Mensile | Anno II | N. 03-2016 |
BIO - ECO MENSILE INDIPENDENTE
Il cibo è vita
Editoriale
• Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei. Uno dei tanti proverbi che riguardano il cibo, il tema che abbiamo scelto per questo numero di Vivere sostenibile e che accompagna la nostra vita quotidiana. Il cibo è al centro della nostra vita: cibo che deve essere sano per chi se ne nutre, cibo che deve essere equo e giusto per chi lo produce ma anche cibo scarso per buona parte della popolazione mondiale e cibo sprecato (troppo spesso) per
l’altra metà del mondo. Ma il cibo è anche condivisione con i gruppi di acquisto solidale, fenomeno in continua espansione, e con gli orti condivisi che sono una palestra di gestione democratica e partecipativa di un bene comune. In questo numero parliamo anche di come l’alimentazione possa aiutare la nostra salute, ogni giorno scegliendo i prodotti giusti e nelle giuste quantità. Ma il cibo va anche difeso dalle coltivazioni basate sull’uso massiccio di pesticidi: è dei giorni scorsi la pubblicazione da parte della
EFSA, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare che ha sede proprio a Parma, della lista nera dei prodotti esteri venduti in Italia che presentano residui chimici oltre ogni limite (broccoli cinesi, prezzemolo vietnamita e basilico indiano solo per citarne alcuni). E poi c’è il grande tema della spreco di cibo: secondo i dati del Politecnico di Milano e del Banco alimentare ogni anno in Italia vengono buttate 5 milioni e mezzo di tonnellate di cibo ancora commestibile, per un valore pari a 12 miliardi di euro.
Cifre che fanno riflettere su quanto ci sia ancora da fare in termini di cultura alimentare, nelle scuole, negli uffici e soprattutto nelle nostre famiglie perché è dalla tavola di casa che si può ripartire per cambiare le abitudini e avere maggiore rispetto per il cibo perché. Come ci ricorda il Last minute market ogni famiglia butta 650 grammi di cibo a settimana, pari a oltre 8 miliardi di valore annuo. Dimmi quello che sprechi e ti dirò chi sei. sostenibilita@mediamo.net Andrea Cavallini
Edito da MediaMo S.r.l.
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Cibo è vita
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Una ‘scuola’ a servizio della salute
Il 13 e 14 maggio a Modena un corso teorico-pratico per scegliere quotidianamente il benessere Tempo di lettura 6 min.
dietetica applicata e docente dell’associazione “Sana Forchetta”. È anche responsabile dell’Unità territoriale di Cure Palliative dell’ASLAL, si occupa a livello nazionale di formazione nutrizionale in ambito oncologico, dalla prevenzione al supporto nelle terapie, e dal 2012 è membro del Comitato Scientifico “Follow up Stili di Vita e nutrizione” della
Rete Oncologica della Regione Piemonte per gli stili di vita, nutrizione e attività fisica. E’ un sostenitore della dieta mediterranea secondo l’approccio del WCRF, divulgata in Italia dal dottor Franco Berrino, già direttore del dipartimento di medicina predittiva e preventiva dell’Istituto Tumori di Milano e dei principi del metodo ideato dalla dottoressa Kousmine.
Quando e come Orari: giovedì 12 dalle ore 18.30, venerdì 13 dalle ore 8.30 alle 16.30 e sabato 14 maggio dalle ore 8.30 alle 16.30. Costi: 120 euro a persona, IVA esclusa. Per i richiedenti crediti ECM: 140 euro a persona, IVA esclusa. Il corso fornisce 12 punti ECM. Dove: presso la sede ISCOM di Modena, via Piave 125.
che si ripetono nell’introduzione alla preparazione di diversi menù, anticipati da una conferenza di presentazione giovedì 12 maggio, a partire dalle ore 18.30, per prendere consapevolezza, come indicato anche dalle Linee Guida dell’alimentazione Americana del 2016, di quanto sia necessario ridurre i cibi raffinati, l’eccesso di proteine, gli zuccheri, a favore di alimenti prevalentemente integrali e vegetali. Imparare quindi a preparare piatti con un alto valore di gusto e gradimento a partire dalla necessità di nutrirsi in modo sano, come illustrato dalle ultime raccomandazioni non solo del WCRF, ma anche del NCI (National Cancer Institute) e dagli esperti della Harvard TH Chan School of Public Health. E ancora distinguere cosa scegliere consapevolmente di portare in tavola per mantenerci sani e proteggerci non solo da malattie neoplastiche ma anche da numerose altre patologie, come cardiopatie, allergie, reumatismi, artriti, diabete ecc. Tutto questo preparando pietanze che verranno degustate insieme, con la rinnovata consapevolezza che realmente noi “Siamo quello che mangiamo”. L’appuntamento precede il Convegno “Le Buone abitudini della prevenzione” che avrà luogo, sempre a Modena, giovedì 13 e venerdì 14 ottobre. Paolo Bellingeri è medico
chirurgo, specializzato in biologia clinica e idrolo-
gia medica con perfezionamento in nutrizione e
L’esperienza di OrtiCondivisi
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La campagna diventa amica
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Per allentare la tensione bastano un po’ di terra e dedizione
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Green-go Kitchen, la gastroniomia-boutique vegana
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Il Gas va a mille
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Zazie, per i curiosi dei sapori
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Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
Per iscrizioni e informazioni: Esprit Srl Viale Italia 64, Mirandola (Modena) Tel. 0535 611295 formazione@espritsrl.com - www.espritsrl.com
Vivere Sostenibile
Sommario
FEB/MARZO 2016
• Quali le evidenze scientifiche per una corretta alimentazione finalizzata alla prevenzione delle malattie cronico-degenerative? Quali le prerogative dei vari cibi da spendere al meglio per nutrirsi imparando a cucinare in modo sano e veloce con una funzione anche di prevenzione oncologica? Il dottor Paolo Bellingeri, nutrizionista in ambito oncologico, venerdì 13 e sabato 14 maggio sarà il docente del corso “La scuola di cucina a servizio della salute”, organizzata da Esprit - centro di formazione della salute e del benessere - in collaborazione con Sana Forchetta Formazione presso la sede ISCOM di Modena. Il Report 2007 del WCRF (World Cancer Research Fund) e il Progetto Diana dell’Istituto Tumori di Milano sono solo alcuni degli studi che mostrano quanto peso abbia il nostro stile di vita alimentare nelle problematiche oncologiche, degenerative e autoimmuni (come l’Alzheimer, la sclerosi multipla e la celiachia). Cibi industriali, raffinati e ricchi di conservanti, additivi, grassi e zuccheri possono essere più comodi per nutrirsi velocemente in una società come la nostra in costante mancanza di tempo. Ma a che prezzo? L’alimentazione moderna si sta allontanando sempre più dalle reali necessità del nostro corpo rendendo il cibo addirittura nocivo per la salute. “Far conoscere al maggior numero di persone la potenzialità che l’alimentazione corretta ha nella prevenzione delle patologie cronico-degenerative: è questo l’impegno che Sana Forchetta sta portando avanti in questi ultimi anni - spiega il dottor Bellingeri -. Le regole del WCRF pongono basi strettamente scientifiche per invogliare al cambiamento, e con la pratica si può apprezzare la possibilità di unire la cucina gourmet alla sana alimentazione. Mangiare bene, secondo le regole delle Diete Mediterranee, ci permette di fare prevenzione con un corretto uso degli ingredienti, sapientemente scelti e mixati per raggiungere il nostro scopo: la Salute”. Il corso propone due giorni teorico-pratici, dalle ore 8.30 alle ore 16.30 circa,
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Un angolo di genuinità in centro storico
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Mangiare... si impara!
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Il Bambù Gigante OnlyMoso conquista l’Italia
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Parte #sportanchio
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Escursionismo olistico: il passo che integra
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MediMo S.r.l. via Giardini, 456 - Direzionale 70 - 41124 Modena N. 3 - Maggio 2016 di Vivere Sostenibile Modena e Reggio Emilia DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Cavallini - sostenibilita@mediamo.net IN REDAZIONE Andrea Cavallini, Marcella Caluzzi, Milena Savani, Laura Solieri HANNO COLLABORATO Annamaria Bortolotti, Margherita Bruni, Atimati Alessandra Checchi, Tiaziana Giurati, Eleonora Mariotti, Cristina Mori, Manuela Persico, Giovanni Santandrea, Giuseppe Tallarico REDAZIONE Via Giardini, 456 - 41124 Modena Tel. 059/350269 GRAFICA E IMPAGINAZIONE mediamo.net STAMPA CSQ - Erbusco Vivere Sostenibile a Modena è una testata registrata al numero 22 del Registro stampa del Tribunale di Modena in data 16 novembre 2015 Informativa ai sensi dell’Art. 13 del D.lgs. 196/2003 sul trattamento dei dati personali MediaMo S.r.l. – Titolare del trattamento – ha estratto i Suoi dati personali dall’archivio abbonati elenchi telefonici e da altre banche dati proprie e acquistate da terzi. I dati, di cui non è prevista la diffusione, sono trattati con procedure automatizzate e manuali solo dai dipendenti incaricati del trattamento, per fini promozionali e commerciali. Tali dati possono essere comunicati, in Italia e all’estero, ad aziende o professionisti che li richiedono a MediaMo S.r.l. per le stesse finalità. Potrà rivolgersi a MediaMo S.r.l. Via Giardini 456, Direzionale 70, Modena per avere piena informazione di quanto dichiarato, per esercitare i diritti dell’Art. 7 del D.lgs. 196/2003, e perciò consultare, modificare e cancellare i dati od opporsi al loro utilizzo nonché per conoscere l’elenco dei Responsabili del trattamento.
Tutti i marchi sono registrati dai rispettivi proprietari Vivere Sostenibile offre esclusivamente un servizio, non riceve tangenti, non effettua commerci, non é responsabile della qualità, veridicità, provenienza delle inserzioni. La redazione si riserva, a suo insindacabile giudizio, di rifiutare un’inserzione. L’editore non risponde di perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione. Gli inserzionisti sono responsabili di quanto da essi dichiarato nelle inserzioni. Vivere Sostenibile si riserva il diritto di rimandare all’uscita successiva gli annunci per mancanza di spazi e declina ogni responsabilità sulla provenienza e la veridicità degli annunci stessi.
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RiCircolo virtuoso: economia solidale fra riuso e prodotti della terra
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Abitare green... un progetto diventato realtà
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Per la tua pubblicità
Parte #sportanchio
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Milena Savani
Sette tè per sette chakra
p. 22
lo Shiatsu: una risposta semplice, p. 23 efficace e alla portata di tutti
MODENA
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349 77 54 928 milena.savani@mediamo.net
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L’esperienza di OrtiCondivisi a Modena, tra terra e condivisione
L’orto: palestra di gestione democratica e partecipativa di un bene comune
Tempo di lettura 6 min.
di Laura Solieri • Sperimentare le meravigliose forme della natura in continuo mutamento, in un clima di incontro e integrazione. Succede a Modena, con l’associazione OrtiCondivisi, nata come eredità dell’esperienza di alcuni nuclei familiari, fatta presso la Fattoria del Polo Ambientale del Comune di Modena a Marzaglia Nuova. I soci, che ad oggi sono una trentina, hanno realizzato un orto-giardino in Via Fonte San Geminiano Ovest, località La Bruciata, all’interno di un podere gestito in collaborazione con l’associazione Insieme a Noi, composta da familiari e amici di pazienti con disagio psichico. “Pratichiamo l’ortoterapia per promuovere la cura delle persone, uno dei nostri motti è appunto: cura la terra per curare te stesso – raccontano i soci di OrtiCondivisi - Coltiviamo con metodo biologico e in modo condiviso, rispettiamo la terra mantenendola fertile. Poniamo attenzione alla salubrità e alla sostenibilità del cibo, al riciclo dei rifiuti e al consumo d’acqua, promuoviamo la conoscenza e il rispetto della biodiversità. Coltiviamo con le nostre mani ortaggi, frutta e fiori, usando sementi biologiche certificate o autoprodotte/ scambiate, seguendo metodi di rotazione, consociazione e sinergia tra le piante e il suolo, senza pesticidi e concimi chimici”. Utenti dell’associazione sono cittadini di tutte le età, accumunati dalla voglia di socializzare attraverso i temi del rispetto ambientale. Ci sono famiglie intere con bambini piccoli, che l’orto ha visto crescere, persone più anziane con grande esperienza, giovani appassionati di agricoltura, esperti di tecniche particolari, principianti incuriositi. Terra e condivisione: le basi del vivere sostenibile. Cosa ne pensate? Secondo i dizionari, l’orto è un “piccolo appezzamento di terreno cintato, per lo più adiacente alla propria casa, nel quale si coltivano erbaggi e piante da frutto”, area curata e coltivata nei pressi delle abitazioni. Ma
sono enormi. Non solo per noi stessi e per i rapporti umani. Per noi curare l’orto-giardino, e l’area verde tutto intorno, significa anche valorizzare il paesaggio e la bellezza del territorio in cui viviamo. Se oltre al nostro, nasceranno come speriamo, nuovi orti urbani condivisi per tutti, senza distinzione di età o altro, dando nuovo senso alla parola comunità, la nostra città sarà sicuramente più vivibile e apprezzata, con ripercussioni positive per tutta la cittadinanza. OrtiCondivisi organizza anche eventi culturali legati ai temi dell’orto e della nutrizione, incontri sul riconoscimento e l’uso delle
erbe selvatiche, sulla cura e il riconoscimento degli alberi, ma anche incontri a tema alimentazione (zucca, ortica, pasta madre). Durante questi primi due anni di attività, sono state molte le feste e i momenti conviviali, che hanno avuto tutti una caratteristica: il pasto condiviso. Non solo momenti culturali, ma anche di interesse verso l’altro e di scambio. Ecco perché chi partecipa è invitato a portare qualcosa da offrire agli altri e spesso si cucinano insieme i prodotti dell’orto, con un trionfo di odori, colori e sapori. Potete trovare molte altre informazioni sul sito https://orticondivisi.wordpress.com.
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le tue attività e iniziative per associazioni e cooperative sociali che svolgano attività, corsi, iniziative o che producano o commercializzino prodotti o che realizzino servizi nell’ambito della sostenibilità ambientale, sociale e del benessere della persona e degli animali
Perché aderire al club della coccinella (o di vivere sostenibile)
oggi chi può dire di abitare in uno spazio definito? Possiamo davvero considerare la nostra casa soltanto il volume compreso tra quattro mura? La terra è la sostanza da cui nasce ogni cosa e la Terra è lo spazio in cui ogni cosa è racchiusa, la vera casa in cui tutti abitiamo, bene comune assoluto e imprescindibile. La condivisione, in un mondo di persone (delineate sempre più come individui) che abitano appunto una sola Terra, dalle risorse inevitabilmente limitate, diventa un sentiero non solo virtuoso, ma anche auspicabile: più che possibile, necessario. Non solo: dato che si calcola che in circa 30 anni il 66% della popo-
lazione mondiale vivrà in città, l’agricoltura urbana può diventare un mezzo molto concreto, un tassello con un reale peso specifico, nella costruzione del vivere sostenibile. L’orto condiviso nasce proprio come palestra di gestione democratica e partecipativa di un bene comune, spazio in cui coltivare risorse personali e relazioni umane oltre che cavoli e insalate... Trovate Modena una città aperta ad esperienze come quella da voi proposta? Incontrando famiglie e cittadini, abbiamo registrato una forte esigenza di riproporre un’esperienza simile alla nostra in altre parti della città. Si direbbe che Modena sia pronta per
altri orti condivisi e la municipalità stessa si è detta disponibile verso un percorso in questo senso. Noi siamo pronti ad offrire la nostra esperienza alle istituzioni pubbliche e a coloro che vogliono provarci, per promuovere questo nuovo modo di cittadinanza attiva. Si parla molto di ortoterapia: per voi l’orto, oltre ad essere un’occasione di socializzazione, rappresenta anche altro? Da sempre il rapporto uomo-natura ha rivestito una valenza spirituale e terapeutica, il contatto con la terra ci riporta alle cose veramente importanti, essenziali, con tempi totalmente differenti dalla frenetica vita quotidiana. I benefici
Aderendo al Club avrai questi benefici: • rivolgerti a una platea di oltre 100.000 lettori di Vivere Sostenibile a Bologna, sensibili e attenti ad una migliore qualità della vita! • sarai più facilmente individuato e trovato dal tuo potenziale cliente o socio rispetto alle realtà che non aderiscono al Club; • comparirai agli occhi del cliente o socio come un’impresa o associazione adatta alle sue esigenze e sensibilità; • rafforzare la tua attrattività e credibilità, aggregandoti con altri operatori che hanno caratteristiche simili e che operano nel campo della sostenibilità e del benessere; • aumentare la tua presenza e riconoscibilità presso il target dei tuoi potenziali clienti o soci.
