BREATHTAKING - Dossier

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B REAT H ta k in g

sotto la superficie del Ceresio progetto di Valentina Meldi


Tesi di bachelor in Comunicazione Visiva di Valentina Meldi Relatore Reza Khatir Correlatore Andrea Bocci

Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana A.A. 2014 – 2015


B REATH ta k i n g

sotto la superficie del Ceresio progetto di Valentina Meldi



Abstract Il rapporto tra uomo e ambiente lacustre solitamente non si addentra oltre la superficie dell’acqua. Spesso le persone che abitano lungo le rive dei laghi non provano particolare fascino o interesse verso questo ecosistema vivente, forse perché abituati a vedere solamente la superficie scura, senza nemmeno immaginare quello che invece si può nascondere qualche metro più sotto. Fin da quando ero bambina pratico l’immersione subacquea e spesso in questi anni mi è stato chiesto “ma cosa vai a vedere sotto il lago?”. Nessuno si aspetta di vedere colori e abitanti, come se il mondo lacustre fosse buio e spento. Il mio lavoro di ricerca vuole indagare sugli aspetti che spingono le persone ad avere contatti anche con il lago, e non solo con il mare. L’indagine viene svolta in primo luogo sulla psiche umana e sul contatto con l’acqua dolce di un lago tramite l’immersione subacquea, mentre in seguito sulle componenti biologiche lacustri. In questa seconda parte lo scopo è quello di mettere in luce le qualità che un lago può offrire, cercando di incuriosire gli utenti tramite l’utilizzo del mezzo fotografico. Il mio intento è dunque quello di avvicinare le persone al mondo lacustre sommerso, affascinandole e mostrando loro un universo inaspettato. Il mio prodotto è pensato per persone amanti della fotografia, del nostro territorio e dei paesaggi mozzafiato che offre, dell’immersione subacquea a tutte le latitudini; e anche, perché no, per i turisti. Il prodotto finale è perciò basato su una narrazione visiva evocativa, che grazie alla sequenza permette di associare luoghi comunemente riconosciuti del territorio a luoghi sommersi, per poi addentrarsi anche in luoghi spesso sconosciuti. Queste sequenze vogliono inoltre richiamare l’esperienza dell’immersione viaggiando tra un continuo sali e scendi, come a prendere il respiro, per poi ri-immergersi in quel mondo fantastico. L’obiettivo che mi sono posta è stato quello di riuscire a creare un prodotto che potesse mostrare gli scatti fotografici in maniera ottimale, richiamando, con la sua forma, l’elemento fluido e la divisione tra mondo sopra e sotto la superficie; valorizzando l’associazione con il mondo delle immersioni subacquee o in apnea grazie al tipo di materiale scelto per la rilegatura. Tutto questo al fine di far comprendere all’utente quanta vita si nasconde sotto un lago, quante bellezze ci sono da scoprire anche vicino a casa senza dover per forza andare lontano, e cercando in maniera trasversale di incentivare il rispetto verso questo nostro prezioso specchio d’acqua.



Indice

Introduzione 11 14 17 18

Tema e intenzioni Domanda e ipotesi di ricerca Ipotesi di progetto Possibili applicazioni

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Pensieri: la psiche sott’acqua

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L’immersione nei laghi Fisica dell’immersione Caratteristiche dell’acqua Proprietà ottiche del lago Comunicazione sott’acqua Diversificazione della pratica Apnea e snorkeling Immersione tecnica Speleologia subacquea

43 44

45 47 49 50

Il lago Origini del lago Glaciale Vulcanico Di sbarramento Tettonico Artificiale Morfologia e idrologia Proprietà chimiche, fisiche e termiche Componenti biologiche Patologie

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I grandi laghi glaciali delle prealpi Insubriche

60 60 63 65 66

Il Ceresio Formazione e geomorfologia Flora e fauna Inquinamento e risanamento Leggende del lago La leggenda del Ceresio La regina del Lago Le campane di Morcote nel lago

Ricerca


73 79

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Stato dell’arte Comunicazione e immersione Didattiche Turismo tra singoli e società App Siti internet Cofanetti Smartbox e Wonderbox Turismo Rivista subacquea Libri per bambini Libri di fotografia subacquea La fotografia subacquea Origini, pionieri ed attrezzature di ieri e di oggi Il digitale Acqua salata Acqua dolce

Progetto 139 141

Sviluppo del progetto Spunti progettuali

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Contatti

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Ricerca visiva Sopralluogo Condizioni di lavoro

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Bozze di progetto Fotografie Sequenza

176 176 181 182 183 184 186 188 190 191

Artefatto Concetto Titolo Dialogo dei contenuti Materiali Caratteri tipografici Formato e griglia d’impaginazione Copertina Distribuzione Timone


Conclusioni 197 198

Conclusioni Ringraziamenti

200 202

Bibliografia Sitografia

Fonti



Introduzione

Tema e intenzioni Il tema che approfondirò nella mia tesi riguarda la subacquea e la promozione del rapporto uomo–lago, in particolare quello del Ceresio. Il legame profondo con l’acqua mi è stato trasmesso fin da piccola da mio padre, dal quale ho imparato e sto ancora imparando questa disciplina, che mi ha insegnato a sapermi fidare del buddy [1], a frenare l’ansia e la mania di controllo, a saper reagire a quella degli altri trasformando quest’esperienza in qualcosa di primordialmente piacevole ed affascinante, oltre che ad approfondire la conoscenza di cosa si nasconde sotto la superficie dell’acqua. La ricerca vuole indagare sugli aspetti che spingono le persone ad immergersi nel lago anziché in mare e a come promuovere quest’attività alle nostre latitudini. Gli psicologi affermano che la motivazione che spinge una persona a cimentarsi in questo sport viene dal profondo, dall’inconscio, una sorta di ritorno alle origini: «(…). Nel momento in cui si valica la linea di contatto tra l’aria e l’acqua e l’immersione diventa agìta si svilupperebbe una divaricazione tra pulsioni profonde e motivazioni consce» [2] . Proprio perché l’andare sott’acqua può essere visto come un immergersi nell’inconscio, può venire percepito come un’esperienza piacevole da chi non ha timore a gestire le proprie ansie e paure interiori, mentre può risultare molto spiacevole per chi viene dominato da esse. Per questo motivo vorrei cercare di promuovere l’attività subacquea lacustre senza generare paure, ma mettendo in luce i lati piacevoli dell’esperienza. Nella nostra realtà locale siamo circondati dall’elemento acqua, ma poche persone prendono in considerazione l’immergersi, ad esempio nei nostri laghi, probabilmente per paure legate all’oscurità o per mancanza di conoscenza. Per questo motivo credo sia importante lavorare con i giusti mezzi e la giusta comunicazione visiva al fine di rendere un po’ di giustizia anche al mondo lacustre. Vorrei dunque analizzare e promuovere il lago, in particolare il Ceresio, tramite artefatti grafici e fotografie, con una visione dal suo interno, creando un percorso emotivo-esperienziale volto a sensibilizzare ed informare il pubblico al quale il mio progetto sarà destinato.

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Battesimo d’immersione con Piero Meldi Ravenna – 25.08.1999


La sfida sta nel cercare di trasmettere il fascino ed invogliare le persone ad apprezzare l’ambiente lacustre, come appunto quello del Ceresio, che presenta una scarsa trasparenza dell’acqua data dalla densità dell’elemento e della vita che lo abita, e quindi una visuale limitata.

La subacquea è un’esperienza sportiva con forti valenze emotive, un ribellarsi alle leggi della natura umana, un affrontare noi stessi e i nostri timori trasformandoli in un vissuto in profonda sintonia tra noi stessi e l’ambiente circostante. Personalmente, trovo molto affascinante il contatto con questa dimensione immersa di solitudine, silenzio e assenza di peso, e vorrei trasmettere a tutti coloro che provano interesse verso il nostro paesaggio lacustre questa mia passione.

[1]

buddy: dall’inglese compagno, in questo caso d’immersione a coppia [2]

Venza G., Capodieci S., Gargiulo M.L., Lo Verso G. (2006), Psicologia e psicodinamica dell’immersione subacquea. Psicologia, Franco Agnelli, Milano 13


Introduzione

Domanda e ipotesi di ricerca È possibile, tramite la fotografia, affascinare ed avvicinare le persone al mondo lacustre sommerso e al contempo incentivare le pratiche sportive legate ad esso? La percezione del mondo sommerso è parzialmente limitata dalle capacità fisiche del nostro corpo e dalla strumentazione tecnica. La fotografia subacquea può addentrarsi in questo scenario, conosciuto solo da una nicchia di persone, e mostrarlo a un pubblico più vasto. Solitamente è ben noto l’ambiente che si può ammirare in mari e oceani tropicali, ma raramente si conoscono gli scorci che possono offrire le acque dolci interne del nostro circondario. Il mio scopo è quello di creare immagini evocative che invoglino le persone ad avere contatti con il lago, in particolare il Ceresio. L’utilizzo di un approccio emotivo-esperienziale può invogliare le persone a rispettare maggiormente l’ambiente oltre che a prendere parte all’esperienza. In sintesi, per rispondere alla mia domanda e confermare o meno la mia ipotesi, procederò nel seguente modo cercando di: mostrare loro come cambia la percezione del mondo durante un’immersione in acqua dolce. motivare e coinvolgere emotivamente il pubblico evocando il rapporto con il mondo sommerso lacustre. offrire spunti di suggestione attraverso la fotografia, l’impaginazione e la comunicazione visiva.

A destra Anonimo


I dive because‌ Alice wasn’t the only person to find their wonderland.



Introduzione

Ipotesi di progetto Tramite il mezzo fotografico subacqueo cercherò di documentare la realtà del nostro circondario, cercando di trasmettere la percezione relativa (cioè una percezione parzialmente veritiera dell’ambiente sommerso causata dall’acqua, dalla lente della maschera e da altri fattori che fanno percepire colori, dimensioni e distanze in maniera differente rispetto alla superficie) che si ha del mondo quando si è sott’acqua. Un artefatto visivo-emotivo, facilmente fruibile rivolto ad un pubblico adulto, che racconti lo scenario dell’esperienza subacquea lacustre e quello che può dare quest’attività, potrebbe essere la soluzione più adeguata allo scopo, in modo da renderla un “privilegio per molti”. Vorrei creare un prodotto che possa informare tutti coloro che apprezzano il contatto con l’ambiente lacustre del nostro territorio, ma che magari non hanno mai pensato di approfondirlo ed andare oltre al semplice “fare il bagno”, e che possa allo stesso tempo incentivare chi già pratica la subacquea a farlo anche nel nostro lago ed avvicinare nuove persone a questa attività.

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Introduzione

Possibili applicazioni L’inquadramento territoriale riguarda i laghi delle Prealpi insubriche subalpine, ovvero un territorio montano costellato da laghi di origine glaciale, che per morfologia e fauna possiedono un ambiente singolare. Il luogo d’azione della mia ricerca sarà principalmente il Lago di Lugano, Ceresio, ma è auspicabile una futura applicazione anche agli altri specchi d’acqua del Cantone, della Svizzera e della vicina Regione Lombardia, fiumi compresi, ipotizzando un prodotto che si svilupperà in collana. Titolazioni uguali e impostazioni grafiche medesime per ogni lago o fiume di ogni regione, ma con la sottotitolazione specifica che sarà idealmente tradotta nelle lingue nazionali, per quanto riguarda la Svizzera, ed in italiano e inglese per quanto riguarda l’Italia. Le fotografie e la realizzazione dell’artefatto vorrebbero mostrare a più pubblico possibile, la possibilità di praticare la subacquea nel lago Ceresio come attività ricreativa aperta a tutti [1] e senza limiti di età. Per cui vorrei creare una maggiore consapevolezza nelle persone, rendendole attente alle bellezze e all’inaspettato che si può trovare nel nostro territorio, affascinando ed incentivando un pubblico sempre più folto ed interessato, proponendo uno scenario grafico-esperienziale sommerso che risponda alle esigenze dei turisti, dei locali, ma anche dei professionisti.

Vi sono due principali didattiche adottate sul nostro territorio: CMAS in cui è possibile immergersi in acque libere con un istruttore specializzato già a partire dall’età di 8 anni. Cmas.ch - Formazione immersione bambini. http://www.cmas.ch/index.php?lang=it&sid=99&sub=100#CSD1, it (13.06.15)

[1]

e PADI, l’età per immersione in acque libere parte dai 10 anni. Padi.com - Corsi per Bambini. http://www.padi. com/scuba/scuba/Corsi-PADI/Corsi-a-livello-Subacqueo/Corsi-per-Bambini/default.aspx (13.06.15) A destra John Legend, All Of Me, Love In The Future (2013)


My head is underwater but I’m breathing fine. (…) You’re my end and my beginning even when I lose, I’m winning cause I give you all of me and you give me all of you.



Ricerca

Pensieri: la psiche sott’acqua «Le motivazioni che spingono ad intraprendere l’attività subacquea hanno radici che traggono origine dalle dinamiche inconsce dell’individuo» [1]. Esordisco così, per introdurre una tematica tanto controversa quanto lontana dalle mie competenze. Non potendo rispondere a tutte le domande sorte durante la lettura di Psicologia e psicodinamica dell’immersione subacquea (di Capodieci S., Gargiulo M. L., Lo Verso G. e Venza G.) mi sono rivolta ad individui ben più qualificati e competenti di me. Premettendo che la maggior parte delle persone ha un rapporto positivo con l’elemento “acqua”, e che tutti sappiamo di esserne dipendenti - in quanto dona vita ed è in essa che siamo immersi per nove mesi prima di venire alla luce - bisogna essere consapevoli del fatto che queste considerazioni possono variare molto a dipendenza del bagaglio culturale, del mestiere che si pratica o dell’approccio alla vita stessa. Si tratta di considerazioni essenziali per iniziare questo percorso. Esporrò dunque un discorso - sorto in modo spontaneo, tra dubbi e domande - che si propone di trovare i motivi che spingono l’uomo ad Immergersi nell’inconscio può essere immergersi. Il testo che andrò a presenpercepito come un’esperienza piacevole tare è estrapolato e rielaborato in parte da coloro che sono in grado da tre interviste ad altrettanti specialisti: di gestire le proprie paure e i propri Sergio Roic, filosofo; Gabriele Latella, fantasmi interiori, congnitivo-comportamentale e Alberto mentre può risultare terrorizzante per Foglia, psichiatra e subacqueo. Mi servo coloro che dalle paure e i fantasmi della formula “botta e risposta” perché si lasciano dominare mi permette di rendere l’argomento Salvatore Capodieci, Psicologia e psicodinamica accessibile a più persone, discorsivo, dell’immersione subacquea senza costruire un testo puramente medico-tecnico.

Perchè si va sott’acqua? Qual’è il legame che unisce l’uomo all’acqua, spingendolo ad immergersi con materiale aggiuntivo che gli permette di respirare dove sarebbe altrimenti impossibile? SR: «L’acqua è l’elemento primordiale dove si è sviluppata la vita così come la conosciamo. Alcuni studi del comportamento

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umano durante la fase di crescita evidenziano che un bambino piccolissimo, appena nato, ha un’attitudine positiva per il nuoto, attitudine che poi perde e riacquista definitivamente nel giro di alcuni anni. Ciò è dovuto al fatto che ogni individuo ripercorre, nella fase di crescita, tutte le tappe dell’evoluzione della specie, compresa quella in cui i nostri progenitori erano dei pesci». GL: «In fondo siamo acqua (75% nel bambino, 50% nell’anziano), veniamo dall’acqua e sopravviviamo grazie all’acqua, eppure nell’acqua non potremmo vivere e senza la giusta attrezzatura non potremmo nemmeno starci, se non in superficie». SR: «È quindi abbastanza ovvio che l’elemento acqua sia anelato dall’uomo che, tutto sommato, vi si trova bene e, soprattutto, ha una grande motivazione ad esplorarlo». AF: «Vero, ma per me lo studio della Psiche, come per Freud, rappresenta ”l’anima” e non la “mente”, come è consuetutine fare oggi. Se accettiamo la visione moderna allora l’esperienza subacquea, come qualsiasi attività sportiva, è poco “mentale” e tanto fisica e fisiologica». «(…). Nel momento in cui si valica la linea di contatto tra l’aria e l’acqua e l’immersione diventa agìta si svilupperebbe una divaricazione tra pulsioni profonde e motivazioni consce». Capodieci S., Gargiulo M. L., Lo Verso G. e Venza G., Psicologia e psicodinamica dell’immersione subacqueaa, 19 SR: «L’inconscio, modo di essere che caratterizza la specie umana, è quella fase pre-razionale di riposizionamento degli eventi vissuti alla luce del sole (e della razionalità) da un essere ipercomplesso e dotato di un cervello in grado di elaborare, ma anche di restituire sotto forma di immagini mentali, la realtà che lo circonda. Siamo una sofisticatissima e ipersensibile macchina pensante che, in modo olografico, è in grado di restituirci l’immagine del mondo che ci circonda a partire dal nostro e solo nostro modo di considerare la realtà. Credere di vivere un’esperienza pre-conscia mentre si nuota sott’acqua non è sorprendente, innanzitutto perché l’elemento ci ricorda la vita fetale nel ventre materno, una sospensione liquida, e in secondo luogo perché l’esperienza di cui parliamo avviene ben lontano dall’elemento che meglio conosciamo, vediamo e


tocchiamo, ovvero la terraferma su cui ci muoviamo respirando e avendo imparato a osservarla e dominarla in milioni di anni di evoluzione». GL: «Lo diceva già Lacan, uno psicanalista, viaggiare nell’inconscio è un viaggio nel torbido. Probabilmente è proprio un viaggio nell’abisso, nell’inconscio, un posto in cui essere soli con se stessi, in cui percepire le proprie sensazioni, solo quelle. Un luogo in fondo così simile al posto in cui abbiamo vissuto 9 mesi durante la gravidanza, potremmo dire che è un ritorno all’utero e in questo sondare quanto non possiamo ricordare e quanto è comunque ben radicato nel nostro inconscio. Però per quanto riguarda il lago nello specifico credo non si possa vedere molto, questo mi fa pensare che le motivazioni vadano al di là di quanto c’è da vedere». In tutte le didattiche subacquee si viene fin da subito informati dei pericoli che, ansia e stress, possono provocare. C’è un nesso tra questo viaggio nell’inconscio e le paure che ne possono scaturire? SR: «Ogni situazione inedita (muoversi nello spazio senza peso, per fare un altro esempio) è generatrice, nell’essere umano, di stress e potenziale ansia. Lo è anche il volo, pur essendo circondati dal tecnologico e molto sicuro aeromobile. Se la prontezza delle nostre sensazioni sulla terraferma e la possibilità, per le persone sane e fisicamente integre, di osservazione, attenzione ai pericoli e capacità di reazione o di fuga è grande e ben definita in un essere adulto, questa capacità è notevolmente ridotta in un elemento che, naturalmente, a questo punto della nostra evoluzione, ci appartiene solo in minima parte». GL: «Più conosci le tue reazioni avendole magari potute sondare in ambiente protetto, più sarà possibile non rimanerne stupiti e magari disorientati dalla loro manifestazione in situazione di difficoltà». Nelle didattiche odierne si tende ad incentivare un comportamento ossessivo e favorendo l’esercizio in situazione di pericolo incentivando lo stress. È possibile affrontare la parte inconscia di noi stessi nella maniera migliore durante un’esperienza subacquea?

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SR: «Da ragazzo ho nuotato anche fino a una certa profondità (10 metri circa), ma mai con supporto tecnologico. Si trattava di un’esperienza pregnante, ma rapida di discesa-ritorno, una sorta di “liberazione” al ritorno nell’elemento conosciuto. L’immersione con supporto tecnologico è un’azione di più lunga durata e, quindi, è una sorta di “storia” o “racconto”. Se tale storia o racconto viene vissuta come una liberazione prolungata, ovvero un immergersi in un elemento certo inedito, ma in ogni caso raccontabile, vivibile e immaginabile secondo i dettami della nostra mente in grado di costruire storie positive, credo che lo stress possa essere superato positivamente, almeno in buona parte. Oggettivazione dell’esperienza, quindi, come storia vissuta e rielaborata dalla nostra mente (razionalizzazione)». Premettendo che non è possibile generalizzare: il disgusto verso il lago senza apparenti spiegazioni può essere radicato nell’inconscio collettivo? Un tempo infatti le persone venivano tenute lontane dal lago con racconti e leggende, in alcuni casi derivanti dalla loro incapacità di nuotare. SR: «A differenza del mare, che per le persone che vivono sulle coste marittime è un elemento sì di paura (a volte) e di sfida (sempre), ma anche e soprattutto un orizzonte positivo con cui relazionarsi e verso cui tendere, il lago, spesso, viene vissuto come una sorta di interruzione della terra ferma piuttosto che un orizzonte da esplorare. Le sue coste sono quasi sempre visibili. I pericoli insiti, anche se minori rispetto a quelli marittimi, sono ingigantiti dal rapporto non immediato con lo specchio d’acqua che ci si ritrova di fronte. Se gli isolani non hanno nessuna paura, o quasi, del mare, anzi, della loro insularità fanno un vanto, i lacustri a volte vivono l’elemento acqua come un qualcosa di tutto sommato estraneo e ostile all’esperienza quotidiana. Ciò è probabilmente dovuto anche al fatto che i marittimi usano (o usavano) il mare come sostentamento naturale, mentre i lacustri lo fanno (o lo facevano) solo parzialmente». AF: «Secondo me non è una differenza di salinità dell’acqua che provoca maggiore stress, ma è la condizione di poca visibilità e freddo che rende il lago un fattore di stress accresciuto rispetto al mare».


SR: «Emblematica, per quel che riguarda il nostro lago di Lugano, la poesia di Fabio Pusterla che immagina, di notte, una processione di morti annegati anelanti al lungolago di Lugano. Racconti di questo genere e di questa “psicologia” non ne ho mai sentiti in riva al mare». Si dice spesso che la subacquea ha una forte valenza emotiva, cosa si intende? SR: «La liberazione che si prova immergendosi in profondità permette di vivere sensazioni irripetibili sulla terraferma. La si prova anche semplicemente nuotando in superficie. L’uomo che ritorna alla sua barca in superficie è in qualche modo quell’eroe d’altri tempi che, per crescere e affermarsi, ha dovuto compiere un viaggio. Un viaggio in un elemento al cui interno, ovviamente in modo rallentato, si “vola”, unica esperienza umana di sospensione del corpo che si può vivere persino nella breve immersione subacquea senza supporti tecnici». GL: «La possibilità di muoversi in ogni direzione, può dare un senso di libertà, paradossalmente non avere vincoli sulla terra ferma non ci è permesso». Il lago ha più valenze emotive rispetto al mare o all’oceano? SR: «Il lago, a differenza del mare e dell’oceano, è in qualche modo un ambiente “più vuoto” dato che gli manca la tipica consistenza salina marittima. Anche la luce che si inabissa nel mare (anche a una certa profondità in certe zone) è quasi del tutto assente nei laghi. Dal mio punto di vista è il mare che ha maggiori valenze emotive rispetto al lago presentandosi come uno scenario più vario e anche interessante alla vista, più profondo e pure più accogliente». GL: «Credo che la differenza sia legata alla quantità di luce più che al tipo di acqua, ma non ho certezze in merito». La dimensione lacustre, grazie alle sue proprietà ottiche, può essere associata a una visione onirica?

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GL: «Tutto ciò che è lontano dal nostro vivere quotidiano può avere una valenza onirica». SR: «La dimensione lacustre, con le sue ombre e i suoi scenari tutto sommato limitati, può essere senz’altro più simile a un sogno-oblio rispetto all’esperienza marittima. Se il mare risulta essere, almeno vicino alla superficie, un prolungamento della vita di superficie con i suoi colori e rumori, nel caso del lago, appena ci si è immersi, vi è una separazione netta rispetto all’esperienza di superficie che senz’altro si può paragonare a un sogno separato dalla vita quotidiana diurna». La vestizione viene considerata da alcuni esperti un momento di transizione e un rito di appartenenza a una certa dimensione sociale. Anche le didattiche favoriscono i controlli “a secco” e un debriefing a seguito dell’immersione. La vestizione oltre ad essere un rito Questa fase può essere considi iniziazione ed appartenenza, derata tanto importante quanto è dunque anche il segno del passaggio, l’immersione stessa? della metamorfosi. Maria luisa Gargiulo, Psicologia e psicodinamica GL: «Ogni rito serve a rafforzare le cerdell’immersione subacquea tezze, ad aumentare il controllo. Sì, credo che in qualunque attività, ancor di più in quelle potenzialmente pericolose, la vestizione e i controlli a secco sono essenziali, così come il debriefing che permette di comprendere quello che è successo e trasformare in competenza l’esperienza esperita». In generale, come accade in diversi sport alla soglia dell’estremo, ci sono persone che sfidano se stesse e la natura. Anche la subacquea ha un filone che rientra nella categoria “sport estremi”: alcuni subacquei decidono infatti di sfidare il proprio corpo e andare sempre più in profondità nel mare o nell’oceano. È un comportamento indipendente dal tipo di acque in cui ci si trova? GL: «Credo che la differenza sia legata alla quantità di luce più che al tipo di acqua, ma non ho certezze in merito. Il rischio diventa necessario per sentirsi vivi».


SR: «Credo che i tentativi estremi di nuotare in profondità non dipendano tanto dall’elemento che si esplora quanto dal risultato che si vuole ottenere. Nel mondo vi sono numerosi laghi sommersi all’interno di sistemi più o meno complessi di grotte e la loro esplorazione è certamente una sfida, magari slegata dalla profondità effettiva a cui si giunge. Per quel che riguarda la ricerca della profondità tout court, l’uomo è sempre alla ricerca di ambiti in cui può superare se stesso, probabilmente anche la profondofilia fa parte di quel meraviglioso/pericoloso costume tutto Nell’immersione vi sono aspetti legati umano che sconfina nel rischio e si al piacere di superare una demarcazione, profila come sfida per prevalere in ogni di andare oltre i limiti della natura, situazione estrema». di infrangere una barriera: che però è fluida. GL: «Ci sono delle strutture di personaGirolamo Lo Verso, Psicologia e psicodinamica lità (Organizzazioni limite o Stati limite) dell’immersione subacquea che si prestano particolarmente a questa modalità di funzionamento, ma il discorso diventerebbe troppo psicologico e difficile da rendere semplice e integrabile in una tesi comunque non prettamente psicologica».

