TESTIMONI DELLA GIOIA
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Presentazione Caro giovane, benvenuto a te che leggi! Ti trovi all’inizio di una settimana carica di aspettative: sette giorni che hai scelto di trascorrere in compagnia di altri giovani provenienti da tutta Italia e da altri Paesi d’Europa. Benvenuto anche a te che sei arrivato al Confronto in veste di responsabile o di animatore e che porti nel cuore il desiderio che questa esperienza sia una tappa importante nel cammino di maturazione dei giovani che il Signore ti ha affidato e che stai accompagnando. Per arrivare a Torino hai compiuto un viaggio più o meno lungo e hai scelto di vivere qui con Don Bosco questi giorni dopo aver ricevuto un invito da qualcuno che ti vuol bene: un amico, un animatore, una professoressa, un’allenatrice, un Salesiano, un Salesiano Cooperatore, una Figlia di Maria Ausiliatrice…. Queste persone sono sicuramente molto importanti per te. Hai mai chiesto loro di raccontarti di quando hanno ricevuto una chiamata importante? Noi crediamo che tutti siamo stati chiamati alla vita, alla vita in abbondanza e ad essere dispensatori di tale dono. Qui a Torino incontrerai Don Bosco: la sua vita è risposta ad una chiamata ricevuta in sogno a nove anni, ma è anche l’invito a dedicarci alla salvezza dei giovani. Lascia che i luoghi che visiterai ti parlino: case, cortili, strade, città e chiese che hanno accolto la santità di Giovanni Bosco, di Maria Domenica Mazzarello e di Domenico Savio sussurreranno al tuo cuore e alla tua vita qualcosa di importante. Come scrisse San Domenico Savio nei suoi propositi: «I miei amici saranno Gesù e Maria». Potrai gustare questa particolare amicizia vivendo all’ombra del Santuario di Maria Ausiliatrice i sacramenti dell’Eucarestia e della Riconciliazione, dedicandoti alla preghiera quotidiana e condividendo questi giorni con i tuoi fratelli in Don Bosco. Da più di un anno giovani e adulti di tutta Italia hanno messo a disposizione il proprio tempo per preparare queste giornate. Ci auguriamo che ti senta a casa, a tuo agio e soprattutto nelle condizioni
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migliori per trarre da questo momento “straordinario” le convinzioni decisive da incarnare nell’“ordinario”, per vivere nel tuo quotidiano, dal Confronto in poi, da Testimone della Gioia. La parola “confronto” indica un esame comparato di due o più entità. Il Confronto MGS sia allora un tempo di riflessione personale, di condivisione con altri, di conversione e riforma della tua vita. A venticinque anni dal primo Confronto che qui a Torino ha visto nascere ufficialmente il Movimento Giovanile Salesiano, a quattro anni dall’ultimo Confronto Europeo del MGS, ci ritroviamo in spirito di fraternità ed allegria per riscoprire e celebrare il dono della Gioia che Dio ha posto nel cuore di ognuno di noi. Siamo consapevoli di andare contro corrente nel testimoniare la Gioia della Fede in Dio in un tempo di crisi della società italiana ed europea e siamo solidali con i nostri fratelli del Medio Oriente oppressi dalla guerra: come cristiani e giovani che si ispirano a Don Bosco, nonostante le avversità, siamo chiamati ad essere “sempre lieti nel Signore”. A quasi duecento anni dalla nascita di Don Bosco, che ci vuole “felici nel tempo e nell’eternità”, ti auguriamo di tornare a casa da questo Confronto con la ferma volontà e le concrete decisioni di vivere ogni giorno la Spiritualità Giovanile Salesiana, che è appunto spiritualità del quotidiano, per fare del Movimento Giovanile Salesiano in Italia un vasto movimento di giovani testimoni e santi. Marco, Mattia, Myriam, Orazio, Renato, suor Giuseppina, don Claudio Segreteria Nazionale MGS Italia
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Benvenuto di Don Bosco casa sua Miei cari, io vi amo tutti di cuore e basta che siate giovani, perché io vi ami assai. Sono passati molti anni da quando feci di Valdocco la mia casa. Prima di allora la mia vita mi aveva fatto abitare in molti luoghi: i Becchi, dove sono cresciuto e dove ho sognato la mia vocazione per voi; Chieri, dove il Signore mi ha formato e guidato sulla giusta via; Torino, nel Convitto e in molti altri luoghi, dove ho sperimentato la sofferenza e la croce di un amore e di una passione, quella per i giovani poveri, che non trovava però forma e stabilità. Credo che Valdocco sia diventata la mia casa nel giorno in cui venni qui con mia mamma, Margherita. Allora ho potuto dire che qui viveva una famiglia e ho iniziato ad allargare questa famiglia a tanti ragazzi che, allora come oggi, cercavano un padre e una madre, un futuro, l’amore di Dio. Come allora dicevo ai ragazzi che questa è la loro casa, così lo dico anche a voi oggi, a voi che venite da tanti luoghi diversi, ma che siete tutti miei figli; che avete conosciuto strade differenti, ma che insieme camminate con me e con Dio; che avete fatto percorsi e vite diverse, ma siete fatti e animati dalla stessa amorevolezza di Dio. Vi posso assicurare che troverete persone di gran lunga più virtuose e più dotte di me, ma difficilmente potrete trovare chi più di me vi ami in Gesù Cristo e che più desideri la vostra vera felicità. Abitate in questi giorni i luoghi che ho abitato anch’io.. imparate a fare famiglia tra voi. Scoprite la vostra vocazione e datevi a Dio con tutto voi stessi, senza timore e senza aspettare. Maria Ausiliatrice vi protegga e vi accompagni e faccia sì che vivendo questi pochi giorni insieme possiate aiutarvi a vicenda a giungere alla salvezza dell’anima vostra e così accrescere la gloria di Dio, unico scopo della mia e della vostra vita. Vivete felici, e il Signore sia con voi. Affezionatissimo in Gesù Cristo Sac. Gio. Bosco
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Un’esperienza che cambia la vita Non avevo ancora compiuto 8 anni quando andai per la prima volta nei luoghi di Don Bosco. Partimmo di notte. Questo lo ricordo bene. Da Rignano Garganico, un paesino arrampicato sul Gargano a 25 chilometri da Foggia. Accompagnavo mia mamma che fu invitata alla ordinazione sacerdotale di un Salesiano, Don Antonio Gentile. La sua famiglia era assai legata alla mia. Di quel viaggio di andata ricordo poco o nulla: il buio della notte, lo “strapuntino” su cui viaggiavo (così si chiamavano i seggiolini che venivano aperti tra le due file dei posti dei passeggeri), la curiosità nel visitare Torino. Era il mio primo viaggio così lungo in pullman. Della ordinazione sacerdotale del prete amico, della splendida Basilica di Maria Ausiliatrice, delle camerette di Don Bosco, di Valdocco e dei Salesiani (perdonatemi!) non ricordo nulla. Proprio nulla! Ricordo, invece, in modo molto vivo il pesciolino rosso che vinsi ad un banco di una fiera vicino Valdocco. Bisognava lanciare una pallina di ping pong nei vasetti di vetro, in ognuno dei quali c’era un pesciolino. Ed io vinsi. Il ritorno a Foggia fu molto più interessante dell’andata. Trasferii il mio piccolo amico dalla bustina di plastica trasparente in cui mi fu consegnato in un grande barattolo di latta pieno d’acqua. A casa, quel piccolo trofeo visse ancora delle settimane, ben accudito e poi morì, lo piansi per un pò. Eppure quel viaggio fu decisivo nella mia vita. Mentre io pensavo al pesciolino vinto alla fiera e su come trasportarlo nel pullman fino a Foggia, mia mamma si preoccupò della mia formazione. Infatti, pensò bene di comprare per me due album a fumetti della vita di Don Bosco e due album dei sogni, quello dell’elefante misterioso e quello della zattera salvatrice. Acquisto benedetto! Non so quando iniziai a leggerli. Una cosa sola so: a partire da quegli album, Don Bosco entrò nella mia vita di bambino, nella mia fantasia. Ancora oggi potrei ricostruire nella mente la successione delle vignette
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e delle didascalie che le commentavano. Lessi e rilessi quegli album innumerevoli volte. Li conoscevo ormai a memoria. Ogni tanto, anche nella preadolescenza, rispuntavano fuori dallo scaffale dei libri delle elementari. Di diventare Salesiano, neanche l’ombra! Meno ancora nell’adolescenza! Quegli album e, con loro, Don Bosco riaffiorarono, invece, d’improvviso nella mia mente negli ultimi mesi del Liceo, quando da settimane mi ritornava nella mente una frase, sempre quella: “Il Signore vuole avere bisogno di me”. E lì subito il pensiero andò Don Bosco, proprio quello della mia infanzia, quel prete coraggioso dei fumetti, quello che si opponeva a Cavour col dito alzato, quello che distribuiva le castagne senza fine, il prato di Mamma Margherita distrutto, le tovaglie dell’altare usate come lenzuolo per i malati di colera, la zattera che salvava i ragazzi dell’oratorio dall’inondazione, l’elefante in apparenza tranquillo e giocherellone, ma che voleva far del male ai ragazzi. Insomma mi ritornò in mente, e più, nel cuore Don Bosco. Il resto della storia lo immaginate. Non so se in questi giorni di Confronto avrete tempo per partecipare a qualche fiera e vincere anche voi qualcosa. Spero, però, che Don Bosco vi resti nel cuore, come rimase nel cuore di quel bambino che tornò a casa pieno di gioia per il suo pesciolino rosso. don Pier Fausto Frisoli Consigliere Regionale per l’Italia
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Un augurio ricco di speranza Carissimi giovani, «Testimoni della gioia»: è il tema che avete scelto e che ci accompagna nel confronto Italia 2013. Viviamolo con l’atteggiamento di chi sperimenta e proclama in modo nuovo il vangelo della vita e della speranza. In questo tempo segnato da sfide e delusioni, ma anche da motivi di speranza, è viva in noi la certezza che il carisma di D. Bosco e di Madre Mazzarello, ancora oggi, dà delle risposte significative alla ricerca di senso di tanti giovani. In voi è forte l’esigenza di fare delle esperienze ricche della presenza viva di Gesù, che dia spazio ai vostri sogni e vi aiuti a camminare in sintonia con i valori evangelici. Siamo chiamati ad aiutarci reciprocamente perché in tutti cresca la certezza della fede e spero che questo incontro sia per voi giovani che vi partecipate, ma anche per chi segue da lontano, un luogo di condivisione e di ascolto, di ricchezza interiore e di ricerca della propria identità. Accogliendo quanto hanno detto i Vescovi raccolti nel Sinodo, lo scorso ottobre, nel messaggio conclusivo al popolo di Dio: “ vogliamo sostenere i giovani nella loro ricerca e incoraggiamo le nostre comunità ad entrare senza riserve in una prospettiva di ascolto, di dialogo e di proposta coraggiosa verso la difficile condizione dei giovani per riscattare e non mortificare la partenza dei loro entusiasmi”, vi confermo, a nome di tutte le FMA d’Italia, l’impegno a costruire con voi un cammino di fede, di speranza e di carità perché possiate - come sollecita Papa Francesco - non aver paura di andare controcorrente e di avere la fierezza di farlo. Il 2014, terzo anno di preparazione al Bicentenario della nascita di D. Bosco, ci stimola ad entrare in noi stessi per riscoprire il senso profondo della spiritualità salesiana centrata sulla carità pastorale che, come dice il nostro Rettor Maggiore, è “la carità educativa perché trova nell’educazione la risorsa che permette di aiutare i giovani a sviluppare tutte le loro energie di bene…. La carità pastorale è centro e sintesi
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della nostra spiritualità e ha il suo punto di partenza nell’esperienza spirituale di D. Bosco stesso e nella sua preoccupazione per le anime”. Vi auguro che il Confronto vi consegni uno sguardo evangelico per portare, negli ambienti dove vi trovate, l’entusiasmo dei valori presenti nella vita di D. Bosco e di M. Mazzarello e collaborare all’edificazione di una società nuova attraverso la carità pastorale che è annuncio e testimonianza gioiosa. Vi sono vicina con la preghiera e l’affetto e con il cuore innamorato di D. Bosco vi ripeto: “Siate sempre felici nel tempo e nell’eternità”
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Suor Anna Razionale Presidente CII e Ispettrice ISI
Programma delle giornate
SABATO 10 AGOSTO
15:00 Apertura accoglienza a Valdocco: consegna materiali e possibilitĂ di visite Accoglienza nelle case di ospitalitĂ per la serata
DOMENICA 11
7.45 Preghiera del mattino nelle case ospitanti 8.15 Colazione 9.30 Arrivo a Valdocco: accoglienza e animazione 10.15 Lectio su lettera ai Filippesi, Don Fabio Attard, Consigliere mondiale per la Pastorale Giovanile 11.10 Pausa 11.30 Domande dei giovani 12.30 Tempo di silenzio e lavoro personale 13.00 Pranzo - tempo libero, visita libera di Valdocco e della Mostra 14.00 Raduno animatori di gruppo 15.00 Inizio lavori di gruppo 17.00 Intervallo 17.30 Raduno e prove di canto in cortile 18.00 Messa in Basilica, presiede Don Stefano Martoglio, Ispettore del Piemonte e Valle d’Aosta 19.30 Cena a Valdocco 22.30 Ritorno nelle singole case
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LUNEDÌ 12
7.45 Preghiera del mattino nelle case ospitanti 8.15 Colazione 9.30 Ritrovo a Valdocco 9.45 Presentazione della giornata e divisione nei gruppi 10.30 Visita di Torino, tra storia e santità 17.00 Rientro a Valdocco 17.30 Santa Messa in Basilica 19.00 Cena 21.00 Veglia di preghiera / confessioni, presiede Don Roberto Dal Molin, Ispettore del Triveneto Buona Notte di Suor Anna Razionale Presidente CII e Ispettrice Sicilia Rientro nelle case ospitanti
MARTEDÌ 13
7.30 Colazione 8.00 Partenza per Mornese Preghiera del mattino sui pullman 10.00 Arrivo a Mornese 10.30 Percorso nei luoghi santi di Madre Mazzarello 13.00 Pranzo 15.15 Messaggio di Madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice Catechesi di Sr Maria del Carmen Canales, Consigliera mondiale della Pastorale Giovanile 16.15 Musical su madre Mazzarello all’interno dello spettacolo la Buona notte di Sr Anna Razionale Presidente CII e Ispettrice della Sicilia. 17.30 Pausa 18.30 S. Messa, presiede Don Fabio Attard, Consigliere mondiale per la Pastorale Giovanile 20.00 Cena e partenza – rientro nelle case ospitanti 12
MERCOLEDÌ 14
7.45 Preghiera del mattino nelle case ospitanti 8.15 Colazione 9.30 Arrivo a Valdocco 10.15 Tavola rotonda. Relatori: don Andrea Bozzolo, prof.ssa Eugenia Carfora, dott. Giovanni Dotti, prof.ssa Giuliana Martirani. Moderatore: prof. Marco Pappalardo 11.15 Pausa 11.30 Domande e risposte in assemblea 12.30 Tempo di silenzio e lavoro personale 13.00 Pranzo - tempo libero, visita libera di Valdocco e della mostra 14.00 Raduno animatori di gruppo 15.00 Inizio lavori di gruppo 17.00 Intervallo 17.30 Messa in Basilica, presiede Don Pasquale Cristiani, Ispettore della Meridionale 19.00 Cena a Valdocco - spostamento in Piazza Vittorio 21.00 Festa in Piazza Vittorio
GIOVEDÌ 15
7.30 Preghiera del mattino nelle case ospitanti Colazione e sistemazione (ordinare gli ambienti e preparare i bagagli) 9.30 Arrivo a Chieri con pullmann e sfilata attraverso la città Don Bosco a Chieri 12.30 Pranzo 15.00 Santa Messa in Duomo, presiede Don Gianni Mazzali, Ispettore della Sicilia 16.30 Partenza verso il Colle: con i bus fino a Castelnuovo Don Bosco, poi si prosegue a piedi in Pellegrinaggio verso il Colle, passando per la casa di San Domenico Savio 19.30 Cena – possibilità di visita ai luoghi di DB
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22.00 Veglia con Adorazione eucaristica, presiede Don Pier Fausto Frisoli, Consigliere per la Regione Italia Medio Oriente L’adorazione eucaristica continua in forma personale nel Tempio
VENERDÌ 16
8.00 9.30 10.00 11.30 13.00
Colazione e sistemazione Lodi mattutine – Prove di canto Dialogo/messaggio del Rettor Maggiore Santa Messa, presiede Don Pascual Chávez Villanueva, Rettor Maggiore dei Salesiani Pranzo e partenze
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Luoghi di ospitalitĂ e come arrivarci Istituto Edoardo Agnelli - Parrocchia San Giovanni Bosco Via Paolo Sarpi 117 Contatto locale: Per venire a Valdocco: Linea 10, Linea 4 www.agnelli.it Torino Crocetta - Istituto Internazionale Don Bosco Via Caboto 27 Contatto locale: Per venire a Valdocco Linea 10 www.salesianicrocetta.it Torino Monterosa - Oratorio Michele Rua Via Paisiello 37 Contatto locale: Per venire a Valdocco: Linea 49, Linea 57 e Linea 16 www.michelerua.it Torino Rebaudengo - Opera Salesiana Rebaudengo Piazza Rebaudengo 22 Contatto locale: Per venire a Valdocco: linea 46 www.rebanet.it Torino San Giovanni - Istituto San Giovanni Evangelista Via Madama Cristina 2 Contatto locale: 15
Pervenire a Valdocco Linea 52, Linea metropolitana www.sangiovannievangelista.it www.sanluigitorino.org Torino San Giuseppe Lavoratore - Oratorio Rebaudengo Corso Vercelli 206 Contatto locale: Per venire a Valdocco: Linea 46 www.rebaoratorio.org Torino San Paolo - Istituto Salesiano San Paolo Via Luserna di RorĂ 16 Contatto locale: Per venire a Valdocco: Linea 16 www.salesianisanpaolo.it Torino Valdocco - Oratorio Valdocco Via Salerno 12 Contatto locale: www.oratoriovaldocco.it Torino Valsalice - Liceo Salesiano Valsalice Via Thovez 37 Contatto locale: Per venire a Valdocco: Linea 52 www.liceovalsalice.it Torino Maria Ausiliatrice - Istituto Maria Ausiliatrice Piazza Maria Ausiliatrice 27 Contatto locale: www.liceoausiliatrice.it
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Torino Madre Mazzarello - Istituto Madre Mazzarello Via Cumiana 2 Contatto locale: Per venire a Valdocco: Linea 56, Linea 16 www.liceomazzarello.it Torino Maria Ausiliatrice - Casa Maria Ausiliatrice Piazza Maria Ausiliatrice 35 Contatto locale: www.fmapiemonte.it Torino Agnelli - Istituto Virginia Agnelli Viao Paolo Sarpi 123 Contatto Locale: Per venire a Valdocco: Linea 10, Linea 4 www.virginiaagnelli.it Torino Sacro Cuore - Istituto Sacro Cuore Via S. M. Mazzarello 102 Contatto Locale: Per venire a Valdocco: Linea 56 e 16, Linea 40 e metropolitana, Linea 28 e metropolitana, Linea 71 Torino Lucento - Casa Sacro Cuore Via pianezza 110 Contatto locale: Per venire a Valdocco Linea 16, Linea 3
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MOSTRA MGS Mostra la Gioia della Santità! Don Bosco ci ha lasciato un piano di vita per vivere da buoni cristiani e onesti cittadini: sei punti da seguire per essere TESTIMONI DELLA GIOIA! 1. 2. 3. 4. 5. 6.
conoscere Dio che è amore e gioia unione con Dio attraverso la pedagogia della preghiera i due pilastri della vita spirituale: Confessione ed Eucarestia mortificazione dei sensi e costruzione delle virtù servizio e apostolato discernimento vocazionale
La mostra nasce dal sentirci MGS ITALIA e dal vivo desiderio di rendere visibili le qualità e i talenti che i nostri territori di appartenenza esprimono nelle loro proposte e attività, peculiari ed originali, per vivere da veri Testimoni della Gioia! Essa ha lo scopo di mostrare attraverso alcuni scatti fotografici il Movimento Giovanile Salesiano: giovani per i giovani che hanno a cuore la Gioia come unico mezzo per la salvezza delle anime e dell’intera società e che ne sono testimoni nella quotidianità . È attraverso le piccole cose, attraverso ciò che viviamo e facciamo ogni giorno, che possiamo davvero dimostrare la “semplicità” di essere felici come Don Bosco ci ha da sempre voluti! Ti invitiamo pertanto ad ampliare i tuoi orizzonti e a guardare quanto è veramente grande la famiglia di cui fai parte. Una famiglia molto più vasta di quel che pensavi, di quel che riuscivi ad immaginare, una famiglia che crede che l’unione faccia veramente la forza; ed è per questo che ci piace vedere come nei territori del nostro MGS Italia si mettono in pratica i sei punti per essere TESTIMONI DELLA GIOIA. 18
Per te, alla fine della mostra abbiamo riservato uno spazio nel quale lasciare la tua “impronta”, una frase, una parola, qualcosa che indichi il tuo impegno a testimoniare nel quotidiano la Gioia che già vivi o che da oggi desideri impegnarti a vivere!
“...e tu, come testimoni la Gioia?” Scrivi col cuore, condivi e testimonia la tua Gioia per aiutare chi ti circonda a desiderarLa, cercarLa, trovarLa e viverLa! In questa pagina puoi appuntare ciò che desideri scrivere su quello che diventerà parte del palco di Colle don Bosco dove ci ritroveremo tutti insieme per la veglia finale e la Santa Messa col Rettor Maggiore. Potrai inoltre appuntare qui le frasi, tra quelle già scritte, che maggiormente ti colpiranno. Ti aspettiamo L’equipe mostra ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................
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INFO COMUNICAZIONE CONNESSI AL CUORE DEL CONFRONTO Pronti per il Confronto più social della storia? Abbiamo immaginato un Confronto da vivere intensamente, con il cuore e con la preghiera. A Torino per tutti voi, e in ogni angolo dell’Italia e del mondo per tutti gli altri giovani del MGS! Gli strumenti presentati in questa pagina saranno nostri compagni di viaggio per ampliare la possibilità di condivisione tra chi sta vivendo il Confronto e per coinvolgere chi non è qui presente. Abbiamo scelto strumenti semplici, di uso quotidiano poiché crediamo che il Confronto sia anche l’occasione per usare bene gli spazi virtuali e popolarli di contenuti buoni per l’anima! Posteremo, chatteremo, cinguetteremo, fotograferemo e filmeremo tutto ciò che sarà utile a condividere, riflettere, pregare, domandare… ma lo faremo al momento giusto, nei luoghi giusti sapendo che non c’è tweet che valga un sorriso ad un amico o post che sostituisca due chiacchiere in compagnia. E anche questo sarà il nostro modo di essere Testimoni della gioia! E allora, mano ai vostri smartphone… MGS Italia: scaricate l’app ufficiale del confronto. Vi permetterà di avere il programma sempre con voi, prendere appunti sui momenti più interessanti, avere una guida durante le visite programmate, ricevere comunicazioni in tempo reale dall’organizzazione e condividere i contenuti e le vostre impressioni sul confronto. Twitter: l’hashtag ufficiale del Confronto è #cfr13, inoltre, durante gli eventi principali, verranno segnalati gli hashtag dedicati con cui 20
interagire e condividere i vostri commenti e riflessioni. Muro delle preghiere: durante tutto il Confronto potrai scrivere le tue intenzioni di preghiera twittando a #murocfr13. La pagina “Preghiamo” del sito www.mgsitalia.it raccoglierà tutti i tweet in un infinito muro di preghiere e ringraziamenti da affidare a Maria Ausiliatrice! Qr-code: nei luoghi più significativi di Valdocco e non solo e nel percorso de “Mostra la Gioia della Santità” saranno presenti dei codici qr. Inquadrandoli con il tuo smartphone potrai accedere direttamente a maggiori info, contenuti speciali e siti utili.
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Luoghi Salesiani
#FESTA
#INCONTRI
#DONBOSCO
#VITAINSIEME
#RIFLESSIONE
TORINO - MORNESE CHIERI - COLLE DON BOSCO
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Luoghi Salesiani Colle don Bosco e Morialdo CASCINA BIGLIONE
Ai Becchi il nonno paterno di don Bosco, Filippo Antonio (1735-1802), originario di Chieri, si era trasferito nel 1793, come mezzadro della cascina Biglione. Oggi questo edificio non esiste più: fu abbattuto tra il 1957 e il 1958. Al suo posto sorge il grandioso Tempio. Soltanto nel 1972 le ricerche d’archivio condotte da Secondo Caselle ci hanno rivelato che proprio in quella cascina era nato Giovannino. In questa casa il papà di Giovannino, colpito da polmonite acuta per essere entrato madido di sudore in cantina, muore l’11 maggio 1817, a quasi 34 anni di età. È il primo ricordo indelebile di Giovannino.
LA CASETTA
Sulla stessa collina dei Becchi, circa 200 metri più in basso della cascina Biglione, un gruppetto di case occupato da quattro famiglie formava il Canton Cavallo. Francesco Luigi Bosco l’8 febbraio 1817, tre mesi prima di morire, vi aveva comperato per lire
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100 una misera casetta rivolta a nord. L’acquisto è motivato dal fatto che Francesco viene a sapere che i Biglione avevano intenzione di alienare la cascina e, ancor più, dal desiderio di costituirsi un proprio patrimonio in beni immobili. Il piccolo edificio risultava composto dai seguenti vani: tettoia ad uso ripostiglio, stalla, cucina e portico al pian terreno; camera da letto, che Margherita Occhiena divideva con la suocera Margherita Zucca, cameretta dei figli e fienile al piano superiore. Sulla facciata una scala in legno portava alla stanza di mamma Margherita. Alla base della rampa un bugigattolo di mattoni serviva da pollaio. In questi locali abitarono tutti insieme fino al 1831, anno in cui il fratello Antonio si sposò. Mamma Margherita cedette agli sposi la sua stanza spostandosi in quella dei figli. Giuseppe intanto, dopo la spartizione dei beni familiari avvenuta l’anno precedente (1830) aveva preso a mezzadria il podere del Sussambrino sulla collina tra i Becchi e Castelnuovo verso Buttigliera e vi si era trasferito. Lo seguirono anche mamma Margherita e il fratello Giovanni che intanto frequentava le scuole di Castelnuovo; vi rimarranno nove anni. Il fratello Antonio qualche anno più tardi nel campo di fronte alla casetta si costruì un’abitazione più adatta ad accogliere la famiglia che stava aumentando. Sarà distrutta nel 1915 per innalzare il santuarietto di Maria Ausiliatrice. Anche Giuseppe nel 1839 edificò lì accanto la sua casa. La vecchia «Casetta» paterna rimase così adibita a stalla e deposito di attrezzi agricoli.
CASA DEL FRATELLO GIUSEPPE
Il fratello Giuseppe Luigi si sposò all’età di vent’anni (1833) con Maria Calosso dalla quale ebbe dieci figli, per la maggior parte morti in tenera età. Durante i nove anni (1830-1839) di lavoro come mezzadro al Sussambrino riuscì a raggranellare i mezzi necessari per l’acquisto di alcuni terreni sulla collina dei Becchi e la costruzione di una casa, povera, ma dignitosa e sufficientemente ampia per la numerosa famiglia. Vi si trasferì nel 1839 e vi restò fino alla morte (1862). Al pian terreno, in collegamento con il Museo della vita contadina, due vani separati da una scala presentano rispettivamente la ricostruzione
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della cucina della famiglia Bosco e della camera da letto. Al piano superiore, Giuseppe riservò sempre una camera per don Bosco, il quale la utilizzava ogni volta che si recava ai Becchi, in particolaredurante le vacanze autunnali.
CAPPELLA DELLA MADONNA DEL ROSARIO
Al pian terreno, nell’angolo a ponente dell’abitazione, Giuseppe aveva adattato un piccolo ambiente ad uso cappella e don Bosco lo dedicò alla Madonna del Rosario. La chiesetta venne da lui inaugurata l’8 ottobre 1848. Il Santo, fino al 1869, vi celebrava ogni anno la festa della Madonna del Rosario. Qui il 3 ottobre 1852, Michele Rua e Giuseppe Rocchietti ricevettero l’abito chiericale. In questa cappella pregò certamente anche Domenico Savio il 2 ottobre 1854, in occasione del suo primo incontro con don Bosco e nei due anni successivi durante le vacanze autunnali ai Becchi.
MUSEO DELLA VITA CONTADINA DELL’OTTOCENTO
Tra casa Graglia e la casa di Giuseppe, sotto il livello dell’aia, è stato costruito un salone con ampi archi aperti verso la valle, il quale ricalca nelle forme le cantinate agricole. Qui ha sede il Museo della vita contadina che illustra la vita della famiglia contadina dell’Ottocento sulla collina piemontese. Durante i lavori di sterro per la costruzione del museo è ritornato alla luce l’antico forno, a forma di cupola, che serviva per la cottura del pane. Era stato costruito da Giuseppe. Si trovava più in basso rispetto 26
alla casa, sul fianco orientale della collina ed era stato ricoperto durante i lavori di sistemazione effettuati negli anni Venti. È stato ricostruito presso l’ingresso del museo.
SANTUARIETTO DI MARIA AUSILIATRICE
Suggerito a don Paolo Albera, secondo successore di don Bosco, dal senatore Filippo Crispolti, cooperatore salesiano, è stato iniziato il 16 agosto 1915 abbattendo la casa del fratello Antonio. La consacrazione è del 2 agosto 1918. Triplice è il motivo della costruzione: celebrare il centenario della nascita del Santo; commemorare il centenario di istituzione della festa liturgica di Maria Ausiliatrice, fissata il 24 maggio ad opera di Pio VII tornato dalla prigionia napoleonica; infine, invocare la pace per un mondo dilaniato dalla prima guerra mondiale. Il progetto in stile neogotico è dell’architetto Giulio Valotti, salesiano laico.
IL MONUMENTO A GIOVANNINO GIOCOLIERE
Nell’angolo sud-est di raccordo tra l’antica casa Graglia e il museo contadino, si trovava il «pilone dei giochi», costruito nel 1929 anno della beatificazione, e affrescato dal Crida. Ora un monumento in bronzo, opera di Ennio Tesei, lo sostituisce: ricorda Giovannino Bosco che si esibiva in giochi di abilità di fronte ai ragazzi della borgata dopo un momento di preghiera e di catechesi.
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IL PILONE DEL SOGNO
Nel prato adiacente la casa, il pilone che ricorda il celebre sogno dei 9 anni.
ANTICA FONTANA DEI BECCHI
Di fronte a casa Cavallo, poco discosto dal pilone del sogno, c’era la fontana della borgata, ora ricostruita. Vi si accede scendendo dal pilone del sogno e voltando a sinistra sotto il piazzale. Qui mamma Margherita attingeva l’acqua per gli usi domestici.
MONUMENTO A MAMMA MARGHERITA
Realizzato nel 1992 da Enrico Manfrini. La grande statua bronzea raffigura la madre di don Bosco in abiti contadini intenta ai lavori di casa, con un secchio in mano davanti agli animali domestici. Alle sue spalle alcune formelle fissate ad un rustico muricciolo raccontano momenti significativi della sua vita: la morte del marito, il sogno del piccolo Giovanni a nove anni, la carità di lei verso i bisognosi, il suo arrivo a Valdocco con il figlio sacerdote.
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IL SANTUARIO (TEMPIO) IN ONORE DI DON BOSCO
Durante la seconda guerra mondiale i superiori salesiani fanno voto di costruire una grande chiesa in onore del Santo dei giovani presso la «Casetta natia» per ottenere la protezione divina sulle opere salesiane sparse nel mondo. Solo alla fine degli anni Cinquanta il progetto si concretizza sotto il rettorato di don Renato Ziggiotti, quinto successore di don Bosco. Per predisporre il terreno si abbatte la cascina BiglioneDamevino, senza conoscerne il valore storico.
IL MUSEO ETNOLOGICO-MISSIONARIO
Presso l’Istituto Salesiano ha sede il Museo etnologico-missionario. Il materiale ivi conservato fu raccolto dai missionari salesiani ed esposto originariamente a Roma nel 1925 in occasione del cinquantenario della prima spedizione missionaria salesiana. Terminata l’esposizione romana, la maggior parte degli oggetti fu utilizzata in mostre parziali effettuate a Torino (1926), Barcellona (1930), Napoli (1934), Bari (1935) e poi Bologna, Padova e Milano. Purtroppo in questi spostamenti vari pezzi andarono smarriti. Nel 1941 il materiale superstite (forse solo una metà dì quello esposto a Roma nel 1925) venne trasportato al Colle per una esposizione permanente. Per il centenario della morte di don Bosco i locali del vecchio museo sono stati sostituiti da un edificio moderno e più adatto. L’ultimo riordino del materiale è del 2000.
CASA DI SAN DOMENICO SAVIO A MORIALDO
Arrivando dal Colle si incontra anzitutto, sulla destra, un edificio sul quale una lapide del 1910 ricorda la permanenza della famiglia Savio. In questa casa, allora proprietà 29
dei Viale, dal novembre 1843 al febbraio 1853 (si noti che le date della lapide non sono esatte) abitò san Domenico Savio (1842-1857). Il padre Carlo, di professione fabbroferraio, e la mamma Brigida, sarta, vi si erano trasferiti da S. Giovanni di Riva presso Chieri quando Domenico aveva appena un anno d’età. Si sposteranno poi, definitivamente a Mondonio.