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aderendo con la tua Associazione e/o Cooperativa entro il 31/08/2016 il prezzo di adesione annuale sarà ridotto a € 197 + iva
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I vantaggi per chi aderisce 1. Promuovere i tuoi eventi, corsi, offerte, nuovi prodotti e/o servizi, iniziative ecc, con la pubblicazione di 4 articoli redazionali da consumarsin nell’arco di 12 mesi dalla sottoscrizione. Requisiti degli articoli: 2000 battute spazi inclusi, foto a colori, titolo, autore e contatti. 2. Pubblicare 4 annunci economici all’anno, nella pagina annunci di Vivere Sostenibile. Per vendere/ acquistare, collaborare, proporre, ecc. 3. Diventare punto di distribuzione di Vivere Sostenibile cartaceo per 1 anno (con un numero di copie mensili da definire), avere gratis il link diretto al proprio sito web, fidelizzando così i propri soci e clienti e incrementando le visite al proprio negozio e/o sede ed al proprio sito web. 4. Avere la possibilità di distribuire i tuoi depliants, brochure e materiale promo-commerciale in genere, nelle iniziative, feste, fiere organizzate o partecipate da Vivere Sostenibile e dal club della Coccinella. 5. Prezzi convenzionati e particolarmente vantaggiosi per l’eventuale acquisto di spazi pubblicitari e degli altri servizi di Vivere Sostenibile.
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La campagna diventa amica Tempo di lettura 3 min.
I ‘mercati contadini’ promossi da Coldiretti sul territorio, un’esperienza di chilometro zero • Promossa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica nasce nel 2008 per realizzare iniziative volte ad esprimere pienamente il valore e la dignità dell’agricoltura italiana, rendendo evidente il suo ruolo chiave per la tutela dell’ambiente, del territorio, delle tradizioni e della cultura, della salute, della sicurezza alimentare, dell’equità, dell’accesso al cibo ad un giusto prezzo, dell’aggregazione sociale e del lavoro. La Fondazione Campagna Amica è il luogo ideale di incontro tra gli interessi dei produttori e quelli dei consumatori e si rivolge proprio a tutti – ai cittadini e produttori agricoli – per dare risposte a temi di grande attualità come l’alimentazione, il turismo, l’ecologia, la salute e il benessere,
A Bologna gli agricoltori per difendere i prodotti italiani
inaugurando così un nuovo stile di vita. Fondazione Campagna Amica sostiene l’agricoltura italiana in tre ambiti principali: vendita diretta, turismo, ecosostenibilità e costituisce un punto di riferimento per chiunque sia interessato ai destini dell’ambiente e del territorio, della qualità dei consumi e degli stili di
vita. Campagna Amica crede che un mondo equo, democratico, sostenibile, etico, bello e sano non sia possibile senza una giusta ripartizione tra il reddito di chi lavora e la soddisfazione di chi consuma. Per questo, abbiamo visto nel rapporto diretto tra agricoltura e cittadini una possibile via per restituire
valore agli agricoltori, ma anche qualità e certezze ai consumatori. Nel 2009 Coldiretti ha lanciato il Progetto per una Filiera Agricola Tutta Italiana con l’obiettivo di valorizzare il vero Made in Italy, dare valore aggiunto agli agricoltori italiani, riequilibrare i rapporti di forza all’interno della filiera agroalimentare e
Made in Italy? Tempo di lettura 3 min.
• Nella giungla del falso Made in Italy a tavola in vendita nelle principali capitali europee è alta la probabilità di trovare sullo
scaffale, con nomi ed immagini e colori che richiamano l’Italia, i formaggi ottenuti dalla polvere o il vino zuccherato vietati nel
nostro Paese, che è quello con le regole produttive più stringenti di tutta l’Unione Europea. E’ quanto ha denunciato Coldiretti al Paladozza di Bologna dove c’erano anche gli agricoltori modenesi con le migliaia provenienti da tutta la regione per denunciare tutto quello che viene venduto come “italiano” all’estero. “Non è un caso che la mobilitazione a difesa del Made in Italy si sia tenuta in Emilia Romagna, la regione con il primato italiano ed europeo della qualità per il maggior numero di prodotti a denominazione di origine riconosciute dall’Unione Europea – sottolinea Francesco Vincenzi, presidente di Coldiretti Modena. L’ultima storica battaglia l’Italia l’ha dovuta combattere per difendere la legge del 1974 che vieta l’utilizzo di polvere di lat-
te per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici situati sul territorio nazionale contro la quale la Commissione Ue aveva minacciato l’avvio della procedura di infrazione. Una battaglia che è stata vinta grazie alla mobilitazione della Coldiretti in Italia dove si continua a tener alta la qualità delle produzioni casearie, a differenza degli altri Paesi dell’Unione Europea dove si continuano a produrre e vendere formaggi senza latte, magari da “spacciare” come italiani ottenuti dalla polvere.” Sui mercati esteri sono ampiamente diffuse anche le imitazioni con l’agropirateria internazionale che fattura sul falso Made in Italy a tavola 60 miliardi di euro nel mondo, quasi il doppio dei prodotti originali. Una vera beffa per l’agricoltura modenese
consentire ai consumatori di fare acquisti sani e consapevoli. Nasce così il marchio “Campagna Amica” che identifica sia quei luoghi
in cui si possono trovare i prodotti degli agricoltori Coldiretti – prodotti di provenienza certa, italiana e garantita – sia i prodotti stessi.
I mercati a Reggio Emilia A Reggio Emilia dal 9 settembre 2009 è operativo il primo mercato del contadino, promosso dall’associazione Agrimercato costituitasi in seno a Coldiretti e dal Comune di Reggio Emilia, all’interno del quale è strutturata un’importante area Campagna Amica, per vendere prodotti di stagione a km zero rappresentativi del territorio provinciale. Il mercato si svolge tutti i sabato non festivi, in piazza Fontanesi dalle 8 alle 13. Da ottobre 2009 è nato anche il mercato esclusivo Campagna Amica che si svolge davanti alla sede Coldiretti, in via Copernico 28 a Reggio Emilia, ogni mercoledì dalle 17.00 alle 19.00. Il mercato è stagionale ed effettuerà la sospensione della vendita diretta solo la settimana di ferragosto e nei mesi invernali da dicembre ad aprile. A Correggio, piazza Garibaldi, il sabato mattina, dalle 8 alle 13. A Novellara, piazza Borgo nuovo, il venerdì sera dalle 16 alle 20. A Montecchio Emilia via F.lli Cervi, fronte Palazzetto dello Sport, il giovedì mattina dalle 8 alle 13, il mercato è stagionale, da marzo a ottobre. I MERCATI A MODENA Mercato di Campagna Amica Torrenova: mercoledì 14.30 - 19. Quartiere Torrenova - piazzale di Via Nonantolana, angolo via Cimone. Mercato di Campagna Amica Morane: giovedì 14.30 – 19. Parco Della Resistenza, lato di Via Morane Mercato di Campagna Amica Modena Est: sabato 14.30 - 19. Via Indipendenza - parcheggio Polisportiva Modena Est Mercato Di Campagna Amica Sacca: domenica 8.30 - 13. Via Don Elio Monari di fronte alla chiesa del Sacro Cuore. Mercato Di Campagna Amica Largo San Francesco: domenica 8.30 - 13. Largo San Francesco di fronte alla chiesa di San Francesco.
I ‘trucchi’ del falso italiano Il similgrana low cost. Nell’Unione Europea è permessa la vendita imitazioni low cost importate dall’estero del Parmigiano reggiano e del Grana Padano senza alcuna indicazione della provenienza e con nomi di fantasia che ingannano i consumatori. Parmigiano kit. Nell’Unione Europea è stata scoperta dalla Coldiretti la commercializzazione di kit che promettono di ottenere in casa in pochi giorni alcuni dei formaggi italiani più prestigiosi come il Parmigiano Reggiano I formaggi dalla polvere. L’Unione Europea ha chiesto all’Italia di non vietare l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici situati sul territorio nazionale. Una pratica consentita in tutti i Paesi dell’Unione Europea anche per la produzione di formaggi di tipo italiano. La pasta di grano tenero. In Italia vige la storica “legge di purezza”, la numero 480 del 4 luglio del 1967, che impone l’obbligo di produrre pasta esclusivamente con grano duro che difende dal rischio di trovarsi quella scotta nel piatto come accade spesso all’estero. Wine kit - il vino dalla polvere - L’Unione Europea permette la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette italiane più prestigiose con la semplice aggiunta di acqua. Il vino allo zucchero - L’Unione Europea consente ai paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia. vantare ben 13 prodotti a certificazione Dop e Igp, 9 denominazioni di vini Dop e Igt oltre a 28 prodotti iscritti all’albo nazionale dei prodotti tipici. A questa realtà però se ne aggiunge una ancora più insidiosa:
quella dell’italian sounding di matrice italiana, che importa materia prima dai Paesi più svariati, la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia.
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Per allentare le tensioni bastano un po’ di terra e dedizione Quando l’orto è terapeutico, anche sul balcone. I preziosi consigli di Nadia Nicoletti Di Laura Solieri • Per diventare dei perfetti ortolani in erba non serva affatto un grande spazio, ma è sufficiente un pezzo di terra assai piccolo, o qualche vaso sul balcone. Quello che invece non deve mancare sono amore e attenzione. Parola di Nadia Nicoletti, maestra elementare, ortolana, giardiniera, blogger e scrittrice di successo, che abbiamo incontrato lo scorso marzo a Carpi, ospite della rassegna “Biblioteca amica” in un appuntamento dedicato al tema dell’ortoterapia. Nadia Nicoletti è nata e vive a Vigolo Vattaro, in Trentino. Maestra elementare dal 1975, è ortolana e giardiniera. A scuola insegna ai bambini a coltivare l’orto e a prendersi cura delle piante, dell’ambiente e dei piccoli animali. Oltre all’insegnamento, l’altra sua grande passione sono le rose: ne coltiva di rarissime e segue numerose manifestazioni internazionali. Dal 2006 tiene su www.ortidipace.org una rubrica in cui racconta le avventure dei bambini tra cavoli e zucchine. Ha pubblicato, con grande successo, “L’insalata era nell’orto” (2009) e “Lo sai che i papaveri” (2011).
Tempo di lettura 5 min.
“Negli ultimi anni, l’orto è diventato di moda rispetto a tempo fa e si è scoperto che le persone non conoscevano bene la tecnica degli orti, della coltivazione delle verdure – spiega Nadia - Questi saperi antichi si erano persi e si è sentita una forte esigenza di rimparare certe cose. E così da una moda si è creata una necessità di recupero dei saperi fondamentali di una volta. L’ortoterapia non è altro che la volontà di stare bene nell’orto, nella natura, per decantare le tensioni, unendo il piacere di mangiare cose genuine con lo stare all’aperto, avvicinandosi alla natura in modo più sereno”. Come si legge sul sito sopra indicato, il portale Orti di Pace è a disposizione di chiunque consideri l’orto e il giardino in senso lato, un luogo ideale per intrecciare scambi con la natura, l’ambiente e la comunità e il portale è concepito in modo da dare ma anche ricevere informazioni, in uno spirito di servizio per chi avverta il desiderio di passare dalla voglia di fare al fare. “È importante avvicinare i bambini a questo mondo – prosegue Nadia - L’or-
to insegna loro un sacco di cose: da dove viene il cibo e i tempi della natura. I bimbi vorrebbero che tutte le cose nascessero subito ed operando tutti i giorni, si accorgono che sono le leggi della natura a dettare le regole”. E il sapore di una fragola appena raccolta, così diversa da quella del supermercato, è il meritato premio finale per tanta dedizione. “Fare capire ai bambini che il cibo viene dalla terra è fondamentale e non scontato. Inoltre, in un momento storico come questo, caratterizzato da un marcato individualismo, l’orto è un fondamentale strumento di insegnamento della condivisione, del valore del lavorare per un bene comune, perché quello che faccio con la terra per me, lo faccio contemporaneamente per tutti”. E per decantare le tensioni a contatto con la terra, anche un semplice balcone si presta allo scopo: “Basta avere dei vasi contenitori adatti a quello che coltiviamo: se coltiviamo le carote ad esempio, meglio prenderne di piccole, ma si può fare tutto. I vivai si sono adeguati ai balconi: c’è un
grande assortimento di verdure dimensionate per i vasi, assai maggiore rispetto ad una volta – dice Nadia - Poi, certo, per alcune cose bisogna rassegnarsi: la
zucca, ad esempio, non può venire in vaso. A chi ha un balcone da adibire ad orto, consiglio di procurarsi un catalogo di semi che spiega i tempi di semina ed è
molto utile. Su un balcone, inoltre, per me non devono mancare le erbe aromatiche che danno sempre al piatto il giusto accento di natura”.
Dalla semina alla tavola
Il pane di Villa Sorra fatto a mano utilizzando solo farina di grani antichi, conquista tutti i palati
Di L.S. • Dopo la selezione dei semi antichi, l’aratura, la semina, la coltivazione rigorosamente senza utilizzo di prodotti chimici, la mietitura e la trebbiatura, dopo la molitura a pietra per ottenere la farina, si è arrivati infine alla panificazione a mano e alla cottura in forno del pane, a tracciabilità totale. Il progetto “Pane a Villa Sorra, percorso partecipato dalla semina alla tavola”, articolato tra i Musei civici di Modena in largo Sant’Agostino, la sede dell’Istituto Spallanzani e la cornice di Villa Sorra nelle campagne di Castelfranco Emilia, ha inteso
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sviluppare il tema della sana alimentazione e del recupero di antichi saperi nel campo dell’agricoltura. Dalla coltivazione di antiche varietà di frumento in chiave salutistica e rispettosa dell’ambiente all’esposizione degli attrezzi tradizionali legati al grano e al pane. Il progetto biennale, avviato nell’autunno 2014 guardando ai temi di Expo 2015, ha invitato a riflettere sul rapporto tra tradizione e innovazione, tra cultura e creatività in campo alimentare, oltre che sul diritto di tutti a un’alimentazione sufficiente, sana e sicura. Dall’aratura, alla
semina, alla mietitura si è arrivati alla degustazione del pane fatto interamente in loco a partire da pratiche agricole di lotta integrata. “La scelta – hanno spiegato gli ideatori e curatori del progetto - è caduta sul pane, cibo semplice ma fondamentale per una buona parte dell’umanità, attraverso il quale si è ritenuto possibile affrontare, in un’ottica divulgativa e didattica imperniata sulla partecipazione, i temi di un’alimentazione di qualità, delle nuove tecnologie per alimenti e del loro rapporto con la tradizione, attraverso il recupero di pratiche pro-
duttive rispettose dell’ambiente, a partire dal ciclo di coltivazione del grano fino alla produzione della farina e del pane”. Si tratta di un pane fatto a mano utilizzando solo farina di grani antichi, acqua, sale e lievitato con pasta madre. È ottenuto con farina di grano tenero a taglia alta delle antiche varietà “Inallettabile” e “Verna” coltivato sui terreni di Villa Sorra nell’azienda didattica dell’Istituto di istruzione superiore per le tecnologie agrarie e servizi “Lazzaro Spallanzani” con tecniche agricole di lotta integrata, senza uso di prodotti chimici e fitofar-
maci. La partecipazione al progetto - ideato dai Musei civici di Modena con “XVS – Per Villa Sorra”, Slow Food Modena, Istituto Spallanzani - si è ampliata coinvolgendo anche l’Istituto d’Arte Venturi che ha curato la progettazione della linea grafica dell’intero progetto e la documentazione fotografica, e il Centro provinciale istruzione adulti, dove è stato avviato un percorso di carattere interculturale. Dopo il grande successo del 2015, per il 2016 sono stati organizzati cinque incontri per imparare a fare in pane in casa.
Quest’anno nei corsi verrà utilizzata la Farina di Villa Sorra e la Pasta Madre. Ecco le date: 15 maggio Grissini sfiziosi adatti per tutte le occasioni; 12 giugno - Pane al forno in casseruola; 19 giugno – Pizza; 10 luglio - Pane di patate; 25 settembre - Focaccia barese con pomodorini e olive. I corsi si tengono nelle cucine settecentesche di Villa Sorra, dalle 15.00 alle 18.00; il contributo di partecipazione è di € 5 a lezione, ad ogni lezione possono partecipare al massimo 15 persone. Informazioni ed iscrizioni: villasorra@villasorra.it , tel: 3487405790
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Green-go Kitchen, la gastroniomia-boutique vegana A Sassuolo uno spazio per gli amanti del cibo senza derivati animali, prodotti bio e di stagione Tempo di lettura 4 min.