AF: «È comunque natura umana voler superare i propri limiti».

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Alla luce delle interviste e dei diversi pareri ricevuti posso concludere dicendo che non esista ancora alcuna certezza: la differenza tra l’immersione nel lago e La dimensione di presa di contatto con il quella in mare va ancora indagata, mondo della tridimensionalità spingendosi oltre le prime apparenze senza peso, con il mondo del silenzio, e conclusioni (alcune considerazioni della solitudine, sembra caratterizzata dal sono più vicine a credenze popolari sogno, dalla scoperta e dall’avventura e immaginazioni collettive, altre non Maria luisa Gargiulo, Psicologia e psicodinamica fanno differenza alcuna). Probabildell’immersione subacquea mente non esiste una conclusione giusta o sbagliata, ma ciò non toglie che per alcuni versi il lago venga sfruttato meno rispetto a il più “famoso” mare.

Salvatore Capodieci, Psicologia e psicodinamica dell’immersione subacquea, 19

[1]

A destra ondesulcorpo.altervista.org - La profondità “dentro” ognuno di noi: Immersione al lago. http://ondesulcorpo.altervista.org/doc/Pscihe-nella-subacquea.pdf, it, (20 luglio 2015)


Il paesaggio migliore, in questo caso, è il proprio sentimento. Poi c’è l’irrealità della situazione, l’acqua oltre i quaranta metri diventa in genere cristallina sino ad essere di un colore nero accecante, la torcia falcia metri e metri in lontananza come un occhio capace di permettersi di “vedere-leggere” in una dimensione quasi lunare. Il nero trasparente del lago ricopre tutto, parete e oggetti rari, o semplicemente i nostri sentimenti, produce una sorta di intimità coi propri pensieri e contemporaneamente sviluppa in maniera solida l’intesa con il compagno accanto.



Ricerca

L’immersione nei laghi «La letteratura tecnico-subacquea sta assumendo sempre più connotati di una “promozione” degli ambienti tropicali e mediterranei, e la maggioranza dei sub ha all’attivo immersioni esclusivamente marine, mentre solo una ristretta minoranza conosce l’emozione che può dare la discesa nelle profondità di un lago alpino, di un torrente di montagna o di un fiume» [1]. Molti sono i testi teorici legati alla subacquea, soprattutto a conseguenza del fatto che ogni didattica [2] ne produce uno proprio per avere un riscontro finanziario. Meno diffusi sono invece i libri dedicati al tema generale, senza abbracciare una didattica piuttosto che un’altra. Per quanto mi riguarda traggo le informazioni tecniche sui laghi e sulle acque dolci dal libro (l’unico in lingua italiana ad occuparsi dell’argomento) “Il sub in acque dolci”, di Americo Galfetti. Ulteriori fonti di informazioni sono i libri del mio corso sub, all’interno dei quali viene spiegata molto bene la differenza tra acqua salata e acqua dolce: in mare concetti come visibilità, temperatura dell’acqua e altitudine difficilmente vengono controllati con particolare attenzione, mentre in acque dolci si tratta di elementi che non bisogna assolutamente tralasciare. Un elemento che accomuna l’immersione in acqua salata e in acqua dolce è la pressione: è dunque importante spiegare di cosa si tratta, come si manifesta e quali differenze intercorrono tra mare e lago. Per fare tutto ciò è necessario fare riferimento – dopo una breve introduzione – alla fisica dell’immersione. Fisica dell’immersione «Normalmente lo sport subacqueo può essere praticato da tutti. Anche i portatori di handicap fisici possono, dopo aver seguito una formazione specifica, praticare l’attività subacquea. L’immersione subacquea non è uno sport da competizione, richiede quindi prestazioni fisiche normali» [3]. Le prime cose a cui solitamente si pensa sentendo parlare di subacquea sono la pericolosità, il buio delle acque e la necessità di proteggersi all’interno di robusti scafandri. Questo genere di timori è però frutto dell’ignoranza delle leggi fisiche che permettono la pratica della disciplina, che se eseguita in modo corretto non comporta alcun pericolo. Per provare quanto appena affermato è necessario cominciare dall’inizio, dalle nozioni più elementari. La materia è composta da tre stati: solido, liquido e gassoso. Un corpo solido sottoposto a pressione non muta, così come i liquidi hanno volume costante a qualsiasi pressione (non sono comprimibili); se si comprime un gas, invece, la sua pressione aumenta (espandendolo diminu-

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isce). Pensiamo per esempio a quando, cambiando altitudine, sentiamo le orecchie che si “tappano” o “stappano”: tale fenomeno è dovuto al fatto che la pressione atmosferica in montagna è minore rispetto a quella riscontrabile in zone più basse. Al livello del mare la pressione atmosferica è pari a 1 bar [4], ed è la medesima di quella dell’aria contenuta nelle cavità craniche o nell’orecchio: muovendoci verticalmente nello spazio proviamo fastidio perché il nostro corpo cerca di portare la pressione interna allo stesso livello di quella esterna. Un fenomeno analogo si verifica quando ci si immerge: già dopo pochi metri si sente la necessità di compensare la pressione dell’acqua (che in questo caso si comporta in modo opposto rispetto alla montagna, in quanto è maggiore di quella contenuta nella cavità dell’orecchio) tappandosi il naso e soffiando. La compensazione permette di rimediare al fastidio e di immergersi nonostante la forza esercitata dalla pressione sulle cavità corporee contenenti aria [5]. La pressione è dunque «una forza che viene esercitata su una determinata superficie» [6] (maggiore è la superficie, minore è la pressione percepita) suddivisibile in tre sottocategorie: pressione atmosferica (da 0 a 700 metri di altitudine, corrisponde a 1 bar); pressione idrostatica (data dalla colonna d’acqua, aumenta di 1 bar ogni 10 metri); pressione ambiente o assoluta (pressione totale ottenibile sommando le due precedenti). Grazie alla pressione ambiente possiamo calcolare che a 20 metri di profondità la pressione dell’acqua (2 bar) e quella esterna (1 bar) esercitano su di un subacqueo 3 bar di pressione, ovvero 3kg/cm2. Alla luce di questo esempio risulta chiaro quanto la pressione sia significativa per coloro che si immergono: a 20 metri di profondità essa è tre volte superiore a quella in superficie. In un laghetto alpino il divario è ancora più grande, in quanto oltre i 700 metri di altitudine la pressione atmosferica non corrisponde più ad un 1 bar (si calcola che la diminuzione sia di 0,1 bar ogni 1’000 metri), mentre quella dell’acqua rimane costante: il divario di pressione è – prima ancora di salinità e galleggiamento – l’elemento che maggiormente distingue le immersioni in mare da quelle in lago (se non conosciuto e gestito correttamente può provocare incidenti). Caratteristiche dell’acqua Siamo tutti concordi nell’affermare che l’acqua è indispensabile alla vita. Basti pensare che «il 71% della superficie terrestre è


ricoperta di acqua e solo il 29% è formato dai continenti» [7]: siamo dunque circondati dall’elemento, e non si può pensare di fare il giro del mondo senza incontrarlo. L’acqua «è l’unico elemento che in natura si trova in forma liquida, gassosa e solida» [8]: lo stato della materia è determinato dalla temperatura, caratteristica fondamentale nell’acqua dolce. La densità massima viene raggiunta ad una temperatura di 4°C: sotto questa soglia l’acqua ghiaccia e diventa solida (aumentando il proprio volume di circa il 9% e galleggiando), sopra ha invece una densità e un peso minore. In estate l’acqua superficiale del lago si riscalda, rimanendo più leggera e impedendo il rimescolamento con quella più profonda (che - non venendo raggiunta dalla luce del sole – rimane più fredda e di conseguenza più pesante). Questo fenomeno di stratificazione viene chiamato termoclino (la temperatura dello strato superficiale può raggiungere valori superiori ai 20°C, mentre nelle zone più basse si arriva all’incirca ai 6°C). Ai tropici o al mare la temperatura dell’acqua è più alta anche in profondità (il Cicli del lago

Mediterraneo presenta una minima invernale di 12°C) [9]. La conduttività termica è una caratteristica fondamentale: l’acqua conduce venticinque volte più dell’aria, con la conseguenza che in acqua fredda il corpo si raffredda venticinque volte più in fretta che all’esterno. Per questo motivo si indossa una muta in neoprene, un materiale che – contenendo gas - permette un maggiore isolamento. Nei laghi questo tipo di muta viene utilizzato solo in estate, in quanto in inverno le temperature sono troppo basse (tra i 6°C e i 4°C) perché il materiale possa bloccare sufficientemente il freddo. Nella stagione invernale - o per immersioni profonde - si indossano quindi mute stagne, che impediscono le infiltrazioni d’acqua e aumentano lo strato isolante (contengono aria).

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Una legge molto importante per i subacquei – che permette di spiegare cosa avviene alle cavità piene d’aria durante un’immersione - è quella di Boyle e Mariotte. Essa afferma che: «a temperatura costante, il volume di un gas è inversamente proporzionale alla pressione che agisce su di esso» ovvero «raddoppiando la pressione, si dimezza il volume e raddoppiando il volume si dimezza la pressione». Essere a conoscenza di questa legge permette di evitare gravi errori, spesso alla base di incidenti. Prendiamo il caso di un apneista - la cui capienza polmonare in superficie è di 6 litri - che vuole immergersi a 10 metri di profondità. Inspirando riempirà parzialmente i polmoni con aria alla pressione atmosferica di 1 bar, scendendo a 10 metri - con una pressione ambiente di 2 bar - i volumi si dimezzeranno, portando la sua capienza polmonare ad un volume di 3 litri. Questa legge è molto importante, in quanto spiega perché un subacqueo – che al contrario di un apneista ha la possibilità di riempire costantemente i polmoni - non deve trattenere il respiro mentre risale in superficie: il volume dei gas aumenta con la diminuzione della pressione [10]. Altre leggi importanti per la subacquea riguardano ad esempio lo scioglimento dei gas nel sangue o la composizione dell’aria, e il loro studio è necessario per ottenere un brevetto sub in vista di una specializzazione tecnica. Ogni attività ha un margine di rischio, che equivale alla non conoscenza delle regole o alla loro erronea messa in pratica. Se non controllassimo i freni della bicicletta potremmo farci male, così come potrebbe accadere in assenza di una buona manutenzione dell’attrezzatura subacquea: ci sono dunque regole che necessitano di essere spiegate e acquisite per potersi muovere sott’acqua in maniera corretta e in assenza di rischi. Rimando ai testi teorici per eventuali approfondimenti riguardanti queste leggi, necessarie per l’ottenimento di un’istruzione accurata alla pratica [11], ma inutili per spiegare la differenza tra un’immersione in acqua dolce e una in mare. Un fattore importante, come accennato in precedenza, è la quantità di sale presente nell’acqua: vista la maggiore densità [12] che conferisce al liquido, esso comporta infatti un maggiore galleggiamento (i mari e gli oceani oscillano tra il 2% e il 5%). Il fenomeno viene generalmente spiegato tramite il principio di Archimede, il quale afferma: «un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato» [13]. Grazie a questa legge è possibile determinare «se un


corpo (…) galleggia, fluttua o affonda» [14]: un tappo di sughero ha una densità minore di quella dell’acqua, quindi galleggia; una persona fluttua perché ha una densità molto simile a quella dell’acqua – di cui è composta per il 70% - ; il piombo (utilizzato come zavorra per poter scendere in profondità) ha un densità maggiore dell’acqua, quindi affonda. L’importanza di questa La galleggiabilità

legge risiede nel fatto che permette di comprendere come sia possibile immergersi senza un dispendio di energie elevato e mantenendo un assetto equilibrato (tarando i pesi e l’aria contenuta nel GAV [15] si riesce a non sprofondare e a galleggiare). Proprietà ottiche del lago L’occhio umano è stato creato per lavorare all’aria aperta, e non a contatto con l’acqua: se si prova a tenere gli occhi aperti sotto la superficie la vista si fa offuscata, in quanto la luce si focalizza dietro la retina invece che sopra. Per avere una visione più nitida della realtà è quindi necessario avvalersi di una mascherina, che in subacquea deve comprendere anche il naso: esso permette infatti di compensare la pressione, evitando danni agli occhi. La maschera accentua un fenomeno chiamato rifrazione, per cui l’angolazione della luce crea un effetto simile a quello di una lente d’ingrandimento (un pesce che crediamo lungo 1 metro e distante 3 in realtà misura di 75 centimetri e si trova a 4 metri da noi). La visione sott’acqua

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«Gli influssi esterni condizionano la visibilità nell’acqua. La luce dipende dall’irradiamento e dall’angolo d’incidenza. L’angolo di incidenza, l’intensità dei raggi solari e le particelle in sospensione condizionano la visibilità» [16]. La visibilità in acqua dipende dunque da diversi fattori: nei laghi i fondali di roccia scura e il maggior numero di alghe e di elementi sospesi possono minare la qualità delle immagini. L’acqua assorbe la luce in modo selettivo, - maggiore è la profondità, minore è l’illuminazione - e dal momento che essa permette di determinare i colori, anch’essi vengono gradualmente assorbiti: già a partire da una profondità di 3 metri i colori caldi cominciano a scomparire, fino ad arrivare ad una profondità di 40 metri, dove l’unico colore visibile è La visione fuori dall’acqua

il blu/verde. L’assorbimento della luce è generalmente lo stesso per tutti i tipi di acqua, ma viene notevolmente influenzato dalla torbidezza o limpidezza del liquido. I fenomeni ottici appena elencati sono maggiormente visibili nei laghi, che presentano acque meno limpide e fondali più scuri. La nostra percezione visiva sott’acqua è dunque relativa, in quando fattori come grandezza, distanza e colore non possono essere determinati in modo preciso (se non tramite una stima o - nel Assorbimento selettivo del colore


caso dei colori - di una luce di supporto). La conoscenza di queste regole mi ha permesso di adattare le mie fotografie alle condizioni dell’ambiente circostante. Comunicazione sott’acqua Dal momento che sott’acqua non è possibile parlare, i subacquei si avvalgono di un codice universale per comunicare tra loro durante le immersioni. Anche se esistono maschere gran-facciale – simili a caschi e contenenti degli interfono grazie ai quali è possibile comunicare a voce con gli altri sub – esse non sono le più diffuse tra coloro che praticano la subacquea solo come hobby. La conoscenza del codice diventa dunque indispensabile, in quanto permette di segnalare - oltre che eventuali problemi - richieste come “spostati”, “più lontano”, “più vicino”, “la direzione” ed altro. La comunicazione subacquea non è tuttavia semplice, in quanto nonostante a secco (fuori dall’acqua) si decida cosa prevederà l’immersione, una volta sott’acqua la messa in pratica del piano Codice linguaggio, alcuni esempi

non è sempre evidente (fattori come la visibilità ed eventuali ostacoli sono difficilmente prevedibili). Ad esempio se un fotografo subacqueo decide di fare un’immersione a quattro componenti (due davanti e due dietro) può scattare fotografie voltandosi verso la coppia retrostante; ma se nei primi metri si perdesse dovrebbe essere in grado di trovare un’alternativa – con l’aiuto del buddy - a ciò che era stato prefissato. La stessa cosa vale per gli animali acquatici: se si è pratici del luogo e se ne conoscono gli abitanti, ma essi vengono pescati o non si trovano dove ci si aspetta, è necessario cambiare i piani e prendere decisioni sott’acqua, comunicandole al buddy.

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Diversificazione della pratica La zona delle Prealpi Insubriche presenta numerosi laghi, fiumi, torrenti e grotte, i quali permettono di diversificare la pratica. È proprio per questo motivo che trovo interessante proporre la subacquea e mostrare il mondo sommerso del nostro circondario: tutte queste fonti di acqua dolce hanno un habitat variegato e differente, grazie al quale è possibile approfondire l’attività senza rimanere “statici”. Nella calma dell’immersione notturna, Apnea e snorkeling guardi quel piccolo cerchio di luce e ti Al momento il lago Ceresio non possiesenti l’unico a godersi lo spettacolo de molte rive pianeggianti che permetIstruttore Padi Cowell tano la pratica dello snorkeling, ma alcune presentano un’inclinazione del fondale talmente leggera da permettere di ammirare la vita sommersa delle acque dolci interne. Il lago è inoltre un’ottima palestra per la pratica dell’apnea, in quanto la scarsa luce e visibilità aumentano lo stato di concentrazione ed attenzione sui parametri vitali. Difatti «l’immergersi in apnea rappresenta ancora oggi il primo modo con cui si stabilisce un rapporto con ciò che sta sott’acqua. (…) All’apnea è quindi legata l’estrema fisicità dell’atto una ritualità antica che ha spinto sempre più l’uomo verso un rapporto con se stesso che talvolta pare contro natura» [17]. Immersione tecnica Per immersione tecnica si intende la pratica sportiva effettuata con miscele d’aria: invece di normali bombole d’aria compressa utilizzate per le immersioni ricreative - si usano miscele diverse, in cui alcuni gas - che sotto pressione risultano dannosi per l’uomo – vengono sostituiti; in altri casi l’aria viene semplicemente “arricchita” con altre sostanze gassose. Il Nitrox è una miscela con arricchimento di ossigeno: la sua composizione è uguale a quella dell’aria che respiriamo, ma con una quantità di ossigeno superiore al 21%. Grazie a questa miscela è possibile accorciare i tempi di decompressione necessari a diminuire la saturazione da gas inerte nel sangue. Un’altra varietà di miscela – questa volta più impegnativa - è il Trimix, nel quale l’azoto viene sostituito con elio. Questo scambio viene compiuto perché sotto pressione l’azoto può provocare problemi come l’ebrezza [18], mentre l’elio non presenta controindicazioni anche quando utilizzato a profondità


maggiori. Questa miscela permette dunque di svolgere in maggiore sicurezza le immersioni più profonde, ma richiede, come la precedente, che chi la utilizza possieda una formazione specifica (è infatti necessario essere in grado di calcolare i giusti quantitativi e le percentuali da impostare prima di praticare l’immersione). La nuova tendenza tecnica deriva dal Trimix, ma con migliorie che limitano di molto la possibilità di problemi causati dall’errore umano. Si tratta del Rebreather, un sistema chiuso che non espelle l’elio (gas particolarmente costoso) in quanto presente in quantità minime nell’aria. Si tratta probabilmente del futuro dell’immersione: con l’utilizzo di due computer (il secondo dei quali entra in funzione soltanto in caso di rottura del primo) le quantità di gas vengono modificate in base alla profondità. In questo modo si migliora la condizione fisica durante l’immersione e si limita la possibilità di errori legati alla scelta della quantità di miscela. Speleologia subacquea «La cosiddetta “subacquea tecnica” nasce adottando e adattando le tecniche speleosubacquee alle situazioni e agli ambienti più frequentati dai subacquei, cioè le immersioni profonde, le immersioni nei fiumi con molta corrente, le immersioni sui relitti e le immersioni sotto i ghiacci» [19]. Il cave diving, in gergo, è l’immersione in grotta. Si tratta di una disciplina praticata in tutte le cavità ipogee allagate (come sorgenti e sifoni). Per poterla effettuare è necessario seguire un corso specifico, suddiviso in più tappe corrispondenti alla difficoltà di pratica di un sifone. Si tratta senza dubbio di uno sport dalle origini antiche, in quanto da sempre l’uomo è attratto dalle grotte, che «(...) sono state utilizzate come luogo di culto, di magia di riparo e come abitazione(...)» [20]. Nel corso dei secoli l’uomo si è perfezionato e ha potuto espandere la propria esplorazione anche in luoghi inizialmente inaccessibili perché allagati. (...) alimentato dal fuoco sacro Le prime esplorazioni vennero compiute del desiderio di conoscere in apnea - con numerosi problemi - e Casati Luigi, Manuale di Speleologia Subacquea, 12 via via migliorate tramite l’utilizzo degli scafandri prima, e della moderna attrezzatura poi. In Ticino sono presenti diverse sorgenti (abbastanza impegnative) che permettono agli appassionati di praticare questo tipo di “esplorazione” (anche se non sono di certo i primi ad immergervisi).

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[1]

Americo Galfetti, Il sub in acque dolci, 9

Esistono numerose didattiche che si propongono di insegnare la disciplina: non ve ne è una migliore o peggiore delle altre, semplicemente si è creato un business intorno a questo tema e ne nascono sempre di nuove. Approfondisco il tema al capitolo 6, Stato dell’arte, Comunicazione e immersione, Didattica. [2]

CMAS.CH, Immergersi in tutta sicurezza! 1, Teoria e pratica del corso sub una stella, 5

[3]

bar: unità di misura utilizzata per definire la quantità di pressione, altre unità di misura della pressione sono Pascal e Newton (1bar = 1kg = 100’000 Pa = 10N).

[13]

CMAS.CH, opera citata, 13

CMAS.CH, Immergersi in tutta sicurezza! 2, Teoria e pratica per l’ottenimento del Brevetto sub due stelle, 20 [14]

[15] GAV o Jacket: si tratta di un giubbotto ad assetto variabile al quale viene agganciata la bombola. Esso compensa la diminuzione di volume della muta provocata dall’aumento della pressione idrostatica ed aumenta la sicurezza. Immergersi in tutta sicurezza! 2, Teoria e pratica per l’ottenimento del Brevetto sub due stelle, 79

[4]

L’acqua è 770 volte più densa dell’aria, per cui un 1 litro di acqua pesa 1 chilo mentre 1 litro di aria pesa 1,3 grammi. Essendo l’acqua più pesante la pressione in acqua è maggiore che all’esterno.

[5]

[6]

[16]

CMAS.CH, opera citata, 21

[17]

Ridulfo Giuseppe, Apnea, 10

Ebrezza: è data dall’azoto sotto pressione. Ad una certa profondità e dopo un tempo di permanenza, anche breve, si può riscontrare questo problema di capacità cognitiva che può potenzialmente portare a gravi errori. [18]

CMAS.CH, opera citata, 7

CMAS.CH, Immergersi in tutta sicurezza! 2, Teoria e pratica per l’ottenimento del Brevetto sub due stelle, 23

[19]

Casati Luigi, Manuale di Speleologia Subacquea, 11

[20]

Ibidem, 17

[7]

[8]

Ibidem, 20

Approfondimento al tema nel capitolo 3, Il lago, Proprietà chimiche, fisiche e termiche

[9]

[10] Approfondimento al tema: CMAS.CH, Immergersi in tutta sicurezza! 1, Teoria e pratica del corso sub una stella, 10 oppure CMAS.CH, Immergersi in tutta sicurezza! 2, Teoria e pratica per l’ottenimento del Brevetto sub due stelle, 13 oppure Americo Galfetti, Il sub in acque dolci, 24

Immagini tratte da: CMAS.CH, Immergersi in tutta sicurezza! 2, Teoria e pratica per l’ottenimento del Brevetto sub due stelle, 20, 21 Andreoli A., Tarozzi L., (1993). L’attività subacquea. Fisiologia tecnica materiali, 19

Approfondimento al tema riguardante le leggi di Dalton, Henry e Gay-Lussac: CMAS.CH, Immergersi in tutta sicurezza! 1, Teoria e pratica del corso sub una stella, 12 oppure CMAS.CH, Immergersi in tutta sicurezza! 2, Teoria e pratica per l’ottenimento del Brevetto sub due stelle, 15-18 oppure Americo Galfetti, Il sub in acque dolci, 27-38 [11]

Densità: è la caratteristica che definisce il rapporto tra massa e volume di ogni elemento. Desità = Massa/Volume Immergersi in tutta sicurezza! 2, Teoria e pratica per l’ottenimento del Brevetto sub due stelle, 19

[12]

A destra Flore 46 anni in: www.swissinfo.ch- Switzerland a land of scuba divers. http://www.swissinfo.ch/eng/switzerland--a-land-of-scuba-divers-/41174616, it, (22 giugno 2015)


«When you dive in the lake, you feel everything inside, » she says. «When you dive in the sea, you watch – it’s not the same feeling ».



