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RIVISTA
EDITORIALE
FEDERICA GIOBBE Giornalista e scrittrice
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Roberto Segati
la natura fluida del colore
Arte e Natura, due elementi che uniti insieme posso essere visti e percepiti come mezzo puramente espressivo di arcaica memoria; dove elementi e materiali compositivi estremamente moderni e quotidianamente riconosciuti, si uniscono ad elementi ritrovati in natura (legno, pietre, resine naturali); esaltando così, senza troppo rumore, l’arte primordiale di Roberto Segati. Un artista appassionato e passionale, che crea immagini evocative ed atmosfere di surreale bellezza. Artista quasi per “diletto”, Segati accetta la sfida di creare ambienti ed ambientazioni surreali e fantastiche, evocando un’antica memoria chagalliana, per far entrare lo spettatore in un mondo immaginifico, dove sono evidenti flash nel tempo, quasi ad indicare qualcosa che va oltre allo spazio; un ambito affascinante dove contemporaneo e antico si intrecciano in campiture di grigi, azzurri, celesti, neri , rossi, violetti e bianchi come in una danza che dura millenni. I tratti decisi, iconograficamente espressivi,
le campiture cromatiche a tratti tenui ed altri marcati, il simbolismo che delinea personaggi del mondo animale, antropologicamente ricercati, come i lupi, le salamandre, le coccinelle e i cervi, creano un’indagine sul divenire dell’immagine proposta. Il colore rosso, acceso e vivo, è un omaggio espresso dall’artista sia per il Rosso Rinascimentale così amato anche in tempi attuali. “Le sue tele dai colori saturi e brillanti, talvolta dagli accenti pop ed espressionisti, sono alternati da velature liquide, insieme di senso di frammenti di campiture informi e piatte, che fondono tra loro gestualità e geometria. La materia utilizzata per esprimere concetti e idee è svariata; ma riconduce sempre ad elementi prelevati e presi in prestito sulla tela da Madre Natura” scrivevo in un catalogo su una mostra rivolta a Marcello Fogolino a Trento, anni fa, conoscendone la bellezza e poesia espressiva. Le opere di Segati quindi sono frutto di un lavoro espressivo e ricercato, concettualmente intenso, che
cambia la percezione degli spazi e delle forme attraverso materiali diversi, solitamente utilizzati in maniera totalmente differente. Oltre alla facoltà dell’artista di far rivivere la fisicità della natura e le sue forme dell’immagine iconografica; i suoi lavori si uniscono artisticamente in un intreccio di emozioni, ricordi e sensazioni, che vengono poi riportate in piano. La campitura resinosa, processo finale di Segati, diviene quasi un’impronta del suo passaggio nell’arte, rendendo le sue tavole, luminose, lucide e riflettenti, senza mai perdere di vista il significato delle immagini sotto la superficie delle cose. “Amo lavorare su più strati e livelli per mostrare la superficie di ogni situazione, ma ricordando sempre che oltre la superficie c’è molto altro. In profondità ci sono cose straordinarie da scoprire e vedere, in
ognuno di noi, e bisogna saperle riconoscere e apprezzare”. Un collezionista di elementi in succession, dunque, che ha visto nel suo “creare”un punto di partenza. “ Andando contro ogni regola museale che impone il “vietato toccare”, i lavori di Roberto Segati ci spingono oltre il piacere visivo, ci invogliano ad esplorare la superficie per soddisfare un poacere tattile basilare”, così lo ha descritto il critico Marco Tomasini, cogliendo il senso di un artista che sa trasformarsi come la materia che utilizza per realizzare i suoi quadri. Ogni campitura di colore permette all’artista, introspettivo e riservato, di stare in bilico tra una volontà compositiva controllata ed una casualità fluida, molto vicina al lavorio della natura, volutamente cercata; lasciando spazio ad un flusso emozionale altrimenti non esprimibile nella vita di tutti i giorni.