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E-ZINE #1/2011

origini fashion E-zine


origini #1/11 “Tutta l’arte è imitazione della natura” diceva Seneca. Cosi, anche nella moda la natura prende voce e ritorna ad essere la fonte più intensa d’ispirazione. Un ritorno alle radici della terra e allo stato animale più primitivo, per raccontare la moda come fosse linfa vitale insita in ogni mente creativa. Abbandonare l’artificialità per riabbracciare ciò che di più naturale ed eterno la terra ci ha offerto, ritornando così ad uno stato primordiale che tutto esprime, eccetto la banalità.

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SOMMARIO ES

4 15 27 33 47 54 55 56 60 61 62 64 68 70 72 NUANC

E S SE N

ZA

JOY

IA REPTIL -ia Màter dell’ essenza

la ricerca

sfumature enta he d i v ’arte c l . 2 noi wn. n, bro w ro b , brown

gioiello

. tree pook tre shapers nature love& la foto green

g di gre grafia

lotus

heroes

da: dinamic ella mo d lo zoo griffato bioparco directory

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he di un


Nuances

I colori della terra e le texture grezze sono le protagoniste indiscusse della stagione, soprattutto per lui. L’uomo scopre il divertimento di mixare, sovrapporre, montare e smontare con accostamenti inediti e in convenzionali che riscaldano anche i mesi piÚ freddi.

maglione // nat by natalia rinaldi | camicia // nat by natalia rinaldi | occhiali // mondelliani

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photographer // davide starinieri @ xxxx studio stylist // maurizia mezza hair&make up // eveline la rocca model // mario nurzia @ dede management

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maglione sfumato // edo city by alessandra giannetti | gilet // pifebo maglione verde // alcott vintage | pantaloni // nat by natalia rinaldi | collana // danae roma

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cappotto // edo city by alessandra giannetti | maglia // vintage | spilla // danae roma

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giacca // nat by natalia rinaldi | maglione // vintage | maglietta // edo city by alessandra giannetti pantaloni // vintage | bracciale usato come spilla // danae roma

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cappello // stylist’s own

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maglione in lana e pelliccia // pifebo | maglione colloalto // vintage | pantaloni // vintage | scarpe // camper

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gilet marrone // lacoste archivio | gilet bordeux // vintage | giacca di pelle // pifebo pantaloni // edocity bu alessandra giannetti | spilla // danae roma

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mantella // stylist’s own | spille // danae roma

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impremeabile // m.diego

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essenza Da sempre il legame con l’acqua è misterioso e ancestrale. La capacità dell’acqua di assumere qualsiasi forma, la totale assenza di rigidità, svincola il corpo dalle costrizioni, lo libera, lo culla, lo cura. Il corpo si lascia andare, immerso nell’elemento acquatico e le sue qualità fluide e informi trasportano anche la mente, verso l’abbandono. L’acqua conduce verso noi stessi, dissolve le disarmonie, abbatte i limiti e attraverso la fusione liquida, il corpo e la mente galleggiano e si mescolano senza attriti ne confini con l’elemento naturale, divenendo una cosa sola. L’acqua ci guida in un viaggio quasi onirico, la cui meta è il benessere e l’armonia con noi stessi. Gaia Uselli

photographer // simone santinelli stylist // francesca zuco make-up & hair: // evelin la rocca model // eleonora @ yourway assistant photographer // matteo mongelli

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vestito // sofie d’hoore

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gonna // sonia fortuna

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vestito // lavinia turra

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camicia // nadir

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vestito // zara

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camicia da notte // nadir

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vestito // sonia fortuna

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JOY Una cascata di piume e perfette nuances di colori. Questo è ‘Oriana-Joy’; una collezione di cappelli di piume realizzati a mano dalla poliedrica Oriana Curti.

photographer // matteo volta make up // oriana curti model // silva @ fashion model // pirina dhzupanova @ whynot

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abito // i haven’t yet decided the name of my brand

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màter-ia ...le radici, la linfa vitale primigenia assumono un ruolo di prim’ordine nel tracciare il cammino umano e artistico da seguire; è dunque conseguenza naturale trarre dallo spazio fisico che ci circonda la materia da plasmare alla luce o all’ombra della propria esperienza di vita.