• Da novembre 2015 a Sassuolo c’è una nuova realtà per tutti gli amanti del cibo che però hanno scelto di non nutrirsi con derivati animali! Green-go Kitchen è una gastronomia di cucina 100% vegetale dove, oltre a poter degustare i manicaretti di Daniela e Simona, è anche possibile acquistare prodotti Bio, a KmO e senza glutine. Daniela e Simona si conoscono per caso, grazie a un cassiere del Natura Sì che le mette in contatto. Entrambe vegane, Daniela ha iniziato per gioco, tenendo corsi di cucina per amici e conoscenti, Simona invece lavorava in un laboratorio pastificio. Unite dalla scelta salutista, animalista e ambientalista di non mangiare carne e i derivati animali, Daniela e Simona aprono una gastro-boutique, ovvero una gastronomia dove, oltre al cibo appena fatto, si possono acquistare prodotti bio e a KmO, tutto rigorosamente vegan, con una vasta scelta di prodotti senza glutine e senza i più comuni allergeni. Da Green-go Kitchen si può bere un semplice caffè Bio, un estratto, una tisana o fare colazione, merenda, brunch, aperitivo e, volendo, anche cenare, anche se al momento solo su prenotazione e per un minimo di 6 persone. Tutti i giorni vengono sfornate focacce, torte dolci e salate e un’enorme quantità
di piatti provenienti un po’ da tutto il mondo, rivisitati con prodotti principalmente di stagione e locali. Green-go Kitchen è stato pensato anche come uno spazio per eventi: un punto di incontro dove trattare i temi legati alla cucina bio, all’ecologia e al green. Nutrizionisti, improvvisazioni teatrali, origami tante le occusioni per ascoltare esperti in materia e assaggiare le specialità 100% vegetali, senza nessun tipo di derivato animale, preparate da Daniela e Simona. Una realtà che mancava a Sassuolo e che merita di essere scoperta per capire come all’interno di molti cibi confezionati siano contenuti additivi alimentari di derivazione animale, anche in quelli più insospettabi-
li come alcuni tipi di lievito per dolci! Green-go vi farà vedere che non è necessario usare per forza latte e uova per fare ottimi dolci o, addirittura, un formaggio! Tutte le ricette sono state testate da Daniela, Simona e da una sfilza di amici/colleghi/ familiari che si sono gentilmente prestati come assaggiatori ufficiali. “La sfida è stata far conoscere ai più che un’alimentazione a base vegetale non esiste solo l’insalata – spiegano Daniela e Simona -. Molti hanno questo pensiero per questo ci teniamo a spiegare i vari ingredienti “strani ma buoni” che usiamo, illustrandone le proprietà, utilizzo e affinità con altri cibi più conosciuti e meno spaventosi. Mangia-
re vegan significa ampliare notevolmente la gamma di alimenti in uso, oltre che la mente. Uscire dagli schemi e dai preconcetti ha sempre
un lato positivo: può essere destabilizzante all’inizio, ma subito dopo risulta molto più gratificante e, soprattutto, amplia gli oriz-
zonti. Provare per credere! E a chi pensa che, in fondo, è solo cibo… beh, senza nutrimento però tutto il resto non esisterebbe neanche”.
via Radici in piano 246/248 41049 Sassuolo (MO) greengokitchen.wordpress.com facebook.com/greengo.kitchen
IDEE IN TAVOLA
Miglio in verde e cocktail di frutta: le ricette di Green-go Kitchen Step 1 Lavare il miglio sotto l’acqua corrente, tostarlo in padella con un filo d’olio
per un minuto e aggiungere il brodo vegetale (il doppio rispetto al volume del miglio). Cuocere per
Miglio in verde ingredienti per 4 persone • 200 g miglio • 200 g asparagi • Una tazza di piselli freschi • Una tazza di rucola • Una manciata di pistacchi (meglio se non tostati né salati) • Brodo vegetale • Sale • Olio EVO • Basilico, prezzemolo e altre erbe aromatiche a piacere
una ventina di minuti fino a quando il liquido sarà completamente assorbito. Step 2 Pulire e lessare gli asparagi in acqua bollente salata, ma tenerli leggermente al dente. Sbollentare anche i piselli per un paio di minuti e mettere le verdure da parte. Step 3 Lavare la rucola e frullarla con due cucchiai d’olio, un cucchiaio d’acqua, un pizzico di sale e i pistacchi. Se gradite, aggiungere basilico, prezzemolo, erba cipollina o le erbe aromatiche che preferite.
Step 4 Condire il miglio con il pesto di rucola, aggiungere piselli e asparagi precedentemente tritati e impiattare con un coppapasta
per ottenere una forma regolare. Green-go tip: spolverizzare con un “Grana vegetale” ottenuto frullando lievito alimentare, anacardi e un pizzico di sale.
...e da sorseggiare Ingredienti per 1 persona: • 5 foglie di lattuga • 1 mela verde • 1 fetta di ananas • Zenzero fresco a piacere • ½ bicchiere di acqua frizzante o acqua tonica/gassosa (facoltativo) Fare un estratto con tutti gli ingredienti e, se gradite, diluire con acqua frizzante o tonica.
Cibo è vita MAGGIO 2016
Il Gruppo di Acquisto solidale delle Acli, presso i locali della parrocchia del Tempio, ha raggiunto i mille aderenti • L’obiettivo era arrivare a 500 tessere, ora sono già mille. Il Gas Acli ‘Insieme’, che opera presso la parrocchia del Tempio a fianco del Teatro, ha raggiunto un numero di aderenti davvero importante. Il Gas Acli ‘Insieme’ è aperto quattro giorni la settimana (lunedì, mercoledì, venerdì e sabato) con orario continuato, dalle 10 alle 20. Ha parlato dei risultati raggiunti in questi primi
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Il Gas va a mille mesi di lavoro, nel corso di un incontro con i media, Francesca Maletti vicepresidente Acli: “Abbiamo superato le mille famiglie coinvolte e le mille tessere, ogni giorno vediamo che le persone aumentano e siamo davvero molto soddisfatti della risposta che stiamo riscuotendo. Abbiamo aumentato in maniera significativa i generi a disposizione nel Gruppo di acquisto, penso ai prodotti dell’Antica farmacia dei frati camaldolesi, ma anche alla verdura biologica della Cooperativa sociale Pomposiana. In
breve dovremmo avere a disposizione anche frutta e verdura biologica, sia dalla cooperativa sia dal carcere Sant’Anna”. Dentro al Gas c’è una lavagna, detta ‘dei desideri’, in cui i soci scrivono quello che vorrebbero trovare: da lì parte la ricerca per arricchire l’offerta di prodotti, che ha fatto aggiungere recentemente il miele della Casa di lavoro di Castelfranco, e gli stessi prodotti dei monaci camaldolesi. Non mancano progetti di grande interesse, come quello di alternanza scuola-lavoro con gli studenti
dei licei Muratori e Wiligelmo, che permette al Gas delle Acli modenesi di aprirsi al mondo della scuola”. Francesca Maletti conclude: “Il futuro è a due facce: da una parte vogliamo consolidare e rendere stabili gli obiettivi già raggiunti in questa prima
fase, difficile ma entusiasmante e questo implica anche curare la comunicazione e fidelizzare i nostri aderenti con informazioni puntuali; d’altra parte l’obiettivo è di fare ancora meglio, aumentando ancora il numero di famiglie che partecipano alla no-
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stra iniziativa. Questo ci consentirebbe di stipulare accordi vantaggiosi anche con grandi produttori, per offrire un servizio sempre migliore e a un prezzo conveniente per chi fa parte del nostro Gruppo di Acquisto solidale”.
Il natural bio secondo ‘titto’ Tempo di lettura 3 min.
Gelati, colazioni ma anche tanti prodotti bio da gustare a tutte le ore • Tante novità e gustose prelibatezze per il gelato artigianale self-made e self-service, personalizzabile secondo i gusti di ogni cliente. Titto: un’idea che parte dal centro di Bologna e che si è trasformata subito in un grandissimo successo di pubblico e di critica, grazie al meccanismo completamente innovativo e alla qualità dei prodotti scelti e messi in vendita. Il sistema è semplice: il cliente entra da Titto, prende la sua coppetta, sceglie i gusti di gelato che più preferisce tirando le leve delle macchine del gelato che lo producono istantaneamente, sceglie i topping che desidera tra i 40 proposti (frutta, biscotti, snacks, cereali, creme...) e paga a peso alla cassa un gelato sempre fresco e fatto con prodotti di qualità.
Titto propone sempre nuovi gusti e nuovi topping, che varieranno di tanto in tanto per appagare i desideri di sempre più clienti. Insieme al gelato la colazione ‘Vegan^ con i gustosi croissant all’arancia o ai mirtilli, con i succhi rigorosamente Bio, dal mirtillo al te allo zenzero, insieme al cremoso caffè e ai cappuccini con latte Bo o di Soia. Tanti prodotti da gustare ogni giorno al centro commerciale la Rotonda, dalle 9 alle 21, per un momento divertente con la famiglia e gli amici.
Presso centro Commerciale La Rotonda Strada delle Morane 500/14, Modena www.titto.it facebook.com/tittomodena
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MAGGIO 2016
Zazie, per i curiosi dei sapori Prodotti freschi e di qualità provenienti dai mercati locali • Frullati al naturale, centrifugati, zuppe e dolcetti vegan. Dove trovare tutto questo? A Modena da ‘Zazie’ in pieno centro storico, via Selmi, nel negozio di Valentina e Serena. Un nome particolare che prende spunto da un film francese
Tempo di lettura 6 min.
dove la protagonista, la piccola Zazie, cammina in una Parigi degli anni sessanta ricca di personaggi strani e improbabili. Ma non è l’unico in Italia, infatti l’idea è nata da due ragazzi bolognesi otto anni fa e poi si è diffusa in tutta Italia non come franchising ma come un network di negozi di indipendenti. Un gruppo di imprenditori
che condivide la filosofia di fondo: niente carne e niente pesce, prodotti freschi e di qualità, preferenza per i mercati locali e… tanta collaborazione. Infatti i vari negozi si scambiano le ricette di maggiore successo e le buone idee da proporre ad una clientela che non è solo vegan perché in molti oggi cercano un pranzo o uno spuntino sano e legge-
ro. Zazie accetta i buoni pasto e partecipa alle diverse attività promosse in centro storico, come per esempio Stuzzicagente e la Notte Bianca ma ha anche organizzato letture per bambini con merenda. Non resta che provare le insalate di frutta o verdura, le cheese cake e il cous cous e bulgar vegetariani e vegan!
Via Selmi 49, Modena lazazie.com facebook.com/zaziemodena
Loma, la bottega che non ti aspetti Tempo di lettura 6 min.
Proposte vegane e vegetariane a tutte le ore • La bottega vegana e vegetariana che non ti aspetti la trovi a Modena in via Canalino 61. Quando entri ti
accorgi immediatamente che i prodotti sono freschi e viene voglia di mangiarli subito, sul posto. E’ proprio questa l’idea di Marco e Lorella che da settembre hanno trasformato uno stile di vita in un’attività lavorativa. Nella loro bottega i prodot-
ti sono principalmente di aziende agricole della zona e biologici: frutta, pane, formaggi e torte. E’ sempre possibile fare la spesa ma non dimenticate di passare per un estratto di frutta bio fatto al momento e soprattutto per un panino in
pausa pranzo, che si può anche prenotare via telefono e magari anche farselo consegnare tramite i Bike Messenger, così anche il trasporto è sostenibile! Dalla mattina alla sera al Loma c’è sempre qualcosa di pronto che ti aspetta.
Per saperne di più Via Canalino 61, Modena facebook.com/Loma via Canalino 61 Instagram Lomaveg Tel. 059/7877004
APRI/MAG 2016 - n. 11
4 editori, 7 edizioni 16 provincie, 250.000 lettori
Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
I Tempo di lettura 18 min.
Transizione e resilienza
Alle origini del movimento della Transizione in Italia di Giovanni Santandrea
Intervista a Cristiano Bottone Vivere Sostenibile è nato da un “sogno” fatto da un gruppo di persone accomunato dal loro interesse e impegno in gruppi locali di Transizione. I lettori più affezionati sanno che in ogni numero sono presenti pagine scritte per presentare riflessioni e notizie provenienti dal mondo della Transizione. E in Italia la parola Transizione è associata storicamente a Monteveglio, dove è nata la prima Iniziativa di Transizione e dove, fin da subito, anche l’amministrazione comunale ha deciso di partecipare a questo nuovo esperimento. Con una nota delibera, del novembre 2009, il comune sancì una partnership strategica con il gruppo di Transizione locale per costruire “Monteveglio Città di Transizione” condividendo “scenario di riferimento, i metodi e gli obiettivi generali”. In tutta questa vicenda, Cristiano Bottone è prima di tutto cittadino di Monteveglio, ma anche uno dei co-fondatori storici del movimento. Ha realizzato decine e decine di incontri pubblici (Transition Talk) che hanno permesso la nascita di tante esperienze di gruppi locali diffusi in tutta Italia. Non poteva mancare sulle pagine di Vivere Sostenibile una chiacchierata-intervista con lui. Cristiano, partiamo dagli inizi. Puoi parlarci di quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della Transizione? Come l’hai conosciuta? Cosa ti ha colpito inizialmente? Il mio lavoro era nella pubblicità e nel marketing, una posizione nella società che ti permette, se vuoi, di vedere molte cose che tutti gli altri non vedono. Così già dal 2005 avevo capito che l’intero modello di sviluppo si era da tempo infilato in un vicolo cieco. Avevo cominciato a cercare delle possibili vie d’uscita, ma la verità è che per tre anni ho cercato senza risultati, tutte le possibili “alternative” mi sembravano sempre parte del sistema e inefficaci nel condurci altrove. Poi, nel 2008, ho scoperto un po’ per caso, quello che Rob Hopkins e gli altri stavano sperimentando a Totnes, questa cosa che chiamavano Transition Town e fin da subito ho intuito che quello era un tentativo diverso da tutti gli altri, qualcosa che valeva la pena approfondire. Dopo la prima fase di avvicinamento personale, immagino che a un certo punto avrai deciso di fare il grande passo, e impegnarti
attivamente per la diffusione del movimento in Italia? Che cosa hai provato in quei momenti, quando in Italia non esisteva ancora nulla? In effetti sono rimasto sorpreso quando ho scoperto che nessuno in Italia stava lavorando sull’idea delle Transition Towns. In principio avrei voluto accodarmi ad altri più esperti per dare una mano, ma non esistevano “esperti”: solo Ellen Bermann, che aveva esplorato un po’ la cosa e portato la sua esperienza nel contesto della Decrescita Felice animata da Pallante. In verità in quella fase, fuori dal mondo anglosassone c’era ben poco, tanto è vero che Monteveglio diventò poi la prima Iniziativa ufficiale di tutta l’Europa continentale. In ogni caso, a quel punto si trattava di decidere se lasciare perdere, o prendersi il carico di fare i pionieri. Solo che mi rendevo conto di quanto questo avrebbe inciso sulla mia vita, andare in giro a raccontare certe cose alle persone, non è un banale passatempo. Solo che più ci pensavo più la trovavo l’unica cosa giusta da fare… e alla fine l’ho fatto. Nel dicembre 2010 il movimento delle Transition Town e gli esperimenti concreti proposti a Monteveglio ebbero il primo grande momento di visibilità mediatica con un servizio realizzato da Report per RAI3. Dopo pochi giorni tu scrivesti una pagina di benvenuto sul sito dell’Associazione Transition Italia dove, con una serie di negazioni retoriche, provavi a comunicare il senso più profondo del movimento. Molto bello. In questa pagina ne abbiamo inserito un estratto. A distanza di sei anni, e a seguito dei tuoi tanti incontri pubblici, quali sono le difficoltà maggiori che hai individuato nel comunicare quel senso profondo della Transizione che descrivi in quel testo? Quali ritieni possano essere i punti di criticità e i punti di forza del movimento in Italia in questo momento? L’idea di “processo” che sta dietro al nome Transition Towns è la cosa più sofisticata e avanzata che io conosca. Un approccio sistemico al cambiamento senza precedenti, di una completezza impressionante, attrezzato con una quantità di strumenti teorici e operativi sorprendente. Ma non siamo in un mondo in cui si possa facilmente comunicare questo livello di complessità, non ci sono spazi e momenti di riflessione adeguati. Quello che succede quindi è che, visto da una certa distanza, con lo sguardo non molto attento con cui osserviamo generalmente le cose, mescolata a una infinità
