
promettente della vita. A questo sembra condurre, appunto, una lettura attenta del decalogo, recuperato nel suo orizzonte biblico. A partire dalla prospettiva attraverso cui rileggere il decalogo offerta nell’articolo precedente vediamo alcune attenzioni da tenere vive nella formulazione di un percorso di catechesi. Un primo passaggio esige di aiutare le persone a prendere coscienza delle idee o precomprensioni che si sono formate a proposito del decalogo. Sappiamo come per lungo tempo siamo stati formati ad una idea molto rigida e precettistica dei comandamenti. E’ necessario esserne consapevoli e accompagnare le persone ad esprimere il proprio punto di vista, le tensioni e le fatiche che ne sono scaturite. Recuperare ampiamente la prospettiva biblica per collocare il decalogo nel più ampio orizzonte della storia della salvezza e della relazione con
Dio. Non spezzettare i comandamenti - le dieci parole come preferiamo definirle, approfondendole una per una; questo è possibile solo in un momento successivo. Solo dopo, cioè, aver offerto uno sguardo generale e sottolineato il legame tra i diversi enunciati; come essi cioè sono strettamente legati tra loro, la progressione che indicano. Da ultimo: fare emergere la dimensione liberante e promettente del decalogo. In questo passaggio si deve favorire una rilettura dell’agire morale che scaturisce dal decalogo secondo le istanze e le domande poste dalla cultura odierna e dal vissuto personale defli adulti o dei ragazzi. Per un recupero più pieno e personale del percorso è sempre preferibile proporre un momento di condivisione o un momento liturgico che offra l’occasione di una rivisitazione evocativa dei contenuti proposti.
50 anni fa il Concilio Si avvia alla conclusione il ciclo ‘Uomini del Concilio’ proposto dal Ferrini: nel penultimo incontro la lezione su Giovanni XXIII di don Massimo Nardello
Papa Roncalli e la carità di Cristo
Trovandosi in un paese a forte minoranza cattolica, Roncalli fece emergere uno spicca-
• don Luca Balugani
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iprendendo un proprio studio, pubblicato sul sito vivailconcilio.it, don Massimo Nardello ha ripercorso il tema dell’ecumenismo in Roncalli. Il futuro pontefice crebbe con una visione semplice e drammatica dei non-cattolici, in particolare dei protestanti. Così scriveva nel 1904, nel suo Diario dell’anima: “L’ottimo padre direttore mi ha pregato che, durante le ore del passeggio, tenga compagnia ad un giovane protestante che fu accolto per prepararlo all’abiura. Povero giovane, quanto mi fa pena!”. Egli aveva una precomprensione errata della teologia protestante, ad esempio riteneva fosse permissiva verso le passioni umane in nome della salvezza che viene dalla fede. Roncalli fu uomo del suo tempo, per cui chi non era cattolico era considerato in condizione di non-salvezza. In questo atteggiamento però conservò l’onestà di fondo di osservare la storia della Chiesa senza ometterne le negligenze. Unionismo di avanguardia. Un secondo momento della sua vita iniziò nel 1925, quando divenne nunzio in Bulgaria.
to senso pastorale. Rifiutò ad esempio un cospicuo sostegno economico francese alle missioni cattoliche, che sarebbe stato concesso in cambio di una rilevanza politica della Francia. Consacrando un vescovo bulgaro, sottolineò che la nomina era un segno di pace tra cattolici e ortodossi. Costruiva ponti con l’ortodossia e non solo con singoli, grazie al suo stile bonario. Non tutto però andò bene: l’erigendo seminario da lui iniziato gli venne tolto e affidato ai ge-
suiti. Nel 1927 mandò un messaggio di auguri ad un Sinodo bulgaro, riconoscendone l’importanza per l’affermazione del Regno di Cristo. La carità economica che esercitava non conosceva distinzioni confessionali. Non fu esente da gaffe, ad esempio il matrimonio di Re Boris con Elisabetta di Savoia, avvenuto secondo il rito cattolico e dunque a condizione che i figli fossero cresciuti secondo il nostro rito cattolico: in occasione della seguente benedizione a Sofia, simile ad un secondo matrimonio, e del battesimo ortodosso della primogenita, il Pontefice si convinse che Roncalli non fosse abbastanza di polso. Il valore della carità. Nel decennio successivo al 1935, fu inviato in Turchia e poi in Grecia. Si prese a cuore i pochi cattolici di quelle terre, sentendosi il loro pastore. Li invitava a guardare con serenità alle altre confessioni, non chiamandoli più poveretti, ma “degni come
noi e più di noi di godere dei frutti della redenzione di Gesù, e che da secoli, divisioni nefaste tengono da noi separati”. Poiché identificava la Chiesa con la carità, si mosse sempre su quel piano; non cercò il dialogo teologico, ma ritenne che la carità doveva essere l’orizzonte ultimo. Ne ricavò la fama di pessimo politico. Nunzio di serie B? Venne quindi mandato a Parigi, evento sorprendente, essendo quella una sede rinomata. Forse il fatto fu dovuto ai pessimi rapporti con De Gaulle, cui il Pontefice voleva inviare un Nunzio che egli riteneva di non particolare valore. E invece Roncalli risolse subito una delicata grana. Ad Algeri poi pronunciò una frase ecumenicamente sorprendente e insolita per quei tempi: “Il mio pensiero e il mio cuore si volgono non soltanto verso i nostri fratelli cattolici, ma pure verso tutti i cristiani delle diverse confessioni che partecipano più o meno al testamento del Signore”. Non era ammissibile affermare una cosa del genere di cristiani ritenuti esclusi dalla salvezza… Ivi entrò a contatto con Maritain e la Nouvelle Théologie, ma rimase particolarmente segnato da Congar e il suo testo Vera e falsa riforma della Chiesa. Gesti sorprendenti a Venezia… Richiamato in Italia, gli venne affidato un non facile compito: mai era stato pastore e 30 anni era stato fuori dall’Ita-
lia. Diventò Patriarca a Venezia, quello che immaginava sarebbe stata l’ultima sua missione. Compì gesti di particolare forza, ad esempio l’indizione di una settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani. Straordinarie alcune sue frasi: affermò che la Chiesa doveva somigliare ad un giardino non ad un museo; e ancora: “La responsabilità è tutta dei nostri fratelli separati? È in parte loro: ma in gran parte è nostra”. … e a Roma. Più che da discorsi, il pontificato di Giovanni XXIII fu segnato da gesti ecumenici. Al card. Bea concesse che il neonato Segretariato per l’Unità dei Cristiani restasse attivo anche durante il Concilio (contrariamente agli altri dicasteri), con facoltà di proporre contributi, che furono importanti soprattutto per la redazione di Dei Verbum. Ebbe poi incontri ufficiali con una cinquantina di personalità di altre confessioni, mantenendosi comunque sempre molto prudente. Il Magistero di Giovanni XXIII può essere sintetizzato in alcuni punti: il fondamento dell’unità ecclesiale. La Chiesa è il luogo nel quale tutti possono sperimentare quell’amore che è segno e frutto della salvezza. Se l’umanità non torna, è la Chiesa cattolica che deve cambiare e avvicinarsi a ciò che deve essere. La visita ai carcerati non è un gesto di carità privata: è testimonianza di cosa
è la Chiesa. C’è un limite teologico in questo fondamento: egli diversamente dal Concilio non parte dalla storia della salvezza, ma da Gv. 17 e struttura soprattutto una ‘teologia dell’amore’, nella quale la fede occupa un posto marginale; fa risalire la motivazione delle divisioni al peccato, ma l’unità non è mai andata perduta, perché continua ad esistere nella Chiesa cattolica; i non cattolici appartengono a Cristo in virtù del Battesimo, ma le loro chiese non sembrano avere un valore ecclesiale, anche se in qualche discorso sembra più possibilista. Ad esempio in occasione della beatificazione di Elisabetta Anna Bayley Seton, dove parla della chiesa episcopaliana come di “non completo fulgore” riconoscendone implicitamente un valore; vie ecumeniche non furono mai per lui i dialoghi di natura teologica, ma quello che definiva “aggiornamento” della Chiesa. La collisione tra Chiesa e società è generata non dalla società, ma dalla Chiesa, che deve rinnovarsi: allora le persone accoglieranno il Vangelo. Seconda via è lo stile di carità, che non è la sola bonarietà. Il movimento ecumenico per Roncalli non ha molto valore, proprio perché troppo concentrato sulle questioni teologiche; al centro pone la conversione della Chiesa e l’aiuto che i non-cattolici le possono dare: di qui la decisione di invitare osservatori di altre confessioni al Concilio.