CHIESA DI SAN PIETRO E CASA DEL CAPPELLANO (DON CALOSSO)
Continuando il cammino si giunge alla cappella della frazione, dedicata a san Pietro. Era la chiesa frequentata ordinariamente dalle famiglie dei Becchi, troppo lontane dalla parrocchia di Castelnuovo. Nella casa addossata al muro di levante abitava un cappellano stipendiato dalle famiglie della borgata e incaricato dal parroco della cura pastorale della zona. Qui Giovannino, verso gli undici o dodici anni, durante la festa patronale, si preoccupa di convincere la gente a interrompere i divertimenti e partecipare alle funzioni vespertine. Ma, in modo particolare, il luogo è legato al ricordo di due persone che ebbero un ruolo decisivo nella vita del Santo: don Giovanni Calosso e san Giuseppe Cafasso.
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Luoghi Salesiani Chieri
A pochi chilometri da Torino, incorniciata da dolci colline, Chieri possiede un centro storico di gran pregio. Percorrendo la pedonale via Vittorio Emanuele, arteria principale e cuore dello shopping cittadino, si incontrano i punti di maggior interesse storico-architettonico: la chiesa gotica di San Domenico, la chiesa barocca di San Filippo, l’ex ghetto ebraico e il cinquecentesco arco trionfale. In piazza Duomo, poco distante, si erge maestosa la gotica Collegiata di Santa Maria della Scala (Duomo), affiancata dal Battistero, che custodisce al suo interno un mirabile ciclo quattrocentesco di affreschi. Per ogni visitatore è d’obbligo la salita a piedi alla parte alta della città: partendo dall’arco di trionfo, attraverso quella che viene chiamata “la Chiocciola”, nucleo originario della Chieri medievale - si arriva al sagrato della chiesa di San Giorgio da cui si gode un panorama mozzafiato sulla città, sulle colline e sulle vette circostanti. La scoperta della città prosegue nelle collezioni museali: museali, tra le quali il Centro Visite Don Bosco. Alla MAC, Mostra Archeologia Chieri, ubicata nell’ex convento di San Francesco (oggi sede municipale) 31
rivive invece la romana e longobarda Carreum Potentia, con reperti della città e del territorio. Al Museo del Tessile -con sede in via Santa Clara, nell’ex convento delle Clarisse- l’appuntamento è con la storia e la tradizione tessile cittadina. Infine in frazione Pessione, a pochi km dal centro, il prestigioso Museo Martini. Da segnalare inoltre il Polo culturale Tabasso, che accoglie biblioteca e archivio storico. Quanto ai prodotti tipici locali è d’obbligo citare il Freisa, squisito vino doc, in accompagnamento ai Rubatà, i caratteristici e fragranti grissini chieresi. Un’altra importante occasione per scoprire Chieri è rappresentata dall’Itinerario Don Bosco. L’itinerario si compone di dodici tappe, ciascuna segnalata da uno specifico totem informativo, per illustrare i luoghi più significativi della presenza di Bosco a Chieri. Partendo da viale Fiume, dove ebbe luogo la celebre sfida con il saltimbanco, il circuito si dipana nel centro storico lungo via Vittorio Emanuele II e tocca i punti di maggiore interesse storico-architettonico come il Duomo, il ghetto ebraico e la chiesa di San Domenico, testimoni di episodi particolarmente rilevanti; a questi si aggiunge il Caffè Pianta, in cui il giovane Bosco visse e lavorò come garzone. Seguendo il percorso che si snoda lungo la pedonale via Vittorio Emanuele si ha quindi occasione di scoprire nella sua interezza il centro storico cittadino. Il punto culminante del percorso è costituito dall’ex seminario arcivescovile di San Filippo, luogo di indiscutibile importanza nel percorso di fede del Santo: qui studiò e strinse amicizia con Luigi Comollo che morì prematuramente e gli rivelò, appena defunto- di essersi salvato. La camerata dormitorio al tempo della scomparsa del Comollo è situata al primo piano, di fronte alla lapide che evoca il fatto narrato da Bosco stesso nelle sue memorie. Nel 2011 al primo piano dell’edificio è stato inaugurato il Centro Visite Don Bosco. Il Centro è dotato di un allestimento di tipo museale e supporti multimediali interattivi, ed ha anche la funzione di punto informativo e di accoglienza.
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Giovanni Bosco a Chieri STUDIO
A 16 anni Giovanni Bosco può finalmente frequentare classi scolastiche regolari. Per pagare iscrizione e abitazione passa per i cascinali di Morialdo chiedendo elemosina e sostegno. Trova pensione a casa della signora Lucia Matta, originaria di Morialdo, trasferitasi a Chieri per seguire gli studi del figlio. Con l’aiuto di Giovanni il giovane, Giovanni Battista, riuscirà a terminare gli studi, rientrerà a Castelnuovo, dove sarà anche Sindaco e manterrà sempre grande stima verso don Bosco. Giovanni inizia la scuola con grande impegno e determinazione. È molto motivato. La sua brillante intelligenza, unita ad una memoria formidabile, gli consentono di bruciare le tappe. Nel primo anno (183132) riesce a frequentare tre corsi. È promosso sempre con voti eccellenti. Questo gli consentirà di essere esentato dalle tasse annuali scolastiche. La familiarità acquisita nella scuola informale di don Calosso lo porterà ad instaurare una leale e cordiale relazione costruttiva con i suoi Docenti: rispettoso della loro professionalità, supera il rapporto formale aprendosi alla collaborazione, alla fiducia, alla ricerca di approfondimento culturale. Il rapporto docente-allievo impostato su una cordialità onesta si apre così ad una continuità nel tempo fatta di dialogo, di stima e di amicizia. Alcune passeggiate con gli amici per visitare docenti anticipano lo stile preventivo scolastico di don Bosco: impegno leale in classe e familiarità fuori della classe, finalizzata al bene reciproco. È umile: ha voglia di imparare, aiuta e si lascia aiutare. Nel 1835 coronerà in modo lusinghiero gli studi presso la scuola pubblica.
LAVORO
Per mantenersi da vivere, pagare la pensione alla signora Lucia, procurarsi libri, Giovanni va a lavorare. Inizia come falegname, presso il signor Barzochino. Quindi farà il fabbro, Il cameriere e il pasticciere al Caffè Pianta, lo stalliere.
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Al Caffè Pianta trascorrerà otto mesi duri: scuola al mattino, quindi lavoro fino a tardi come cameriere o come pasticcere. Terminati i lavori, Giovanni si ritira nel sottoscala, umido e disturbato: qui c’è un giaciglio per passare la notte e una mensola per studiare. Nella sala del biliardo c’è anche un pianoforte: con l’amico ebreo Giona si diverte a suonare e a cantare con grande gusto dei clienti del caffè. Insomma vita dura, ma anche tanta allegria. Sopra il caffè abita l’amico Blanchard: spesso alla domenica, inviato dalla mamma, porterà a Giovanni qualcosa da mangiare, soprattutto frutta. L’ultimo anno, cercato dai genitori stessi, Giovanni si mantiene dando ripetizioni ai compagni. Ha una capacità straordinaria di ridare motivazioni allo studio e agli impegni. Cresce robusto: sicuro dei suoi valori interiori, ma non presuntuoso.
AMICI SI’, MA COME?
“A Chieri, all’inizio, non conoscevo nessuno. Tenevo quindi una certa distanza da tutti. Dovetti lottare per non diventare lo schiavetto di nessuno. Qualcuno voleva portarmi in un teatro, un altro a giocare a soldi, un terzo a nuotare nei torrenti. Un tizio voleva arruolarmi in una banda che si divertiva a rubare in giro. Mi sono liberato da tutti questi squallidi compagni evitando decisamente la loro compagnia man mano che scoprivo di che pasta erano fatti” (Memorie Oratorio). Prima di partire per Chieri mamma Margherita gli da questo consiglio: “Cercati degli amici tra coloro che sono devoti della Madonna: vedrai, sono affidabili!”.
COMPAGNO DI SCUOLA: IN AIUTO DEI PIÙ FRAGILI
“Quelli che avevano cercato di farmi partecipare alle loro squallide imprese, a scuola erano un disastro. Così cominciarono a rivolgersi a me in maniera diversa: mi chiedevano la carità di prestare loro il compito svolto... -Così facendo- mi disse il professore, incoraggi la loro pigrizia!-” Cercai una maniera più corretta per aiutarli: spiegavo quanto non avevano capito, li mettevo in grado di superare le difficoltà più grosse. Mi procurai in questo modo l’affetto e la riconoscenza dei miei 34
compagni. Cominciarono a venire a cercarmi durante il tempo libero. Un poco alla volta stavo diventando il riferimento degli altri compagni di scuola�. La sua sensibilità verso i piÚ deboli scolasticamente, svogliati e demotivati, unita alle enormi qualità di apprendimento, di riuscita e di relazione, gli consentirono di offrire un aiuto mirato a ridare motivazione e fiducia. Emerge un sistema preventivo alle origini: cercare il seme di bene e su quello costruire un rapporto spontaneo di fiducia e di impegno consapevole.
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SOCIETÀ DELL’ALLEGRIA
“Formammo una specie di gruppo e lo battezzammo “Società dell’Allegria”. Il nome fu indovinato, perché ognuno aveva l’impegno di organizzare giochi, tenere conversazioni, leggere libri che contribuissero all’allegria di tutti. Era vietato tutto ciò che produceva malinconia, specialmente la disubbidienza alla legge del Signore. Chi bestemmiava, faceva discorsi cattivi, doveva andarsene dalla Società. Mi trovai così alla testa di un gran numero di giovani. Di comune accordo fissammo un regolamento semplicissimo: 1 - Nessuna azione, nessun discorso che non sia degno di un cristiano. 2 -Esattezza nei doveri scolastici e religiosi. Questo avvenimento mi diede una certa celebrità. Ero stimato e obbedito come il capitano di un piccolo esercito. Per il catechismo e la formazione ci trovavamo presso la Chiesa di S. Antonio, dai Gesuiti”. Cresce forte: spiritualmente, culturalmente, umanamente, moralmente.
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GIOVANE ANIMATORE
L’esperienza acquisita come amico e animatore dei coetanei ai Becchi e poi coltivata a Moncucco, le sue qualità non comuni di intelligenza e di abilità in ogni campo, sia dell’allegria che del lavoro e dello studio, la sua disponibilità ad aiutare chi avesse bisogno, lo rendono popolare e stimato. Lo cercavano da ogni parte per organizzare trattenimenti, aiutare alunni nelle case private, dare ripetizioni. “Lungo la settimana, la Società dell’Allegria si radunava in casa di uno dei soci. Durante quelle riunioni alternavamo giochi allegri, conversazioni su argomenti cristiani, lettura di buoni libri, preghiere. Ci davamo a vicenda buoni consigli, ci aiutavamo a correggere i difetti personali. Senza saperlo, mettevamo in pratica quelle grandi parole di Pitagora: Se non hai un amico che ti corregga, paga un nemico che ti renda questo servizio”. (Memorie dell’Oratorio)
IL SOGNO RITORNA
“A quell’età (tra i nove e i dieci anni) ho fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per tutta la vita ...” Un uomo venerando, a Giovanni, che aveva cercato di far smettere di bestemmiare i ragazzi che giocavano nel prato vicino a casa, affida un compito formidabile: “Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti dunque immediatamente a fare loro un ‘istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù”. Al ragazzo affida una Maestra che lo aiuterà sempre. Questa si rivolge a Giovanni: “Guarda (Giovanni si accorge che i ragazzi nel prato non ci sono più, ma al loro posto animali feroci di tutti i tipi). Ecco il campo dove devi lavorare. Renditi umile, forte e robusto. Ciò che adesso vedi succedere tra questi animali, tu dovrai farlo per i miei figli”. E agli occhi stupiti di Giovanni apparvero agnelli mansueti che fanno festa ai personaggi.
“SIGNORE, COSA DEVO FARE DELLA MIA VITA?”
Una risposta a tale domanda-invocazione, Giovanni la trova nella continuità del sogno dei 9 anni con altri sogni successivi:
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- A 16 anni: una Signora che conduce un numerosissimo gregge gli si avvicina e gli dice: “Ecco, Giovannino, tutto questo gregge lo affido alle tue cure”. E Giovanni: “Ma come farò? Dove troverò i pascoli per loro?” La Signora lo rassicura: “Non temere. Io ti assisterò”. - A 19 anni: un luminoso personaggio che guidava una folla di ragazzi lo chiamò e gli disse: “Vieni qui. Mettiti alla testa di questi ragazzi e guidali tu”. Giovanni rispose che non si sentiva capace di dirigere e istruire tante migliaia di giovani. Ma il personaggio insistette con fare autorevole e lui dovette obbedire. - A 21 anni un altro sogno gli presenta le varie categorie di giovani. - A 22 anni gli viene indicata Torino come primo campo di lavoro. - A 29 (Ottobre 1844)sogna un campo di lavoro a Valdocco. Cerca aiutanti: tanti agnelli si trasformano in pastorelli e lavorano con lui (i primi Salesiani verranno dai giovani dell’Oratorio). In mezzo ad un campo, una chiesa stupenda: “Hic domus mea, inde gloria mea” (qui la mia casa, di qui la mia gloria).
CAMMINO E RICERCA VOCAZIONALE
Durante questi anni, Giovanni matura la ricerca della sua vocazione. Il suo confessore, il teologo Maloria, lo aiuta spiritualmente. Il contatto con il suo compaesano, San Giuseppe Cafasso, lo porterà a trovare finalmente una guida spirituale, una persona con cui confidarsi e a cui chiedere consiglio. Intanto a Chieri conosce i Francescani, è affascinato da San Francesco e dalla loro spiritualità: avanza la richiesta di entrare nel loro noviziato. Un sogno misterioso prima e un colloquio con Don Cafasso lo allontanano da tale proposito. Resta comunque vivo in lui il desiderio di farsi prete. Il sogno di 9 anni è sempre presente nella sua mente, arricchito in questo periodo da altri due sogni dello stesso tenore: “Prenditi cura di questo gregge di fanciulli”. Una costante alimenta la sua vocazione: l’apostolato tra i compagni. Numerose sono le testimonianze del fervore del suo apostolato e dei frutti che ne traeva. “Nelle sere della bella stagione compagni in numero di venti e più andavano a radunarsi vicino ad un ponticello fuori dalla città di Chieri e lo aspettavano. Il suo arrivo produceva in tutti una viva gioia: si stringevano intorno a lui ed egli incominciava a raccontare 38
cose sempre nuove, varie, edificanti e con tanta piacevolezza che un ‘ora sembrava un minuto”. Un altro mezzo di ricerca vocazionale è la preghiera, soprattutto la devozione alla Madonna. A Chieri o durante le vacanze a Castelnuovo questi due mezzi di cammino vocazionale saranno sempre presenti. Nel giugno 1835. Giovanni fa una novena alla Signora delle Grazie al Duomo di Chieri per chiedere l’aiuto della Madre del Signore sulla sua scelta vocazionale. Prega con lui l’amico Luigi Comollo. Al termine della novena, Giovani riceve da don Comollo, zio dell’amico Luigi, il consiglio di entrare in Seminario. Don Cafasso lo conferma su questa decisione.
INGRESSO IN SEMINARIO
25 ottobre 1835. Giovanni Bosco riceve l’abito da chierico dalle mani del parroco di Castelnuovo don Cinzano. Si era preparato con una novena di preghiera, si era accostato ai Santi Sacramenti e si era raccomandato alla preghiera di tanti amici. 30 ottobre 1835. Il chierico Bosco entra in seminario. Nel suo cuore le parole di mamma Margherita pronunciate la sera precedente: “Giovanni mio, hai vestito l’abito sacerdotale: ne provo tutta la consolazione che una madre può provare per la fortuna di suo figlio. Ma ricordati che non è l’abito che onora il tuo stato, ma la pratica della virtù. Se mai tu venissi a dubitare della tua vocazione, ah per carità! Non disonorare questo abito. Deponilo subito. Amo meglio avere un povero contadino che un figlio prete trascurato nei suoi doveri. Quando sei venuto al mondo ti ho consacrato alla Beata Vergine; quando hai cominciato gli studi ti ho raccomandato la devozione a questa nostra Madre; ora ti raccomando di esserle tutto suo: ama i compagni devoti di Maria. E se diverrai Sacerdote, raccomanda e diffondi sempre la devozione a Maria”. “La sera dell’ingresso in Seminario, dopo aver sistemato ogni cosa, insieme all’amico Garigliano mi sono a messo a passeggiare nei dormitori, nei corridoi, e infine nel cortile. Alzando lo sguardo sopra una meridiana, lessi questo verso: «Afflictis lentae, celeres gaudentibus horae (le ore passano lente per chi è afflitto, veloci per chi è lieto)». Ecco
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il nostro programma, dissi all’amico: stiamo sempre allegri e passerà presto il tempo”. (MO, II decade, 2°)
VITA IN SEMINARIO
“Che cosa bisogna fare per essere un buon seminarista, soddisfare i miei doveri ed essere in sintonia con i Superiori?”. Così il chierico Bosco a don Ternavasio di Bra, professore di filosofia. “Una cosa sola: esatto adempimento dei tuoi doveri”, mi rispose il sacerdote. “Ho seguito questo consiglio e mi diedi ad osservare le regole del seminario”. (MO, II decade, 20). Le tre vie di Formazione Sacerdotale nella Diocesi di Torino erano: - Prima via: Facoltà teologica presso la Regia Università di Torino (abolita nel 1873, Mons. Gastaldi ne costituì una di diritto pontificio con sede al Seminario metropolitano) - Seconda via: l’esternato (indica i chierici che dalle proprie case frequentano il Seminario o la Facoltà teologica universitaria; a volte indica il piccolo seminario costituito presso qualche parroco; il Cafasso stesso per due anni fu “chierico esterno” durante gli studi teologici) - Terza via: Seminario diocesano minore a Giaveno ( poi anche Bra dal 1869); e Seminari diocesani maggiori: Metropolitano (a Torino), Bra (dal 1821 filosofico e dal 1833 anche teologico), Chieri (dal 1829). Il sistema del Seminario poggia su tre cardini: pietà -studio -disciplina Una certa mentalità determinò, nel sistema educativo dei seminari, una spiritualità basata eminentemente sulla “fuga del mondo”. Mons Chiaverotti apre il Seminario di Chieri nel 1829 per creare un ambiente più raccolto, più favorevole allo studio, fuori dalle tensioni forti. Era tra quelli favorevoli ad una morale benigna (in continuità con S. Alfonso de’ Liguori, Gesuiti, Oblati di Maria Vergine e Convitto ecclesiastico). Durante l’episcopato di Mons Fransoni, nel 1848 si chiude il Seminario di Torino: con molta immediatezza e anche ingenuità, i chierici avevano preso parte alle manifestazioni politiche e patriottiche con la coccarda tricolore. Le idee anticlericali dominanti e la confusione politica sollecitavano una maggiore prudenza e adeguata riflessione.
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AMICI DI GIOVANNI BOSCO IN SEMINARIO
“Era benvoluto da tutti perché aiutava tutti. Aggiustava scarpe, rattoppava abiti, tagliava i capelli, aggiustava mobili e bauli... Chi aveva dubbi, difficoltà scolastiche, malinconie, veniva a cercarlo come consigliere, amico, ripetitore delle lezioni scolastiche. Era paziente e usava grande carità con chi incontrava difficoltà nello studio.” (MB I, 385-6) “Era chiamato Bosco di Castelnuovo. C’era anche un altro chierico che si chiamava Bosco di cognome, Giacomo di nome. Scherzando si domandavano quale soprannome imporsi. -Io sono Bosco di Nespola (legno duro, nodoso), dice Giacomo. E Giovanni: -Io mi chiamo Bosco d’Sales, cioè di salice, legno dolce e flessibile. Fin da allora pare prevedesse la futura Congregazione avente come patrono San Francesco di Sales e di questo santo voleva imitarne la dolcezza. Era sensibilissimo: si capiva che senza virtù lo avrebbe sopraffatto la collera” (testimonianza di don Giacomelli, suo compagno in Seminario). Luigi Comollo, Giovanni Giacomelli, Guglielmo Garigliano, Domenico Peretti, Teodoro Dalfi, Antonio Bosio... sono alcuni dei chierici con cui Giovanni Bosco costruì una solida e profonda amicizia. L’amicizia con Comollo fu straordinaria e costruttiva. Originario di Cinzano (borgata Aprà), è conosciuto da Giovanni negli anni della scuola pubblica (lo difende dalle prepotenze degli altri compagni), e nè è colpito dalla profonda spiritualità. Comollo morì giovane, nell’aprile 1839 e venne sepolto in San Filippo. Nel 1844 don Bosco ne scriverà la biografia. Alcuni dei compagni di Seminario testimoniarono al processo per la causa stessa di beatificazione di don Bosco.
FORMAZIONE CULTURALE DEL CHIERICO BOSCO
I preti all’epoca di don Bosco, in base alla formazione, svolgevano attività pastorali diversificate: preti, pastori tra la gente e il popolo, preti dediti alla cultura, lontani però dal ministero e dai sacramenti, preti precettori, insegnanti nelle famiglie nobili o comunque benestanti. Il chierico Bosco si prepara culturalmente per essere un prete, “buon pastore per la sua gente”.
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Favorito da una memoria prodigiosa, si dedica alla lettura e agli studi con grande zelo. Approfondisce lo studio della Sacra Scrittura e della Storia ecclesiastica. Perfeziona la lingua italiana e il latino, mentre completa lo studio del greco e del francese e apprende l’ebraico. Si fa una cultura formidabile sulla vita dei Santi. Tre situazioni furono sofferte da Giovanni: studi troppo astratti e poco pastorali, atteggiamento distaccato dei docenti (non c’era spazio per il dialogo cordiale e familiare) e cattivo spirito di alcuni seminaristi (fragili e deboli modelli di zelo spirituale e apostolico). Il circolo scolastico: raccoglieva alcuni amici con cui c’era maggiore sintonia allo scopo: aiutarsi nello studio, affrontare e approfondire meglio i trattati studiati sia in filosofia che in teologia.
FORMAZIONE SPIRITUALE DEL CHIERICO BOSCO
Il ritmo di vita spirituale nel Seminario era costante e articolato. Ogni mattina: messa meditazione e terza parte del rosario. Confessione almeno quindicinale. Comunione eucaristica: la domenica e altre solennità. Giovanni cerca di rendere più frequente l’incontro eucaristico. Spesso alla mattina, mentre i chierici si recano a colazione, lui si reca in San Filippo e si accosta alla comunione durante la Messa ivi celebrata. “Posso considerare la santa comunione come l’alimento più efficace della mia vocazione”. Accanto all’Eucaristia alimenta la confidenza filiale con la Madre di Dio e la sua spiritualità mariana. La lettura dell’Imitazione di Cristo, durante il secondo anno di filosofia, lo aiuta ad approfondire le letture spirituali di profonda interiorità e concretezza, abbandonando le letture profane più dispersive. L’incontro con la spiritualità e lo stile relazionale di San Francesco di Sales chiarisce in lui il senso del “prete-buon pastore”: tutto di Dio e tutto dedito alla cura delle anime (in tempi culturali e politici non facili per un prete e per un religioso). Apprende un’esigenza fondamentale: la santità personale del sacerdote per guidare ad una vita cristiana santa la comunità che gli viene affidata. Formazione dell’uomo di Dio del “da mihi animas”. La personalità di Giovanni si armonizza tra l’esigenza della vocazione (‘‘patire, 42
fare, umiliarsi in tutto e sempre quando si tratta di salvare anime”) e il lavoro interiore sul carattere per forgiare un cuore pastorale (“la carità e la dolcezza di S. Francesco di Sales mi guidino in ogni cosa”). Corregge due difetti: superbia e “dissipazione”, “cura di interessi che non portano a incontrare Dio”. In vista del sacerdozio. Sarà prete in funzione della missione e dell’apostolato (apostolo, cioè servo sempre a disposizione di Dio). I propositi degli esercizi spirituali prima dell’ordinazione, il 26 maggio del 1841, evidenziano questo suo ideale. Sensibilità ecclesiale. Cresce durante gli anni della formazione. Con la presenza in città di varie istituzioni religiose ed ecclesiali significative (Domenicani, Francescani, Gesuiti, Vincenziani, Fratelli della Sacra Famiglia, Cottolengo...) può conoscere spiritualità, carismi, persone di queste istituzioni. Lo studio approfondito della Storia ecclesiastica lo aiuta a maturare un profondo amore al Papa e alla Chiesa, la cui Missione è dedicarsi alla salvezza delle anime.
FORMAZIONE APOSTOLICA DEL CHIERICO BOSCO
Vita di servizio e generosità in Seminario: riceve e svolge con cura l’incarico di Sacrista e poi di infermiere. Durante l’ultimo anno viene costituito “prefetto” (assistente degli altri chierici). Catechismo ai ragazzi della parrocchia del Duomo: si prepara con gioia e competenza, si industria per catturare l’attenzione e l’interesse dei ragazzi. È ricambiato dalla stima e dall’impegno dei ragazzi stessi. Qui aveva aiutato il sacrestano del Duomo negli studi favorendone la vocazione al sacerdozio. Durante le vacanze Giovanni leggeva, studiava, faceva piccoli lavoretti in casa (fusi, cavigliotti, bocce..., oppure cuciva abiti, cuciva scarpe, lavorava il ferro e il legno), tagliava l’erba nei prati, mieteva il frumento, spampinava, smoccolava, vendemmiava, vineggiava. Nelle feste, e appena ne ha sempre l’opportunità, faceva catechismo ai ragazzi di Morialdo e ai suoi antichi compagni, “digiuni delle verità della fede e della lettura”. Apre una piccola scuola gratuita dove insegna a leggere e scrivere ai ragazzi della frazione (esige impegno di studio, attiva vita spirituale, confessione mensile). È disponibile per la predicazione
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durante le feste e le celebrazioni liturgiche nelle parrocchie della zona di Morialdo e Castelnuovo (impara a farsi capire e a puntare al sodo e concreto della vita cristiana). Si presta per dare ripetizione agli studenti dei Gesuiti a Montaldo: è stimato e benvoluto, ma capisce di non essere fatto per i ricchi e nobili.
VERSO IL SACERDOZIO
6 giugno 1841: Solennità della SS. Trinità, don Bosco celebra la Prima Messa. All’altare dell’Angelo custode in San Francesco d’Assisi a Torino lo assiste don Cafasso. “È pia credenza che il Signore conceda infallibilmente quella grazia che il nuovo sacerdote gli domanda celebrando la prima Messa: io chiesi ardentemente l’efficacia della parola per poter far del bene alle anime. Mi pare che il Signore abbia ascoltato la mia umile preghiera”. (MB 1,519) Giugno 1841: celebra la seconda Messa alla Chiesa della Consolata. 10 giugno 1841: Solennità del Corpus Domini, celebra la prima Messa a Castelnuovo. “Alla sera, rientrando, quando fui vicino a casa e contemplai il luogo del sogno fatto all’età di circa 9 anni, non potei frenare le lacrime e dire: Quanto sono meravigliosi i disegni della Provvidenza. Dio ha veramente tolto un povero fanciullo dalla terra per collocarlo tra i primi del suo popolo”. (MO II decade, 9°). Più tardi, sola con lui, mamma Margherita gli tenne questo discorso: “Sei prete, dici la Messa, da qui in avanti sei dunque più vicino a Gesù Cristo. Ricordati però che incominciare a dire Messa vuol dire incominciare a soffrire. Non te ne accorgerai subito, ma a poco a poco vedrai che tua madre ti ha detto la verità. Sono sicura che tutti i giorni pregherai per me, che sia ancora viva o morta. Ciò mi basta. Tu da qui in avanti pensa solo alla salvezza delle anime e non prenderti alcun pensiero di me”. (MB 1,521).
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Luoghi significativi CASA NATIA DELLA BEATA MADDALENA MORANO
Sulla strada principale, proprio di fronte all’oratorio, c’era la casa in cui il 15 novembre 1847 nacque la beata suor Maddalena Morano, una delle prime Figlie di Maria Ausiliatrice, che fondò molte opere salesiane in Sicilia. Il padre era commerciante in telerie e, nel 1849, si trasferì con la famiglia a Buttigliera d’Asti. Maddalena studiò da maestra ed ottenne l’insegnamento a Montaldo. Desiderosa di consacrarsi a Dio nella vita religiosa non trovò congregazioni disposte ad accoglierla, perché non più giovane. Su consiglio di padre Francesco Pellico S.J., fratello di Silvio, si affidò a don Bosco che l’accolse nel principiante Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1879). Nel1886 venne nominata ispettrice della Sicilia. Si spense a Catania il 26 marzo 1908. È stata proclamata beata nel1994 dal papa Giovanni Paolo II.
CHIESA E CONVENTO SAN DOMENICO
Questa chiesa, ultimata forse intorno al 1317 e consacrata nel 1388, subì vari rimaneggiamenti. Il campanile cuspidato, con monofore e bifore, è stato terminato nel 1381, mentre la facciata attuale fu costruita nel sec. XV. L’interno è diviso in tre ampie navate con pilastri cruciformi i cui capitelli in pietra portano la data 1317. Il presbiterio e il coro furono ristrutturati all’inizio del ‘600 dall’arcivescovo Carlo Broglia (1617). I dipinti laterali e gli affreschi della volta, rap presentanti scene del Vangelo e della vita di san Domenico, sono opera del Moncalvo (1606). Sulla destra, verso il centro della costruzione, c’è la cappella della Madonna del Rosario dove attualmente è conservato il SS. Sacramento. Lo splendido altare barocco in legno proviene da una confraternita di Riva di Chieri. Il quadro centrale è opera del Moncalvo (1606-1608). A questo altare don Bosco, 1’8 giugno 1841, celebrò la sua terza Messa dopo l’ordinazione.
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BOTTEGA DEL LIBRAIO ELIA
Usciti da san Domenico si svolta a sinistra su via Vittorio Emanuele. Dopo pochi passi, sulla destra si incontra via della Pace. Gli edifici che si affacciano su di essa costituivano il ghetto degli Ebrei. Verso la metà del vicolo, a destra (al n.10), c’erano la casa e la bottega del libraio Foa Elia che Giovanni Bosco, studente di Umanità e Retorica, si era fatto amico. Da lui otteneva a prestito, ad un soldo l’uno, i volumetti della Biblioteca Popolare, che leggeva voracemente al ritmo di uno al giorno.
CASA DI GIONA
Sullo stesso lato, nell’edificio in fondo alla strada, ad angolo con via di Albussano (con entrata dal n.14 di via della Pace), abitava Giacobbe Levi detto Giona che, tramite l’amicizia con Giovanni, abbracciò il 46
cristianesimo e fu battezzato nel 1834, cambiando il nome in Luigi Bolmida (cf MO 73-76).
CONVENTO FRANCESCANO E CHIESA DELLA PACE
La strada conduce al convento della Pace dove, al tempo della permanenza di Giovanni Bosco in Chieri, viveva una comunità francescana con numeroso noviziato. Attualmente nel convento della Pace vivono i padri Lazzaristi di san Vincenzo de’ Paoli, detti anche Preti della Missione.
IL SEMINARIO
In questo palazzo, già convento dei padri Filippini, nel 1829 venne aperto il terzo seminario maggiore della archidiocesi di Torino (gli altri due erano a Torino e Bra). Lo aveva voluto l’arcivescovo mons. Colombano Chiaveroti per accogliere e formare con maggior cura i chierici studenti di filosofia e teologia che andavano aumentando sempre più. Qui terminò gli studi teologici san Giuseppe Cafasso. Don Bosco vi dimorò per sei anni (1835-1841). Più tardi vi studierà anche il beato Giuseppe Allamano, canonico e fondatore dei Missionari della Consolata. L’edificio risale in gran parte al XVII secolo. I padri Filippini lo ampliarono e vi insediarono una comunità, costruendovi accanto la bella chiesa di san Filippo (1664-1673). Nel 1949 il seminario venne trasferito a Rivoli e lo stabile fu affidato ai padri Salvatoriani che vi aprirono un collegio. Successivamente fu acquistato dal comune di Chieri che lo ha restaurato e adibito a scuola. La costruzione a forma di “U” è raccolta attorno ad un vasto cortile interno, dove una bella meridiana attirò l’attenzione del chierico Bosco e del suo amico Garigliano al loro primo ingresso. Vi è scritto: «Afflictis lentae - celeres gaudentibus horae» Lo stanzone in cui dormiva don Bosco con i suoi compagni, al tempo della morte del chierico Luigi Comollo, si trovava al primo piano sul lato della meridiana.
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LA CHIESA DI SAN FILIPPO
Si tratta di un ampio ed armonico edificio barocco iniziato nel 1664, terminato nel 1673 e consacrato nel 1681. Sul primo altare a destra si trovava un bel dipinto di Claudio Francesco Beaumont (1694-1766) rappresentante san Francesco di Sales di fronte alla Vergine con Bambino. Il quadro oggi si trova nella sacrestia del duomo. Il secondo altare è dedicato a san Filippo Neri, con tela del milanese Stefano Maria Legnani detto il Legnanino (16601715). Domina l’altar maggiore una splendida pala raffigurante Maria Immacolata, a cui è dedicata la chiesa Sotto il presbiterio, a sinistra presso la balaustra, nella cripta funeraria, fu sepolto il chierico Luigi Comollo. Nell’Ottocento un corridoio metteva in comunicazione chiesa e seminario. Di lì, ogni mattina durante il tempo della colazione, passava il chierico Bosco con altri compagni per ricevere dal rettore di san Filippo la Comunione.