di altri segnali che ci bombardano da tutte le parti, una cosa come la Transizione si presta bene ad essere interpretata in mille modi: le si proietta sopra quello che ci si aspetta che sia. Quella pagina di “non siamo” è nata proprio perché ognuno sembrava decidere in modo molto arbitrario quello che la Transizione era o avrebbe dovuto essere e a volte spiegare ciò che non si è risulta più chiaro che affermare ciò che si è. Oggi credo che la natura profonda del processo vada spiegata solo a chi ha veramente la voglia e il tempo di approfondire, mentre quello che è importante è che i percorsi siano accessibili a tutti da tutti i livelli del sistema: siano comuni cittadini (strana categoria, ma tanto per capirci), imprenditori, politici, ecc. Fortunatamente ora abbiamo tanta accademia, tanti studi, tante consapevolezze in più, basi teoriche più solide su ciò che facciamo, ma non servono a tutti quelli che vogliono semplicemente incamminarsi verso un modo differente di organizzare la propria vita, la propria azienda, l’organizzazione a cui si sentono di appartenere. Qui però sta anche il grande punto di debolezza di questo esperimento, per rendere accessibili i percorsi servono dei facilitatori del processo, e devono essere anche molto consapevoli e preparati per risultare davvero utili agli altri. Ad oggi ancora non esistono modalità sicure per fare emergere queste figure di facilitazione e questo comporta la grande sfida dei prossimi anni. Visto che in questi anni hai sempre tenuto un collegamento con la rete internazionale di Transition Network poi comparare quello che è successo in Italia rispetto a come si è sviluppato il movimento negli altri paesi, prima di tutto in Inghilterra? La natura del processo di Transizione è sempre la stessa in tutti i luoghi del mondo, dal Brasile al Giappone, dalle Filippine alla Svezia, da qualche anno la chiamiamo “DNA”, ovvero quelle caratteristiche fondamentali che distinguono questo esperimento dai tanti altri in corso. Il modo più sintetico di riassumere questo DNA è la formula Testa - Cuore - Mani. Ovunque nel mondo chi lavora sulla Transizione deve preoccuparsi della TESTA, cioè di avere i migliori dati disponibili sui quali basare scelte e decisioni, non importa quanto questi dati siano brutti o sconvenienti, non è permesso barare. Continua nella pag. successiva
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Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione
Continua dalla pag. precedente
Sappiamo però che i dati non bastano e che gli esseri umani sono fondamentalmente macchine emozionali. Qui entra in gioco il CUORE, ai dati deve essere affiancata l’attenzione agli effetti che i dati provocano, deve esserci lo spazio e il tempo per elaborarli, una grande cura dei sistemi di relazione tra le persone coinvolte, ecc. Se queste prime due fasi sono state curate in modo adeguato, a quel punto si arriva alle MANI, ovvero al passaggio all’azione che ha reso “famoso” il movimento delle Transition Towns. Se abbiamo curato Testa e Cuore, probabilmente le azioni che ne derivano saranno le azioni “giuste” in quella fase e in quel contesto. È stato interessante notare come questo approccio sembri davvero funzionare a ogni latitudine e a ogni livello del nostro sistema, questo è un movimento nato “dal basso” ma sembra già ampiamente dimostrato il suo potere contaminante a livello istituzionale, nel mondo accademico, nel mondo dell’impresa ecc. La Gran Bretagna, dove tutto è cominciato, è in questo momento in fase di grande evoluzione, il movimento sta prendendo coscienza della sua estensione mondiale, servono nuovi modelli di “governance” che vadano molto oltre le forme democratiche praticate fin qui. È tutto davvero affascinante e incredibilmente entusiasmante, soprattutto quando scopri che certe cose che assomigliano molto all’utopia sembrano funzionare tranquillamente, oggi, qui e subito. Quella che viene chiamata “Transizione interiore” occupa uno spazio speciale per il movimento. Per te, Cristiano, in questi anni cosa ha significato? E in quali direzioni ti ha portato? Il mio mestiere era far fare alle persone quello che il mio cliente voleva che facessero. È una cosa che si può fare seduti a una scrivania, non è così difficile. A volte quando mi chiedevano che lavoro facessi rispondevo: “Convinco persone che hanno tutto ad acquistare cose di cui non hanno bisogno”. Vengo dal mondo del controllo e della competizione, ho dovuto cambiare tanto per diventare “transizionista”. Però per me è stato un immenso sollievo scoprire che si potevano riorganizzare le relazioni tra esseri umani in modo completamente diverso. Noi creiamo il mondo là fuori proiettando quello che abbiamo dentro, e allo stesso tempo, quello che c’è la fuori determina il modo in cui cresciamo e costruiamo la nostra struttura interiore. Suona molto di circolo vizioso e lo è. La Transizione che vorremmo vedere nel mondo non avverrà mai se non come conseguenza di una Transizione interiore di ogni essere umano. Ma siamo spesso intimamente convinti che gli umani siano malvagi, che la lotta sia una forma naturale di relazione, diventa difficile credere si possa fare altro. Diventa un tabù concedersi il lusso di provare. Eppure questo è il motore principale del processo di Transizione nel mondo, quando ti concedi il lusso di sperimentare una dinamica differente, improvvisamente scopri quanto sia meglio di quello
che vivi ogni giorno. È un vivere più leggero, facile, produttivo, appagante. E la cosa più sconcertante è quanto sia tutto sommato facile accedere a quelle condizioni e quanto questo modo diverso di vivere sé stessi e le relazioni con gli altri sia a portata di mano. Siamo una società di analfabeti emozionali, abbiamo paura di soffrire almeno quanto di gioire, non perdiamo tempo a celebrare i successi, condanniamo la sconfitta… non è un bel vivere, lo prova la larga diffusione di droghe stimolanti e tranquillanti. Io mi sono ritrovato a dare un senso molto più pieno alla mia vita e a quello che faccio ogni giorno, per il ruolo che ho scelto porto a volte anche grandi pesi, ma so perché lo faccio e mi fa piacere farlo. Anche a te rivolgo la stessa domanda che ho fatto a Luca Mercalli nell’intervista per Vivere Sostenibile. Circa due anni fa a molti fecero impressione le dichiarazioni di Holmgren, padre della permacultura, quando dichiarò di essere giunto a ritenere impossibile una graduale discesa energetica, con la minimizzazione dei traumi sociali. Immagino invece che tu, come Rob Hopkins, sia ancora legato a questa possibilità “dolce”. In questo mondo di complessità e contraddizioni, quali sono i punti di riferimento che utilizzi per le tue scelte personali? Il rischio che si siano ormai passati molti punti di non ritorno è grande e concreto, fa parte dell’osservare i dati e accettarli per come sono (Testa). Io come Luca, Rob, David e tutti quelli che conosco che in qualche modo operano per un cambiamento profondo siamo spesso colti da sconforto e paura, dalla sensazione che potrebbe essere troppo tardi. La Testa ci porta le considerazioni pragmatiche di Kevin Anderson (guardatevi l’intervista online), la teoria del Dirupo di Seneca di Ugo Bardi, sì gente, siamo nei guai fino al collo e oltre. Ciò non toglie che, se abbiamo compreso davvero la dinamica dei sistemi, potremmo vedere cambiare le cose a un ritmo vertiginoso, impensabile, inimmaginabile, proprio nei prossimi anni. Recentemente ho avuto il piacere di andare ad un seminario di Peter Senge (un grande teorico dei sistemi) e gli hanno fatto la stessa domanda:“Professore ma c’è ancora speranza?”. E lui ha risposto con un aneddoto a mio parere molto significativo. Lui era in Sudafrica negli anni dell’Apartheid, poi a un certo punto ha deciso di tornare negli Stati Uniti. Quando ha lasciato il paese il livello di scontro, la sensazione di ineluttabilità, la certezza della insanabilità di quella
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Ambiente
Let’s Clean Up Europe: le giornate europee di pulizia dei rifiuti di Margherita Bruni Let’s Clean Up Europe è un’iniziativa che mira a sensibilizzare la consapevolezza ambientale tra i cittadini sui rifiuti, la pulizia, e gli effetti di abbandonare rifiuti nell’ambiente. Come si svolge una operazione di Cleanup? Gruppi di volontari organizzano una operazione di pulizia in un sito naturale o urbano che è stato inquinato significativamente a seguito di azioni illegali di scarico di rifiuti o semplicemente a fronte di gravi situazioni di degrado e abbandono. Questi gruppi mobilitano altri partecipanti a venire a ritirare i rifiuti disseminati nell’area target. Durante l’attività, i partecipanti e passanti hanno inoltre l’occasione di apprendere qualcosa sulla limitazione degli sprechi nella propria vita quotidiana. Le azioni di Cleanup sono un’occasione unica per sensibilizzare l’opinione
pubblica sul problema dei rifiuti e contribuire a cambiare il comportamento delle persone. Parlare di prevenzione e di riciclo vicino ad un mucchio di rifiuti raccolti è ideale: l’esposizione della enorme quantità di rifiuti disseminata nel nostro ambiente è sicuramente una grande opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema degli sprechi e sulla necessità di diffondere quanto più possibile pratiche di riuso e riciclo. La dimensione europea di questa operazione è un ulteriore bonus in quanto consentirà di calcolare una stima delle quantità di rifiuti raccolti in Europa grazie a questa iniziativa. Affrontando il tema delle discariche illegali ed abusive, queste azioni di pulizia ribadiscono la necessità di ridurre la quantità di rifiuti che stiamo generando. Due gli obiettivi principali della campagna: mobilitare le principali parti interessate in ambito locale che sono pronte ad essere coinvolte in azioni
ferita era totale e assoluta. Nessuno si aspettava cambiamenti di alcun tipo. Beh… due anni dopo Nelson Mandela era presidente di quella nazione, una realtà semplicemente inconcepibile. Ho il sospetto che se continuiamo a fare quello che stiamo facendo finiremo a vivere in un mondo sensibilmente migliore nonostante al momento questa svolta sia davvero difficile da immaginare (ma segnali precursori ce ne sono tanti). Questo non vuol dire che i milioni, miliardi di persone che soffrono per le disuguaglianze del nostro sistema smetteranno di soffrire come per magia o che tutto andrà come in una favola, stiamo già tutti subendo, a livelli diversi, le conseguenze delle nostre azioni del passato, ma forse questo è il momento della storia in cui la razza umana ha tutto quel che serve per evolversi in una specie “saggia” invece che solo “sapiente”. Io penso che, alla fine, lo farà. Grazie Cristiano del tempo che ci hai voluto dedicare...
Il movimento delle transition town Estratto da uno scritto del dicembre 2010 http://transitionitalia.it/2010/12/15/benvenuti-nel-blog/ Non siamo un movimento localista, non amiamo particolarmente l’autarchia, l’autosufficienza ad ogni costo e i bei tempi antichi. Non pensiamo che il petrolio finirà domani mattina, ma sappiamo bene che non durerà per sempre. Non siamo fanatici dell’autoproduzione, non siamo orticultori da assalto, non siamo nemici del progresso (purché di progresso si tratti). Non vogliamo tornare indietro, vogliamo andare avanti, molto più avanti… Non siamo propensi ad andare contro, ma tendiamo a lavorare con. Non siamo qui per dare la colpa a qualcuno, ma per prenderci assieme la massima libertà e la massima responsabilità di ogni gesto. Non siamo tristi, anzi, siamo convinti che se non ci stiamo divertendo c’è qualcosa che non va in quello che facciamo. Non siamo emotivi, ma sappiamo bene quanto contano le emozioni nella nostra vita. Non siamo una setta religiosa o una fratellanza mistica, però sì, degli uomini ci interessa anche l’aspetto spirituale e l’espressione artistica, si sono generate in noi 5 minuti dopo essere scesi dagli alberi qualche milione di anni fa, non considerarli una componente importante sembrerebbe quantomeno ingenuo. Non siamo catastrofisti, ma abbiamo il coraggio di osservare il mondo per quello che è.
Orto e giardini
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PlantNet, l’app che riconosce i fiori e le piante di Annamaria Bortolotti
antispreco (come le associazioni e gli enti locali), informarle sugli obiettivi di prevenzione, e incoraggiarli a far parte di un evento di clean-up e, parallelamente, aumentare la consapevolezza attraverso il raggiungimento di un pubblico più ampio. Quest’anno, le azioni si concentreranno dal 6 all’8 maggio, ma la possibilità di organizzare attività è estesa a tutto il periodo dall’1 al 15
per garantire la massima partecipazione possibile. A Let’s Clean Up Europe possono aderire istituzioni ed enti locali, associazioni di volontariato, scuole, gruppi di cittadini, imprese e ogni altra tipologia di enti. L’anno scorso, le azioni proposte nel nostro Paese sono state 356, contro le 137 del 2014. Vedremo se quest’anno il record sarà nuovamente battuto!
Ecco una App che può davvero risultare utile e divertente. Inquadrando con il supporto tecnologico un fiore, una pianta o un frutto sull’albero, potremo identificali con la fotocamera. Con un database di 6.000 specie e 20.000 immagini, PlantNet App (gratuita) è in grado di riconoscere la maggioranza di piante e fiori, ed è anche possibile contribuire caricando e nominando le immagini delle nostre piante e fiori. L’idea è venuta ad alcuni botanici francesi che hanno creato questa applicazione, disponibile per iOS e Android. Funziona esattamente come Shazam: basta scattare una foto, inserirla sull’applicazione e il gioco è fatto. Al pari della sua collega per la musica, PlantNet dà informazioni molto specifiche e dettagliate. Per ora l’App è ancora in fase di aggiornamento, però promette molto bene: fondamentale è scattare le foto focalizzandole su un organo o su una parte molto precisa della pianta, possibilmente su fondo uniforme.
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Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione Libri&C. VALUTAZIONE DI VIVERE SOSTENIBILE:
OTTIMO
Il magico potere del riordino Il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita di Marie Kondo Editore: Vallardi pagine 247 – prezzo di copertina: 13,90 €
Un’infinità di oggetti di ogni tipo (abbigliamento, libri, foto, documenti, ricordi, apparecchi, ecc) ci sommergono all’interno di abitazioni e uffici sempre più piccoli e ci soffocano. Col risultato che non troviamo mai quello che davvero ci serve. Marie Kondo ha messo a punto un metodo che garantisce l’ordine e l’organizzazione degli spazi domestici e non. Nella filosofia zen il riordino fisico è un rito che produce incommensurabili vantaggi spirituali: aumenta la fiducia in sé stessi, solleva dall’attaccamento al passato, valorizza le cose preziose, induce a fare meno acquisti inutili. Rimanere nel caos significa invece voler allontanare il momento dell’introspezione e della conoscenza. Perchè organizzare al meglio gli spazi dei luoghi che abitiamo e scegliere ciò che teniamo con noi non solo rende più agevole la nostra quotidianità ma libera gli spazi e la mente, portando serenità e nuova energia.
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SCARSO
Verde brillante
Sensibilità e intelligenza delle piante di Stefano Mancuso e Alessandra Viola Editore: Giunti Pagine 142 – prezzo di copertina: 14 €
Siete disposti a cambiare il vostro punto di vista sul mondo? Non potrete fare altro leggendo questo libro affascinante e sorprendente, che vi introduce nel mondo meraviglioso e inimmaginabile dei vegetali. In questo viaggio sarete accompagnati da Stefano Mancuso, uno tra le massime autorità mondiali nel campo della neurobiologia vegetale, e Alessandra Viola, giornalista scientifica freelance, documentarista e sceneggiatrice di programmi televisivi per la RAI. Nel loro libro vi dimostreranno che le piante non sono affatto organismi inferiori, ma che hanno una sensibilità e un’intelligenza sorprendente, se questa intesa come “abilità di risolvere i problemi”. Scoprirete che non solo possiedono i nostri 5 sensi ma che a questi ne aggiungono altri 15! Oltre alla loro notevole sensibilità nei confronti dell’ambiente, si scambiano informazioni e interagiscono con gli animali, adottano strategie per la sopravvivenza, hanno una vita sociale, sfruttano al meglio le risorse energetiche. Un libro tutto da leggere, per partire alla riscoperta del pianeta verde in cui abitiamo.
Alchimia Selvatica di Michele Giovagnoli Editore: L’Arte di Essere Edizioni pagine 159 - prezzo di copertina: 11 €
“Lasciati scegliere! Apri il tuo cuore con un respiro che si fa germoglio e lasciati scegliere. In un punto preciso di un bosco si accenderà un magnete e ti sentirai chiamare. Non sarà una semplice voce che pronuncia il tuo nome ma una sete che riconosce la propria acqua…” I n t ro d o tt o con un contributo di Giorgio Sangiorgio dal titolo “La sperimentazione alchemica”, il libro propone di sperimentare 12 esperienze uniche, da provare in un ambiente eletto per l’alchimia: il bosco che, scrive l’autore, “è l’archivio vivente per eccellenza di tutto l’universo emozionale umano, e offre a chi lo consulta infinite possibilità per il risveglio interiore. La sua azione, umile e potente, investe importanti aree di indagine tipiche di questa fase storica dell’umanità.” Da leggere, ma soprattutto da vivere!
APR/MAG 2016
IV
Buone pratiche, belle idee e buona amministrazione Tempo di lettura 5 min.