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Iniziative
Il Buon Pastore ‘entra’ in carcere Catechesi al “S.Anna” 2013: il terzo incontro con suor Elena Bosetti che ha utilizzato la tecnica del ‘bibliodramma’
• ANDREA SCARAMELLI
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ercoledì 17 aprile Suor Elena Bosetti entra nella Cappella del Carcere per l’incontro di Catechesi e viene accolta con un “Bartimeo!” ad alta voce. Tutti i presenti e soprattutto gli ‘attori’ del ‘bibliodramma’ che si erano prestati, nell’ottobre dello scorso anno, a interpretare i personaggi del brano di Marco 10, 46-52 (XXX dom ord. B) si ricordavano della guarigione del cieco Bartimeo e del suo mettersi al seguito di Gesù. E’ molto bello il clima che si è creato negli incontri di catechesi del mercoledì pomeriggio. L’alternanza degli “oratori” con i loro propri “stili di guida” si sta dimostrando una vera ricchezza per noi e per i nostri “ragazzi” puntualmente presenti a questa “scuola della Parola”. Il “bibliodramma” è riconosciuto un metodo molto efficace per far incontrare la Parola di Dio con l’esperienza di vita
L’incontro con fratel Enzo Biemmi in Seminario • Paolo Monzani
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desso vi spiegherò una volta per tutte il mistero della santissima Trinità”: così cominciò l’omelia un vecchio canonico di una cattedrale francese. Ma davvero la trasmissione della fede è spiegare un oscuro mistero in modo chiaro e distinto “una volta per tutte”? Da questa provocazione è partita la riflessione di fratel Enzo Biemmi, presso l’aula magna del Seminario martedì 7 maggio 2013, nell’ambito delle conferenze promosse in questi mesi dal Consiglio delle Chiese di Modena. No, ha risposto fratel Enzo, la fede non è un incomprensibile mistero (logico) da spiegare, ma “un mistero (salvifico) che si può solo narrare” (R. Guardini): infatti si tratta della storia di una relazione in corso, il cammino che Dio ha creato con il suo popolo entrando nella storia, specialmente con l’incarnazione del suo Figlio amato; si tratta di una storia
di chi partecipa. E anche oggi con solo 4 versetti del Vangelo secondo Giovanni della IV Domenica di Pasqua/C (Gv. 10, 27-30) abbiamo “navigato” per più di un’ora dal Nuovo all’Antico Testamento per capire meglio questo Capitolo 10 dedicato alla figura del Pastore. Subito una precisazione curiosa: in questo brano Gesù dice “Le mie pecore ascoltano la mia voce…“, ben diversa la situazione, per esempio, in Australia dove il pastore, oggi, guida le pecore con l’elicottero. Qui è improbabile che le pecore possano ascoltare la voce del pastore e questo ci fa capire la differenza: con Gesù che cammina col suo gregge siamo in un contesto in cui pastore e pecore sono in relazione, c’è una conoscenza. Tutti ricordiamo quando Gesù entrò in Gerusalemme: “La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: Osanna al figlio di Davide! (Mt 21, 9). Dio aveva stabilito che Gesù, il Messia, doveva essere discendente di Davide, e scopriremo presto il perché! Ma chi è questo Davide? Sì è proprio quel giovinetto, anche lui nato a Betlemme che faceva il pastore, e che ha ucciso il gigante Golia. Ma allora se Gesù è figlio di Davide non possiamo non conoscere la storia di Davide. Vediamo come si svolgono i fatti, come è scritto nel 1° Libro di Samuele dal cap.15, 10 al cap.17, 58:
siccome “il Signore si era pentito di aver fatto regnare Saul su Israele” perché aveva disobbedito ai suoi comandi decide di mandare il profeta Samuele a Betlemme da Iesse per “un-
molto antica (come tutti i migliori racconti) che appartiene alla vita di tante uomini e donne che ci hanno preceduto nei secoli e ce lo hanno testimoniato nella tradizione della Chiesa. Perché anche oggi siamo chiamati a fare memoria di questi straordinari eventi del passato? Perché la storia che Dio ha cominciato a raccontare quando in principio parlò mentre il suo spirito aleggiava sulle acque e che “una volta per tutte” ha rivelato in Gesù di Nazaret continua anche oggi: non si è spento il suo desiderio di rendere l’uomo più umano, sul modello della divina umanità di Gesù. Questa verità è nell’intimo della nostra fede come promessa del Dio fedele e si concretizza nella vocazione comune a tutti gli uomini: affidarsi a Dio, con un salto che è proprio dell’amore ma non è privo di un’onesta riflessione e che si concretizza in un radicale cambiamento di tutta la nostra vita. Credo che fratel Enzo ci abbia
consegnato una serie di indicazioni preziose e provocanti per il nostro modo di essere Chiesa. Innanzitutto siamo chiamati a permettere allo Spirito di scrivere la sua storia di salvezza nella nostra vita: questo racconto sarà veramente il racconto di Dio solo se sarà veramente anche il racconto dell’uomo, portato avanti da uomini e donne coraggiose che sanno intuire come il racconto si stia costruendo attorno a loro per collaborare alla sua scrittura come veri autori. Ciò significa vivere in una Chiesa che autorizza (rende autore) l’uomo, ne valorizza i doni e lo aiuta a esprimere la sua unicità irrepetibile secondo le intime movenze dello Spirito Santo effuso su tutti noi. A questo è collegato un atteggiamento che, spesso, è difficile da vivere: comprendere che, se siamo autorizzati a scrivere con Dio questa storia, allora siamo anche autorizzati a porre dei dubbi. Sì, non è possibile essere veri autori se si scrive sotto dettatura: il vero autore
gere” tra i suoi figli colui che il Signore si è scelto come re. E qui i ragazzi interpretano i personaggi del racconto: un padre, un profeta, sette candidati e la voce di Dio che
precisa “io non guardo ciò che guarda l’uomo, l’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore!” (1 Sam 16, 7) e così nessuno supera la prova. I conti non tornano: Samuele chiede a Iesse “sono tutti qui i giovani?”. “No, risponde, rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge!”. Il più piccolo non conta in una famiglia numerosa, ma sarà proprio lui che Samuele dovrà ungere, lui, Davide, occhi azzurri e capelli rossicci, un suonatore di cetra che poteva fare il cantastorie, ma mai il guerriero come i suoi fratelli! Ma non è poi così facile fare il pastore: di giorno si guida il gregge, di notte si veglia, perché può sempre arrivare il leone o l’orso a portarsi via una pecora! E se Davide ha sempre custodito il gregge di suo padre fino al punto di lottare contro il leone o l’orso per strappare la preda dalla loro bocca e se
Dio lo ha sempre liberato dalle unghie del leone e dell’orso, ancor di più lo libererà dalle mani del suo nemico Golia (1 Sam 17, 32-37). Sappiamo tutti come va a finire! Nella Bibbia questo tipo di pastore non è soltanto un romantico ma deve essere anche pronto a difendere le sue pecore: e la forza ti viene ancora di più se sai che quello che devi difendere è la tua famiglia e qui fa la differenza fra il mercenario (vede il lupo e scappa) e il vero pastore (non molla mai le sue pecore). Davide ha fatto veramente il pastore di pecore, uomo capace di fare il suo mestiere ed è per questo che il Signore lo prende e lo consacra pastore e quindi Re del suo popolo. Nel brano evangelico Gesù si presenta come uno che veglia sulle sue pecore, le chiama per nome (relazione amorevole) e le pecore lo conoscono e ascoltano la sua voce. Il credente è chiamato soprattutto ad ascoltare, specialmente oggi in cui si tende a dare più importanza all’immagine e al vedere. Il nostro Dio si presenta come pastore perché ci ama! Noi siamo il dono prezioso del Padre a Gesù, siamo la cosa più preziosa che ha Gesù… e per noi sono preziose le persone che il Signore ci ha affidato? L’immagine del Buon Pastore che accompagna il testo è opera di Francesco M. “ospite” della Casa Circondariale.
pensa, riflette, cambia idea, in una parola dubita; lo Spirito Santo infatti non ci impone una rappresentazione di Dio statica (questi sono gli idoli che ci costruiamo noi), ma ci guida con un tocco leggero per cercare in modo sempre nuovo il volto di un Dio che non si lascia mai pienamente afferrare: se non dubitiamo mai di nulla possiamo essere certi che il nostro Dio si è pietrificato in un idolo. Pensare (anche dubitando) ed esseri veri autori della nostra storia sono caratteristiche di un uomo veramente umano; questo non significa opporsi all’azione dello Spirito Santo, ma collaborare ad essa: Dio ci chiama infatti proprio ad essere uomini più umani, più liberi. Naturalmente questo non deve diventare arbitrario relativismo, ma realizzarsi come sequela di Cristo, uomo perfetto che ci chiama a diventare come Lui (come a Sua divina immagine fummo creati). Questo discorso ci dà un grande ammonimento: dove l’uomo è privato della sua libertà e creati-
vità, lì non vi è lo Spirito Santo; la Chiesa stessa, come l’antico popolo di Israele, tradisce il Suo Sposo quando schiaccia l’uomo e lo opprime sotto precetti che si rivelano essere soltanto umani (o, meglio, disumani). Come Chiesa siamo invece chiamati a testimoniare cosa siamo diventati per la grazia di Dio, dialogando con gli altri “con dolcezza e rispetto” (1Pt 3,16): solo così trasmetteremo la fede di Gesù secondo lo stile che Lui stesso ha assunto nella Sua vita terrena. Occorre rispetto perché Dio è già all’opera, misteriosamente, in ogni uomo; sarà lo Spirito a portare una persona alla fede, e per questo occorre dolcezza: noi siamo chiamati a collaborare a questa nascosta nascita coltivando con delicatezza i germi che Egli ha già piantati, nascosti, nel cuore della persona; infatti il Vangelo di Gesù ha una forza straordinaria e intercetta la vita di ogni uomo nella sua esistenza quotidiana. Ascoltando queste parole sulla mia fede, sento sempre rinascere in me una nuova fiducia
di fronte alle sfide del nostro tempo, un incoraggiamento a non temere il dialogo con mondi che spesso ci appaiono lontani, come il mondo giovanile, gli adulti lontani dalla pratica religiosa, la società civile, in cui però già opera lo Spirito Santo: il Signore era già qui e io non lo sapevo!