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Il lago È considerato un gioiello del paesaggio di inestimabile pregio, con la proprietà di termoregolatore dell’ambiente circostante, fattore evidente soprattutto per gli ambienti lacustri delle prealpi, ma sfruttato, a volte anche troppo, dall’uomo, in quanto spesso soggetto a differenti usi non solo ricreativi (idroelettrici, pesca, irrigazione, ...). La limnologia [1] definisce il lago come un avvallamento depressorio della superficie terrestre contenente grandi masse d’acqua, sia dolce che salata. L’acqua contenuta in questi avvallamenti, dal punto di vista chimico, presenta soluzioni disciolte di varia natura in continuo ricambio gassoso con l’atmosfera esterna. La classificazione di essi avviene solitamente in base a criteri geologici che ne determinano l’origine; indipendentemente da essa e da un punto di vista ecologico si può notare che l’ecosistema lacustre è alquanto variabile e fragile in confronto a quello marino; probabilmente questa instabilità è data anche dalla scarsa quantità di sali disciolti nell’acqua – tranne quando si parla di laghi costieri (prossimi alla salinità del mare) – la quale viene detta “dolce” se la sua salinità è uguale o inferiore allo 0.05%. È infatti un ecosistema molto complesso in equilibrio dinamico fra componenti biotiche (animali e piante), abiotiche (aspetti geologici, climatologici e atmosferici – non di organismi viventi) e fisico-chimiche. Non tutte le depressioni contenenti acqua possono essere considerate laghi; infatti il lago viene spesso paragonato a un organismo vivente che nasce e in tempi molto lunghi, tra varie evoluzioni e stadi, muore venendo interamente riassorbito, interrandosi. Questo avviene in quanto È un’elemento che favorisce non è considerato un elemento stabile la meditazione e le contemplazioni, ma in continua evoluzione e cambiache conferisce temperamento e fantasia, mento fra le sue componenti, sia per che sa perfino donare una certa cause naturali che non. Dunque stagni filosofia di vita, ed un animo poetico (raccolta di acqua ferma) «con vegeGiuseppina Ortelli Taroni, il Ceresio e la sua gente, 8 tazione acquatica molto abbondante soprattutto presso le rive e con ampie zone con profondità intorno ad almeno 2 m» [2], paludi (area pianeggiante coperta d’acqua a causa di un mancato deflusso di essa, «la vegetazione ingombra tutta la superficie e la profondità massima difficilmente supera il metro» [3], lagune (bacini costieri di acque salmastre separati dal mare da un litorale) o torbiere (luogo impregnato d’acqua, stadio iniziale del carbone che si for-

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ma durante il periodo dell’interramento grazie a resti vegetali ed organici) non fanno parte della definizione di “lago”, ma sono stadi di evoluzione e deterioramento di esso. La conoscenza dell’ambiente in cui ci si trova e delle sue particolarità permette agli utenti che usufruiscono del lago, da colui che ne solca le acque a colui che semplicemente ne ricava rifornimento, di captarne le peculiarità e le sfumature, apprezzandolo maggiormente e preservandolo. La conoscenza può abbattere ideologie e superstizioni sbagliate. Origini del lago Vi sono diversi modi di classificare un lago: possono essere classificati in base al regime (temporaneo o permanente – viene detto permanente perché uno sviluppo di interramento avverrebbe in anni molto lunghi), alla loro posizione geografica (costiera, continentale, valliva, eccetera), agli usi a cui è destinato (artificiale, ampliato, idrologico), alla salinità o meno dell’acqua o, come tratterò io, in base alla classificazione più diffusa, quella dell’origine, «ovvero il tipo di evento geologico responsabile della loro formazione: distinguiamo così laghi glaciali, vulcanici, di sbarramento, tettonici (…)» [4] e in aggiunta quelli artificiali, anche se non si tratta di un vero e proprio evento geologico, ma di un artefatto dell’uomo, ma trovo interessante affrontare anche questa casistica vista la notevole presenza di essi sul territorio delle prealpi Insubriche. Glaciali I laghi cosiddetti glaciali possono venire suddivisi fra quelli a stretto contatto con il ghiaccio, ovvero che si creano grazie allo scioglimento di esso e ne riempie la conca in cui si colloca, e quelli che «si sono creati per raccolta di acqua nelle depressioni in roccia create dall’azione erosiva della massa glaciale o nelle conche comprese tra depositi morenici [5] » [6]. Nell’ultimo caso si tratta di conche scavate dal movimento del ghiaccio in espansione, le quali, a causa del suo scioglimento, recessione, si sono riempite di acqua. Vulcanici I laghi vulcanici sono laghi di forma solitamente tondeggiante che si formano grazie all’acqua piovana che si va a depositare in crateri o caldere ormai spente di vulcani.


Di sbarramento Vengono chiamati “laghi di sbarramento” quei laghi che si formano solitamente a causa di frane o depositi morenici che ostruiscono il corso naturale del corso d’acqua. A dipendenza dell’imponenza dell’ostruzione possono essere più o meno temporanei. Tettonici I laghi tettonici si formano a causa di movimenti tettonici del sottosuolo, che creano anche grandi depressioni al di sotto del livello del mare (criptodepressione). Questi movimenti vengono distinti tra spostamenti di faglia e spostamenti sinclinali. Il primo è «la frattura di una massa rocciosa con spostamento relativo delle parti separate» mentre il secondo è una «piega della massa rocciosa formatasi per deformazione tettonica» [7]. In parole semplici si tratta di laghi che si sono formati a causa dello spostamento verso il basso di parte della crosta terrestre, il quale ha creato delle conche in cui corsi d’acqua deviati da questi movimenti o da acqua piovana convogliano. Artificiali Infine, i laghi artificiali sono bacini creati dall’uomo solitamente a scopo idroelettrico o agricolo. Questi bacini artificiali vengono realizzati sbarrando un fiume con la costruzione di una diga, la quale è regolata manualmente determinando così il flusso del corso d’acqua. Morfologia e idrologia La morfologia è la scienza che studia le forme. Nel nostro caso si tratta di una branca della geografia che osserva la superficie terrestre e lacustre ricavando le forme che creano il rilievo del territorio e la batimetria, ricavando informazioni sull’origine e l’evoluzione. Difatti questa disciplina in ambito lacustre è molto legata all’origine dei laghi: per esempio laghi ad origine tettonica solitamente presentano un fondale piatto, dato dallo scivolamento verso il basso di parte della crosta terrestre, oppure i laghi ad escavazione glaciale hanno un tipico profilo trasversale a U. I dati ricavati dallo studio morfologico servono per dedurre il perimetro, la lunghezza e la larghezza massima del lago, questi dati servono per creare delle planimetrie del lago. Oltre alla carta batimetrica che è una carta che permette di ricavare la forma della parte sommersa del lago, dalla quale si ricavano la profondità massima, quella media e il volume. A livello idrico il lago, come

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Carta delle ProfonditĂ del Lago di Lugano, D. L. Lavizzari, 1859


i fiumi, ha bisogno di un bilancio che gli permetta di capirne gli apporti e le perdite, per determinarne il tempo di rinnovo delle acque (il periodo che ne permette il ricambio completo eliminando l’acqua stagnante e ossigenando l’ambiente) oltre che il periodo stimato di vita di esso. Il tempo di rinnovo «viene calcolato attraverso il rapporto tra il volume del lago e la portata media del suo emissario. Ovviamente questa metodica è solo approssimativa, occorre infatti tener conto di numerosi altri fattori non sempre, purtroppo, immediatamente determinabili» [8]. Le caratteristiche idrologiche (ricambio di acqua) di un lago dipendono dunque dagli apporti che possono essere: tributari, piogge e per vie sotterranee oppure dalle perdite che avvengono per evaporazione, emissari o assorbimento/via sotterranea. Proprietà chimiche, fisiche e termiche Le proprietà di un ambiente lacustre, soprattutto quelle chimiche, ne determinano in maniera significativa l’ecosistema, favorendo condizioni ambientali per lo sviluppo di un determinato habitat piuttosto che un altro. Il principale elemento inorganico di cui è composto un lago è l’acqua: essa favorisce la vita grazie alla sua attività di solvente per tutti quegli elementi chimici indispensabili per la formazione di esseri viventi. Nell’acqua troviamo ossigeno e anidride carbonica disciolti, le cui concentrazioni variano a dipendenza di diversi fattori, ad esempio dall’atmosfera esterna o dall’attività di fotosintesi e respirazione delle piante acquatiche, proprio come accade per il mondo non sommerso. L’acqua inoltre contiene altri elementi come il fosforo e i sali d’azoto, che sono classificati come nutrienti, i quali se in eccessivo numero creano una veloce regressione del lago favorendo la proliferazione delle alghe, diminuendo la visibilità e l’apporto di luce alle piante, portandolo lentamente verso la condizione di mesotrofia ed eutrofia (sostanze tossiche e acidificanti), condizioni che portano ad esaurire le scorte di ossigeno disciolte in acqua. Fra le proprietà fisiche più importanti troviamo quella termica e quella ottica. La prima è una delle caratteristiche più significative per un lago in quanto a dipendenza delle stagioni varia sia orizzontalmente che verticalmente. Principalmente le variazioni maggiori si verificano in maniera verticale, tra la superficie a contatto con le variazioni e la luce solare esterna, la quale viene detta epilimnio, una intermedia, detta metalimnio, la quale è molto sottile e presenta acque con temperature in rapida diminuzione,

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e la parte più profonda, detta ipolimnio, che è caratterizzata da acque fredde definite più stabili. Principalmente il lago viene dunque suddiviso in tre fasce che ne determinano la stratificazione termica: - epilimnio - metalimnio - ipolimnio Questo avviene perché il lago non presenta la medesima temperatura lungo tutta la colonna d’acqua. È doveroso ricordare che l’acqua raggiunge la sua densità massima a 4°C, ovvero il suo massimo peso; sopra a questa soglia diventa più leggera in base alla progressione della temperatura. Questo fenomeno avviene anche in senso inverso, ovvero se la temperatura dell’acqua è al disotto dei 4°C, cioè ghiaccio, essa risulta più leggera e galleggia. Questo fenomeno viene osservato durante tutto l’anno sotto il nome di cicli del lago. L’epilimnio è caratterizzato, grazie all’apporto di calore dato dall’irradiazione solare e dall’azione coadiuvata del vento, da molto ossigeno; in estate esso rimane ben distinto dalle altre parti sottostanti, proprio in quanto risulta più caldo e dunque più leggero rispetto alla zona metalimnica o ipolimnica. Questo fenomeno non permette un rimescolamento delle acque, in quanto quelle superficiali sono troppo leggere e quelle profonde sono troppo pesanti; esse rimangono dunque distinte fra loro nella zona del metalimnio, o conosciuto in ambito subacqueo come termoclino, in cui vi è come un “muro” che separa l’acqua calda da quella fredda. «Esso rappresenta una vera e propria barriera tra queste due porzioni di masse d’acqua, che restano, durante questo periodo dell’anno, confinate, come due mondi separati» [9]. Durante i periodi di primavera o autunno, in cui vi è un lento raffreddamento dell’acqua di superficie, avviene il fenomeno di ossigenazione (omeotermia) della parte più profonda del lago. Infatti le acque di superficie raffreddandosi aumentano di densità e iniziano a sprofondare, portando l’ossigeno anche nella parte del ipolimnio. Questo progredire verso il periodo invernale porta l’acqua del lago ad avere la medesima temperatura, 4°C, sia in superficie che in profondità; questa condizione è detta isotermia e il lago si presenta molto più stabile con una visibilità notevolmente migliorata. Le proprietà ottiche del lago, invece, sono date sia dall’assorbimento selettivo della luce e del colore che dalla trasparenza. La luce del sole, fuori dall’acqua come al suo


interno, permette la nascita di vita, ad esempio di piante acquatiche, le quali «utilizzano l’energia luminosa per crescere e svolgere le loro attività vitali» [10]. La loro presenza coincide dunque con il limite massimo con cui la luce riesce a filtrare nella massa d’acqua, «venendo in parte diffusa ed in parte assorta dall’acqua stessa, dalle sostanze in essa disciolte e dalle particelle in essa presenti» [11]. Essa penetra infatti fino ad una determinata profondità e viene calcolata nell’ora, solitamente mezzogiorno, in cui il sole si trova esattamente perpendicolare alla superficie del lago. La trasparenza della colonna d’acqua viene calcolata tramite il disco di Secchi, un disco bianco che viene calato in acqua da una barca; i dati sulla trasparenza vengono raccolti dal momento in cui esso non è più visibile. Questa qualità non è stabile, come del resto tutto l’ecosistema; infatti cambia da stagione a stagione, da posizione e da periodo dell’anno. Più l’acqua è trasparente, minore è la torbidità data dalle alghe. I colori, proprio come la luce, vengono assorbiti, ovvero scompaiono, con il progredire della profondità delle acque; anche per questo si ha una percezione delle cose distorte, in quanto scendendo in profondità scompaiono mano a mano determinati colori, come ad esempio il rosso: prendendo ad esempio il caso in cui ci si ferisse a causa di un sasso o una conchiglia a profondità elevate, diciamo 50mt, vedremmo uscire sangue color verde. «All’atto pratico la luce bianca, essendo composta dai colori dell’iride viene assorbita a partire dai colori estremi dello spettro. I primi ad essere estinti sono i colori caldi e accesi del rosso, arancio, giallo e del violetto. La maggior penetrazione della luce si ha per le lunghezze d’onda di 450-500 mμ, cioè per le radiazioni di colore azzurro. Attorno ai -20/-30 metri, infatti, l’ambiente è già verde o blu e man mano che si scende di profondità assume una colorazione sempre più blu» [12]. Componenti biologiche Le componenti biologiche del lago variano molto, soprattutto a causa delle sue diverse fasce termiche caratterizzate da tipi di ambiente che favoriscono una diversificazione biologica in base appunto alle proprietà termiche e ottiche viste precedentemente. Come per le proprietà fisiche anche le componenti biologiche possono essere suddivise in tre grandi macro categorie: - plancton e fitoplancton: insieme di organismi acquatici microscopici, provvisti di strutture che ne consentono il galleggiamento non attivo.

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- benthos (litorali, sublitorali e profondi): organismi che vivono sul fondale lacustre dalla zona di riva a quella profonda. - necton: organismi viventi in acqua dotati di nuoto attivo, sostanzialmente i pesci. A livello ittico in passato sono state inserite numerose specie esotiche che si sono ambientate e diffuse in poco tempo dalle nostre latitudini, facendo ormai parte delle specie tipiche; ad esempio il persico sole o il pesce sole non sono autoctoni dei nostri laghi ed hanno caratteristiche di predatori ittiofagi come il luccio o il persico. Altra parte importante è quella rappresentata dalle macrofite, la fauna acquatica macroscopica, o più comunemente chiamate piante acquatiche, che non rientrano nelle catalogazioni sopra citate. Esse trovano terreno fertile nel laghi piuttosto pianeggianti rispetto a quelli subalpini, in cui vi è una maggiore presenza di pareti a picco rocciose. Le macrofite vengono distinte tra emergenti/emerse, flottanti o sommerse (quelle radicate al fondo); vi è anche una categoria per quelle flottanti ma non radicate. «Esse svolgono un ruolo ecologico estremamente importante, poiché contribuiscono alla creazione di habitat e siti di deposizione per la fauna, forniscono cibo per animali acquatici (invertebrati e pesci), stabilizzano la costa ed i sedimenti di fondo, hanno un ruolo fondamentale nel ciclo dei nutrienti (azoto e fosforo)» [13]. Questi diversi organismi possono venire ulteriormente suddivisi tra loro in produttori (autotrofi, ovvero vegetali), consumatori (eterotrofi, ovvero animali) e decompositori (batteri e funghi), per determinare come funziona una catena trofica (alimentare) lacustre. I produttori diventano cibo per i consumatori secondari (erbivori o planctofagi), i quali a loro volta diventano preda per i consumatori terziari (ittofagi). Alla morte di questi ultimi, i decompositori provvedono a disfarli delle sostanze organiche favorendo la concimazione del terreno, ed il tutto ritorna in circolo. Patologie L’uomo purtroppo ha spesso contribuito al deterioramento del lago, facendolo “ammalare” immettendo in esso sostanze inquinanti, specie estranee o sfruttandolo eccessivamente per il suo apporto idrico. Nello specifico vengono considerate sostanze inquinanti tutte le immissioni, volontarie o accidentali, estranee e dannose per l’ecosistema. Nei capitoli precedenti ho accennato al pericolo di immissione di fosfati e azoto, considerati nutrienti per le alghe, i quali producono un abnorme proliferazione di esse portando


il lago ad una drastica diminuzione, se non totale scomparsa, dell’ossigeno disciolto in esso (periodo eutrofico). «Le attività umane accelerano questo processo: l’immissione di liquami sia animali che derivati dalle reti fognarie, con il loro continuo apporto di nutrienti, accelera il processo causando una vera e propria concimazione del bacino» [14] in cui in seguito i batteri provvedono a consumare tutto l’ossigeno impedendo dunque la vita. Un’altra patologia causata dall’uomo è quella dell’introduzione di specie alloctone; recentemente questo fenomeno ha attirato su di sé sempre più attenzioni da parte della popolazione, poiché con l’introduzione di specie esotiche l’uomo ha causato una riduzione drastica, assieme ai cambiamenti climatici, della biodiversità. Infatti quando una specie estranea viene introdotta e si diffonde con successo, crea un’alterazione nella catena alimentare modificandone e regolandone la nuova coesistenza fra le specie (vedi per esempio la scomparsa dell’Alborella nel lago Ceresio). Non da ultimo lo sfruttamento idrico, che modifica drasticamente i volumi in entrata ed in uscita del lago, alterandone profondamente il ricambio idrico o, in alcuni casi molto gravi, prosciugandolo completamente, come ad esempio il lago Aral che è stato completamente asciugato a causa dello sfruttamento per irrigazione.

La limnologia è la scienza, per opera dello Svizzero F.A. Forel, che si occupa della biologia e dell’ecologia delle acque interne, ovvero laghi profondi e meno profondi, stagni, pozze, lagune e torbiere (acque ferme = lentiche) oltre che a fiumi, torrenti e fossati (acque correnti= lotiche). È una disciplina complessa in quanto, studiando il lago come entità unica, deve conoscerne ogni parte che lo costituisce, spaziando dalla crosta terrestre in cui si trova,

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alle piogge che lo alimentano, alla componente chimica indotta dai corsi d’acqua al suo interno fino agli animali e vegetali che lo abitano. Forneris G., Pascale M., Perosino G.C., Zaccara P., Lezioni di idrobiologia (le acque continentali). Origine ed evoluzione dei laghi, CREST (To), 105

[2]

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[3]

Ibidem, 105

FIPSAS, Cosa si vede nei laghi, Guida per subacquei in acqua dolce, 22

[4]

Morenici: sono massi o cumuli di materiale, detriti trasportati e depositati dal ghiaccio a valle.

[5]

[6]

FIPSAS, opera citata, 22

Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ARPA, Tutti i laghi senza lacune, Ecosistemi, risorse, patrimonio da preservare, 9

[7]

biologiamarina.eu - Limnologia: I laghi - prima parte. http://www.biologiamarina.eu/Laghi.html, it, (16 giugno 2015)

[8]

[9]

FIPSAS, opera citata, 25

[10]

Ibidem, 23

[11]

Ibidem, 23

[12] Tesi di Laurea magistrale, Beni culturali sommersi: progettazione e allestimento di una mostra di fotografia subacquea come testimonianza non deperibile, Maria Belèn Gari, 24 [13]

FIPSAS, opera citata, 37

Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ARPA, Tutti i laghi senza lacune, Ecosistemi, risorse, patrimonio da preservare, 20 [14]

A destra M. e F. Bernasconi, Riflessi, Visioni di un Ticino Sommerso, 19


Avvicinarsi all’acqua è come entrare nella sfera privata di una persona, affascinante e complessa. I primi incontri con l’elemento liquido sono dominati dal timore e dall’apprensione e non è possibile gustarli appieno; sono però carichi di emozioni forti e determinano in modo importante il rapporto che verrà a instaurarsi poi.



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I grandi laghi glaciali delle prealpi Insubriche Per Regione Insubrica si intende la fetta di terra situata a settentrione al confine tra Svizzera e Italia, la quale geologicamente e morfologicamente parlando presenta diverse similitudini, sia paesaggistiche che climatiche. Questa zona, ai piedi delle Alpi, presenta laghi sia grandi che meno grandi principalmente di origine glaciale, ma «non bisogna tuttavia pensare unicamente a fenomeni puramente glaciali» per quanto riguarda il nostro territorio, in quanto «probabilmente nell’ultima glaciazione le lingue glaciali occupavano antiche valli fluviali già allargate in passato dai ghiacciai dei precedenti periodi freddi. Inoltre fenomeni tettonici possono aver contribuito ad accentuare la profondità delle depressioni» [1]. Fino a qualche centinaio di anni fa, prima che venissero svolti studi geofisici sui fondali del lago, si pensava che i laghi della zona prealpina si fossero formati solo per mezzo di un’escavazione glaciale; questo venne dedotto anche dalle caratteristiche del paesaggio. Questa supposizione però si è rivelata in parte errata. Infatti un ghiacciaio, soprattutto nella sua parte finale, non è in grado di scavare così a fondo da produrre fondali di profondità notevoli. Inoltre il profilo batimetrico farebbe risaltare un profilo a V, tipicamente di erosione fluviale [2]. Questa Regione comprende grandi laghi Svizzeri, della regione Ticino come il lago Maggiore ed il lago Ceresio, e grandi laghi Italiani, delle province di Como, Varese e Verbano-Cusio-Ossola, come il lago di Como e di Garda, e meno grandi come il lago di Orta, Iseo e Idro, anch’essi catalogati principalmente per origine glaciale. La parte Ticinese comprende, sommando i suoi due grandi laghi, 160km di rive; le acque dei laghi sono di proprietà della Confederazione mentre l’usufrutto spetta ai Cantoni. In passato ci sono state speculazioni edilizie attorno al lago, permettendo a molte persone di poter costruire sulla riva del lago, cosa che teoricamente era vietata, in quanto le rive, a differenza delle acque che sono di proprietà della Confederazione e ad uso del Cantone, sono pubbliche [3]. Quindi, sempre teoricamente, ogni riva dovrebbe essere libera ed accessibile per chiunque (eccezione fatta per costruzioni come pontili o accessi al lago come scalette). Attualmente gli organi competenti, tra cui la polizia lacuale, stanno discutendo e vagliando delle soluzioni per rimediare agli errori commessi in passato senza dover scacciare le persone dalle proprie abitazioni.

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Il lago Maggiore o Verbano si trova per il 80% in territorio Italiano, mentre la parte più considerevole, l’20% si trova in territorio Svizzero, per un totale complessivo di 212km2 di superficie. Risulta il più profondo del territorio Svizzero con i suoi 370 metri di profondità massima (tra Ghiffa e Porto) e si trova ad un’altezza di circa 193 m s.l.m. . Come spiegato nei capitoli precedenti, un lago è considerato tale se ha degli immissari: i più importanti del lago Maggiore sono il fiume Ticino (con la funzione anche di emissario), la Maggia, la Toce (emissario del lago d’Orta) e la Tresa (emissario del lago Ceresio). La sua morfologia lo porta ad essere spesso in piena ed i paesi che si affacciano sulle sue rive subiscono sovente casi di inondazione, anche viste le particolari condizioni meteorologiche che causano, in determinate stagioni, abbondanti piogge. Il lago Ceresio, che approfondirò maggiormente nel prossimo capitolo, si trova ad un’altitudine maggiore rispetto al cugino Verbano, ovvero a 271m s.l.m.. Ha una superficie totale di 48,7km2; per il 63% di proprietà Svizzera e per il restante 37% Italiana. Raggiunge la sua massima profondità nella zona di Gandria con 288 metri. Per quanto riguarda i suoi immissari, non possiede fiumi di grossa portata, ma piuttosto numerosi fiumi di modesta portata, tra cui il Cassarate, il Soldo (Valsolda), il Cuccio (Val Cavargna), l’Orino (Valle d’Intelvi), il Mara (Val Mara), il Laveggio (tra Capolago e Riva), la Magliasina e il fiume Vedeggio. Come emissario ha la Tresa che si riversa, come detto sopra, nel lago Maggiore. Per quanto riguarda la parte delle prealpi italiane il lago Lario, o più comunemente di Como, è il più profondo d’Italia (e quinto in Europa) con i suoi 425 metri di profondità massima contro i “soli” 346 metri del lago di Garda, il quale però primeggia come lago Italiano con la maggior superficie (368km2 contro i 142km2 del lago di Como). Il lago Lario ha come principali immissari il fiume Adda (che funge anche da emissario), il Mera e il Fiumelatte, mentre il lago di Garda ne possiede 25, fra cui il principale è il fiume Sarca e l’emissario principale il Mincio. Una curiosità di quest’ultimo lago è che possiede l’immissario più corto al mondo: il fiume Aril o Ri, con i suoi 175 metri. I tre più piccoli, ma non meno importanti, laghi ad origine glaciale sono il lago d’Iseo, con la superficie maggiore di 65,3km2 e la profondità massima di 251 metri, il lago d’Orta con la superficie di 18,2km2 e una profondità massima di 143 metri e l’ultimo,


il lago d’Idro, con una superficie di 10,9km2 e una profondità massima di 122 metri. «I laghi costituiscono ambienti ad alto valore ecologico, paesaggistico, sociale ed economico. Sono elementi rilevanti del paesaggio e del ciclo idrogeologico, formano importanti riserve d’acqua e permettono l’esercizio di numerose attività, sia ricreative sia economiche (balneazione, pesca, turismo e sport)». Tratto da “Tutti i laghi senza lacune”, Ecosistemi, risorse, patrimonio da preservare, Arpa, pp 26-27.