photographer // davide starinieri @ xxxxstudio stylist // chiara martellucci make up & hair // charlotte model // ann

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abiti // vintage

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abito // i haven’t yet decided the name of my brand

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mantella // vintage

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la ricerca dell’essenza

F

di Eleonora Gaspari

uggiamo dalle luci artificiali e dal cielo grigio lasciandoci travolgere dai colori e dalle forme di una natura incontaminata. Sembra ormai questa la strada intrapresa dalla moda negli ultimi anni , che dall’Art Dèco , fino al ’67 con Ysl e ’80 con Christian Lacroix e Jean Paul Gaultier, trovarono nelle tribù il loro legame

con la realtà, la loro fonte di inspirazione. Il movimento verso l’origine e l’interesse per l’incontaminato continua ancora oggi. L’Estremo oriente , l’Africa e l’America Latina sono le mete prescelte dalle ultime collezioni di molti stilisti tra cui Chanel , Giorgio Armani , Vionnet , Proenza Scouler. Enormi bracciali , collane di legno , stampe leopardate, abiti di piume e turbanti Tuareg, sono solo alcuni degli elementi ripresi nelle ultime collezioni. Veniamo così catapultati tra le tribù Africane alla ricerca di un primitivismo che evoca Pablo Picasso , e magicamente travolti dal fascino dei colori esotici che incantarono un tempo Paul Gauguin. La ricerca della purezza nasce da un bisogno irrefrenabile di libertà. La natura e i popoli che sanno accoglierla con rispetto appaiono perciò la via di’uscita da una triste omologazione che investe il nostro secolo. E’ l’uomo perciò a muoversi nuovamente verso le tribù , uniche ad aver salvaguardato nel tempo l’ equilibrio delle forme e dei colori del paesaggio, unite ad un vestiario incontaminato. Siamo quindi protagonisti di un fenomeno che a macchia d’olio si è diffuso progressivamente negli anni, quello del viaggio non organizzato ed indipendente. I BackPacking , Hobo, sono solo alcuni dei moderni esploratori che si muovono verso la conoscenza del mondo per presa diretta , lontano dal caos della civiltà . Sta forse nascendo una nuova tendenza , o meglio , un bisogno ? La Tribù si trasformano in una fonte di inspirazione non solo per le passerelle, ma in modo più esplicito per la società. Scomponiamo , distruggiamo l’eccesso per la ricerca della purezza . Sembra questa la giusta via da intraprendere.

Ph. Christopher Craig

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sfumature di Chiara Martellucci

“Ogni colore nasce dall’influenza del suo vicino” Clau-

uno sfondo apparentemente reale

de Monet.

sui corpi “bianchi” delle modelle che

S

fumature, ombre, nuance, chiaroscuri, siamo al centro di un caleidoscopio di luci. Un ambiente intatto, che anche se costretto per mano nostra al declino, mantiene forza evocativa ed emozionale.

Superfici ruvide, pastose o evanescenti vengono pla-

si estingue a macchia d’olio dalla punta dell’abito alle cuffie che coprono i capelli. La ricostruzione di un ambiente intatto che accompagna l’uomo nella ricerca di una natura intima, embrionale.

smate dal colore che le trasforma in alberi forti, soffici

Un solo nome, Rodarte. Si rifugia in

fiori o impalpabili nuvole.

un ricordo d’infanzia per riscoprire

Gli uomini si fondono in questo ambiente immutabile ed incontaminato, diventano creature governate dalla natura, si vestono di questa.

luoghi e odori appartenenti al passato. Forme morbide, colori soffici che si perdono nel verde muschio, verde oliva, ocra e testa di moro.