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CHIESA DI SAN GUGLIELMO
La chiesa che dava il nome alla piazza è una costruzione di origini remote, più volte rifatta. Nel 1833-1834 Giovanni Bosco, che si trovava ospite al caffè Pianta, fece amicizia con il giovane ebreo Giona. Il 10 agosto 1834 Giona, accompagnato processionalmente in duomo dai membri della Confraternita e da numeroso popolo, fu battezzato e prese il nome di Luigi e il cognome Bolmida, in onore del padrino Giacinto Bolmida, banchiere. Madrina fu la signora Ottavia Maria Bertinetti.
CASA DEL TEOLOGO MALORIA (PIAZZA MAZZINI, N. 8)
Di fronte alla chiesa, in casa Golzio, abitava il teologo Giuseppe Maria Maloria (1802-1857), dotto ecclesiatico, canonico del duomo. Aveva solo ventinove anni quando, nel 1835, venne scelto da Giovanni Bosco come confessore. Il giovane studente continuerà a confessarsi regolarmente dal teologo Maloria per tutto il tempo della sua residenza in Chieri, anche durante gli anni di seminario.
CASA MARCHISIO, ABITAZIONE DI LUCIA MATTA (PIAZZA MAZZINI, N. 1)
Qui risiedeva, durante l’anno scolastico, un’amica di mamma Margherita, Lucia Pianta vedova Matta, originaria di Morialdo. Costei, accasata la figlia maggiore, si era trasferita a Chieri per seguire il figlio Giovanni Battista (18091878) studente, prendendo in affitto la casa di Giacomo Marchisio. Ella ospitava pure un paio di altri ragazzi, per poter arrotondare il bilancio familiare. Negli anni 1831-1832 e 1832-1833 accolse anche
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Giovanni per 21 lire al mese. La somma, pagabile pure in natura, era comunque notevole per la situazione economica dei Bosco. Giovanni allora cercò di contribuire alle spese impegnandosi in ogni modo nei piccoli lavori domestici. Per la sua condotta esemplare e giudiziosa si guadagnò subito la stima di Lucia, che gli chiese di impartire ripetizioni scolastiche al figlio, già ventunenne ma piuttosto divagato. Gli esiti furono soddisfacenti, tanto che Giovanni ottenne l’abbuono della pensione.
BOTTEGA DEL FALEGNAME BARZOCHINO (VIA SAN GIORGIO, N. 2)
Da piazza Mazzini, continuando oltre l’ex palazzo civico, si imbocca via san Giorgio. Il primo edificio a destra, con tracce di architettura gotica, è il palazzo Valfrè, anticamente palazzo Ferreri. Al pian terreno, negli ambienti chiusi da grandi portoni di legno, si trovava il laboratorio del falegname Bernardo Barzochino. Questi apparteneva ad una famiglia di artigiani ed artisti del legno molto stimata in Chieri. Probabilmente è qui che Giovanni Bosco veniva nei momenti liberi a prestare i suoi servizi e ad imparare l’arte di costruire mobili.
SCUOLE PUBBLICHE
Da piazza Mazzini si scende attraverso vicolo Romano e si arriva in via Vittorio Emanuele. A destra, dopo pochi passi, al n. 45, si incontra un passaggio che porta agli edifici nei quali erano collocate le scuole pubbliche di Chieri. Il passaggio conduce diritto in un cortile che era detto cortile civile; sulla sinistra, oltre un androne con trabeazione a cassettoni, se ne apre un altro detto cortile rustico. Gli edifici, ora ristrutturati, sono abitazioni private.
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CHIESA DI SANT’ANTONIO ABATE
Fiancheggia la piazza ed ha la facciata su via Vittorio Emanuele. Fu ricostruita su disegno di Filippo Juvarra (l767) su una precedente costruzione gotica di cui resta il campanile (l445). Una lapide sul lato della chiesa, verso la piazza, ricorda la presenza a questi catechismi di Giovanni con gli amici della Società dell’allegria.
ALBERGO DEL MULETTO
Sul lato sud di piazza Cavour, ad angolo tra via Vittorio Emanuele e via Palazzo di Città, dove oggi c’è il Caffè Nazionale, era aperto un albergo detto del Muletto. Ci ricorda l’allegra conclusione dell’epica sfida tra il giovane Bosco e un saltimbanco.
CAFFÈ PIANTA (VIA PALAZZO DI CITTÀ, N. 3)
A pochi passi da piazza Cavour in casa Vergnano, si trovava il caffè Pianta. Giovanni Pianta, fratello di Lucia, vedova Matta, originario di Morialdo, nell’autunno 1833 viene in Chieri e apre un caffè con annessa sala da biliardo. Egli, dovendo iniziare il suo esercizio, insiste presso mamma Margherita affinché Giovanni venga ad abitare presso di lui e lo aiuti nelle molteplici esigenze di un locale pubblico. Il caffè viene aperto qualche tempo dopo l’inizio dell’anno scolastico. 51
Il giovane studente, nel frattempo, lasciata casa Marchisio, trova momentaneamente ospitalità presso il panettiere Michele Cavallo, in casa Ricci che è adiacente alla casa del sarto Cumino. Il caffè Pianta è composto da due sale, una aperta verso la pubblica via e l’altra, adibita a locale per il biliardo e il pianoforte, collocata verso il cortile interno. I due ambienti sono collegati da un vano di passaggio lungo circa metri 3,50, addossato ad una scala, nel quale si trova anche un piccolo forno in mattoni per la preparazione del caffè e dei dolci. In questa specie di corridoio si apre un minuscolo sottoscala nel quale viene collocata la brandina di Giovanni. Nei momenti liberi dalla scuola egli aiuta il signor Pianta nel suo lavoro ed impara a preparare caffè, dolci e liquori. La sua presenza nella sala da biliardo come cameriere e contapunti è un efficace freno per le bestemmie e i discorsi sboccati di certi avventori.
DUOMO
Da via Palazzo di Città si gira nella prima traversa a sinistra, in via Gottolengo, e si incontra la casa in cui morì san Giuseppe Benedetto Gottolengo (30 aprile 1842), presso il fratello don Luigi, canonico del duomo di Chieri. Proseguendo si giunge alla piazza in cui sorge il duomo, uno degli esempi più illustri dell’architettura gotica piemontese, intitolato a santa Maria della Scala. L’edificio sacro fu costruito tra il 1405 e il 1436, al posto di una precedente chiesa edificata nel sec. XI sui ruderi di edifici romani. Sul fianco destro sporgono il campanile a monofore e bifore (eretto tra il 1329 e il 1492) e il battistero, rimaneggiato nel sec. XV, ma costruito su un battistero paleocristiano. L’interno è ricchissimo di testimonianze artistiche di ogni secolo. Segnaliamo soltanto, ai fini della storia giovanile di Don Bosco, la quarta cappella di sinistra, dedicata alla Madonna delle Grazie. Giovanni Bosco, studente della scuola pubblica, ogni giorno, mattino e sera, veniva a pregare di fronte a questa statua, memore della raccomandazione della madre.
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Luoghi Salesiani Torino
CHIESA DELLA VISITAZIONE
Il chierico Giovanni Bosco fece gli esercizi spirituali, prima delle sacre ordinazioni, in Torino presso i Lazzaristi, religiosi fondati da san Vincenzo de’ Paoli, detti anche Preti o Signori della Missione. La Casa dei Preti della Missione (via XX Settembre, n. 23) è stata ricostruita nel dopoguerra, sulle rovine dell’antico monastero della Visitazione (suore di san Francesco di Sales), fondato nel 1638 da santa Giovanna Francesca di Chantal che per l’occasione si fermò sette mesi in Torino.
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I Preti della Missione, sotto la guida del padre Marcantonio Durando, subito costruirono una nuova ala dell’edificio (proprio sull’attuale via XX Settembre) allo scopo di accogliere ecclesiastici e laici per gli esercizi spirituali. Anche san Giovanni Bosco per tre volte, in questa casa, fece gli esercizi spirituali: in preparazione del suddiaconato (settembre 1840), del diaconato (marzo 1841) e del presbiterato (dal 26 maggio al 5 giugno 1841). La Chiesa della Visitazione, piccola ma graziosa costruzione barocca a croce greca, si apre ad angolo tra via XX Settembre e via Arcivescovado. È questo l’ambiente nel quale don Bosco trascorse le fervide ore di preghiera e di adorazione nei giorni immediatamente precedenti alla ordinazione sacerdotale.
CHIESA DELL’ARCIVESCOVADO
In questa chiesa, dedicata all’Immacolata Concezione di Maria, Giovanni Bosco ricevette la tonsura e gli ordini minori (29 marzo 1840), il suddiaconato (19 settembre 1840), il diaconato (29 marzo 1841) e il presbiterato (5 giugno 1841) dalle mani di mons. Luigi Fransoni arcivescovo di Torino. La chiesa, con l’annesso palazzo arcivescovile, fu edificata ad opera dei padri Lazzaristi.
SAN FRANCESCO DI ASSISI
Il 6 giugno 1841, domenica della SS. Trinità, Don Bosco sacerdote novello celebra la sua prima messa in questa chiesa, all’altare dell’Angelo Custode. È assistito dal suo direttore spirituale san Giuseppe Cafasso che, nei locali annessi alla chiesa, collabora con il teologo Luigi Guala nella direzione del Convitto Ecclesiastico. Dal novembre successivo, fino all’estate 1844, don Bosco abiterà in questi ambienti. La costruzione originaria risale al sec. XIII e si dice fondata da san Francesco stesso, in occasione del suo viaggio in Francia (1215), o dai suoi primi compagni. Nel corso dei secoli chiesa e convento subirono restauri e ritocchi. Il primo confessionale nella navata sinistra è quello in cui san 54
Giuseppe Cafasso trascorreva molte ore della sua giornata. Attraverso il sacramento della Penitenza egli era guida spirituale di numerosi sacerdoti, di personaggi influenti della vita cittadina, ma anche di molti popolani. Aveva il dono di intuire le coscienze e convertire anche i cuori più duri. A lui si ricorreva nei casi disperati; in particolare gli si affidavano i condannati a morte più restii alla conversione. I Francescani furono allontanati dal convento annesso alla chiesa durante l’occupazione francese e lo stabile venne venduto in gran parte a privati. La parte adiacente alla chiesa fu destinata ad alloggio militare e ad abitazione per il rettore della chiesa stessa. A questo compito nel 1808 fu nominato il teologo Luigi Guala (17751848). Il Guala, constatando il vuoto formativo in cui, anche per le difficoltà del momento storico, erano lasciati i neo-sacerdoti, appena nominato rettore iniziò a tenere lezioni di teologia morale ad alcuni di essi. Con la Restaurazione l’iniziativa si consolidò ed egli ottenne l’uso degli ambienti rimasti invenduti dell’antico convento. Su suggerimento del Lanteri vi aprì un Convitto Ecclesiastico (1817) al fine di perfezionare la formazione culturale, pastorale e spirituale di coloro che terminavano gli studi seminaristici. Don Giuseppe Cafasso, entrato al Convitto come studente nel 1834, e rimastovi poi come collaboratore del Guala, gli succedette prima come professore e poi come rettore della chiesa e direttore del Convitto. Il 3 novembre 1841 don Bosco, seguendo il consiglio del Cafasso si trasferisce a Torino. Egli viene accolto gratuitamente dal teologo Guala, del quale ha un’ottima impressione. Per il giovane sacerdote il maestro vero è però il Cafasso alle mani del quale egli si abbandona con fiducia. Grazie alla scuola del Cafasso e alle esperienze pastorali in cui egli lo coinvolge, il nostro Santo intuisce già l’importanza di un metodo educativo e pastorale “preventivo”, soprattutto a favore di certe categorie di giovani più esposte al pericolo. Il fascino esercitato dal giovane sacerdote sui ragazzi si manifesta fin dai primi giorni della sua permanenza in Torino: egli lo interpreta come un appello del Signore a fare qualcosa di concreto per loro. L’occasione per iniziare gli è offerta dall’incontro provvidenziale con Bartolomeo Garelli nella sacrestia di san Francesco, a poco più di un mese dal suo arrivo al Convitto, l’8
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dicembre 1841, festa dell’Immacolata. Dopo quel primo incontro, ogni domenica, si raduna al Convitto un gruppetto di ragazzi che va crescendo: nel febbraio successivo sono una ventina; trenta alla fine di marzo; quasi un centinaio per sant’Anna (26 luglio), festa patronale dei muratori.
PALAZZO BAROLO (VIA DELLE ORFANE, N. 7) E OPERA PIA BAROLO
Dopo i tre anni di Convitto Ecclesiastico, don Bosco viene assunto dalla marchesa Barolo come cappellano del nascente Ospedaletto di santa Filomena e come aiuto del teologo Giovanni Borel nell’assistenza spirituale alle varie opere fondate dalla nobildonna. 56
In questo palazzo don Bosco, accompagnato dal teologo Borel, si incontrò, nell’autunno del 1844, con la marchesa Giulia di Barolo. In questi ambienti don Bosco ebbe modo di stringere amicizia con Silvio Pellico che dal 1834, reduce da dieci anni di carcere allo Spielberg, era bibliotecario e segretario personale della marchesa. Giulia Vittorina Colbert di Maulévrier, vedova Barolo (1785- 1864), nata in Vandea e discendente dal grande Colbert, ministro di Luigi XIV, nel 1807 aveva sposato il marchese Tancredi Falletti di Barolo, conosciuto a Parigi alla corte dell’imperatore Napoleone I. I due coniugi erano ricchissimi, più degli stessi Savoia, e figure di primo piano della nobiltà torinese. Il loro salotto veniva frequentato dai più importanti personaggi del tempo: nobili, politici (tra cui il Cavour), diplomatici, alti ufficiali ed artisti. Molto religiosi (di entrambi è stato avviato recentemente il processo di beatificazione), non avendo figli decisero di destinare le loro consistenti sostanze a vantaggio di opere sociali e caritative. A questo scopo fondarono un’istituzione, l’Opera Pia Barolo, tuttora esistente, con sede in questo palazzo. Sin dal 1832, insieme al marito, istituì nel suo palazzo una scuola gratuita e una mensa per i poveri. Nel 1821 chiamò da Chambéry le suore di san Giuseppe per l’educazione delle fanciulle del popolo, avviando così in Torino le prime scuole femminili popolari. Nello stesso anno costruì a Valdocco il Rifugio, un centro che accoglieva 250 ragazze traviate e offriva loro, in un ambiente opportunamente attrezzato, istruzione, avviamento al lavoro, formazione religiosa e la possibilità di riabilitarsi ed inserirsi onorevolmente nella società. Nel 1825, d’intesa con il re Carlo Felice, invitò a Torino le Dame del Sacro Cuore per la formazione delle figlie dell’alta società. Nel 1832, fondò il Monastero di santa Maria Maddalena, donde il nome di suore Maddalene. Affiancò a questo convento un istituto per le fanciulle abbandonate inferiori ai dodici anni di età, affidandole all’educazione delle Maddalene stesse. Queste ragazzine erano comunemente chiamate le Maddalenine. Sempre nel 1832 gettò le basi di un nuovo istituto di suore: l’Educatorio di sant’Anna per la formazione e l’istruzione delle ragazze del ceto
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medio poco agiato (via Consolata, angolo corso Regina Margherita). Accanto alle suore di sant’Anna costruì una casa per accogliere trenta orfane, le Giuliette che, compiuta la loro educazione, ottenevano una dote di 500 franchi. Si preoccupò anche delle giovani che desideravano dedicarsi alla vita contemplativa: contribuì alla costruzione del monastero delle Adoratrici del SS. Sacramento.
L’ORATORIO DI DON BOSCO AL RIFUGIO (VIA COTTOLENGO 26)
Quando don Bosco fu presentato dal teologo Borel alla marchesa Barolo, questa si rese subito conto delle doti di cui il giovane prete era fornito. Per indurlo ad accettare l’incarico di direttore spirituale dell’Ospedaletto, non solo gli concesse di essere liberamente visitato da tutti i giovani che sarebbero venuti a lui per imparare il catechismo, ma acconsentì che radunasse il suo Oratorio festivo presso il nuovo edificio non ancora terminato dell’Ospedaletto di santa Filomena. Nei giorni immediatamente precedenti al 20 ottobre 1844, don Bosco trasferì la sua abitazione al Rifugio.
L’ORATORIO DI DON BOSCO ALL’OSPEDALETTO DI SANTA FILOMENA (VIA COTTOLENGO, N. 24)
Gli ambienti concessi dalla marchesa si trovavano nella parte già ultimata dell’Ospedaletto di santa Filomena, al terzo piano, dove ella aveva intenzione di radunare in comunità i sacerdoti che assistevano spiritualmente le sue varie opere. Verso la fine del maggio 1845 la marchesa Barolo, sebbene vedesse di buon occhio ogni opera di carità, cominciò a far pressioni perché si cercasse un’altra sistemazione, dovendosi presto aprire il suo Ospedaletto. 58
L’ORATORIO A SAN PIETRO IN VINCOLI (VIA SAN PIETRO IN VINCOLI)
A poca distanza dal Rifugio si trova il piccolo cimitero di San Pietro in Vincoli, costruito nel 1777. Allora si trovava nell’estrema periferia della città e per motivi di igiene già dal 1829 si era cessato di seppellire i cadaveri in terra Il luogo parve adatto per le riunioni dell’Oratorio: nella cappella si sarebbero potute celebrare le funzioni religiose e fare i catechismi; sul piazzale c’era spazio sufficiente per i giochi. A seguito di intesa verbale con le autorità municipali e con l’approvazione del cappellano don Tesio, la domenica 25 maggio 1845 don Bosco e il Borel vi portano i ragazzi dell’Oratorio. La Ragioneria comunale però, il 23 maggio proibì riunioni simili a quelle di don Bosco per motivi imprecisati. La proibizione non era ancora stata notificata il 25, quando don Bosco con i suoi ragazzi si recò al cimitero. La domenica successiva, invece, il bando era affisso all’ingresso del cimitero e le guardie civiche avevano l’ordine di farlo eseguire. Don Bosco, non conoscendo lo svolgimento dei fatti, pensò che la disposizione fosse stata emanata per i suoi ragazzi. Don Tesio non poté evidentemente chiarire l’equivoco, essendo morto mercoledì 28. Don Borel, don Pacchiotti e don Bosco presentarono unitamente domanda per farsi assegnare la cappellania vacante. La loro richiesta però non fu accettata e l’incarico affidato ad un altro il 18 giugno. Alla fine di quel mese i tre inoltrarono domanda scritta di poter almeno radunare i ragazzi alla domenica in san Pietro in Vincoli. Anche questa domanda venne respinta (3 luglio).
CAPPELLA DI SAN MARTINO AI MOLASSI (ZONA DOVE SI ESTENDE ATTUALMENTE PIAZZA ALBERA)
Ottenuto il permesso di usufruire della Chiesetta dei Molini Dora, l’oratorio posò le tende. I Mulini Dora o Molassi, oggi non esistono più. Si trattava di un complesso di edifici per la macina del grano e la produzione di pane. La cappella di san Martino serviva per l’assistenza religiosa degli addetti ai Mulini, tutti dipendenti comunali, e delle loro famiglie.
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Risale a quest’epoca il primo incontro tra don Bosco e Michele Rua (che aveva otto anni). In seguito alle proteste degli addetti ai Mulini, che non potevano tollerare i salti, i canti e talvolta gli schiamazzi dei ragazzi, la Ragioneria del Comune, nella seduta del 18 novembre 1845, fissò il termine della concessione al 1 gennaio 1846.
CASA MORETTA (PIAZZA MARIA AUSILIATRICE, N. 15/A)
Pur avendo ancora due mesi di tempo, il Borel e don Bosco si muovono subito nella zona di Valdocco, il sacerdote Giovanni Battista Antonio Moretta possedeva una casa a due piani che in parte affittava. 60
Egli venne incontro a don Bosco affittando a lui e al Borel tre stanze nel novembre 1845. Le scuole serali, sono uno sviluppo delle scuole domenicali già avviate al Rifugio. Nelle tre stanze di casa Moretta ci si ferma per quattro mesi circa, finché, alla fine di febbraio, don Moretta si vede costretto a licenziare l’Oratorio per problemi con gli altri inquilini della casa.
PRATO FILIPPI
Accanto a casa Moretta, don Bosco affitta il prato dei fratelli Filippi. I rumorosi assembramenti giovanili, però, cominciarono a preoccupare il Vicario della città Marchese Michele Cavour, timoroso di possibili disordini e tumulti. Ad aggravare la situazione giunse inaspettato lo sfratto anche dai Filippi perché dicevano che i ragazzi, calpestando il prato con gli scarponi, non permettevano la crescita dell’erba. Nel marzo 1846 furono le ultime domeniche in prato Filippi.
L’ORATORIO DI SAN LUIGI (IL SECONDO DI DON BOSCO)
In una domenica dell’agosto 1847, constatando il numero eccessivo dei ragazzi convenuti a Valdocco Don Bosco propone a don Borel la fondazione di un secondo oratorio in Torino. Un numero notevole di giovani proviene dalle zone di Piazza Castello, piazza san Carlo, Borgo Nuovo e san Salvario: sembrerebbe opportuno scegliere una di quelle zone per realizzare il progetto. Don Bosco e il Borel si recano a perlustrare la zona di Porta Nuova, lungo il cosiddetto Viale del Re, oggi corso Vittorio Emanuele II, in direzione del Po. È una zona libera, fuori città, frequentatissima da bande di ragazzi alla ricerca di spazi per giocare. Trovano una casetta con una misera tettoia ed un cortile, appartenenti ad una certa signora Vaglienti la quale si dice disposta ad affittare il locale per 450 lire annue. L’Oratorio viene inaugurato l’8 dicembre 1847 e intitolato a san Luigi Gonzaga. La direzione affidata al teologo Giacinto Carpano. Nel 1857
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Don Bosco, dopo alcuni tentativi e lunga riflessione, propone la cosa al giovane teologo Leonardo Murialdo che, fin dagli studi seminaristici si è prestato nella catechesi in Oratorio, in quello dell’Angelo Custode come in quello di Valdocco. L’Oratorio di Porta Nuova, come quello di Valdocco, è assai povero: la cappella è misera, i locali attigui angusti e poco solidi. Il Murialdo dirige l’Oratorio fino al 1865. Oggi, sul luogo dell’antico Oratorio sorge la chiesa di san Giovanni Evangelista, costruita da don Bosco tra il 1878 e il 1882, su disegno dell’architetto Edoardo Arborio Mella (1808-1884). L’Oratorio san Luigi continua attualmente la sua attività nell’edificio con entrata da via Ormea n. 4.
L’ORATORIO DELL’ANGELO CUSTODE (SORGEVA AD ANGOLO TRA VIA SANTA GIULIA E VIA TARINO)
Il primo Oratorio di Torino l’aveva fondato nel 1840 don Giovanni Cocchi (1813-1895) per i ragazzi abbandonati che vagavano per le vie e le piazze dell’Annunziata, parrocchia nella quale egli era viceparroco. Si trovava nella regione del Moschino, dislocata sulla riva sinistra del Po, nei pressi dell’attuale piazza Vittorio Veneto. Nel 1841 don Cocchi trasportò l’Oratorio verso il centro di Vanchiglia sotto la tettoia di un orto in casa Bronzino, nel cui cortile rustico edificò una povera cappella ed un teatrino. L’opera fu intitolata all’Angelo Custode. Nel fervore patriottico suscitato dalla prima guerra di indipendenza, una squadra di giovani dell’Oratorio di Vanchiglia decise di arruolarsi tra i volontari dell’esercito. Don Cocchi, sinceramente entusiasmato dall’idea nazionale, non si sentì di abbandonarli e li seguì nella marcia verso Novara (marzo 1849). Non furono accettati e dovettero ritornarsene alla chetichella. La vicenda suscitò scalpore e monsignor Fransoni decise la temporanea chiusura dell’Oratorio. Ma, per le pressioni del Cafasso, del Borel e di don Bosco, preoccupati della sorte dei ragazzi del borgo, nell’ottobre successivo l’arcivescovo ne permise la riapertura, affidandolo alla responsabilità di don Bosco. L’Oratorio dell’Angelo Custode continuò in quella sede fino al 1871. 62
In quell’anno don Bosco lo cedette al parroco di santa Giulia, il quale lo trasferì in ambienti più idonei accanto alla parrocchia.
LA CONSOLATA
Dall’estate 1845 alla primavera del 1846 don Bosco, non avendo a disposizione un ambiente apposito e capiente per le funzioni religiose del suo Oratorio, porta i giovani in diverse chiese della città e dei dintorni. Tra le chiese raggiunte da don Bosco, la Consolata. È il Santuario mariano più caro ai torinesi e più frequentato da don Bosco e dai suoi ragazzi nei primi tempi dell’Oratorio. Ha origini risalenti alla fine del secolo IV e legate alla venerazione di una antica effigie della Madonna. L’attuale edificio è composto di tre chiese intercomunicanti: la chiesa ellittica di sant’Andrea, il Santuario propriamente detto, in forma esagonale, e la cappella sotterranea di N.S. delle Grazie. La struttura barocca che vediamo è stata edificata nel 1679 su disegno di Guarino Guarini, al posto di un precedente edificio romanico dei secoli X-XI di cui si ammira ancora il maestoso campanile. La cupola del santuario, eretta nel 1703, venne affrescata da G.B. Crosato nel 1740. L’attuale rivestimento in marmi e stucchi fu ideato da C. Ceppi nel 1904. Nella cappella di sant’Andrea sono conservate, a destra, le spoglie di san Giuseppe Cafasso, qui trasportate dal cimitero generale a cura del nipote can. Giuseppe Allamano, rettore del Santuario. Lì accanto una scala conduce alla sottostante cripta o cappella della Madonna delle Grazie che forse costituiva il primitivo oratorio del IV secolo. Sull’altare centrale, opera di Filippo Juvarra (1729), si venera
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l’immagine della Vergine con Bambino. Dalla tradizione è identificata con la primitiva icona del IV secolo; in realtà si tratta di un dipinto su legno eseguito sullo scorcio del sec. XV, copia dell’effigie che si trova in Santa Maria del Popolo a Roma (sec. XIV). Sul piazzale laterale una colonna corinzia regge la statua della Vergine: fu eretta dalla Città dì Torino in ringraziamento per la liberazione dell’epidemia dì colera del 1835. Nella chiesa Don Bosco celebrò la sua seconda Messa (lunedì dopo la SS. Trinità, 7 giugno 1841), per ringraziare la gran Vergine Maria. Durante la gravissima malattia del luglio 1846, che portò don Bosco sull’orlo della tomba, i poveri ragazzi dell’Oratorio accorsero numerosi ai piedi della Consolata e con le loro preghiere e lacrime ottennero l’insperata grazia della guarigione. Il 25 novembre 1856, quando alle tre del mattino, mamma Margherita cessò di vivere, egli, accompagnato da Giuseppe Buzzetti, si portò immediatamente al Santuario. Celebrò affranto la santa Messa nella cappella sotterranea, poi si soffermò a lungo in lacrime davanti all’effigie della Madonna.
LA CHIESA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA
Accanto all’Oratorio di san Luigi e come suo naturale sviluppo, don Bosco volle erigere una chiesa ed un «ospizio» con scuola per giovani. Nella zona, il Borgo San Salvario, era iniziata una forte espansione della città, prevista dai piani urbanistici fin dal 1847 ed accelerata anche dalla costruzione della vicina stazione ferroviaria di Porta Nuova. Ne conseguì una forte concentrazione demografica, particolarmente del ceto popolare e povero. Inoltre, già dal 1853, i Valdesi avevano iniziato a costruire il tempio, un ospedale ed una scuola. In questo stesso quartiere sarebbero sorti più tardi la sinagoga e la scuola ebraica. Il proselitismo e le vivaci iniziative dei protestanti offrirono a don Bosco ulteriori motivi per articolare e sviluppare la sua opera, sorta già nel 1847. Tra il 1870 e il 1875, il Santo riuscì ad allargare la proprietà dell’antico Oratorio di san Luigi I lavori per la costruzione della chiesa iniziarono celermente nell’estate del 1877. Il 14 agosto dell’anno seguente si ebbe la posa della pietra angolare e nel dicembre del 1879 la struttura esterna era già terminata. 64
In tre anni fu completata la decorazione interna e il 28 ottobre 1882 la chiesa poté essere solennemente consacrata. La chiesa, dedicata a san Giovanni Evangelista, fu voluta da don Bosco anche come monumento di gratitudine a Pio IX per la benevolenza sempre dimostratagli dal pontefice. Domina la facciata un campanile che raggiunge i 45 metri d’altezza. Nell’interno, sulla destra varcato il portale, si incontra la grande statua di Pio IX. All’interno, sull’orchestra, era collocato l’imponente organo di 3600 canne, opera del cav. Giuseppe Bernasconi da Bergamo. Don Bosco lo inaugurò nel luglio del 1882. Lo strumento, in occasione del centenario della chiesa, è stato sottoposto a restauro, ampliato e collocato nell’ambulacro dietro l’altar maggiore. La pittura del catino rappresenta Gesù in croce nell’atto di indicare a Maria l’apostolo Giovanni come suo figlio. Il dipinto, ad uso mosaico di ispirazione bizantina, è di Enrico Reffo. Allo stesso autore appartengono i medaglioni, collocati tra gli archi della navata centrale, nei quali sono effigiati i sette vescovi dell’Asia Minore descritti nell’Apocalisse di san Giovanni. L’icona di don Bosco con l’Ausiliatrice, che è quella esposta in san Pietro il giorno della canonizzazione (1 aprile 1934), ha sostituito un precedente quadro dell’Immacolata.
VALSALICE E LA TOMBA DI DON BOSCO
Tra il 1857 e il 1861, i Fratelli delle Scuole Cristiane di Torino avevano costruito un ampio fabbricato nella «Valle dei Salici», sulle pendici della collina torinese, come villeggiatura per i nobili allievi del loro collegio di san Primitivo. Nel 1863, in seguito alla legislazione sugli ordini religiosi, i Fratelli dovettero abbandonare il collegio e l’edificio di Valsalice venne rilevato da una Società di Sacerdoti Torinesi che vi aprì una scuola. Nel 1888 Valsalice accolse la salma di don Bosco. Il Santo e i suoi primi collaboratori di fronte alle insistenze dell’arcivescovo con molte perplessità accettarono il collegio nel marzo 1872 e presero in affitto lo stabile per cinque anni. Ben presto la casa assunse un’importanza particolare tra le opere
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salesiane. Per la sua ubicazione nel verde della collina appena fuori città, don Bosco la scelse come luogo di riposo e di convalescenza nelle malattie degli ultimi anni e come sede per gli esercizi spirituali dei confratelli. Vi radunò anche alcuni dei primi Capitoli Generali della giovane Congregazione. Nel 1887, per suo esplicito desiderio, l’opera subì una radicale trasformazione: da liceo diventò casa di formazione per i chierici sotto il nome di Seminario delle Missioni Estere. Qui vennero formati numerosi Salesiani delle prime generazioni: i santi martiri mons. Luigi Versilia e don Callisto Caravario, il beato don Luigi Variara, il beato don Augusto Czartoryski, don Andrea Beltrami, don Vincenzo Cimatti. Con la morte del Santo si impose con urgenza il problema di una sua degna sepoltura. Non possedendo ancora i Salesiani una propria tomba nel cimitero cittadino e non avendo ottenuto il permesso di seppellire il Fondatore nella chiesa di Maria Ausiliatrice, la salma sembrava destinata al campo comune. Ma su suggerimento della stessa autorità civile si fece strada l’idea della tumulazione a Valsalice, zona extraurbana, non soggetta alle normative di polizia cimiteriale. Dopo i solenni funerali avvenuti il 2 febbraio, il feretro fu qui trasportato. Alcuni mesi più tardi, sul loculo venne edificato un mausoleo-cappella ideato dall’architetto Carlo Maurizio Vigna.