Forneris G., Pascale M., Perosino G.C., Zaccara P., Lezioni di idrobiologia (le acque continentali). Origine ed evoluzione dei laghi, CREST (To), 1

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Fluviale: Durante il Messiniano (circa 6 milioni di anni fa) ci fu un abbassamento del livello marino dovuto all’inizio di una glaciazione, contemporaneamente l’area tra la Spagna meridionale e il Marocco, che corrisponde oggi allo Stretto di Gibilterra,

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subì dei sollevamenti tettonici. La conseguenza fu l’isolamento del mar Mediterraneo che, non ricevendo acqua dall’Atlantico, andò incontro a un disseccamento per evaporazione fino a trasformarsi in una serie di bassi bacini di acqua a salinità molto elevata. Le foci dei fiumi vennero a trovarsi anche a 1.500 metri sul livello del mare e incominciarono a incidere veri e propri canyon tra cui anche quelli ora occupati dai laghi prealpini. In seguito il mare

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tornò a occupare tutto il bacino del mediterraneo spingendosi sino al bordo meridionale della catena alpina insinuandosi nelle valli, sommergendole e depositando sul fondo i sedimenti marini. (…) Con il ritiro definitivo dei ghiacciai, circa 13.000 anni fa, e a seguito di movimenti tettonici di assestamento, si crearono le condizioni per la formazione delle conche lacustri così come oggi le vediamo. Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ARPA, Tutti i laghi senza lacune, Ecosistemi, risorse, patrimonio da preservare, 26-27 Pubbliche: Approfondimento al sito: www.rsi.ch il paladino delle rive libere. http://www.rsi.ch/news/ svizzera/Il-paladino-delle-rive-libere-1469587.html (21 giugno 2015). Oppure all’articolo della Costituzione Svizzera numero Art.664 o consultando il regolamento sul demanio pubblico 9.4.1.1.1 Art.2

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Lago Ceresio – 20.07.2015

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Il Ceresio

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Secondo voci popolari, la derivazione del nome Ceresio ha diverse origini: la prima da Cèresa (ciliegia), la seconda dal toponimo romano Ceresium (più blu del cielo) ed un’ultima da un nome celtico che significa ramificato, Keresius. «Inserito in un’area di importanza strategica, il Ceresio appartenne al dominio feudale della contea del Seprio; attorno al Mille passò sotto il controllo del vescovo di Como. La regione fu teatro della guerra tra Como e Milano per il controllo dei traffici alpini (1218-27); inglobati progressivamente nel ducato di Milano, il lago e le sue rive furono di nuovo oggetto di contese territoriali e politiche durante il XV sec., mentre Lugano si profilava come principale borgo rivierasco. L’appartenenza a una sola unità politica sovraordinata cessò definitivamente con la costituzione dei baliaggi transalpini dei cant. sviz. all’inizio del XVI sec. fissati nel 1752 con il trattato di Varese, i confini italo-sviz. rimasero da allora praticamente invariati» [2]. Un tempo il lago Ceresio veniva temuto e sfruttato molto di più rispetto ad oggi, in passato erano una vera e propria necessità la pesca e le traversate per il trasporto di persone, di bestiame e di materiali (prima della costruzione del ponte diga di Melide 1847) e spesso accadevano incidenti dati da imprudenze, incapacità di saper nuotare o maltempo. Con l’arrivo dei battelli a vapore (1848) aumentò l’uso turistico del lago, incentivandone anche l’usufrutto da parte della popolazione residente per le attività sportive; vennero infatti fondate diverse società tra cui quelle di canottaggio, nuoto, salvataggio, pallanuoto e di sommozzatori [3]. Bisogna tenere conto che, anche alle nostre latitudini, le donne non potevano usufruire del lago come gli uomini; inizialmente «si immergevano nel lago soltanto a scopo igienico, paludate pudicamente di casti grembiuloni», «il bagno sportivo anche per le donne iniziò lentamente con l’arrivo dei primi bagni-spiagge, una novità legata allo sviluppo del turismo alberghiero» [4]. Formazione e geomorfologia Come già accennato nei capitoli precedenti, il lago di Lugano ha una superficie di 48,7km2 e si trova ad un’altezza di 271m s.l.m ed è considerato di origine glaciale. La sua origine deriva dall’ultima glaciazione del Würm, anche se precedentemente ci fu un’erosione tramite escavazione fluviale e successivamente, circa 10’000 anni fa, ha acquistato la forma definitiva grazie appunto al ritiro e alla corrosione dei ghiacciai. Il lago viene condiviso da due nazioni, per il 63% dalla Svizzera, interamente nel cantone


Ticino, e per il 37% dalla parte Italiana, suddiviso tra il bacino est in provincia di Como e il bacino ovest in provincia di Varese La morfologia del lago risulta complessa ed esso viene per questo considerato in tre parti distinte, che formano quasi tre laghi diversi tra loro a causa delle differenti caratteristiche chimiche, idrologiche e morfologiche. C’è il bacino nord che va da Porlezza a Melide-Bissone e presenta la profondità maggiore, 288 metri nella zona di Gandria. In questo bacino l’acqua risulta, anche grazie alla maggiore profondità, molto più limpida rispetto a tutte le altre zone del lago. Il bacino sud invece si estende da Capolago fino ad Agno e raggiunge una profondità massima di 95 metri; qui nell’acqua risulta esserci una maggiore concentrazione di alga durante il periodo estivo e quindi essa appare più torbida. «In origine i due bacini erano già parzialmente separati da un fronte morenico sul quale poggia l’attuale ponte diga di Melide che congiunge le due sponde del lago consentendo il passaggio delle vie di comunicazione. Questo manufatto ha reso completa la separazione dei due bacini che comunicano ora unicamente attraverso il breve canale navigabile» [5], il quale inoltre permette uno scarso ricambio e mescolamento dell’acqua. Il terzo ed ultimo bacino viene identificato come quello di Ponte Tresa, Italia, e presenta dimensioni molto più ridotte, raggiungendo la profondità massima di 50 metri. Qui le acque, da recenti studi, risultano contenere molti fosfati derivati dallo scarico di liquami direttamente nel lago, senza un dispositivo di depurazione idoneo. La torbidità dell’acqua è dunque elevata e difatti il ricambio delle acque viene calcolato in 8,2 anni circa. Dalle cartine topografiche dell’agglomerato di Lugano, risalenti al 1880, non risulta stranamente una realistica batimetria del lago (visibile con le curve di livello) nonostante nel 1859 D. L. Lavizzari fece una Carta delle Profondità del Lago di Lugano finanziata dalla Società Elvetica di Scienze Naturali, la quale, tutt’ora utilizzata ed attuale, mostra i dati riguardanti le misurazioni della profondità dalla superficie del lago al suo fondo. Le misurazioni vennero fatte calando un peso da diverse postazioni, seguendo una linea da sponda a sponda in modo da identificare anche il profilo in sezione. Nel lago Verbano, nel golfo di Locarno, l’Istituto Scienze della Terra della SUPSI in collaborazione con l’Istituto per la Ricerca sulle Acque (EAWAG), ha effettuato uno studio pilota per poter generare una carta topografica con immagini ad alta risoluzione grazie al sofisticato sistema basato sulla tecnologia sonar [6]. Nel lago Ceresio non è

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Š swisstopo

In alto Cartine topografica, Swisstopo, 1880

In basso Carta delle ProfonditĂ del Lago di Lugano, D. L. Lavizzari, 1859


ancora stato effettuato un lavoro con dispositivi sonar, quindi ci si basa ancora sulla carta risalente al 1859 per quanto riguarda le batimetrie del lago. Nel 1989 venne organizzata una campagna, preparata dal professor J. Piccard [7], a 4 riprese stagionali, per scoprire cosa vi fosse nelle profondità del lago chiamato Endoceresio; a bordo del mesoscafo Forel sono stati raccolti campioni di sedimento, di acqua, di microrganismi profondi. A livello geologico il paesaggio risulta molto interessante, composto da pareti a picco o da zone pianeggianti che si alternano. Ciò che noi scorgiamo come ambiente sopra il livello del lago lo si ritrova anche sotto, una sorta di continuazione, in parte, del paesaggio. Ad esempio, il golfo di Lugano risulta inizialmente pianeggiante e con una leggera pendenza a confronto della parete a picco nella zona di Campione (Sas Margon). Essa infatti si prolunga nel lago e, come altre zone rivierasche, è considerata molto interessante per un pubblico subacqueo medio-tecnico. In vista dei prossimi capitoli, tengo a specificare quanto il paesaggio sommerso del lago Ceresio risulti interessante e potenzialmente turistico per un Il lago è una palestra, tipo di immersioni definite tecniche. ti obbliga a prestare attenzione Non è facile trovare un lago che presenPiero Meldi, Istruttore M2 CMAS, Istruttore Cave Diving ti pareti che continuano fino a raggiungere i 300 metri ca., le quali mettono alla prova le capacità delle tecniche di galleggiamento nell’acqua (assetto idrostatico) oltre che quelle psicologiche date anche dall’oscurità. Per questo motivo a volte il lago Ceresio viene visitato da subacquei da oltre Gottardo, o addirittura oltre frontiera, in quanto per le sue caratteristiche può proporre immersioni che accrescono le capacità tecniche di questa disciplina. Flora e fauna Le piante acquatiche, macrofite, presenti nel lago sono vere e proprie piante ed hanno tutte le funzioni di quelle che vivono fuori dall’acqua, assumendo varie dimensioni fino a toccare e superare i 2 metri d’altezza; anche se hanno fiori e frutti meno visibili, non vanno considerate meno interessanti. Spesso quando ci si riferisce ad esse si usa il termine alga, il quale però non è corretto, in quanto le alghe sono organismi che non crescono in altezza e non presentano radici, ma hanno un aspetto simile alla mucillagine filamentosa e non vivono oltre i 3 metri di profondità in quanto necessitano di molta luce. Nel Ceresio «ben l’83% del lineare di sponda è provvisto di una copertura vegetale, più

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o meno abbondante. Sono state censite 17 specie in totale, 15 fanerogame e 2 alghe della famiglia della Characeae. Le specie più comuni sono: Vallisneria spiralis, Myriophyllum spicatum, Najas marina e Ceratophyllum demersum» [8]. Esse aiutano, come precedentemente detto, a ossigenare l’acqua, ma hanno anche una funzione di “nascondiglio” per i pesci, oltre che un ottimo luogo dove deporre le uova. Negli ultimi anni, vista la carenza di macrofite, vengono istallati sott’acqua dei pini, in modo da favorire la fauna ittica (in particolare la specie del Persico). A livello ittico sono stati commessi gravi errori [9] nel passato che hanno addirittura portato alla scomparsa dell’Alborella; ciò è successo a causa di introduzioni di specie alloctone che hanno modificato la catena alimentare e l’equilibrio del lago. «L’ittiofauna presente nel Ceresio è largamente dominata dal pesce Persico che rappresenta più dell’80% del pescato totale. Il 50% delle specie indigene soffrono in maniera diretta della cattiva situazione attuale, a favore di quelle alloctone che si sono sviluppate e installate definitivamente nel lago. Il patrimonio ittico naturale del Ceresio appare quindi in gran parte compromesso: dal lago oligotrofico del 19 esimo secolo che ospitava agoni e Alborelle si è passati a un lago eutrofico popolato da persici, Luccioperca e Gardon. Le specie autoctone si fanno sempre più rare e la loro presenza nel lago, che le ha plasmate, si fa sempre più rara, tanto che alcune si possono praticamente ritenere estinte» [10]. Le specie indigene registrate in Ticino sono 25; fra di esse le più famose che si riscontrano nel lago Ceresio sono: l’Agone, il Pesce Persico, il Luccio, il Cavedano, la Tinca e la Bottatrice. Delle specie alloctone invece se ne registrano 14, sempre in Ticino; le più conosciute sono: il Luccioperca (Elba e Danubio), la Carpa (introdotta all’epoca romana), il Pescegatto (America settentrionale), il Coregone (Paleartico), il Persico Sole o Pesce Sole (America settentrionale) [11]. In totale nel Ceresio si registrano 34 specie diverse, di cui circa un terzo sono alloctone. Da un recente studio (2003) della Commissione Italo-Svizzera per la pesca è emerso che attualmente la specie dominante è il Gardon ed è probabilmente a causa di esso che sono scomparsi l’Alborella e il Temolo. Oltre ai pesci vi sono altre specie di animali, quali gamberi, meduse [12], tartarughe e cozze. Quest’ultime sono state introdotte accidentalmente con gli scambi merce che avvenivano via lago ed hanno trovato un ambiente favorevole a tal punto da invadere completamente il fondo del lago.


Inquinamento e risanamento Sembrerebbe che il lago Ceresio non abbia particolarmente “sofferto” fino alla fine della seconda Guerra Mondiale, e che sia sempre stato in una salute equilibrata. Con gli anni ha però subito un’invecchiamento rapido e precoce; solitamente infatti questo processo del tutto naturale avviene in moltissimi anni. Esso è stato innescato dall’uomo con l’immissione nelle acque tramite scarico diretto di nutrienti (come i fosfati), che a loro volta hanno incrementato la proliferazione dell’alga. Un volta morte le alghe ne rimane solo il materiale organico, il quale rende eutrofico il lago a causa dei batteri che per decomporlo consumano tutto l’ossigeno presente nell’acqua. Questo processo ha avuto origine intorno al 1950 e negli anni successivi, dal 1970, si è intrapresa una campagna, con tempi molto lunghi, per depurare il lago evitando lo scarico diretto istallando depuratori. «L’elevato tempo di ricambio delle acque e la forte urbanizzazione delle sponde hanno favorito l’eutrofizzazione del lago, dovuta soprattutto all’aumento di fosfati; iniziato intorno al 1950, il processo ha toccato il culmine dell’evoluzione sfavorevole negli anni 1970-80. Grazie alle misure di risanamento intraprese da allora, e in particolare la depurazione delle acque luride, tutte le rive della parte sviz. sono tornate a essere balneabili dal 1996, mentre nel 2005 è stata rilevata una buona ossigenazione anche delle acque in profondità» [13]. Attualmente il lago si trova in uno stato di transizione, anche se la chimica dell’acqua risulta molto diversa da un bacino all’altro. Stanno piano piano ricominciando a crescere numeroso macrofite, le quali dovrebbero favorire una maggioPer un Ceresio, destinato si spera, re ossigenazione del lago. Notizia attuale a ritornare nel futuro la piccola di questi mesi (dall’articolo sul Corriere gemma di cristallo del Ticino del 12 giugno 2015), solo la che un tempo lontano zona di Porto Ceresio non ha avuto il via un ghiacciaio aveva incastonato libera per la balneazione in quanto l’infra i monti del Ticino quinamento, a causa dei liquami, risulta Ricupero dell’equilibrio naturale: necessità transfrontaelevato e non adatto alla balneazione. liera. Corriere del Ticino, martedì 24 novembre 1992 Essendo il lago di usufrutto sia svizzero che italiano diventa difficile usufruirne anche a livello turistico se non vi è una comunione e un’azione congiunta per riequilibrare lo stato chimico e fisico del lago.

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Leggende del lago Solitamente l’uomo, per natura, ha una propensione al misticismo, alla superstizione; si ritrova affascinato da miti, leggende, dei, ninfe e personaggi di fantasia che ipoteticamente abitano nel suo ambiente. Probabilmente il desiderio di sapere che c’è altro oltre ciò che si vede e si vive, rende più interessante l’esistenza stessa dell’uomo. Da secoli vengono tramandate storie, più o meno vere, per incutere paure e cercare di rendere più consapevoli degli eventuali pericoli le persone. Anche il nostro territorio brulica di novelle, alcune delle quali riguardano nello specifico il lago Ceresio. Stando ai racconti degli anziani, che abitano lungo le sponde del lago, esso ha sempre suscitato paura, nonostante una volta la pesca fosse una delle fonti primarie di rifornimento per i paesi che si affacciavano sul lago. Probabilmente al giorno d’oggi diamo per scontato che a tutti i bambini, già nei primi anni di vita, viene insegnato a nuotare; le scuole regolarmente nei periodi pre-estivi promuovono quest’attività e dunque almeno a livello Cantonale risultano esserci poche persone con difficoltà nelle attività natatorie in confronto agli anni passati. Una volta, infatti, non era scontato che si potesse avere la possibilità di imparare a nuotare (mi riferisco al periodo della Seconda Guerra Mondiale in cui le priorità erano altre). È dunque probabile che molti racconti di morti e sparizioni nel lago siano legate alla paura di annegare, data appunto dall’incapacità di saper rimanere a galla. Il lago Ceresio, sotto l’aspetto geologico, presenta numerosi punti di strapiombo, così dette “pareti” che cadono nel lago fino a raggiungere, nella zona di Gandria, i 300 metri circa. Doveva dunque spaventare molto l’idea di cadere così in basso, dove nessuno avrebbe potuto recuperarti. Altro fattore che scatenò timore e fobie è relativo agli animali. Presumibilmente, prendendo ispirazione dalla tradizione classica, da leggende antiche greche o addirittura dal mostro di Lochness, anche alle nostre latitudini sono fioriti racconti di animali, con capacità sovrannaturali, che popolano il lago. Altra visione interessante del nostro lago ce la fornisce un articolo del Corriere del Ticino del 24 novembre 1992 a titolo: Rispettare il patrimonio che «vive» dentro il bacino; in questo articolo si parla di misteriose nubi fantasma che si aggirano sul fondale del lago spostandosi a volte fino intorno ai 10 metri di profondità, attribuite alla presenza di una certa strega Nerthus [14]. In seguito è stato scoperto che si trattava più semplicemente di nubi di


alghe che venivano spostate dalla corrente. Un ulteriore “mistero” delle acque del Ceresio è quello della locomotiva che transitava tra Porlezza e Menaggio che, dopo essere stata dismessa, nella notte del 21-22 agosto 1911 a causa di un’alluvione, venne trascinata nel lago. «Si dice che di notte durante piogge molto forti si sente il fischio della Locomotiva e la campanella del capotreno» [15]. Attualmente non è ancora stata ritrovata; si sono svolte numerose ricerche ad opera di singoli sub con lo scopo di definire il punto esatto in cui si trovava, ma le probabilità che sia sprofondata molto in profondità, visto il peso; sono alte, altrimenti è probabilmente coperta da una coltre di fango spessa. Di seguito altre leggende, considerate le più significativamente legate al lago e al territorio. La leggenda del Ceresio Questa leggenda narra di come si è creato il lago per come lo conosciamo noi oggi, rifacendosi vagamente alla storia di Poseidone, il Dio greco del mare. Si dice che un tempo il lago era molto grande con rive che permettevano di vederne l’orizzonte pianeggiante, anche se spesso si trovava in burrasca, a causa del grosso e inquieto pesce (tanto grosso da far sembrare minuscola una balena) che lo abitava. Un giorno Cèreso, il signore del lago, decise di porre fine al trambusto cercando di scacciare questo scomodo inquilino del lago, ma «il pesce non ascoltò neppure e guizzò via come un gigantesco siluro [16] e di nuovo tutto il lago ne fu sconvolto». Cèreso ordinò alle pietre del fondo del lago di alzarsi e il grosso pesce venne risucchiato dalla terra. Esso però si dimenò talmente tanto, prima di morire estenuato, da alzare montagne e gobbe dagli abissi che le acque non potevano più ricoprire, cambiandone completamente la morfologia pianeggiante di prima. Così nacquero, secondo la leggenda, i monti, le colline e i diversi rami del lago che conosciamo noi oggi. La Regina del Lago Questo racconto riprende molto il simbolismo tra acqua e nascita e quello a cui viene associato il pesce, per antonomasia simbolo sacro di saggezza e fecondità, al quale poi diverse religioni hanno fatto capo per esprime l’ideale di “salvatore” o di “veggenza” come ad esempio l’induismo [17] o il cristianesimo [18]. Si narra che quattro abituali compagni di pesca un giorno si trovarono confrontati con il racconto drammatico dell’esperienza avuta, il giorno prima, da uno di loro. Esso raccontò agli amici di aver

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Lago Ceresio – 19.07.2015


catturato una trota molto speciale, di dimensioni incredibili, luminescente, che però stranamente non si dimenava come tutti gli altri pesci quando abboccano all’amo, anzi, si lasciava trasportare rassegnata tra lamenti e gemiti che ricordavano un canto straziante. «Vidi seguita la mia prigioniera sino alla superficie dell’acqua da un lungo corteo di pesci, come tanti cortigiani al seguito della loro regina». Preso dai sensi di colpa e dalla paura di un presagio il pescatore raccontò di aver ributtato la trota, ormai morta, nel lago e di aver assistito di nuovo a un corteo di pesci che la vennero a prendere per trasportarla giù nel profondo. Con il passare dei giorni il timore di una ritorsione da parte della Regina del Lago si affievolì fino quando, uscito per l’abituale battuta di pesca con gli amici, si ritrovò nel mezzo della burrasca che fece capovolgere la barca togliendogli la vita. In questa leggenda spicca fortemente la paura dell’imprevedibilità del lago, della burrasca, della natura e dei pesci che ne governano le acque, ai quali bisogna portare rispetto se non si vuole essere puniti. Questo conferma alla mia teoria della titubanza e della paura del lago legata all’incapacità di nuotare e dunque del timore di affogare e sprofondare nel ripido fondale del Ceresio. Le campane di Morcote nel Lago Morcote è un paesino che si affaccia a forma di anfiteatro sul lago, percorso da un’unica strada ancora oggi, in ricordo forse del fiorente scambio di merci che in passato vi avveniva via lago, essendo un tempo il principale porto del Ceresio. Famoso ancora oggi per gli edifici con porticato risalenti al tardo Medioevo, conserva anch’esso una leggenda. Si narra che durante una bufera nel 1862 parte del villaggio sprofondò nel lago, compresa la chiesa, e che ancora oggi, durante le tempeste o il venerdì Santo, si senta riecheggiare il cupo suono delle campane volto a ricordare il dolore delle persone scomparse. In realtà la leggenda è vera in parte, in quanto effettivamente lo scoscendimento è avvenuto veramente anche se in maniera molto lenta e senza grandi frastuoni; ha inghiottito sei abitazioni dalle quali si sono tratti in salvo tutti tranne una signora molto anziana. Ma la chiesa non fu colpita da questa catastrofe. Il ricordo è stato impreziosito dall’immaginazione popolare dando un accento di misticismo e superstizione. Infatti il valore che assume un luogo sacro che sparisce inghiottito dall’acqua crea una forte valenza emotiva.

Testo tratto da “Bonini D., Bottani S., Pedroli A., Ritter R., Zambelloni F. (1992) Il meraviglioso, Leggende fiabe e favole ticinesi. Vol. 3, Sponde del Ceresio e Mendrisiotto, Armando Dadò Editore”

Approfondimento al sito: www.treccani.it - Lugano, Lago di. http://www.treccani.it/enciclopedia/lago-di-lugano_(Enciclopedia-Italiana)/, it, (22 giugno 2015)

[1]

www.hls-dhs-dss.ch - Lugano, lago di. http:// www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I8661.php, it, (22 giugno 2015)

[2]

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Fondazione della prima società di sommozzatori nel 1960, Lugano Sub

[3]

Giuseppina Ortelli Taroni, il Ceresio e la sua gente, 138

[4]

www.hls-dhs-dss.ch - Lugano, lago di. http:// www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I8661.php, it, (22 giugno 2015)

[5]

[10] www.museodellapesca.ch - Studio della fauna ittica del Lago Ceresio. http://www.museodellapesca. ch/index.php?option=com_content&view=article&id=355:studio-della-fauna-ittica-del-lago-ceresio&catid=27:archivio&Itemid=73, it, (22 giugno 2015) [11] Approfondimento al poster I pesci del Cantone Ticino, del Museo della pesca di Caslano.

Craspedacusta sowerbyi ovvero la medusa di lago, «ha un diametro di pochi centimetri, una diffusa colorazione bianco-azzurra ed è munita di cinquecento sottili tentacoli i quali (…) non sono urticanti per l’uomo. Essa tende a sviluppare colonie a temperature sopra i 25°C, l’anno scorso, 2014, non sono state avvistate nel lago Ceresio in quanto esse si sviluppano solo quando trovano un ambiente e temperature favorevoli alla loro crescita. Approfondimento all’articolo del settimanale Azione del 30 giugno 2014, Meduse di Lago, 25 [12]

Approfondimento al sito: www.eawag.ch Segreti in fondo al Lago Maggiore. http://www. eawag.ch/medien/bulletin/20091005/secreti-al-lagomaggiore.pdf, it, (22 giugno 2015)

[6]

Jacques Piccard: figlio del fisico svizzero Auguste Piccard, famoso per le esplorazioni della stratosfera e delle profondità marine, si laurea in ingegneria per poi continuare la passione del padre verso le profondità costruendo un mesoscafo il quale è un sottomarino per le medie profondità. In Ticino venne usato il mesoscafo di nome Forel.

