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Made in Magic: la SEO è donna

Circa il 70% del latte prodotto in val Padana diventa Grana Padano DOP, formaggio la cui produzione è disciplinata dal Consorzio per la Tutela del Grana Padano. Ne fanno parte 142 caseifici produttori e 150 stagionatori, mentre sono 200 le aziende autorizzate a confezionare Grana Padano in porzioni e grattugiato. Sono invece 19 le strutture autorizzate a usare la DP in prodotti composti elaborati e trasformati. La filiera del Grana Padano occupa 40.000 addetti.

Idrolitina Certo oggi il prodotto tipicamente italiano è scaduto. Ma ha una storia per cui non può essere dimenticato. In tempi di ristrettezze, il Dott. Gazzoni è riuscito a far diventare ricco un prodotto povero come l’acqua. Quelle bustine che facevano frizzare la bottiglia da un litro, erano il segno di un piccolo benessere, raggiungibile a basso costo.

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Kinder Sorpresa Nella lettura del marketing mix c’è un capitolo che piace a grandi e piccini. La promozione con premio incorporato. Kinder sorpresa interpreta questa mission con successo contando sull’effetto sorpresa che ha fatto felici intere generazioni di piccoli e fidelizzati clienti.

Luna Rossa Sì, siamo un Paese di santi, poeti e navigatori. Anche se quest’anno è andata male per una manciata di secondi, l’equipaggio che porta a spasso sui mari i marchi PRADA e PIRELLI vince in termini di audience alla grande. E il 7-3 contro New Zeland resta il miglior risultato italiano in Coppa America.

Moka Moka, ovvero caffè: gli attori imprescindibili di un rito tipicamente italiano. Il tema continua ad essere interpretato secondo varianti di alto profilo. L’ultima edizione è firmata Alessi. Noblesse oblige. Ma anche la caffettiera d’autore firmata David Chipperfield. Evoluzione di un archetipo, questa versione ne migliora alcuni dettagli: il pomolo laterale, il manico spostato verso l’esterno per evitare fusioni accidentali.

Pirelli Un marchio sotto l’ombrello di una P allungata e che vale una memorizzazione universale. Dietro c’è l’importante famiglia milanese, una fabbrica che si è meritata la fermata della linea rossa della metropolitana, una parentela antica col mondo delle corse, un mercato espanso a Occidente ed Oriente. Un modello Glocal, che ama anche il ritorno a casa. Ed ecco che la P lunga convive con i colori della “bene amata” Inter. Ma il matrimonio Pirelli-sport trova le sue espressioni più eclatanti nella pubblicità d’autore, nel testimonial con i tacchi a spillo che ha fatto storia della comunicazione integrata.

Quartuccio Junior Asti Cinzano Siamo nel 1968, tempo di rivoluzioni e di nuovi consumi. In alternativa ai soft drink ecco lo spumant(ino) per i teenagers. Bollicine non è solo la bottiglia da stappare alla domenica per far compagnia ai pasticcini, ma un drink da spiaggia nelle comode bottigliette da un quarto di litro. Lancio nell’estate del 1968 per mano della CPV in area test sulle spiagge romagnole. La tipa (con caschetto) che interpreta i gusti del momento è una creatura di Guido Crepax (clone di Valentina). L’operazione ha successo: tutto venduto il prodotto in lancio. I grandi slogan: nascita e crescita di un successo. È sempre l’ora dei Pavesini, slogan che ne interpreta uso/consumo e destinazione. Il messaggio è chiaro, a renderlo chiarissimo è stato fin dall’origine la fotografia di un orologio che al posto delle ore colloca i biscottini. Per ogni ora c’è il Pavesino, dunque Pavesini sempre. Ma come si giustifica o come si convince all’acquisto per poterlo consumare in ogni momento? Qui subentra la spiegazione che contribuisce a dargli leggerezza e versatilità: i Pavesini contengono sole 9 calorie e 0 grassi aggiunti. La loro storia risale agli anni che seguono la Seconda Guerra Mondiale, quando Mario Pavesi riprende l’attività del suo biscottificio. Pavesi è di Novara e i biscotti di Novara sono già celebri: un biscotto leggero ma più grande. Stesso colore, simile impressione al gusto e alla masticazione. Pavesi vi si ispira, producendo un biscottino più piccolo, struttura leggera, immediatamente proiettato nell’alimentazione infantile. Non più venduto sfuso, ma pronto al consumo in piccole porzioni, da infilare in borsa, in tasca, nella cartella di scuola. Nel 1952 viene lanciata la prima grande campagna pubblicitaria con un investimento di 20 milioni. L’immagine scelta è quella di un personaggio allegro, il Pavesino con braccia, testa e gambe,