C’è chi possiede una storia bizzarra, considera quanto

Corteccie frastagliate sono le stam-

la natura possa essere selvaggia, è terrorizzato al pen-

pe e petali di fiore dai quali sboccia la

siero che una forza così grande possa scatenarsi con-

silhouette. Sovrapposizioni di forme

tro gli uomini. Mark Fast, un’ utopia, una pioggia acida

e palette cromatiche quali bianco,

che degrada. Distruggere per poter ricostruire, si ricorre

blu cobalto, beige, oro e bronzo,

all’essenza più intima della natura stessa, che si spezza

accompagnano il corpo che diventa

per rinascere più forte. Piume nere e “ragnatele” grigio

tronco e diramano sulle braccia.

fumo, avvolgono il corpo delle modelle diafane, tra trasparenze e pezzi mancanti. Solo il rosa, il color pesca sfumano sulle punte delle piume ormai distrutte, ricordando come era prima della declino e dando il buon

Qualunque sia l’ispirazione, finalmente iniziamo a guardare in alto. Ph Domenico / Kiuz

esempio per la resurrezione. Araisara, sulla congiunzione di un colore all’altro, ne ha fatto un’ intera collezione, una tavolozza cromatica che accorpa tutte le tonalità del celeste, il pesca, il rosso bruno, lavanda, e grigio nuvola. Trompe l’oeil, che dipinge

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Noi2. l’arte che diventa gioiello di Francesca Lancia

U

n riscoperto amore

competitivo settore appena da un anno, hanno già rea-

per gli accessori e

lizzato una collezione completa e d’impatto.

per i gioielli, da sempre il tallone d’Achille di molte donne che

amano mescolare la propria pelle a oro, argento, pietre e diamanti. E tra le infinite proposte più clas-

siche e tradizionali, non potevamo non notare, in un momento in cui il design decide di riscoprire le forme più naturali della terra, la nuova collezione del marchio emergente Noi2, Irregular.

Linee grandi e morbide su materiali come bronzo, rame e argento interamente lavorati a mano e ossidati, pezzi unici che spiccano per la loro particolarità e originalità, dimostrando come da un semplice ed iniziale pezzo di cera, si possa dar vita a qualcosa di unico e rifinito. Indossandoli sembra quasi di diventare un tutt’uno con la materia, come se siano i gioielli stessi ad inglobare la nostra pelle, impreziosendola con forme importanti ma morbide. Questa si chiama arte! E dopo già tre esposizioni, tra cui quella presso Antichità Sturni e presso il Goa in via G. Libetta 13, attendiamo impazienti la prossima collezione di Noi2.

Una vasta scelta tra orecchini, anelli e bracciali che ricordano le cortecce nelle forme e nei colori, che giocano

Com’è nata la vostra collaborazione e successivamente il marchio Noi2?

sulle nuances più calde della terra.

Di base c’è una grande amicizia e conoscenza che ci

Forme appunto irregolari, che na-

lega fin dai tempi delle elementari.

scono dalla manualità e creatività di

Fin da allora, i nostri corsi di studio si sono intrecciati fino

due giovani ragazze, Carlotta Sca-

a farci trovare nuovamente insieme nel conseguimento

rinci e Flaminia Barosini, ex studen-

del diploma in design del gioiello all’Istituto Europeo di

tesse dell’Istituto Europeo di Design

Design (IED) a Roma.

di Roma, che catapultate in questo

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Una volta terminati gli studi, nel giugno del 2010, abbiamo pensato a una stretta collaborazione e a ottobre abbiamo creato il nostro piccolo laboratorio orafo, iniziando cosi a creare la nostra prima collezione, Irregular. In realtà è divertente pensare a come sia nato il nostro marchio, ovvero in modo molto casuale, ma credo che agli inizi accada proprio così,una giornata di brainstorming e dopo una serie di nomi ecco spuntare quello che più ci identificava, Noidue. A cosa vi siete ispirate per questa prima collezione? Il nostro tema “Irregular”, identifica fortemente la collezione e quindi tutto ciò che è irregolare, e cosa più della natura stessa poteva fungere da fonte d’ispirazione. La cosa che ci caratterizza di più è la vitalità del metallo, il fatto di poterlo sentire una volta indossato, di riuscire ad avere un’esperienza dal punto di vista tattile, e questo grazie soprattutto al tipo di lavorazione che ci contraddistingue. Che tipo di materiali avete utilizzato? Per questa prima collezione i metalli che abbiamo preso in considerazione sono l’argento, il bronzo e l’ottone. Su ordinazione c’è anche la possibilità di utilizzare l’oro.