[7]

Ecomorfologia rive delle acque comuni, Lago Ceresio, 2

[8]

www.hls-dhs-dss.ch - Lugano, lago di. http:// www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I8661.php, it, (22 giugno 2015) [13]

Nerthus: divinità di origine germanica legata al paganesimo, rappresenta la Madre-Terra. Di essa e del suo legame con il Ticino non vi sono testimonianze chiare però spesso viene chiamata Holda e secondo il sito: afwcraft.blogspot.it – Faces of the Golden Queen. http://afwcraft.blogspot.it/2012/03/ faces-of-golden-queen.html, en, (30.06.2015) viene collegata alla magia e alla stregoneria della filatura e della tessitura a mano. Secondo loro è associata alla figura di strega in quanto lo strumento di legno con cui si fila la fibra grezza somiglia a una scopa, tipico oggetto associato alle streghe che permette loro di volare. Altro approfondimento al sito: www.germanicmythology.com – Frau Holle. http://www.germanicmythology.com/original/earthmother/odinswifefrauholle.pdf, en, (30.06.2015) [14]

Queste introduzioni sono state effettuate in modo consapevole e pianificato, dopo attente valutazioni. Esse hanno avuto, eccezione fatta per il persico sole, esiti positivi per quanto riguarda la pesca e non hanno generato competizioni interspecifiche tali da compromettere le popolazioni autoctone. Altre specie alloctone si sono poi aggiunte al popolamento ittico del Ceresio verso la fine del secolo scorso. A differenza di quelle antecedentemente menzionate, esse sono state introdotte accidentalmente, attraverso le pratiche di ripopolamento (carassi e pesce gatto, probabilmente importati inconsapevolmente assieme al novellame di carpa e tinca dalla vicina Italia) o, come nel caso del gardon, attraverso l’utilizzo di pesci vivi da esca importati dall’estero (nel caso specifico dall’area Nordalpina). Queste introduzioni accidentali comportano notevoli rischi, come dimostra l’espansione esplosiva della popolazione di gardon nel Lago di Lugano che ha sconvolto gli equilibri del popolamento ittico, contribuendo probabilmente alla scomparsa dell’Alborella (Polli, 2001) e mettendo in pericolo la sopravvivenza di altre specie di ciprinidi con i quali, oltre che entrare in competizione, è pure in grado di ibridarsi. www.cispp.org - Lago di Lugano (Ceresio). http:// www.cispp.org/ceresio.html, it, (24 giugno 2015)

[9]

[15] Massimo Pellegrini, 20 aprile 2007, approfondimento al sito www.deepworld.it - Il mistero della locomotiva scomparsa. http://www.deepworld.it/ Docum_treno/Mistero%20treno/Mistero.htm, it, (27 giugno 2015)

Siluro: il nome deriva dalla forte somiglianza data dalle sue caratteristiche morfologiche; ha infatti un corpo cilindrico che si assottiglia verso la coda. Bramato dai pescatori per le dimensioni che può raggiungere – fino a 300kg – è anche causa di [16]


fobie vista appunto la grandezza a cui può arrivare. Probabilmente, non si ha la certezza – a causa dei vari errori fatti in passato pensando di ripopolare il lago – è stato immesso nel Ceresio abusivamente, al contrario del Lago Maggiore nel quale probabilmente è giunto per vie naturali attraverso i laghi del Varesotto. Induismo: nella religione Indù il pesce è un simbolo di buon auspicio. Esso è talvolta incarnato da Vishnu – durante il diluvio universale – divinità benevola vedica che discese sulla terra, assumendo diverse incarnazioni, al fine di punire i malvagi e premiare i buoni salvando l’ordine universale. [17]

Cristianesimo: inizialmente il simbolo del pesce aveva una valenza di appartenenza al gruppo “cristiani” in quanto erano perseguitati dai Romani e dovevano dunque escogitare dei metodi per riconoscersi ed aggregarsi passando per lo più inosservati. In seguito venne citato ancora nei Vangeli, sotto i miracoli compiuti da Gesù nella moltiplicazione del pane e dei pesci. [18]

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Introduzione

Tutte le fotografie fino a pagina 75 Grßner See, Austria – 01.06.2015


Ricerca

Stato dell’arte Il mondo delle immersioni - con autorespiratore, in apnea o semplicemente snorkeling – è generalmente poco conosciuto alle nostre latitudini. È molto più frequente sentire parlare di diving o diving shop in luoghi marittimi, in cui esso può rappresentare un’attrazione turistica. Nel nostro cantone sembra che quasi nessuno abbia ancora pensato all’utilizzo dell’attività in questo senso. Le ragioni di questo fenomeno sono piuttosto evidenti: coloro che aprono una società sportiva acquatica nei nostri laghi o fiumi vi lavorano raramente a tempo pieno, e di conseguenza l’impegno e la promozione ad essa legati non avvengono come “lavoro principale”, ma solamente come hobby. Una delle più famose eccezioni alla regola è quella della Valle Verzasca, in cui sono presenti ben tre società che si occupano di fornire il materiale e proporre corsi (soprattutto a turisti): una a Tenero, una a Gordola e una a Lavertezzo. Questa zona non è famosa unicamente per le immersioni con autorespiratore (che attirano visitatori e appassionati da tutto il mondo), ma anche per i semplici bagni di sole, i tuffi, la canoa, il rafting, ecc. Un altro esempio interessante proviene dall’Austria, e più precisamente da Styria, località in cui - a 2’278 metri di altitudine - si trova un laghetto alpino molto famoso: il Grüner See [1] (Lago Verde). Anche in questo caso il luogo è celebre non solo tra i subacquei, ma anche tra gli amanti della montagna e delle passeggiate, in quanto – soprattutto tra maggio e giugno - offre ai visitatori un paesaggio a dir poco fiabesco. Sul posto non è presente un vero e proprio diving che gestisce le immersioni e le ricariche d’aria, ma è frequentato dagli appassionati in maniera autonoma (prima di potersi immergere essi devono acquistare il permesso presso la ProLoco o nei negozi e centri specializzati). Nonostante possa apparire scomodo – in quanto privo di un compressore o di materiale in prestito reperibile sul posto – il lago è molto frequentato. Vicino al GrünerSee – ma più in basso, a 1’160 metri di altitudine – troviamo un altro lago, il Grübl See [2] a differenza del primo esso è un pozzo artificiale dotato di un vero e proprio diving center. Il laghetto è diventato un’attrattiva turistica per i subacquei grazie ai numerosi pesci che vi sono stati introdotti, tra i quali è possibile osservare un raro Storione Albino (che, secondo la proprietaria del diving più alto d’Europa, è uno dei cinque esemplari presenti sul continente europeo). La Verzasca e i due laghetti Austriaci non sono però adatti a tutti. Il fiume non è accessibile a chiunque, in quanto presenta rive con grossi massi e spiagge di sassi che necessitano un minimo di

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Tutte le fotografie fino a pagina 78 Grübl See, Austria – 02.06.2015


abilità motorie per essere raggiunte. Ma non si tratta dell’unico problema: ogni anno, agli inizi della stagione estiva, viene infatti compiuta una campagna [3] di prevenzione per mettere in guardia i bagnanti riguardo ai pericoli del corso d’acqua, le cui correnti si sono spesso rivelate fatali (la presenza di correnti molto forti e la poca conoscenza di esse o del “funzionamento” di un fiume possono risultare estremamente pericolosi). Anche le temperature non sono da sottovalutare: provenendo da altitudini considerevoli l’acqua della Verzasca è molto fredda, così come quella dei due laghetti alpini austriaci (4°C nel Grüner See e 6°C nel Grüblsee). Ritengo dunque che si tratti di mete adatte a persone con una media esperienza in acque fredde (come ad esempio in un lago d’inverno, che a dipendenza dell’altitudine presenta acque con temperature simili): che si tratti di nuoto, apnea o subacquea, questi scenari sono quindi preferibili per individui con un’attrezzatura e una preparazione fisica adeguata. A mio modo di vedere i laghi come il Ceresio possono invece essere sfruttati e vissuti da una gamma più ampia di persone (riuscendo ad avvicinare diverse categorie a questa disciplina si potrebbe incrementare il turismo, creando nuove alternative alle gite sull’acqua o intorno al lago). In estate le acque del Ceresio possono raggiungere temperature di 25°C, adatte a bagni e attività in costume o mute leggere (3-4 mm di neoprene). È vero che la morfologia complessa del lago non presenta attualmente molte rive pianeggianti in cui praticare snorkeling, ma il Cantone si sta mobilitando per renderne accessibili un numero sempre maggiore. In determinati punti la pendenza del fondale aumenta inoltre in modo molto graduale, caratteristica che lo renderebbe idoneo all’introduzione di diving center, centri subacquei per la prova e la pratica di questo sport. Per quanto riguarda la stagione invernale il pubblico è ovviamente ancora più di nicchia, in quanto per immergersi in questo periodo dell’anno è necessario possedere materiale stagno e termico (in questo caso si parla di immersione tecnica, la quale ha un riscontro molto positivo nel Ceresio vista la morfologia del lago, in cui sono presenti numerose pareti a picco). Non sarebbe però una novità quella di proporre immersioni anche in inverno: il sito internet di Svizzera Turismo propone infatti da tempo un’esperienza sommersa al di sotto della superficie ghiacciata del lago Lioson [4]. Per l’immersione sotto il ghiaccio è però necessario possedere un brevetto specifico, ragione per cui quest’attività risulta ancora più “esclusiva” (anche se – secondo la didattica CMAS [5] - il corso speciale

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Introduzione


immersione sotto il ghiaccio può essere seguito subito dopo aver preso il primo brevetto S1, ottenibile a partire dai 14 anni). Comunicazione e immersione Didattiche Le diverse didattiche che insegnano le basi della subacquea nate e diffuse un po’ in tutto il mondo - hanno creato un business attorno a questo sport. La scelta della didattica più adatta avviene in modo autonomo, in base alle esigenze e al tipo di immersioni che si intende svolgere (anche se, in linea di massima, gli insegnamenti che riportano si somigliano molto tra loro, soltanto poche regole cambiano da una versione all’altra). In Svizzera le due didattiche principali sono la Professional Association of Diving Instructors (PADI)[6] e la Confederazione Mondiale di Attività Subacquea (CMAS.CH) [7]. La prima è considerata la didattica più seguita al mondo, la si trova in ogni diving marittimo e promuove l’attività principalmente a scopo ricreativo; in CMAS. CH troviamo invece un’idea di immersione più tecnica (entrambi presentano però sia corsi tecnici, sia ricreativi). Lo scopo delle didattiche è quello di insegnare la disciplina attraverso corsi adatti al livello e all’età dell’allievo. Ciò implica immersioni con esercizi per imparare a gestire le situazioni di pericolo senza panico e lezioni teoriche che spieghino le leggi fisiche della subacquea e il comportamento da tenere sott’acqua. Una volta conclusa la formazione si riceve un brevetto, il quale permette solitamente di compiere immersioni ovunque. La pratica e il livello di istruzione raggiunti da un subacqueo sono indicati sulla base di diversi gradi. Prendiamo il mio esempio: io seguo la didattica CMAS.CH e ho un brevetto ** (due stelle), il quale mi permette di raggiungere una profondità massima di 25m (avendo compiuto esercizi solo fino a questa profondità sono in grado di gestirmi solo fino a quel limite: superarlo metterebbe in pericolo me e il mio buddy). In Svizzera è possibile trovare altre due didattiche: la National Association of Underwater Instructors (NAUI) [8] e la Scuba Schools International (SSI) [9]. Il loro utilizzo è però più marcato nelle zone marine. Turismo tra singoli e società Negli anni ottanta la subacquea ha conosciuto un boom anche in Ticino, ed in molti si sono affacciati a questo sport (al tempo ancora poco conosciuto e molto rudimentale per quanto riguarda l’attrezzatura). Proprio in questo periodo sono nate molte associa-

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Introduzione

Fotografie sopra e sotto Lago Ceresio – 20.12.2009


zioni, sparpagliate per tutto il Cantone, che grazie al loro statuto e alla messa a disposizione del materiale anche ai neofiti, hanno permesso una buona diffusione dell’attività. Il maggiore problema delle odierne associazioni subacquee ticinesi risiede nel poco ricambio generazionale (i giovani non sembrano possedere un sufficiente interesse verso questo sport per cominciare a praticarlo regolarmente). Con il passare degli anni il materiale tecnico è migliorato molto, diventando sempre più efficiente e più costoso (altra ragione per cui sempre meno giovani si avvicinano a questa disciplina). La funzione dell’associazione non è tuttavia cambiata: essa permette tutt’oggi di assorbire i costi, permettendo a chi non possiede il materiale di prendere in prestito quello della società. In Ticino manca però una promozione della subacquea come sport, e di conseguenza una ricerca di nuove persone che si occupino delle società (di solito vengono promossi solo piccoli eventi per bambini, tenuti in piscina e solo successivamente, sotto richiesta, nel lago). Molti sono invece i subacquei esperti ed affermati che promuovono autonomamente - non solo nel lago o nel nostro circondario - gite a scopo turistico-subacqueo o fotografico-subacqueo. Nonostante esista una Federazione di Sport Subacquei Svizzeri nemmeno a livello nazionale viene compiuta una promozione generica dello sport (non è mai stato organizzato un evento che raccolga tutte le società e che promuova l’esperienza). Per quanto riguarda il sito della Federazione di Sport Subacquei Svizzeri [10], esso presenta pecche informative: la parte descrittiva riguardante il lago Ceresio è in “elaborazione” da diverso tempo e non presenta dunque nessun tipo di informazione utile per chi volesse praticarvi delle immersioni. Da qualche anno a questa parte Svizzera Turismo “vende” al mondo il nostro paese come paese dell’acqua, celebrando i laghi e fiumi di cui il paesaggio dispone. Tale promozione non riguarda però la subacquea: se non teniamo conto del lago di Lioson (di cui abbiamo parlato in precedenza) essa non propone infatti nessun tipo di esperienza sommersa. Per quanto riguarda il Ticino, la promozione dell’esperienza sul lago e nei paesaggi limitrofi è maggiore rispetto al resto della Confederazione: essa viene compiuta in un’ottica emozionale-esperienziale, anche se nella maggior parte dei casi viene proposta un’avventura a “pelo” dell’acqua e non sotto. Il sito di Lugano Turismo [11] - a differenza dei precedenti – parla della possibilità di effettuare questo sport, mostrando un elenco di tutte le associazioni presenti sia

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nel Luganese che nel Cantone (esso non si spinge però oltre la semplice nomenclatura, dando solo la possibilità di visitare i siti delle varie Associazioni Sportive e sviando loro il compito di promuovere l’attività). Un evento interessante - che si svolse a Lugano per vent’anni a partire dal 1987 - fu quello della Biennale internazionale dell’immagine subacquea [12], che si proponeva di promuovere il mondo sommerso (non solo lacustre). Questa manifestazione non esiste più, ma a breve sarà possibile accedere a tutta la sua documentazione, raccolta in un sito internet (al momento in fase di ultimazione). Una promozione specifica del lago Ceresio è stata realizzata dalla trasmissione Storie della RSI con un filmato di Mohammed Soudani intitolato “Sua maestà il lago” (si tratta però di un documento più artistico che comunicativo). Esistono poi eventi come Sportissima Lugano [13] o la Traversata del lago di Lugano [14] che implicano un’interazione con l’acqua: per quanto riguarda la prima con la prova in vasca dell’immersione con bombola, per la seconda il nuoto svolto nelle acque del lago. Di seguito propongo una breve analisi degli artefatti più interessanti (sia per pregio che per difetto) riguardanti il Ceresio o più in generale lo sport acquatico a livello svizzero e italo-insubrico. App - Swiss Dive Si tratta di un’applicazione compatibile con iPhone, iPad e iPod touch: disponibile in 4 lingue (francese, tedesco, italiano e inglese), essa elenca i luoghi svizzeri in cui è possibile immergersi. È pensata come estensione digitale dei libri di immersione [15] (Tome 1, 2, e 3 di Christophe Cotting, Istruttore CMAS M**/P**** oltre che DiveMaster PADI). Le informazioni sono molto buone anche per quanto riguarda la zona del Ceresio, in quanto indica i punti d’immersione migliori, le stazioni di ricarica e le scuole/club. Si tratta di un’applicazione molto interessante per i subacquei, in quanto presenta - oltre alle coordinate esatte - anche un elenco di ciò che si può vedere e una descrizione morfologica del sito (anche se molto approssimativa). Penso che sarebbe molto utile integrarvi immagini scattate durante le diverse stagioni, in grado di mostrare i fattori interessanti di ogni luogo (fauna, flora, geomorfologia,…).


App Swiss Dive

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App Swiss Dive


App Navigazione Laghi

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- Navigazione Laghi Si tratta di un’applicazione compatibile con iPhone, Android, iPad e iPod touch disponibile unicamente in inglese: essa fornisce informazioni riguardo alla navigazione sui laghi di Como, Garda e Verbano. Tale applicazione si occupa di fornire news riguardanti il territorio, le rotte e gli eventi (il tutto con l’aiuto di fotografie). Personalmente la trovo povera di contenuti, oltre ad essere solo una fra le tante applicazioni presenti sul mercato che parla principalmente di navigazione e di turismo intorno al lago, senza mai proporre sport acquatici. Penso però che sarebbe auspicabile, per il mio artefatto, integrare immagini che mostrino gli scorci visibili una volta usciti dall’immersione o dall’apnea. - Splash° Si tratta di un’applicazione compatibile con iPhone, iPad e iPod touch disponibile in 4 lingue (francese, tedesco, italiano e inglese): molto semplice e dal design minimale, essa mostra le temperature di laghi e fiumi svizzeri ed è pensata per tutte le persone che amano nuotare o praticare sport acquatici. Purtroppo non è molto aggiornata, e diversi fiumi Ticinesi (come ad esempio la Verzasca, la Maggia, ecc.) mancano all’appello. Trovo sia un’ottima idea sfruttare dati tecnici per incentivare lo sport lacustre, soprattutto per coloro per cui la conoscenza dell’ambiente in cui si va a praticare sport - che sia l’immersione, l’apnea o semplicemente il bagno - è indispensabile. Siti internet - http://www.aquamap.ch/it.html Il sito presenta una cartina della Svizzera sulla quale sono evidenziate le zone rivierasche balneabili. «L’obiettivo della cartina è permettere alle persone di pianificare la loro permanenza in riva all’acqua in Svizzera e prevenire gli annegamenti». Per quanto riguarda il Ceresio la mappa indica anche i principali punti di balneazione sportiva e le zone in cui essa è invece vietata (principalmente zone di transito di barche, pontili e zone portuali). Purtroppo non si tratta di un sito molto aggiornato, in quanto per il Ceresio vengono indicate come aree balneabili unicamente i lidi ufficiali, mentre viene raccomandata la prudenza in tutti (ma non sono tutti) i luoghi non ufficiali, ma di uso pubblico. Basti pensare che non viene fatto alcun riferimento al divieto di balneazione imposto quest’anno (2015) a Porto Ceresio, dovuto all’eccessivo inquinamento della zona (tutta la parte Italiana viene tralasciata).


App Splash째

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Sito internet www.aquamap.ch


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Sarebbe interessante avere a disposizione una cartina completa e periodicamente aggiornata, che mostri le possibilità e i vari scorci del lago. Per ora si tratta però soltanto di un sogno, in quanto neppure la Polizia Lacuale del Ceresio possiede una mappa sulla quale siano segnalate tutte le zone pubbliche - ufficiali e non ma solo una cartina della navigazione. Le conoscenze dei fruitori del lago presentano di conseguenza numerose lacune, motivo per cui le certezze sono ben poche: nelle zone portuali o di transito di natanti è vietata la balneazione; i pontili sono di proprietà privata; un cancello non può essere varcato in quanto delimitante una proprietà privata. - http://longlake.ch/eventi/27889-along-the-river-re-imaging-public-space/ Si tratta di un evento organizzato a Lugano tra il 10 e il 18 luglio 2015 dall’Istituto di Architettura di Lugano in collaborazione con l’Università di Scienze applicate della Svizzera italiana SUPSI e la Franklin University of Switzerland. Lo scopo della manifestazione è quello di rivedere gli spazi collettivi della zona, sperimentando nuove soluzioni e incentrandosi lungo il fiume Cassarate: «è un programma sulle infrastrutture e l’architettura del paesaggio urbano finalizzato allo sviluppo di metodologie innovative per la gestione del paesaggio e dello spazio pubblico, di potenziale uso alle autorità pubbliche, organizzazioni private o istituzioni accademiche». Trovo molto interessante l’idea di realizzare un progetto che renda accessibili questi luoghi: rendendoli fruibili a tutti; infatti più facile creare una comunicazione attrattiva, volta sia alla pratica di sport acquatici, sia a far apprezzare l’elemento acqua alla popolazione locale (prima che al turista). - http://www.google.com/maps/d/viewer?usp=sharing&mid=zWmuVkP0ctH4.k2v3tmHGzCL4 Estensione a mappa della pagina Facebook Vaffanbagno, in Ticino e dintorni. Si tratta di una pagina in cui gli utenti possono suggerire luoghi pubblici - a pagamento e non - dove è possibile fare il bagno. Alla pagina è abbinata una mappa, sulla quale sono segnalate le coordinate dei luoghi, le informazioni utili e alcune fotografie. Non si tratta di uno strumento ufficiale del Cantone, ma penso sia molto originale sia nel nome che nella tipologia di servizio che offre. Solitamente si tende a custodire gelosamente le coordinate delle aree balneabili di cui si viene a conoscenza, ma essendo un bene comune penso che debbano


Sito internet www.longlake.ch

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In alto Sito internet www.google.com/maps di Vaffanbagno

In basso Sito internet http://catlinseaviewsurvey.com da www.ilpost.it/


poter essere utilizzate di tutti, senza per forza renderle attrattive e aperte al turismo di massa. - http://www.ilpost.it/2012/02/24/street-view-sottacqua/ Altro progetto interessante, anche se riguardante il mare, è quello di Google: dopo aver fotografato tutte le strade del mondo e averle messe a disposizione con una navigazione tridimensionale (Street View), esso ha infatti deciso - in collaborazione con la University of Queensland, Australia - di spingere le sue macchine fotografiche anche sott’acqua. Esse scatteranno fotografie a 360°, con l’obiettivo di mappare la barriera corallina più grande del mondo (quella australiana, lunga 2’600km). «I sommozzatori avranno a disposizione particolari fotocamere, che realizzano immagini a 360° man mano che si procede sott’acqua. Saranno utilizzati anche alcuni sottomarini automatici per raggiungere le aree più profonde in sicurezza». Trovo l’idea di mostrare a tutti il mondo sommerso e la vita che lo abita davvero entusiasmante. Sicuramente si tratta di un progetto dalla forte valenza emotiva, in grado di affascinare profondamente i più appassionati. In questo modo - oltre a conoscere le varie specie di animali che popolano l’ambiente - si ha la possibilità di determinare con esattezza l’aspetto del luogo e le sue coordinate, due elementi che facilitano la pianificazione di viaggi subacquei o gite in snorkeling. Da diversi anni l’uomo impiega le proprie forze e le tecnologie a sua disposizione per scoprire la morfologia dei mari e degli oceani, individuare i canyon sommersi, determinare in che condizioni versano i relitti, ecc. Queste esplorazioni rispondono ad un naturale bisogno di avventura, di scoprire un mondo ancora ignoto. Nonostante siano stati sviluppati sommergibili in grado di filmare e fotografare a profondità elevatissime - come quelle in cui si trova il Titanic, che giace a 4000 metri – essi non possono essere utilizzati in tutti gli specchi d’acqua (non sempre è facile trovare i finanziamenti necessari per potersi procurare tali tecnologie). Il lago Ceresio non è ancora stato sondato dai sonar fino alla sua massima profondità, ma solo a basse profondità dal Forel, sottomarino di J. Piccard già citato in precedenza. I laghi sono inoltre fonte di interesse minore rispetto agli oceani o ai mari: proprio per questo motivo - perché le persone tendono a ignorare il mondo fantastico che hanno sotto i loro occhi – ho deciso di interessarmi a questa realtà in particolare. La barriera corallina è un’attrazione di inestimabile pregio, alla quale non è di certo possibile paragonare un lago, ma anche in quest’ultimo

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Sito internet http://catlinseaviewsurvey.com da www.ilpost.it/


Sito internet www.ilpost.it/2012/02/24/street-view-sottacqua/

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si nascondono gemme di vita e di bellezza di cui purtroppo solo in pochi sono a conoscenza. Credo sia importante riconoscere il valore di questi ambienti anche dal punto di vista ecologico: se un luogo viene percepito come “bello” o “opera d’arte” difficilmente verrà volontariamente inquinato (a meno che non si tratti di vandalismo). Cofanetti Smartbox e Wonderbox: Si tratta di confezioni - solitamente pensate per essere regalate – contenenti un buono per una vacanza o un’esperienza particolare (a seconda del valore del buono è possibile praticare diverse attività o soggiornare in diverse infrastrutture che aderiscono all’iniziativa). Le principali società che si occupano di fornire questo genere di servizio sono la Smartbox (Svizzera) e la Wonderbox (Europa): entrambe propongono attività adrenaliniche o avventurose riguardanti la subacquea. Smartbox propone (un po’ in tutta la Svizzera, eccetto che in Ticino) battesimi d’immersione [16] sia in piscina che nei laghi. Wonderbox integra in questa iniziativa anche il Lago Maggiore, con diving che propongono un pacchetto comprendente una breve teoria e la prova in acqua dolce. Trovo sia un peccato non incentivare una proposta simile anche nel lago Ceresio: l’interesse dei turisti per la zona aumenterebbe, e a livello sportivo si potrebbe registrare un incremento di coloro che proseguono la formazione tramite corsi specifici. Sottolineo l’importanza di trovare persone nuove, con le qualità e la giusta preparazione tecnica – che permettano di compiere un ricambio generazionale - in quanto l’immersione in singola (Solo Dive) è fortemente sconsigliata dalle principali e più attendibili didattiche. Per questo motivo credo che una maggiore conoscenza del territorio, promossa attraverso eventi o attività di prova, possa portare a una più profonda consapevolezza dell’ambiente circostante e a una maggiore pratica di questo sport. Non credo che aumentare i subacquei con corretta formazione porti a un degrado delle zone sommerse, in quanto l’apprezzamento e il rispetto dell’ambiente fanno parte della formazione di un subacqueo. Turismo - 150 esperienze acquatiche Si tratta di un opuscolo promosso da Svizzera Turismo e UBS al cui interno sono raccolte 150 esperienze legate all’acqua, praticabili in zone diverse della Svizzera. Il fascicolo è suddiviso


Cofanetto Smartbox

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Cofanetto Wonderbox


Cofanetto Wonderbox

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in categorie quali: in battello, gioie balneari, mondi acquatici, paesaggi acquatici, laghi alpini, escursioni, idee avventura, edifici sull’acqua, life style, terme e pernottare, ecc., tutte le proposte contengono un’interazione con l’acqua. Ovviamente si tratta di un artefatto turistico, il cui scopo è quello di attirare i viaggiatori - in questo caso svizzeri - a usufruire degli specchi d’acqua della regione. Per quanto riguarda gli sport acquatici o la balneazione, vengono proposte attività come la canoa e il rafting, ma quasi mai il nuoto, l’apnea, lo snorkeling o la subacquea. Per quanto riguarda il Ceresio il Lido di Lugano viene indicato come “gioia balneare”, e in alternativa ad esso vengono proposti i Lidi Riva Caccia e Conca d’oro. Tra gli “edifici sull’acqua” viene invece annoverato il percorso del sentiero di Gandria. Trovo interessante che questo opuscolo mostri svariate tematiche e attività che è possibile intraprendere attorno o sugli specchi d’acqua. È per contro un peccato che non si parli di attività come le immersioni o i tuffi in Valle Verzasca, o degli scorci intorno al lago Ceresio adatti a passeggiate o picnic. È interessante l’abbinamento al testo di un’iconografia indicante la difficoltà dei percorsi, la loro pendenza e durata. Questa idea – a mio modo di vedere molto interessante, anche se prettamente incentrata sul turismo - potrebbe essere utilizzata in futuro per sviluppare il mio progetto, comprendendovi scorci della Svizzera “acquatica” mai visti, espandendoli a laghi alpini, alle dighe e ai fiumi. - Emozioni sui laghi Si tratta di un opuscolo diviso in due parti: la prima riguarda Lugano, la seconda Ascona e Locarno. Al suo interno vengono proposti itinerari - da svolgere principalmente in battello – con tappe panoramiche intorno al Lago (si tratta di un artefatto rivolto soprattutto ai turisti stranieri). «Immergetevi nel fantastico mondo del Lago di Lugano!» così inizia la parte dedicata al Ceresio. Il fascicolo è interessante in quanto mostra il panorama da diversi punti di vista, ma trovo sia più scarno e scialbo di quanto il titolo vorrebbe far credere. Trovo che i termini emozione e immersione siano più consoni ad indicare la mia tipologia di proposta, più che un giro in battello: senza nulla a togliere alla navigazione, questi due vocaboli mi fanno infatti pensare a qualcosa di vissuto in prima persona, “guidando” autonomamente l’esperienza e sentendosi parte integrante dell’avventura e del paesaggio. In accompagnamento alla parola emozione mi sarei aspettata un certo tipo di immagini e fotografie.