Una fede umana
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NostroTempo
Domenica 19 maggio 2013
Città
Scuole paritarie essenziali per il servizio Nelle parole del sindaco Pighi la positiva valutazione sul servizio delle materne paritarie “
comunale”. Il consigliere ha chiesto qual è la condizione attuale della scuola d’infanzia
al sindaco “se ritiene legittimo proporre a Modena un quesito referendario comunale nello
modenese nella fascia d’età 3-6 anni; quanti sono i bambini esclusi dalle scuole dell’infanzia comunali o statali; quali rette vengono applicate nelle strutture private; a quanto ammonta il finanziamento annuo del Comune di Modena alle scuole materne paritarie private. Inoltre Ricci ha chiesto
spirito di quanto in corso nella vicina Bologna e se tale ipotesi referendaria non troverà ostacoli da parte dell’Amministrazione comunale”. “Il contesto in cui si è mosso il Comune di Modena – ha spiegato Pighi – è molto differente da quello che ha portato il referendum a Bologna.
T
ogliere il finanziamento alle scuole d’infanzia paritarie della Fism oggi a Modena significherebbe togliere le scuole d’infanzia ai modenesi. Le scuole Fism rispondono infatti al 37 per cento della richiesta di servizio: il loro apporto è quindi essenziale”. Lo ha detto il sindaco di Modena Giorgio Pighi, nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 6 maggio, rispondendo all’interrogazione di Federico Ricci (Sel) sul finanziamento delle scuole materne paritarie private e sulla “futura ipotesi di referendum
Qui abbiamo deciso di lasciare ai genitori la scelta della scuola facendo indicare una serie di preferenze e stilando una graduatoria. Le rette in queste scuole non sono differenti e il costo a bambino per l’Amministrazione è estremamente contenuto rispetto a quello delle scuole comunali: se si mettessero in discussione le risorse che si danno al privato a favore di un servizio pubblico – ha detto ancora – non si riuscirebbe a mantenere lo stesso numero di posti e si creerebbe squilibrio in un sistema che consente a Modena di essere una delle poche città medie che risponde al 100 % delle richieste di scolarizzazione dai 3 ai 6 anni”. Il sindaco ha poi riportato che le scuole
statali, pur essendo gratuite, prevedono il costo della mensa, e le altre hanno un costo di circa 200 euro al mese, “molto simile a quello delle scuole Fism, la cui retta media è di 195 euro”. Le scuole materne paritarie private, che nel 20112012 contavano 73 sezioni, hanno ricevuto un contributo a sezione di 16 mila euro e oltre 500 mila euro per contributi legati all’handicap e ad altro, per un totale di 1 milione 668 mila euro. “Per richiedere un referendum c’è un regolamento ben chiaro: chiunque può raccogliere le firme e chiedere il giudizio di ammissibilità, e in questo caso non credo che il quesito potrebbe essere ritenuto inammissibile. La mia posizione però è di contrarietà”, ha
aggiunto il sindaco. “Si è arrivati al risultato attuale - ha proseguito il sindaco Pighi - dopo una storia tutta modenese: quando il Consiglio approvò la costituzione delle scuole d’infanzia comunali, una parte dell’opinione pubblica di area cattolica espresse contrarietà sul fatto che il Comune si occupasse dell’infanzia. Posizione che, all’inizio degli anni ‘60, fu duramente stigmatizzata dall’allora arcivescovo Giuseppe Amici, per il quale tutti gli interventi erano ben accetti quando si trattava di occuparsi di infanzia. L’arcivescovo evidenziò infatti che andavano utilizzati tutti gli strumenti a disposizione per rispondere alle esigenze dei bambini”.
Un seminario venerdì 17 maggio al Policlinico
Staminali, speranze, carte bollate: dov’è la verità?
Credo nell’incontro L Centocinquanta persone all’ultimo incontro dell’anno pastorale della comunità in Gesù Redentore
• Matilde Bergamini, Donatella Agazzani e rossella Muratori
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omenica 12 maggio nella Parrocchia Gesù Redentore c’è stato l’ultimo incontro dell’anno pastorale della comunità, al quale hanno partecipato circa 150 persone, fra bambini, giovani e adulti. Il titolo “Benché fossero tanti, la rete non si squarciò” evocava il tema delle relazioni interpersonali e delle relazioni via web, ambedue modalità di vivere in “rete”. A introdurre un primo pensiero spirituale don Marco, che ha ricordato la relazione fra gli apostoli e Gesù dopo la risurrezione e ha suggerito che nella chiesa siamo tanti e siamo orientati ad accogliere l’altro creativamente se al primo posto c’è Gesù. E’ poi intervenuto Krystof Szadejko, psicopedagogista del Gruppo Ceis che ha raccontato subito gli aspetti positivi delle tecnologie: utilità, immediatezza delle informazioni e della comunicazione. Passando a raccontare il frutto di molti anni di ricerca sociale e di dialoghi con minori e genitori, il professore ha ricordato dati molto preoccupanti, quelli relativi alla frequentazione di siti per adulti e dell’uso e abuso di videogiochi violenti anche da parte di molti bambini. Queste esperienze incidono molto in chi non è ancora capace di
riflettere sulle proprie emozioni e tende a imitare. Vuoto, senso di rischio, aggressività e diverse forme di violenza si addensano nella vita molto più di quanto comunemente pensiamo. Per esempio sono diffusi gli incubi e l’aggressività verbale. Il prof. Szadejko ha esortato a conoscere la bellezza delle relazioni interpersonali. Solo vivendo queste si può vivere positivamente la connessione tecnologica o informativa. Sen-
moltissimo del futuro di una vita. Essa aiuta per sempre la persona perché è esperienza di accoglienza incondizionata. Non basta però averla vissuta da bambini, occorre riviverla molte volte lungo la vita. Della relazionalità si colora la relazione di coppia, nella quale è centrale, e la crescita dei bambini, degli adolescenti e dei giovani i quali, attraverso la relazione educativa con genitori ed educatori, ricevono molto e molto possono
e società scientifiche preposte, le riviste scientifiche più autorevoli, il premio Nobel Shinya Yamanaka scopritore delle staminali pluripotenti indotte, l’Agenzia italiana del farmaco, hanno unanimemente condannato il metodo “Stamina Foundation” applicato negli Spedali di Brescia, perché non validato scientificamente e non esente da rischi anche letali. Ciò nonostante alcune Procure, in contrasto con altre, andando ben oltre le proprie competenze e trovando eco su certa stampa e in alcuni famosi personaggi dello spettacolo, hanno autorizzato diversi pazienti a sottoporsi a tali terapie “compassionevoli”: in tal modo si fomentano infondate illusioni di guarigione e si consentono spregiudicati e lucrosi interessi economici. Spinti dall’esigenza di fare chiarezza in questo campo, l’Associazione Medici Cattolici e il Centro di Bioetica Moscati hanno organizzato per venerdì 17 maggio alle ore 17 nell’aula T03 del Centro Servizi didattici del Policlinico di Modena un seminario su “Le cellule staminali tra ricerca, applicazioni cliniche e istanze bioetiche”. Saranno relatori il prof. Massimo Dominici, ricercatore dell’Università di Modena, membro della Commissione ristretta di esperti sull’uso delle staminali presso il Ministero della Salute e il dott. don Gabriele Semprebon, bioeticista, professore a contratto nel Dipartimento di Biologia della Temple University di Philadelphia, Usa. L’incontro è aperto a tutti: in particolare agli operatori sanitari e agli studenti di Medicina e Biologia.