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Qual è il vostro punto di forza rispetto alle collezioni di gioielli che si vedono ultimamente? Ma soprattutto a che tipo di clientela vi rivolgete? Il nostro punto di forza è sicuramente l’unicità dei gioielli, che si presentano con forme insolite, sempre diverse e di volumi importanti. E’ come se fossero delle piccole sculture, e in quanto tali, una volta indossate riescono a fare la differenza grazie ai loro dettagli, anche se non vengono utilizzati materiali preziosi. La clientela cui ci rivolgiamo è molto vasta in quanto sono oggetti che possono colpire ogni fascia d’età, sta di fatto certamente che essendo gioielli prevalentemente vistosi e particolari, ci riferiamo in particolar modo ad un target open mind piuttosto che classico. Ci sentiamo più vicine a tutte quelle donne che non seguono la moda in maniera acritica e omologata, ma che cercano in un gioiello forme uniche e stravaganti. Ci sono dei pezzi cui siete particolarmente legate o che meglio esprimono la vostra creatività? Sicuramente sì. Ovviamente essendo in due, ognuna di noi si è legata maggiormente, o comunque ha dedicato più tempo, a qualche pezzo in particolare. Per quanto riguarda Flaminia, è più in sintonia con gli anelli,soprattutto con quelli che si indossano su due dita (pseudo tirapugni) e con l’unico anello con una pietra. Mentre per quanto riguarda Carlotta, ha una dedizione più imponente per i bracciali, molto grandi e lavorati. Non è sicuramente facile all’inizio dare vita a una collezione partendo da zero, per di più se molto ampia e variegata come la vostra. Vi siete appoggiate a qualcuno o avete fatto tutto da sole? Siamo fiere di poter dire che abbiamo fatto tutto da sole, eccetto qualche occasione in cui ci siamo affidate alle mani di un amico, nonché eccellente orafo, (Roberto Guidarelli) per quanto riguardava dei piccoli lavori di rifinitura e delle dritte sul campo. Le nostre realizzazioni sono il frutto della nostra fantasia e della nostra manualità. La prima fase è forse quella più importante, perché è quella di ricerca sulla quale poi sarà improntata tutta la collezione. Successivamente, si passa alla realizzazione dei pezzi in cera, che poi verranno fusi nel metallo desiderato. Una volta usciti dalla fusione il metallo è ancora grezzo, da quel momento ci

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occupiamo delle lavorazioni di superficie degli oggetti e dell’ossidazione attraverso un acido, fino poi arrivare alla finitura. Avete già qualche idea per la prossima collezione? Per scaramanzia preferiamo non parlarne. Rimanendo in tema di prospettive future, quali sono i vostri obiettivi e dove vi piacerebbe arrivasse il marchio Noi2 tra qualche anno? Per ora non ci sono ancora progetti a lungo termine perché preferiamo non montarci la testa, però per iniziare abbiamo deciso di vendere i nostri gioielli tramite alcuni negozi da noi selezionati a Roma. Sicuramente però, ci piacerebbe raggiungere anche un mercato estero. Nel mondo dei gioielli possiamo sicuramente distinguere due concezioni estetiche ben differenti, una più tradizionalistica e classica e una più all’avanguardia che gioca su forme e motivi più attuali e perché no, anche divertenti e innovativi. A quale delle due correnti vi sentite più vicine? Certamente alla seconda, che ci identifica totalmente poiché ci collochiamo in una nicchia della gioielleria non tradizionale ma d’artista. Non è facile emergere in questo campo dove le idee sono tante e la concorrenza è agguerrita. Cosa ne pensate di questo sistema? Credete che ci siano reali possibilità per designer emergenti come voi? La domanda stessa contiene già la risposta, è difficile e c’è tanta concorrenza. Poi dobbiamo ammettere che il mondo della creatività è abbastanza particolare, spesso è capitato che artisti non siano stati apprezzati in vita ma solo dopo la loro scomparsa, o che altri non siano mai riusciti a emergere. Però, per realizzare un sogno, oltre alle capacità che ovviamente sono fondamentali, bisogna avere tanta costanza, determinazione e sicuramente anche un bel pò di fortuna.

