Distrazione di massa

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distrazione di massa di Javier Marcelo Cabrera



distruzione di massa di Javier Marcelo Cabrera


Il presidente della FIFA Havelange davanti alle telecamere delle televisioni di tutto il mondo pronunciò le seguenti parole: «Finalmente il mondo può vedere l’immagine vera dell’Argentina». L’ospite d’onore Henry Kissinger, dichiarò: «Questo paese ha un grande futuro, a tutti i livelli».





L’Argentina festeggia la vittoria insieme al presidente Videla,era il 1978.





«Ma per me la cosa più terribile era guardare fuori dalle piccole finestre della Capucha e vedere il mondo che andava avanti indifferente alla nostra situazione. Poco lontano c’è uno stadio e sentire le urla della gente che andava a vedere la partita era orribile».







In realtà la Chiesa in Argentina ha offerto l’ispirazione ideologica, o se si vuole la giustificazione teologica, alle azioni dei militari.













DIZIONARIO sparire [spa-rì-re] ETIMOLOGIA Da apparire, con sostituzione di pref. DEFINIZIONE v. intr. [pres. io sparisco, tu sparisci ecc.; pass. rem. io sparìi (lett. sparvi), tu sparisti ecc.; part. pass. sparito; aus. essere] 1 sottrarsi improvvisamente alla vista altrui; dileguarsi, scomparire: sparì tra la folla; il sole sparisce dietro le nubi; il miraggio sparì in un attimo 2 (estens.) non esserci, non esistere più: fra poco di lui sparirà anche il ricordo; le macchie sulla pelle sono sparite|sparire dalla faccia della terra, (fig.) morire|sparisci!, (fam.) vattene subito! 3 (fam.) essere asportato, rubato: mi è sparito l’orologio|essere consumato: i dolci sparirono in un batter d’occhio ‘essere irreperibile, introvabile: molti cibi genuini sono ormai spariti dal mercato|far sparire, nascondere, rubare.

“Desaparecer”, sotto la dittatura militare acquista un nuovo significato. “Desaparecidos” indica specificatamente quelle persone considerate una minaccia per lo Stato, e che per questa ragione venivano rapite, torturate e uccise dai militari.













Tutto rimane accuratamente nascosto, tranne alcuni cadaveri dai piedi e le mani legate che comparivano qua e là tra le insenature atlantiche di Santa Teresita, del Mar del Turù, e alla Bahìa de Samborombón, a 200km dalla città di Buenos Aires.



Solo nel 1995, Scilingo, ufficiale della marina, che partecipò a due voli della morte, rilasciò un intervista al giornalista argentino Verbitsky. I tanti pezzi del puzzle che mancavano vennero ricostruiti dall’oppressore che sperava in una clemenza internazionale.



La dittatura prima di cadere, con i militari preoccupati per le possibili conseguenze dei loro atti eliminano gli archivi della repressione clandestina e decretano un autoindulto che li esonera dalla responsabilitĂ per gli atti compiuti durante la dittatura.



“Caro Guido, oggi che compi diciotto anni, voglio raccontarti cose che non sai ed esprimerti sentimenti che non conosci. I tuoi nonni appartengono a quella generazione che attribuisce a ogni data un valore speciale e particolare. La nascita di un nipote è una di queste date (…). Oggi stai festeggiando i tuoi diciotto anni sotto un altro nome, accanto a un uomo e una donna che non sono tuo padre e tua madre, ma i tuoi ladroni. Loro neppure immaginano che la tua mente custodisce le ninne nanne e le canzoncine che Laura ti sussurrava, sola nella prigione, mentre tu ti muovevi nel suo ventre. Un giorno ti sveglierai, scoprendo quanto tua mamma ti amò e come tutti noi ti vogliamo bene (…). Ti sveglierai un giorno da questo incubo, nipote mio, e sarai libero. Con tanto amore, nonna Estela”.