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Luoghi salesiani Valdocco
CAPPELLA PINARDI
Quando don Bosco, accompagnato da Pancrazio Soave e da Francesco Pinardi visita per la prima volta la tettoia appoggiata sul lato nord di casa Pinardi, rimase interdetto e sulle prime rifiuta la proposta I lavori adattamento vengono svolti tra marzo e la prima decade d’aprile così che il 12 aprile 1846, domenica di Pasqua, avvenne trasferimento ufficiale dell’Oratorio nella Cappella Pinardi. La tettoia affittata per l’Oratorio era di costruzione recente. Infatti quando Francesco Pinardi, il14 luglio 1845, aveva stipulato con i tre
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fratelli Giovanni, Antonio e Carlo Filippi il contratto di acquisto della casa e del terreno (per 14.000 lire), essa non esisteva. L’aveva costruita nel novembre successivo, con l’intenzione di adibirla a magazzino oppure ad officina artigianale. Quando, sei mesi dopo, il Bore!, a nome di don Bosco, firmò il contratto d’affitto, probabilmente non era ancora stata usata da alcuno. Dopo i lavori di adattamento eseguiti dal Pinardi, la tettoia risultò divisa in tre locali: la cappella propriamente detta e -altre due stanzette utilizzate l’una come sacrestia e l’altra come coretto e deposito. Le travi che reggevano il tetto a spiovente erano state coperte da un controsoffitto orizzontale in legno; così l’altezza dell’ambiente superava di poco i due metri. In tal modo, sul piccolo pulpito, collocato a metà della cappella contro la parete a nord, potevano salire soltanto il Borel e don Bosco che erano bassi di statura. E quando, il 29 giugno 1847, mons. Fransoni venne per la prima volta nella cappella ad amministrare le Cresime, dovette fare a meno della mitra per non urtare contro il soffitto. In una nicchia nel muro a destra della porta di ingresso si collocò una statuetta di san Luigi Gonzaga. Per le feste e le processioni della Madonna, si utilizzava una statua di Maria Consolatrice; questa artigianale statua costituisce l’unico ricordo della primitiva cappella. Le due stanzette collocate dietro la cappella avevano ognuna una finestra, una porta aperta sul cortile e un caminetto con cappa in legno. Dopo qualche tempo don Bosco, per allungare la cappella ormai insufficiente, eliminò il primo di questi locali, spostando la sacrestia nel secondo. La tettoia PInardi venne usata come cappella per sei anni, fino al 20 giugno 1852, data di inaugurazione della Chiesa di San Francesco di Sales. Quindi venne adibita a sala studio e di ricreazione e anche a dormitorio fino al 1856 quando la si demolì insieme a casa Pinardi. La cappella attuale fu inaugurata il 31 gennaio 1928. Sulla parete dietro l’altare, una tela del pittore Paolo Giovanni Crida rappresentante la Risurrezione di Cristo: una vita liberata dal peccato e rigenerata nella grazia del Risorto, piena di gioia e di luce. L’altare, progettato dall’architetto Valotti, è sorretto da quattro colonne di onice. Il mosaico sottostante rappresenta l’Agnello immolato che 68
redime l’umanità col suo sangue. Egli è la vite alla quale sono innestati i tralci degli Apostoli, raffigurati nei simboli del loro martirio. Nella volta sopra l’altare, dominata dall’emblema eucaristico, si leggono le parole: «Haec dies quam fecit Dominus: exultemus et laetemur in ea» (Questo è il giorno che ha fatto il Signore: esultiamo e rallegriamoci in esso). I simboli dell’uva e delle spighe, ripresi anche nella balaustra in ferro battuto, sono un rimando alla spiritualità del dovere quotidiano e all’impegno di don Bosco per la Comunione frequente. Nell’arco antistante l’altare si legge la sequenza Victimae paschalis, mentre nel sott’arco sono graffite le allegorie dei sette sacramenti. Il secondo arco al centro della cappella, con l’antifona pasquale Regina Caeli, simboleggia Maria santissima modello di virtù. Presso l’altare, a destra, la statua della Consolata riproduce quella antica.
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Chiesa di San Francesco di Sales
Don Bosco si era visto costretto ad allungare la cappella Pinardi con l’eliminazione della primitiva sacrestia, adattando a quest’uso una stanza di casa Pinardi, ma l’ambiente era scomodo. Era dunque necessità che si desse mano ad un edificio più proporzionato al numero dei giovani, più ventilato e salubre. Il disegno della nuova chiesa, con facciata su via della Giardiniera fu approvato il 24 giugno 1851, ma i lavori erano stati iniziati già da un mese. Il 20 luglio, gettati già i basamenti, si compì la cerimonia di posa della pietra angolare. I lavori procedettero rapidamente e in agosto i muri sorgevano di alcuni metri da terra. La chiesa tu portata a termine celermente e il 20 giugno 1852, mentre in Torino si celebrava la festa della Consolata. Il campanile dì san Francesco dì Sales fu portato a termine tra il 70
dicembre 1852 e il febbraio 1853. Su di esso, accanto alla campanella della primitiva chiesetta, il 22 maggio 1853 ne venne collocata una più grande, regalo del conte Carlo Cays, amico di Don Bosco, cattolico fra i più attivi di Torino, che nel 1876, rimasto vedovo, entrerà nella Società Salesiana e sarà consacrato sacerdote. Le due campane furono completamente rifuse nel 1929, in occasione della beatificazione di Don Bosco perché avevano perso la loro primitiva sonorità.
Visita alla Chiesa
La visita a quella che viene chiamata la «Porziuncola salesiana» offre spunti per una riflessione sugli elementi essenziali della spiritualità vis suta e proposta da Don Bosco ai suoi giovani. La chiesa, a croce latina, misura 28 metri dì lunghezza e 11 dì larghezza. Don Bosco la volle funzionale e dignitosa, ma essenziale nella decorazione. A conclusione dei grandi lavori di sistemazione e ampiamento di Valdocco, nel 1959 anche san Francesco di Sales venne restaurata e arricchita con la sostituzione del pavimento, il rivestimento in marmo e i quadri che oggi vediamo. Sulla parete laterale destra, per chi entra dalla porta centrale, si incontra immediatamente una grande tela del Crida (1960) che rappresenta la prima Messa di don Michele Rua celebrata proprio in questa chiesa (30 luglio 1860); lo assiste Don Bosco e lo servono don Giovanni Cagliero e don Giovanni Battista Francesia: essi pure celebreranno qui la loro prima Messa il 15 giugno 1862. Sulla porticina laterale sono raffigurati i conti Federico e Carlotta Callori di Vignale (Crida, 1960), che furono tra i primi e più munifici benefattori e amici di Don Bosco. Questa porta metteva in comunicazione chiesa e cortile interno. Di qui passavano Don Bosco, i ragazzi dell’Oratorio e tutti quelli di casa ogni volta che si recavano in cappella. L’altare della cappella dedicata alla Madonna è rimasto pressoché identico: sono state ricostruite in marmo sia le due colonne di gesso che reggono il timpano, sia l’antica balaustrata in legno. Anche la statua dell’Immacolata che oggi vediamo nella nicchia non è originale.
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l due quadri sulla parete della cappella sono del Caffaro Rore e ritraggono fatti della vita di Domenico Savio avvenuti in questa chiesa: la visione di Pio lX che s’avanza con fiaccola verso gli anglicani inglesi e Domenico con alcuni amici che legge il regolamento della Compagnia dell’Immacolata fondata l’8 giugno 1856. Già due anni prima, !’8 dicembre 1854, giorno in cui Pio IX aveva proclamato il dogma della Immacolata Concezione, Domenico di fronte a questa statua si era consacrato alla Vergine: Sul pilastro che sta tra la cappella della Madonna e il presbiterio era collocato il pulpito dal quale Don Bosco ebbe a pronunciare la predica che determinò un nuovo e più decisivo impegno spirituale del gio vanissimo Domenico. Dell’altare maggiore, si conservano ancora il tabernacolo e i ripiani per i candelieri. ridotti però da tre a due, È stato modificato anche il supporto della mensa perché don Giraudi aveva intenzione di collocarvi l’urna di don Rua appena questi fosse stato proclamato beato. Ricordiamo che questo tabernacolo è stato benedetto da Don Bosco il 7 aprile 1852. Era il centro ideale della chiesa e di tutta la vita dell’Oratorio. L’originale balaustra in legno dell’altar maggiore, testimone delle ferventi comunioni di mamma Margherita, di Domenico Savio, di tutti i giovani e i salesiani della prima generazione, è oggi esposta nel Museo delle Camerette. Sulla parete destra del presbiterio è raffigurata la famosa estasi di Domenico dopo la comunione; su quella sinistra, sopra la porta della sacrestia, è ritratto san Giuseppe Cafasso in preghiera. Sulla parete dell’abside in un primo tempo Don Bosco aveva collocato un quadro di san Francesco di Sales, probabilmente quello che si trovava in cappella Pinardi e proveniva dall’Ospedaletto. Più tardi lo sostituì con una bella statua del santo, oggi conservata nel Museo del Centro di Documentazione Storica e Popolare Mariana situato sotto la Basilica dell’Ausiliatrice. Il coretto dietro l’altar maggiore, nel quale si trovavano alcuni banchi, era il luogo preferito da Domenico Savio per la preghiera di ringraziamento dopo la comunione. La cappella di san Luigi - se si eccettua la sostituzione della balaustra 72
- è la parte di chiesa meno rimaneggiata: originali sono l’altare, il tabernacolo, la nicchia e la statua di san Luigi che ricordava ai giovani quel modello di carità evangelica e castità giovanile nel quale erano efficacemente concretizzati alcuni dei valori fondamentali della spiritualità loro proposta. Sulle pareti laterali due tele raffigurano: la prima Domenico Savio, Francesco Besucco e Michele Magone, la seconda, Pancrazio Soave che indica al Santo di Valdocco casa Pinardi. Sulla parete sinistra della chiesa, ritornando verso la porta d’ingresso, incontriamo ancora due grandi quadri: l’uno rappresenta il sogno del 1846 in cui la Vergine Maria aveva indicato a Don Bosco la futura chiesa di san Francesco di Sales; l’altro raffigura la predicazione di san Francesco di Sales al popolo.
L’edificio del 1853 (casa Don Bosco)
Terminati i lavori per la chiesa di san Francesco di Sales Don Bosco, che ancora non ha finito di pagare i debiti, decide di passare immediatamente alla seconda fase del progetto: la costruzione di un edificio che gli offra ambienti dignitosi e spazio per sviluppare le attività dell’Oratorio e ospitare, in modo meno precario, i molti ragazzi totalmente abbandonati che incontra. Il gruppo crescente dei giovani interni, accolto nelle povere stanzucce di casa Pinardi, all’inizio del 1852 ha superato la trentina e ha bisogno di dormitori più ampi, di una sala di studio e di un refettorio. Lo scoppio della vicina polveriera (attuale Sermig), avvenuto il 26 aprile 1852 (dove trovò la morte il padre di Michele Rua), aveva danneggiato la fragile casa Pinardi: era necessario quindi non indugiare.
COSTRUZIONE
Nell’estate del 1852 si effettuarono gli scavi per il nuovo edificio che doveva sorgere sul prolungamento di casa Pinardi, verso est. La notte del 10 dicembre 1852, verso le undici, la nuova costruzione crollò. Don Bosco e i giovani interni che stavano dormendo non subirono danni . Il giorno successivo si vide un grosso pilastro in bilico sul lato di casa Pinardi in cui si trovavano la stanza di Don Bosco e
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i dormitori dei giovani miracolosamente rimasto al suo posto. Fu un disastro economico, ma il Santo non si scoraggiò. In attesa di riprendere i lavori nella primavera, fece sistemare la vecchia cappella-tettoia (l’originale cappella Pinardi) trasformandola in dormitorio e trasferì le scuole nella nuova chiesa, la quale al mattino e nei giorni festivi serviva per il culto e la preghiera e lungo la settimana, dopo pranzo e alla sera, si trasformava in grande aula. Con la bella stagione i lavori ripresero. Nell’ottobre 1853 la casa era terminata, con un bel porticato, tanto necessario nei giorni del maltempo. Si poterono accogliere altri giovani, così il loro numero salì a 65; verso la fine dell’estate 1854 erano già 76. Anche Don Bosco trasferì la sua stanza nella nuova costruzione, al secondo piano del braccio parallelo alla chiesa, che era composto di tre stanze allineate:
NUOVE ATTIVITÀ
Con l’aumento dello spazio disponibile si inaugurarono anche altre attività. Così alla fine del 1853 avviò i primi due piccoli laboratori: quello dei calzolai e quello dei sarti. I primi laboratori avevano lo scopo di garantire una solida formazione professionale ai giovani apprendisti e contemporaneamente quello di sottrarli al pericolo rappresentato dai discorsi anticlericali e osceni o dagli scandali che facilmente si verificavano nelle botteghe esterne. Nello stesso tempo, però, venivano incontro ai bisogni primari di una casa in cui erano accolti tanti poveri giovani da vestire e calzare e che andava espandendosi con continue costruzioni piccole e grandi. L’abate Antonio Rosmini, col quale Don Bosco era in amichevoli rapporti, gli suggerì di impiantare anche una tipografia; Il Santo sì accontentò di iniziare il laboratorio di legatoria nel 1854. Terminato il fabbricato, Don Bosco avrebbe voluto completarlo subito con l’abbattimento di casa Pinardi, in modo da congiungerlo con la chiesa, ma, tra la fine del 1853 e gli inizi del 1854, si verificò una crisi economica generale dello Stato con il conseguente vorticoso aumento dei prezzi delle derrate alimentari e dell’edilizia in particolare.
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L’edificio del 1856 (ex casa Pinardi)
Sul principio del 1856 Don Bosco mise mano al completamento del nuovo edificio, e nel mese di marzo si iniziarono i lavori. Demolita casa Pinardi, furono scavate le fondamenta. In cinque mesi la casa venne ter minata e coperta. All’inizio di ottobre (1856) tutto era terminato. l due edifici, quello del 1853 e il nuovo, formavano un corpo unico, dall’aspetto caratteristico, con elementi mutuati dall’edilizia popolare torinese del tempo, che sfruttava tutti gli spazi: gli abbaini per rendere abitabili le soffitte e i lunghi ballatoi esterni onde accedere alle stanze senza bisogno di corridoi interni.
DISTRIBUZIONE DEGLI AMBIENTI
Negli scantinati furono dislocati cucina e refettori; vi rimarranno fino al 1927. Al piano terra l’ambiente dell’attuale cappella Pinardi venne diviso in due parti: quella verso la chiesa di san Francesco, occupante lo spazio di due finestre, era destinata a sacrestia; il resto, nelle sere d’inverno, accoglieva i ragazzi per le preghiere e la Buona Notte; più tardi, servirà da refettorio per Don Bosco e i suoi collaboratori. Sulla destra della scala nell’edificio del 1853 tre stanzoni adiacenti ospitarono i laboratori di calzoleria, di legatoria e quello di falegnameria, accanto al quale un largo vano, sotto la biblioteca e la camera di Don Bosco, era adibito a deposito dei legnami. Al primo piano, partendo dalla chiesa, nelle due file di stanze, trovarono posto il laboratorio dei sarti, alcune aule scolastiche, l’ufficio del Prefetto don Alasonatti, la saletta di ricevimento per i forestieri, un’ampia sala di studio (rivolta a mezzogiorno, sul porticato) e una camerata per gli artigiani, proprio sotto la camera di Don Bosco. Al secondo piano, in una stanza ricavata sopra la cappella della Madonna, si collocò la scuola di musica vocale, affidata al Cagliero. Sul fronte sud della casa erano disposte (da sinistra) la scuola di musica strumentale, la dispensa, l’infermeria, l’abitazione di mamma Margherita e delle sue aiutanti e una stanza per la biancheria della comunità. Sul fronte nord furono collocati alcuni dormitori. Anche nelle soffitte, illuminate e arieggiate con gli abbaini che ancora
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vediamo, si erano ricavati dei dormitori sul lato nord, e una fila di cellette per gli insegnanti e i chierici più anziani, sul lato sud. Sotto il lungo porticato che collega la chiesa con il braccio delle «Ca merette» Don Bosco fece dipingere da Pietro Enria una serie di scritte bibliche latine con traduzione italiana. Sono le stesse che ancor oggi leggiamo incise su lastre di marmo. Le nove frasi riportate nelle lunette degli archi costituiscono quasi un piccolo trattato sul sacramento della penitenza; quelle stilate su ciascun pilastro si riferiscono ai dieci comandamenti. Su uno dei pilastri una piccola lapide ci ricorda anche il posto esatto in cui stava la cattedra dalla quale Don Bosco al termine delle preghiere dava la Buona Notte. Sulla parete verso la chiesa, in una nicchia, venne collocata la statua della Madonna, di fronte alla quale, nella bella stagione, gli studenti sì raccoglievano per le preghiere della sera. Accanto alla nicchia vediamo oggi un affresco del Crida che riproduce il disegno della primitiva casa Pinardi. L’antica casa occupava appunto lo spazio degli attuali portici.
LA SEZIONE STUDENTI
Nell’anno scolastico 1851-1852 il numero degli interni studenti aveva superato la dozzina e Don Bosco, che fino a quei momento li aveva istruiti personalmente o con l’aiuto di don Merla, incominciò a inviarli regolarmente in città alle scuole private. Quando nell’autunno 1854 Domenico Savio venne all’Oratorio, gli interni erano già un’ottantina, per metà studenti e per metà artigiani. Nell’anno scolastico 1855-1856, Don Bosco iniziò la prima scuola ginnasiale interna, affidando al diciassettenne chierico Giovanni Battista Francesia la terza ginnasiale, frequentata tra gli altri da Domenico Savio. La scuola si faceva nella vecchia cappella-tettoia. Nel 1857-!858, con 121 studenti e 78 artigiani, le classi interne furono tre: prima ginnasiale (ch. Francesia), seconda ginnasiale (ch. Turchi), terza ginnasiale (don Ramello). Finalmente, coll’inizio dell’anno scolastico 1859-1860, Don Bosco riesce ad attuare il progetto vagheggiato da tempo di aprire tutte le 76
scuole ginnasiali all’interno dell’Oratorio. Da una statistica inviata da Don Bosco al Provveditore agli studi relativa all’anno !861-1862, veniamo a sapere che gli studenti ginnasiali in-terni erano 318 più 14 esterni, così suddivisi: 96 allievi nella prima classe, 68 nella seconda, 87 nella terza, 38 nella quarta e 39 nella quinta.
ALLARGAMENTO DEL 1861
Il 16 luglio 1860 Don Bosco compiva il primo consistente ampliamento dell’Oratorio in terreni e fabbricati, con la compera della proprietà Filippi al prezzo di 65.000 lire. L’anno successivo procedeva all’adattamento dei locali per le attività dell’Oratorio e dell’Ospizio. Tra le altre cose si progettò il collegamento di casa Don Bosco con casa Filippi tramite il raddoppio in larghezza dell’ala in cui si trovava la camera del Santo. La nuova camera di Don Bosco, con finestre a est e a sud, comunica con la stanza da lui abitata dal 1853. Quest’ultima venne trasformata in sala d’aspetto per i visitatori che sempre più numerosi venivano ad incontrare il Santo. In questa anticamera negli anni Settanta, quando si verificarono i primi seri incomodi dì salute, fu collocato un altarino dissimulato da una custodia fatta a mo’ di armadio, sul quale Don Bosco celebrava la Messa ogni volta che non poteva scendere in chiesa. Nella sua seconda camera Don Bosco abitò per 27 anni. La camera gli serviva anche come ufficio in cui accoglieva i numerosi visitatori di ogni categoria sociale che ogni giorno accorrevano a lui. Dopo la morte di Don Bosco questa stanza servì per22 anni (1888-1910) da ufficio e camera da letto per il suo successore, il beato Michele Rua. Questi, abituato a una vita sobria e ascetica, per riposare la notte si accontentava di uno scomodo divano che possiamo vedere ancora oggi.
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Le Camerette
Nel 1929, in occasione della beatificazione del Fondatore, don Filippo Rinaldi volle trasformare gli ambienti un tempo abitati da don Bosco, e fino a quel momento utilizzati dai superiori maggiori, in luogo di memoria e pellegrinaggio. Venne costruita una scala, con accesso dalla parte interna del porticato di collegamento tra «Casa don Bosco» e «Casa Filippi». Le camere e la cappella privata furono ammobiliate con arredi superstiti. Si allestì anche un piccolo museo di oggetti, documenti e scritti, disposti in austeri ed eleganti mobili costruiti dai salesiani maestri mobilieri e scultori di San Benigno Canavese e di Valdocco. Dopo una trentina d’anni (intorno al 1970) si ritenne opportuno 78
dare un assetto più moderno alle Camerette e agli ambienti attigui: si ristrutturò radicalmente la sala espositiva aggiungendo oggetti; si aggiunse una cappella per i gruppi L’anno giubilare 2000, ha ispirato un percorso di visita alle Camerette del secondo piano mirato a mettere in risalto aspetti e valori tipici della spiritualità e della missione di don Bosco; mentre gli ambienti del primo piano sono adibiti all’illustrazione della sua personalità e metodo e all’informazione sull’opera salesiana. Chi sale può ammirare sulle pareti delle scale due quadri: il primo, raffigura don Bosco, mamma Margherita e il Grigio, il cane di provenienza ignota che tante volte lo accompagnò e difese; l’altro dipinto rappresenta don Bosco nell’atto di consegnare le Costituzioni dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice a santa Maria Domenica Mazzarello.
LA PRIMA STANZA DI DON BOSCO
Nella camera, usata dal Santo tra 1853 e 1861 che dell’antica conserva un frammento del pavimento in cotto, viene messo in risalto il motto di don Bosco e della Famiglia Salesiana: Da mihi animas caetera tolle. La riproduzione dell’antico cartello è collocata accanto all’effigie di Domenico Savio, per richiamare un significativo incontro tra maestro e discepolo, avvenuto appunto in questa camera verso la fine di ottobre 1854. Gli oggetti collocati nella vetrinetta richiamano la multiforme attività di un pastore che dilata la sua azione formativa attraverso una fitta corrispondenza epistolare e un lavoro editoriale fecondo e innovativo, e dall’azione educativa e catechistica, svolta nel contatto personale con i poveri ragazzi delle periferie torinesi, si protende a gruppi sempre più vasti. Sono semplici spunti, ma di grande valenza simbolica, come il facsimile di due manoscritti. Il primo documento è costituito da una pagina autografa di don Michele Rua che verbalizza la prima proposta fatta da don Bosco ad un gruppetto di ragazzi di costituire la Congregazione salesiana. Il secondo documento è il verbale dell’adunanza ufficiale di fondazione della Società Salesiana.
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LA CAPPELLA PRIVATA DI DON BOSCO
La seconda stanza è la cappella privata in cui don Bosco celebrava negli ultimi anni. Il tema centrale è l’Eucaristia nella vita spirituale di don Bosco, pastore ed educatore, il suo singolarissimo rapporto con il Cristo Redentore, modello del sacerdote e vittima offerta per la salvezza del mondo. Di qui scaturisce una sorgente di feconda carità che impregna tutto il metodo educativo e pastorale salesiano e ne caratterizza la proposta formativa. Sull’altare che vediamo, il Santo celebrò la Messa fino all’11 dicembre 1887, ultima volta in cui poté offrire il sacrificio eucaristico.
LA GALLERIA
L’itinerario prosegue portandoci nella galleria, luogo in cui il Santo nei suoi ultimi anni passeggiava e confessava i giovani. Don Bosco volle farsi costruire questo osservatorio per poter abbracciare contemporaneamente con lo sguardo due poli, caratteristici della sua tensione apostolica: i ragazzi nel loro ambiente naturale, il cortile, e il Santuario di Maria Ausiliatrice. In una teca sono esposti veste, mantello, cappelli, sciarpa e bastoni da passeggio di don Bosco. Al di là del vetro che divide in due parti la galleria si possono vedere un grande tavolo fatto costruire dal Santo per le riunioni del Capitolo Superiore della Congregazione (si trovava nell’antica biblioteca), il seggiolone sul quale, rivestito dei sacri paramenti, venne adagiato dopo la morte perché i Salesiani, i giovani della casa e i tanti amici e benefattori potessero vederlo per l’ultima volta, l’inginocchiatoio di cui si serviva per confessare i giovani.
LA CAMERA IN CUI DON BOSCO MORÌ
Si passa, poi, nella stanza in cui don Bosco trascorse i giorni estremi della sua malattia. Siamo invitati a riflettere sulle fatiche fisiche e morali del vecchio don Bosco, sulla fecondità della sofferenza e dell’inattività fisica. Ma siamo anche rimandati alle raccomandazioni ponderate e severe del testamento spiritale, agli incoraggiamenti e agli avvisi di un Fondatore, 80
proteso col suo sguardo acuto e preoccupato sulla condizione giovanile nel mondo, sul futuro della sua Congregazione, sui pericoli e le tentazioni di mondanità e di «agiatezza» che rischiano di corrodere la tensione ideale e il fervore spirituale ed apostolico dei suoi figli. Don Bosco si trasferì in questa stanza alla fine del1887, per essere meglio accudito. Veniva trasportato a braccia o su una sedia a ruote nella sua stanza-ufficio accanto per ricevere i visitatori. Negli ultimi giorni non poté più alzarsi, fino alla morte, avvenuta il mattino del 31 gennaio 1888, alle quattro e mezza del mattino. L’arredamento della stanza è rimasto come allora. Il 19 dicembre 1887, per l’ultima volta don Bosco si sedette a questa scrivania e con fatica scrisse alcune frasi su immagini che si volevano mandare ai benefattori
LA CAMERA ABITATA TRA 1861 E 1887
Il percorso si conclude con la stanza nella quale don Bosco visse e lavorò per 27 anni, dal 1861 al 1887. Questa stanza è testimone di tante grandi realizzazioni, del fiorire dei suoi carismi, dei sogni e dei progetti, delle gioie più profonde e delle sofferenze più dolorose. Sulla scrivania che vediamo scrisse migliaia di lettere al Papa, ai potenti, ai Salesiani, ai ragazzi e ai benefattori. Vi compose la maggior parte delle sue opere per i giovani e il popolo; raccolse e organizzò le idee ispiratrici e le esperienze educative e pastorali negli scritti pedagogici e spirituali; elaborò le Costituzioni dei Salesiani, delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dei Cooperatori; progettò le prime spedizioni missionarie nell’America del Sud. Dei tanti scritti composti in questa stanza, il cosiddetto testamento spirituale, stilato tra il settembre 1884 e il maggio del1886. Dopo la morte di don Bosco, questa camera servì fino al 1910 come camera per don Rua.
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IL MUSEO
Il criterio utilizzato per l’organizzazione del salone espositivo è mirato a collegare il passato e l’attualità salesiana, con la valorizzazione di oggetti di grande pregnanza storica e simbolica, che il visitatore è stimolato a interpretare partendo dalla propria sensibilità spirituale e dalle particolari condizioni del suo vissuto esistenziale. Il percorso inizia con una raccolta di nove inquadrature del volto di don Bosco tratte da fotografie e fototipie fatte tra 1861 e 1888. Lo sguardo del Santo interpella il visitatore, quasi a significare il passaggio di consegne per una missione giovanile sempre attuale e urgente. La seconda area espositiva è dedicata ad evocare l’intensa e stupefacente attività editoriale del Santo. Nella teca sono collocati facsimili di manoscritti e di bozze, alcuni originali e l’intera collezione delle sue opere a stampa raccolte nei 38 volumi delle Opere edite. Un terzo settore è dedicato alle costruzioni di don Bosco. La riproduzione in facsimile di alcune planimetrie è mirata ad evidenziare lo sviluppo prodigioso dell’opera salesiana. Nello spazio di pochi decenni si passa dalla povera costruzione primitiva - richiamata dalla mappa del terreno e della casa Pinardi (allegata ad un contratto del1845) e dal disegno di Bartolomeo Bellisio 0832-1904) che raffigura l’Oratorio come egli ricordava di averlo veduto nel 1850 -, alle prime costruzioni con la chiesa di san Francesco di Sales (progetto di Federico Blachiet; 1851), al Santuario dell’Ausiliatrice (Antonio Spezia, 1864), alla chiesa di san Giovanni Evangelista (Edoardo Arborio Mella, 1878). Lo spazio è sovrastato dal modello approntato da Giuseppe Rollini per la decorazione della cupola di Maria Ausiliatrice 1889). Anche la quarta zona espositiva ha il compito di evocare il nesso inscindibile tra la semplicità devozionale delle origini e i successivi sviluppi spirituali. Con una certa emozione si può ammirare la statua della Madonna Consolata che don Bosco aveva acquistato nel1847 al prezzo di 27 lire, unico oggetto superstite dell’antica cappella Pinardi. Accanto è conservata la statua di san Francesco di Sales che si trovava nell’abside dell’omonima chiesa fino al 1959. Sulla parete a destra campeggia il grande dipinto ovale collocato nel 1852 sull’altar maggiore della chiesa di san Francesco di Sales. Di autore ignoto, probabilmente offerto dalla marchesa di Barolo. Dopo alcuni anni fu sostituito con la 82
statua che abbiamo visto, perché poco visibile nella scarsa illuminazione dell’abside. A fianco è posto il grazioso bozzetto preparato da Tommaso Lorenzone 0865) per la grande pala della chiesa di Maria Ausiliatrice. Nel quinto spazio museale sono esposti due oggetti che richiamano in modo più esplicito la gloria alla quale don Bosco è giunto attraverso il dono totale di sé a Dio e ai giovani: una tunicella diaconale, proveniente dai paramenti confezionati tra 1927 e 1929 dalle Figlie di Maria Ausiliatrice per le celebrazioni di beatificazione e l’urna in legno dorato e cristallo realizzata nella scuola di scultura salesiana di San Benigno Canavese, che servì nelle processioni per la beatificazione (2 giugno 1929) e la canonizzazione (l aprile 1934) di don Bosco. L’ultima zona espositiva contiene oggetti di grande forza simbolica per ricordare i capisaldi della pedagogia spirituale di don Bosco. Il pulpito della chiesa di san Francesco di Sales, il confessionale, l’altarearmadio e la cattedra della «Buona notte». Il banco che serviva da confessionale era collocato nella cappella laterale destra della chiesa di san Francesco (cappella della Madonna). L’altare-armadio, che fino al 1886 era collocato nell’anticamera, sul quale don Bosco celebrava quando era ammalato o troppo debole, è stato restaurato nella forma originale. Viene chiamato altare dell’estasi perché, nel dicembre 1878, mentre vi celebrava la Messa, Don Bosco ebbe un rapimento mistico, di cui fu testimone don Evasio Garrone. La cattedra della «Buona notte» si trovava nel porticato presso l’attuale cappella Pinardi, dove si radunavano quotidianamente giovani e Salesiani per la preghiera della sera.
CAPPELLA
Nell’angolo di collegamento tra l’ala delle Camerette e il resto dell’edificio del 1853, dove si trovava una camerata per i ragazzi (secondo una tradizione qui dormì Domenico Savio), è stata allestita una cappella per la meditazione e la celebrazione eucaristica. Sull’altare domina il bel dipinto di don Bosco eseguito dal Rollini nel 1880. Sulle pareti laterali della cappella sono allineati i ritratti di alcuni personaggi cari alla tradizione salesiana: a destra i beati Filippo Rinaldi
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e Michele Rua, Francesco Besucco (il giovane Pastorello delle Alpi di cui don Bosco scrisse la vita) e Marianna, madre di don Rua; a sinistra santa Maria Domenica Mazzarello, la mamma di don Bosco Margherita Occhiena, il teologo Giovanni Borel e il pittore Giuseppe Rollini, allievo dell’Oratorio (autoritratto).
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Basilica di Maria Ausiliatrice
LA VISIONE DI DON BOSCO
I lavori di edificazione della Basilica di Maria Ausiliatrice iniziarono nel 1863, per concludersi cinque anni dopo, nel 1868. Don Bosco l’aveva vista in sogno ben due volte, prima di arrivare a Valdocco. Una prima volta, nel 1844, sognò le tre chiese che avrebbe costruito a Valdocco, la cappella Pinardi, la chiesa di San Francesco di Sales e la Basilica. Una seconda volta, nel 1845, sognò invece la Madre di Dio, Maria, che
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gli disse: “In questa terra bagnata dal sangue dei martiri voglio che tu costruisca una Chiesa: qui sarà la mia casa (hic domus mea); di qui la mia gloria (inde gloria mea)”.
LA DEDICA
Don Bosco decise di dedicare la Basilica a Maria sotto il titolo di Ausiliatrice. La pietà per Maria Ausiliatrice ha origine nelle Marche. Il titolo liturgico: «Auxilium Christianorum» viene attribuito nel 1862 dall’Arcivescovo di Spoleto, Mons. Giovanni B. Arnaldi, all’immagine miracolosa della Madonna della Stella, davanti alla quale un bambino ha prodigiose apparizioni della Vergine. Intorno a quell’immagine, la devozione popolare farà in poco tempo sorgere il santuario Stella di Spoleto. Il miracolo ebbe in Italia vasta risonanza. Don Bosco forse fu attirato dal titolo mariano utilizzato in quell’occasione. Comunque, nel 1863, è evidente l’allusione del titolo mariano alla situazione politica italiana, in quei tempi tutt’altro che favorevole alla Chiesa.
LA COSTRUZIONE
Dopo aver fatto gettare le fondamenta, su progetto dell’architetto Spezia, don Bosco chiama a dirigere l’impresa un suo ex allievo, Carlo Buzzetti. Il giovane economo salesiano don Angelo Savio non voleva cominciare gli scavi, perché in cassa non c’erano soldi. Ma Don Bosco gli disse: «Quando mai abbiamo cominciato un’opera con i denari già pronti? Bisogna ben lasciar far qualcosa alla Provvidenza!». E quando Buzzetti gli chiese il primo acconto, gli rovesciò tra le mani il borsellino. Conteneva otto soldi, nemmeno mezza lira (un operaio guadagnava a quel tempo due lire al giorno). Vedendo Buzzetti mortificato, Don Bosco disse: «Stai tranquillo. La Madonna penserà lei a far arrivare il denaro necessario». Quando nel 1868 la grande chiesa fu terminata e inaugurata con solennità, Don Bosco disse: «Ogni pietra di questa chiesa è una grazia della Madonna». E un giornale torinese scrisse: «La chiesa è stata fabbricata dai poveri e per i poveri». Il 27 aprile del 1865 vi fu la posa della prima pietra alla presenza del 86
Principe Amedeo di Savoia, duca di Aosta, figlio di Vittorio Emanuele II. È posta proprio sotto la nicchia in cui è collocata la statua di Maria Ausiliatrice: don Bosco ha voluto collocare la prima pietra della costruzione sotto la sua Patrona. Il 9 giugno 1868 ebbe luogo la solenne consacrazione.