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brown, brown, brown. di Gianvera Bertè

O

gni tanto si sente il bisogno di fermarsi e distaccarsi da tutto ciò che ci sta intorno. La moda, quest’anno ha sentito la necessità di mettere da parte le frenetiche tendenze, così veloci da non lasciarci neanche il tempo di percepirle, per ritornare al punto di partenza, all’origine. Le collezioni di quest’Autunno/Inverno, rendono quasi omaggio alla natura,

prendendo in prestito i suoi colori caldi e le emozioni che trasmette, per raccontarci una storia tutta di sensazioni. Per Antonio Marras, che ancora una volta ci porta per mano nella sua terra natìa, la Sardegna, questo bisogno di natura lo avvertiamo nella scelta dei materiali portati in passerella; tessuti secchi e aspri, tweed e lane infeltrite, ma ancora stampe floreali su seta, per rendere ben visibili le caratteristiche proprie della donna-amazzone che presenta. Non da meno Veronica Etro, che affiancandosi al fascino dell’Oriente, concepisce una figura femminile che colma di fascino, appare allo stesso tempo intellettuale. Anche qui, si avverte un cambiamento: materiali caldi e avvolgenti come cardigan, scialle e mantelle con code di marmotta. Una collezione che crea una perfetta sintonia tra materiali e colori. Le stampe sono floreali per l’interno di cappotti, ma non mancano raffigurazioni di dragoni ispirati alla Cina, filo conduttore dello show. Lusso estremo e minimalismo contemporaneo: questi i temi dello show di Frida Giannini. Per questa collezione, il marchio Gucci, sceglie colori soft come il ghiaccio, il cammello e mattone per cappotti dalla visibile destrutturazione, portati su pantaloni dritti. La pelliccia e le pelli intrecciate, pizzo chantilly effetto pitone e piume di struzzo, padroneggiano la sfilata e ci riportano con la mente a elementi naturali e animali. Per Salvatore Ferragamo, l’inverno rappresenta una brown rapsody, tingendo i suoi capi con tutte le sfumature del marrone, dal marrone scuro al cammello al beige, per una donna che pur indossando capi dal taglio maschile esprime al meglio l’ideale di chic contemporaneo. Non credete che questa tendenza sia stata affrontata un po’ superficialmente? Il mondo naturale è così pieno di elementi e sfumature degni di attenzione che forse meritavano un’analisi più approfondita

Ph Giovanna Rotundo http://nelmioangolino.wordpress.com/2010/05/04/etro-e-i-misteri-doriente/

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pooktre. tree shapers di Chiara Martellucci

P

lasmare la natura fino a risalire alla sua essenza più profonda; analizzarla, comprenderla e stravolgerla. Pooktre, è tutto questo. Immaginate di essere circondati da com-

plementi d’arrendo fatti solo di corteccia e rami, gli alberi, diventano sedie, tavolini e omini che popolano il giardino. Creature che sembrano appartenere a un qualche film fantasy, in cui presto o tardi, le foreste si animano e tutto acquista sembianze umane. I “genitori” di Pooktre sono Peter e Becky, una coppia che sul sito ufficiale preferisce non specificare dove si trova la loro casa-studio, ma che al contempo creano una sezione dedicata solo a foto e schizzi delle opere che “vestono” il panorama incantevole che circonda la loro dimora, inanimato per natura ma che paradossalmente prende vita. Come quasi tutte le cose più geniali, che all’inizio sfiorano il limite dell’assurdo, ma che più si evolvono e più acquistano credibilità, i designer dovettero aspettare nove anni per raccogliere i primi frutti e realizzare che il progetto sarebbe stato fattibile. Il percorso partì da delle “semplici” forme, per poi evolversi in gioielli, accessori e opere d’arte. Un sogno il loro, quello di riuscire a non stroncare forme di vita che spesso dimentichiamo per lasciare spazio all’utilizzo che ne facciamo tutti i giorni. La loro arte riesce a coniugare questi due elementi la natura e l’utilità, mantenendo un equilibrio al limite della perfezione.