150 esperienze acquatiche.

Verzasca, Ticino

Buongiorno. Mondi acquatici. 150 esperienze acquatiche. MySwitzerland.com UBS e Svizzera Turismo propongono 150 delle più belle esperienze acquatiche.

Gole. Cascate. Corsi d’acqua. Benvenuto. Un webcode & mille info. Su MySwitzerland.com basta inserire nel campo La Svizzera è un singolare Paese delle vacanze, dei S’insinuano nel paesaggio, serpeggiano pittoreschi nella natura, si placano o scrosciano a valle di ricerca la cifra corrispondente per ricevere maggiori viaggi e dei congressi nel cuore delle Alpi. Il nostro con grande spettacolo: i fiumi svizzeri regalano virtuosistici giochi d’acqua ed escursioni varie. Draminfo sulle singole offerte. motto «semplicemente naturale.» echeggia ovunque: matici tagli nella roccia come la Viamala, masse d’acqua mugghianti come le cascate dell’Engstligen, la natura intatta e i monti maestosi, gente autentica e vie d’acqua navigabili come il Canal d’Entreroche o romantici canali come i Suonen promettono frizzanti avventure offrono illimitate possibilità di emozionanti oregioia. in libertà dal fascino particolare. E dimostrano in modo suggestivo l’importanza svago. Ti aspettiamo con

dell’acqua per la Svizzera.

Jürg Schmid, direttore di Svizzera Turismo Scoprire la Svizzera con UBS. ubs.ch/scoprire

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Emosson: avventura impianti di risalita. Ben tre spettacolari trenini si alternano uno dopo l’altro attraverso il Parc d’Attraction, da Châtelard al lago artificiale di Emosson, la cui diga alta 180 metri serra la stretta valle della Barberine. Quando a metà degli anni ’70 il lago fu riempito per la prima volta, le sue acque sommersero la vecchia e più piccola diga di Barberine.

Indirizzi Lugano Turismo Tel. +41 (0)58 866 66 00 www.lugano-tourism.ch

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Grotto Al Bosco, Avegno Tel. +41 (0)91 796 20 23 Ristorante Centovalli, Ponte Brolla Tel. +41 (0)91 796 14 44 www.ristorante-centovalli.ch MySwitzerland.com | Webcode: B93513

In tal caso, come perfetta alternativa in zona, si consigliano il Lido di Riva Caccia (2 km dal centro) e il Conca d’oro a Lugano Paradiso.

Avegno: idrocosmi del fiume Maggia.

Indirizzo Val d’Hérens Tourisme Tel. +41 (0)27 281 28 15 Bene a sapersi www.valdherens.ch – Avegno di fuori: premio Wakker – Cardada e Cimetta: piattaforme MySwitzerland.com | Webcode: B36172 belvedere sul Lago Maggiore – Gita al villaggio walser di Bosco Gurin – Chiesa di Mario Botta, Mogno

Osteria al Sasso, Avegno Tel. +41 (0)91 796 23 08

Indirizzo Parc d’Attractions, Châtelard Tel. +41 (0)27 769 11 11 www.chatelard.net

Grande Dixence: diga e avventure.

L’affascinante stabilimento Lido di Ristorante al Lido, Lugano Bene a sapersi Lugano ha quasi un secolo ed è Tel. +41 (0)91 971 55 00 – Più alta diga di sbarramento tuttora così amato da riempirsi ogni www.allidobar.com bilanciata fine settimana come un uovo, nonoguidate agli interni stante le sue ampie infrastrutture. MySwitzerland.com– Visite | Webcode: D39782 – Escursione in quota ad Arolla – Piramidi di terra di Euseigne

Indirizzi Lago Maggiore Turismo Tel. +41 (0)91 791 00 91 www.ascona-locarno.com

Bene a sapersi – Ferrovia a scartamento ridotto Martigny-Châtelard(-Chamonix) – Belvedere sul Monte Bianco

MySwitzerland.com | Webcode: A42594

Antica Osteria del Porto, Lugano Tel. +41 (0)91 971 42 00 www.osteriadelporto.ch

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Lido di Locarno, Lago Maggiore, Ticino

Lugano: dove la città fa il bagno.

Bene a sapersi – In battello sul Lago di Lugano – Gandria e Morcote: paesi di pescatori – Dove trovare panettone e mortadella – Parco Belvedere sul Lago – Museo H. Hesse, Montagnola – Funicolare San Salvatore – Funicolare Monte Brè

Gandria, Lago di Lugano

28 | Mondi acquatici

131 Aletsch: avventura ponte sospeso.

Bene a sapersi Lungo 124 metri, il ponte sospeso – Bosco dell’Aletsch, bosco di cembri oscilla 50 metri sopra la selvaggia – Patrimonio Unesco delle Alpi gola della Massa offrendo l’unico svizzere Jungfrau-Aletsch vero brivido dell’escursione di cinque ore da Belalp a Riederalp. Il tour parte dall’hotel Belalp, scende lungo Indirizzo Incantevoli spiaggette di sabbia quindi verso e Someo, gli gli «Steigle» finofine all’«Aletschji», pro- Lodano Riederalp Tourismus e un susseguirsi segue di conche rocciose avventurosi verso l’antico fronte glaciale si daranno Tel. +41appuntamen(0)27 928 60 50 levigate dall’acqua: ad Avegno Val-supera to alla cascata diwww.aletscharena.ch Maggia e i sub al e verso il pontelache l’acqua le Maggia si mostra particolarmente «Puz Bèl» di Cavergno. di fusione del grande ghiacciaio dolce. Chi cercadell’Aletsch. la quiete punterà MySwitzerland.com | Webcode: B53400

26 | Gioie balneari92 | Edifici sull’acqua

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Lago di Lugano/Gandria. Lago Maggiore.

Storie di contrabbando. L’imbarazzo della scelta.

Bene a sapersi Bene a sapersi – Giro Verità del Lago di Lugano – Escursione al Monte – Sentiero degli ulivi Lugano-Gandria – Chiesa di Ronco – Giardino botanico, Isole di Brissago – Belvedere intorno a Lugano: Sono diversi i fiumi che, nell’insenaProtetto dal Monte Brè etive baciato e sportive, uno acquatico allescivolo Cantine di Gandria, un luogo – Gelati sulla Piazza di Locarno Monte Brè e San Salvatore tura di Locarno, si lago. di 100 metri. di Locarno, poi, dagettano un solenel meridionale, il paesino di Quello minuscolo che si raggiunge con un – A passeggio sul lungolago di degli Angeli, – Santa Maria EssiLugano plasmano un incantevole delta placido è nuovo, e aperto tutGandria sonnecchia sullemodernissimo breve viaggio in battello fino alla riva Ascona, o shopping per boutique – Lungolago, Parco Belvedere e un fantastico scenario di sfondo l’anno: numerosi bagni Qui, chiusi e rive del Lago di Lugano.toQui da oltre opposta. infatti, non si trovano – Museo comico die Dimitri, Verscio shopping a Lugano alle spiagge, già cent’anni pittoresche per loro è cambiato: all’aperto, olimpionica, le ben poco il una piscina solo gli antichi magazzini del paese, – Escursioni nelle Verzasca, – valli Museo H. Hesse, Montagnola natura: ad Ascona il «Grande Lido»,abitato terme, una vascama peranche bimbiileMuseo quattrosvizzero della nostalgico nucleo è caratteMaggia, Centovalli e Onsernone – Spiagge intorno a Lugano con i suoi orgogliosi 80 da 000vicoli metritortuosi,scivoli lo spassoe balneare rizzato ripiderendono scadogana del contrabbando, dove – Futuro Parco nazionale del in cresta aiquadrati, – Escursione Denti fa onore al proprio il Lidosidirivelano Tenero,i metodi più fanlinate, cortili nome. nascosti e perfetto. portici. E,A confronto tra l’altro Locarnese della Vecchia La sua spiaggia naturalmente, sabbiosa lunga in splendida dalle invitanti terrazzeposizione, tasiosi sembra con cui più un tempo venivano – Museo delle culture, Castagnola 600 metri entusiasma almeno quanto discreto, anche se bagnanti e amanti dei ristoranti, quasi a filo dell’acqua. raggirati i finanzieri. – Morcote, paese di pescatori le superfici verdiGandria all’ombra degli di pace. della tintarella Indirizzi è un’oasi E sul suo non lo disdegnano – Swissminiatur, Melide alberi. E quanto la perfettadiinfrastrutLago Maggiore Turismo passato mitico paeseaffatto. di contrabTel. +41 (0)91 791 00 91 www.ascona-locarno.com Indirizzi

tura con ristoranti, possibilità bandieri tacericreao invita a una visita

Lugano Turismo Lido Locarno Tel. +41 (0)58 866 66 00 Tel. +41 (0)91 759 90 00 www.lugano-tourism.ch www.lidolocarno.ch Hotel Moosmann, Gandria Lido Ascona Tel. +41 (0)91 971 72 61 Tel. +41 (0)91 791 52 48 www.hotel-moosmann-gandria.ch www.lidoascona.com Navigazione del Lago di Lugano Ristorante Arcadia, Ascona Tel. +41 (0)91 971 52 23 Tel. +41 (0)91 791 10 15 www.lakelugano.ch www.arcadia.li MySwitzerland.comMySwitzerland.com | Webcode: A28264 | Webcode: A66485

Gioie balneari |Edifici 27 sull’acqua | 93

Turismo 150 esperienze acquatiche

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luganoturismo.ch

2012 Tel. +41 (0)58 866 66 00 • www.luganoturismo.ch

4 Gandria Dieses sehenswerte Fischerdorf ist verkehrsfrei, hat viele Treppen, winklige Gässchen, kleine Höfe, Souvenirgeschäfte und einladende Terrassenrestaurants. Im Ortszentrum befindet sich die Kirche San Viglio aus dem 16. Jahrhundert mit prunkvollem barockem Innenraum und ein hoher spätmittelalterlicher Glockenturm. Die Überfahrt von Lugano mit dem Boot und zurück zu Fuss am Seeufer entlang ist eine beliebte Route, die gleichermassen von Touristen und Einheimischen genutzt wird.

Emozioni sui laghi Lago di Lugano - Luganersee - Lac de Lugano - Lake Lugano

Le cœur du village, fermé à la circulation, avec ses ruelles pittoresques, ses escaliers qui offrent des raccourcis et des paysages de rêve, est une véritable oasis de paix. L’église de San Vigilio du XVIè siècle, située au coeur du village, offre un somptueux intérieur baroque et un haut clocher de la fin du Moyen-Âge. Le trajet en bateau à partir de Lugano, avec retour à pied le long de la rive du lac est un parcours très fréquenté par les touristes et les indigènes. Il nucleo del paese di questo romantico villaggio, chiuso al traffico, è un’oasi di tranquillità con le sue pittoresche viuzze e scalette che offrono scorci e paesaggi da sogno. Nel centro dell’abitato si trova la cinquecentesca chiesa di San Vigilio col sontuoso interno barocco e l’alto campanile tardomedievale. Il tragitto in barca da Lugano, con ritorno a piedi lungo la sponda del lago fino a Castagnola è un percorso molto frequentato da turisti e locali.

Tel. +41 (0)31 325 61 33 • www.zollmuseum.ch

Gandria is an unspoiled, picturesque lakeside village at the foot of Monte Brè. Perched on the steep mountainside it is a community of narrow streets, inaccessible to cars, with a delightful surprise round every corner. At the centre of the town there is the 16th century church of San Vigilio with its outstanding baroque interior and the high late-medieval belfry. Many tourists and locals enjoy the boat trip from Lugano and the walk back along the lake shore.

5 Museo delle Dogane Svizzero Am See vor Gandria befindet sich das Schweizerisches Zollmuseum. Besucher erhalten im Museum Einblick in den Arbeitsalltag von Grenzwächtern und Zöllnern in der Schweiz, von der Gründung des Bundesstaates 1848 bis heute: Warenschmuggel, Drogenfahndung, Wirtschaftskriminalität, Migration, Edelmetallkontrolle, Arten und Kulturgüterschutz. Gleichzeitig erleben Sie, wie sich diese Berufe über die Jahre verändert haben. Au bord du lac, face à Gandria, se trouve le Musée suisse des douanes. Au Musée, les visiteurs ont un aperçu du quotidien des gardes-frontière et du personnel civil de la douane Suisse, de la création de l’Etat fédéral en 1848 à nos jours. Contrebande, trafic de drogue, criminalité économique, migration, contrôle des métaux précieux, conservation des espèces et protection des biens culturels. Ils auront également l’occasion d’observer combien ces métiers ont évolué au cours des années.

Sul lago di fronte a Gandria, è ubicato il Museo delle Dogane Svizzero. I visitatori del museo delle dogane possono ammirare tutto ciò che ha a che vedere con il lavoro della dogana, dalla costituzione dello Stato federale nel 1848 ad oggi: contrabbando di merci, traffico di stupefacenti, criminalità economica, migrazione, controllo dei metalli preziosi, conservazione delle specie e protezione dei beni culturali. È inoltre possibile seguire l’evoluzione dei compiti e delle professioni doganali nell’arco del tempo.

Tel. +41 (0)91 640 10 60 • www.swissminiatur.ch

Opposite to Gandria is located the Swiss Customs Museum. Visitors get a glimpse of the day-to-day work of border guards and customs experts in Switzerland, from 1848 when the Swiss Confederation was founded, up to the present day. Goods smuggling, drug searching, economic crime, migration, precious metal control, the protection of cultural property and species protection. You can also experience how these professions have evolved over the years.

6 Swissminiatur Auf einer 14’000 m2 grosse Parkfläche werden dem Besucher mehr als 120 handgefertigte Modelle der bekanntesten Gebäude der Schweiz gezeigt, alle im Massstab 1:25. Eine 3‘560 m lange Modelleisenbahn mit 18 Zügen fährt durch den Park. Für Gartenliebhaber wurde der ganze Park mit 1’500 Pflanzen und mehr als 15’000 Blumen bepflanzt. Den Kindern steht ein Spielplatz zur Verfügung. Das Selbstbedienungsrestaurant bietet Tessiner-, Italienische-, Chinesische- und Indische Küche an. Sur une surface de plus de 14’000 m2 les visiteurs peuvent admirer plus de 120 modèles des bâtiments Suisses, construits à l’échelle de 1:25. Un réseau de 3’560 mètres de chemin de fer en miniature parcourt le parc. Pour les amateurs du jardinage, le parc est décoré par une sélection de 1’500 différentes plantes et plus de 15’000 fleurs. Les enfants ont la possibilité de s’amuser grâce aux jeux mis à leur disposition. Le restaurant self-service du parc propose une cuisine locale, italienne ainsi que chinoise et indienne.

Su una superficie di 14’000 m2, i visitatori possono ammirare oltre 120 modelli in scala 1:25 dei più famosi edifici e monumenti della Svizzera. Per gli appassionati di ferromodellismo, una rete di 3’560 m di ferrovie in miniatura si snoda attraverso il parco. Per gli amanti del giardinaggio, l’intero parco è ornato da 1’500 piante e da oltre 15’000 fiori mentre per i bambini sono a disposizione diversi giochi. Il ristorante self-service propone cucina locale, italiana, cinese e indiana.

Turismo Emozione sui laghi

In an area of 14’000 m2 visitors can admire more than 120 models at scale of 1:25 which represent the most important buildings, monuments and transportation means in Switzerland. A 3’560m long model railway with 18 trains runs through the park. For garden lovers, the whole park is beautifully decorated with a selection of 1’500 different plants and over 15’000 flowers. There are several coin operated rides for children. The self–service restaurant serves local, Italian, authentic Chinese and Indian cuisine.


Rivista subacquea Nereus

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Rivista subacquea - Nereus Si tratta di una rivista mensile specializzata in subacquea, all’interno della quale vengono trattate tematiche inerenti a viaggi subacquei, incidenti, malattie, protezione della flora e della fauna ecc. La prendo in considerazione in quanto è importante sapere che esistono riviste e siti che parlano nello specifico ai sub, tenendo in considerazione gli argomenti per loro più interessanti. Gli articoli vengono scritti principalmente da persone interne alla rivista o da collaboratori esterni, e sono spesso accompagnati da fotografie subacquee. Nel numero di giugno 2015 troviamo un articolo molto interessante, che “esce” dagli itinerari marini più classici per parlare di un lago, quello di Beinette in Piemonte. L’articolo racconta con molto trasporto emotivo, in modo molto toccante, l’esperienza di un gruppo di subacquei che hanno svolto un’immersione in questo lago. È molto bello osservare come a volte venga prestata attenzione anche a questi piccoli - ma non meno interessanti - specchi d’acqua dolce. Libri per bambini - Disegnare in fondo al mare, Harriet Russell Si tratta di una raccolta di illustrazioni che in maniera ironica affiancando a creature immaginarie informazioni utili - racconta la magia del mondo marino, mostrando le piccole creature e gli enormi giganti che lo abitano. È interessante come l’immaginazione e la fantasia si uniscano e si confondano con le illustrazioni della realtà. - Oceano, Anouck Boisrobert e Louis Rigaud Si tratta di un libro che racconta le avventure di un veliero che solca i mari tropicali e glaciali. Tramite l’utilizzo di illustrazioni e pop-up viene rappresentato il mondo sommerso e ciò che si nasconde sotto la superficie dell’acqua. Il pop-up è un metodo molto interessante per svelare ciò che non ci si aspetta o non ci si immagina di vedere. Grazie alle illustrazioni - che mostrano la realtà sia sopra che sotto la superficie - si può avere una visione “completa” di ciò che avviene dentro e fuori dall’acqua. - Chissà, Marinella Barigazzi e Ursula Bucher Si tratta di un libro illustrato che narra le vicende di Marco, un bambino che, effettuando un viaggio in treno e vedendo cambiare lo scenario fuori dal finestrino, si pone delle domande


Libro per bambini Disegnare in fondo al mare, Harriet Russell

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Libro per bambini Oceano, Anouck Boisrobert e Louis Rigaud


Libro per bambini ChissĂ , Marinella Barigazzi e Ursula Bucher

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piene di “chissà”. All’interno di questo libro viene illustrata la grande fantasia dei bambini. Alle pagine 16 e 17 troviamo l’illustrazione del mare e delle barche che lo solcano. Marco si chiede «Chissà come fanno i pescatori a non perdersi…forse nel mare ci sono delle strade segrete che solo loro possono vedere». Trovo sia molto interessante il concetto dell’orientamento in acqua, quando apparentemente non esistono strade, ma solo regole che servono per orientarsi ed evitare gli scontri. L’orientamento è molto importante anche sott’acqua: durante i corsi di subacquea si insegna infatti ad utilizzare la bussola (per non dimenticare mai il luogo da cui ci si è immersi) e a seguire le bolle, che riconducono alla superficie sempre ed in ogni caso. Libri di fotografia subacquea - L’incanto delle Donne del Mare, Fosco Maraini, Fotografie. Giappone 1954 Si tratta del catalogo dell’omonima mostra presentata al Museo delle Culture di Lugano (villa Heleneum) nel novembre 2005. L’esposizione raccoglieva le fotografie scattate da Fosco Maraini durante il suo viaggio in Giappone. Gli scatti mostrano in particolare l’isola Hèkura, e documentano la vita delle Ama, le pescatrici di molluschi. Queste donne - vestite ancora in maniera rudimentale, come se vivessero in un’altra epoca, lontana dalla modernità - scendono in apnea a pescare tra le alghe e gli scogli gli awabi, preziosi molluschi. Quando il signor Maraini intraprese il suo viaggio non portò con se gli scafandri per la macchina fotografica e la cinepresa, e così se ne fece costruire uno in loco: in questo modo ebbe la possibilità di seguire le Ama, cogliendole come nessuno prima aveva fatto, in azione lungo i fondali. Per quanto riguarda il libro, esso intercala testi autobiografici e testi di esperti, il tutto accompagnato dalle fotografie esposte nel 2005. Trovo interessante la scelta delle immagini, che spaziano dai primi piani delle Ama all’ambiente peschereccio in cui vivono, comprendendo momenti di azione e di pesca in apnea e sorrisi velati post pesca. Poco ragionata è invece l’impaginazione: font e grandezza dei testi sono anonimi e totalmente sconnessi dalle fotografie e dallo stile giapponese. Trovo inoltre un peccato che le fotografie con soggetto centrale siano state stampate su due pagine: la rilegatura del libro non permette infatti una loro piena fruizione. Ad ogni modo si comprende che l’oggetto di maggiore interesse non è il libro, bensì le fotografie: nonostante non abbiano una qualità eccelsa, esse sono infatti in grado di trasmettere una carica emotiva.


Libro di fotografia subacquea L’incanto delle Donne del Mare

Libro di fotografia subacquea Riflessi

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- Riflessi, Visioni di un Ticino sommerso, Mauro e Franca Bernasconi Si tratta di una raccolta di fotografie scattate dai due fondatori della Biennale di fotografia subacquea in Ticino. I testi presenti nel libro sono stati elaborati dagli stessi coniugi Bernasconi, le fotografie sono presentate su sfondo nero, a piena pagina o massimo due per pagina. Ho deciso di portare tale artefatto come esempio per l’intento con cui è stato prodotto, molto vicino al mio. L’idea di mostrare gli specchi d’acqua del cantone da sotto la superficie è molto interessante e inconsueta, ed è infatti raro imbattersi in scatti che mostrino scorci sommersi alle nostre latitudini (a meno che non ci si occupi di questa attività o non si sia interessati alla fotografia subacquea). Purtroppo il libro ha un’impostazione più artistica che comunicativa, e di conseguenza anche i testi tendono a trattare argomenti molto filosofici (riguardanti l’esperienza personale degli autori, le loro sensazioni e capacità). Avendoli incontrati di persona posso dire che il loro intento era quello di arrivare oltre Gottardo, per far conoscere gli scatti e il libro anche in Europa (tra appassionati e non del mondo subacqueo). L’obiettivo si è dimostrato un po’ pretenzioso, in quanto attualmente solo gli esperti del ramo sono a conoscenza dell’esistenza dell’opera. Credo che le fotografie contenute nella raccolta - proprio perché rientrano nella categoria “fotografia subacquea”, che implica spesso un soggetto che guarda nell’obiettivo - possano essere definite fotografie artistiche: attraverso questo genere di immagini è difficile comunicare ad un vasto pubblico. Inoltre la scelta dello sfondo nero incupisce gli scatti, rendendo il tutto molto tetro e angosciante. - wasser.schweiz, Michel Roggo Questo libro è molto più interessante di quelli visti in precedenza, in quanto presenta solo delle didascalie e dei brevi testi di accompagnamento alle immagini, vero fulcro della raccolta. L’opera è costruita come un percorso: si apre mostrando il cielo, i ghiacciai, i fiumi, il paesaggi e i laghi. Non viene fornita alcuna informazione o dato tecnico riguardo allo specchio d’acqua rappresentato: il titolo ci informa che si trovano tutti in Svizzera, ma il testo viene utilizzato soltanto per contestualizzare lo scatto, creando un inizio di storia successivamente completato dall’immagine. Gli scatti sono effettuati principalmente in acque fredde e quindi molto limpide, ma sono presenti anche alcune fotografie scattate in acque più torbide, in cui è possibile osservare la fauna intenta a rifocillarsi o un fondale di argilla rossa. L’autore


Libro di fotografia subacquea wasser

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sostiene che il suo scopo «is to encourage people to discover the water environments in their surroundings, as they can be astonishingly varied under the surface» [17]. «I would like to use this book to show the variety of waterscapes that exist in Switzerland, as most people are only familiar with these images from the oceans. And this familiarity is precisely what inspired me to male this book» [18] . Il suo approccio è molto simile al mio, anche se mostra paesaggi definiti “fantastici” dai sub o dagli amanti dell’acqua. In Svizzera questi luoghi corrispondono solitamente con fiumi o laghi alpini con acque fredde e molto ossigenate. La vera sfida sta nel riuscire ad affascinare il pubblico – avvicinandolo a questo mondo nascosto - mostrando i laghi meno attrattivi a causa della loro torbidezza stagionale. Il mio artefatto parte con questo obiettivo, con possibili espansioni future verso tutti gli specchi d’acqua, sia limpidi che torbidi.