LA PRIMA BASILICA
La chiesa di don Bosco non appare com’è ora. La struttura senza dubbio è la stessa, ma la chiesa progettata da don Bosco arrivava all’altezza della balaustra. Nella croce di bronzo che c’è nel presbiterio c’era l’altare dell’antica Basilica. Ovviamente, non aveva né i marmi né tutte le altre decorazioni. Sarà nel 1934, per la canonizzazione di don Bosco, che si deciderà di ampliare la Basilica grazie al Salesiano Coadiutore Architetto Giulio Valotti. Fu abbattuta l’abside, allungata la navata, eretta una seconda cupola, e aggiunte due cappelle laterali. L’organo dal fondo fu trasferito accanto al presbitero e da qui fu elevato un matroneo per le celebrazioni affollate.
IL QUADRO DELL’ALTARE MAGGIORE
Venne commissionato al pittore Tommaso Lorenzone. Fu don Bosco stesso a descrivere al pittore come voleva fosse dipinto il trionfo di Maria. Inizialmente, le intenzioni di don Bosco erano così immaginifiche -con la Madonna, gli apostoli, gli evangelisti, i martiri, i confessori, i vescovi e tutta la comunità salesiana-, che ad un certo punto il famoso pittore gli domandò: “Dove vuole mettere questo quadro, in Piazza Vittorio a Torino?”. Don Bosco dovette
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così ridimensionare la sua fantasia e in tal modo descrisse il quadro all’artista: “La Vergine campeggia in un mare di luce e di maestà. È circondata da una schiera di Angeli, i quali le porgono ossequio come a loro Regina. Con la destra tiene lo scettro che è simbolo della sua potenza, con la sinistra tiene il Bambino che ha le braccia aperte, offrendo così le sue grazie e la sua misericordia a chi fa ricorso all’augusta sua Madre. Attorno e in basso sono i santi Apostoli e gli Evangelisti, che guardano la santa Vergine. In fondo al dipinto c’è la città di Torino, con il santuario di Valdocco in primo piano e con lo sfondo di Superga”.
IL QUADRO DI SAN GIUSEPPE
Un secondo quadro originario dei tempi di don Bosco è il quadro di san Giuseppe, dello stesso pittore Lorenzone, con Giuseppe, Maria e Gesù bambino in braccio. Gesù bambino passa le rose a san Giuseppe, che le fa cadere sopra la Basilica e sopra l’oratorio. Sempre dei tempi di don Bosco sono la figura del padre di don Bosco nel timpano dell’altare e gli angioletti all’angolo del quadro, nonché il pulpito, progettato dallo stesso Spezia.
L’ALTARE MAGGIORE
Alla destra del quadro -partendo dal basso-si trovano: San Cirillo di Alessandria e Santo Stefano, re d’Ungheria; sopra don Bosco e alla sua destra San Bernardo; in alto, Santa Maria Domenica Mazzarello; alla sua destra, infine, Santa Bernadetta. Alla sinistra del quadro dell’altare maggiore, partendo di nuovo dal basso San Giovanni Damasceno, ancora più a sinistra, verso la cappella, San Domenico di Guzman; sopra, San Efrem il Siro, più a sinistra, verso la cappella, San Bonaventura, francescano; in alto Santa Rosa da Lima e Santa Caterina da Siena. Il presbiterio è sormontato da una cupola divisa in lunette con simboli che richiamano alcuni aspetti della devozione a Maria: c’è la sofferenza, la luce, il canto, alla sommità lo Spirito Santo, con la scritta “Hic domus mea, inde gloria mea”. Sul tamburo, alla base della cupola, è raffigurato 88
il trionfo del Santissimo Sacramento: angeli adorano il Santissimo che cade proprio sul tabernacolo.
LO STEMMA
Sul pavimento con un nuovo allestimento della pedana dell’altare si può vedere lo stemma della congregazione salesiana, lo stesso stemma lo troviamo sul quadro e anche sopra l’altare di don Bosco. Lo stemma salesiano è formato dall’immagine di San Francesco di Sales, da un’ancora che indica la speranza, da una stella che indica la fede e da un cuore che indica la carità; sotto, un bosco, per richiamare il nome del fondatore, e alcune montagne, che indicano le vette della santità, a cui i salesiani dovrebbero puntare. Proseguendo notiamo il pulpito dell’architetto Spezia, e la colonna portante con la nicchia dove viene racchiusa la statua di Maria Ausiliatrice. Tale statua viene portata in solenne processione ogni 24 maggio. La statua non è più quella dei tempi di don Bosco. Ma ha la stessa posizione in cui la volle don Bosco: sulla prima pietra della Basilica.
L’ALTARE SAVIO
DI
SAN
DOMENICO
Guardando verso l’uscita della chiesa, sulla destra dopo l’altare di San Giuseppe vi è l’urna con le reliquie di San Domenico Savio. Accanto all’urna, sono appesi “gli abitini di San Domenico Savio”, i vari fiocchi rosa e azzurri: sono ex-voto di giovani puerpere.
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L’ALTARE DI DON BOSCO
Sulla sinistra è l’altare di don Bosco. Inizialmente vi si trovava l’altare di San Pietro apostolo, per la fedeltà di don Bosco al Papa. Con la canonizzazione di don Bosco, fu edificato questo altare, al fondo del quale l’urna con i suoi resti mortali. Accanto, due statue: quella della fede, con l’ostia e il calice, e l’altra, con il cuore in mano, la carità. Accanto all’altare, due vetrate: nella prima, l’arrivo di don Bosco con mamma Margherita a Valdocco, nell’autunno del 1846, e dall’altra parte, l’incontro con Bartolomeo Garelli, nella cappella di San Francesco di Sales, l’8 dicembre del 1841.
LA CUPOLA CENTRALE
Al centro della navata principale, si innalza la grande cupola originale della basilica. Le decorazioni sono state fatte in seguito. Si noti che nelle quattro vele si trovano quattro padri della chiesa. Le quattro vele finiscono sulla grande cupola, che non fu fatta affrescare da don Bosco, ma da don Rua, tre anni dopo la morte di don Bosco dando l’incarico al pittore Giuseppe Rollini. Nella cupola venne realizzata la raffigurazione della comunità ecclesiale che don Bosco avrebbe voluto nel quadro del Lorenzone. Guardando la cupola verso l’altare, la gloria di Maria è attorniata da Giuseppe, e da alcuni santi particolarmente cari a don Bosco: sulla destra San Francesco di Sales, San Carlo Borromeo, San Filippo Neri e San Luigi Gonzaga. Si nota ancora, più in alto, San Giovanni Battista, Santa Teresa d’Avila. Sopra Maria, il Padre e lo Spirito. All’apice, la scritta: “Ha fatto cose grandi con il suo braccio”, ossia la citazione dell’incipit del magnificat; sotto l’Ausiliatrice, il trono con il bambino; un angelo con il giglio, che indica la purezza; e, alla base, don Bosco, il cardinal Cagliero, che era vescovo missionario, le figlie di Maria Ausiliatrice. Chiaro in queste presenze salesiane è il riferimento all’apostolato missionario della Chiesa. Dalla parte opposta, sono raffigurate le opere salesiane: lo studio, il lavoro, tutta l’opera fondata da don Bosco. Sempre alla base, si può scorgere papa Pio VII con in mano il decreto, con il quale promulga la festa di Maria Ausiliatrice. Dando le spalle all’altare maggiore, si vedono raffigurati la battaglia 90
di Lepanto del 1571 e la battaglia di Vienna del 1683. Nell’affresco, su un grande arazzo, è raffigurata la battaglia. Alla sinistra dell’arazzo, San Pio V indica la vittoria accanto ai comandanti della flotta cristiana. Vestito di nero è Filippo II, re di Spagna, che indica il fratellastro Carlo d’Austria, vestito di bianco; poi Filiberto di Savoia e il doge di Venezia Mocenigo. Accanto a questi governanti, sono rappresentati quattro frati: San Giovanni di Matha, Filippo, Raimondo e Nonnato. Due sono frati trinitari e due mercenari, ossia ordini la cui missione consisteva nel riscattare agli infedeli gli schiavi cristiani. È per questo che Frate Raimondo è dipinto nell’atto di pagare i turchi ottomani. L’altra battaglia raffigurata è quella di fronte a Vienna, con il re di Polonia che nel 1683 rompe l’assedio a cui era stata sottoposta la città europea, chiamata la mela d’oro. La conquista di Vienna avrebbe significato l’invasione totale dell’Europa. Si notino la bandiera di Maometto IV, che è stata strappata agli infedeli, e i prigionieri ottomani.
GLI ALTRI ALTARI
Ci sono altre due cappelle con due altari. La prima è dedicata a Santa Maria Domenica Mazzarello. Era questa, anticamente, l’altare di Sant’Anna, la nonna di Gesù. Dalla parte opposta, invece, c’è l’altare di Domenico Savio, che abbiamo già considerato e che prima era l’altare di San Francesco di Sales. L’ultima cappella è quella del Sacro Cuore, con il crocifisso e con sant’Antonio. Di particolare, sulla volta, è il trionfo di Francesco di Sales. Il Santo è rappresentato accanto all’eresia, con la maschera della menzogna, che viene precipitata, mentre Francesco di Sales è portato in trionfo nel cielo dagli angeli.
LA PARETE DI FONDO
In fondo alla chiesa, vi sono due quadri. Qui è dipinto il sogno delle due colonne, uno tra i sogni più conosciuti di don Bosco. In un quadro, una battaglia navale contrappone le forze numericamente soverchianti
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del male contro la Chiesa. Nell’altro, la nave della Chiesa trova infine rifugio tra due colonne, tra la colonna dell’Eucarestia, con la scritta “Salus credentium”; e quella con la statua dell’Immacolata, con scritto “Auxilium Christianorum”.
LA FACCIATA
La facciata della basilica si ispira alla chiesa di san Giorgio di Venezia del Palladio, però liberamente interpretata. Mentre i lavori continuavano all’interno, nel maggio 1867 venne collocata sulla cupola la statua della Madonna alta quattro metri Sul campanile di destra è raffigurato l’arcangelo Gabriele nell’atto di offrire una corona a Maria, mentre sul campanile di sinistra l’arcangelo Michele sventola una bandiera con la scritta “Lepanto”. Sul timpano le statue marmoree sono dei martiri Solutore, Avventore, Ottavio, uccisi proprio nel luogo dove sorge Valdocco. Sull’attico sopra gli orologi, c’è a destra la statua di S. Massimo, primo vescovo di Torino, e, a sinistra, la statua di San Francesco di Sales, patrono della Famiglia Salesiana. Nella nicchia centrale, sotto il rosone, si nota il gruppo di marmo di Gesù tra i fanciulli e, nelle nicchie laterali, vi sono le statue di San Giuseppe e San Luigi Gonzaga. Delle due fasce di altorilievi tra le colonne, una rappresenta San Pio V, che annuncia la vittoria di Lepanto del 1571, l’altra Pio VII, che incorona Maria SS. nel Santuario di Savona, dopo la sua liberazione dalla prigionia.
IL TRANSETTO
Dietro l’altare maggiore, si apre un corridoio con sei altari. Partendo da destra l’altare del Cottolengo, l’altare del Crocifisso, l’altare del Cafasso, l’altare dei tre martiri, l’altare di San Pio V e poi dell’Angelo custode, a cui don Bosco era molto devoto. La sua prima messa l’ha celebrata all’altare dell’Angelo custode, nella chiesa di San Francesco d’Assisi a Torino.
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CRIPTE
Sotto la Basilica, si trova la cappella delle reliquie, dove una croce indica il luogo dove a don Bosco apparve la Madonna, che gli indicava il terreno su cui avrebbe costruito la Chiesa. Insieme a molte reliquie, tra le quali quella di don Rua e don Rinaldi, un altare è dedicato ai martiri Versilia e Caravario.
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Luoghi salesiani Mornese Santa Maria Domenica Mazzarello Biografia (1837-1881) Beatificata il 20.11.1938 - Canonizzata il 12.06.1951 Il 9 maggio 1837 nasce ai MAZZARELLI, frazione di Mornese, Maria Domenica Mazzarello. La famiglia è composta da papà Giuseppe e mamma Maddalena. Maìn è la prima di tredici figli; in casa con loro vive anche la cugina Domenica, accolta dopo la morte dei genitori nel 1836. La famiglia rimane ai Mazzarelli fino al 1848, quando si trasferiscono tutti alla cascina della VALPONASCA. In famiglia è formata ad una pietà solida, ad una laboriosità instancabile, a quello spiccato senso pratico e profondità di giudizio che in seguito manifesterà anche come superiora. A quindici anni si iscrive all’Associazione delle Figlie di Maria Immacolata, aprendosi all’apostolato per le ragazze del paese. Nel 1858 la famiglia si trasferisce in paese, in una casa in VIA VALGELATA. È qui che prende la decisione di aiutare alcuni parenti, malati di tifo, morbo che lei stessa contrae nel 1860 a 23 anni. L’esperienza della malattia e della fragilità fisica ha in lei una profonda risonanza spirituale: se da una parte rende più profondo il suo abbandono in Dio, dall’altra la spinge ad aprire un laboratorio di sartoria per insegnare alle ragazze il lavoro, la preghiera e l’amor di Dio. Grazie all’intensa partecipazione ai sacramenti e sotto la sapiente e illuminata guida di don Pestarino fa grandi progressi nella vita spirituale. In occasione della venuta di don Bosco a Mornese (08.10.1864) dice: “Don Bosco è un santo ed io lo sento”. Nel 1872 viene scelta da don Bosco per dare inizio all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la cui prima casa fu il COLLEGIO. Come Superiora si dimostra abile formatrice e maestra di vita spirituale; 94
ha il carisma dell’allegria serena e rasserenante, irradiando gioia e coinvolgendo altre giovani nell’impegno di dedicarsi all’educazione della donna. Alla sua morte l’Istituto si sviluppa rapidamente. Lascia alle sue Figlie una tradizione educativa tutta permeata di valori evangelici: la ricerca di Dio conosciuto attraverso una catechesi illuminata e un amore ardente, la responsabilità nel lavoro, la schiettezza e l’umiltà, l’austerità di vita e la gioiosa donazione di sé. Muore a Nizza Monferrato il 14 Maggio 1881. La sua salma si venera nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino. La sua festa si celebra il 13 Maggio.
Una vita che nasce e cresce nella quotidianità: Maìn ai Mazzarelli La vita è sempre un mistero: dono ricevuto in perfetta gratuità e compito da accogliere con responsabilità. Ogni creatura umana, nel suo affacciarsi al mondo, riceve da Dio una missione unica, che interpella la sua libertà. Mamma Maddalena e papà Giuseppe raccontano: Il 9 maggio 1837 è stato uno dei tanti giorni di Grazia che il buon Dio ha voluto concederci. In quel giorno, infatti, è nata la nostra prima figlia, Maria Domenica, anche se per tutti noi è sempre stata Maìn. La nostra famiglia è formata da persone semplici, contadini di carattere, temprati dal lavoro nelle vigne del nostro bel Monferrato. Abbiamo cresciuto Maìn e i nostri altri 12 figli in queste terre, insegnando loro l’onestà, l’impegno nel quotidiano, il valore assoluto della famiglia: nonostante i tempi difficili non ci siamo tirati indietro quando si trattava di accogliere le nipoti, rimaste sole dopo che il colera si era portato via i loro genitori. Qui ai Mazzarelli le giornate sono serene, ordinate, scandite dai momenti di lavoro e da quelli di preghiera: cerchiamo di crescere i nostri figli volendoci bene in modo semplice, rispettando i tempi di ognuno,
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ritmando gesti e parole sull’alternarsi delle stagioni e del lavoro nelle vigne. Dio è vivo e presente nelle nostre giornate, nei periodi migliori così come nelle difficoltà; e quando le cose non vanno come speravamo, “Questo è un anno di Paradiso”. Cosa raccontarvi di Maìn? Crediamo che da me, Giuseppe, abbia imparato a lavorare con impegno e allo stesso tempo a non perdere la capacità di stupirsi, ad ammirare e contemplare; ciò che qualcuno, più avanti, dirà “essere buoni cristiani e onesti cittadini”. Maìn ha imparato a scoprire il senso delle cose, del mondo, di ciò che accade intorno a noi, il significato della vita vedendone il fondamento ultimo in Dio. Ancora ricordo quella sera, il cielo infuocato dal sole al tramonto, la brezza della sera che iniziava a salire; rientrato a casa, dopo aver deposto i miei attrezzi riflettevo e scrutavo l’orizzonte. A un tratto Maìn sbuca correndo da dietro la casa e mi si fionda tra le braccia; avrà avuto sì e no cinque anni. “Papà, me lo dici che cosa faceva Dio prima di creare il mondo?”. Un lungo sospiro, un momento di silenzio: a volte i figli ti costringono a scavare nel tuo profondo. “Che cosa faceva? Beh, contemplava se stesso, amava se stesso, era felice in se stesso”. Io, Maddalena, ho sempre avuto un carattere solare, focoso, pieno di brio; a Maìn ho cercato di trasmettere l’importanza della presenza e del lavoro per la famiglia, il riuscire a vedere sempre qualcosa di buono nelle situazioni anche più complesse. Essendo la primogenita, è diventata ben presto un aiuto prezioso nella conduzione della casa, nella cura dei suoi fratelli e sorelle: ecco, penso che proprio la sua capacità di relazione, di coinvolgimento degli altri siano in qualche modo una mia eredità.
I Mazzarelli
Maria Domenica nasce il 9 maggio 1837 in una frazione detta “Mazzarelli”, dal cognome comune a più famiglie che le abitano, del comune di Mornese. Viene battezzata in Parrocchia lo stesso giorno. La sua casa è dignitosa, costruita in pietra. Insieme alla sua famiglia abitano due zii, fratelli del papà, con le rispettive famiglie. Maria Domenica 96
vi rimarrà fino all’età di 12 anni; ne ha 6 quando viene inaugurata la chiesetta dedicata a Maria Ausiliatrice, poco distante dalla loro casa, dove certamente si reca a pregare con i suoi genitori: fin dall’infanzia, le risuona nel cuore il nome di quella Ausiliatrice, di cui un giorno sarà la prima figlia.
Giuseppe e Maddalena, i genitori
Il padre, nativo del luogo, si chiama Giuseppe e la mamma Maria Maddalena Calcagno proviene dal vicino paese di Tramontana. Egli, uomo di fede, frequenta la chiesa, ascolta la Parola di Dio e la pratica. Uomo accorto, operoso e onesto contadino. La mamma, pure amante della pietà, è dotata di semplicità evangelica, buona e diligente casalinga. Maria Domenica è la prima di 13 figli che allietano la casa dei fortunati genitori. Maria eredita dal padre saggezza e concretezza; dalla madre il coraggio di affrontare le varie situazioni con scioltezza e umorismo. Da entrambi come volersi bene nella semplicità e confidenza reciproca.
L’educazione alla vita cristiana
Papà e mamma educano Maria Domenica non solo cristianamente, come essi stessi erano stati educati e vivevano, ma santamente. Chissà quali saranno stati i progetti di Maria Maddalena Calcagno e Giuseppe Mazzarello per la loro Maìn? Lo storico Sacerdote Ferdinando Maccono afferma: “Giuseppe, attento alla coltivazione dei vigneti, lasciava alla pia consorte di instillare nei giovani cuori dei bambini i primi germi della virtù ma, a mano a mano che li vedeva crescere vi subentrava lui con la sua autorevolezza paterna, perché quei germi non fossero soffocati dalla leggerezza e dai capricci infantili”. All’interno della famiglia le relazioni vicendevoli sono affettuose e confidenziali. I risultati si sono visti e Maìn con gioia ha scelto il modo per utilizzare quel modello di vita imparato all’interno della propria famiglia, già durante la sua adolescenza. La mamma, mattino e sera le fa dire le preghiere; la sorella Felicina, divenuta poi Figlia di Maria Ausiliatrice, dirà: “Imparò presto a dire le orazioni del buon cristiano e procurava di recitarle con grande
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devozione”. Con la mamma si recano alla S. Messa: Maddalena la sprona a stare attenta alla predica. Per strada o giunte a casa spesso le chiede: “Che cosa ha detto il prete?” “Se non ricordavo lei mi ripeteva quanto aveva udito”. Maìn si annoia ad ascoltare la predica, quando è troppo lunga. Al Catechismo invece va volentieri e vuole essere la prima nel saperlo a memoria. Dice: “Non voglio restare inferiore a nessuno. I ragazzi non mi fanno paura, li voglio vincere tutti”. Maria Domenica non è nata santa. Faceva le sue birichinate, ma la presenza e l’amore intelligente dei genitori orientavano le energie di una vita che si apriva positivamente.
I tre sì dei Mazzarelli
1. Il sì alla vita È il primo messaggio che ci trasmette la casa natia. Sin dall’inizio, Maria Domenica si sente figlia attesa, accolta e amata; e ciò la apre all’accoglienza e alla comprensione dell’amore di Dio. Come Maìn, ognuno di noi è invitato ad accogliere la chiamata all’esistenza, che nella sua totale gratuità invoca una risposta libera e cosciente. 2. Il sì alla fede Ogni giorno è, per Maìn, occasione per scoprire la bellezza dell’essere figlia: accoglie questo dono con gioia e gusta l’amore unico che il Padre le riserva, ma al tempo stesso ne comprende la responsabilità. Fin da giovanissima, Maria Domenica si assume il compito di sviluppare, attraverso l’esperienza della vita, il dono ricevuto con il Battesimo: il quotidiano diviene il luogo concreto in cui incontra Dio e matura nelle relazioni con gli altri. 3. Il sì alla prova Possiamo dire che è tra queste stesse mura che nasce quella convinzione che la porterà, più avanti, a scegliere di assistere i parenti malati di tifo, nonostante la quasi certezza di contrarre a sua volta il morbo. Maria Domenica, ventenne, accetta di sacrificare forze, giovinezza, prospettive per il futuro di fronte a una richiesta di carità che non può 98
che venire da Dio stesso.
…e io ai Mazzarelli?!
1. Ripercorri la storia della tua infanzia: quali sono i momenti, gli eventi, gli incontri che ti hanno portato ad essere oggi ciò che sei? 2. Quali aspetti della tua personalità ritieni di aver “ereditato”? Da chi? E quali invece sono i tratti che consideri unicamente tuoi? 3. Quali sono gli aspetti del tuo carattere che come doni senti di dover potenziare, quali da correggere? 4. Quali sì alla vita, nella fede e durante la prova hai già detto, fino ad oggi? A questo punto della tua vita, quale sì a Dio senti di dover dire?
“Torniamo al Valponasca
più
che
importa”:
Maìn
alla
Una serena stabilità interiore che ha una propria origine: la certezza cristiana di essere amati da Dio. Il “più che importa” è un cammino che riporta sempre a ritrovare il senso delle cose e degli avvenimenti per non perdere mai l’orientamento del cuore.
La sorella Felicina racconta:
Voi volete sapere qualcosa di mia sorella Maìn?! Da dove comincio?! Qui alla Valponasca la nostra famiglia è cresciuta, si è rafforzata, anche perché come vedete non è che ci sia molto altro da fare, una cascina sperduta in mezzo a campi e vigne... Noi fratelli stiamo molto insieme, i grandi che guardano i piccoli; ognuno ha un compito, adatto alla propria età. Maìn è la più grande di noi, e non solo per età. Qualunque cosa ci sia da fare la svolge con grande impegno, passione e responsabilità; persino gli operai di nostro padre commentano: “Quella ragazza ha un braccio di ferro; ed è fatica enorme starle alla pari”. Con il corpo lavora, ma so che con la mente lei è sempre con Dio: talvolta ferma la zappa, incrocia le mani, alza gli occhi verso la chiesa del paese e muove le labbra. Da qualche tempo poi, ogni sera quasi alla stessa ora sparisce; sembra
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che voglia nascondersi per farci giocare, ma poi la ritroviamo sempre nello stesso punto, alla finestrella del piano di sopra. Così pian piano abbiamo preso l’abitudine ad andare con lei: in quel momento, in Parrocchia, don Pestarino dice le preghiere con quelli del paese. Maìn ci dice come senta fin da qui la presenza di Gesù, e prega. Allora abbiamo iniziato, tutti insieme con mamma e papà, a dire le preghiere della sera e il Rosario; e quando finiamo, lei rimane ancora lì, affacciata, con gli occhi che fissano la chiesa e brillano, proprio come fanno gli innamorati. Tutta questa passione per Gesù, però, non l’ha resa “strana”: è sempre la nostra Maìn, che ci fa ridere, che ci aiuta, che si fa in quattro per compiere tutti i suoi doveri. Ha un’energia speciale, è gioiosa e allegra, rimane la più semplice e umile di tutti. Dice sempre di volersi impegnare per compiere tutte le cose, anche le più ordinarie, straordinariamente bene…e pure con il sorriso! Difetti?! Certo!! Lei dice di essere furba, pigra nell’alzarsi, di dire qualche bugia; poi è sempre stata un po’ vanitosetta e molto ambiziosa, e se qualcuno osa contraddirla diventa rossa rossa, con le labbra che tremano; spesso lancia uno sguardo serio e se ne va prima di dire qualcosa di male. Il suo segreto però è quello di provare sempre a correggersi, a migliorarsi; ed è in questo che si capisce che è davvero una sorella speciale.
La Valponasca
Verso la fine del 1848 Giuseppe, il padre di Maìn, per mancanza di spazio vitale decide di trasferire la famiglia dai Mazzarelli alla cascina della Valponasca, di proprietà dei Marchesi Doria, di cui la famiglia già affittava i vigneti. La cascina è rustica, più adatta alle esigenze della famiglia anche se distante circa un’ora di cammino dal centro abitato. Maìn resta qui con la sua famiglia circa dieci anni, dagli 11 ai 21. La distanza e la strada, quasi impraticabile d’inverno, le impediscono di andare a scuola: è il padre a insegnarle a leggere e a far di conto, nelle lunghe sere invernali.
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Il lavoro
Il tempo alla Valponasca trascorre tra la preghiera e il lavoro. Questo è forse il periodo più ricco di tutta la vita, la base su cui si stabiliscono i fondamenti della forte personalità aperta a Dio e agli altri. Maìn osserva la realizzazione del detto “Il lavoro nobilita l’uomo”, guardando il padre Giuseppe la sera, vicino alla stufa dopo un’intera giornata di lavoro: fisicamente stanchissimo ma con il volto sereno, gli occhi trasparenti. Cresce così pensando che lavorare coincide con il consumarsi per un bene più grande. Il lavoro è la continuazione della preghiera, e questo richiede grande impegno e tanto desiderio. La giornata inizia prestissimo: alla mattina Maìn si reca in paese, in parrocchia per partecipare alla S. Messa; al ritorno dalla chiesa, prima che gli altri si alzino dal letto, prepara colazione, riordina la casa, e via ai lavori dei campi, precedendo gli operai, anche i più svelti.
La croce
Molti anni dopo, nel 1864, Maria Domenica tornerà alla Valponasca per obbedienza al proprio direttore spirituale, don Pestarino. In questo periodo l’opera delle Figlie dell’Immacolata non è ben vista dalla gente del paese, e Maìn, tra le più attive, rischia di diventare bersaglio di critiche feroci. Per un po’ si lascia correre, Maìn neanche si difende dalle critiche; tuttavia, un giorno don Pestarino crede necessario intervenire e consiglia fortemente a Maria Domenica un periodo di riposo: in ritiro alla Valponasca, Maìn non può più incontrare le Figlie dell’Immacolata e le ragazze; le viene concesso soltanto di recarsi alla Messa. Maria Domenica soffre molto, ma in silenzio: crede nell’obbedienza, anche quando non si comprende fino in fondo. Dopo poco più di un mese, don Pestarino le dice di tornare. L’“esilio” vissuto alla Valponasca purifica il cuore di Maìn e le permette di crescere nella gratuità, vivendo la solitudine e l’incomprensione in un silenzio libero dalla ribellione e colmo di fiducia; è questo il fondamento di un apostolato vero e gratuito.
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La finestrella
Il desiderio e la ricerca di Dio sono una costante nella vita di Maria Domenica. Alla sera, dopo il duro lavoro dei campi va su in soffitta, si affaccia alla finestrella da dove vede la chiesa parrocchiale e lì incontra il Signore: tanto è il suo desiderio che le sembra di vedere il debole chiarore delle candele accese riflesso sulle vetrate; così si sente unita con il pensiero ai fedeli che si trovano là, in paese. Per Maìn la Valponasca è tutta in quella finestrella; lì, proiettata verso il suo Signore, ha capito chi è e a che cosa è chiamata. Ancora oggi quella finestrella parla della Relazione che ha dato senso alla sua vita e nella quale tutto ha avuto compimento: l’amore si nutre dell’amore, coltivato ad ogni momento, in modo che il fuoco non si spenga e il cuore non si raffreddi. Scrive Madre Rosetta Marchese: Quella finestrella della Valponasca ci parla di un cuore che ardeva di Dio, che si fissava in Dio, che aveva Dio al centro di tutto, che vedeva tutte le cose in DIO.(…). Dobbiamo vivere la nostra vita con un desiderio immenso di conoscere il nostro Dio. Un Dio che si manifesta a tutte le ore. Allora tutto diventa unità, tutto diventa semplicità, tutto diventa comunione. (…) Se la mia vita diventa respiro di Gesù, tutto ha valore e tutto si unifica in Lui e Gesù mi da la forza di superare tutte le difficoltà. Lui mi da la forza di combattere e vincere, la gioia di essere sua, la gioia di donarmi agli altri, di dimenticarmi. Mi riempie e non ho più bisogno di altro.
…e io alla Valponasca?!
1. Con quale stile compi il tuo dovere, il tuo “lavoro”? 2. Hai mai vissuto un periodo di “esilio”, di rapporti aridi, di difficoltà nelle relazioni? 3. Qual è la finestrella della tua vita, il luogo al quale affacciarti per avere un rapporto a tu per tu con il Signore? 4. Sei assiduo e costante nell’avvicinarti al Signore attraverso i sacramenti (riconciliazione, Eucarestia)?
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Ferite che divengono feritoie: Maìn e le case del paese La natura stessa ci è maestra: ogni vita che muore genera nuova vita, ogni sì detto nella prova spalanca nuovi orizzonti, donando occhi nuovi per guardare la realtà e tendere con più decisione verso l’essenziale.
Don Pestarino racconta:
Ho conosciuto Maìn fin da bambina e l’ho accompagnata in tutto il percorso che l’ha portata a diventare Figlia dell’Immacolata prima, e Figlia di Maria Ausiliatrice poi. Racchiudere la straordinaria complessità ma anche la limpida semplicità di Maria Domenica in poche righe è davvero difficile. Quello che più però mi ha sempre colpito di lei è stata la sua disponibilità a lasciarsi guidare. L’ho incontrata ancora bambina, e ricordo quanto fosse spaventata e riluttante all’idea di confessarsi, nonostante la sua mamma la accompagnasse e preparasse in questo. È sempre stata molto orgogliosa, testarda, ma con il cuore puro a tal punto che quando decide di dire sì, dona tutta se stessa. Maria Domenica ha detto sì a ciò che il buon Dio le stava proponendo attraverso le mie parole, e ha trasformato se stessa e i suoi comportamenti, liberando il proprio cuore da tutto il resto per lasciare solo spazio a Gesù. Ha detto sì quando la prova sembrava più grande di lei, e il tifo incombeva come un’oscura minaccia sul paese. Ha detto sì quando il Signore le ha mostrato qualcosa di più grande, a Borgoalto; una visione che io stesso, all’inizio, non ho capito, e ho liquidato come un vaneggiamento di Maìn. Ha detto sì quando le ho consigliato di ritirarsi alla Valponasca, per tentare di calmare le invidie di paese, quando dicevano che Maria e Petronilla volevano fare da sé, e che io volevo più bene a loro che alle altre Figlie dell’Immacolata. Ha detto un sì pieno a Gesù, donandoGli se stessa per mezzo delle
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tante giovani che le sono state affidate.
Via Valgelata
Nel 1858 la famiglia si trasferisce dalla Valponasca in paese: la cascina isolata non è più un posto sicuro per la famiglia Mazzarello. Il padre di Maria, Giuseppe, acquista una casetta in via Valgelata, nella quale abiterà con la famiglia fino al 1867. In questi ambienti contadini il fulcro delle espressioni religiose della gente è la parrocchia: questo è il luogo della formazione cristiana e della crescita personale e apostolica di Maìn. È qui che nel 1860 Maria Domenica cade gravemente ammalata, dopo essersi recata ad assistere i parenti malati di tifo, in obbedienza a don Pestarino.