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Love&nature di Christian Schivo

“All you need is love love, Love is all you need”

C

osì cantavano i Beatles in una delle canzoni più popolari della loro discografia. E forse anche quella che meglio rappresenta il movimento hippy, corrente nata per di più da persone che ereditarono il dissenso dei primi Bohèmien e dai Beatniks. Le cose in cui credevano gli hippy erano poche,due per la pre-

cisione: amore e pace. E su questi due concetti che si sviluppa tutta la loro filosofia, che influenzò moda e costumi degli anni ’70 e di oggi. Si può pensare ai Beatles, che dal 1967 in poi cambiarono letteralmente il loro concetto di esprimersi attraverso le 7 note, passando dal pop da classifica al rock psichedelico. Tutta la scena musicale gira intorno ad esso, che tramite gli Hippie verrà accostata alla natura. Suoni acidi che sembrano provenire dalle viscere della terra, che insieme alla droga e alle conseguenti allucinazioni, ti proiettano fuori dal corpo e ti fanno vivere esperienze al di là della coscienza. E’ per questo che la droga è elemento fondamentale di questa cultura, per lo più si tratta della “categoria” allucinogene: mescalina, funghi allucinogeni, cannabis ma soprattutto LSD.

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L’evento cardine di questa generazione fu la Summer Of Love; siamo nel 1967 a San Francisco che diventa il crocevia di tutto o quasi: cultura, musica, poesia, nuova letteratura, protesta sociale, rivoluzione dei costumi e della moda. Quasi 100 mila giovani provenienti da ogni parte degli USA e del Mondo che si stabilizzano nel distretto di Haight-Ashbury.

La scena musicale di San Francisco esplode, droga e genialità faranno uscire dai vari club artisti del calibro di: Joni Mitchell, Mamas & Papas, Byrds, Grateful Dead, Janis Joplin, Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service, Buffalo Springfiled, Canned Heat e molti altri. Un vero e proprio “viaggio”, alla scoperta di un io più profondo, nascosto e che si pensava potesse venir fuori solo grazie a della grande musica, a lunghi capelli davanti agli occhi ed enormi collane di fiori. In realtà c’è molto di più; la psichedelia ha abbattuto muri di perbenismo che sembravano invalicabili e che grazie ad una generazione di ragazzi “amanti” della realtà che li circondava, che riuscivano a ballare anche rotolandosi nel fango ed a vivere in fungoncini nel bel mezzo della natura selvaggia, scelsero la via più artificiale per la ricerca del piacere.

Ph. BusGreg

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LA FOTOGRAFIA DI GREG LOTUS

N

di Federica Zanni

ato e cresciuto nelle zone rurali del West Virginia, Greg Lotus divide il suo tempo tra New York e Miami viaggiando spesso anche in Europa. Nella rete non si parla molto di questo ta-

lentuosissimo fotografo, anzi su di lui c’è scritto davvero poco, nonostante abbia già conquistato alcune copertine di Vogue Italia, Vogue Russia e L’uomo Vogue e lavorato anche per i-D e il The Sunday Times Style Magazine. Il suo ultimo lavoro è proprio per Vogue Suggestion, nel quale i giochi di luce e la scelta dei colori ricordano tempi lontani, quella fotografia di grandi artisti come: G. Hoyningen-Huene e Horst del 1930, dove la somiglianza nel rappresentare i soggetti è data proprio dall’impressione che questi sembrino estratti da un fregio neoclassico. Se il gioco continuo di ombre e luci rappresenta la caratteristica fondamentale di Greg Lotus, ancor di più una delle sue

fissazioni riguardano la natura e tutto

quello che questa ci offre, dai paesaggi incontaminati, agli istanti brevissimi di bagliori straordinari, agli animali, componente spesso costante dei suoi scatti, tanto da fungere addirittura da protagonisti. Dai più piccoli come topi, pappagalli, ermellini e gatti, ai più grandi e selvatici