Incontro con Giuseppe Savagnone, il 26 maggio alle Ferraris
Il coraggio di educare
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sibilizzarci gli uni gli altri alla relazione autentica permette di trarre molte cose buone dai social network, altrimenti essi ci rendono soli, soprattutto se ci lasciamo condizionare dal bisogno di presentarci al meglio fino a farlo in modo illusorio e illudente, dinamica che ci fa conoscere in modo distorto anche a noi stessi. L’esperienza chiave è la relazionalità, che è un bisogno primario innato al pari dell’autonomia e della competenza. Per comprendere questo bisogno occorre rifarsi alla relazione madre-figlio dei primi mesi, che contiene
dare. Un suggerimento prezioso che dal pomeriggio del 12 maggio resta è anche quello relativo alla comunicazione della Chiesa, che può ricavare più relazione di quanto accada normalmente dalla propria offerta web. L’esperienza del Ceis insegna che un sito può essere attivo, dialogico, permettere la confidenza con esperti, dare risposte a chi ha domande ma non ha ancora la capacità di frequentare i nostri ambienti. Naturalmente il meglio è offrire tante relazioni nelle diverse attività e nelle tante occasioni di dialogo.
conclusione del ciclo di conferenze sul tema dell’educazione e dell’adolescenza il comitato genitori della scuola media Ferraris invita tutti i genitori e i docenti a partecipare all’incontro con il prof. Giuseppe Savagnone: giovedì 16 maggio alle 20.45 Sempre più spesso, ormai, si sente parlare di “emergenza educativa” per individuare il principale problema che investe la scuola e le famiglie (in quanto istituzioni tradizionalmente deputate al compito di educare) ed il futuro stesso del nostro Paese. La reazione più diffusa è quella di riversare la responsabilità sulle nuove generazioni. Eppure, in un convegno di qualche anno fa, un illustre filosofo ha aperto la sua relazione con una classica litania sui giovani che “non hanno più rispetto per gli adulti, non hanno più voglia di lavorare sodo, non hanno voglia di studiare e, in definitiva, non hanno più valori”; ad un certo punto, improvvisamente fermatosi, ha svelato che stava leggendo un testo dell’Antico Egitto!. Il prof. Savagnone muove dalla convinzione che il problema più grave non sia costituito dai giovani, ma dalla difficoltà degli adulti ad assolvere il loro compito educativo. Non sono i ragazzi ad essere irrecuperabili, ma è venuto meno il coraggio di educare in genitori che hanno ormai perso anche le più elementari coordinate, indispensabili per una educazione degna di questo nome. Senza alcuna pretesa di suggerire una “ricetta perfetta” (che non esiste), il professore indica, in positivo, alcuni essenziali punti di riferimento per affrontare la crisi in atto e riannodare il dialogo tra le generazioni. E’ dunque agli educatori che si rivolge, non certo nell’illusione di poter risolvere i loro problemi, ma per aiutarli ad orientarsi meglio nell’affrontarli.
Confraternita di San Geminiano
Messa in memoria delle vittime del terremoto
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ella ricorrenza del primo anniversario delle terribili scosse sismiche che il 20 e 29 maggio dello scorso anno provocarono nella nostra terra tanti lutti e gravissimi danni, presso la Chiesa delle Grazie in Modena, Via Sant’Agostino 40, sede della Confraternita di San Geminiano, giovedì 23 maggio allo 18 la Santa Messa settimanale sarà celebrata in memoria e suffragio delle vittime di quel disastro, e si pregherà affinché il Patrono della città e della Diocesi interceda per interrompere il ripetersi delle scosse e per restituire serenità e tranquillità alle coscienze dei sopravvissuti.
NostroTempo
Domenica 19 maggio 2013
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Pianura
Tutto pronto per la notte dei musei In programma visite guidate alle opere salvate dal sisma, riunite al Museo Benedettino e Diocesano di Nonantola
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d un anno dal sisma che ha colpito l’Emilia, il Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra propone per la serata di sabato 18 maggio due visite guidate gratuite alle parti visitabili dell’Abbazia di San Silvestro I Papa ed alla mostra “L’arte nell’epicentro.
Da Guercino a Malatesta. Opere salvate nell’Emilia ferita dal terremoto” oltre alla suggestiva sezione del Tesoro Abbaziale, ai Codici medievali ed alle celebri pergamene di Imperatori e Papi (tra cui quella di Carlo Magno, Matilde di Canossa e Federico Barbarossa). In particolare quelle della mostra sono opere che parlano dritto al cuore. Per apprezzarla, le emozioni contano più dello sguardo: queste tele, sculture o reliquiari non sono soltanto straordinarie opere d’arte, ma rappresentano il patrimonio di comunità ferite che in una sola notte hanno visto crollare tanti punti di riferimento. Sono esposte al Museo Diocesano di Nonantola circa ottanta opere miracolosamente salvate dalle
chiese della Bassa modenese devastate dal terremoto. Ca-
cappelle della Bassa modenese: ora hanno creato un’inedita
polavori di maestri della scuola emiliana, che ornavano altari e
pinacoteca. Resteranno esposti a Nonantola fino al 16 marzo 2014. Il percorso si snoda idealmente attraverso le chiese colpite dal sisma, in un itinerario geografico che parte dalle porte della città di Modena, margine meridionale del cratere sismico, attraversando Bastiglia, Bomporto, Sorbara e Stuffione, per spingersi verso nord e arrivare fino a Finale Emilia, l’epicentro geografico ed artistico del terremoto. Ci sono preziosissime opere come la “Madonna di Monserrato e santi” di Simo-
Area Nord
Come stanno i cittadini colpiti dal sisma? • Nunzio Borelli
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rmai è passato un anno da quelle terribili scosse del 20 e 29 maggio 2012 e sorge spontanea una domanda: come stanno i cittadini del cratere? Il consumo di tranquillanti e antidepressivi è alle stelle. L’esperienza di L’Aquila può essere un esempio, ancorchè nessun terremoto è uguale all’altro, per fare, come hanno fatto nella città abruzzese,
una ricerca scientifica, condotta con metodo e rigore sullo stato di salute dei cittadini. Nel capoluogo aquilano ad esempio vi è stato un aumento del 41% di patologie della tiroide (tiroiditi e gozzi), aumento dei casi di ipertensione, obesità e ipercolesterolemia, nei giovani adolescenti si è registrato un raddoppio dell’uso di alcool confrontando i dati del pre sisma con quelli del post sisma . I medici di famiglia dell’A-
rea Nord (si ricorda che la percentuale nei container è passata dall’80% al 25% che verrà raggiunto con l’apertura del primo stralcio della casa della salute di Finale Emilia) aprono ogni giorno oltre 4 mila cartelle, sono in pole position nella valutazione delle patologie sopra riportate e, attraverso protocolli condivisi e validati, non faranno mancare la loro collaborazione per le ricerche che possano fotografare la salute dei cittadini del cratere sismico.
ne Cantarini, che frequentò la scuola di Guido Reni (1630), il “Transito di San Giuseppe” di Giuseppe Maria Crespi, provenienti dal santuario di Stuffione di Ravarino, l’“Adorazione dei Magi” dello stesso Crespi (1730) recuperata dal Duomo di Finale Emilia, e il bellissimo dipinto del Guercino raffigurante la “Madonna, Gesù Bambino e San Lorenzo” (1624), dalla chiesa del Seminario, sempre di Finale. In segno di comunione tra diocesi, una sala è dedicata ad un nucleo di opere del Museo diocesano di Carpi, inagibile dopo le scosse del 20 e 29 maggio 2012, con l’“Annunciazione” dello Scarsellino (fine ’500). «Queste opere sono segni identitari per le comunità parrocchiali – ricorda monsignor Antonio Lanfranchi, Arcivescovo di Modena-Nonantola – e mi verrebbe da dire che soffrono nell’anelito di ritornare ‘a casa’, ma nel frattempo non si rifiutano di continuare a comunicare il loro messaggio ai visitatori». «Nelle terre emiliane sia le pietre degli edifici, sia i capolavori della pittura
portano ora impressi i segni della passione, attraverso la firma inquietante del terremoto», scrive il cardinale Gianfranco Ravasi, Prefetto del Pontificio Consiglio della Cultura, introducendo il catalogo, un volume che vuole essere una memoria storica dei tragici eventi vissuti dagli abitanti della Pianura Emiliana nella primavera 2012, con fotografie raffiguranti le chiese devastate prima e dopo il sisma e le opere d’arte che sono state messe in salvo dai Vigili dei Fuoco e da tanti volontari. Le visite guidate di sabato 18 maggio cominceranno alle 19.30 ed alle 21.30, con ritrovo presso la biglietteria del Museo (in via Marconi 3 a Nonantola, a fianco dell’Abbazia). Al termine della visita guidata ai partecipanti sarà offerta una dolce sorpresa: un assaggio del “Belsòn” tipico dolce nonantolano ed il “Dolce di Carlo Magno”, accompagnati da una selezione di vini. È gradita la prenotazione telefonica al numero 059/549025 o tramite mail a museo@abbazia-nonantola.net. Il Museo e le parti agibili dell’Abbazia saranno aperte, con ingresso gratuito per tutta la serata, anche per visite libere dalle 19.30 alle 23.
redfishadv.it
Riaperta la Pieve di San Giorgio • Franco Mantovi
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settant’anni dall’ingresso di don Ivo Rubbiani, la storica pieve romanica di San Giorgio in Ganaceto è stata riaperta al culto. Quasi per miracolo, alla vigilia della festa patronale dal più remoto Medioevo, don Mario Zaras ha potuto celebrare nella prestigiosa
chiesa dopo la forzata parentesi imposta dal terremoto del maggio di un anno fa. Anche la scuola materna, tenacemente voluta da don Ivo, ha rioccupato spazi e strutture, ammodernate ed attrezzate. Là, nel dopoguerra, don Ivo aveva reso funzionante il teatro (e in seguito il cinema) parrocchiale, con a fianco il campo sportivo. Per quasi ses-
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Ganaceto
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sant’anni, don Ivo lavorò in modo infaticabile, gestendo i fondi del beneficio anche per l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, servizio per il quale si recava più volte la settimana in Curia. Amato e rispettato da tutti, dopo un breve soggiorno presso la Casa del clero a Cognento, don Ivo se ne andò per sempre una decina d’anni fa.