Luisa Maria Alberini

Centro Ricerche Mediastars

Luisa Maria Alberini è figlia d’arte del giornalista, scrittore e storico della cucina Massimo Alberini. Incomincia presto a lavorare a La Cucina Italiana, come redattrice e qualche anno dopo passa al settimanale Gioia, dove ne diventa vicedirettore. Segue l’ingresso alla Rizzoli Corriere della Sera. 18

che racconta le sue virtù e si tuffa nella tazza del caffè latte. Nel 1957 con Carosello la parola è affidata a Topo Gigio, e l’attenzione ai bambini. Anno 1960: lo slogan è sempre l’ora dei Pavesini viene rilanciato con una grande campagna pubblicitaria. I Pavesini diventano il segnale orario dell’energia italiana. Qualche anno più tardi enfatizzata con un’immagine totalizzante i Pavesini, ribattezzati “Il biscotto nazionale” ricoprono l’intera sagoma dell’Italia. Negli anni successivi si passa ai concorsi da seguire attraverso la raccolta delle figurine di Topo Gigio, che si trovano in ogni confezione di Pavesini o a partire dal 1972, anticipatore di tutti i gratta e vinci che conquisteranno il mercato, alla serie “Raschiaquattro”. Ma l’idea di fare dei Pavesini il biscotto sinonimo di energia e leggerezza non viene abbandonata. Ne diventa testimone la famiglia di Antonio Cabrini, celebre calciatore, quale esempio di attività e vitalità, le doti da esibire quali stili di vita negli anni ’90. E in seguito con sempre più sottolineato il piacere senza tempo dei Pavesini entra in scena Federica Pellegrini, intenta a vestirsi per uscire e godersi una bella giornata di sole, amico e complice della sua vita quotidiana un pacchetto di biscottini, l’allenamento perfetto per mantenersi leggeri con gusto. Giovanni Rana “I miei segreti? La faccia e il ripieno” Così Giovanni Rana spiega il suo successo. È senz’altro il primo testimonial di sé stesso, è l’interprete che più di ogni altro ha saputo vendere il suo prodotto. Un volto rassicurante da italiano vero che fa un prodotto tipicamente italiano, per un popolo di pastasciuttai, così credibile che accetti volentieri il suo “buon appetito”! Giovanni Rana nasce a Cologna Veneta (Verona) nel 1937. A 13 anni inizia a lavorare nel pastificio di famiglia, a 25 avvia la sua produzione artigianale di tortellini. La prima industrializzazione della produzione avviene a San Giovanni Lupatoto, sede del quartier generale del Pastificio Rana. Dal 2003 è Cavaliere del Lavoro e nel 1006 riceve allo Iulm di Milano la laurea Honoris Causa in Comunicazione. Oggi è anche presidente de L’‘Italia del Gusto’, consorzio dei maggiori marchi del food italiano.

Sambuca C’è chi ha creato il whisky, e chi ha inventato lo Champagne. Ma gli italiani non sono secondi a nessuno per la varietà dei temi: dall’amaro ai distillati, dal nocino alla sambuca. Chi non ricorda il boom degli anni 60 propiziato da un target medio-giovane interessato all’accompagnamento della mosca. La Sambuca Molinari ha interpretato un’epoca, promuovendo valenze di italianità e dei rituali della socialità.

Tex L’eroe americano disegnato in italiano. 1958: Gianluigi Bonelli e Galleppini inventano Tex l’eroe buono con una “una spina dorsale”. 50 milioni di copie, 250 collaboratori che lavorano al ritmo di 1300 tavole al mese, tre generazioni di collezionisti della premiata serie danno la misura di un fenomeno da edicola senza precedenti. Gianluigi era un creatore stanziale, il figlio Sergio un grande viaggiatore che raccoglie l’eredità del padre celebrando una mutazione genetica: il ranger diventa più umano e meno invincibile e continua a vendere. A lui si aggiungono altri 20 personaggi che valgono 3 milioni di copie al mese.

Formula Uno Bolidi e bollicine: un matrimonio perfetto. E che bello se si potesse brindare alla Ferrari di Maranello con il Ferrari di Trento… è la prima volta di un vino italiano come protagonista del brindisi ufficiale di tutti i Gran Premi di Formula 1, uno dei momenti più iconici dello sport.

Valentina Valentina ovvero un’Italia che vale e che ama impossessarsi di questo nome. Negli anni 60 ci provano con successo Guido Crepax con la protagonista di un fumetto fuori dagli schemi (esordio nel 1965 su Linus) in mostra “Guido CREPAX. I mille volti di Valentina al Centro Saint-Bènin di Aosta (15 aprile – 25 settembre 2021). Dal disegno al design il passo è contiguo. Ettore Sottsass crea un oggetto cult, quella Valentina macchina per scrivere che succede alla mitica Lettera 22.

Zero Zero (KM). Una risorsa del Bel Paese fatto di borghi e città d’arte, di mare e di monti. E di campi: basta uscire dalle mura cittadine per trovare una cascina – che in tempi di ecologia e biodiversità – può ancora offrirti i prodotti della terra nella loro integrità e genuinità. Come una volta. Grazie alla filiera più corta che c’è.

Cesare Righi

Centro Ricerche Mediastars

Cesare Righi. Copy di lungo corso, ha militato in Ogilvy, CPV, SPN, NCK, Publinter, TBWA, FCB, BJKE, SPQR, ha insegnato in Accademia di Comunicazione. Giornalista pubblicista, ha curato, per 20 anni, la rubrica Bar Sponsor per la testata specialistica Strategia.

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