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come elefanti, fenicotteri e giraffe,

le immerse in acque dolci o salate

a volte un tutt’uno con la persona,

come se fossero ninfe, intrappo-

altre invece fanno da sfondo, ma

late in grotte o a passeggio su una

sempre conferiscono un aspetto

spiaggia al tramonto, donne gatto o

giocoso e ci avvicinano al “mon-

impiumate come se fossero uccelli

do” che non è fatto solo di palazzi

o ancora, truccate come farfalle;

e grattaceli, ma di fiori, piante, prati

tutto con uno sguardo continuo

vastissimi e campi di grano.

al passato, come per imitarlo, ma

Ciò che si nota immediatamente osservando le sue immagini è il desiderio esplicito di fotografare fanciul-

sempre con un tocco straordinario di modernità, una modernità contaminata dalla natura.

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GREen heroes di Aberta Victoria Orefice

E

ssere cool, seguire la moda, spendere e spandere per abiti da urlo: tutto ciò ci dona un’immagine così consumistica, superficiale e assolutamente lontana dal concetto di “fare qualcosa per il prossimo”. Ma

da tempo, ormai, i sovracitati sensi di colpa sono stati soppiantati da una nuova filosofia, quella “green”, che si è insinuata nell’abbigliamento e che ci permette di acquistare facendoci sentire in pace con noi stessi. Gli ecostilisti, ovvero i designers attenti alle questioni ambientali, stanno aumentando sempre più insieme alla popolarità del motto: “Green is the colour”. Una delle fautrici del green movement in ambito moda è Stella McCartney, tra le prime ad aver utilizzato tessuti naturali e ad aver bandito pelli animali dalle sue collezioni. Sempre in terra inglese è stato creata un’iniziativa, sostenuta dal British Fashion Council, che unisce numerosi stilisti attenti a produrre capi utilizzando tessuti naturali e ad impatto zero. C’è chi si serve, per costruire borse, di tubi di idranti non usati da 30 anni; chi cuce solo ed esclusivamente su materiali riciclati e chi, addirittura, predilige jersey di bamboo per la sua collezione di lingerie. E se l’Inghilterra ci ha fatto conoscere il concetto dell ”Estethica” (Etica + Estetica), l’America non si tira di certo indietro se si tratta di contribuire alla salute del nostro pianeta. Da settembre scorso, infatti, alla Parsons New School of Design, a New York, si tiene un corso di “Moda a Zero Rifiuti”. Qui gli aspiranti stilisti sono istruiti a produrre abiti senza che nemmeno un centimetro di materiale vada sprecato. In

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questo continente la moda verde ha avuto un successo

collezione primavera- estate 2011,

senza eguali: ciò perché, come dimostra una ricerca del

infatti, riusciremo a camminare…su

novembre scorso condotta dall’università di Monaco,

delle bottiglie! E’ con la plastica con-

nella percezione degli americani il consumatore medio

tenente un litro e mezzo d’acqua

di abbigliamento ecologico è trendy, cool e sofisticato. In

che sono costruite queste calzature

Europa invece, chi acquista questo tipo di capi è consi-

con un metodo decisamente high

derato poco stiloso e più in avanti con l’età.

tech ma, si spera, a ridotte emissioni

I veri intenditori della “moda scaccia sensi di colpa”, non

di Co2.

si saranno sicuramente lasciati sfuggire le divertenti

Resterebbe da chiedersi: tutti gli

galosce messe in vendita due anni fa da Greenpeace

ecostilisti sono davvero mossi da

per sostenere la protezione degli oceani e degli orga-

un sincero desiderio di aiutare l’am-

nismi che nuotano nelle loro acque. Nei giorni più grigi

biente o sono attirati

e uggiosi, indossare questi stivali di gomma disseminati

maggiori vendite dovute ad un’im-

di piccoli pesci, avra’ sicuramente provocato importanti

magine ecosostenibile del brand?

riflessioni. Nelle più superficiali, il desiderio di una vacan-

Per ora riponiamo fiducia in questi

za tra gli animali della barriera corallina; in tutte le altre,

designers e diamo libero sfogo ad

la fierezza di sentirsi sicure del proprio look grazie ad un

“acquisti green”, che sono sempre

acquisto a fin di bene.

giustificati.