Don Pestarino
Don Domenico Pestarino nasce nel 1817 a Mornese e viene ordinato sacerdote nel 1839 a Genova. Dopo alcuni servizi ministeriali, nel 1847 ritorna a Mornese, dove il parroco, vecchio e cieco, non può più fare molto di fronte a un indebolimento nella vita spirituale che da qualche tempo colpisce tutto il territorio. Don Pestarino torna e porta con sé il quadro dell’Addolorata, un’attenzione nuova ai sacramenti (in particolare a Riconciliazione e Eucaristia), oltre a un nuovo slancio e un’ampiezza di orizzonti spirituali che in breve contagia tutto il paese. Don Pestarino sarà il direttore spirituale di Maria Domenica per ventisette anni: Maìn segue con attenzione il catechismo, si va a confessare (anche se spesso controvoglia) e segue i consigli del prevìn, che a volte si fanno anche esigenti e difficili da digerire.
La malattia
Nel 1860 in Piemonte scoppia un’epidemia di tifo; a Mornese la malattia si spande velocemente, ogni famiglia è coinvolta e anche gli zii di Maria Domenica si ammalano. Don Pestarino chiede a Maìn e alla sua famiglia di mandare la giovane ad assistere i parenti: egli non è che 104
il “portavoce” della proposta di Dio per Maria Domenica; una richiesta difficile, alla quale il papà Giuseppe non riesce a dire sì. È Maria Domenica che si prende la responsabilità, è lei che dice sì nonostante le altissime probabilità di essere contagiata. Quando Maria contrae il morbo, i ruoli si invertono: allenata ad aiutare gli altri, deve mettere da parte l’orgoglio e lasciarsi aiutare con docilità. Durante la malattia don Pestarino le porta la comunione tutti i giorni: la presenza di Gesù Eucaristia è la fonte del suo coraggio per superare le difficoltà. Di fronte a una tale crisi, Maria Domenica non si scoraggia e riesce a spostare lo sguardo da se stessa a Dio; la prima volta che può recarsi in chiesa, prega così: “Signore, se nella vostra bontà volete concedermi ancora alcuni anni di vita, fate che io li trascorra ignorata da tutti e, fuorché da voi, da tutti dimenticata”.
La visione di Borgoalto
Le “prove” di Dio raggiungono le sue creature nei modi più impensabili. Egli infatti, che conosce i tempi e i momenti, sa quando entrare nella vita di ciascuno presentando le sue proposte. Non è subito facile, dunque, scoprire il “passo di Dio” negli eventi che accadono, perché spesso essi hanno dell’imprevedibile e vengono a scardinare equilibri che sembravano consolidati. L’accoglienza della prova e della malattia, vissuta come un’occasione per “affidarsi” completamente al Signore, apre a Maria Domenica nuovi cammini, che vanno scoperti dentro l’apparente debolezza e l’incapacità di riprendere la vita di prima, eredità terribile della malattia. “Passava un giorno per le collinette di Borgoalto, quando le parve di vedersi di fronte un grande caseggiato con tutta l’apparenza esteriore di un collegio di numerose giovanette. Si fermò a guardare piena di stupore, e disse fra sé: “Cosa è mai questo che vedo? Ma qui non c’è mai stato questo palazzo! Che succede?” E sentì come una voce: “A te le affido”.” Dal quel giorno, inizia a farsi strada in Maìn l’idea di imparare il mestiere di sarta, e aprire con la sua grande amica Petronilla un laboratorio per le ragazze del paese.
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Un’opera itinerante
Passando nella via centrale di Mornese, che collega la casa del Tifo alla Parrocchia, possiamo incontrare le diverse case che hanno ospitato Maìn e Petronilla all’inizio della loro opera: la casa del sarto Valentino Campi, dal quale appresero il mestiere che avrebbero poi trasmesso alle ragazze; casa Pampuro, dove nel 1862 aprirono il primo laboratorio per le ragazze di Mornese; casa Bodrato, che ospitò le prime orfanelle nel 1863; casa Maccagno, sede del primo oratorio iniziato sempre nel 1863, prima ancora che Maìn incontrasse don Bosco.
…e io a Mornese?!
1. Qual è stato il tuo atteggiamento di fronte alle prove che la vita ti ha messo di fronte? Come le hai superate? 2. Nel periodo della prova quanto e come ti sei affidato a Gesù? 3. Nella tua vita ti confronti con una guida spirituale? Riesci a vivere questo dialogo in modo sereno, aperto, obbediente anche quando è difficile? 4. Hai mai scoperto quando, nella tua vita, è stato visibile il “passo di Dio”?
Vita che genera vita: Maìn e il Collegio La vita che nasce, cresce e matura alla luce di valori umani e spirituali, non può che a sua volta generare altra vita. Emma Ferrero e Corinna Arrigotti raccontano: Chi è per noi Madre Mazzarello??! La cosa straordinaria è che lei riesce, con ognuna di noi, a trovare gli spunti giusti, le parole che servono proprio in quel momento, i modi che più preferiamo per dirci le cose…sa leggere nei nostri occhi e nei nostri cuori, ed è come se fossimo ognuna speciale davanti a lei, unica e importante. Sappiamo che, per noi, prega sempre e intensamente; cerca di 106
guadagnare il nostro cuore e ci parla con dolcezza, aspettando il momento giusto e rispettando i nostri tempi, senza mai forzarci. Allo stesso tempo, quando c’è da intervenire con fermezza perché una di noi esagera, usa le parole giuste, e tutte noi non possiamo né riusciamo a controbattere. Lei e le sue sorelle riescono a farci sentire in una vera famiglia: vivono del loro lavoro, e quando lavorano lo fanno per noi, offrono tutto a Gesù. Soprattutto i primi tempi sono stati duri, la comunità era povera, ma le sorelle hanno vissuto anche la povertà più nera in un grande senso di fraternità. Qui ci sentiamo amate, di quell’amore vero di cui ognuna di noi ha una sete immensa; Madre Mazzarello e le sue sorelle sono premurose, amorevoli, affettuose. Ci aiutano a crescere nel corpo e nello spirito, con allegria e voglia di fare: nei corridoi ci si incrocia e si scambia un sorriso, e le ore di lavoro o di studio scorrono più veloci se le si vive con gioia! La Madre ci dice sempre che ci vuole sante, sante nella vita di ogni giorno, a compiere bene e nel modo migliore il nostro lavoro, a fidarci di Dio, di quello che ci dice e ci chiede, senza spaventarci, con coraggio e forza d’animo.
Il Collegio
Il Collegio è costruito sul punto estremo di Borgoalto, ma del primitivo edificio è rimasta integra soltanto l’ampia scala con la ringhiera in ferro battuto. Il porticato e l’edificio sono stati allungati nel 1949, mentre la cappella è stata rifatta completamente. Il Collegio – voluto da don Bosco per i ragazzi di Mornese – divenne invece attraverso varie vicende la prima casa stabile di Maria Mazzarello e delle sue compagne – già Figlie dell’Immacolata – che accettarono di consacrarsi a Dio e alle giovani per tutta la vita il 5 agosto 1872 con il nome di Figlie di Maria Ausiliatrice. Al primo piano di fronte alla scala, è situata la cameretta che Madre Mazzarello abitò per sette anni, dal 1872 al 1879. Essa rimane un luogo ricco di ricordi e di insegnamenti, dove si sosta in silenzio e preghiera. Nel cortile del Collegio si trova il pozzo, simbolo di una vita povera, sacrificata ma limpida e gioiosa. Attorno ad esso Madre Mazzarello fermava tante volte qualche suora o ragazza per offrire loro non
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soltanto il ristoro dell’acqua, ma anche della sua materna bontà, che sapeva arrivare a tutte e al momento opportuno.
La casa dell’amor di Dio
Scrive sr Piera Cavaglià: La casa del Collegio veniva chiamata “la casa dell’amor di Dio”. La casa dove Dio è amato e dove Dio ama. Cosa si fa in questa casa? Ci si prende cura del bene delle ragazze, e si è un po’ mediazione di Dio che le ama. Chiunque ci venga affidato, è figlio di Dio, Dio lo ama molto, lo ama intensamente. Ma come quella ragazza, quel bimbo, sentirà questo amore? Lo sentirà attraverso di noi. Noi siamo la sua mediazione. Lui ha bisogno di noi per raggiungere gli altri e in specifico quella persona. Sono necessarie le nostre parole, è necessaria la nostra vita per poter comunicare a lui il Suo Amore. È per questo motivo che questa casa si chiama la casa dell’amor di Dio, la casa dove Dio ama e si prende cura. (…). È l’attenzione che noi abbiamo a Dio che trasferiamo nell’attenzione verso gli altri. Chi è molto attento a Dio, sensibile alla Sua Presenza, non può non essere delicato, attento, rispettoso della presenza degli altri. Madre Mazzarello ha un’altra immagine che le è molto cara: imparare il linguaggio dell’anima con Dio. L’affare più importante della vita è imparare a comunicare con Dio. Questa è condizione per capire, per decifrare il linguaggio dei giovani, il linguaggio degli altri. A volte sono linguaggi inespressi, che sono tutto il contrario di quello che vogliono dire, ma se noi abbiamo questo diapason molto sensibile, sapremo cogliere le vere esigenze dei giovani.
Emma Ferrero
• Appartiene a una famiglia benestante. Perde la madre in tenera età. Intelligente, indole buona e di bell’aspetto. • “Educata molto finemente a Torino in un Istituto di suore e tornata poi in famiglia, ha frequentato balli, teatri, compagnie liete finché in seguito ad un rovescio di fortuna, suo padre si è recato da don Bosco per chiedere aiuto” Don Bosco si è offerto di accogliere le tre figlie: 108
la più piccola a Torino, le altre due a Mornese. Emma ha obbedito, sottraendosi in tal modo alla vergogna della miseria; ma l’animo è in rivolta. Invitata a confessarsi per poter fare lietamente anche lei la festa della Madonna risponde con un sorriso sprezzante ed ironico, e con lo stesso atteggiamento ha partecipato alle funzioni in chiesa. A pranzo e in ricreazione è stata di un’impertinenza insolita a Mornese. Suor Mazzarello, suor Enrichetta e suor Emilia hanno tentato di avvicinarla, di conquistarla, ma le ha accolte una spallucciata. Ora continua così; mangia poco, dorme pochissimo, non lavora, non prega; è sempre irritata, sempre sottosopra, sempre arcigna, di niente preoccupata che delle sue cose.
Interventi educativi
• “…per impedire il male fra le altre ragazze, suor Enrichetta circonda Emma di vigilanti affettuose attenzioni; senza perdere di vista quelle che giocano, intrattiene questa con domande e racconti, ma nulla influisce ancora sull’animo della giovane, che non fa nulla se non destare l’invidia delle compagne” • Suor Enrichetta tenta anche con sofferenza di capire l’atteggiamento della giovane e prega per lei, vuole aiutarla ad uscire da quella situazione. Grande è la sofferenza di suor Enrichetta, che sente di avere accanto una povera anima ribelle anche alla grazia di Dio. Da tutte si prega per lei agitata non si sa da quali pensieri. Pregando… si può sperare…. • “Suor Emilia con Emma ha saputo fare appello a tali ragioni umane e divine da farsi promettere che avrebbe fatto alla sua buona assistente, suor Enrichetta, alla Madre e soprattutto all’anima propria, il bel regalo di una santa confessione. La Madre se ne rallegra e suor Enrichetta è felice di veder apparire un lembo di cielo in quel cuore”
Un progressivo cambio
• “….anche Emma Ferrero pare voglia far giudizio, finalmente. Al ritorno di suor Enrichetta dai viaggi, ha mostrato di non avere il
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cuore duro come il suo carattere; e se non fece grandi feste all’arrivo della sua buona assistente, nemmeno ha mostrato difficoltà nel salutarla. • Poi si è comportata un po’ meglio, senza sottrarsi alle sue caritatevoli cure. Parla ancora poco, ma si presta volentieri a chi le richiede un favore. Rivela sempre uno speciale attaccamento al suo baule, e spesso è là a tirare fuori le sue cose, adagio adagio, quasi col rispetto che si deve alle memorie; poi, presa da un senso di rivolta, ricaccia tutto dentro brontolando solo un po’ con la sorella. Non ha partecipato molto alle feste per il carnevale, ma sembra aver deposto l’atteggiamento sdegnoso di qualche tempo addietro, e giunge perfino a sorridere. Ma non basta ancora” • Comincia una progressiva consapevolezza dei propri sbagli, ed aprire gli occhi al bisogno altrui. Tra il mese di maggio e questo di giugno (1878) Emma Ferrero ha fatto veri progressi nel rapporto con il Signore e con le compagne. Si accosta spesso alla comunione; non si vedono più i capricci, né più bronci; sta tutto il giorno al telaio attiva e serena. In ricreazione si trattiene con le compagne e con suor Enrichetta, senza più andarsene a guardare le sue cose.
Corinna Arrigotti
• Orfana di madre fin dalla sua prima fanciullezza. Dotata d’ingegno, sensibile, inizialmente non amante della preghiera, viveva quasi in balia di sé e in pericolo di perdersi. • Uno zio materno si prende cura di lei e parla a don Pestarino che l’accoglie nella casa delle Figlie di Maria Immacolata con il compito di essere maestra di musica. “Il padre la metteva nei maggiori pericoli, conducendola di festa in festa perché giovane, bella e istruita. La ragazza, di appena diciassette anni, di natura ardente, correva alla rovina. Fu accettata; e poiché suo padre era molto contrario alla religione, per guadagnarlo il cognato gli disse che a Mornese, Corinna avrebbe potuto andare avanti nello studio del pianoforte, senza alcuna spesa perché ella stessa, mentre studiava, avrebbe potuto dare qualche lezione ad altre ragazze”
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Incontro con la comunità
• “Fu ricevuta a festa (…) il padre rimase tanto commosso dalla cordiale accoglienza delle Figlie che non si accorse né dell’estrema semplicità dei loro costumi, né di tutto l’insieme umile e pio dell’ambiente in cui sarebbe venuta a trovarsi Corinna” Don Pestarino lo fece pranzare a casa sua insieme alla figlia, trattandolo con la generosa ospitalità che gli era propria e disponendo che, alla partenza, Corinna e una Figlia lo accompagnassero per un buon tratto di via, e ciò finì per conquistargli il cuore sicché se ne tornò a casa pienamente soddisfatto. • Corinna era di natura ardente, gentile ma caparbia. Non voleva accostarsi ai sacramenti ma si adattò abbastanza presto alla preghiera comune. Maria osservava in Corinna abitudini contratte con una vita divagata (…) sentiva che doveva intervenire perché il male esempio non si propagasse. • Maria Mazzarello capiva che il fondo era buono e chiedeva al Signore di indicarle la strada per conquistare quel cuore.
Interventi educativi
• Madre Mazzarello vigilava: perché nessuna si facesse influenzare. • Madre Mazzarello pregava perché quella rosa selvatica si lasciasse investire dalla grazia e dalle cure affettuose. “Una sera, andate le altre al letto, Madre Mazzarello aveva trattenuto Corinna per vedere di vincerne le ultime resistenze e, al fine di prenderla dalla parte del cuore, si era messa a parlarle dolcemente della sua mamma” Corinna si commosse al ricordo del vuoto che la morte aveva lasciato nella sua giovinezza. • “…la giovane rimase colpita e commossa promise che avrebbe fatto il suo dovere e il giorno dopo, aiutata dalla luce con cui la Mazzarello le illuminava lo spirito e dal fuoco che vi accendeva con tatto squisito di materna carità, poté dipanare il groviglio della sua coscienza sbandata a fare una buona confessione e comunione.”
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…e io al Collegio?!
1. Nella tua esperienza di animazione, quali sono stati i momenti più duri? Come li ha affrontati? Da solo o in comunità? 2. Prova a definire il tuo stile educativo con 3 aggettivi: cosa ti contraddistingue? Da cosa si capisce che sei un animatore cristiano e salesiano? 3. Quali elementi del carisma di Mornese sono ancora i più vivi e attuali? 4. Qual è l’aspetto del carisma di Mornese in cui senti di dover crescere per essere più di Dio e di conseguenza testimone credibile per gli altri ragazzi/giovani?
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Preghiere e celebrazioni
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Sabato 10 agosto PREGHIERA D’INIZIO
Introduzione
Con questa preghiera di inizio Confronto vogliamo ringraziare il Signore per averci donato la possibilità di essere qui, per le persone che ci hanno invitato e che ci accompagnano, per i compagni con cui vivremo queste giornate all’insegna della preghiera e della condivisione fraterna. Prima di cominciare lasciamo qualche istante di silenzio per ricordare tutti i nostri amici che non hanno potuto o voluto partecipare e tutti i bambini e i ragazzi delle nostre case di provenienza: la gioia che sperimenteremo qui diventi linfa per tutti loro. Sac.: Nel nome del Padre... Canto iniziale: Noi veniamo a te (n° 43)
Dalla Lettera ai Filippesi (1, 3-11. 27-28)
Io ringrazio il mio Dio di tutto il ricordo che ho di voi; e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia a motivo della vostra partecipazione al vangelo, dal primo giorno fino a ora. E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. Ed è giusto che io senta così di tutti voi, perché io vi ho nel cuore, voi tutti che, tanto nelle mie catene quanto nella difesa e nella conferma del vangelo, siete partecipi con me della grazia. Infatti Dio mi è testimone come io vi ami tutti con affetto profondo in Cristo Gesù. E prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. Soltanto, comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta dire di voi che 116
state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede del vangelo, per nulla spaventati dagli avversari. Lettore 1 Dall’omelia della domenica delle Palme di papa Francesco “Questa è la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù”. Lettore 2 “Cari giovani […] vi immagino mentre gridate il Suo nome ed esprimete la vostra gioia di essere con Lui! Voi avete una parte importante nella festa della fede! Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giovane, anche a settanta, ottant’anni! Cuore giovane! Con Cristo il cuore non invecchia mai! Però tutti noi lo sappiamo e voi lo sapete bene che il Re che seguiamo e che ci accompagna è molto speciale: è un Re che ama fino alla croce e che ci insegna a servire, ad amare. E voi non avete vergogna della sua Croce! Anzi, la abbracciate, perché avete capito che è nel dono di sé, nel dono di sé, nell’uscire da se stessi, che si ha la vera gioia e che con l’amore di Dio Lui ha vinto il male. Voi portate la Croce pellegrina attraverso tutti i continenti, per le strade del mondo! La portate rispondendo all’invito di Gesù «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (cfr Mt 28,19), che è il tema della Giornata della Gioventù di quest’anno”.
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Alla luce di quanto ascoltato affida al Signore i tuoi desideri e le domande più profonde che dimorano nel tuo cuore, chiediGli di farti un “regalo” durante questo Confronto. ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ........................................................................................................................... Sac.: Preghiamo il salmo 27 a cori alterni intervallandolo con il ritornello
Bonum est confidere in Domino, bonum sperare in Domino. (E’ buono confidare e sperare nel Signore)
Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me si scatena una guerra, anche allora ho fiducia. Rit. Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. Nella sua dimora mi offre riparo nel giorno della sventura. 118
Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza. Rit. Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto!”. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. Rit. Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. Rit Sac.: Con la gioia nel cuore, perché sappiamo di essere figli di Dio, diciamo pieni di fiducia: Padre Nostro Orazione Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre, fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore. Bendedizione del sacerdote e congedo Canto finale: Resta qui con noi (n° 53)
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Domenica 11 agosto 2013 PREGHIERA DEL MATTINO Tema della giornata: Alla sorgente della Gioia Sac.: Nel nome del Padre… Sac.: La preghiera del mattino è, durante questo Confronto e nella nostra quotidianità, un’occasione per rimettere Gesù al centro e per affidargli la giornata che abbiamo davanti. Oggi, guidati dalla Lettera di S. Paolo apostolo ai Filippesi, vogliamo scoprire insieme quale sia la fonte della Gioia vera che dovrebbe colmare la vita di ogni cristiano. Lasciamoci contagiare e plasmare dalla gioia profonda inscritta nel cuore di Don Bosco, custodiamola e testimoniamola sempre con coraggio. Canto: Quale gioia (n° 49) Salmo 33 (13-22) – a cori alterni Antifona:
Noi speriamo nel Signore: da lui viene ogni nostra gioia.
Il Signore guarda dal cielo: egli vede tutti gli uomini. Dal trono dove siede scruta tutti gli abitanti della terra, lui, che di ognuno ha plasmato il cuore e ne comprende tutte le opere. Il re non si salva per un grande esercito né un prode scampa per il suo grande vigore.
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Un’illusione è il cavallo per la vittoria, e neppure un grande esercito può dare salvezza. Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame. L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. È in lui che gioisce il nostro cuore, nel suo santo nome noi confidiamo. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo. Insieme: Gloria al Padre... Antifona:
Noi speriamo nel Signore: da lui viene ogni nostra gioia.
Parola di Dio - Fil 4,4-9 Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!
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Rileggi il Salmo e la Parola di Dio, sottolinea l’espressione che ti colpisce maggiormente e, alla luce di questa, prendi un proposito per questa giornata. ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Cantiamo insieme: Jubilate Deo, omnis terra, servite Domino in laetitia. Alleluia, alleluia in laetitia, alleluia, alleluia in laetitia. Padre nostro Orazione O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Per il nostro Signore. Benedizione del sacerdote e congedo. Canto finale: Pace a voi (n° 44)
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PREGHIERA D’INIZIO - VALDOCCO Introduzione
Dagli oratori, dalle parrocchie, dalle scuole, dai centri giovanili di tutta Italia, siamo giunti qui a Torino, con il desiderio di incontrare il Signore e altri giovani che, come noi, sono rimasti affascinati dal carisma salesiano. Saranno proprio don Bosco e Madre Mazzarello, durante questa settimana, a guidare i nostri passi verso quella gioia vera da vivere e testimoniare ad ogni persona che incontriamo. Vogliamo iniziare questa nostra celebrazione invocando lo Spirito Santo, perchè ci aiuti a vivere profondamente questa esperienza, attenti al passaggio di Dio nella nostra vita. Sac.: Nel nome del Padre, … Canto: Vieni Santo Spirito di Dio (n° 69) Dalla Lettera di S. Paolo apostolo ai Filippesi (Fil 4,4-9) Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi! Dall’omelia del Rettor Maggiore Don Pascual Chávez V. del 16 Agosto 2012 (Colle don Bosco) L’esperienza mi aveva convinto che “un santo triste è un santo che non affascina, che non convince”. Io parlavo di gioia, non di incoscienza o superficialità. La gioia, per me, sfociava dritta dritta nell’ottimismo,
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nella fiducia amorosa e filiale in un Dio provvidente; era una risposta concreta all’amore con cui Dio ci circonda e ci abbraccia; era anche risultato dell’accettazione coraggiosa delle dure esigenze della vita. E lo dicevo con una immagine: “Per cogliere le rose, si sa, s’incontrano le spine; ma con le spine vi è sempre la rosa”. Non mi accontentavo che i giovani fossero allegri; volevo che essi diffondessero intorno a sé questo clima di festa, di entusiasmo, di amore alla vita, li volevo costruttori di speranza e di gioia. Missionari di altri giovani mediante l’apostolato dell’allegria. Un apostolato contagiante. Dal messaggio di Papa Benedetto XVI per la XXVII giornata mondiale della Gioventù Cercare la gioia nel Signore: la gioia è frutto della fede, è riconoscere ogni giorno la sua presenza, la sua amicizia: «Il Signore è vicino!» (Fil 4,5); è riporre la nostra fiducia in Lui, è crescere nella conoscenza e nell’amore di Lui. Cari amici, imparate a vedere come Dio agisce nelle vostre vite, scopritelo nascosto nel cuore degli avvenimenti del vostro quotidiano. Credete che Egli è sempre fedele all’alleanza che ha stretto con voi nel giorno del vostro Battesimo. Sappiate che non vi abbandonerà mai. Rivolgete spesso il vostro sguardo verso di Lui. Sulla croce, ha donato la sua vita perché vi ama. La contemplazione di un amore così grande porta nei nostri cuori una speranza e una gioia che nulla può abbattere. Un cristiano non può essere mai triste perché ha incontrato Cristo, che ha dato la vita per lui. Insegnami l’amore (A cori alterni) Insegnami l’amore Signore, insegnami a non parlare come un bronzo risonante o un cembalo squillante, ma con amore. Rendimi capace di comprendere e dammi la fede che muove le montagne, ma con l’amore. 124
Insegnami quell’amore che è sempre paziente e sempre gentile; mai geloso, presuntuoso, egoista o permaloso; l’amore che prova gioia nella verità, sempre pronto a perdonare, a credere, a sperare e a sopportare. Infine, quando tutte le cose finite si dissolveranno e tutto sarà chiaro, che io possa essere stato il debole ma costante riflesso del tuo amore perfetto. (Madre Teresa di Calcutta) Sac.: Fratelli e sorelle, illuminati dalla parola ascoltata, invochiamo Dio nostro Padre affinché ci dia la forza di essere testimoni autentici del suo amore. Preghiamo insieme cantando: Lodate, benedite il Signore, ringraziate e servite con grande umiltà. Lodate, lodate, benedite il Signore con grande umiltà, ringraziate e servite, con grande umiltà. Sac. Con cuore di figli, ci rivolgiamo al Padre con la preghiera che Gesù ci ha insegnato: Padre Nostro Orazione: Padre buono, suscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio...
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Canto finale: Giovani orizzonti (n° 24)
PER IL LAVORO DI GRUPPO
La mia “non-Gioia” ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ Sperimento una “Gioia nuova” ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________
SANTA MESSA Canti:
Ingresso: Emmanuel Kyrie Gloria Alleluia Offertorio: Ecco quel che abbiamo Santo Pace: Pace sia pace a voi Agnello di Dio Comunione: Come fuoco vivo Nella tua presenza Lode al nome tuo Conclusione: Quale gioia è star con te
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(n° 22) (n° 30) (n° 25) (n° 02) (n° 21) (n° 55) (n° 44) (n° 01) (n° 12) (n° 42) (n° 35) (n° 50)
Introduzione
Durante tutta la sua vita, Don Bosco si è nutrito dell’Eucarestia, fondamentale “alimento della sua vocazione” ed essenziale sostegno per “camminare per la strada del Cielo”. Seguendo il suo esempio e le sue raccomandazioni ai giovani, ci prepariamo a celebrare l’Eucarestia, centro di ogni giornata di questo Confronto. Facciamo silenzio fuori e dentro di noi per predisporci all’incontro con il Signore nel Pane e nella Parola. Prima Lettura: Sap 18, 6-9 Salmo Responsoriale: dal Salmo 32 Seconda Lettura: Eb 11,1-2. 8-19
Dal Vangelo secondo Luca (12,32-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo
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di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore
Preghiera dei Fedeli Chiamati a formare un solo corpo e un solo spirito, ci rivolgiamo a Dio nostro Padre, che ci invita ad essere pronti testimoni dell’autentica gioia. Ripetiamo insieme: Venga il tuo regno, Signore 1. Per il Papa Francesco ed i pastori che hai posto a custodire la tua Chiesa: nel fervore della loro fede e della loro testimonianza mantengano accesa la Tua luce nel mondo. Preghiamo 2. Per i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice che ci accompagnano nel nostro cammino di fede: Don Bosco e Maria Ausiliatrice sostengano la loro missione fra i giovani e la loro fedeltà al progetto di Dio. Preghiamo 3. Per i laici impegnati nell’azione sociale e politica per la pace: si conformino sempre allo spirito cristiano della non violenza e del perdono. Preghiamo 128
4. Per tutti coloro che vivono lontani da Te, Signore: la carità dei fratelli illumini la notte del loro cuore e mostri il Tuo passaggio nella loro vita. Preghiamo 5. Per noi che partecipiamo a questo Confronto: donaci Signore la grazia di viverlo in sincera comunione fraterna e di incontrarTi per essere felici nel tempo e nell’eternità. Preghiamo Accogli, o Padre, la nostra preghiera e donaci la sapienza dello Spirito, per riconoscere i segni della tua presenza. Per Cristo nostro Signore.
PREGHIERA DELLA SERA Sac.: Nel nome del Padre… Breve monizione di chi presiede Dalla lettera di S. Paolo Apostolo ai Filippesi (Fil 4,4-9) Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!
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Esame di coscienza
Rileggo la Parola di Dio
Come ho cercato di viverla oggi? Mi sono ricordato/a di ripetere qualche volta, nel corso della giornata, l’espressione che mi ha maggiormente colpito/a? ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Ripenso alla giornata di oggi: Ho mantenuto fede all’impegno preso questa mattina? ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................
(È possibile utilizzare anche lo schema di esame di coscienza proposto nell’ Appendice)
Richiesta di perdono
Salmo 130
[Due solisti si alternano nella recita del Salmo, ogni due strofe viene cantato il ritornello: Misericordias domini in aeternum cantabo]
Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore. Rit. 130
Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola. L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora.
Rit.
Più che le sentinelle l’aurora, Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
Rit.
Orazione
Salga a te, o Padre, la nostra preghiera al termine di questo giorno, memoriale della risurrezione del Signore: la tua grazia ci conceda di riposare in pace, sicuri da ogni male e di risvegliarci nella gioia, per cantare la tua lode. Per Cristo nostro Signore. Sac.: Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. Amen Canto: Ave Maria (n° 7)
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Lunedì 12 Agosto 2013 PREGHIERA DEL MATTINO Tema della giornata: Cristiani nel quotidiano. Sac.: Nel nome del Padre ... Oggi essere testimoni, splendere come astri nel mondo non sempre è facile, poiché le difficoltà che incontriamo nel nostro cammino sono tante e spesso manca la forza per irradiare la luce che è in noi. Dio, però, non ci lascia mai soli! Anzi, è vicino per aiutarci a compiere il bene e a scoprire l’amore che nutre per ciascuno di noi. Per risplendere come astri nel mondo è necessario fare posto al Signore, attingere alla sua immensa luce per poi donarla agli altri. Canto: Dall’aurora al tramonto (n° 15) Salmo 62 (2-9) - Solista O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua. Così nel santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria. Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode. Così ti benedirò finché io viva, nel tuo nome alzerò le mie mani. Mi sazierò come a lauto convito, e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
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Nel mio giaciglio di te mi ricordo, penso a te nelle veglie notturne, tu sei stato il mio aiuto; esulto di gioia all’ombra delle tue ali. A te si stringe l’anima mia. La forza della tua destra mi sostiene. Insieme: Gloria al Padre... Parola di Dio: Fil 2, 12-18 Miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me. Rileggi il Salmo e la Parola di Dio, sottolinea l’espressione che più ti colpisce e, alla luce di questa, prendi un proposito per la giornata. ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Preghiera Semplice - Insieme Signore, fa’ di me uno strumento della Tua Pace: dove è odio, che io porti l’Amore,
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dove è offesa, che io porti il Perdono, dove è discordia, che io porti l’Unione, dove è dubbio, che io porti la Fede, dove è errore, che io porti la Verità, dove è disperazione, che io porti la Speranza, dove è tristezza, che io porti la Gioia, dove sono le tenebre, che io porti la Luce. Maestro, fa’ che io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare; di essere compreso, quanto di comprendere; di essere amato, quanto di amare. Poiché è donando, che si riceve; è perdonando, che si è perdonati; è morendo, che si risuscita a Vita Eterna. Padre nostro Orazione: O Dio, che con il tuo Spirito di adozione ci hai reso figli della luce, fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore, ma restiamo sempre luminosi nello splendore della verità. Per il nostro Signore. Benedizione del sacerdote e congedo. Canto finale: Come tu mi vuoi (n° 13)
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SANTA MESSA Canti:
Ingresso: Santo volto dei volti Kyrie Alleluia Offertorio: Segni del tuo amore Santo Agnello di Dio Comunione: Davanti a questio amore Come fuoco vivo Arderanno sempre i nostri cuori Conclusione: Testimoni della tua parola
(n° 57) (n° 32) (n° 02) (n° 59) (n° 56) (n° 01) (n° 16) (n° 12) (n° 06) (n° 65)
INTRODUZIONE Durante questa settimana di Confronto Nazionale MGS, sulle orme di don Bosco e di madre Mazzarello, rivisiteremo i luoghi cari alla famiglia salesiana, per comprendere meglio le nostre origini, la nostra spiritualità e il metodo educativo che abbiamo ereditato. Sull’esempio di don Bosco e madre Mazzarello vogliamo anche noi percorrere la via che ci porta alla gioia piena, alla felicità vera: contemplare in eterno il volto di Cristo. Lasciamoci riempire il cuore dallo Spirito Santo perché possiamo celebrare con gioia questa Santa Messa. Prima lettura: Dt 10, 12-22 Salmo responsoriale: dal Salmo 147 Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17, 22-27) In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non
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paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Preghiera dei Fedeli
Chiamati a camminare con Gesù, affrontando con lui il rifiuto anche di quanti ci sono più vicini, invochiamo Dio nostro Padre, fonte di ogni grazia. Preghiamo insieme dicendo: Sostieni la nostra fiducia, o Signore. 1. Per il papa Francesco, i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, perché non abbiano timore di indicare l’unica e vera sorgente della gioia piena, Cristo Gesù, Preghiamo 2. Per i governanti, perché non dimentichino di perseguire con ogni mezzo e forza il bene comune e tutto ciò che garantisce una vita dignitosa, Preghiamo 3. Per tutti i cristiani, perché impegnandosi ad alleviare le sofferenze dei fratelli, ravvivino la speranza nella gioia futura, Preghiamo 4. Per ogni cittadino, perché adempia con rettitudine i suoi doveri sociali e politici, di solidarietà e di carità fraterna, Preghiamo 5. Per noi che stiamo celebrando il mistero dell’amore di Dio durante questa settimana di Confronto, perché riconosciamo in Cristo Gesù la fonte della forza e della gioia vera, Preghiamo 136
O Dio, che conosci le tue creature, non permettere che siamo provati al di sopra delle nostre forze e non lasciarci mancare mai la gioia del tuo amore. Per Cristo nostro Signore Amen.