Orto e giardini
Orticoltura in Permacultura
di Giuseppe Tallarico - Agronomo e Giuseppe Caruso - Botanico In questo articolo vogliamo condividere i principi che guidano le scelte praticate, oramai da due generazioni, nell’orto del Laboratorio di Permacultura Urbana di Catanzaro, quartier generale della World Permaculture Association e Centro Educativo e Dimostrativo in permacultura. 1. Coltiva ovunque: lavora sulla fertilità del suolo utilizzando ogni possibile angolo della tua proprietà, coltivando anche su muri, tetti e recinti. 2. Usa piante multifunzionali: una leguminosa arborea come il carrubo (Ceratonia siliqua L.) è molto interessante per la sua capacità di fertilizzare il suolo tramite la fissazione dell’azoto atmosferico, i frutti sono utilizzati per scopi alimentari, farmaceutici, fitoterapeutici, pediatrici e per l’alimentazione animale. I semi vengono sfarinati e il prodotto che se ne ricava viene usato in cosmetica e per l’estrazione della gomma. Inoltre i semi, grazie alla loro relativa uniformità di peso, erano utilizzati in passato come unità di misura per metalli e preziosi. Il carrubo è pianta mellifera, dalle foglie e dalla scorza si ottengono sostanze tanniche utili per la concia delle pelli, il suo legno è duro, resistente e compatto, caratteristiche che lo fanno apprezzare in falegnameria ed utilizzato anche per lavori di ebanisteria. Infine, avendo una elevata valenza estetica, legata ad una notevole resistenza alla siccità e all’inquinamento atmosferico dei centri urbani, il carrubo viene impiegato in progetti per la realizzazione di aree verdi negli ambienti costieri mediterranei. 3. Assicura la massima biodiversità: la stabilità produttiva può essere assicurata dall’uso di piante a differente periodo di maturazione ma è necessario anche disporre di piante che producono alimenti in grado di essere conservati a lungo come le patate, di piante perenni come i carciofi e di piante in grado di seminarsi da sole come la rucola. 4. Utilizza gli spazi in maniera adeguata: la presenza contemporanea di piante che occupano diversi livelli, come avviene nel bosco, ti consente di aumentare la resa globale e la varietà di prodotti ottenibili. Piante che crescono nel sottosuolo, a livello del suolo, cespugli, frutti di bosco, piante a rapido, medio e lento accrescimento, alberi a medio ed alto fusto e
rampicanti insieme, ti garantiscono inoltre una protezione dagli attacchi dei parassiti che subiscono un disorientamento visivo e olfattivo. I frutti di bosco giovano dell’ombra esercitata dalle piante più alte, creando il microclima a loro adatto e a loro volta i frutti di bosco possono ombreggiare piante come le fragole. Un sistema del genere ti consente anche di ridurre l’impiego della mano d’opera, quando piante come i fagioli e le zucche vengono lasciate arrampicare su piante di mais nella straordinaria e antichissima consociazione nota come “le tre sorelle”, invece di impiantare tutori. 5. Ottieni di più con meno: un piccolo laghetto, oltre a costituire una preziosa riserva di acqua, diventa un habitat ottimale per le rane che, insieme agli uccelli che vi si dissetano e vi giocano, proteggono l’orto dagli insetti nocivi. Il laghetto può anche consentirti di produrre di alghe e piante acquatiche commestibili oppure impiegabili come fertilizzanti o materiali
per pacciamare.
6. La soluzione è nel problema: la presenza di zanzare che
depongono le loro uova nel laghetto può costituire una fonte proteica importante per le carpe, grazie all’uso di una semplicissima trappola per zanzare. 7. Trasforma i rifiuti in risorsa: compostaggio, uso di polvere di marmo come integrazione minerale del suolo e produzione di macerati dalle erbacce, sono solo alcuni degli esempi praticabili per ottenere il massimo ritorno dal riciclo dei materiali. Ciascun principio sopra solo enunciato, ha una quantità enorme di implicazioni che potremo approfondire in successivi articoli o di persona tramite la condivisione dei numerosi percorsi che proponiamo per contribuire alla diffusione di una nuova cultura agricola e solidale. Per info: World Permaculture Association www.world-permaculture.org - www.permalabs.org.
Tempo di lettura 3 min.
Eventi
Non c’è 2 senza 3! Il Parma Etica Festival è ancora più grande: 4 giorni di musica, buon cibo, convegni e… di Simonetta Rossi A seguito delle tante richieste e della stimolante crescita d’afflusso di visitatori della 2° Edizione, che ha avuto il merito di portare nella città di Parma oltre 30.000 persone in soli tre giorni, l’Associazione Parma Etica ASD (affiliata ACSI) ripropone e organizza, con il Patrocinio del Comune di Parma e il Patrocinio della Commissione europea, la 3° Edizione del Parma Etica Festival. Per festeggiare il crescente successo della manifestazione, quest’anno, abbiamo deciso di prolungare la durata dell’evento: portandola dai soliti tre a quattro giorni. La terza edizione del Parma Etica Festival, che sempre più si sta affermando come una delle manifestazioni etiche a portata di bambino più grandi d’Europa, si terrà dunque nelle giornate del 2/3/4/5 Giugno 2016. Si aprirà giovedì 2 Giugno, alle ore 11, con Spettacoli di artisti di strada, Laboratori di cucina naturale e Showcooking a cura di Patrizia Serafini del centro macrobiotico Bio CERES presente nei giorni di giovedì e venerdì; seguiranno le chef e blogger Annalisa Malerba e Felicia Sguazzi nei giorni di sabato e domenica. Ci saranno novità anche nell’area ristorante, aperto tutti i giorni, dalle 12 alle 23 dove si potranno degustare i prodotti fast food veggie di Fry’s, la birra vegan, le crepes etiche di Romana Gardani, i succhi bio e la cucina naturale di Anna Callegaro, proprietaria dell’ormai famosa gastronomia “La pentola Magica”, che al festival proporrà anche un menù crudista.
Il tutto per continuare a proporre, come da tradizione del Parma Etica Festival, un’appetitosa e salutare educazione alimentare cruelty-free: informando sempre meglio il pubblico degli innumerevoli vantaggi, sia per la salute psicofisica dell’individuo che per l’equilibrio e la sostenibilità ambientale del pianeta che ci ospita, di una cultura alimentare etica, priva di carne e derivati animali. Venerdì 3 Giugno, iniziano i tre giorni di conferenze e dibattiti con ospiti illustri. Il ciclo di conferenze si apre e si chiude, con due visioni gratuite dell’illuminante lungometraggio prodotto dall’attore Leonardo di Caprio, dal titolo: CowSpiracy presentato dall’Ass. Essere Animali. Tutti e quattro i giorni saranno animati da dibattiti, workshop e laboratori tenuti da nutrizionisti, medici, scienziati, scrittori, psicologi, pediatri e operatori esperti nell’ambito della cura e del benessere: counselor, naturopati, maestri di danza, di yoga, ecc... Il Festival si svolgerà anche quest’anno nella splendida location del Parco Eridania di via Toscana a Parma. Tutti i giorni il Ristorante Bio Etico sarà aperto dalle ore 12 sino alle 24 Scarica il programma su www.parmaetica.com Se vuoi essere un volontario del festival e contribuire alla sua creazione scrivi a parmaetica@live.com abbiamo bisogno anche di te per rendere il mondo sostenibile.
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Cibo è vita
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Alla scoperta di Sano italiano, dove ingredienti naturali e gusto si incontrano
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Un angolo di genuinità in centro storico Tempo di lettura 4 min.
• Quando la tradizione delle buone cose fatte a mano incontra il cibo di strada… nasce Sano Italiano, il fast food in stile italiano veloce, economico ma soprattutto genuino e adatto a tutti i gusti ed esigenze alimentari. In pieno centro storico, di fronte al Foro Boario di Modena, un angolo di gusto e genuinità nel quale vengono soddisfatti anche i palati più esigenti, dai vegani e vegetariani ai celiaci, dai diabetici a chi segue diete ipo o ipercaloriche. Senza rinunciare però alla golosità! Panini, insalatoni, piadi-
Un convegno organizzato dall’associazione Health 21 per promuovere la prevenzione
ne, tigelle, focacce, cornetti dolci e salati, piatti unici… tutto fresco, preparato sul momento con ingredienti genuini e senza conservanti. Anche i fritti strizzano l’occhio alla linea: grazie infatti alla cottura in speciali macchine che friggono senza olio hanno il 50% di grassi in meno. Verdure e uova sono invece cotte a vapore per mantenere intatte le proprietà benefiche e il sapore degli alimenti. Piade, tigelle e focacce sono artigianali, fatte secondo tradizione: solo farina, acqua, olio e lievito madre. E
ancora, da Sano Italiano si possono trovare tanti frullati di frutta e verdura ai gusti più disparati, succo di aloe vera, per la purificazione dell’organismo, fresche creme di yogurt bilogiche, senza glutine, ogm, grassi idrogenati, perfette anche per vegani e vegetariani. Per una merenda equilibrata e col giusto apporto di fibre e proteine da Sano italiano si possono gustare anche gli snack biologici targati La finestra sul cielo, con semi tostati, frutta secca, frutta e bacche. Punta di diamante del menù, anzi dei menù dedicati alle varie preferenze alimentari, è sicuramente il tigel burger, il tigellone reinventato che conserva la tradizione modenese ma che offre anche appetitose varianti. C’è il ‘Modenese’, con hamburger di manzo, scaglie di parmigiano, insalata, pomodoro fresco e glassa di aceto balsamico, il ‘Rustico’ con salsiccia grigliata, cipolla fresca di tropea e insalata modenese, il ‘Tirolese’ con morbido tomino, speck e funghi e salsa speciale. E infine l’Ortolano, con bur-
ger vegetariano, verdure grigliate, salsa di cipolla all’aceto e l’Aviatore, croccante cotoletta di pollo con fontina, insalata, maionese speziata. Prodotti sempre freschi e garantiti da piccoli artigiani del territorio che preparati con una attenzione particolare trasformano ogni momento dedicato al cibo, che sia colazione, un pranzo veloce, un semplice break, una cena rilassata, in un ricordo piacevole e leggero. Semplice, sano, italiano. Non ultima l’attenzione per l’ambiente: insalatiere e piatti sono di ‘bagassa’, un prodotto naturale derivante dalla produzione dello zucchero. Biodegradabile, rinnovabile e robusta, ritorna alla natura in solo 8 settimane. Anche la caffetteria, targata Caffè Pascucci, è rispettosa dell’ambiente, biologica, equa e solidale grazie alla linea di prodotti la cui qualità ed eccellenza sono certificate. La carta è riciclata e i detergenti eco sostenibili, prodotti con materie prime rinnovabili e non dannosi per l’ambiente e per chi li usa.
s ano italiano Via Jacopo Berengario, 54, Modena sanoitaliano.it facebook.com/sanoitaliano Instagram sanoitaliano
Per saperne di più
Costruire salute per non costruire ospedali
Tempo di lettura 3 min.
• Quale rapporto intercorre oggi tra i concetti di salute e sanità? È produttiva la scelta di investire massicciamente in sanità valorizzando in maniera minore l’aspetto della salute, soprattutto in momenti storici come quello attuale, dove forzatamente ci si deve misurare con ridimensionamenti agli stanziamenti? Stiamo facendo il possibile per promuovere il ruolo della prevenzione primaria? Questi alcuni dei quesiti che toccano da vicino un tema essenziale per le società contemporanee ai quali l’associazione Health21 ha cercato di dare risposta nel convegno “Costruire salute per non costruire ospedali” svoltosi l’8 e il 9 aprile pres-
so il palazzo Ducale di Modena. In una due giorni di lavori molto serrati sono stati sondati tutti i mondi che “producono” salute e sanità al giorno d’oggi a testimonianza di un approccio integrato e omnicomprensivo che parte da un assunto fondamentale: la sanità pubblica è un bene collettivo, prezioso e da tutelare, ma non essendo inesauribile, necessita di un impegno diffuso e partecipato da parte di tutti per essere i primi responsabili della nostra salute. Inoltre è stata presentata una ricerca ha coinvolto 400 persone e che ha confermato come Modena sia ben al di sopra degli standard nazionali nel settore sani-
tario, ma dove permangono le richieste per un migliore e più moderno servizio di assistenza che parifichi le varie zone di uno stesso territorio. Una nutrita serie di relatori per una miriade di argomenti trattati, a testimonianza di un approccio sistemico che trascende il mondo strettamente sanitario e che si rivolge in primis al cittadino consapevole non solo perché egli è l’artefice della propria salute, ma soprattutto in quanto protagonista assoluto nelle scelte future delle nostre comunità. Solo con un approccio innovativo e partecipato si potranno sostenere problematiche nuove e complesse quali, ad esempio, il tema del progressivo
invecchiamento della popolazione, della sedentarietà dei bambini, dei fenomeni migratori in drammatico
aumento e dei sempre più ricorrenti problemi climatici e ambientali. Temi fondamentali che impongono
sfide enormi ad un sistema sanitario che è chiamato a rispondere coniugando sostenibilità e solidarietà.
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Responsabilità sociale d’impresa
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Dal 2003 Nordiconad è nelle scuole elementari con un progetto di educazione alimentare e promozione degli stili di vita sani • Come avvicinare i bambini al cibo insegnando loro cosa significa mangiare bene e sano? C’è riuscita Nordiconad, con il progetto ‘Mangiando s’impara’, che ha coinvolto, dalla sua nascita nel 2003, 1.000 classi e circa 24.000 alunni, di cui 15.000 appartenenti a scuole della provincia di Modena. Un approccio vincente di educazione alimentare e di promozione degli stili di vita sani rivolto ai bambini di terza, quarta e quinta elementare che si sviluppa in giochi e laboratori interattivi. I primi due incontri sono condotti da esperti nutrizionisti che spiegano ai piccoli cosa sono la piramide alimentare e la stagionalità della frutta. Poi si passa a laboratori pratici con assaggio guidato per sviluppare i cinque sensi. Poi, carrello alla mano, i bambini possono simulare una spesa, direttamente al supermercato, seguendo la piramide alimentare e imparando a leggere le etichette, per un consumo critico e consapevole. Per tre mesi, due volte a settimana, inoltre, il punto vendita Conad consegna frutta a merenda alle classi che partecipano al progetto. Anche i genitori vengono coinvolti: viene infatti organizzato un incontro con un dietista che offre preziosi consigli sulla corretta alimentazione dei bambini. A spiegarci nel dettaglio il progetto è Tiziana Giurati – Area responsabilità sociale e bilancio sociale -: “A motivarci i dati del Rapporto Istisan che rivelano come in Italia il 20,9% dei bambini in età scolare sia in sovrappeso e il 9,8% risulti obeso. Tra i sei e gli undici anni si stima che i bambini in queste condizioni siano oltre un milione e centomila. Il dato, seppur in lieve calo rispetto al passato, continua ad essere un problema sia sanitario, che sociale ed economico. Alla luce di questa situazione appare evidente come il problema sia largamente legato alla qualità, varietà e al modo in cui ci si alimenta e a una regolare, o meno, attività motoria. Nella sostanza lo stile di vita che si conduce è uno dei fattori fondamentali per la salute delle persone e in
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Mangiare… si impara! Tempo di lettura 6 min.
particolare del bambino e dell’adolescente. Come Nordiconad sentiamo come primaria responsabilità la sicurezza, salubrità e qualità dei prodotti venduti nei supermercati ma non sottovalutiamo la ricaduta che una cattiva alimentazione ha sulle persone, soprattutto sui bambini. Per questo nel 2003 è nato ‘Mangiando s’impara’, per valorizzare il legame tra alimentazione e salute, attraverso la promozione nei bambini di una corretta alimentazione, e di uno stile di vita sano, un progetto in cui si incentiva il consumo di frutta e verdura, la riscoperta della stagionalità dei prodotti, la conoscenza della ricchezza e della varietà agricola del nostro territorio”. I risultati di ‘Mangiando s’impara’ sono positivi ed incoraggianti: dopo aver partecipato al progetto i bambini dimostrano a casa una maggior attenzione ai consigli ricevuti e una “minore resistenza” al consumo di frutta e verdura. “Il successo di ‘Mangiando s’impara’ – prosegue Tiziana Giurati - ha portato Nordiconad ha investire ulteriormente nel progetto e, a partire dal 2015, l’anno di Expo, ha allargato la portata didattica dell’iniziativa, dall’educazione alimentare a una cultura del vivere sano e sostenibile in tutti gli ambiti della quotidiani-
tà, e rinnovando le attività con laboratori sempre più coinvolgenti ed interattivi. In primo luogo sono state introdotte forme di comunicazione non convenzionali come il teatro, l’arte e la musica, in grado di coinvolgere maggiormente i bambini. Oltre alla scuola l’obiettivo è quello di sviluppare il progetto in nuovi format che possano essere svolti durante eventi pubblici, nel corso di centri estivi ed eventi sportivi, ri-
creativi o culturali. Da non trascurare, inoltre, il tema dello spreco alimentare: dalla collaborazione tra Nordiconad e Last Minute Market nasce un mini vademecum e un gioco rivolto ai bambini con una serie di suggerimenti per limitare lo spreco di alimenti, a cominciare dalla corretta conservazione degli alimenti nel frigorifero come prima ed importante buona pratica”. Dal 2015 gli esperti nu-
trizionisti sono affiancati dalla ‘Signora Margherita’, un’attrice e animatrice che attraverso la narrazione e laboratori interattivi coinvolge i bambini in attività diverse, grazie all’aiuto di un frigorifero parlante nemico dello spreco alimentare, di una piramide alimentare con cui spiega ai bimbi l’importanza di un’alimentazione corretta, ma anche del valore dei prodotti del territorio, il loro utilizzo in cucina con merende a base
di frutta e verdura, la stagionalità e la loro provenienza d’origine, utilizzando tutti i cinque sensi. ‘Mangiando s’impara’ ha vinto il ‘Premio Consumabile’ promosso dall’Associazione Pentapolis, da Sda Bocconi Milano e Impronta Etica, è stato finalista nel “Solidalitas social award” per la categoria ‘Partnership nella Comunità’ e ha vinto il ‘Premio per un futuro sostenibile’ al Gdo Ethic Award2010”.