Fotografia umoristica di mariani che si tuffano realizzata nel 1898 P.L.J. DoguĂŠ, Neusschwander J., Weinberg S., 100 ans de photographie sous-marine, 24

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Prima fotografia subacquea di William Thompson, 1856 P.L.J. DoguĂŠ, Neusschwander J., Weinberg S., 100 ans de photographie sous-marine, 17

Prima macchina fotografica costruita da Louis Boutan nel 1893 P.L.J. DoguĂŠ, Neusschwander J., Weinberg S., 100 ans de photographie sous-marine, 31


La fotografia subacquea Origini, pionieri ed attrezzature di ieri e di oggi «Un po’ perché i pesci sono diventati sempre più rari, un po’ perché la coscienza ecologica ha fatto passi da gigante negli ultimi tempi, la fotografia subacquea sta gradualmente facendo passare in secondo piano la pesca, che fino a poco tempo fa era praticamente l’unica vera attività sportiva del sub alle prime armi e dell’esperto» [19]. La prima fotografia subacquea documentata della storia risale al 1856, ed è stata realizzata da William Thompson, costruttore della prima custodia a tenuta stagna per telecamera. Dal momento che l’attrezzatura veniva montata su di un palo allo scopo di riprendere immagini del mondo sommerso – e che il fotografo non era immerso in acqua con la sua attrezzatura - non posso però considerare questo primo esperimento come fotografia subacquea. Il primo fotografo subacqueo vero e proprio è dunque Louis Boutan: ispirandosi al progetto di Thompson e aiutato dal fratello ingegnere costruì uno scafandro in rame con tre oblò adatto alla sua macchina fotografica, con lastre di 9 x 12, che gli permettevano di regolare il diaframma e l’otturatore. Il tutto era accompagnato da un rudimentale flash: «mediante contatto elettrico innesca una spirale di polvere di magnesio contenuta in un pallone di vetro ricolmo di ossigeno» [20] . Boutan fu il primo a interessarsi al mondo sommerso, diplomandosi nel 1879 e ottenendo il dottorato in biologia all’Università di Parigi. Quattordici anni dopo divenne professore di biologia marina all’Università di Arago, a Banyuls-sur-mer (Francia). Fece diversi esperimenti, sia per migliorare la maneggevolezza dello scafandro della macchina fotografica, sia per rendere più performante il flash e la produzione di luce sott’acqua. Il suo lavoro è raccontato nel libro La Photographie Sous-Marine, pubblicato nel 1898: al suo interno sono presenti diverse illustrazioni riguardanti il suo lavoro, oltre alle fotografie scattate sott’acqua negli anni precedenti. [21]. Nel 1926 W. H. Longley e Charles Martin scattarono la prima fotografia a colori, immortalando un pesce della famiglia dei Lachnolaimus (In inglese Hogfish) nel Golfo del Messico. Questo scatto venne pubblicato dal National Geographic nel 1927. Negli anni successivi ci fu molta frenesia intorno alle nuove scoperte e alle invenzioni, che spinse sempre più persone a sperimentare, costruire e produrre immagini subacquee. A distanza di pochi anni personaggi come Hans Haas e Jacques-Yves Cousteau[22] progettarono custodie subacquee sempre più maneggevoli. Nel 1954

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Prima fotografia a colori di H. Longley e Ch. Martin nel 1926. Hogfish. P.L.J. DoguĂŠ, Neusschwander J., Weinberg S., 100 ans de photographie sous-marine, 80


Louis Boutan, istantanea di Joseph David P.L.J. DoguĂŠ, Neusschwander J., Weinberg S., 100 ans de photographie sous-marine, 45

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Stampa raffigurante Louis Boutan con la prima macchina fotografica e il primo flash. P.L.J. DoguĂŠ, Neusschwander J., Weinberg S., 100 ans de photographie sous-marine, 34


A destra Illustrazione di De Neuville tratto dall’edizione originale di Vignt Mille Lieues “sotto il mare” di Jules Verne. P.L.J. Dogué, Neusschwander J., Weinberg S., 100 ans de photographie sous-marine, 34

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Haas creò la «Rolleimarin per le TLRs della Rollei le Rolleiflex, capace di soli 12 scatti. La custodia, in italiano chiamata cassetta subacquea, permetteva la visione del vetro smerigliato attraverso un cristallo e un prisma, montava un apposito lampeggiatore; essa completa di fotocamera pesava fuori dall’acqua 5,3 kg, poteva immergersi fino 100 m » [23]. Haas divenne famoso anche per la realizzazione - nello stesso anno - di un documentario subacqueo intitolato Unternehmen Xarifa, meglio conosciuto come Under the Caribbean: al suo interno le riprese subacquee sono intercalate con quelle esterne, e il loro scopo è quello di descrivere la spedizione nei mari tropicali dei Caraibi e delle Isole Galapagos (al tempo conosciute solo da pochi avventurieri). Cousteau creò invece - nel 1957 - la Calypso-Phot, chiamata così in onore della nave che lo portò nell’oceano indiano all’inizio del 1955: «una fotocamera rivoluzionaria perché fu la prima fotocamera subacquea che non necessitava di scafandro, era dotata di un mirino galileiano» [23]. Il nome dello strumento venne successivamente cambiato in Calypso-Nikkor, per poi trasformarsi in Nikonos [24]. Esso «aveva una velocità dell’otturatore di 1/500 di secondo ed era capace di fotografare fino a 50 m di profondità. Essa diventa la serie più venduta di macchina fotografica subacquea. I Modelli Nikonos successivi sono stati prodotti fino al 1992» [23]. Solo due anni prima Harold Edgerton [25] (1903 - 1990) - famoso per aver brevettato, durante la seconda Guerra Mondiale, flash per la ricognizione aerea notturna – aveva fornito a Cousteau un flash in grado di funzionare sott’acqua, e successivamente uno adatto alle acque torbide dotato di un sistema sonar in grado di individuare i movimenti. Come spesso accade invenzioni e attrezzature arrivano direttamente dal mondo militare. Dal momento che gran parte delle sperimentazioni in questo campo vengono tenute segrete, però, non è effettivamente possibile affermare se prima di questi pionieri fossero già state utilizzate attrezzature per riprese e scatti subacquei (se ne può però supporre l’esistenza senza averne la certezza). David Doubilet [26], nato a New York nel 1946, è un fenomeno della fotografia subacquea, inventore di un nuovo modo per fotografare sott’acqua (split image). Le sue prime fotografie subacquee risalgono al 1958, quando aveva solo dodici anni: il giovane fotografo protesse la propria macchina fotografica infilandola in una sacca di plastica a chiusura stagna (anche se i risultati furono scarsi, si tratta pur sempre di un inizio). Dopo aver otte-

Fotografie di David Doubilet http://www.daviddoubilet.com http://lens.blogs.nytimes.com/2012/04/25/photosthat-move-and-flow-underwater/


Devils Eye Spring, Florida

Wreck of MV Keith Tibbetts (Russian Destroyer 356), Cayman Brac

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Stingray with Sailboat, Grand Cayman

Orange Anthias and Coral, Egypt


A Papuan fisherman stood in wooden outriggers above group of bautfish in Raja Ampat, Indonesia

Double Headed Wrasse, Australia

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Mokoro and Fisherman in Okavango Delta, Botswana, Africa


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nuto il diploma all’Università di Boston (1970) nel 1971 ricevette il suo primo incarico: immortalare le anguille del Mar Rosso per il National Geographic (con cui prosegue tuttora la collaborazione e per cui ha scritto e illustrato più di 70 storie). Come accennato in precedenza, Doubilet è l’inventore della fotografia over/under (sotto/sopra) o split image (immagine spaccata), una categoria di scatto che mostra una metà dell’immagine sopra il livello dell’acqua e l’altra L’ultima cosa che vuole un pesce metà sotto, permettendo una visione è farsi fotografare. contemporanea del mondo esterno e di A un certo punto però deve guardarti, quello sommerso. fare qualcosa. Ma non puoi pagare Si tratta in una ripresa complessa, in un pesce per mettersi in posa, quanto l’esposizione della parte supenon puoi comportarti riore risulta diversa rispetto a quella come un paparazzo che bracca inferiore (è necessario padroneggiare un divo in un nightclub alla perfezione l’utilizzo del fuoco, del David Doubilet tempo di esposizione e del diaframma, in modo tale da creare l’equilibrio tra le due parti [27]. Un tempo, prima dell’avvento del digitale, venivano spesso utilizzate le pellicole kodachrome, che permettevano – al momento dello sviluppo – una maggiore libertà nella suddivisione tra sotto e sopra (le sostanze che accoppiavano le tinture nell’emulsione venivano aggiunte durante il processo di sviluppo, ed era quindi possibile compiere tale processo in modo da suddividere le zone nel modo desiderato) [28]. Il digitale «Deve essere effettuata a breve distanza dal soggetto. Minor acqua riuscite a frapporre e migliore sarà il risultato che otterrete in quanto la maggior parte dei difetti di uno scatto sono da attribuire agli effetti di assorbimento e riflessione dell’acqua stessa» [29]. Dagli anni del rullino ad oggi sono stati fatti passi da gigante, sia per quanto riguarda l’attrezzatura (le cui dimensioni si sono ridotte, e in cui si è passati al digitale), sia per l’impiego che se ne fa. Pensiamo per esempio alle crittercam [30], apparecchi applicati sul dorso di balene, foche e squali per studiarne il comportamento e le interazioni sociali. Come afferma il National Geographic «La fotografia digitale, nel frattempo, ha messo fine ai giorni in cui era necessario entrare in acqua con molte macchine fotografiche e riaffiorare in continuazione per cambiare la pellicola. “A volte portavo con me dieci fotocamere”, racconta David Doubilet, uno dei più celebri fotografi subacquei. “Il che voleva dire 20


lampade stroboscopiche, 12 casse di attrezzatura; e il massimo che si potesse ottenere erano 350 scatti, dopodiché bisognava tornare in superficie e ricominciare”. Ma anche con l’attrezzatura più avanzata, la fotografia subacquea è rimasta una sfida: basta considerare chi sono i soggetti da immortalare» [31]. Con l’avvento delle macchine fotografiche digitali il limite di scatti si è alzato notevolmente, così com’è aumentata la resistenza delle batterie: grazie a questi passi da gigante è sempre possibile risalire in superficie, aprire lo scafandro, cambiare la scheda di memoria, sostituire la batteria con una carica e ricominciare l’immersione. Gli scafandri - in inglese Housings, ovvero alloggi - vengono prodotti da diverse marche: quelli considerati efficienti per impermeabilità e possibilità di gestione della macchina tramite i tasti esterni sono prodotti dalla Subal e dalla Nauticam, mentre le cosiddette sotto marche più accessibili per prezzo ma più a rischio di allagamento sono l’Ikelite e l’Intova. A causa della continua espansione del mercato negli ultimi anni sono nate molte altre marche. Ogni volta che viene prodotta una nuova macchina fotografica viene studiato un apposito scafandro, che permetta una sua buona manovrabilità dall’esterno. Solitamente i professionisti si immergono con gli ultimi modelli, quelli con capacità di ISO altissime, ma senza troppo “rumore” nello scatto e con un’ottima luminosità… ma alla fine è l’obiettivo a fare la differenza. In acqua, a causa dell’effetto lente, si utilizzano unicamente fisheye o grandangolari, i quali hanno a loro volta bisogno di un apposito scafandro. Il nome di questi ultimi è Dome, e si trovano in commercio sia in vetro che in cristallo (di qualità maggiore, in quanto captano molta più luce rispetto al vetro). Se si ha la fortuna di immergersi in acque cristalline, sotto la luce del sole e in pochi metri d’acqua i flash possono anche risultare superflui; mentre sono strettamente necessari in acque più torbide o scure, nelle quali è necessario combattere l’assorbimento selettivo della luce. Un fenomeno interessante nato in questi ultimi anni è quello delle actioncam, che hanno dato la possibilità (con una spesa molto più contenuta rispetto al kit reflex + videocamera + scafandri + flash) a un pubblico più vasto di immortalare immagini o di eseguire video sott’acqua. Questi strumenti sono particolarmente adatti per un uso ricreativo o di sport agonistico, in quanto compatte e resistenti.

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In acque lacustri o in acque più scure di quelle tropicali non sono invece in grado di catturare immagini di qualità. Acqua salata La fotografia subacquea odierna ha lo scopo di mostrare: gli animali nel loro habitat, il subacqueo modello a confronto con loro, l’ambiente, i micro organismi. I suoi scopi spaziano da quelli ecologico-ambientali a quelli artistici, passando per quelli scientifico-biologici. Il suo utilizzo è più marcato in acque salate e in presenza di barriere coralline e animali di dimensioni spesso notevoli (come balene e squali). Il pubblico può solitamente fruirne nella promozione di vacanze e nei diving center (in questo caso viene utilizzata per invogliare a immerIl mare non appartiene ai despoti. gersi). «(…)il fotografo subacqueo ha Sulla sua superficie gli uomini possono bisogno di un bagaglio culturale, fisico esercitare leggi ingiuste, combattere, ed acquatico enormemente superiore a farsi a pezzi ed essere spazzati via quello del pescatore. Il motivo è semcon gli orrori terrestri. plice. Il cacciatore agisce nell’elemento Ma quindici metri più sotto, acqua libero, il fucile è solo una prolunil loro regno finisce, la loro influenza ga del braccio, (…) il suo approccio con si estingue e il loro potere scompare. la preda necessita di un solo momento Ah!, Signore, vivere, vivere in seno alle di tranquillità, quello necessario a far acque! Solo laggiù c’è indipendenza! scattare la freccia premendo grilletto al Laggiù non ho padroni! momento giusto. Il fotografo, al contraLaggiù sono libero! rio, deve spesso portarsi dietro attrezJules Verne, Ventimila leghe sotto i mari zatura ingombrante e delicata e nello tesso tempo deve mettere in pratica le medesime astuzie del cacciatore per riuscire ad avvicinare il soggetto prescelto. (…) Avvicinarsi a una preda va bene, ma non basta. Occorre avvicinarsi e convincerla a rimanere senza fuggire» [32] . Le condizioni dell’acqua salata sono solitamente migliori rispetto a quelle dei fondali lacustri di acqua dolce: la sabbia bianca, i coralli e le spugne colorate permettono infatti una maggiore rifrazione della luce, e di conseguenza una visibilità maggiore. Essendo più calda anche nella parte più profonda, inoltre, l’acqua salata presenta una minore diversità di visibilità tra la superficie e l’ambiente sommerso profondo (in mare è molto più facile raggiungere i venti metri di profondità senza accorgersene, mentre nel lago la sensazione è ben diversa). Di seguito alcuni esempi di fotografia subacquea in acqua salata.

Fotografie di Dale Kobetich – Newport Beach https://www.facebook.com/dale.kobetich?fref=photo


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Acqua dolce La fotografia in acqua dolce è conosciuta solo in ristrette aree geografiche o da appassionati del genere. Anche in questo caso si prediligono acque chiare e limpide, come quelle dei laghetti alpini di origine glaciale o dei fiumi. Raramente i laghi vengono pubblicizzati attraverso la fotografia subacquea: questo perché presentano acque più scure a causa di fondali sassosi generalmente non chiari, che favoriscono un assorbimento quasi immediato della luce. L’ambiente delle acque interne presenta inoltre molti meno colori e sfumature (quasi ogni cosa ha le sfumature del marrone e del verde), mentre nelle acque salate i colori permettono solitamente di distinguere cosa è velenoso da cosa non lo è. Dal momento che la salinità dell’acqua è bassa – e dunque non si galleggia – le acque dolci necessitano di una maggiore capacità natatoria rispetto a quelle salate. Oltre a tutto ciò il sub deve possedere un occhio ancora più allenato, in quanto gli esseri viventi si mimetizzano molto meglio rispetto al mare. Si tratta di ambienti più ostili ed impegnativi per temperature e visibilità. Di seguito alcuni esempi di fotografia subacquea in acqua dolce.


Fotografie di Claudio Gazzaroli Valle Maggia

Fotografie di Claudio Gazzaroli Valle Maggia

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Fotografie di Franco Banfi Valle Verzasca

Fotografie di Franco Banfi Lago Ceresio


Fotografie di Michel Lonfat Valais

Fotografie di Michel Lonfat Valais

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Approfondimento al sito: www.scubaportal. it – Immersione nel Grüner See, il lago verde. http:// www.scubaportal.it/immersioni-gruner-see-lago-verde.html, it, (27.06.2015)

[1]

Approfondimento al sito: www.scubaportal. it – Un tuffo tra le trote del Grüblsee. http://scubaportal.it/immersione-diving-grubl-see.html, it, (27.06.2015)

[2]

[13] Si svolgerà il 13 settembre 2015 in diversi distretti del Luganese, riunendo in un’unica data la possibilità di provare diversi sport. Per quanto riguarda la subacquea dovrebbero essere proposta dalla società Pesce Sole di Lugano. Approfondimento al sito: www4.ti.ch – Sportissima Lugano. http:// www4.ti.ch/decs/sportissima/edizione-attuale/presentazione/lugano/ it, (02.07.2015)

Il 23 agosto 2015 si svolgerà la 83° traversata del lago Ceresio. Approfondimento al sito: www. luganonuoto.ch – Traversata. http://www.luganonuoto.ch/traversata/, it, (02.07.2015) [14]

Approfondimento ai siti: www3.ti.ch – Al via campagna informativa “divertiti… ma attenzione”. http://www3.ti.ch/CAN/comunicati/02-04-2015-comunicato-stampa-451633580251. pdf, it, (05.07.2015) e www4.ti.ch – Commissione cantonale fiumi ticinesi sicuri. http://www4. ti.ch/?id=4354, it, (05.07.2015)

[3]

www.myswitzerland.com – Immersioni nel lago ghiacciato: Les Mosses. http://www.myswitzerland. com/it-ch/immersione-sotto-il-ghiaccio-les-mosses. html, it, (29.04.2015)

[4]

[5] Approfondimento al sito: www.cmas.ch – formazione CMAS.CH. http://www.cmas.ch/index. php?lang=it&sid=99 it, (29.04.2015)

Approfondimento al sito: www.padi.com – PADI. https://www.padi.com/scuba-diving/, it, (06.07.2015)

[6]

Approfondimento al sito: www.cmas.ch – CMAS. CH. http://www.cmas.ch/index.php?lang=it&sid=12, it, (06.07.2015)

[7]

Approfondimento al sito: www.naui.org – NAUI. http://www.naui.org, it, (06.07.2015)

[8]

Approfondimento al sito: www.divessi.com – SSI. https://www.divessi.com, it, (06.07.2015)

[9]

Approfondimento al sito: www.susv.ch – Lago di Lugano. http://www.susv.ch/it/regioni/ticino/lago-di-lugano, it, (02.07.2015)

[15] Approfondimento al sito: www.sitesdeplongee. ch - Swiss Dive. http://www.sitesdeplongee.ch/ swissdive/, fr, (27.06.2015)

Battesimi d’immersione: si intende la prima prova con bombole ed erogatore. [16]

“Incoraggiare le persone a scoprire gli ambienti acquatici del loro circondario in quanto possono essere sorprendentemente diversificati sotto la superficie”; .Michel Roche, Wasser.schweiz, 277 [17]

[18] “Vorrei usare questo libro per mostrare la varietà dei paesaggi acquatici che esistono in Svizzera, in quanto la maggior parte delle persone hanno familiarità con questo tipo di immagini solo quando sono associate all’oceano. Ed è proprio questa non familiarità che mi ha spinto a creare questo libro”. Michel Roche, Wasser.schweiz, 275 [19] Collana editoriale redatta da Compagnia Generale Editoriale S.p.A. Mondo Sub, vol. 3, 1012 [20] Approfondimento al sito: www.treccani.it/ – Lo sport e la fotografia. http://www.treccani.it/enciclopedia/lo-sport-e-la-fotografia_(Enciclopedia_dello_Sport)/, it, (02.07.2015)

[10]

Approfondimento al sito: luganoturismo.ch – Sport subacqueo. http://luganoturismo.ch/it/118/ default.aspx, it, (02.07.2015) [11]

Approfondimento al sito: fadedandblurred. com – The world’s first underwater photographer: louis Boutan. http://fadedandblurred. com/articles/the-worlds-first-underwater-photographer-louis-boutan/, en, (02.06.2015) [21]

Jacques.Yves Cousteau. Approfondimento al sito: it.wikipedia.org – Jacques-Yves Cousteau. https://it.wikipedia.org/wiki/Jacques-Yves_Cousteau, it, (02.07.2015) [22]

Approfondimento al sito: www.maurobernasconi.ch – Biennale internazionale dell’immagine subacquea. http://www.maurobernasconi.ch/ biennale-internaz-dellimmagine-subacquea/, it, (02.07.2015) [12]

[23]

it.wikipedia.org – Sistemi fotografici subacquei.


https://it.wikipedia.org/wiki/Sistemi_fotografici_subacquei, it, (02.07.2015) [24] Nikons. Approfondimento al sito: imaging.nikon. com – Development of All-Weather Camera Nikonos. http://imaging.nikon.com/history/chronicle/ history-nikonos/, en, (02.07.2015)

Harold Edgerton. Tom Ang, Storia della fotografia. #3 Guerra e pace, 202 [25]

David Doubilet. Approfondimento al sito con intervista: www.alertdiver.com – David Doubilet: A life shaped by water, light and time. http://www. alertdiver.com/David_Doubilet, en, (02.07.2015) [26]

[27] Approfondimento riguardo la tecnica al sito: www.uwphotographyguide.com – Over-Unders and Split-Shot Underwater Photography. http://www. uwphotographyguide.com/over-under-split-photography, en, (02.07.2015)

Approfondimento riguardo la tecnica al sito: www.lomography.com – Kodachrome FaiDaTe. http://www.lomography.com/magazine/203152-kodachrome-faidate-sviluppare-pellicole-kodak-kodachrome-con-i-chimici-per-il-bianco-e-nero, it, (02.07.2015) [28]

Approfondimento al sito: www.lanuovaimmagine.it – Fotografia subacquea. http://www. lanuovaimmagine.it/it/fotografia/fotografia-subacquea-42.html, it, (02.07.2015) [29]

[30] Crittercam. Approfondimento al sito: en.wikipedia.org – Crittercam. https://en.wikipedia.org/wiki/ Crittercam, en, (02.07.2015)

Approfondimento al sito: www.nationalgeographic.it – Gli scatti più belli dei maestri della fotografia subacquea. http://www.nationalgeographic. it/wallpaper/2014/06/14/foto fotogalleria_incredibili_foto_subacquee_dagli_oceani-2175908/1/#media, it, (02.07.2015) [31]

Collana editoriale redatta da Compagnia Generale Editoriale S.p.A. Mondo Sub, vol. 3, 1012 [32]

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Progetto

Sviluppo del progetto Il mio prodotto si baserà principalmente su un racconto per immagini quindi il progetto principale sono gli scatti fotografici che verranno declinati, per una migliore fruibilità, su di un supporto cartaceo. Lo scopo delle fotografie è quello di evocare e affascinare gli utenti, catturandoli sul piano emotivo, mostrando loro il mondo sommerso lacustre e rendendoli dunque a conoscenza di ciò che li circonda, invogliandoli successivamente a coltivare la passione per l’immersione in acqua. Ho quindi in programma di effettuare diverse immersioni subacquee in quanti più luoghi possibili intorno alle rive del Ceresio, immortalando l’ambiente circostante e quello sommerso catturando l’atmosfera che si respira e l’esperienza che può trasmettere il profondo contatto con l’elemento. L’interesse sarà dunque focalizzato sulle bellezze spesso ignorate che si possono scorgere, inaspettate e non, attorno e dentro il Ceresio.

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Spunti progettuali Un eventuale sviluppo futuro potrebbe essere quello della creazione di una possibile “esca”utilizzando le fotografie come cartoline promozionali del Lago Ceresio. Ciò porterebbe a una produzione di un altro tipo di artefatto “accompagnatore” ma autonomo, che fungerà da esca e permetterà di poter utilizzare le immagini, solitamente destinate a un pubblico di appassionati di libri di fotografia o del campo subacqueo, anche verso un pubblico più ampio incentivando il rapporto con il lago di Lugano. Esse vengono usate ampiamente in luoghi in cui il turismo s’impronta principalmente sulle attività sportive acquatiche e subacquee, ma non per questo non potrebbero essere utilizzate anche alle nostre latitudini.

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Progetto

Contatti Per svolgere al meglio il mio compito ho preso contatto con diverse personalità che ruotano attorno a questo mondo, dalla biologa al fotografo subacqueo fino alle società sportive che operano sul lago. Con loro ho svolto un primo approccio preliminare all’argomento cercando di ottenere più feedback ed opinioni possibili in modo da valutare le esigenze di ognuno e poter trarre le mie conclusioni.


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A destra Elliott Erwitt in: www.internazionale.it - Elliott Erwitt e le altre mostre del weekend. http://www.internazionale.it/opinione/flash/2015/05/22/mostre-fotografia-italia-erwitt, it, (22.05.2015)


Nei momenti più tristi e invernali della vita, quando una nube ti avvolge da settimane improvvisamente la visione di qualcosa di meraviglioso può cambiare l’aspetto delle cose, il tuo stato d’animo. Il tipo di fotografia che piace a me, quella in cui viene colto l’istante, è molto simile a questo squarcio nelle nuvole. In un lampo, una foto meravigliosa sembra uscire fuori dal nulla.



Progetto

Ricerca visiva Sopralluogo Per meglio svolgere le immersioni e poter pianificare il più possibile gli scatti definitivi, mi sono recata nei luoghi con accesso al lago libero ed ho praticato delle immersioni di sopralluogo scattando fotografie preliminari per quanto riguarda i soggetti e le composizioni. Ciò mi ha permesso di rendermi conto di fattori come: visibilità, luce, composizione fotografica e gestione della comunicazione sott’acqua. Condizioni di lavoro Da questi scatti è emerso che serve molta luce per ridare colore agli oggetti immortalati soprattutto se ci si trova a più di 1 metro di profondiAvvicinarsi a una preda va bene, tà. Mi sono dunque procurata il matema non basta. riale fotografico necessario per scattare Occorre avvicinarsi e convincerla fotografie di qualità maggiore. a rimanere senza fuggire Collana editoriale redatta da Compagnia Generale Inoltre è importante sottolineare che Editoriale S.p.A., Mondo Sub, vol. 3, 1012 le condizioni di lavoro sono ostiche, in quanto la comunicazione e la presa di decisioni sott’acqua richiedono un margine di interpretazione e di feelling con il/i compagno/i vista l’impossibilità di comunicare a voce. In aggiunta bisogna considerare la variabilità delle condizioni dell’acqua e la presenza o meno di vita animale.

Materiale utilizzato: Subacqueo Nikon D800E Obiettivo Sigma 15.0 mm, 1:2.8 Nauticam housing (scafandro) Super dome (scafandro obiettivo con lente in cristallo) Doppio flash Sea&Sea Esterno Nikon D5000 Obiettivo Nikon 18-55 mm, 1:3.5-5.6

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Tutte le fotografie fino a pagina 162, Lago Ceresio, Marzo-Giugno 2015


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Progetto

Bozze di progetto Fotografie Le fotografie hanno principalmente uno scopo evocativo, con l’obiettivo di mostrare le caratteristiche del lago sia sommerso che non. Sarà importante riuscire a creare una composizione che grazie alla luce mostri in maniera più limpida possibile l’ambiente sommerso senza creare fobie o timori. Mostrerò diverse situazioni di contatto con l’acqua, dividendole tra il mondo che sta sopra alla superficie e quello Anche se ci immergessimo che sta sotto. Come collegamento fra dieci volte consecutive questi due universi adotterò la tecnica nello stesso posto, del over/under che permette di fruire il mondo subacqueo si presenterebdi ambedue contemporaneamente. Le be sempre in modo diverso. fotografie avranno inoltre il compito di CMAS.CH cogliere l’inaspettato, che verrà ricreato grazie all’impiego di materiali “senza un confine”. Utilizzando una qualità fotografica elevata, cercherò di regalare un coinvolgimento emotivo maggiore sfruttando la trasfigurazione della realtà.