ESMA, Escuela de Mecånica de la Armada: - 5500 desaparecidos, - 200 sopravvissuti. Le partite del Mondiale del 1978, si svolgevano a pochi chilometri di distanza dai Centri di detenzione clandestina, dove avvenivano torture e omicidi di Stato. 25/06/1978 Lo stadio Monumental de Nuùes, luogo della finale dei Mondiali, ripreso in diretta dalle telecamere di tutto il mondo, si trovava a circa 2 km dall’ESMA.



“C’erano sessanta prigionieri, furono spostati dall’“E.S.M.A.” a una villa di “ricreo”, di ricreazione fuori da BUENOS AIRES che si chiamava “Il Silenzio”, un nome veramente metaforico e che era il posto di ricreazione del week-end del Cardinale Arcivescovo di BUENOS AIRES”.



VERBITSKY H.: noi eravamo coscienti che c’erano i centri detenzione clandestina, che c’erano compagni che scomparivano, che erano rapiti, che non si sapeva più di loro, ma non avevano... non avevamo una visione generale di quello che accadeva. Tutti gli ARGENTINI sapevano di qualcuno che veniva rapito, che scompariva, che non c’era più, ma nessuno aveva la visione generale che questo era un sistema nazionale, sistemato in... in campi di concentramento e che sono stati più di trecento in tutto il paese, che il metodo era simile in tutto il paese, che loro venivano torturati per ottenere delle confessioni che permettevano di andare a rapire un altro e che finalmente erano ammazzati in una altissima proporzione erano ammazzati. Fino a trentamila argentini sono stati ammazzati da... dalla dittatura in quegli anni e che c’era in corso un... un metodo simile in... in tutti i luoghi militari. Questo io l’ho... l’ho imparato dieci anni fa in... in tutta la sua estensione quando ho parlato con uno dei carnefici, che è stato il primo a confessare pienamente la sua partecipazione.



(…) quest’uomo mi ha detto che il metodo di buttare i prigionieri al mare, è un metodo deciso prima dal colpo militare che... gennaio/febbraio del 1976, tutti gli ufficiali della Marina eravamo invitati a una riunione nella più grande base della Marina in ARGENTINA, nella quale il capo di operazioni navali gli aveva detto che era deciso questo metodo che veniva approvato dalla gerarchia ecclesiastica perché considerato una forma non violenta e cristiana di morte. (…) e mi ha detto anche che quando tornavano di... di... ammazzare le persone con questo metodo loro avevano rimorsi, si sentivano male, dunque parlavano con i cappellani militari che li tranquillizzavano e gli dicevano con parabole bibliche, che loro stavano fando... facendo il bene perché c’è un dovere è la separazione del grano e della paglia. ROMA, UDIENZA ACOSTA, 6/10/2006




Altri pezzi del quadro furono ricostruiti grazie al lavoro clandestino di detenuti illegali dentro il centro, promossi a collaboratori, sebbene continuassero ad essere torturati.


Karlos Munoz ESMA 1978/1980 N째 261



«Subito dopo ti veniva levata l’identità. Ricevevi un numero e da quel momento tu non eri più una persona, ma un numero, per cui non avevi più una dignità di essere umano, ma eri solo una cifra. Non ero più Karlos, ma ero diventato il 261».



21/11/1978 «Una “patota” mi è venuta a prendere su all’undicesimo piano del palazzo dove abitavo con mia moglie e mia figlia piccola. Avevo 20 anni e lavoravo nella segreteria del Movimento Montonero. Tenevo nascoste in camera 2 pistole, perchè sapevo che prima o poi i militari sarebbero venuti a prendermi e sapevo che non esistevano vie di fuga dal luogo in cui abitavo. Ma non feci in tempo, mi sorpresero durante la notte. Avevano rapito un ragazzino di 15 anni che mi tradì. Ci portarono via tutti e tre, ci portarono qui all’ESMA, nell’ultimo edificio del complesso, il Casino. Qui, come di consueto, arrivai di notte da un ingresso posteriore, assolutamente invisibile dall’esterno».