Finale Emilia
Alla conquista di Roma
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i è conclusa con successo la visita alla capitale della classe quinta D della scuola primaria Castelfranchi. Ventitre ragazzini accompagnati dalle insegnanti Antonella Diegoli e Rita Govoni, insieme ad alcune famiglie, hanno trascorso indimenticabili e intense giornate a Roma, grazie a un progetto sostenuto dalle Caritas del Lazio, gemellate con la parrocchia di Finale Emilia. Dai fori imperiali al Colosseo, da Montecitorio al Quirinale, da piazza Colonna alla fontana di Trevi, per finire con piazza San Pietro (“Maestra, ma non possiamo andare dal Papa?”) e una foto ricordo dalle terrazze del Campidoglio, con tanto di gonfalone della città, affidato dal sindaco che ha detto loro di conquistare la città Caput Mundi. I ragazzi hanno vissuto momenti ed emozioni uniche, anche grazie alla solidarietà spicciola di tante persone incontrate sul loro cammino.
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Stuffione di Ravarino
Holy Noise in concerto per i terremotati
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n occasione del primo anniversario del sisma, il centro di terapia integrata per l’infanzia “La Lucciola” propone un concerto per domenica 19 maggio dal titolo Holy Noise Live Gospel. L’associazione musicale coro gospel “The Spirit Inside” si esibirà alle ore 16.30 in un concerto live ad ingresso libero, per informazioni: tel. 059/903295, mail info@lalucciola.org.
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Domenica 19 maggio 2013
Il viaggio di Domenico e Concetta da Formigine a Fatima, passando per Lourdes e Santiago
• Marcella Caluzzi
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814 km, 6 chili persi, 24 giorni, una coppia, due ruote e un’auto. Questa in numeri l’avventura di ‘Ciccio e Cetta’, al secolo Domenico Caluzzi e sua moglie Concetta di Formigine, che lo scorso 1 aprile si sono messi in viaggio, uno in sella alla sua bici mtb e l’altra seguendolo sulla loro Fiat Multipla, con destinazione Fatima. Poco meno di 3.000 km e 36779 metri di dislivello a cavallo tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo passando per i luoghi più cari ai pellegrini di tutto il mondo: Lourdes, Santiago di Compostela e Fatima. Un’esperienza di sudore, fatica, complicità, condivisione e incontri ma soprattutto un’intensa esperienza di fede che Ciccio e Cetta hanno vissuto accompagnati a distanza dai tanti amici che da casa li hanno seguiti e incoraggiati soprattutto nei momenti di difficoltà e stanchezza e per i quali si sono fatti portavoce di messaggi, preghiere e intenzioni. “Siamo partiti il lunedì di Pasqua – raccontano – dopo la messa delle 7. Don Giuliano (Gazzetti, parroco di Formigine ndr) ha benedetto noi e i nostri mezzi, poi abbiamo salutato parenti e amici e siamo partiti. A salutarci c’era anche
Pedemontana
2814 km di fede e fatica Giorgio Amadessi, presidente di Rock No War, associazione di cui facciamo parte e della quale durante il nostro cammino abbiamo voluto promuovere e diffondere le varie iniziative di solidarietà, tra cui la realizzazione della scuola di Medolla”. E così la bici di Ciccio, con la bandiera di Rock No War sventolante sul retro, è partita da Formigine e, nonostante qualche foratura e un problema al cambio, il 24 aprile è arrivata a Fatima. Poi il meritato riposo e il ritorno a casa in auto. Ciccio e Cetta non sono nuovi ad avventure di questo tipo: “Due anni fa – raccontano - abbiamo percorso il cammino di Santiago, sempre da Formigine con auto e bici, viaggio che ci è rimasto nel cuore, mentre lo scorso ottobre abbiamo fatto la via Francigena”. Questa volta i due hanno però deciso di spingersi al di là dei confini spagnoli: “Io lancio le sfide – ride Ciccio – e lei… non dice no! Le ho proposto di andare a Fatima partendo da Formigine e passando per Lourdes e Santiago… una follia… ma lei ha detto sì e in 15 giorni ci siamo preparati e siamo partiti!”. Il cammino di Ciccio e Cetta fino a Lourdes ha seguito strade secondarie, individuate dai due per restare al di fuori del traffico mentre dalla località francese in poi la bici di Ciccio si è inerpicata sui percorsi tradizionali di pellegrinaggio fino a Santiago. Il cammino fino a Fatima inve-
ce è stato un po’ più difficoltoso per via della segnaletica che i due hanno dovuto seguire al contrario, basandosi sulle segnalazioni che da Lisbona portano a Santiago passando per Fatima. Un’avventura di ventiquattro giorni che ha favorito incontri e scambi di esperienze e storie, personali e di fede. “In primo luogo – spiegano - lungo tutto il cammino siamo stati accompagnati da una ‘Presenza’ che ha fatto in modo che tutto andasse bene, senza problemi e che ad ogni difficoltà si riuscisse a trovare una soluzione. Gli amici da casa non ci hanno mai fatto sentire soli e abbandonati ed è anche per loro che siamo
Vignola
Comunità in festa per santa Rita • M.C.
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uattro giorni di iniziative tutte legate alla devozione per santa Rita da Cascia che coinvolgeranno la comunità pastorale di Vignola. Il convento dei Frati Cappuccini di Vignola ospiterà infatti una serie di iniziative legate al culto della monaca agostiniana proclamata santa da Leone XIII nel 1900, che prenderà il via domenica 19 maggio alle 18. Ha inizio domenica, infatti, il triduo di preparazione: domenica e lunedì si terrà una messa cui seguirà una preghiera a santa Rita mentre lunedì dopo la celebrazione avrà luogo il ‘transito di santa Rita’. In programma per domenica alle 12.30 il pranzo comunitario di santa Rita presso il salone di Casa Frate Leone (prenotazioni al 340/9307456) il cui ricavato andrà a sostegno delle attività del convento. Mercoledì 22 maggio, giorno della morte della santa, il culmine dei festeggiamenti con il seguente programma: alle 7 e alle 10 santa messa presso la chiesa dei Frati Cappuccini di via Plessi 261, quest’ultima dedicata, in particolare, alle associazioni e ai gruppi di volontariato che porteranno i loro simboli e stendardi e a fine celebrazione vedranno la benedizione dei loro mezzi e attrezzature. La messa delle 16.30 sarà invece dedicata alle famiglie, alle mamme, ai bimbi e alle donne in dolce attesa; al termine si terrà infatti la benedizione dei bambini. Seguirà alle 17.30, davanti alla chiesa dei frati cappuccini (in caso di maltempo presso il teatro di Casa Frate Leone) lo spettacolo di magia di padre Gianfranco Priori, il frate mago. L’ultima messa della giornata è in programma per le 20.30 cui seguirà una fiaccolata che si svilupperà lungo via Plessi, via Libertà, via Matteotti, via per Sassuolo e via della Resistenza, per fare ritorno al Convento cappuccino. Durante tutta la giornata avrà luogo la tradizionale benedizione delle rose e delle auto mentre per tutto il pomeriggio e nel corso della sera saranno attivi il punto ristoro con crescentine e borlenghi a cura del Gruppo Alpini VignolaMarano e altri stand e bancarelle. Dal 18 al 22 maggio sarà infine aperto il tradizionale ‘Laboratorio di santa Rita’ a cura dell’Ordine francescano secolare.
andati avanti, per portare le loro preghiere, consegnare il loro messaggio. Arrivati alla ‘Cruz de hierro’, uno dei luoghi più significativi e il più alto del cammino di Santiago, abbiamo lasciato anche noi una pietra della nostra terra come fanno i pellegrini (in segno di liberazione dai propri peccati mediante il sacrificio del cammino), in più abbiamo anche deposto lungo il tronco della croce una spiga. Spiga che ci aveva consegnato alla partenza don Paolo Boschini, per ricordare una ragazza molto cara alla parrocchia della Beata Vergine Addolorata, morta giovanissima alcuni anni fa. L’abbiamo anche seminata ai piedi della croce…
torneremo a vedere se è germogliata!”. Molti anche gli incontri tra pellegrini e viandanti: “Su un sentiero – racconta Ciccio – ho incontrato un anziano cieco che suonava la fisarmonica. Lui mi ha raccontato la sua storia e mi ha fatto un regalo, io gli ho parlato di me, di mio papà morto investito e di mia mamma che amava suonare la fisarmonica. In un’altra occasione abbiamo fatto la conoscenza di un giovane con una protesi: si era reinventato accompagnatore dei pellegrini per alcuni tratti del cammino con l’obiettivo di raccogliere, con le offerte dei viandanti, fondi per aiutare le famiglie dei bambini con menomazioni”. “A Santo
Domingo de la Calzada – gli fa eco Concetta - abbiamo incontrato per caso anche un gruppo di pellegrini della parrocchia di Quartirolo di Carpi. Eravamo alla ricerca della messa e loro ci hanno invitato a celebrare con loro, che stavano compiendo il cammino di Santiago in pullman”. Chiedo loro di fare un bilancio della loro avventura, se la fatica è stata ricompensata. “Nonostante io sia abbastanza allenato a viaggiare in mountain bike è stata durissima, soprattutto lungo i sentieri sterrati. A volte ho pensato di mollare ma alla fine ho tenuto duro e... la fatica è stata ampiamente ricompensata… una volta arrivato a Fatima mi si è arricciata la pelle per l’emozione! E’ stata un’esperienza indimenticabile!”. “E’ stata dura – conclude Concetta – io ho viaggiato sola per tanto tempo e ho passato il tempo a cercare Ciccio, nessuna pausa per relax o turismo! E a volte ci siamo persi e i cellulari non prendevano... È stato difficile ritrovarsi! Qualcuno ci ha assistiti e ci ha accompagnati in tutto questo tempo. Siamo tornati a casa da questo cammino con la consapevolezza di cosa veramente conti nella vita e di cosa invece sia superfluo, come ciò che si possiede. E’ stata un’esperienza di fede fortissima”. Ma Ciccio e Cetta non si fermano qui… Stanno già pensando alla prossima avventura a due e quattro ruote da vivere insieme!