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Agricoltura sostenibile
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Il Bambù Gigante conquista anche l’Italia Un’investimento ad alto reddito che si accompagna alla sana alimentazione • Sono oltre mille gli ettari di bambù Gigante Onlymoso che hanno iniziato ad essere piantati nelle nostre campagne a scopo di produzione di germogli pregiati alimentari e canne dalle mille utilizzazioni. Vi sono imprenditori che hanno dedicato a questa coltivazione decine dei propri ettari, altri che si sono limitati a qualche ettaro in attesa di sapere quale sarà la redditività di questa affascinante coltura. Le stime del Consorzio Bambù Italia (responsabile della commercializzazione dei prodotti dei bambuseti OnlyMoso) parlano di guadagni per l’agricoltore ve-
ramente interessanti, tra i 20.000 e gli 80.000 euro ad ettaro. Cifre del genere ricordano gli anni d’oro del Kiwi e sono un’utopia per la nostra realtà agricola, che ogni giorno lavora con difficoltà le proprie colture spesso senza riuscire a ricavare alcun profitto. Ma perché il bambù è cosi
interessante e tanti agricoltori ci stanno investendo con convinzione? In primo luogo non si tratta di qualcosa di nuovo in quanto la coltivazione del bambù a scopo commerciale ed industriale è qualcosa di ultra sperimentato nel mondo, che occupa milioni di persone ed è in continua espansione; cen-
tinaia di migliaia di nuovi ettari vengono ogni anno piantumati in Cina, Giappone, India, Brasile ecc. In secondo luogo i prodotti derivanti dal Bambù sono in linea con le esigenze della moderna società, in continua ricerca di una sana alimentazione come quella del germoglio di bambù e di una materia
prima eccellente e pregiata derivante da foreste rinnovabili. Questa coltivazione inoltre, non richiede grandi investimenti iniziali e sforzi di gestione per l’impianto se paragonata ad altre colture da frutto ad alto reddito. Da ultimo, l’altissima produttività e rapidità di svi-
luppo (tra i più alti conosciuti al mondo) tipiche di queste piantagioni, fanno si che il bambù venga accolto dagli agricoltori come una grande risorsa e l’idea di trasformare il proprio terreno in una miniera verde, oltre a rappresentare un ottimo investimento, è certamente contagiosa!
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Sport e sociale
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in collaborazione con
Sul sito buonacausa.org chiunque può donare per sostenere l’attività di integrazione dei ragazzi disabili attraverso lo sport nella scuola • “Disabili e Sport” compie dieci anni. Dieci anni per arrivare ad affermare, ancora più con convinzione, quanto sia importante perseguire l’integrazione dei ragazzi disabili attraverso lo sport con i loro compagni durante le lezioni scolastiche. In dieci anni l’obiettivo non è cambiato, i numeri sono cresciuti e con questi anche le risorse necessarie per strutturare il progetto. Ecco perché oggi il Csi presenta una campagna di sensibilizzazione dal titolo #sportanchio, rivolta a tutta la popolazione, per contribuire a sostenere questo progetto che resta una delle esperienze pilota in Italia nel sostegno ai ragazzi disabili nella scuola. Come? Collegandosi al sito buonacausa.org e donando con un semplice clic la somma che ognuno desidera. “Chiediamo a tutti di contribuire - spiega Paolo Zarzana, responsabile del progetto - con una semplice transazione in sicurezza sul sito internet buonacausa.org: cliccando potete lasciare in modo trasparente ed inequivocabile il vostro contributo e controllare che cosa il Csi farà con i soldi che voi donerete”. In dieci anni il progetto, oggi portato avanti da Csi, Centro Sportivo Ita-
Parte #sportanchio
Tempo di lettura 6 min.
liano di Modena, è arrivato a coinvolgere più di venti scuole medie e superiori della nostra provincia, superando quota 200 ragazzi disabili toccati direttamente ogni anno da un’attività specifica studiata per loro grazie all’aiuto dei compagni di classe, degli insegnanti e di personale specializzato. Un progetto che, però, costa non solo in termini di progettazione e realizzazione, ma anche in termini economici: il Csi tutti gli anni investe in questa attività non meno di 20mila euro e per fortuna ha sempre avuto partner importanti al sua fianco. Storicamente il Panathlon del presidente Maria Carafoli, che in modo continuativo ha sempre finanziato le attività. Da quest’anno, e anche per il prossimo anno scolastico, anche Unicredit ha dato un contributo sostanzioso all’attività. Ma i numeri dei disabili nelle scuole della provincia di Modena sono molto più alti: solo a Modena città, come comunicato dal Comune lo scorso ottobre, in questo anno scolastico si è toccato quota 809 ragazzi con una crescita, dal 2006 ad oggi, del 7 per cento. Se a questi sommiamo i ragazzi che frequentano le scuole in provincia, il numero è destinato almeno a raddoppiare. “Siamo nelle condizioni - spiega il responsabile del progetto per il Csi Modena, Paolo Zarzana - di continuare di questo passo perché abbiamo deciso che “Disabili e Sport” continuerà ad essere il nostro
fiore all’occhiello, forse il più chiaro esempio di responsabilità sociale che il Csi in questi anni ha promosso. Saremo bugiardi, però, a non ammettere i nostri limiti. Perché i ragazzi da coinvolgere crescono, le attività quindi costano di più, per non parlare delle attrezzature”. Un anno di “Disabili e Sport” vale, in termini economici, oltre 30mila euro. Se a questo associamo anche i materiali la cifra sale ancora. Da qui nasce #sportanchio, ideato da Labirinto, agenzia di comunicazione modenese che ha sposato il progetto, regalando parte del lavoro svolto per costruire la campagna e diffonderla in tutta Italia. Due gli aspetti principali: un video emozionale che ha come protagonista Francesco Messori, capitano della nazionale amputati, e una pagina Facebook che sarà l’interfaccia della campagna e comunicherà a tutti l’avanzamento dei lavori e l’ampliamento del progetto. “Come vedete abbiamo fissato in 50mila euro la cifra da raccogliere da qui a fine anno - conclude Paolo Zarzana - un obiettivo alto, ma se non fosse difficile non sarebbe nemmeno una sfida. Per vincerla abbiamo bisogno di tutti: di tutta la città, di tutta la provincia dal momento che le scuole coinvolte sono in diversi comuni del nostro territorio, e anche di spargere la voce ovunque, perché la causa è assolutamente da sposare per il bene dei nostri ragazzi”.
Il progetto “Disabili e sport” è un progetto di educazione motoria per le scuole medie inferiori e superiori della Provincia di Modena. Nasce dall’idea che l’attività motoria e sportiva possa contribuire in maniera determinante al benessere psicofisico della persona disabile. Il mondo della scuola e quello dello sport cooperano per favorire strategie educative comuni che valorizzano il piacere del movimento e dello star bene insieme. L’azione educativa rivolta all’alunno disabile è indirizzata alla totalità della persona, non limitando l’intervento alla sfera cognitiva, ma valorizzando altre funzioni, come quella emotiva, quella socio-relazionale e, naturalmente, quella motoria, le quali inevitabilmente interagiscono con la funzione intellettiva. Il progetto è portato avanti da Csi, Centro Sportivo Italiano di Modena, con il sostegno indispensabile di Panathlon, il contributo di Unicredit e la collaborazione dell’Ausl.
Lo sviluppo Negli anni Csi Modena ha strutturato un progetto che, a partire dall’ultimo ciclo di scuola dell’obbligo, permette a ragazze e ragazzi disabili di avvicinarsi al mondo dello sport, portando a conoscenza della cittadinanza la presenza e l’importanza di concepire l’attività motoria come un percorso integrato tra ragazzi disabili e coetanei normodotati. Testimonianza esemplare è per il Comitato la presenza, all’interno del proprio campionato di calcio a 7 adulti di un ragazzo amputato agli arti inferiori: Francesco Messori ha avuto la possibilità di coniugare la necessità di svolgere un’attività fisica con la passione per il calcio, incontrando operatori del mondo della scuola e dello sport capaci di valorizzare le peculiarità del giovane atleta.
Le azioni
L’alunno disabile viene accompagnato da un compagno di classe normodotato nello svolgimento di giochi motori e attività sportiva adattata. Dopo una fase preliminare in cui è sottoposta alla scuola una scheda di adesione in cui segnalare le disabilità presenti nelle diverse classi coinvolte, il Coordinatore di progetto identifica la figura professionale adeguata alla realizzazione delle attività. Prendendo in considerazione tutte le specificità dei ragazzi coinvolti, l’istruttore studia programmi di intervento idonei e mirati: ogni Istituto scolastico ha un progetto specifico, in quanto ogni professionista segue un gruppo specifico.
Le finalità La finalità principale del progetto è l’integrazione del ragazzo disabile all’interno della propria classe attraverso un’accurata programmazione delle attività e un’attenta analisi delle necessità effettive di ogni soggetto complice. L’attività motoria e sportiva deve essere proposta come esperienza in grado di coinvolgere attivamente il ragazzo, in modo che egli possa vivere questi momenti come un esempio di conquista dell’autonomia personale e di gratificazione per il miglioramento dell’autostima. Un’occasione di crescita non solo per l’alunno disabile, ma anche per il compagno normodotato che ha l’opportunità di superare pregiudizi e preconcetti legati alla diversità. La centralità del corpo e dei suoi linguaggi favoriscono la relazione con l’altro e il consolidamento di capacità cognitive utili alla realizzazione di un progetto di vita completo. A questo proposito il Csi vuole ampliare la proposta, offrendo alle famiglie la possibilità di vedere nel progetto un punto di riferimento a livello sportivo, sanitario ed extrascolastico; attorno ad ogni ragazzo “Disabili e Sport” vuole costituire una rete di azioni in grado di identificare il movimento, nelle sue molteplici forme, come fulcro dello sviluppo armonico della persona nelle diverse fasi di vita nonché come veicolo delle relazioni amicali e professionali.
Personale coinvolto
Per l’attuazione del progetto Csi Modena ingaggia personale qualificato in grado di lavorare con le diverse aree afferenti al progetto. Gli operatori (istruttori Isef, laureati in scienze motorie, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, educatori, psicologi, medici dello sport) costituiscono un’equipe di lavoro che struttura un percorso completo, tenendo conto dell’ambito di intervento del professionista e delle peculiarità dello studente implicato. Il referente di progetto segue l’andamento progettuale e coordina i rapporti con gli Istituti scolastici, le società sportive e le associazioni di volontariato del territorio. Assieme al coordinatore i professionisti valutano gli interventi mirati secondo i ragazzi partecipanti e le loro competenze.
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Viaggiare
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di Cristina Mori
Escursionismo olistico: il passo che integra
• Dalle piane modenesi arriva un esperimento di integrazione a 360 gradi. Si incontrano discipline, saperi, persone, per dare vita a una proposta nuova con radici antiche come l’uomo. Il passo sicuro ed energico delle guide ambientali, esperte nel condurre le persone nei sentieri segreti della natura, si incrocia col camminare delicato e determinato della psicologa, artista nel navigare tra i paesaggi dell’interiorità. E nasce così l’idea di un percorso comune, di creare occasioni in cui le persone possano muoversi in natura per incontrare davvero la natura e incontrare un po’ di più anche se stesse. Un escursionismo olistico appunto, dove l’alternanza tra momenti di cammino, spiegazioni naturalistiche ed attività guidate possa fornire il giusto nutrimento per tutte le dimensioni
dell’essere umano: corpo, mente, emozioni, spirito. Un lasso di tempo, di una o due giornate, in cui poter godere tanto della dimensione del gruppo quanto di quella individuale, immersi in contesti naturalistici di pregio. Una piacevole palestra insomma, per rilassarsi e imparare a coltivare relazioni “ecologiche”, con se stessi, con gli altri, con la natura. Una proposta nuova forse, che vuole rispondere all’esigenza sempre più diffusa di autenticità e benessere olistico, ma con radici certamente antichissime quanto, ad esempio, la tradizione del genius loci. Secondo questa credenza, in uso presso gli antichi romani, ogni luogo è custodito da uno spirito, o entità naturale, a cui chiedere permesso, protezione e garantire rispetto prima di entrare... tradizioni antiche ma che hanno molto
Un viaggio che nutre corpo, mente e spirito
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da insegnarci. E siccome nulla è per caso, chi propone il progetto è proprio l’Associazione Genius Loci di Modena, un’associazione professionale di guide ambientali escursionistiche con decennale esperienza nella conduzione di escursioni e nell’educazione ambientale e alla sostenibilità. Oltre all’Escursionismo olistico, altra proposta innovativa con partenza in estate sono le Family Walking, escursioni appositamente pensate per famiglie, durante le quali i bambini saranno coinvolti in divertenti attività ludico-esperienziali di scoperta del mondo naturale... e così anche il camminare diventerà un gioco! Proposte nate dunque per riavvicinare le persone alla natura e per contrastare quello che Richard Louv, noto educatore americano, chiama Nature defi-
cit disorder, la sindrome da deficit di natura che si sta manifestando sempre di più nella nostra società occidentale, da quando la sedentarietà e il mondo virtuale stanno prendendo il posto delle avventure nel bosco e delle corse nei prati. Proposte lanciate come appello a un prendersi cura, di se stessi, degli altri, della Madre Terra. In questa sperimentazione ci aiuterà l’Ecopsicologia, disciplina anch’essa maestra dell’incontro, nata appunto dalla fusione tra due scienze - l’Ecologia e la Psicologia – che si sono accorte di aver bisogno l’una dell’altra per avvicinare le persone tanto all’ambiente quanto a se stesse. Per maggiori informazioni e conoscere le date delle iniziative visitare il sito www.geniusloci-escursioni.it o la pagina FB GENIUS LOCI Lo spirito del Luogo.
L’università più bella? Il mondo Due chiacchiere con la viaggiatrice Valentina Miozzo appassionata di turismo sostenibile di Laura Solieri • “Più viaggio, più amo la mia terra. Sono molto legata all’Emilia, in particolare alla cultura rurale, in cui sono cresciuta”. Valentina Miozzo, 33 anni, vive a Maranello in un bio-agriturismo, dove si occupa della ricettività turistica. “Mi occupo di web marketing turistico anche per altre realtà: agriturismi, b&b e tutto ciò che riguarda il turismo rurale, l’ecoturismo e il turismo sostenibile. La mia grande passione è esplorare il mondo, ho sempre avuto le idee chiare, per questo ho cercato di crearmi un lavoro che mi permettesse di viaggiare. Ogni anno parto in viaggio da sola per lunghi periodi, per conoscere nuovi luoghi e nuove culture. Tutta la mia vita è caratterizzata dall’ospitalità e dall’accoglienza, quando sono in viaggio vengo ospitata, quando sono in Italia accolgo turisti e volontari da tutto il mondo…”. Nel 2012 Valentina ha aperto il blog “Viaggiare libera – Vivere e viaggiare in modo sostenibile” dove racconta i
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suoi viaggi e scrive di turismo responsabile. “L’obiettivo del blog - ci racconta è condividere tutto ciò che imparo viaggiando, quindi informare su altre culture, religioni, tradizioni e allo stesso tempo sensibilizzare i turisti a viaggiare in modo più responsabile, rendendosi conto del proprio impatto in viaggio. Viaggiarelibera.com è un blog di informazione, sensibilizzazione e condivisione, che parla di viaggi responsabili, natura, culture e sostenibilità. Sensibilizzare ed informare attraverso la scrittura è il mio piccolissimo modo di cambiare il mondo”. Il mondo e la nostra terra, l’Emilia. Da viaggiatrice quale sei, cosa ci dici sulla nostra terra? Qui è praticato/praticabile il turismo sostenibile? Il turismo sostenibile consiste prima di tutto in un atteggiamento di rispetto verso natura e cultura, quindi un turista che visita il nostro territorio e sceglie una struttura ricettiva gestita in modo sostenibile, che sceglie di mangia-
re cibo locale e acquista prodotti tipici sta praticando turismo sostenibile (che distinguo dall’ecoturismo). Sarò di parte, ma credo che gli agriturismi siano le strutture che più valorizzano un territorio: promuovono le tradizioni eno-gastronimiche, il cibo a Km Zero e preservano la natura. La Regione Emilia-Romagna promuove gli agriturismi attraverso i Club d’Eccellenza, associazioni di agriturismi con peculiarità comuni. Chi cerca una struttura eco-friendly in Emilia può far riferimento al Club d’Eccellenza dei BioAgriturismi Emiliani (www.bioagriturismiemilia. it), strutture che adottano misure eco-sostenibili e che propongono cibo biologico a Km Zero. Ci sono anche percorsi di cicloturismo e parchi naturali, l’Emilia ha molto da offrire! Come ti sei appassionata al turismo sostenibile? Fin dai miei primi viaggi, ho avuto modo di vedere gli effetti del turismo di massa: rifiuti, mercificazione della cultura, maltrattamento
di animali, prostituzione e degrado. Profondamente colpita dall’impatto del turismo, ho deciso di formarmi nel settore del turismo sostenibile con vari master e corsi, ho aperto un agriturismo, ho creato il blog e faccio consulenze in questo ambito. Sono riuscita a fare della mia passione un lavoro e non posso che esserne contenta. Il turismo è un potente veicolo di comunicazione per la sostenibilità; condivido le parole di Taleb Rifai, Segretario generale
dell’Organizzazione Mondiale del Turismo: «Immaginate la differenza che può fare un turista con piccoli cambiamenti come usare lo stesso asciugamano per più di un giorno, o assumere una guida locale e comprare prodotti locali. Adesso immaginate queste semplici azioni moltiplicate per un miliardo: questo è il potere di un miliardo di turisti» Cosa rappresenta per te il viaggio? Viaggiare per me è ricerca, scoperta, apprendimento.