CELEBRAZIONE PENITENZIALE
Canto d’ingresso: Jesus Christ (n° 28) C. Nel nome del Padre... R. Amen C. La grazia, la misericordia e la pace di Dio nostro Padre e di Gesù Cristo nostro Salvatore sia con tutti voi. R. E con il tuo spirito. C. Ci disponiamo a celebrare la misericordia di Dio con le parole pronunciate da papa Francesco in occasione del primo Angelus:
Non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di perdonarci, mai! Il problema è che noi ci stanchiamo, noi non vogliamo, noi ci stanchiamo di chiedere perdono. Lui mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. [...] Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti. (Piazza San Pietro, 17 marzo 2013)
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Orazione C. Fratelli, Dio ci chiama ancora una volta alla conversione: preghiamo per ottenere la grazia di una vita nuova in Cristo Signore. O Dio nostro Padre, che non ti lasci vincere dalle nostre colpe, ma accogli con amore chi ritorna a te, guarda i tuoi figli che si riconoscono peccatori e fa’ che riconciliati nella celebrazione di questo sacramento sperimentino la gioia della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. R. Amen.
Celebrazione della parola di Dio Dal libro del profeta Isaia - 1, 10-18 Udite la parola del Signore, voi capi di Sòdoma; ascoltate la dottrina del nostro Dio, popolo di Gomorra! «Che m’importa dei vostri sacrifici senza numero?» dice il Signore. «Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili, l’incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». «Su, venite e discutiamo» dice il Signore. «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana». Parola di Dio. R. Rendiamo grazie a Dio 138
Salmo responsoriale Dal Salmo 50 R. Misericordias Domini in aeterno cantabo. Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. R. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. R. Tu non gradisci il sacrificio e, se offro olocàusti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzi. R. Alleluia (n° 4) Dal Vangelo secondo Matteo (5, 1-12) In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi,
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perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi». Parola del Signore. R. Lode a te o Cristo. Esame di coscienza Guida: Il cero che stiamo per accendere è il segno visibile della luce di Cristo, luce necessaria per fare verità sulla nostra vita. Lasciamoci illuminare e guidare da Cristo, dalla sua Parola, per fare un buon esame di coscienza e per vivere l’infinita misericordia di Dio nel sacramento della Riconciliazione. Canto: Luce di verità (n° 36) Accensione del cero Animatore: Signore Gesù, luce del mondo, illumina le nostre menti e apri i nostri cuori, perchè possiamo avere una conoscenza piena dei nostri peccati e accogliere con gioia il dono della tua misericordia. Tutti: Amen Spazio per la Riflessione personale Perdona Signore i nostri peccati di SUPERBIA: le azioni che cercano solo la lode e l’approvazione della gente, l’ambizione, la ricerca di potere e di notorietà. Perdonaci per quando parliamo, diamo consigli, studiamo, lavoriamo, 140
facciamo il bene solo in funzione di ciò che ne penseranno gli altri e per catturare la stima altrui. Perdonaci per quando esibiamo con vanità la bellezza fisica e le qualità dateci da Dio. Perdonaci per l’arroganza che nasce dalla superbia, per il desiderio di non dipendere da nessuno, e nemmeno da Dio, per il vittimismo con cui sappiamo darci sempre una giustificazione. Rendici umili. L’umiltà è la virtù che ci rende disponibili ad essere aiutati da Dio. La superbia ha tanti volti diversi, spesso subdoli e ben nascosti. In quale di questi atteggiamenti mi riconosco di più? Qual è l’insidia maggiore che intrappola il mio cuore? ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………..………..… Perdona Signore i nostri peccati di INVIDIA: l’ostilità, l’odio, l’idea che il male altrui possa essere bene per noi. Perdona l’egocentrismo che ci impedisce di desiderare il bene per gli altri e ci rende incapaci di amare, il malcontento e i contrasti generati dall’invidia. Liberaci dal rancore, dal tormento interiore, dall’insoddisfazione. Perdonaci quando vediamo tutto in funzione di noi stessi, quando non sappiamo mettere un freno ai desideri, quando chiamiamo l’invidia “sana competitività”. Perdona i cedimenti a una società che alimenta continuamente l’ambizione, l’avidità e la vuota curiosità. Perdonaci quando desideriamo la roba d’altri e ci condanniamo all’infelicità. Aiutaci a contrastare l’invidia con il dono quotidiano di noi stessi per i fratelli. Quante volte mi capita di guardare all’altro come un pericolo, un ostacolo che si frappone tra me e ciò che voglio raggiungere? Quanto spesso metto me stesso al centro di ogni mia azione non curante del male che posso procurare a chi mi circonda?
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………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Perdona Signore i nostri peccati d’IRA: i turbamenti del cuore, i sentimenti di avversione verso i fratelli quando sentiamo colpito il nostro io, l’animosità eccitata, l’aggressività del corpo, la sete di vendetta. Perdonaci quando l’ira soffoca la libertà, ci rende schiavi di noi stessi, toglie la pace interiore ed esteriore. Perdonaci la tentazione di “farla pagare” a chi ci ha umiliato, il piacere perverso del “far del male a qualcuno”, i giudizi taglienti e la gratuita durezza verso gli altri, le mille giustificazioni dell’ira. Aiutaci a seguire la via suggerita dai padri:”il silenzio delle labbra pur nel turbamento del cuore”, dato che “La medicina perfetta… sarà quella di essere prima di tutto ben persuasi che non ci è consentito adirarci mai e in nessun modo”. L’ira è quella tempesta interiore che ci offusca la mente e il cuore e che ci spinge ad agire in modo aggressivo e malevolo. Quante volte mi sono lasciato rendere schiavo da questo impeto, incapace di rendermi umile di fronte a chi magari mi ha fatto un torto? ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Perdona Signore i nostri peccati di ACCIDIA: il torpore, la pigrizia, l’abbattimento, la tristezza, la dipendenza e le crisi di astinenza da stimoli e piaceri esteriori che ci lasciano sempre tristi e vuoti. Perdonaci per la noia che a volte proviamo nel pregare e che ci spinge a cercare distrazioni, o ci lascia soli a parlare con noi stessi. Perdonaci quando l’accidia genera disgusto e noia per ogni attività sana e spirituale, per quando la stessa vita quotidiana si tinge di tristezza, svogliatezza, vittimismo e lagnanza. 142
Perdonaci per la vita senza scopo, il tempo perso e la fuga dall’impegno quotidiano. Donaci il desiderio di reagire. Facci trovare una guida spirituale e fa’ che accettiamo la disciplina dell’obbedienza, unica via per non essere sballottati come un corpo inerte in balia delle passioni. Chi di noi non ha mai sperimentato il torpore della pigrizia e della svogliatezza soprattutto davanti a una richiesta di un amico o di un genitore che ci chiedevano aiuto in qualcosa che ai nostri occhi risultava troppo noiosa o faticosa? Quanto spesso mi lascio sopraffare dal non voler agire, dal non voler mettermi in gioco, magari giustificato da scuse che so benissimo essere false? ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Perdonaci Signore per i peccati di AVARIZIA: l’avidità, la brama di possedere, la fiducia smodata riposta nel denaro. Perdonaci se per avarizia lavoriamo di domenica, siamo disonesti, non diamo in elemosina, ci circondiamo di cose superflue. Perdona le conseguenze terribili della fame di soldi: liti familiari, ansie e falsi timori, tradimenti, frodi, inganni, spergiuri, violenza e indurimento del cuore. Perdonaci l’abitudine a essere insoddisfatti per ciò che abbiamo e bramosi di ciò che non ci è dato. Liberaci da lussi inutili, comodità e abitudini dispendiose. Perdona le ingiustizie della società, le drammatiche disuguaglianze tra paesi ricchi e poveri, le guerre, i disumani sfruttamenti e l’inganno delle coscienze prodotto da un sistema di accumulo e consumo che fa di tutto per eccitare la brama di possesso. Aiutaci a sottrarci all’influenza dei media e a fidarci di te, che rivesti i gigli del campo e non abbandoni gli uccelli del cielo. Sempre più spesso ci capita di accusare gli altri, i nostri politici, i nostri professori, i nostri datori di lavoro di essere corrotti, devoti solo al
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denaro. Ma guardandoci bene dentro quante volte anche noi nel nostro piccolo abbiamo agito in funzione della nostra brama di possesso, del lusso inutile? ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………........................ Perdonaci Signore per i peccati di GOLA: il rapporto irrazionale con il cibo, i vizi del fumo, dell’alcool, delle droghe, la dipendenza che ci fa schiavi. Perdonaci se scambiamo per la libera scelta ciò che è solo condizionamento dell’abitudine, delle mode, della pubblicità. Perdonaci per la mente ottenebrata che si allontana anche dalla preghiera e dalle sane letture, per gli eccessi che ci rendono meno padroni di noi stessi e affievoliscono la capacità di autocontrollo. Insegnaci la capacità dell’astinenza, che disintossica il corpo e la mente. Aiutaci a scoprire i piaceri sani della vita, per essere capaci di amare i fratelli con la libertà e la gioia con cui tu hai amato noi. Il mondo di oggi ci ha abituato a pensare al fumo, all’alcool, anche all’uso occasionale di droghe come qualcosa di assolutamente normale. In realtà questi vizi intossicano il nostro corpo e lo rendono dipendente, schiavo. Riesco a contrastare questa dipendenza? Oggi, inoltre, esistono anche nuove forme di dipendenza, legate all’uso di internet, dei social network, dei videogiochi, del cellulare. Qual è il mio rapporto con le nuove tecnologie? Che uso ne faccio? ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Perdonaci Signore per i peccati di LUSSURIA, che ci fanno schiavi del 144
sesso, e per il disordine morale che mette a rischio persone, famiglie e società. Perdona il cedimento a immagini proposte ad arte,a voci allusive, alla pornografia in video e in rete. Perdonaci la debolezza di fronte a piaceri tanto intensi quanto effimeri. Perdona la mentalità diffusa che si spaccia il disordine sessuale per conquista e fa credere che ogni istinto debba trovare immediata soddisfazioni. Facci comprendere che non è libero chi non ha il controllo di se stesso, chi si riduce al doppio gioco e alla menzogna, chi perde l’integrità morale e la pace, chi si chiude in se stesso. Perdona i danni gravi nella società: per il sesso si litiga, si minaccia, si uccide; la libidine alimenta uno stile di vita fatuo, degenera spesso nella prostituzione, nel ricatto, nella pedofilia... Aiutaci a custodire la castità nel cuore e nella mente, e a non avere rapporti sessuali prima o fuori del matrimonio, a evitare deviazioni e stravaganze. Insegnaci modestia e dignità nel vestire, custodisci sguardi e fantasie. Aiutaci a riscoprire la meraviglia della sessualità secondo Dio, nella cornice dell’amore coniugale, nell’atmosfera di famiglia e di tenerezza dove il sesso non è profanato e svenduto ma è sacra partecipazione al dono della vita. Riesco a vivere bene il rapporto con il mio corpo, rispettando me stesso e il mio/la mia ragazzo/a? Custodisco la castità del mio cuore e della mia mente? ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Ringraziamento Primo Momento: adoriamo il Signore Nella cappella dell’adorazione Ringrazia personalmente il Signore per il dono della sua misericordia,
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utilizzando anche uno o più testi tra quelli proposti. Soffermati sulle espressioni che ti colpiscono maggiormente. Salmo 97, 1-4 Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto prodigi. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa di Israele. Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio. Acclami al Signore tutta la terra, gridate, esultate con canti di gioia. Salmo 99 Acclamate al Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza. Riconoscete che il Signore è Dio; egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo. Varcate le sue porte con inni di grazie, i suoi atri con canti di lode, lodatelo, benedite il suo nome; poiché buono è il Signore, eterna la sua misericordia, la sua fedeltà per ogni generazione.
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Salmo 102, 1-4.8-18 Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie; salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia. Buono e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Egli non continua a contestare e non conserva per sempre il suo sdegno. Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe. Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia su quanti lo temono; come dista l’oriente dall’occidente, così allontana da noi le nostre colpe. Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono. Perché egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere, Come l’erba sono i giorni dell’uomo, come il fiore del campo, così egli fiorisce. Lo investe il vento e più non esiste e il suo posto non lo riconosce. La grazia del Signore è da sempre, dura in eterno per quanti lo temono;
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la sua giustizia per i figli dei figli, per quanti custodiscono la sua alleanza e ricordano di osservare i suoi precetti. Salmo 118, 1.10-12.15-16.18.33.105.169-170.174-175 Beato l’uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore. Con tutto il cuore ti cerco non farmi deviare dai tuoi precetti. Conservo nel cuore le tue parole per non offenderti con il peccato. Benedetto sei tu, Signore; mostrami il tuo volere. Voglio meditare i tuoi comandamenti, considerare le tue vie. Nella tua volontà è la mia gioia; mai dimenticherò la tua parola. Aprimi gli occhi perché io veda le meraviglie della tua legge. Indicami, Signore, la via dei tuoi precetti e la seguirò sino alla fine. Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Giunga il mio grido fino a te, Signore, fammi comprendere secondo la tua parola. Venga al tuo volto la mia supplica, salvami secondo la tua promessa. Desidero la tua salvezza, Signore, e la tua legge è tutta la mia gioia. Possa io vivere e darti lode, 148
mi aiutino i tuoi giudizi. Lodi di Dio altissimo (San Francesco) Tu sei santo, Signore, solo Dio, che compi meraviglie. Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, Tu sei onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra. Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi, Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero. Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza, Tu sei umiltà, Tu sei pazienza, Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete. Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza, Tu sei giustizia e temperanza, Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza. Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine. Tu sei protettore, Tu sei custode e difensore, Tu sei fortezza, Tu sei rifugio. Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità, Tu sei tutta la nostra dolcezza, Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore. Preghiera alla Trinità (San Francesco) Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri di fare, per tuo amore, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e con l’aiuto della tua sola grazia giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice vivi e regni e sei glorificato,
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Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen. Il Cantico delle creature (San Francesco. Trascr. in lingua moderna)
Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono la lode, la gloria, l’onore ed ogni benedizione. A te solo Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di pronunciare il tuo nome. Tu sia lodato, mio Signore, insieme a tutte le creature specialmente il fratello sole, il quale è la luce del giorno, e tu attraverso di lui ci illumini. Ed esso è bello e raggiante con un grande splendore: simboleggia te, Altissimo. Tu sia lodato, o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai formate, chiare preziose e belle. Tu sia lodato, mio Signore, per fratello vento,e per l’aria e per il cielo; quello nuvoloso e quello sereno e ogni tempo tramite il quale dai sostentamento alle creature. Tu sia lodato, mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura. Tu sia lodato, mio Signore, per fratello fuoco, attraverso il quale illumini la notte. E’ bello, giocondo, robusto e forte. Tu sia lodato, mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento, ci mantiene e produce diversi frutti con fiori colorati ed erba. Tu sia lodato, mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore e sopportano malattie e sofferenze. Beati quelli che le sopporteranno in pace, perchè saranno incoronati. Tu sia lodato, mio Signore, per la nostra morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scappare: guai a quelli che moriranno mentre sono in situazione di peccato mortale. Beati quelli che la troveranno mentre stanno rispettando le tue volontà, perché la seconda morte, non farà loro male. Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà.
Secondo Momento: lodiamo il Signore con il canto Al termine del momento di adorazione, puoi portarti sotto il tendone per continuare il ringraziamento con il canto e la preghiera. Durante i momenti che verranno lasciati al silenzio, puoi scrivere una preghiera di ringraziamento al Signore: 150
............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Terzo momento: Preghiera corale di ringraziamento C. Dopo aver sperimentato l’infinita Misericordia del Signore che sempre ci ama e ci perdona preghiamo insieme dicendo: R. Grazie Signore Dio! Il tuo amore è più grande del mio peccato. Tu mi liberi dalla colpa. Tu mi doni un cuore nuovo. Tu mi ridoni fiducia de speranza. A Te la gloria, o Signore e la lode nei secoli eterni! Spirito, sorgente di pace e di amore, fa che purificato da ogni colpa e riconciliato con il Padre io cammini sempre come figlio della luce assieme a Gesù. C. Dio onnipotente ed eterno,
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che ci correggi con giustizia e perdoni con infinita clemenza, ricevi il nostro umile ringraziamento. Tu che nella tua provvidenza tutto disponi secondo un disegno di amore, fa’ che accogliendo in noi la grazia del perdono portiamo frutti di conversione e viviamo sempre nella tua amicizia. Per Cristo nostro Signore. R. Amen. Riti di conclusione C. Ci benedica il Padre, che ci ha generati alla vita eterna. R. Amen. C. Ci aiuti Cristo, Figlio di Dio, che ci ha accolti come suoi fratelli. R. Amen. C. Ci assista lo Spirito Santo, che dimora nel tempio dei nostri cuori. R. Amen. Il Signore vi ha perdonato. Andate in pace R. Rendiamo grazie a Dio Canto finale: Prenderemo il largo (n° 48)
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Martedì 13 Agosto 2013 PREGHIERA DEL MATTINO Tema della giornata: Un cuore tutto per Dio. Sac.: Nel nome del Padre... Il cammino della nostra vita è segnato da gioie, dolori, attese, paure. Al nostro fianco c’è Dio, compagno di viaggio che offre speranza e rifugio. Come Maria Domenica Mazzarello, che seppe abbandonarsi fiduciosamente in Dio, vogliamo affidare al Signore ogni istante della nostra vita per affrontare sia i momenti gioiosi che quelli segnati dal dolore con lo sguardo fisso in Lui. Canto: Camminerò (n° 11) Salmo 26 – a cori alterni Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Quando mi assalgono i malvagi per straziarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia.
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Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario. Egli mi offre un luogo di rifugio nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua dimora, mi solleva sulla rupe. E ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano; immolerò nella sua casa sacrifici d’esultanza, inni di gioia canterò al Signore. Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi. Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, a causa dei miei nemici. Non espormi alla brama dei miei avversari; contro di me sono insorti falsi testimoni che spirano violenza. 154
Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore. Insieme: Gloria al Padre... Parola di Dio: Fil 1, 21-26 Per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. Ma se il vivere nella carne porta frutto all’opera mia, non saprei che cosa preferire. Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall’altra, il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi. Ho questa ferma fiducia: che rimarrò e starò con tutti voi per il vostro progresso e per la vostra gioia nella fede, affinché, a motivo del mio ritorno in mezzo a voi, abbondi il vostro vanto in Cristo Gesù. Rileggi il Salmo e la Parola di Dio, sottolinea l’espressione che più ti colpisce e, alla luce di questa, prendi un proposito per la giornata. ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Cantiamo insieme: Nada te turbe (n° 40) Padre nostro Orazione O Padre, fonte di ogni bene, tu ci proponi in santa Maria Domenica Mazzarello un modello luminoso di vita cristiana e religiosa per l’umiltà profonda e la sua ardente carità; concedi a noi, in semplicità di spirito, di testimoniare ogni giorno il tuo amore di Padre. Per il nostro Signore. Benedizione del sacerdote e congedo Canto finale: Emmanuel (n° 22)
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SANTA MESSA
(Messa votiva di S. Maria Domenica Mazzarello) Canti: Ingresso: Dio ha fatto in me cose grandi Kyrie Gloria Alleluia Offertorio: Frutto della nostra terra Santo Gen verde Agnello di Dio Comunione: Verbum panis Ave mundi spes Come tu mi vuoi Conclusione: Testimoni della tua parola
(n° 18) (n° 32) (n° 26) (n° 02) (n° 23) (n° 56) (n° 01) (n° 68) (n° 08) (n° 13) (n° 65)
Introduzione Celebrare questa Eucarestia qui a Mornese rappresenta per noi giovani del MGS d’Italia un invito a ritornare alle sorgenti di quel carisma che qui è nato e cresciuto, e da qui si è diffuso in tutto il mondo per la salvezza di tanti giovani. La Santa Messa era per Madre Mazzarello il Sole d’Amore che scaldava le sue giornate, il luogo in cui imparava ad abbandonarsi alla volontà di Dio con gioia. Viviamo questo momento di grazia con il suo stesso amore per l’Eucaristia, secondo quello che disse di lei una sua figlia: “Oh mi pare di vederla in chiesa, profondamente raccolta e fare le sue sante Comunioni con tanto fervore quasi fosse un serafino d’amore! E nel corso della giornata, presentandosi alle suore o nel laboratorio o in altri luoghi dove lavoravano, sembrava che portasse ancora il suo Gesù nel cuore, per comunicarlo alle sue figlie e ragazze: e noi sentivamo, al passaggio della Madre, il profumo di Gesù.” Prima lettura: 1 Cor 26-31 Salmo responsoriale: dal Salmo 51
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Dal vangelo secondo Luca (Lc 10, 21-28) In quel tempo Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l’udirono». Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Preghiera dei fedeli A Dio Padre, che rivela ai semplici e agli umili le ricchezze del vangelo, eleviamo con fiducia e riconoscenza la nostra preghiera. Diciamo insieme: Padre buono, ascoltaci. 1. Per il Papa Francesco, il Papa emerito Benedetto, i vescovi e i sacerdoti tutti: con il cuore di Cristo Buon Pastore, siano specchio del tuo amore di Padre. Preghiamo 2. Per il celebrante che presiede questa Eucarestia, per gli Ispettori e le Ispettrici, per i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice: il Signore li custodisca, perché, vivendo il DA MIHI ANIMAS COETERA TOLLE, continuino ad essere per noi giovani riferimenti sicuri e saldi. Preghiamo Preghiamo
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3. Per Madre Yvonne: sia sempre madre e ausiliatrice dei giovani di tutto il mondo come Maria Domenica Mazzarello e Maria Santissima. Preghiamo 4. Per tutti coloro che hanno in mano le sorti della nostra nazione, dell’Europa e del mondo intero: possano operare con intelligenza e amore per il bene comune. Preghiamo 5. Per noi giovani del Movimento Giovanile Salesiano: al ritorno nelle nostre realtà possiamo essere veri Testimoni della Gioia che nasce dall’incontro con te. Preghiamo Ascolta, o Padre, la nostra preghiera: a noi che celebriamo le grandi opere che hai compiuto nei tuoi Santi, dona la perseveranza nel tuo amore perchè, con la forza dello Spirito, possiamo annunziare la tua Parola, Gesù Cristo, tuoi figlio e nostro Signore.
PREGHIERA DELLA SERA Sac.: Nel nome del Padre... Breve monizione di chi presiede Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi (1,21-26) Per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. Ma se il vivere nella carne porta frutto all’opera mia, non saprei che cosa preferire. Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall’altra, il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi. Ho questa ferma fiducia: che rimarrò e starò con tutti voi per il vostro progresso e per la vostra gioia nella fede, affinché, a motivo del mio ritorno in mezzo a voi, abbondi il vostro vanto in Cristo Gesù.
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Esame di coscienza Rileggo la Parola di Dio Come ho cercato di viverla oggi? Mi sono ricordato/a di ripetere qualche volta, nel corso della giornata, l’espressione che mi ha maggiormente colpito/a? ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Ripenso alla giornata di oggi: Ho mantenuto fede all’impegno preso questa mattina? ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Richiesta di perdono Atto di dolore Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il tuo Santo Aiuto di non offenderTi mai più, di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami. ORAZIONE FINALE Illumina questa notte, o Signore, perché dopo un sonno tranquillo ci risvegliamo alla luce del nuovo giorno, per camminare lieti nel tuo nome. Per Cristo nostro Signore. Sac.: Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. Amen Canto finale: Nada te turbe (n° 40) Nada te turbe, nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta Nada te turbe, nada te espante, solo Dios basta.
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Mercoledì 14 agosto 2013 PREGHIERA DEL MATTINO Tema della giornata: Come onesti cittadini Sac.: Nel nome del Padre… Il giovane cristiano, che si è scoperto discepolo e custode di una grande Gioia, è chiamato ad impegnarsi nel mondo come onesto cittadino, lasciandosi ispirare, nei pensieri e nelle opere, dal Vangelo di Cristo. Canto: Creati per te (n° 14) Cantico (Ger 31, 10-14) – si alternano solista e assemblea Ascoltate, genti, la parola del Signore, annunciatela alle isole più lontane e dite: “Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come un pastore il suo gregge”. Perché il Signore ha riscattato Giacobbe, lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui. Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion, andranno insieme verso i beni del Signore, verso il grano, il vino e l’olio, i piccoli del gregge e del bestiame. Saranno come un giardino irrigato, non languiranno più. La vergine allora gioirà danzando e insieme i giovani e i vecchi.
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“Cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni. Nutrirò i sacerdoti di carni prelibate e il mio popolo sarà saziato dei miei beni”. Insieme: Gloria al Padre... Parola di Dio – Fil 1, 27-30 Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo perché, sia che io venga e vi veda, sia che io rimanga lontano, abbia notizie di voi: che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo per loro è segno di perdizione, per voi invece di salvezza, e ciò da parte di Dio. Perché, riguardo a Cristo, a voi è stata data la grazia non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, sostenendo la stessa lotta che mi avete visto sostenere e sapete che sostengo anche ora. Rileggi il Salmo e la Parola di Dio, sottolinea l’espressione che ti colpisce maggiormente e, alla luce di questa, prendi un proposito per questa giornata. ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Preghiamo - a cori alterni, maschi e femmine Respira in me tu, Santo Spirito, perché siano santi i miei pensieri. Spingimi tu, Santo Spirito, perché siano sante le mie azioni. Attirami tu, Santo Spirito, perché ami le cose sante. Fammi forte tu, Santo Spirito, perché difenda le cose sante. Difendimi tu, Santo Spirito, 161
perché non perda mai la tua Sapienza. (Sant’Agostino) Padre nostro Orazione O Dio, nostra salvezza, che ci hai fatto figli della luce, guidaci nel nostro cammino, perché diventiamo operatori di verità e testimoni del tuo Vangelo. Per il nostro Signore. Benedizione del sacerdote e congedo Canto finale: Padre maestro ed amico (n° 45)
LAVORO DI GRUPPO Lo zaino del “buon cristiano e onesto cittadino” Secondo te, quali sono le cose che un buon cristiano e onesto cittadino non dovrebbe mai lasciare a casa?
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Dopo tanto riflettere voglio rimboccarmi le maniche! Puoi scrivere qui quello che, tornando a casa, vuoi impegnarti a fare per essere un vero testimone della Gioia! Mi impegno a: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................
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Presentazione tavola rotonda Come onesti cittadini Nella stanza di Don Bosco era appeso al muro un cartello con sopra scritto: Da mihi animas, cetera tolle. Diventare santi evoca la vocazione dell’uomo a realizzare interamente la propria chiamata: crescere umanamente fino ad essere pienamente a immagine e somiglianza di Dio. Tuttavia la salvezza e il miglioramento dell’anima corrispondono ad un atto libero da parte dell’uomo; cioè ad un atto che ogni giovane ed ognuno di noi deve fare personalmente. Per Don Bosco l’educazione è la leva principale per attuare questo compito e l’oratorio è la struttura che gli offre la possibilità di realizzarlo. Guardando indietro alle prime esperienze di lavoro con i giovani, Don Bosco esprime la sua intuizione nei termini seguenti: «Fu allora che io toccai con mano, che i giovanetti usciti dal luogo di punizione, se trovano una mano benevola, che di loro si prenda cura, li assista nei giorni festivi, studi di collocarli a lavorare presso di qualche onesto padrone, e andandoli qualche volta a visitare lungo la settimana, questi giovanetti si davano ad una vita onorata, dimenticavano il passato, divenivano buoni cristiani ed onesti cittadini. Questo è il primordio del nostro Oratorio».Per Don Bosco Ad ogni giovane deve essere data la possibilità di crescere diventando persona responsabile ed impegnata nella società e capace di assumere la cura della propria persona e del prossimo. Ciò va inseparabilmente con il vivere e l’agire da cristiano. “Buoni cristiani e onesti cittadini, futuri abitanti del cielo”: nei giorni precedenti corso di questi giorni, le dimensioni di questa felice espressione di D. Bosco, sono state oggetto di studio e di meditazione. abbiamo cercato di percorrere ogni dimensione di questa felice formula di don Bosco. In questa giornata del Oggi 14 agosto, alla vigilia del pellegrinaggio verso il Colle delle Beatitudini Giovanili dove incontreremo il nono successore di Don Bosco, vogliamo fermarci a riflettere sul nostro essere Testimoni della Gioia “come onesti cittadini”. Sono oggi qui Abbiamo con noi a Torino cinque ospiti provenienti, come noi, da diverse città italiane, ognuno di loro con un bagaglio di 164
esperienze specifico nel campo dell’onesta cittadinanza: dall’impegno per l’educazione a quello per la legalità, per l’economia, per la cultura. Con il loro supporto rifletteremo e ci interrogheremo sul nostro essere onesti cittadini, latori di diritti e doveri in una società italiana ed europea soggetta a continue mutazioni. Ci domandiamo: è possibile, ed eventualmente in che modo, essere Testimoni della Gioia in un tempo di crisi? I nostri ospiti ci aiuteranno a rispondere e noi li ascolteremo con attenzione nella prima parte della Tavola Rotonda. Dopo una breve pausa, saranno raccolte le domande che ognuno di noi presenterà vorrà sottoporre ad uno o più ospiti per un’occasione di confronto. Nel pomeriggio il confronto continuerà nei lavori di gruppo per fasce d’età. Nel 1884, in un tempo diverso ma altrettanto difficile, papa Leone XIII dichiarò a Don Bosco: “Voi avete la missione di far vedere al mondo che si può essere buon cattolico e nello stesso tempo buono e onesto cittadino”. Come giovani e animatori del MGS, siamo ancora coerenti a questo mandato? È una domanda che attende risposte e soluzioni concrete dalla vita di ognuno di noi e del MGS stesso.
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OSPITI
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SANTA MESSA Canti:
Ingresso: Popoli tutti Kyrie Alleluia Offertorio: Servo per amore Santo Pace: Pace a voi Agnello di Dio Comunione: Verbum panis Nella tua presenza Tu sei Conclusione: Padre, maestro ed amico
(n° 47) (n° 30) (n° 03) (n° 61) (n° 55) (n° 44) (n° 01) (n° 68) (n° 42) (n° 66) (n° 45)
INTRODUZIONE Il Vangelo che ascolteremo in questa celebrazione eucaristica racchiude parole preziose, parole così belle che non possiamo fare a meno di ripetere a voce alta: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”. Il Maestro e Signore parla di noi, di noi qui riuniti insieme nel suo nome! Ci assicura che è qui, è presente! Chiediamo a Dio Padre la grazie di vivere in questa eucaristia un’incontro profondo con Cristo Gesù presente nella Parola e nel Pane. Prima Lettura: Dt 34, 1-12 Salmo Responsoriale: dal salmo 65 (66) Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18, 15-20) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 168
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Preghiera dei fedeli Con fiducia filiale innalziamo la nostra preghiera a Dio Padre che ascolta la voce dei piccoli e ama l’umiltà del cuore. Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci, o Signore. 1. Perché la Chiesa, nata dal sangue del Cristo e fecondata dalla testimonianza dei martiri, continui a mostrare al mondo la forza insuperabile dell’amore. Preghiamo 2. Perché il ricordo delle sofferenze provocate dall’odio e dalla violenza, allontani gli uomini da ogni guerra e li aiuti a crescere nell’unione e nella pace. Preghiamo 3. Perché nelle famiglie che desiderano rafforzare la propria vita cristiana, ritorni sincera la devozione a Maria, tanto diffusa e personalmente vissuta da san Massimiliano Kolbe. Preghiamo 4. Perché noi qui presenti, confidando nell’esempio dei martiri, cresciamo nella consapevolezza che la migliore testimonianza della fede consiste nell’amore vicendevole fino al dono totale di sé. Preghiamo 5. Accogli, o Signore, queste nostre preghiere. Tu che dai l’eroismo ai martiri, dona costanza di impegno a tutti i cristiani per il bene dei fratelli. Per Cristo nostro Signore.
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PREGHIERA DELLA SERA Sac.: Nel nome del Padre… Breve monizione di chi presiede Dalla lettera di S. Paolo Apostolo ai Filippesi (Fil 1, 27-30) Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo perché, sia che io venga e vi veda, sia che io rimanga lontano, abbia notizie di voi: che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo per loro è segno di perdizione, per voi invece di salvezza, e ciò da parte di Dio. Perché, riguardo a Cristo, a voi è stata data la grazia non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, sostenendo la stessa lotta che mi avete visto sostenere e sapete che sostengo anche ora. Esame di coscienza Rileggo la Parola di Dio Come ho cercato di viverla oggi? Mi sono ricordato di ripetere qualche volta, nel corso della giornata, l’espressione che mi ha maggiormente colpito? ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Ripenso alla giornata di oggi: Ho mantenuto fede all’impegno preso questa mattina? ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ 170
Richiesta di perdono
[Due solisti si alternano nella recita del Salmo, ogni tre strofe viene cantato il ritornello: Misericordias domini in aeternum cantabo]
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto: così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio. Rit. Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore mi insegni la sapienza. Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Rit. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito.