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NostroTempo
La consegna venerdì scorso a Pavullo, dall’autore di Nick Carter donati 3mila euro in beneficenza
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o scorso venerdì 10 maggio presso l’hotel ristorante Vandelli di Pavullo è stato assegnato al disegnatore Guido De Maria il Premio Biennale “Terre dei Montecuccoli”, istituito congiuntamente dal Lions Club Pavullo e del Frignano e dal Rotary Club Frignano.
Guido De Maria ha iniziato la sua lunga carriera come disegnatore umoristico per poi passare alla pubblicità, realizzando centinaia di caroselli con spot di grande successo, tra i quali si ricordano quelli riguardanti l’Amarena Fabbri (Salomone), Cera Grey (I Brutos), la Camicia coi baffi (Costanzo), Nelsen Piatti, Loacker (i nanetti). De Maria si è dedicato poi ai fumetti, assieme all’amico Bonvi, creando il personaggio Nick Carter per il programma televisivo della Rai “Gulp,
Domenica 19 maggio 2013
Appennino
Premio Montecuccoli al disegnatore Guido De Maria i fumetti in TV” e successivamente compone il 45 giri di “Giumbolo”, sigla finale per il programma “Supergulp”, del quale ne ha venduto oltre 100 mila copie. Dopo aver realizzato oltre 1200 spot pubblicitari, ed aver compiuto recentemente il traguardo degli 80 anni, prosegue la sua attività per la casa di produzione Diaviva, dividendosi tra Reggio Emilia e Milano. Ultimo lavoro in ordine di tempo, a fine 2012, il volume “Nick Carter – 40 anni sulla scena del crimine”. Il Premio “Terre dei Montecuccoli”, giunto alla sua quinta edizione, viene attribuito ad un cittadino residente e/o di origini frignanesi, vivente, che si sia particolarmente distinto in uno dei settori di interesse della collettività e della società civile, quali l’arte, la cultura, l’economia, la scienza, la solidarietà, lo spettacolo o lo sport. Nelle prime due edizioni il riconoscimento fu attribuito all’imprenditore pavullese Giovanni Venturelli e al calciatore campione del mondo Luca Toni, nativo di Serramaz-
zoni. Nel 2009 il Premio venne assegnato a Guidalberto Guidi, lamese, nella sua qualità di Presidente e Amministratore delegato della Ducati Energia di Bologna e per gli importanti incarichi da lui rivestiti all’interno di Confindustria. Nel 2011 il riconoscimento fu attribuito al pavullese Grazia-
no Verdi, Amministratore delegato della Graniti Fiandre di Castellarano e del Gruppo Iris Ceramiche di Fiorano. De Maria ha ricevuto il Premio consistente in un bassorilievo in terracotta del Castello di Montecuccolo e nella somma di 3.000 euro, che ha donato in beneficenza.
Riolunato
Dall’Appennino a Villanova: storia del postino Americo • franco mantovi
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el primo dopoguerra c’era miseria in abbondanza, specialmente sul nostro Appennino. Fu allora che Americo Ori, classe 1904, terzogenito dell’oste di Serpiano, che provvedeva pure al recapito postale nella zona alpestre, nel 1927 pensò di emigrare. Non oltre Oceano, come era riuscito a fare il fananese Felix Pedro, scopritore d’oro nella gelida Alaska, ma in pianura. Da ragazzo Americo aveva fatto pratica come garzone da muratore, ma poi a causa di una grossa polmonite dovette rinunciare. Si dedicò quindi al mestiere di postino, dopo il concorso pubblico, con l’assegnazione del nuovo ufficio postale di Villanova-San Pancrazio. Americo, armato di entusiasmo, lasciò il paese del Frignano e trovò alloggio a Villanova, grazie all’amicizia con l’oste -tabaccaio Giovanni Setti. Si sistemò a Casa Vellani, dove vivevano in tre prima della Grande Guerra che lasciò sole le due sorelle. Là, trentenne, Americo Ori si sistemò come dozzinante; poi quattro anni dopo convolò a nozze con la più giovane delle Vellani, dalla quale ebbe i due figli Giorgio e Beppino. Così, grazie all’assegnazione avvenuta presso le regie poste, Americo Ori riuscì ad evitare l’emigrazione fuori della Patria, scendendo in pianura; poi, poco più che sessantenne, se ne andò per sempre prima di poter vedere l’alba di una intera tribù di nipotini.
Fiomi Puliti
Pavullo (più) Pulita: raccolti 25 quintali di rifiuti
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i è rivelata un successo la giornata ecologica “Pavullo Pulita”, evento che si collocava nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Fiumi Puliti”. La giornata ha visto la partecipazione di 63 iscritti, suddivisi su sei cantieri, individuati nel capoluogo e nelle frazioni. In particolare i gruppi di cacciatori, muniti di verricello e di apposita attrezzatura, hanno reso possibile il recupero di ingombranti dalle scarpate stradali. Nelle aree bonificate, nelle quali è stato apposto un cartello con la data della pulizia, sono stati raccolti complessivamente 25 quintali di rifiuti. L’iniziativa è stata organizzata dal Circolo Enalcaccia di Pavullo e dal Comune di Pavullo, con la collaborazione delle associazione della Casa del volontariato, coordinate dall’Associazione “Insieme per gli altri”, e Avap e con la partecipazione delle Associazioni pescatori e delle Guardie ecologiche volontarie.