Ma ecco la novità “green” che si è assicurata il primo

Ma attenzione: rigorosamente vie-

premio per creatività ed attenzione all’ambiente: per far-

tato

ci sentire un po’ tutti eroi o salvatori del mondo che dir

all’acquisto esclusivamente “show-

si voglia, il brand Timberland ha lanciato, con una cam-

off”.

mostrare

una

pagna chiamata appunto “Nature Needs Heroes”, degli stivali molto particolari. Acquistando queste scarpe della

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di più dalle

propensione


lo zoo della moda: dinamiche di un bioparco griffato di Andrea Bandiera

I

mmaginate di avere uno spazio vuoto da riempire con alcune tipologie di donna. Chi mettereste? E perché? Una sorta di moderno parco zoologico in cui si scontreranno modi diversi di scegliere e indossare l’abito. Inevitabilmente, le prime donne a entrare in questo posto saranno quelle vestite con le stampe animalier. Donne che, a seconda della stagione,

sono state un leopardo, una zebra, una tigre o un po’ di tutto. In questo zoo, non può mancare la donna in pelliccia, avvolta nel visone o nella volpe di turno; si aggira per il parco con la presunzione di essere superiore a tutti. E’ l’animale reale, temuto e rispettato da tutti, tranne che dalla donna vestita di ecosostenibilità (anche lei dentro lo zoo, ma ben lontana, per buone ragioni, dalla donna-visone). Alla donna in pelliccia si riserva un trattamento speciale: ben protetta, per evitare secchiate di vernice, in segno di protesta. Non condivide gli spazi con le altre, considerate troppo cheap dato che di un animale indossano solo la stampa, mentre lei con l’animale ci si veste. Uno spazio comune è riservato a chi fa della moda solo una questione di griffe, stiamo parlando delle “donne-tutta-una-marca”. Sono tante e sfacciate, tanto omologate da sembrare tutte uguali. Al braccio sfoggiano un bauletto Vuitton, o una sacca di Gucci e poi via…marche gridate qua e là su top e pantaloni. Queste donne non riescono a vivere e sentirsi interessanti senza una targhetta placcata in argento, che palesa il nome del designer sulla tasca posteriore di un jeans. Dalla parte opposta si trova la gabbia delle donne-minimal, estremamente

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sofisticate e sobrie; mai esagerate, molto discrete, forse un po’ apatiche ma assolutamente ben educate. C’è poi la donna che strizza l’occhio all’Oriente e alle sue cineserie, la donna de-costruita, quella très parisienne, quella radical-chic e quella “forte e sicura di sé”, dalla spiccata sensualità. Da questo zoo ogni anno esce ed entra una tipologia di donna a seconda della stagione, della tendenza e del mood. Addirittura capita (e succede sempre più spesso) che lo zoo si svuoti completamente e quello è il periodo in cui aprono le gabbie, in cui tutte le tendenze escono allo scoperto: ogni look è ammesso e “di moda”. Tutte si sentono libere di indossare qualsiasi cosa andando spesso contro il senso di comune decenza. C’è chi riesce a liberarsi dalle catene dello zoo, chi ha uno slancio di libertà e riesce a scegliere incondizionatamente. Questa è la donna che sta dall’altra parte dello zoo, che guarda quasi con orrore lo spettacolo dietro le gabbie.

Ph. kevinzim

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#1/2011 Questo impaginato è la versione over paper di Fashion E-zine, la sezione moda di

Periodico telematico di cultura ed informazione Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 630/99 del 24 Dicembre 1999 P.le Medaglie D’Oro, 49 - 00136 Roma Redazione Via Gregorio VII, 466 - 00165 Roma [t] +39 0666044995 - [f] +39 0666044993 [e] fashion@e-zine.it Direttore Responsabile Fabrizio Manzione Direttore Editoriale Massimiliano Padovan Redazione Gianverà Bertè Francesca Lancia Chiara Martellucci Maurizia Mezza Federica Zanni Francesca Zuco Webmaster Alberto Cini Editore P.le Medaglie D’Oro, 49 - 00136 Roma [t] +39 0666019323 - [w] www.menexa.it

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