Victor Basterra ESMA 1979/1983





Victor Basterra fu detenuto dell’ESMA dal 1979 al 1983, ultimo prigioniero ad essere liberato. Per quattro anni fu costretto a scattare istantanee di personale militare, necessario a preparare documenti falsi, come quelli che servirono al noto italiano della P2 Licio Gelli. Basterra è riuscito a portare fuori dall’ESMA anche una decina di foto dei detenuti che sviluppava clandestinamente in doppia copia. Grazie alla sua documentazione oggi siamo in grado di vedere i volti dei desaparecidos che ritornano ad avere un nome, e a conoscere i volti dei loro assassini. Una memoria che sta riaffiorando molto lentamente, grazie alle ricerche e alle numerose denunce dei famigliari delle vittime.





Gelli ripetutamente dichiarò in pubblico di essere stato uno stretto amico del leader argentino Juan Domingo Perón – e spesso ha affermato che tale amicizia è stata veramente importante per l'Italia, senza però aver mai spiegato perché – e proprio molti esponenti della camarilla di potere dell'ultimo peronismo, così come del golpismo uruguayano degli anni settanta, risultarono iscritti alla sua loggia massonica.





«Quando c’è non solo un’invasione di stranieri ma anche di idee che mettono in pericolo valori essenziali, va applicato il pensiero di San Tommaso d’Aquino, secondo cui in tali casi l’amore per la Patria è equivalente all’amore per il Signore. Difendendo la Patria, gli uomini d’armi a tutti i livelli, compiono il dovere prioritario di amare Dio e la Patria in pericolo».



Roma, 4/05/1997 Le madres de Plaza de Mayo, presentano alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma una denuncia contro il cardinale Pio Laghi. Oggetto della denuncia, l’essere stato la mente che ideò il piano di soppressione dei desaparecidos, autorizzando anche l’uccisione di sacerdoti e laici «impegnati nei settori più indigenti». Sempre secondo la denuncia Laghi «visitava assiduamente i centri di detenzione clandestina e permetteva le torture e le esecuzioni che vi avevano luogo». Tale denuncia, in quanto presentata presso un Tribunale italiano a carico di un cittadino del Vaticano, si risolse in un «non luogo a procedere».








Gli occhi fissi sugli schermi, celavano la cattura della gente in strada e nelle proprie case, scaraventata all’interno delle Ford Falcon. Persone senza identità, che da quel momento sarebbero diventate “desaparecidos”.


Quando tutto il mondo rendeva onore all’Argentina, paese ospitante dei mondiali, le urla dei tifosi coprivano i voli degli aerei protagonisti dei “vuelos de la muerte”, che avvenivano come rituale ogni mercoledì. I prigionieri erano chiamati “Trasladados” Trasferiti, ovvero prigionieri da eliminare definitivamente.













Erano giovani, per la maggior parte studenti, erano la prossima generazione del futuro argentino, erano i primi da cancellare.




EPILOGO 25 giugno 1978 Finalissima Argentina-Olanda. Argentina Campione del Mondo. Reti segnate: - 38’ Kempes, - 81’ Nanninga, - 105’ Kempes, - 114’ Bertoni. La gente si riversa per le strade di Buenos Aires a festeggiare per tutta la notte.

Durante il regime sono stati violati tutti i diritti dell’uomo, il bilancio approssimativo è di: - 2.300 omicidi politici, - 10.000 arresti politici, - 30.000 persone scomparse “Desaparecidos”.

PROCESSI Processo Processo Processo Processo Processo Processo

SUI DESAPARECIDOS: BAHÍA BLANCA MASTINU PODLECH MASSERA ESMA RIVEROS

ORGANISMI STORICI: - Madres - Abuelas - Familiares - M.E.D.H. - C.E.L.S. - A.P.D.H. - Liga - Serpaj http://www.24marzo.it/



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