La contrattazione socio-sanitaria a livello locale
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oi anziani siamo restii a interessarci a questo genere di argomenti, un po’ per scaramanzia, un po’ perché impegnati negli altri mille impegni della nostra condizione (ma chi ha mai detto che gli anziani si annoiano?). Poi l’età ci porta, prima o poi, in prima persona o per conto di qualche famigliare, a scontrarci con i problemi dell’assistenza sociosanitaria, indispensabile quando vien meno l’autosufficienza. Allora scopriamo di muoverci in un universo fatto di uffici, nomi e sigle di cui non riusciamo a capire non solo il significato, ma nemmeno il senso: Asl, Urp, Uvg, Uvar, Sad… Allora il disorientamento diventa totale. Da soli siamo disarmati e impotenti. La Fnp-Cisl è allora pronta a prendere per mano chi ha bisogno e a sostenere le ragioni degli anziani di fronte alle istituzioni. Soprattutto ora che le risorse scarseggiano e che è a rischio la qualità dei servizi erogati sul nostro territorio. Per questo motivo la nostra organizzazione Fnp-Cisl di Vignola ha promosso la stesura di una piattaforma sui servizi sociosanitari, che ora coinvolge anche le altre principali organizzazioni sindacali dei
pensionati, per far fronte comune a tutela degli anziani e delle loro famiglie. Da dove nasce questa iniziativa? Dalla scoperta che quando in casa improvvisamente scopriamo di avere un famigliare non più autosufficiente, mentre fino al giorno prima era un sicuro punto di riferimento, siamo incapaci di reagire razionalmente: cosa fare? A chi rivolgersi? Quali procedure attivare per assistere chi ha bisogno e supplire all’aiuto che prima era stato in grado di assicurarci? Senza riprendere tutti i punti della piattaforma che noi sindacati vogliamo discutere con le istituzioni, proviamo a individuare qualche dettaglio utile: innanzitutto è opportuno contattare lo Sportello Sociale, presente presso ogni municipio del Distretto, voluto dal sindacato per orientare i cittadini in difficoltà per tante cause (economiche, sociosanitarie, ecc.). La sua funzione dovrebbe essere appunto quella di indicare ai cittadini in difficoltà il percorso più appropriato per trovare una risposta ai suoi bisogni. Ma non sempre riesce a rispondere nei tempi e nei modi dovuti. Se poi il nostro medico di famiglia ci prescrive una visita specialistica o un’indagine strumentale, scopriamo talvolta che le
A cura di
Federazione Nazionale Pensionati Sindacato Territoriale di Modena 41124 Modena - via Emilia Ovest, 101 Tel. 059/890846 Fax 059/828456
liste di attesa sono lunghissime o addirittura chiuse per eccesso di richieste: anche su questo punto siamo impegnati per chiedere che i tempi di attesa vengano ridotti e che venga messa fine alla pratica di chiudere le liste, costringendo i cittadini a ripresentarsi agli sportelli. Chiediamo poi che i posti letto nelle case di residenza convenzionate siano sufficienti per tutti coloro che possono averne bisogno, che le dimissioni protette vengano disposte creando effettivamente le condizioni per cui chi è dimesso possa essere assistito al domicilio. Chiediamo inoltre che la distinzione fra servizi sociali e servizi sanitari, incomprensibile per la maggior parte della popolazione, venga definitivamente superata, perché i cittadini non debbano più subire i disagi determinati dalla incompleta integrazione fra le diverse strutture… e tanti altri interventi che, anche senza grossi investimenti, potrebbero alleggerire i disagi delle famiglie e restituire al nostro sistema sociosanitario quel prestigio che lo ha distinto fino ad ora, ma che potrebbe essere messo in discussione dalle politiche dei tagli alla spesa pubblica. Vincenzo Vandelli
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NostroTempo
Domenica 19 maggio 2013
Sport, Csi e sociale
Per due mesi una spiaggia in città per giocare e divertirsi
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odena Beach Arena by Novi Park è la grande novità dell’estate modenese 2013. Una vera e propria spiaggia nel cuore della città, al fianco del tempio del volley, il Palasport Giuseppe Panini Casa Modena in Via Divisione Acqui. Un’arena per giocare e divertirsi, fare sport in compagnia e trascorrere momenti di svago. Tre splendidi campi di sabbia, tribune per gli spettatori, bar sempre aperto, servizi e spogliatoi all’interno del palazzo. Modena Beach Arena nasce da Pallavolo Modena in collaborazione con il Csi, Centro Sportivo Italiano di Modena
Arriva Modena Beach Arena by Novi Park e grazie alla professionalità di Roberto Reggiani, numero uno al mondo quando si tratta di beach volley e di ricreare l’atmosfera della sabbia nelle città. L’iniziativa, che gode del patrocinio dell’assessorato allo sport del Comune di Modena ed è inserita tra le manifestazioni più importanti di Modena Città Europea dello Sport 2013, porta il nome “Novi Park” grazie alla partnership con Modena Parcheggi spa, la società che gestisce il parcheggio del Parco Novi Sad e la sosta a pagamento in città. Dal 17 maggio al 26 luglio, quindi, sarà possibile praticare gli sport più belli dell’estate: beach volley, beach tennis, beach soccer, foot volley e beach rugby. Il calendario di eventi di Modena Beach Arena arricchirà la vostra estate, fino a fine luglio,
a partire dal week end del 1718-19 maggio, con il Torneo Fipav “Modena Beach Arena”, campionato italiano di beach volley open maschile al quale partecipano i migliori specialisti italiani del beach volley. Mercoledì 22 maggio vanno in scena i Giochi Sportivi Studenteschi di beach volley dalle ore 8.30, mentre domenica 26 maggio, dalle 16.30, è la volta di Bper Mini Volley Beach, il Torneo “Isola Modena Beach Arena”. Durante i due mesi sarà sempre possibile prenotare con i propri amici le ore di gioco in questo splendido impianto: basterà collegarsi al sito www. modenabeacharena.it oppure telefonare al numero 059 4821911 (dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 23, sabato e domenica dalle 10 alle 23) per
scegliere la propria ora di gioco. Sarà possibile giocare anche di sera, poichè l’impianto sarà dotato di illuminazione. Per tutti coloro che invece vorranno essere semplici spet-
tatori alcune informazioni: ampio parcheggio libero, servizio bar sempre disponibile, eventi gratuiti e aperti al pubblico. Per continuare a seguire tutti
gli eventi della Modena Beach Arena è possibile cliccare sul sito oppure seguire la pagina Facebook e il profilo Twitter (mail:beacharena@pallavolomodena.it).
Allena... mente, lo sport Nessun Dorma, quella da un’altra prospettiva notte si sta in movimento! Il Csi e Il Castello di Carta portano i libri sportivi nelle scuole modenesi: racconti d’autore per vivere lo sport in un’altra dimensione
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econda edizione per “Allena..mente”, la rassegna di incontri per bambini e ragazzi con scrittori e illustratori per leggere e amare lo sport. L’iniziativa, curata dal Csi di Modena e dalla libreria Il Castello di Carta di Milena Minelli e Sara Tarabusi
col patrocinio dell’assessorato allo sport del Comune di Modena è inserita nel calendario delle iniziative di Modena Città Europea dello Sport 2013 con la volontà di promuovere quel binomio tra sport e cultura che ha contribuito all’assegnazione del prestigioso riconoscimento al nostro comune. “Allena...mente” porta nelle società sportive autori di libri per ragazzi che abbiano scritto di sport e ha un significato molto semplice: dedicare una delle ore alla settimana di allenamento dei nostri ragazzi, in diverse discipline, ad attività non praticate sul campo ma piuttosto guardare lo sport da un’altra prospettiva
e ascoltare il racconto di un autore anzichè tirare calci ad un pallone. Il prossimo appuntamento è venerdì 24 maggio alle 17 presso la scuola di danza “La Capriola” (via Zandonai 17, a Modena) con Aurora Marsotto, autrice di “Scuola di danza” (Edizioni Piemme). Ultimo appuntamento il 28 maggio alle 17 con “Tre amiche sul ghiaccio” (Edizioni Piemme), scritto da Mathilde Bonetti che andrà a far visita al Roller Modena nella sede del Palaroller di via Paltrinieri a Modena. Tutti gli eventi sono gratuiti e aperti a ragazzi, genitori e allenatori. Per info: tel. 059 769731.
In piazza con danza e scherma il 18 maggio per la notte bianca modenese
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rriveranno in migliaia da tutta la provincia e non solo e riempiranno le vie del centro storico, il Csi anche quest’anno è pronto, non può mancare alla notte bianca di Modena. Per l’edizione 2013 di Nessun Dorma le attività Csi occuperanno due piazze nevralgiche del centro cittadino e della festa: in Piazza Grande “Scherma in Piazza” e in piazza XX Settembre la rassegna di danza orga-
Centri estivi in città Luogo
A chi si rivolge
Periodo
priola, Coreutica, Ars Movendi studio, Corlo asd, La Fenice, Armonia, Geesink, Officina Danza Studio e Sted. Per gli appassionati e i curiosi invece l’appuntamento con la scherma è in Piazza Grande a partite dalle 9 di mattina: per tutta la mattina si terrà la fase finale del progetto “A scuola di scherma” che ha visto la promozione dell’attività schermistica nelle scuole elementari. Dalle 16 alle 19 prova di scherma aperta a tutti i bambini e ragazzi, alle 18.30 aperitivo con le medaglie olimpiche di Londra 2012. Infine, a partire dalle 20, maratona schermistica con 250 atleti in pedana tra cui anche autorità cittadine, giornalisti, forze dell’ordine e non solo.
Tutti i centri estivi Csi sul sito web dedicato
Il Csi di Modena come ogni anno segnala tutti i centri estivi parrocchiali presenti sulla provincia. Partiamo con una prima parte di quelli attivati nel Vicariato Cittadino, sui prossimi numeri del giornali pubblicheremo tutti gli altri. Nel caso voleste segnalare centri estivi non presenti nel censimento contattate il Csi all’indirizzo email: parrocchie@ csimodena.it Parrocchia
nizzata in collaborazione con il Comune di Modena e Uisp. La rassegna di danza inizierà alle 21, preceduta da alcune ore di baby dance animate dalle scuole stesse con inizio alle 19.30, e avrà un taglio accademico: le migliori scuole della provincia infatti porteranno sul palco coreografie che si alterneranno dallo stile calssico, al moderno e contemporaneo, con qualche richiamo alla street dance. Tra queste in particolare ne segnaliamo due che non mancheranno di puntare i riflettori sui disagi causati dal terremoto che ha scosso la nostra terra proprio in occasione della notte bianca dello scorso anno: Danzarte di Concordia e Surya di Carpi. Parteciperanno inoltre: La Ca-
Tempo pieno o spezz.