Il mondo è l’università più bella che una persona possa frequentare. Il viaggio insegna attraverso esperienze ed emozioni; queste non si dimenticano. Viaggiando - ed entrando in contatto con la gente del posto - si creano rapporti autentici, si conoscono la storia e la cultura di un paese, si sperimentano altri stili di vita: è attraverso questo incontro con la diversità che si imparano umiltà e rispetto, le fondamenta per un mondo migliore.
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Riuso
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in collaborazione con
RiCircolo virtuoso: economia solidale fra riuso e prodotti della terra Modena: da Porta Aperta e Tric e Trac buoni spesa per i cittadini virtuosi in collaborazione con Coldiretti Tempo di lettura 6 min.
• Economia circolare, una tendenza sempre più diffusa a che promuove il riciclo e il riuso di tante cose che dobbiamo smettere di considerare semplici rifiuti. Va in questa direzione l’iniziativa “RiCircolo virtuoso” promossa da due associazioni modenesi, Porta Aperta e Tric e Trac, le quali da tempo mettono in atto queste buone pratiche, raccogliendo dai cittadini i materiali più eterogenei, per metterli poi a disposizione di chi ne ha necessità. Partner dell’iniziativa sono gli agricoltori di Coldiretti Modena, poiché il progetto intende coniugare al tema del riuso quello dell’alimentazione sana e del rapporto diretto produzione-consumo, creando un circuito virtuoso sia ecologico sia economico. Queste due associazioni hanno deciso di dare un riconoscimento ai tanti fino al 5 giugno 2016, chi porterà i propri oggetti presso le rispettive sedi, purché in buono stato e ancora riutilizzabili, a Porta Aperta (Strada Cimitero San Cataldo 119) e a Tric e Trac (Via L. Nobili, 380/a), riceverà un “buono spesa” di 5 euro che potrà utilizzare presso uno dei mercati di “Campagna Amica”, organizzati settimanalmente dagli agricoltori di
Coldiretti. “L’iniziativa ha soprattutto lo scopo di fare conoscere a un maggior numero di persone l’esistenza del nostro centro e le nostre attività – spiega Giorgio Bonini, direttore di Porta Aperta -. C’è bisogno di diffondere quanto più possibile uno stile di vita in cui responsabilità e solidarietà non siano opzionali, limitati a momenti specifici, bensì diventino elementi costitutivi dell’esperienza quotidiana”. Gli fanno eco Eugenio Ronchetti e Leonarda Leonardi di Tric e Trac: “Riuso, riciclo, sostenibilità ambientale, sono gli elementi che contribuiscono ad innalzare il livello della qualità della vita, del singolo come della comunità. Per questo abbiamo deciso di impegnarci, con nostre risorse, in questa iniziativa”. “Già da tempo Coldiretti ha promosso Campagna Amica, il luogo ideale di incontro tra gli interessi dei produttori e quelli dei consumatori per dare risposte a temi di grande attualità come l’alimentazione, il turismo, l’ecologia, la salute e il benessere e inaugurare un nuovo stile di vita – afferma Federica Barozzi, responsabile di Campagna Amica di Coldiretti Modena -. Per questo non poteva mancare il nostro supporto a questa iniziativa che promuove comportamenti vir-
tuosi e rispettosi dell’ambiente.” Tric e Trac è promosso dall’associazione “Insieme in Quartiere per la Città”; gestisce un centro di raccolta di materiali ed oggetti ancora utili, per trasformarli o scambiarli. Obiettivo del progetto è prolungare la vita degli oggetti, promuovere forme di consumo consapevole e sostenibile e forme di riuso creativo. Il centro di accoglienza Porta Aperta è un organi-
smo promosso dalla Caritas diocesana modenese; si occupa di promozione sociale, servizi alla persona e prevenzione del disagio e gravi forme di emarginazione. Coldiretti è la principale organizzazione agricola a livello nazionale e la prima a livello europeo. Il suo obiettivo consiste nel garantire alle imprese agricole opportunità di sviluppo in un quadro di piena integrazione dell’agricoltura con gli interessi economici e sociali del Paese.
“VerdeVivo e VivoVerde”
Mercati di Campagna Amica in cui è possibile spendere i buoni Mercoledì dalle 14:30 alle 19:00 - Torrenova, via Nonantolana ang. via Cimone Giovedì dalle 15:00 alle 19:00 - Morane, via Morane, Parco della Resistenza Sabato dalle 08:00 alle 13:00 - Modena Est, via Indipendenza Domenica dalle 08:00 alle 13:00 - Centro storico, Largo San Francesco; Domenica dalle 08:00 alle 13:00 - Zona Sacca, via Don Elio Monari
Nel centro di Mirandola una giornata dedicata ad ambiente e sostenibilità Ambiente, benessere, stili di vita e sostenibilità: si parlerà di questo e molto altro sabato 7 maggio dalle 16 in piazza a Mirandola. Un evento dedicato al vivere bene, in salute e in armonia con l’ambiente che avrà al centro l’esposizione di dieci ‘stili di vita’, in collaborazione con scuole, associazioni, enti e aziende del territorio che già da tempo credono, lavorano e diffondono il buon vivere, il rispetto degli altri, di sé e della natura, il vivere verde e sostenibile. Si parlerà di alimentazione sana, prodotti a chilometro zero, tipicità, mobilità verde, volontariato, solidarietà, sani di stili vita, raccolta differenziata, senso civico, biodiversità, riuso, cicloturismo. Una giornata ricca di eventi per chi vuole essere attivo costruttore di un futuro migliore. Il programma della giornata è consultabile qui: www.unioneareanord.mo.it/servizi/centro-educazione-ambientale/eventi-ceas-la-raganella/verde-vivo. In caso di maltempo l’iniziativa sarà realizzata in forma ridotta presso l’Hangar di via Brunatti a Mirandola. Per info CEAS “La Raganella” 0535.29712 cea.laraganella@unioneareanord.mo.it.
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Edilizia sostenibile
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Abitare green… un progetto diventato realtà
Conosciamo meglio l’Ecovillaggio di Montale, l’innovativo complesso residenziale ideato seguendo i principi della bioarchitettura
• Un progetto nato alcuni anni fa per dare un’anima sostenibile a sei ettari di terreno a Montale Rangone, in provincia di Modena. Si tratta dell’Ecovillaggio di Montale, un complesso residenziale costruito secondo i canoni della bioarchitettura dove attualmente vivono circa una quarantina di famiglie. “Il progetto – ci spiega Silvia Pini, l’imprenditrice e fondatrice dell’Ecovillaggio - nasce dalla consapevolezza che occorre cambiare rotta, costruire nel presente pensando al futuro: rispettare l’ambiente significa rispettare ciò che ci fornisce l’aria per re-
di Marcella Caluzzi spirare e il cibo per nutrirci. Abbiamo iniziato il progetto di fattibilità nel 2007 per il quale è stato selezionato un team interdisciplinare di professionisti appassionati e di comprovata esperienza nel settore”. Architetti, ingegneri, agronomi e tecnici si sono messi al lavoro per dare vita a un villaggio innovativo, le cui case sono state realizzate con blocchi e solai in legno cemento che hanno proprietà antisismiche, di isolamento termico, acustico e di resistenza al fuoco. “Dapprima – prosegue Silvia - ci siamo concentrati sul progetto dell’urbanistica, fondamentale per mitigare il microclima, disinquinare e la resilienza ai cambiamenti climatici. In questo contesto abbiamo costruito case energeticamente efficienti, termicamente isolate, prive di ponti termici, antisismiche, acusticamente protette e ignifughe. Sono ecologiche in quanto i consumi per riscaldare e raffrescare gli ambienti sono molto prossimi allo zero (come richiesto per tutte le nuove abitazioni a partire dal 2020) pertanto non necessitano di carbonfossili o petrolderivati per generare l’energia necessaria. Infatti utilizzano solo energia elettrica in maggior parte prodotta dal solare fotovoltaico, questo significa che non emettono Co2 che è il principale gas ad effetto serra responsabile dei cambiamenti climatici, e non emettono polveri nocive alla salute. Infine, gli elementi utilizzati sono assemblati per massimizzare il confort abitativo e la salubrità indo-
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or”. Alla base della scelta dei colori c’è la cromoterapia: si è optato per le tonalità pastello, da sempre abbinate al relax e al senso del benessere. La ciclopedonale che ricalca le centuriazioni romane è dritta oltre che bianca, per risultare rilassante e funzionale all’ambiente. Il bianco fa infatti rimbalzare il raggio solare e non trattiene il calore. Stesso discorso per il verde, colore centrale dello spettro della luce, che coniugato al bianco e ai colori pastello genera benessere. I prati parcheggi assorbono il calore e fanno drenare l’acqua piovana, rimandandola nella falda del sottosuolo. Altre curiosità riguardano la scelta e la disposizione delle diverse specie arboree. Ad esempio lungo il perimetro dei par-
cheggi, ogni tre posti auto, sono stati piantati tre alberi per favorire l’ombreggiamento delle vetture. Sempre nelle aree di maggior depressione, dove tende ad accumularsi molta acqua, sono stati piantati i pioppi, noti per la capacità di assorbire acqua: la forza di raffrescamento di un pioppo è paragonabile a cinque condizionatori accesi venti ore al giorno. In altri punti sono stati piantati l’olmo e la quercia perché assorbono più anidride carbonica rispetto ad altre piante. L’Ecovillaggio è inteso non solo come luogo fisico ma come comunità di persone che hanno in comune una certa idea di vivere e di abitare, rispettosa dell’ambiente e dell’uomo. “In Ecovillaggio – spiega l’imprenditrice - vi
è un parco che è baricentrico a tutte le residenze, le quali, pur avendo ciascuna uno spazio all’aperto esclusivo (giardino o terrazzo), usufruiscono della vista sui 10mila metri quadri di parco che aiuta sia dal punto di vista bioclimatico e di disinquinamento che di socialità. Nei prossimi anni Ecovillaggio sarà completato con una piazza nella quale vi sarà un edificio che ospiterà un innovativo punto vendita improntato sul cibo biologico ed a km zero, oltre alla possibilità di svolgere attività sportive. Tra queste non mancherà lo yoga che nei mesi più miti verrà svolto proprio all’aperto nel polmone verde di Ecovillaggio”. Non sono mancati i riconoscimenti nazionali per
il progetto modenese: lo scorso anno Ecovillaggio è stato selezionato da Sky come modello di eccellenza imprenditoriale e progetto innovativo, ed è entrato nella hit delle “Imprese Possibili”. A proposito di ‘imprese possibili’ abbiamo chiesto a Silvia se si stente di sfatare il binomio ‘abitare green’ e prezzi proibitivi: “Certamente, posso dimostrare che le nostre residenze sono molto competitive se raffrontate ad altre di nuova costruzione ma tecnologicamente obsolete. La passione e la responsabilità sociale dell’impresa sono i motori dell’innovazione dell’abitare di cui desideriamo essere promotori”. Per info: ww.ecovillaggiomontale.it
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Tessile etico MAGGIO 2016
Il 7 maggio a Vignola “La Fierucola delle trame sane”, un incontro con la filiera italiana del tessile etico ed ecosostenibile • Il settore industriale più esteso al mondo è quello del tessile, per fatturato e manodopera; coinvolge lavoratori e lavoratrici nel Sud-Est asiatico e nel Nord Africa spesso non sindacalizzati e con salari di pochi dollari al giorno. In questo modo sono prodotti la maggior parte dei capi (di marca e non) che troviamo nelle vetrine delle nostre città, infatti i grandi marchi della moda, anche sportiva, hanno delocalizzato quasi tutta la produzione all’estero. Le piantagioni di cotone, la tessitura dei filati, la lavorazione dei pellami, la colorazione, il taglio, la cucitura: tutto è realizzato all’estero, dall’altra parte del mondo, ma l’altra faccia della medaglia mostra migliaia di imprese che qui in Italia hanno chiuso, sotto i colpi della concorrenza internazionale. La grande ditta d’abbigliamento, i grandi marchi della moda generalmente si avvalgono di intermediari specializzati del settore (in genere con base ad Hong Kong), che sono in grado di trovare la fabbrica che offre il costo più basso per produrre un determinato capo o calzatura. E non importa dove essa sia e in che condizioni lavorino le persone al suo interno. I margini di guadagno devono essere altissimi e sul prezzo finale del capo la remunerazione di chi lo ha prodotto effettivamente e di chi lo ha lavorato manualmente incide in misura minima, ovvero al massimo il 3% sui costi totali e meno si spende per la produzione di un capo, più denaro resta da investire in promozione pubblicitaria, nei testimonial o per altre voci che fanno parte del processo che porta i capi d’abbigliamento, con o senza marchio famoso, nelle vetrine delle nostre città. Ciò avviene per l’abbigliamento in genere, dall’Alta Moda alla grande distribuzione: le grandi o grandissime società hanno tutte lo stesso sistema di produzione con un giro d’affari mastodontico; per fare un esempio dell’ordine di grandezza a cui ci riferiamo, il fatturato del 2009 di uno dei leader mondiali della Gdo (Grande Distribuzione Organizzata), Wal-Mart è pari al Pil
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Sai cosa ti metti addosso?