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Tutte le fotografie fino a pagina 173 Lago Ceresio, Giugno-Luglio 2015


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Sequenza L’ordine delle fotografie segue la logica del tempo, ovvero ho suddivisio le sequenze fotografiche in modo da rappresentare otto immersioni. Come se fosse una settimana più un giorno, da domenica a domenica (per chiudere il cerchio), dedicata unicamente all’immersione nel Lago Ceresio. Le sequenze, composte da sedici fotografie, vanno a narrare l’esperienza dell’immersione partendo da un luogo lungo le rive del Ceresio fino ad addentrarsi nelle sue acque per scovare abitanti nascosti o ricreando ambienti idilliaci. Il numero sedici scaturisce dalla volontà di usare come base otto giorni, una settimana più un giorno, alla quale aggiungo il doppio per arrivare al quantitativo di foto ideale per la sequenza. Questo racconto continuo tra dentro e fuori è analogo all’esperienza di immersione sia con autorespiratore che in apnea, in cui si viaggia tra un continuo sali e scendi per scovare tutto ciò che non ci è visibile dalla superficie. Il racconto visivo si avvale inoltre dell’abbinamento per forma e colore.


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Progetto

Artefatto Concetto L’artefatto dovrà lasciare spazio alle fotografie che sono le protagoniste del progetto. Esso sarà diviso in due parti, volte a sottolineare, anche fisicamente, la disivione tra il mondo sopra e quello sotto la superficie del lago. Questa soluzione mi permette di meglio accentuare la soglia tra un mondo, quello che conosciamo e quello più misterioso che si trova sott’acqua. Per mantenere un collegamento con l’elemento fluido dell’acqua ho pensato di utilizzare una carta composta per 80% da carbonato di calcio e per il restante 20% di resina non tossica, di nome Repap. Essa ha la qualità di essere impermeabile all’acqua e resistente all’usura. A livello puramente pratico non mi sarâ possibile stampare il prototipo su questa carta in quanto, essendo composta da materiale plastico, non è possibile effettuare la stampa digitale ma unicamente offset. Il libro verrà rilegato a brossura con i due dorsi morbidi, realizzati in neoprene, materiale tipicamente legato all’immersione, in quando funge da isolante. La sua componente fisico-chimica ne delinea un materiale non rigido e questo mi permette di accentuare l’idea di “fluido” e di onda del prodotto finale. Il formato del libro ha dimensioni tali da permettere una visione delle fotografie in maniera ottimale e il più grande possibile, sempre tenendo conto dei vincoli di stampa digitale. Il formato è studiato in modo da non pregiudicare le fotografie verticali; il quale mi permette, una volta aperto, di poter sfruttare la doppia pagina per le fotografie di formato orizzontale. È rilegato in brossura fresata e incollata, per consentire il massimo sfruttamento della pagina.


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Titolo Il titolo ha lo scopo di incuriosire e affascinare, come le fotografie. Visto lo scopo ho deciso di optare per una soluzione enigmatica che lascia spazio alla fantasia e all’immaginazione. Il contenuto dell’artefatto sarà rivelato dal sottotitolo e dalle fotografie contenute in esso. La scelta della lingua inglese è dettata da una maggiore internazionalità del prodotto, i contenuti e il sottotitolo andranno ad adattarsi alle lingue nazionali (italiano, francese, tedesco e romancio), ma grazie all’inglese posso creare una maggiore riconoscibilità del prodotto mantenendo per tutte le applicazioni di lingua lo stesso titolo. Questa soluzione mi aiuta a promuovere del turismo anche oltre “Gottardo” incentivando le persone di diverse culture a visionarlo e prendere conoscenza del territorio. Il gioco che si viene a creare tra il significato e la fotografia scelta ha un doppio scopo, il primo è quello di mostrare un paesaggio mozzafiato con un’apneista che sta prendendo il respiro, il secondo è quello di giocare sul senso metaforico della parola “mozzafiato” che venie utilizzata per descrivere qualcosa di positivo talmente coinvolgente da lasciarti con “il fiato sospeso”. Come detto si tratta di un modo di dire che utilizzando le parole mozza (taking) e fiato (breath) va a descrivere un certo tipo di sensazioni visive positive. L’errore più comune è quello di cercare di dare un significato alla parola dividendola e prendendo le parole singolarmente, infatti sia in italiano che in inglese questa parola va intesa nel suo insieme e viene usata per descrivere emozioni forti positive e non negative. L’immersione in apnea, o comunque in generale l’immersione sott’acqua, coinvolge le capacità di respirazione dell’uomo e con esse vado a creare un legame a più strati tra il titolo è l’immagine. Una di presa di respiro, o meglio di trattenuta di fiato, che è sia l’atto necessario per immergersi in apnea che la sensazione mozzafiato che può dare il nostro paesaggio, anche sommerso.

Breathtaking: adj. astonishing or awe-inspiring. – DERIVATIVES breathtakingly adv. The view from the lake was breathtaking. Mozzafiato: /mots:a’fjato/ agg. m. e f. invar. [comp. di mozza(re) e fiato], invar., fam. – Che colpisce fortemente, che suscita grande stupore, che lascia senza respiro, perlopiù, in usi iperb., per la meraviglia, l’ammirazione ecc. e sim.: un film, uno spettacolo m.; una ragazza m.; minigonna, scollatura mozzafiato. ≈ incredibile, sbalorditivo, sorprendente, strabiliante, stupefacente.

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Dialogo dei contenuti Le fotografie saranno accompagnate da dati tecnici: del luogo (coordinate) e della fotografia (macchina fotografica e flash usati, obiettivo, housing e dome, esposizione, diaframma e ISO). A ogni inizio capitolo ci sarà una pagina di descrizione del tipo di immersione, come viene regolarmente fatto nel Carnet (libretto delle immersioni) da ogni subacqueo, in modo da avere i dati tecnici di ogni immesione e quelli dell’acqua come temperatura, condizioni e visibilità . Questi dati tecnici permetteranno un approfondimento di lettura anche agli esperti, andando a coinvolgere anche la nicchia di persone che per mestiere o piacere praticano la fotografia sia subacquea che non. Per accentuare una lettura emotiva le fotografie saranno accompagnate da delle citazioni, nelle copertine, inerenti al tema che mi aiutano a creare un filo conduttore.


Materiali La Repap è una carta composta da materiali plastici e dunque non contenendo legno, come di consuetudine, rimane più resistente all’usura e impermeabile all’acqua. Questo materiale si addice al mio tipo di contenuto fotografico, sia per la sua composizione chimica che per la sua resa fisica. Idealmente l’artefatto sarà prodotto in quantità tali da assorbire i costi della stampa offset, dunque non si avranno problemi per quanto rigurada il tipo di “carta” scelto, come invece succederebbe considerando una stampa digitale. Il policloroprene è un materiale composto da gomme sintetiche più comunemente chiamato neoprene. Principalmente viene utilizzato per realizzare indumenti protettivi come mute subacquee, astucci per portatili e finiture nautiche. Esso ha delle caratteristiche quali: elasticità, flessibilità, resistente a tagli e schiacciamento, resistenza al freddo e al calore, che gli permmettono un largo utilizzo nel campo dell’industria chimica, nautica, di rivestimenti, ecc. Essendo un materiale fortemente legato all’immersione e con le proprietà sopra citate, ho deciso di utilizzarlo in maniera ridotta, solo nei dorsi, proprio per affinità al tema oltre che per lo scopo di adottare una forma morbida dell’artefatto senza pregiudicarne la resistenza. La scelta del colore nero è ricaduta in quanto mi permette di mantenere una coerenza cromatica con i testi e il titolo, oltre al fatto che è il colore principalmente utilizzato per le mute. Vi sono altri colori a disposizione ma generalmente si tratta di colori fluo o molto accesi in quanto è necessario per la sicurezza di un’immersione rendersi il più visibile possibile (i colori fluo non vengono assorbiti) anche in acque buie e torbide. Questi colori non rientrano dunque nel mio intento.

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Caratteri tipografici Il mio artefatto contiene poco testo scritto in quanto la narrazione funziona per immagini e non grazie ad un testo accompagnatore. Principalmente le parti scritte sono: titolo, sottotitolo, citazioni e dati tecnici delle fotografie. I font utilizzati sono stati selezionati per la loro leggibilità, per il loro impatto visivo e per l’eleganza del disegno. Il titolo è scritto in Bebas Neue, font bastone con le caratteristiche di essere molto verticale e stretto, come una colonna d’acqua. Il sottotitolo e i dati tecnici sono in Frutiger light, font Svizzero realizzato nel 1975 da Adrian Frutiger, famoso per la sua buona leggibilità anche in punti ridotti. L’asetticità del font mi permette di non compromettere la fruizione delle fotografie, mantenendo un livello sobrio e tecnico per quanto riguarda i testi. Per le citazioni ho scelto di utilizzare un carattere più elegante e sofisticato, il Bembo, primo corsivo disegnato da Francesco Griffo che presenta un’interessante assialità inclinata di 20°.


BEBAS NEUE ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ 0123456789 .,;:(/!?’-”«») Frutiger 45 light ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 0123456789 .,;:(/!?’-”«») Bembo italic ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ abcdefghijklmnopqrstuvwxyz 0123456789 .,;:(/!?’-”«»)

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Formato e griglia d’impaginazione Il formato del prodotto è poco più grande di un A4, dalle dimensioni di 24 x 33 cm chiuso ed aperto è di 48 x 33 cm. La scelta di un formato grande, leggermente verticale in pagina singola e orizzontale a pagine aperte, è data dalla motivazione di voler avere ampio spazio da dedicare alle fotografie, che si alternano tra formati verticale e orizzontali, in modo da non pregiudicare un formato fotografico piuttosto che l’altro. Le didascalie fotografiche occupano una parte marginale all’interno dell’impaginato mentre le fotografie, in base al contenuto vengono gestite sulla pagina, creanto un ritmo di dimensioni che va a valorizzare determinati scatti, aumentando la tensione di lettura, piuttosto che altri.

25mm 50mm 80mm 100mm 150mm


Giorno 1, Domenica 13:30 – 14:04 14.4 mt

51’ 26°

45.949054, 8.941419 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/20 sec | f/5 | ISO 100

7

45.952058, 8.949889 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

45.952058, 8.949889 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 200

45.978250, 8.973507 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/16 | ISO 320

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Copertina Per quanto riguarda la copertina ho optato per la scelta di una fotografia significativa della serie, d’impatto, che riassuma in essa tutte le tematiche che tratto negli altri scatti, per poi abbianarla al titolo e al sottotitolo. La copertina è stampata su di una carta mat con un’ulteriore stampa mat che funge come una sorta di glossatura, la quale dovrebbe conservarsi nel tempo e non rovinarsi o perdere colore.

B R E AT H ta k i n g We dive not to escape life, but for life not to escape us.

Every breath you take, Every move you make, Every bond you break, Every step you take , I’ll be watching you.

sotto la superficie del Ceresio

My head is underwater but I’m breathing fine. (…) You’re my end and my beginning even when I lose, I’m winning cause I give you all of me and you give me all of you.

«When you dive in the lake, you feel everything inside, » she says. «When you dive in the sea, you watch – it’s not the same feeling ».

I dive because… Alice wasn’t the only person to find their wonderland.


B R E AT H ta k i n g

sotto la superficie del Ceresio

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Distribuzione Il libro fotografico è pensato in maniera tale da essere prodotto nelle lingue nazionali più l’inglese. Per meglio internazionalizzarlo e renderlo immediatamente riconoscibile titolo e citazioni saranno in lingua inglese (in quanto sono state pensate in questa lingua e una traduzione non avrebbe lo stesso impatto), mentre sottotitolo, testo introduttivo e tabella dell’immerione saranno tradotte in tedesco, francese, italiano, romancio e inglese. Il libro vorrà potenzialmente essere la prima edizione di una futura collana, con impostazioni grafiche, titolo e trattamento dei contenuti medesimi, applicata a tutti gli specchi d’acqua, fiumi compresi, della regione prealpina Insubrica. La distribuzione, assumendo per ipotesi che il prodotto venisse realizzato davvero, avverrà nelle librerie del territorio in modo da renderlo facilmente accessibile a tutti gli interessati: turisti, gente del posto incuriosita dal lavoro o interessata alla fotografia e professionisti della fotografia subacquea e non. Per quanto riguarda la potenziale creazione di un “esca” (approfondimento a pagina 141) essa verrebbe distribuita in tutti i luoghi in cui si pratica la vendita di cartoline turistiche. Le cartoline porterebbero ad una promozione supplementare, in maniera autonoma dal libro, del mondo sommerso lacustre del territorio, coinvolgendo una maggior fetta di persone che si sono sentite attratte e incuriosite dagli scatti insoliti.


Timone libro rilegato in brossura 24 x 33 cm

BREATHTaking

Indice

Anonimo

II 7 Giorno 1, Domenica

a mio padre

Giorno 1, Domenica

37 Giorno 2, Lunedì 67 Giorno 3, Martedì

13:30 – 14:04 14.4 mt

95 Giorno 4, Mercoledì

Flore, 46 anni – www.swissinfo.ch

III

John Legend – All Of Me, album Love in the Future, 2013

IV

Padi, Professional Association of Diving Instructors

51’ 26°

V 127 Giorno 5, Giovedì 157 Giorno 6, Venerdì 185 Giorno 7, Sabato

Breathtaking

213 Giorno 8, Domenica

Tesi di laurea di Valentina Meldi Bachelor in Comunicazione Visiva Anno Accademico 2014 – 2015.

Police – Every breath you take, album Synchronicity, 1983

VI

Fotografie dell’autrice. Un ringraziamento particolare ai relatori di questo progetto, Reza Khatir e Andrea Bocci. © Valentina Meldi e Caratteri tipografici: Bebas Neue Bembo Frutiger Carta: Silk 135g mat Stampa mat Finito di stampare nell’agosto 2015 presso La Buona Stampa, Lugano – Svizzera

sotto la superficie del Ceresio progetto di Valentina Meldi

Rilegato dall’artigiano Gianni Ramellini, Lugano – Svizzera

46.008252, 8.983464 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/160 sec | f/13 | ISO 100

45.952058, 8.949889 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

7

45.952058, 8.949889 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 200

45.949054, 8.941419 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/20 sec | f/5 | ISO 100

45.952058, 8.949889 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 200

45.985576, 8.956140 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/10 | ISO 500

45.978250, 8.973507 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/16 | ISO 320

45.985576, 8.956140 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/13 | ISO 200

45.978250, 8.973507 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/16 | ISO 320

45.978250, 8.973507 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 200

45.985605, 8.956189 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

45.921541, 8.910412 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/16 | ISO 320

46.008252, 8.983464 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/125 sec | f/6.3 | ISO 100

46.002095, 8.961183 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/15 sec | f/13 | ISO 100

46.002095, 8.961183 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

Giorno 2, Lunedì 19:45 – 20:28 6.2 mt

46.000760, 8.983865 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/100 sec | f/8| ISO 100

46.002876, 8.960729 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/25 sec | f/22 | ISO 100

45.985576, 8.956140 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/13 | ISO 500

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 320

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 500

43’ 24°

37

46.002095, 8.961183 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

46.002095, 8.961183 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

45.985705, 8.956342 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 320

45.985705, 8.956342 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

45.985738, 8.956382 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

191


Giorno 3, Martedì 17:17 – 18:03 7.5 mt

45.985738, 8.956382 Nikon D800E | 35.0 mm / f/1.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 35.0 mm / f/1.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 200

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 35.0 mm / f/1.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 200

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 35.0 mm / f/1.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/18 | ISO 200

46.000760, 8.983865 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/100 sec | f/8 | ISO 100

45.985738, 8.956382 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 500

46.000760, 8.983865 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/30 sec | f/8 | ISO 100

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/13 | ISO 500

45.952086, 8.949985 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/250 sec | f/14 | ISO 200

45.951960, 8.950510 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 320

45.985655, 8.956286 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

45.985705, 8.956342 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.951180, 8.903467 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/100 sec | f/20 | ISO 100

45.985623, 8.956186 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/60 sec | f/22 | ISO 400

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

67

45.978250, 8.973507 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/16 | ISO 320

45.972657, 8.892933 Nikon D5000 | 24.0 mm | f/3.5-5.6 1/50 sec | f/9 | ISO 100

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 35.0 mm / f/1.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

45.985738, 8.956382 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 500

Giorno 4, Mercoledì 09:05 – 10:11 5.8 mt

46.009145, 9.084864 Nikon D5000 | 35.0 mm | f/3.5-5.6 1/640 sec | f/5.6 | ISO 500

46.002095, 8.961183 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

45.985277, 8.956357 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/8 | ISO 500

45.985605, 8.956189 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

66’ 26°

95

45.985605, 8.956189 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

45.951180, 8.903467 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/60 sec | f/9 | ISO 100

45.985655, 8.956286 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.985378, 8.956130 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/22 | ISO 400

45.985614, 8.956304 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.985605, 8.956189 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

45.985605, 8.956189 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

45.985605, 8.956189 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/13 | ISO 500

45.985738, 8.956382 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/22 | ISO 320

45.985738, 8.956382 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

46’ 25°

45.985738, 8.956382 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 500


Giorno 5, Giovedì 11:12 – 12:26 24.6 mt

45.985512, 8.956135 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/8 | ISO 500

76’ 24°

127

45.985655, 8.956286 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/13 | ISO 200

45.986129, 8.956653 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 320

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 35.0 mm / f/1.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

45.985818, 8.956463 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

45.986129, 8.956653 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 320

45.985655, 8.956286 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/16 | ISO 200

45.951180, 8.903467 Nikon D5000 | 20.0 mm | f/3.5-5.6 1/125 sec | f/11 | ISO 100

45.985081, 8.956424 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/10 | ISO 500

45.985532, 8.956107 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.985646, 8.956228 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 500

46.003966, 8.963405 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

45.986129, 8.956653 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/18 | ISO 320

45.985265, 8.956271 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.985754, 8.956344 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 500

46.000760, 8.983865 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/200 sec | f/8 | ISO 100

45.986002, 8.955964 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 1/160 sec | f/18 | ISO 200

46.003966, 8.963405 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

45.985754, 8.956344 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/18 | ISO 200

45.985754, 8.956344 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/7.1 | ISO 320

45.985754, 8.956344 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/13 | ISO 500

45.985754, 8.956344 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.985483, 8.956253 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.952401, 8.949367 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.985655, 8.956286 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/14 | ISO 200

Giorno 6, Venerdì 20:05 – 21:14 19.7 mt

69’ 22°

157

46.003966, 8.963405 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

45.985683, 8.956434 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

45.985483, 8.956253 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

45.952401, 8.949367 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

45.985483, 8.956253 Nikon D800E | 35.0 mm / f/1.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

Giorno 7, Sabato 18:40 – 19:25 12.2 mt

45.985030, 8.956604 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/10 | ISO 320

45.985030, 8.956604 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 320

45.985030, 8.956604 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45’ 23°

185

45.985754, 8.956344 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/14 | ISO 200

193


45.985754, 8.956344 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 250

45.952401, 8.949367 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

46.003966, 8.963405 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

46.003877, 8.964076 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 320

45.984224, 8.956509 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.986042, 8.959177 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.986129, 8.956653 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/18 | ISO 200

46.003966, 8.963405 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/11 | ISO 200

45.985176, 8.956425 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/8 | ISO 500

45.985614, 8.956304 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 250

45.984224, 8.956509 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/14 | ISO 500

45.984224, 8.956509 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/13 | ISO 500

45.985151, 8.956536 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/8 | ISO 500

46.008871, 9.084590 Nikon D5000 | 24.0 mm | f/3.5-5.6 1/80sec | f/20 | ISO 100

Giorno 8, Domenica 15:20 – 16:18 13.2 mt

58’ 25°

213

45.985738, 8.956382 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/160 sec | f/13 | ISO 500

45.984224, 8.956509 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.985378, 8.956130 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/8 | ISO 500

45.951180, 8.903467 Nikon D5000 | 18.0 mm | f/3.5-5.6 1/100 sec | f/20 | ISO 100

45.985265, 8.956271 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/8 | ISO 500

45.984224, 8.956509 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/13 | ISO 500

45.985378, 8.956130 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/16 | ISO 320

45.985605, 8.956189 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

45.985605, 8.956189 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

45.984224, 8.956509 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/11 | ISO 500

45.984224, 8.956509 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/13 | ISO 500

45.985605, 8.956189 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

45.985614, 8.956304 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/8 | ISO 500

45.985605, 8.956189 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/13 | ISO 500

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/100 sec | f/11 | ISO 320

45.985650, 8.956239 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/250 sec | f/16 | ISO 200

45.985228, 8.956524 Nikon D800E | 15.0 mm / f/2.8 Nauticam housing | Super dome | Sea&Sea strobe 1/125 sec | f/9 | ISO 500


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Conclusioni

Il progetto Breathtaking mi ha permesso di esplorare un ambito della comunicazione visiva a me molto caro, provando per la prima volta a trovare la mia espressione fotografica per quanto riguarda il mondo sommerso. La realizzazione della progettazione grafica e della sequenza fotografica, le quali hanno lo scopo di comunicare un’esperienza e mostrare le diverse qualità del mondo lacustre, mi hanno permesso di assemblare una mia passione sportiva con il mio interesse lavorativo, cercando di guidare i futuri fruitori da sopra a sotto la superficie del lago, e sempre più in fondo. Molto importante è stato riuscire a comunicare calma e fascino attraverso le fotografie sintonizzandole verso un obiettivo comune: cogliere l’inaspettato, che sia inteso nel vero senso della parola o come semplice mondo che non ci si aspetta di vedere alle nostre latitudini. La domanda più frequente che ho sentito in questi mesi di lavoro è stata “ma cosa vai a vedere sotto il lago di Lugano?” alla quale ritengo di essere riuscita a rispondere in modo soddisfacente, facendo dialogare i vari scatti tra loro. I possibili sviluppi futuri vorrebbero coinvolgere gli altri specchi d’acqua della regione e la traduzione dei contenuti nelle lingue locali e in inglese per meglio internazionalizzare l’artefatto. Inoltre sarebbe interessante poter effettivamente produrre il libro fotografico con la carta Repap (impermeabile all’acqua) stampando con la tecnologia offset e potendolo rilegare in maniera il più resistente possibile all’usura.

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Ringraziamenti Un ringraziamento particolare va, prima di tutto, ai relatori di questo progetto: Reza Khatir e Andrea Bocci, che hanno deciso di intraprendere con me senza esitazione quest’immersione per certi versi rischiosa, sapendomi guidare e sostenendomi in ogni fase, in ogni momento di dubbio anche in giorni domenicali o festivi. Per quanto risultino diversi caratterialmente emergono le loro qualità in maniera unica e indiscutibile quando lavorano insieme in team. Un importante grazie va a Claudio Gazzaroli, che senza la sua attrezzatura fotografica probabilmente non avrei potuto fare una tesi in questo campo. Grazie a Franco Banfi per le preziose e lunghe immersioni (le più lunghe della mia breve carriera di subacquea) fatte allo scopo di insegnarmi qualche trucco del mestiere. Grazie a mio padre, Piero, che nel lontano 1999 mi ha fatta avvicinare a questo mondo, il quale ho scoperto sempre più interessante e magico con il passare degli anni, fino a coronarlo oggi con una tesi di Bachelor. Grazie a Maura Bettosin che è stata la mia buddy per la maggior parte delle immersioni prestandosi a scatti e attività fuori dalle normali immersioni di routine. Grazie a Deo Rigiani per avermi sopportata anche nei momenti di baratro totale e per essersi prestato come “modello” nonostante la scarsa sintonia con l’attrezzatura subacquea. Grazie a Stefania Barbarotto per tutti i caffè bevuti insieme cercando di autoconvincerci che ce l’avremmo fatta, per le serate in cui bisognava “staccare” e per aver iniziato a fare il bagno nel lago contro ogni aspettativa. Grazie alle mie amiche Alessia, Anna e Giulia, figure per me da sempre fondamentali, per essermi state vicine nonostante gli impegni e tutte le mie lamentele di questi mesi. Grazie a Sharon Scimé e Dina Parini per gli importanti consigli e per il sostegno. Grazie a Gabriella Monfredini Rigiani per il prezioso giro in barca. Grazie a mia madre e a mia nonna per il completo sostegno ed incoraggiamento a dare il meglio di me. Grazie a tutti i miei compagni con cui ho condiviso questi tre anni, confrontandomi e crescendo ogni giorno di più. Una sintonia e un forte legame sicuramente indimenticabile.


Grazie anche a: Elisa Dotta, Giulia Pianezzi e Milena Maiocchi per avermi corretto i testi. Franca e Mauro Bernasconi, Diana e Ralf Sauer, Leo Troiano, Stefano Beatrizotti, Beatrice Jann e Stefano Maraini per avermi concesso dei brevi incontri chiarificatori. Grazie anche a Ombretta D’Elia e alla sua amica Alessandra per avermi aiutata a trovare un modo per rilegare un materiale tanto ostico. Grazie infine anche a tutti coloro che hanno acconsentito a prestarsi per gli scatti fotografici e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto.

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Fonti

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Copertina e pagine interne: Tutte le fotografia sono dell’autrice salvo dove diversamente indicato. Font utilizzati: Bebas Frutiger LT Bembo Utilizzati con licenza Adobe Typekit Stampa e rilegatura: La Buona Stampa, Lugano Durata progetto: 27 maggio 2015 – 21 agosto 2015 Diritti d’autore: © Valentina Meldi e SUPSI.


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