Tempo pieno
lunascassaballe@hotmail.it Luna Titrovi: 340/7015955 Paola Andreoli: 331/4992315 Chiara Cavazza: 349/3256457
B. V. Addolorata
Modena - via Rangoni, 26 locali parrocchiali e campi sportivi info: 059/242124
dalla prima elem. alla seconda media
dal10/06 al 05/07
B.V. Mediatrice (Madonnina)
Modena - via Alvarado, 19 locali parrocc., palestra, campi sportivi. info: 059/332538
dalla seconda elem. alla seconda media
dal 10/06 al 21/06 Tempo pieno
info@madonninafreto.it don Mattia: 331/8925283
Città dei Ragazzi (Oratorio)
Modena - via Tamburini, 96 loc. parrocc.,palestra, campi sportivi. info: 059/302402
dalla prima elem. alla terza media
dal 10/06 al 19/07 Tempo pieno
federico.pigoni@tiscali.it don Federico Pigoni: 059/302400
Cittanova
Modena - via Pomposiana, 13/3 locali parrocchiali e campi sportivi info: 059/848184
Dai 6 ai 12 anni
dal 10/06 per quattro settimane
Gesù Redentore
Modena - via L. da Vinci, 270 locali parrocchiali e campi sportivi info: 059/2928147
dalla prima elem. alla terza media
dal 10/06 al 13/09 Tempo pieno (anche Agosto se + di 10 iscritti)
Tempo pieno
f_guaraldi@libero.it don Filippo Guaraldi: 348/8443800 centro.estivo@gesuredentore.it Claudio Pedrazzi: 347/8851375 Daniele Macchitelli: 334/3792342
Happy Camp arriva a Cavezzo
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appy Camp raggiunge anche Cavezzo: dal 15 al 31 luglio e dal 2 al 13 settembre gli operatori del Csi attiveranno Happy Young per i ragazzi dai 13 ai 16 anni. Ricordiamo che i centri estivi a marchio Csi saranno inoltre a Finale Emilia, San Prospero, Camposanto, Montale Rangone, Portile, all’Invicta e all’Oplà. Per informazioni dettagliate sugli orari, le attività e sui costi dei centri estivi visitate il sito web dedicato www.happycampcsi.it. Dal portale è possibile iscriversi al Camp scelto direttamente online.
Sabato 18 maggio a Concordia
CreAttività
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i chiude il 18 maggio con un convegno sulla disablità il progetto che a partire da marzo ha portato la danza nelle scuole della Bassa grazie alla collaborazione tra il Csi di Modena e la Fondazione Nazionale della Danza. L’ultima tappa di Abc Danza sancisce la fine di un percorso portato avanti presso l’Istituto Comprensivo Sergio Neri di Concordia, in collaborazione con la scuola di danza locale Danzarte. Per info e iscrizioni alla mattinata di lavori ed esibizioni: tel. 051 6441211, creattivita@societadolce.it. E’ possibile iscriversi online sul sito www.societadolce.it.
NostroTempo
Nessun Dorma il 18 maggio a Modena torna la notte bianca
Domenica 19 maggio 2013
Notte dei musei e della festa
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abato 18 maggio, dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata, torna nel centro storico di Modena “Nessun dorma”, che quest’anno vedrà la festa di chiusura in piazza Roma con il concerto della marching band “P-Funking”. La “notte bianca”, in contemporanea con la Notte europea dei musei e il passaggio della Mille miglia (accompagnato da iniziative al Mef che
Inchiostro al femminile Il 24 e 25 maggio nel chiostro del Seminario Arcivescovile di Modena
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aranno le donne le protagoniste della nuova edizione di Inchiostro, manifestazione organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘Beato Contardo Ferrini’ con la collaborazione della Biblioteca Diocesana Ferrini&Muratori. Nelle serate di venerdì 24 e sabato 25 maggio prossimi nel chiostro del Seminario Arcivescovile di Modena, Corso Canalchiaro 149, ‘Se permettete parliamo di donne’, titolo del film di Ettore Scola del 1964, proporrà quindi, una riflessione sul mondo femminile, sull’impegno delle donne nella società e nella Chiesa del Novecento, attraverso il linguaggio delle arti visive, della storia, della letteratura, del cinema, del teatro e della musica. Per tutta la durata della manifestazione sarà visitabile la mostra ‘Nel nome del Padre’, introdotta da Marco Nardini (Galleria Mies): le tavole in grafite di Daniela Alfarano, artista modenese, classe 1976, dialogheranno con i toni neutri dell’Ex Sagrestia e con la luminosità dello scalone monumentale, in un progetto espositivo concepito come spazio meditativo, dove ‘il silenzio prende il sopravvento su ogni altra cosa’ e dove nel volo di colombe s’incarna ‘l’ascesa della purezza e della Fede’. Cosa c’entra il Concilio Vaticano II con le donne? A questo risponderà Adriana Valerio (Università Federico 2. di Napoli ; Fondazione Valerio per la storia della donne), autrice di ‘Madri del Concilio: ventitre donne al Vaticano II.” (Carocci, 2012), documentazione inedita e appassionante sulle donne che, invitate da Paolo VI, presero parte ad alcune sessioni conciliari e, pur rispettando l’ordine di tacere nelle assemblee generali, seppero trovare le occasioni giuste per pronunciare parole
efficaci. Sarà poi la volta della vita di una donna come tante, di una donna che ripercorre la sua vita, con un amore che finisce, un altro che nasce, con un bambino investito dal male. Questa la storia narrata da Mariapia Veladiano nel suo ultimo romanzo ‘Il Tempo è un Dio breve’ (Einaudi 2012) e con l’autrice dialogherà Brunetto Salvarani, teologo, direttore rivista Cem mondialità di Brescia e docente presso l’Issr Ferrini del corso ‘Percorsi teologici nella letteratura’. La presentazione sarà animata da una
drammatizzazione delle parole del romanzo curata dagli studenti del corso. Dal dolore della madre al dolore di tutti, dalla dimensione del singolo a quella di una comunità che si interroga sul perchè di certe tragedie. Proprio a Modena, la cui provincia è stata intensamente colpita dal terremoto dello scorso anno, la prima presentazione del volume ‘La fragilità di Dio’ (EDB, 2013) curato da Brunetto Salvarani e da Mariapia Cavani, che raccoglie ‘Contrappunti teologici sul terremoto’ di vari autori ed autrici di diverse estrazioni e confessioni. Le parole saranno accompagnate dalla testimonianza visiva, dalle immagini di quella fragilità,
dai suoni prodotti dalle scosse sulle case, sulle cose. Questo, infatti, il file rouge del video di Marcella Menozzi (produzione New editing), ispirato al volume ‘Magnitudo Emilia’ di Annalisa Vandelli e Luigi Ottani (Artestampa, 2012) e accompagnato dalle musiche del gruppo modenese La Metralli. A chiudere la manifestazione un vero viaggio al femminile nel tempo e nelle arti. ‘Undicesimo comandamento?’ porterà sulla scena la riflessione di Elisa Salerno sul ruolo della Donna nella società e nella Chiesa cattolica d’inizio Novecento. Ridarà voce alla pungente saggezza di colei che è definita teologa ante litteram l’attrice Alessandra Carloni e il coraggio, l’ironia, la modernità di quelle parole saranno sottolineate dal flauto di Clementina Antonaci che eseguirà musiche originali di Virginia Guastella e troveranno eco nelle voci del Coro Luigi Gazzotti, che, diretto da Giulia Manicardi, eseguirà musiche di Bach, Kodály, Poulenc, Rachmaninoff. A corredo della manifestazione, il filo di Arianna per non perdersi nel luogo: l’associazione culturale Arianna, infatti, proporrà per la giornata di sabato 25 maggio alle 10 la visita guidata al Seminario arcivescovile, agli spazi e alle opere del grande palazzo, che fu Convento francescano, ma anche Sede della Croce Rossa, e che oggi è casa di formazione del Clero delle Diocesi di Modena-Nonantola e Carpi e sede del Museo didattico di Fisica e Scienze naturali.
Il Coro Folk San Lazzaro a San Pietro
Rosa Mistica
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i terrà sabato 25 maggio alle 15.30 presso la chiesa di San Pietro l’XI edizione del concerto del Coro Folk di San Lazzaro “Rosa Mistica - una rosa per la chiesa di San Pietro”. La corale si esibirà diretta da don Ezio Nicioli e Veronica Zampieri con il maestro Simone Guaitoli al pianoforte. Insieme a loro anche la Comoagnia Musicale Modenese, gruppo di strumenti a plettro, con Filomena De Martino, voce solista, Angela Bonfiglioli, mandolinista, Sara Costanzo e Frnaca Lovino, voce recitante.
resta aperto fino alle 22.30), proporrà arte, musica, parole, teatro e danza, artisti di strada e iniziative culturali. E i modenesi potranno trovare aperti biblioteche, chiese e negozi, musei e gallerie fino alle 24 con le mostre in programma e animazioni. Si potrà fare musica fino alle 2 del mattino e si potranno servire cibi e bevande fino alle 3 nelle aree interessate dagli eventi. I Musei del Duomo di Modena saranno aperti dalle 19 alle 24 con ingresso gratuito. Le guide dei Musei illustreranno ai visitatori le opere che testimoniano la storia e l’evoluzione della Cattedrale modenese. Il percorso comprende antiche testimonianze scultoree, codici miniati, ori e argenti, quali il prezioso altarolo portatile di San Geminiano del XII secolo, le metope originali provenienti dal Duomo, i cinquecenteschi arazzi fiamminghi e la Relatio, codice miniato del XII secolo che testimonia la fondazione della Cattedrale modenese e la traslazione del corpo del patrono. Il programma completo delle tantissime iniziative previste si trova sul sito del Comune di Modena.
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NostroTempo
Domenica 19 maggio 2013
TV2000 Più di quello che vedi
Una televisione che continua a crescere grazie a chi si riconosce nei suoi valori: la forza delle idee e la verità della fede.
Canale
28
Sky canale
142
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