di Eleonora Mariotti*
(Prodotto Interno Lordo) della Norvegia. Tra i Paesi in cui si produce di più nel campo tessile troviamo: Sri Lanka, Pakistan, India, Cina, Thailandia, Filippine, Turchia. Qui le condizioni lavorative sono ben lontane dagli standard europei, i sindacati sono inesistenti, i costi della manodopera sono bassissimi, l’età delle lavoratrici e dei lavoratori è spesso inferiore ai 15 anni, i turni di lavoro di 10-12 ore al giorno, a volte anche 6 giorni su 7, per un compenso che difficilmente arriva al corrispettivo di 30-40 dollari al mese. Non capita di rado che avvengano degli incendi in queste fabbriche in quanto sono luoghi altamente insicuri e purtroppo capita che, per garantire il raggiungimento degli obiettivi produttivi, le porte di sicurezza vengano bloccate e le finestre abbiano sbarre: in queste condizioni anche un piccolo incendio può trasformarsi in una tragedia come infatti è accaduto in Bangladesh a Dacca nel 2013, il crollo della fabbrica multipiano Rana Plaza in cui morirono 1129 persone e 2500 circa rimasero ferite. Questo uso della forza lavoro è di una dannosità insostenibile ed è eticamente inaccettabile. A tutto ciò va aggiunto che la maggioranza delle piantagioni di cotone sono condotte in regime di agricoltura convenzionale e l’uso di pesticidi è massiccio: si stima che il 25% degli antiparassitari di origine sintetica, venduti in tutto il mondo, venga usato nelle coltivazioni di cotone. Da una stima dell’Unicef il 70% del cotone viene raccolto a mano con il lavoro minorile forzato: ogni bambino raccoglie 1,5 kg di fiocchi di cotone al giorno, ricevendo in cambio il corrispettivo di 10 centesimi di dollaro. Vengono poi usate tinture, coloranti e fissanti, per modificare il colore originario dei tessuti, che contengono spesso sostanze proibite da tempo perché tossiche, ma che ancora vengono usate per tingere i capi che noi indossiamo, aumentando i casi di dermatiti irritative e da contatto in coloro che li indossano. Pochi però riescono a ricondurre i problemi riscontrati agli indumenti indossati ma l’origine delle patologie può essere spesso legata alla presenza sui capi di sostanze da tempo vietate in Italia ed in Europa ma
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i prodotti di importazione risultano talvolta trattati ugualmente con sostanze chimiche non a norma. Anche la tecnica denominata sandblasting o sabbiatura, quella che permette di schiarire il tessuto dei jeans è insostenibile e dannosissima perché eseguita dai lavoratori senza dispositivi di sicurezza individuale. La sabbiatura è un processo abrasivo che scolorisce le superfici, attraverso la sabbia sparata ad alta pressione; la lavorazione dovrebbe essere effettuata soltanto con adeguate protezioni e preferibilmente attraverso macchinari a norma invece spesso viene affidata alle mani nude di giovani lavoranti dei Paesi del Sud-est asiatico come il Bangladesh, i quali, senza alcuna protezione, si servono di pistole manuali ad aria compressa che sparano sabbia. La silice contenuta nella sabbia è altamente tossica e, se inalata, causa una patologia inguaribile e mortale: la silicosi, una malattia un tempo strettamente legata al lavoro in miniera e ai lavoratori dell’industria pesante che compromette la funzionalità dei polmoni, dando luogo a gravi difficoltà respiratorie che alla lunga portano alla morte. Certo, esistono altre tecniche per decolorare il denim, come il lavaggio con la pietra, la spazzolatura, la carta vetrata, ma, oltre ad essere meno precise risultano anche notevolmente più costose e quindi difficilmente vengono prese in considerazione dalle aziende. L’idea che i vestiti debbano essere molto economici è uno dei problemi maggiori. La moda economica è creata con materiali economici, che sono i più dannosi per l’ambiente e per gli esseri umani perché la loro produzione si avvale di una manodopera a basso costo e, come già detto, priva di tutele minime in termini
di sicurezza; il loro risultato è rappresentato da abiti, spesso di scarso valore, che vengono buttati via da chi li ha acquistati dopo averli indossati solo un paio di volte, come se niente fosse. Si è soliti comprare abiti all’ultimo grido a prezzi bassissimi, ma non ci si chiede perché li paghiamo così poco. Quindi il primo passo potrebbe essere quello di educare i consumatori, facendo loro comprendere cosa c’è dietro ad un vestito, le implicazioni etiche che si nascondono dietro all’acquisto di una t-shirt da 5 euro. Si deve comprendere che una maglietta da 30 euro, prodotta in maniera etica, vale tutti quei soldi perché è un prezzo equo, mentre un prezzo troppo basso nasconde dei costi occulti e degli sfruttamenti inaccettabili. Da alcuni anni, per fortuna, si sta formando una nuova coscienza tra i consumatori e vediamo non di rado che la società civile si organizza per difendere e promuovere i diritti del lavoro perché oggi i consumatori rappresentano una categoria forte in quanto numerosa e le buone pratiche del consumo critico si stanno diffondendo al punto che in Italia i Gas. (gruppi d’acquisto solidale), composti da consumatori critici e consapevoli organizzati, sono circa 1500 e possono indirizzare verso le scelta etiche e realmente sostenibile per tutte e tutti. Proprio in quest’ottica l’associazione “Il Gas vi cambia”, gruppo d’acquisto solidale di Vignola e socio fondatore del Des Modena (Distretto dell’Economia Solidale di Modena) ha pensato di organizzare anche nel 2016 “La Fierucola delle trame sane”, un momento di aggregazione per affrontare i temi della sostenibilità sociale ed ambientale del settore dell’abbigliamento e promuovere un consumo consapevole
anche nell’ambito del tessile e degli accessori. Ci sarà la possibilità di toccare con mano, sabato 7 maggio 2016 a Vignola, le realtà che producono moda etica, solidale e sostenibile in Italia offrendo una valida alternativa a quella convenzionale. “La Fierucola delle trame sane” prende il nome e lo spunto dalle fierucole tematiche che hanno luogo annualmente in Toscana: esse sono da lungo tempo momenti di aggregazione, convivialità e scambio di saperi proprio come questo momento vuole essere: un evento principalmente culturale per la diffusione del consumo critico nel campo
dell’abbigliamento e delle calzature che vedrà il coinvolgimento attivo di altre associazioni, Gas, produttori, artigiani, esperti del settore e cittadini/e che vogliono pensare e praticare nuovi stili di vita meno consumistici anche in campo tessile. Si potranno acquistare prodotti tessili con la possibilità di conoscere direttamente chi li ha confezionati, ma soprattutto sono previsti laboratori a tema per bimbi/e, laboratori di sartoria per principianti e non, dimostrazioni di tessitura, momenti conviviali e conferenze. “La Fierucola delle trame sane”, patrocinata dal Comune di Vignola, si svolgerà sabato 7 maggio 2016 dalle 10 alle 19 lungo via Bonesi e nel Teatro Cantelli a Vignola; è la seconda edizione (a Vignola si è volta anche lo scorso anno) in collaborazione con il DES MODENA, Legambiente Vignola, la Bottega Oltremare di Vignola, Eidos Associazione culturale, la Galleria Dislocata, Dverso creative winery e Castello di Carta libreria per ragazzi. * presidente dell’associazione Il GAS vi cambia-Vignola (MO) e attivista del Gruppo Tessile
Questo il programma della giornata: • Dalle 10 alle 19: piccola fiera del tessile sostenibile, saranno presenti stand di abbigliamento biologico vario, vestiti, scarpe, calze e accessori per grandi e piccini/e, dimostrazioni di tessitura gratuite sotto i portici di via Bonesi; • dalle 10 alle 12.30: laboratori creativi per bambine/i sul tema del tessile a cura di Eidos; • dalle 10 alle 13: laboratorio di sartoria Crea la tua tshirt destrutturata a cura di Sara Conforti di Anticasartoriaerrante/laboratori nomadi per una moda sostenibile; • dalle 13 alle 14: Bio Spuntino della Bottega Oltremare di Vignola; • dalle 14.30 alle 16.30: laboratorio di sartoria One shot / workshop di sopravvivenza sartoriale, pronto soccorso sartoriale per principianti a cura di Sara Conforti di Anticasartoriaerrante/laboratori nomadi per una moda sostenibile; • alle 16.30: conferenza di Deborah Lucchetti, presidente di Fair Coop e portavoce della Campagna Abiti Puliti presso il Teatro Cantelli; • alle 18.30: aperitivo a cura di Dverso creative winery presso la Galleria Dislocata. Durante tutta la giornata sarà presente un punto ristoro della Bottega Oltremare di Vignola. Tutti i prodotti e le bevande proposte saranno biologiche con attenzione al chilometro zero. Per maggiori informazioni www.gasvicambia.it, emariotti@tiscali.it o gas.vicambia@yahoo.it, o seguite l’evento Facebook “La Fierucola delle trame sane”.
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Benessere
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Alla scoperta di un alleato prezioso per il nostro benessere e degli abbinamenti ideali per il proprio riequilibrio energetico • Detossinizzante, digestivo, energizzante, antiossidante, armonizzante… quante sono le proprietà del tè! Ecco una piccola guida agli abbinamenti tra i chakra e i tè, per il proprio riequilibrio energetico. 1° Chakra Pu-Ehr: fine tè della regione cinese dello Yunnan, in infusione ha colore rossastro ed aroma sottile, inoltre il suo basso tenore di teina lo rende ottimale anche per la sera. È considerato l’elisir di lunga vita dai cinesi poichè aiuta a ridurre il colesterolo Ldl, trigliceridi e zuccheri nel sangue, nel contrastare l’ipertensione, il sovrappeso e l’invecchiamento e nel facilitare la digestione regolarizzando la flora batterica intestinale. Contrasta l’acidità di stomaco e ha un effetto positivo nei casi di reflusso gastroesofageo. È considerato lo spazzino del sangue perché aiuta a eliminare le tossine che vengono assimilate con l’alimentazione. Ceylon O.P.: prestigiosa miscela di tè ceyloniti a foglia intera, assai amata da chi apprezza i tè delicati. In infusione si presenta con colore dorato, profumo aromatico e gusto leggermente fruttato. Ottimo per iniziare la giornata con energia. Cannelle: miscela di finissimi tè d’origine cinese e ceylonita con aggiunta di essenza naturale di cannella. In infusione sprigiona profumo fortemente speziato, gusto marcato ed aroma piccante. Ottimo per riattivare la circolazione, dona un senso di calore e conforto immediato.
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Sette tè per sette chakra
di Manuela Persico* Earl Grey: è una miscela di pregiati tè cinesi e ceyloniti con aggiunta di bergamotto. In infusione presenta colore scuro ed aroma deciso anche se piacevole e gustoso. Il bergamotto agisce contro i fastidi di stomaco e intestino, rinforza la fiducia in se stessi, elimina i blocchi e le paure. 9 Pearls Of China: miscela di tè cinesi (Sencha - Giallo - Gunpowder - Chun Mee - Pai Mu Tan - Long Tseng - Pi Lo Chun - Oolong - Yin Zhen) con pezzi di ananas, pezzi di fragola e fiori di girasole. La varietà di sensazioni fornite al plesso solare da questa miscela dona gioia di vivere, slancio verso le novità e incentiva l’eliminazione delle tossine fisiche ed energetiche.
4° Chakra Jasmine: tè cinese miscelato, in fase di lavorazione, con fiori freschi di gelsomino che impregnano con il loro delicato aroma le foglie del tè. Il gelsomino donna felicità e amore, combatte il pessimismo e la depressione, stimola il cuore e aiuta ad accettare i sentimenti. Rose Congou: tè cinese miscelato, in fase di lavorazione, con petali freschi di rosa che impregnano con il loro delicato aroma le foglie del tè. Ottima bevanda serale dal gusto morbido e fiorito. La rosa sviluppa la pazienza, la dolcezza, l’amore e la devozione. Armonizza le relazioni, in caso di contrasti con altre persone, porta a un livello superiore di amore, pieno di saggezza. Harmony Of Roses: tè verde miscelato a boccioli di rosa, con aromi di pesca. Verde e rosa sono i due colori del chakra del cuore; questa miscela esprime perfettamente 2° Chakra la moltitudine di emozioni Kashmir t’chai: tè nero mi- che vivono nel chakra del scelato con vari tipi di spe- cuore. zie. In infusione sprigiona un aroma marcato, intenso 5° Chakra e corroborante indicato per Mao Feng Criss Cross: quechi ama i sapori decisamen- sto tè pregiato nasce nelte forti e speziati. Il carda- la provincia di Anhui, nel momo e lo zenzero all’inter- nord-est della Cina. Criss no della miscela stimolano Cross descrive la struttura la creatività, la sessualità, immacolata delle foglie, che riscaldano e rinforzano l’or- in infusione rilasciano un ganismo. sapore aromatico e fresco. Exotic Street: tè verde, pez- Molto buono e dissetante zi d’ananas, pezzi di mango, bevuto freddo in estate, è pezzi di papaya, scaglie di ricchissimo in antiossidanti fava di cacao, cocco tritato, e vitamine. La sua freschezsandalo e pezzi di vaniglia. za aiuta a mantenere libero e Gli ingredienti di questa mi- in equilibrio il chakra della scela aiutano la depurazione gola. dell’intestino e stimola l’e- Earl Grey Blue Star: miscela quilibrio del chakra sacrale. di tè nero con fiori di fiordaliso e bergamotto. Il fiorda3° Chakra liso ha un’azione antinfiam-
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matoria che viene esercitata sulle mucose della bocca e della gola, rendendo questo tè leggermente tossifugo. 6° Chakra Earl Grey Rose: miscela di tè nero con fiori di peonia e bergamotto. La peonia ha proprietà sedative, antinfiammatorie, antiallergiche, antispamodiche e stimolanti. Tutte queste peculiarità fanno sì che la peonia sia adoperata per trattare dolori di testa, agitazione, ansia, stati di dolore, shock, ansia. Mint Gunpowder: particolarmente amato per il suo potere dissetante, questo tè verde del tipo Gunpowder, con aggiunta di foglie di menta, si presenta in infusione con colore giallo-verde, aroma deciso e sapore fresco. Il contenuto di mentolo lo rende adatto a chi soffre di cattiva digestione, combatte l’alitosi, inoltre aiuta la diuresi ed è ottimo per curare raffreddore, febbre, tosse secca e mal di gola. La menta dona chiarezza mentale, rafforza la memoria, amplifica la capacità di vedere le situazioni nel loro insieme, aiuta a contrastare mal di testa ed emicrania. 7° Chakra China White: signore tra i tè, il tè bianco è anche chiamato in modo altisonante “Il Tè dell’Imperatore” per le sue proprietà benefiche e per il modo in cui viene raccolto e trattato. È un tipo di tè non fermentato, o più precisamente non ossidato; il suo luogo di origine è il Fujian, una provincia situata nel sud-est della Cina. Del tè bianco se ne raccolgono i primi germogli ancora chiusi, che si fanno appassire per fare evaporare l’umidità, in seguito essiccare all’aria. Il tè bianco viene raccolto solo all’alba, nei primi due giorni di primavera e solo se le condizioni climatiche sono ottime. Il tè bianco è il tè più puro, quello che subisce meno trasformazioni di tutti. Earl Grey Ivory: miscela di tè nero con fiori di lavanda e bergamotto. La lavanda ha azione sedativa e calmante sul sistema nervoso, è utile in caso di ansia, agitazione, nervosismo, mal di testa, stress e insonnia. Stimola la pace interiore e la pulizia profonda del corpo e del nostro animo. È antidepressiva, rasserena, è armonizzante, e ci innalza verso i valori più elevati. *titolare Un angolo di te
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Benessere
viveresostenibilemodena.net
MAGGIO 2016
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Lo Shiatsu: una risposta semplice, efficace e alla portata di tutti L’Associazione Benessere senza frontiere ci porta alla scoperta di un trattamento giapponese di Atimati Alessandra Checchi* • L’associazione “Benessere senza frontiere” è stata costituita per la promozione dello studio e della pratica dell’arte dello Shiatsu e attività olistiche varie. I fondatori, Maria Molitierno e Valter Orlandi, attraverso un corso quadriennale, provengono dalla scuola “Centro Studi Shiatsu Naga-Iki” presso il “Giardino sul fiume” di Modena. La preparazione costante e il livello professionale degli operatori
Tempo di lettura 6 min.
vengono garantiti da ripetute partecipazioni a seminari di aggiornamento su argomenti tecnici, operativi e deontologici. Cos’è lo Shiatsu? Il trattamento Shiatsu è una forma di terapia nata in Giappone all’inizio del XX secolo che trae le sue radici dal Taoismo e dall’antica medicina cinese. Il termine giapponese Shiatsu significa letteralmente “pressione delle dita” e infatti questa stimolante
tecnica viene eseguita soprattutto con i pollici anche se, talvolta, vengono usati palmo e dorso delle mani, gli avambracci, i gomiti, le ginocchia e i piedi. Come la digitopressione, lo Shiatsu esercita la pressione su centinaia di punti superficiali, lungo i meridiani del corpo (i canali energetici), per stimolare il flusso del QI (energia vitale) lungo tali canali. Che cos’è un trattamento Shiatsu? Occorre sempre
specificare che il termine giusto è “trattamento” in quanto non si può parlare di “massaggio” che è un termine di pertinenza di altre discipline più affini all’ambito estetico, medico o fisioterapico. Una seduta Shiatsu si può definire come un’esperienza unica nel suo genere che coinvolge innumerevoli aspetti corporei, da quello fisico e quello emozionale, da quello energetico a quello “spirituale”.
Per informazioni Maria 347 9671772 - info@benesseresenzafrontiere.it www.benesseresenzafrontiere.it facebook.com/benesseresenzafrontiere Come si svolge un trattamento Shiatsu? Il trattamento si svolge in un ambiente tranquillo, distesi su di un morbido materasso di cotone poggiato a terra,
Gli appuntamenti di “Benessere senza frontiere” APRILE 2016 Domenica 17
9.30 “Pulizia e protezione energetica” a cura di atimati alessandra checchi
Domenica 24
9.30 “La Morfologia vista dalla Med. Tradizionale Cinese e moxibustione applicata” Dott.Hu Zeng Yao
Mercoledì 27
20.30 Presentazione corso: “L’Alchimista” a cura di Roberto Soli
MAGGIO 2016 Domenica 1
9.30 “Il Cuore che PerDONA” a cura di Atimati Alessandra Checchi
Domenica 8
9.30 “L’alchimista” a cura di Roberto Soli
Domenica 15
9.30 “Sequenza Numeriche e Numeri di Nascita” di G. Grabovoi a cura di Atimati Alessandra Checchi
Sabato 21
10.00 Presentazione tecnica “Riallineamento Spirituale” - a seguire: terapie su prenotazione
Da venerdì 27 Saremo presenti al “Festival la Città Olistica” IX edizione di Modena – Parco Amendola a domenica 29 GIUGNO 2016 Mercoledì 8
9.30 “Specchi Interiori 1/3” a cura di Atimati Alessandra Checchi
Domenica 12
9.30 “DIEN CHAN” a cura di Monica Stiz
Domenica 19
9.30 “La forza delle radici” a cura di Atimati Alessandra Checchi
Mercoledì 22
9.30 “Specchi Interiori 2/3” a cura di Atimati Alessandra Checchi
Domenica 26
9.30 “Le sequenza Numeriche“ di G. Grabovoi a cura di Atimati Alessandra Checchi
LUGLIO 2016 Mercoledì 6
9.30 “Specchi Interiori 3/3” a cura di Atimati Alessandra Checchi
come previsto dalla tradizione giapponese. Si resta comodamente vestiti, con abiti leggeri, meglio se in materiale naturale (cotone, lana, lino). L’operatore chiede alcune brevi ed essenziali informazioni in merito alla “condizione” del ricevente e comincia il suo silenzioso lavoro manuale, durante il quale si instaura un rispettoso rapporto di collaborazione. L’operatore tratta tutte le parti del corpo (dorso, gambe, braccia, addome, collo e testa) seguendo le zone ed i percorsi energetici più “bisognosi ed interessanti”. Le pressioni, sempre rispettose della condizione energetica del ricevente, entrano in profondità, senza scivolare sulla pelle, producendo uno stimolo a cui l’organismo della persona trattata “risponde”, recuperando la piena espressione delle proprie risorse vitali! Un trattamento dura, mediamente, 50/60 minuti. Chi può ricevere lo Shiatsu? Lo Shiatsu è indicato per tutte le persone, non ci sono limiti di età o di condizione per poter ricevere un trattamento da mani esperte; l’obiettivo è sempre il raggiungimento di un miglior equilibrio fisico ed energetico, indipendentemente dallo stato e/o condizione iniziale. Quali sono i benefici di un trattamento Shiatsu? I benefici dello Shiatsu sul piano sintomatico e della prevenzione sono il frutto, non di una attività mirata alla cura delle patologie, ma bensì di un naturale processo di “auto-guarigione” connesso al generale miglioramento della Vitalità. Lo Shiatsu valorizza le risorse vitali, stimola i processi di autoregolazione del corpo, generando così una miglior qualità della vita. Per questo motivo lo Shiatsu costituisce una risposta semplice, efficace ed alla portata di tutti, alla crescente domanda di benessere! * Associazione Benessere senza frontiere