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Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza: la mia lingua esalterà la tua giustizia. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode. Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti. Rit. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. Nella tua bontà fa’ grazia a Sion, ricostruisci le mura di Gerusalemme. Allora gradirai i sacrifici legittimi, l’olocausto e l’intera oblazione; allora immoleranno vittime sopra il tuo altare. Rit. Orazione Signore Gesù Cristo mite e umile di cuore, che rendi soave il giogo e lieve il peso dei tuoi fedeli, accogli i propositi e le opere di questa giornata e fa’ che il riposo della notte ci renda più generosi nel tuo servizio. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Sac.: Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. Amen 172
Ringraziamo il nostro Salvatore che ha assunto accanto a sĂŠ, nella gloria, Maria sua Madre. A Lei, mediatrice potente, ci affidiamo con fiducia. Preghiamo insieme: Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta
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Giovedì 15 agosto 2013 (Solennità dell’Assunta)
PREGHIERA DEL MATTINO Tema della giornata: Nel mondo ma non del mondo Sac.: Nel nome del Padre… La Santità è il sogno di Don Bosco per i propri giovani ed è il sogno del Signore su ciascuno di noi. Il Paradiso è la meta di un’esistenza vissuta nell’allegria e nell’impegno, nella fiducia in Dio e nello spirito di sacrificio. Maria, di cui oggi celebriamo l’Assunzione, intercede per noi e ci attende tutti in Cielo. Vogliamo, oggi, abbandonarci fiduciosi tra le sue mani. Canto: Popoli tutti (n° 47) Cantico (Isaia 52, 7-10) – a cori alterni Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”. Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore a Sion. Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, 174
ha riscattato Gerusalemme. Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutte le nazioni; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio. Insieme: Gloria al Padre... Parola di Dio – Fil 3, 17-21 Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti - ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto - si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. Rileggi il Salmo e la Parola di Dio, sottolinea l’espressione che ti colpisce maggiormente e, alla luce di questa, prendi un proposito per questa giornata. ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Preghiamo insieme O Maria, Vergine potente, tu grande illustre presidio della Chiesa; tu aiuto meraviglioso dei Cristiani; tu terribile come esercito schierato a battaglia; tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo; tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
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difendici dal nemico e nell’ora della morte accogli l’anima nostra in Paradiso! Amen (San Giovanni Bosco) Padre nostro Orazione O Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. Per il nostro Signore. Benedizione del sacerdote e congedo. Canto finale: La mia anima canta (n° 33)
PER IL LAVORO DI GRUPPO
Al termine di questo confronto mi fermo a pensare: · Il Signore ha parlato al mio cuore? Come? Quando? (Sabato 10 agosto 2013 - Come discepoli nel Signore - “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”) · Quanto sento più forte la mia Fede? (Sabato 10 agosto 2013 - Come discepoli nel Signore - “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”) · In che modo ho fatto esperienza della Gioia in questi giorni di confronto? Qual è stata l’esperienza più forte che ho vissuto? (Domenica 11 agosto 2013 - Alla sorgente della Gioia - “Siate sempre lieti nel Signore”) · Ho individuato degli aspetti di “non gioia” che voglio allontanare dal mio stile di vita: ho iniziato questo lavoro di distacco già in questi giorni? Cosa ho provato? (adolescenti - Domenica 11 agosto 2013 - Alla sorgente della Gioia - “Siate sempre lieti nel Signore”) 176
· Mi è stato suggerito di sperimentare una “gioia nuova”. Come mi sono sentito? Cosa ho provato? (giovani - Domenica 11 agosto 2013 Alla sorgente della Gioia - “Siate sempre lieti nel Signore”) · Ho vissuto da testimone inviato dal Signore? (Lunedì 12 agosto 2013 Cristiani nel quotidiano - “Risplendete come astri nel mondo”) · Così come don Bosco ha fatto a suo tempo, come posso io vivere da testimone nel quotidiano? Cosa mi suggerisce il Signore?(Lunedì 12 agosto 2013 - Cristiani nel quotidiano - “Risplendete come astri nel mondo”) · Mi affido a Gesù? Quanto forte è la paura di spendermi per gli altri attraverso di Lui? (Martedì 13 agosto 2013 - Un cuore tutto per Dio “Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno”) · Cosa cambia tornando a casa nel mio modo di vivere e di guardare alla vita? (Mercoledì 14 agosto 2013 - Come onesti cittadini - “Comportatevi dunque in modo degno del Vangelo di Cristo”) · In cosa mi ha cambiato questa esperienza di Confronto? (Giovedì 15 agosto 2013 - Nel mondo ma non del mondo - “La nostra patria invece è nei cieli”) Voglio chiedere al RM: ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________
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SANTA MESSA Canti:
Ingresso: Dall’aurora al tramonto Kyrie Alleluia Offertorio: Ecco il pane Santo Pace: Pace a voi Agnello di Dio: Comunione: Te al centro del mio cuore Mi basta la tua grazia Il canto dell’amore Conclusione: Lodate il Signore
(n° 15) (n° 31) (n° 02) (n° 20) (n° 55) (n° 44) (n° 01) (n°64) (n° 38) (n° 27) (n° 34)
Introduzione Maria è la nostra “mamma del cielo” e ci fa respirare “aria di paradiso”; ci accompagna nella via della santità aiutandoci a vivere in pienezza il nostro quotidiano con lo sguardo rivolto a Dio. Maria, donna in cammino su questa terra fino alle altezze del cielo, con il suo coraggioso “sì” ha permesso a Dio di farsi uomo e di abitare tra noi. Don Bosco la indica come guida, maestra e madre, e noi, guardando a lei, in questa solenne eucaristia vogliamo ringraziare il Signore per averla scelta e per avercela donata. Lasciamoci proteggere dal suo manto e condurre all’incontro col Figlio suo, fonte della vera gioia. Prima lettura Ap 11,19; 12,1-6.10 Salmo responsoriale: dal salmo 44 Seconda lettura: 1Cor 15,20-26
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-56) In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Preghiera dei fedeli Rivolgiamo la nostra preghiera a Cristo Signore che ha voluto esaltare Maria con la sua assunzione al cielo in anima e corpo.
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Preghiamo insieme dicendo: Signore Gesù, ascolta la nostra preghiera. 1L Signore Gesù, Figlio di Dio che hai scelto una giovane donna di Nazaret, Maria, come tua madre, 2L accompagna il cammino della Chiesa perchè sappia testimoniare a tutti i giovani il vangelo della gioia. Preghiamo 1L Signore Gesù, Figlio di Dio, che ci vuoi felici nel tempo e nell’eternità, 3L aiutaci a vivere in pienezza e con impegno il nostro quotidiano in famiglia, a scuola, all’oratorio, tra gli amici, e a condividere tutti i doni che hai fatto a ciascuno di noi. Preghiamo 1L Signore Gesù, Figlio di Dio che ti sei fatto uomo per abitare tra noi, 4L rendici attenti e disponibili verso le persone che hanno bisogno del nostro aiuto, che vivono momenti di prova e sofferenza. Preghiamo 1L Signore Gesù, Figlio di Dio che chiami ciascuno di noi alla santità, 5L insegnaci a guardare a Maria, “donna del si”, per rispondere coraggiosamente alla tua chiamata, in piena disponibilità alla tua volontà. Preghiamo 1L Signore Gesù, Figlio di Dio che ci hai donato Maria come Madre, 6L guarda alle nostre famiglie, ai salesiani e alle Figlie di Maria Ausiliatrice, agli educatori e a quanti ci accompagnano nel cammino della vita, perché siano testimoni autentici della bellezza di un’ esistenza vissuta in amicizia con Te. Preghiamo Cristo Gesù, che hai incoronato Maria Regina dell’universo e l’hai posta alla tua destra, sostienici lungo il cammino verso la meta celeste e conduci ciascu¬no di noi là dove ella è già arrivata. 180
Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Preghiera a Maria (al termine della comunione) O Maria, Aiuto dei Cristiani, nelle nostre necessità ci rivolgiamo a te con occhi di amore, con mani libere e cuori ardenti. Ci rivolgiamo a te per poter vedere il tuo Figlio, nostro Signore. Innalziamo le mani per avere il Pane della Vita. Spalanchiamo i cuori per ricevere il Principe della Pace. Madre della Chiesa, i tuoi figli e figlie ti ringraziano per la tua parola affidabile che risuona lungo i secoli, innalzandosi da un’anima vuota resa colma di grazia, preparata da Dio per accogliere la Parola data al mondo, affinché il mondo stesso possa rinascere. In te, il regno di Dio è albeggiato, un regno di grazia e di pace, di amore e di giustizia, sorto dalle profondità della Parola fatta carne. La Chiesa in tutto il mondo si unisce a Te nel dar lode a Lui la cui misericordia si estende di generazione in generazione. Aiuto dei Cristiani, proteggici! Luminosa Stella del Mare, guidaci! Nostra Signora della Pace, prega per noi! (Giovanni Paolo II)
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PELLEGRINAGGIO “Maria, vi dono il mio cuore, fate che sia sempre vostro” san Domenico Savio Guida - O Dio, vieni a salvarmi. Tutti - Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre... Canto: Salve Regina (n° 54)
Primo Mistero
Guida - Primo mistero della luce: Gesù è battezzato nel Giordano Dal Vangelo secondo Marco (1,7-11) In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Dalla vita di san Domenico Savio: “Erano sei mesi che Domenico Savio abitava all’Oratorio quando venne fatta una predica sulla facilità di farsi santo. Il predicatore si fermò specialmente a sviluppare tre pensieri che fecero una profonda impressione sull’animo di Domenico, vale a dire: è volontà di Dio che ci facciamo tutti santi; è molto facile riuscirvi; c’è un grande premio preparato in cielo a chi si fa santo. Quella predica per Domenico fu come una scintilla che infiammò tutto il suo cuore di amore per Dio. Per qualche giorno non disse nulla, ma era meno allegro del solito, se ne accorsero i compagni e me ne accorsi anch’io. Pensando che ciò nascesse da un nuovo problema di salute, gli chiesi se pativa qualche male. «Anzi, mi rispose, patisco qualche bene». «Che vorresti dire?». «Voglio dire che sento il desiderio e il bisogno di farmi santo: non pensavo di poter diventare santo con tanta facilità; ma ora che ho 182
capito che ciò si può fare anche stando allegro, io voglio assolutamente, ed ho assolutamente bisogno di farmi santo. Mi dica dunque cosa devo fare per cominciare questa impresa». Lodai il proposito, ma lo esortai a non inquietarsi, perché nelle emozioni dell’animo non si conosce la voce del Signore; anzi volevo per prima cosa una costante e moderata allegria: e consigliandolo ad essere fedele ai suoi doveri di pietà e di studio, gli raccomandai che non dimenticasse di partecipare sempre alla ricreazione con suoi compagni. Guida - Con il battesimo si apre per ognuno di noi la strada per la santità. Tutti - Aiutaci Maria ad impegnarci come Domenico Savio “ad essere tutti del Signore”. Guida - Preghiamo per tutti noi e per le nostre famiglie Padre nostro… Ave Maria… Gloria… Rit:
Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum Magnificat, magnificat, magnificat anima mea.
Secondo Mistero
Guida - Secondo mistero della luce: Gesù si rivela alle nozze di Cana Dal Vangelo secondo Giovanni (2, 1-11) Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre disse ai servi: «Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»
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e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Dalla vita di san Domenico Savio: Era il primo lunedì d’ottobre di buon mattino, quando vidi un fanciullo accompagnato da suo padre che si avvicinava per parlarmi. Il suo volto contento, l’aria gioiosa, ma rispettosa, portarono verso di lui il mio sguardo. - Chi sei, gli dissi, da dove vieni? - Io sono, rispose, Savio Domenico, di cui le ha parlato D. Cugliero mio maestro, e veniamo da Mondonio. Allora lo chiamai da parte, e dopo aver parlato dei suoi studi, e del suo stile di vita, siamo subito entrati in piena confidenza. Riconobbi in quel giovane un animo secondo lo spirito del Signore e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la Grazia divina aveva già operato in così tenera età. Dopo un ragionamento prolungato, prima che io chiamassi il padre, mi disse queste precise parole: «Ebbene che gliene pare? mi condurrà a Torino per studiare?». - Eh! mi pare che ci sia buona stoffa. - A che può servire questa stoffa? - A fare un bell’abito da regalare al Signore. - Dunque io sono la stoffa; lei ne sia il sarto; dunque mi prenda con lei e farà un bell’abito per il Signore. - Io temo che la tua gracile costituzione non regga per lo studio. - Non tema questo; quel Signore che mi ha dato finora salute e grazia, mi aiuterà anche per l’avvenire. - Ma quando tu terminerai lo studio del latino, che cosa vorresti fare? - Se il Signore mi concederà tanta grazia, desidero ardentemente 184
diventare sacerdote. - Bene: ora voglio provare se hai sufficiente capacità per lo studio: prendi questo libretto (era un fascicolo delle Letture cattoliche), quest’oggi studia questa pagina, domani ritornerai per ripetermela. Detto ciò lo lasciai libero di andare a giocare con altri giovani, quindi mi misi a parlare col padre. Passarono non più di otto minuti, quando ridendo si avanza Domenico e mi dice: «Se vuole, le ripeto adesso la mia pagina». Presi il libro e con mia sorpresa vidi che non solo aveva letteralmente studiato la pagina assegnata, ma che comprendeva benissimo il senso di ciò che vi era scritto. - Bravo, gli dissi, tu hai anticipato lo studio della tua lezione ed io anticipo la risposta. Sì, ti condurrò a Torino e fin d’ora sei annoverato tra i miei cari figliuoli, comincia anche tu fin d’ora a pregare Dio, perché aiuti me e te a fare la sua santa volontà. Guida - A Cana, Maria disse ai servi: “fate quello che Gesù vi dirà”. Tutti - Maria ci affidiamo a te, sicuri che farai della nostra vita un bell’abito per il tuo Gesù. Guida - Preghiamo per chi ci guida e accompagna: Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Coopertori, educatori . Padre nostro… Ave Maria… Gloria… Rit:
Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum Magnificat, magnificat, magnificat anima mea.
Terzo mistero
Guida - Terzo mistero della luce, Gesù annuncia il Regno di Dio e invita alla conversione Dal Vangelo secondo Marco (1, 14-15) Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.
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Dalla vita di san Domenico Savio: Due suoi compagni di scuola iniziarono a litigare in modo piuttosto animato. Il litigio cominciò per alcune parole negative che si dissero a vicenda sulle loro famiglie. Dopo alcuni insulti si sfidarono a colpi di pietra. Domenico venne a sapere della sfida; ma come impedirla, essendo i due rivali più grandi di forze e di età? Dio lo inspirò a fare così. Li attese dopo la scuola, e come poté parlare ad entrambi da soli, disse: - Poiché persistete nella vostra bestiale divisione, vi prego almeno di voler accettare una condizione - L’accettiamo, risposero, purché non impedisca la nostra sfida - La condizione che sto per mettervi non impedisce la sfida, disse Domenico - Qual è questa condizione? - Vorrei dirvela nel luogo dove volete sfidarvi a sassate. - Tu ci prendi in giro, oppure stai pensando di metterci qualche impedimento. - Sarò con voi, e non vi prenderò in giro; state tranquilli. - Allora vorrai andare a chiamare qualcuno. - Dovrei farlo, ma non lo farò; andiamo, io sarò con voi. Mantenete soltanto la parola data. Glielo promisero; andarono nei prati della Cittadella vicino di Porta Susa. Giunti al luogo stabilito, Domenico lasciò che si mettessero ad una certa distanza; avevano già le pietre in mano, cinque ciascuno, quando Domenico parlò così: «Prima di iniziare la vostra sfida voglio che rispettiate la condizione accettata». Ciò dicendo trasse fuori il piccolo crocifisso, che aveva al collo, e tenendolo in una mano, «voglio, disse, che ciascuno fissi questo crocifisso, poi, gettando una pietra contro di me, pronunci a chiara voce queste parole: Gesù Cristo innocente morì perdonando ai suoi crocifissori, io peccatore voglio offenderlo e fare una solenne vendetta». Detto ciò andò ad inginocchiarsi davanti a colui che si mostrava più infuriato dicendo: «Fa’ il primo colpo sopra di me: tira una forte sassata sul mio capo». Costui, che non si aspettava simile proposta, cominciò a tremare. «No, disse, e mai no. Io non ho alcuna cosa contro di te e vorrei difenderti, se qualcuno ti volesse oltraggiare». 186
Domenico, udito ciò, corse dall’altro dicendo le stesse parole. Egli pure ne fu sconcertato, e tremando diceva, che essendo suo amico, non gli avrebbe mai fatto alcun male. Allora Domenico si alzò in piedi, e, assumendo un aspetto serio e commosso, disse: «Come mai voi siete disposti ad affrontare anche un grave pericolo per difendere me, che sono una miserabile creatura, e non siete capaci di perdonarvi un insulto ed una derisione che vi siete fatta a scuola. Col perdono salvereste la vostra anima, che costò il sangue del Salvatore, e che voi andate a perdere con questo peccato?». Detto ciò tacque, tenendo sempre il crocifisso alto con la mano. A tale spettacolo di carità e di coraggio i compagni furono vinti. «In quel momento, afferma uno di loro, io fui intenerito; un freddo mi passò per le membra, e mi sentii pieno di vergogna per aver costretto un amico così buono, come era Domenico, ad usare misure estreme per impedire il nostro comportamento sbagliato. Volendogli almeno dare un segno di accoglienza, perdonai di cuore chi mi aveva offeso, e pregai Domenico di suggerirmi qualche paziente e caritatevole sacerdote per andarmi a confessare». Guida - Come Gesù Domenico invitava i compagni ad essere fedeli a Dio Padre. Tutti - Disponi, o Maria, il nostro cuore a una conversione continua. Guida Preghiamo per il Papa e per tutta la Chiesa Padre nostro… Ave Maria… Gloria… Rit:
Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum Magnificat, magnificat, magnificat anima mea.
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Quarto mistero
Guida - Quarto mistero della luce, Gesù si trasfigura sul monte Tabor Dal Vangelo secondo Luca (9, 28-35) Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo». Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Dalla vita di san Domenico Savio: Più volte andando in chiesa, specialmente nel giorno in cui Domenico faceva la santa comunione oppure era esposto il santissimo Sacramento, lui restava come rapito dai sensi, al punto che lasciava passare molto tempo se non veniva chiamato per compiere i suoi doveri. Un giorno accadde che mancò dalla colazione, dalla scuola, e persino dal pranzo, e nessuno sapeva dove fosse; nello studio non c’era, a letto nemmeno. Riferita al direttore tal cosa, pensò che fosse in chiesa, poiché già altre volte era accaduto. Entrò in chiesa, andò in coro e lo vide là fermo come un sasso. Egli teneva un piede sull’altro, una mano appoggiata sul leggio dell’antifonario, l’altra sul petto con la faccia fissa e rivolta verso il tabernacolo. Non muoveva palpebra. Lo chiamò, non risponde. Lo scosse, e allora Domenico gli volse lo sguardo e disse: «Oh è già finita la messa?». «Vedi, soggiunse il direttore, mostrandogli l’orologio, sono le due». Egli domandò perdono per la trasgressione delle regole di casa, ed il direttore lo mandò a pranzo, dicendogli: «Se qualcuno ti dirà: da 188
dove vieni? Risponderai che stavi eseguendo una mia richiesta». Fu detto questo per evitare le domande inopportune, che forse i compagni avrebbero fatto. Guida - Gesù, uomo come noi, rivela ai discepoli la gloria e il mistero della sua divinità. Tutti - Insegnaci, o Maria, sull’esempio di san Domenico Savio, a contemplare il Signore Gesù per imitarlo. Guida Preghiamo per tutti i componenti della nostra scuola Padre nostro… Ave Maria… Gloria… Rit:
Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum Magnificat, magnificat, magnificat anima mea.
Quinto mistero
Guida - Quinto mistero della luce, Gesù istituisce l’Eucaristia Dal Vangelo secondo Marco (14, 22-25) Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio». Dalla vita di san Domenico Savio: Al mattino del giorno della sua prima Comunione si alzò per tempo e, vestitosi dei suoi abiti più belli, andò in chiesa che trovò ancor chiusa. S’inginocchiò, come già aveva fatto altre volte, sul portone della chiesa e pregò finché giunsero gli altri fanciulli e la porta fu aperta. Tra le confessioni, preparazione e ringraziamento della comunione la funzione durò cinque ore. Domenico entrò per primo in chiesa e ne usci per ultimo. In tutto quel tempo egli non sapeva più se fosse in cielo o in terra. Per lui quel giorno fu memorabile. Parecchi anni dopo quando
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parlava della sua prima comunione, gli si vedeva ancor trasparire la più viva gioia sul volto. «Oh! quello, soleva dire, fu per me il più bel giorno ed un gran giorno». Si scrisse alcuni ricordi che conservava gelosamente in un libro di devozione e che spesso leggeva. Io ho potuto averli tra le mani e li inserisco qui nella loro originale semplicità. Erano di questo livello: «Ricordi fatti da me, Savio Domenico l’anno 1849 quando ho fatta la prima comunione all’età di 7 anni. 1° Mi confesserò molto sovente e farò la comunione tutte le volte che il confessore mi darà il permesso. 2° Voglio santificare i giorni festivi. 3° I miei amici saranno Gesù e Maria. 4° La morte, ma non peccati». Questi ricordi, che spesso andava ripetendo, furono come la guida delle sue azioni sino alla fine della vita. Guida - Gesù, realmente presente nell’Eucaristia, è il nostro cibo nel cammino verso la vita eterna. Tutti - Aiutaci, Maria, a donare la vita ai fratelli come ha fatto Gesù nel pane spezzato. Guida - Preghiamo per tutta l’umanità e per il dono della pace Padre nostro… Ave Maria… Gloria… Rit:
Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum Magnificat, magnificat, magnificat anima mea.
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Litanie e conclusione Guida - Signore, pietà. Tutti - Signore, pietà. Guida - Cristo, pietà. Tutti - Cristo, pietà. Guida - Signore, pietà. Tutti - Signore, pietà. Canto: Ave Maria (n° 7) Guida - Prega per noi, santa Madre di Dio, Tutti - e saremo degni delle promesse di Cristo. Guida - Preghiamo: Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro, di godere sempre la salute del corpo e dello spirito e per la gloriosa intercessione di Maria Santissima, sempre vergine, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore. Tutti - Amen. Tutti - Sotto la tua protezione Cerchiamo rifugio Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
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VEGLIA DI ADORAZIONE Chiamati ad essere Testimoni della Gioia Canto iniziale: Jesus Christ (n° 28) Sac. Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo. T. Amen Sac. La grazie del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. T. E con il tuo Spirito Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri! Formammo una specie di gruppo, e lo battezzammo Società dell’Allegria. Il nome fu indovinato, perché ognuno aveva l’impegno di organizzare giochi, tenere conversazioni, leggere libri che contribuissero all’allegria di tutti. Era vietato tutto ciò che produceva malinconia, specialmente la disobbedienza alla legge del Signore. (Dalle memorie dell’Oratorio di San Giovanni Bosco) Guida: I diversi colori esprimono la gioia, quella gioia di cui vogliamo diventare testimoni autentici. Affidiamo insieme questo nostro desiderio al Signore: 1L
Gioia del cuore, gioia prorompente, gioia condivisa, gioia che trasforma, perché nasce da un cuore che è certo di essere amato, custodito e perdonato. 192
T 2L T 3L T
Gioia che è frutto di un cammino! Signore, Don Bosco faceva sperimentare ai suoi ragazzi la vita come festa e la fede come felicità. A Valdocco tutto “parlava” di Te. Aiutaci, sull’esempio di don Bosco, ad annunciare il vangelo della gioia ad ogni giovane che ci affidi. Festa, anticipazione del Paradiso Festa, frutto di un cuore che sa amare Festa per una Madre che accompagna il cammino Festa che sgorga dalla gioia nel servizio ai più piccoli Signore aiutaci a vivere una festa che non stordisce ma che è incontro di amicizia vera e nasce dalla gioia di un cuore perdonato! Gioia incontenibile che nel cortile, nel gioco, nel canto e attraverso le doti di ciascuno trova la piena espressione. Signore ti ringraziamo per ciò che siamo, per i nostri talenti, per le nostre doti, donaci di valorizzare ogni tuo dono.
Sac. Ci sentiamo chiamati in prima persona a vivere e testimoniare la gioia dell’incontro con Te, Signore, che desideri la nostra felicità. Sappiamo che non è facile e sentiamo di non riuscirci da soli, per questo vogliamo affidarci a te questa sera. Don Bosco la sera del 30 maggio 1862 raccontò un sogno molto significativo dove vengono indicate le colonne su cui deve aggrapparsi la Chiesa e la nostra vita: Maria e l’Eucaristia.
MARIA… donna della GIOIA In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sopra di una vi è la statua della Vergine Immacolata…
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Dal vangelo secondo Luca In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore». Bisogna dirlo, la devozione verso la Beata Vergine è il sostegno di ogni fedele cristiano. Il nostro Magone conobbe questa importante verità, ed ecco come provvidenzialmente lo scoprì. Un giorno gli fu regalata un’immagine della Beata Vergine in fondo alla quale fondo era scritto: “Venite o figliuoli, ascoltatemi, io vi insegnerò il santo timor di Dio”. Egli cominciò a riflettere seriamente su questo invito. Iniziò pertanto a fare costantemente alcuni fioretti di Colei che incominciò ad onorare con il titolo di Madre celeste e divina maestra. Perdonava volentieri qualunque offesa in onore di Maria. Freddo, caldo, dispiaceri, stanchezza, sete, sudore e simili difficoltà delle stagioni erano altrettanti fioretti che egli con gioia offriva a Dio per mano della sua pietosa madre celeste. Prima di mettersi a studiare, a scrivere in camera o nella scuola, tirava fuori da un libro un’immagine di Maria, nel cui bordo era scritto questo verso: “Vergine Madre, assistetemi sempre negli studi miei». Si affidava sempre a lei all’inizio di ogni suo impegno. (Dalle memorie dell’Oratorio di San Giovanni Bosco) Sac: Affidiamo il nostro cammino a Maria, perché ci custodisca e ci accompagni: dB: 1L
O Maria Vergine potente Vergine trasparenza di Dio Vergine segno di chi ama totalmente Vergine forte contro ogni insidia del male, 194
dB: 2L dB: 3L dB: 3L dB: 4L T.
O Maria aiuto dei cristiani, Tu terribile come esercito schierato a battaglia Tu accanto al nostro lottare quotidiano Tu madre forte che previeni le nostre cadute Tu doni il Sole che vince ogni tenebra Tu che hai custodito Gesù e ci hai donato la Luce che illumina ogni giorno Tu nelle angosce e lotte della vita Tu nei pericoli difendici dal nemico Tu nostro scudo riparo da ogni pericolo Tu nell’ora della morte, accoglici in Paradiso Tu guida nel viaggio della vita Tu che ci insegni a vivere e testimoniare nel quotidiano la gioia tenendo lo sguardo sempre rivolto al cielo Santa Maria, che hai vissuto in pienezza ogni istante della tua vita, insegnaci ad amare il tempo che ci viene donato. Sostienici quando la fatica sembra più grande di noi e non vorremmo portarla. Incoraggiaci quando la tristezza entra nella nostra vita e indicaci sempre la presenza di Gesù in famiglia, a scuola, all’oratorio, perché ogni nostro giorno diventi luogo per vivere la santità.
CANTO: Ave Maria (n° 7)
L’EUCARISTIA FONTE della GIOIA Sull’altra colonna che è molto più alta e grossa, sta l’Eucaristia. Dal vangelo secondo Luca Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo
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spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». Un giorno accadde che mancò dalla colazione, dalla scuola, e persino dal pranzo, e nessuno sapeva dove fosse; nello studio non c’era, a letto nemmeno. Riferita al direttore tal cosa, pensò che fosse in chiesa, poiché già altre volte era accaduto. Entrò in chiesa, andò in coro e lo vide là fermo come un sasso. Egli teneva un piede sull’altro, una mano appoggiata sul leggio dell’antifonario, l’altra sul petto con la faccia fissa e rivolta verso il tabernacolo. Non muoveva palpebra. Lo chiamò, non risponde. Lo scosse, e allora Domenico gli volse lo sguardo e disse: «Oh è già finita la messa?». «Vedi, soggiunse il direttore, mostrandogli l’orologio, sono le due». Egli domandò perdono per la trasgressione delle regole di casa, ed il direttore lo mandò a pranzo, dicendogli: «Se qualcuno ti dirà: da dove vieni? Risponderai che stavi eseguendo una mia richiesta». Fu detto questo per evitare le domande inopportune, che forse i compagni avrebbero fatto. (Dalle memorie dell’Oratorio di San Giovanni Bosco)
ADORAZIONE EUCARISTICA Canto di esposizione: Popoli tutti (n°47) Sac: Ci affidiamo a Gesù, che è qui davanti a noi, con tutti noi stessi, aprendogli con fiducia il cuore, lasciandgli la possibilità di riempirlo con il Suo Amore. Sac 1L
Ecco il Dio con noi, Ecco il Dio che si fa dono e abita in mezzo a noi. Nella semplicità di un pane, Nella povertà di un cibo. Pane quotidiano Pane del cielo Pane del cammino Pane spezzato 196
T 2L T
Pane dell’Eucaristia Pane di Dio. Grazie Signore perché ti fai dono per noi Eucaristia sostegno per la nostra vita: Senza di Te dentro il nostro cuore il cammino si fa più duro, lo scoraggiamento ci prende, la gioia si sbiadisce, la testimonianza perde valore. Grazie Signore per il Tuo corpo, che è forza che muove l’entusiasmo, dono che fa di noi testimoni della gioia, grazia che ci conduce alla santità.
Per la riflessione personale:
Viviamo questo tempo di silenzio come un’occasione per lasciarci amare da Dio e farci provocare da Lui. I testi e le domande che seguono ci aiuteranno pregare ed a riflettere sulla nostra vita.
RESTA CON NOI, SIGNORE
“Resta con noi perché si fa sera…” Dalle parole di Benedetto XVI: Se, cari giovani, consacrerete un po’ del vostro tempo all’adorazione del SS.mo Sacramento, dalla Sorgente dell’amore, che è l’Eucaristia, vi verrà quella gioiosa determinazione di dedicare la vita alla sequela del Vangelo. Sperimenterete al tempo stesso che là dove non arrivano le nostre forze, è lo Spirito Santo a trasformarci, a colmarci della sua forza e a renderci testimoni pieni dell’ardore missionario del Cristo risorto. Anche oggi occorrono discepoli di Cristo che non risparmino tempo ed energie per servire il Vangelo. Occorrono giovani che lascino ardere dentro di sé l’amore di Dio e rispondano generosamente al suo appello pressante, come hanno fatto tanti giovani beati e santi del passato e anche di tempi a noi vicini. In particolare, vi assicuro che lo Spirito di Gesù oggi invita voi giovani ad essere portatori della bella notizia di Gesù ai vostri coetanei.
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O Signore, mi rivolgo a te dalla mia silenziosa oscurità. Mostrami la tua misericordia e il tuo amore. Fammi vedere il tuo volto, udire la tua voce, toccare il lembo del tuo mantello. Voglio amarti, parlarti e stare semplicemente alla tua presenza. Ripeti anche a me quanto hai detto ai tuoi discepoli spaventati:«Non temete, sono io!». Signore, aiutami a capire che solo tu puoi insegnarmi a pregare, solo tu puoi dare riposo al mio cuore, solo tu puoi farmi stare alla tua presenza. Spezza i muri che io ho costruito. Aiutami nei miei tentativi di fare di te il centro della mia vita interiore. Dammi la grazia della preghiera. O Signore, fammi stare alla tua presenza e gustare l’amore eterno e infinito col quale tu m’inviti ad abbandonare le mie ansie, paure e preoccupazioni. Insegnami a tenere semplicemente lo sguardo fisso su di te. Rendimi paziente e capace di crescere lentamente, in quel silenzio dove posso essere con te. Abbi pietà di me peccatore. Amen. (Henry J.M. Nouwen) MARIA: LA CHIAMATA E LA DISPONIBILITÀ ALLA RISPOSTA
“…beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” Da Adrienne Von Speyr (Maria nella redenzione): Maria mette tutto a disposizione. È lei l’eletta, colei che è stata visitata dall’Angelo, però intende il suo servizio in modo tale che per mezzo suo tutti i credenti vi siano inclusi. Dice il suo “sì” sperando 198
di pronunciarlo a nome di tutti coloro che sono disposti a credere. Lei è la piena di grazia, ma proprio quando risponde in conformità a questa grazia, desidera ritirarsi – pura ancella! – nell’anonimato del servizio. E, come unica eletta, mette a disposizione anche questo. La sua disponibilità vuole includere tutto ciò che Dio possa chiederle. Così che nella sua venga abbracciata anche la disponibilità di tutte le donne a quanto venga loro richiesto. […] Ella non pone mai limiti. Il servizio a cui è disposta riguarda tanto le realtà più intime quanto gli eventi più esteriori. […] Le cose più quotidiane, come quelle più straordinarie, stanno perfettamente sullo stesso piano, perché ogni confine è cancellato. È inutile cercare una distinzione, perché la Madre è semplicemente e pienamente ancella, e tutto in lei è volto a corrispondere alle aspettative del Signore. […] Maria è puro servizio: 1. Un servizio puramente casuale e anonimo, così da poter cedere il posto (senza tenerlo minimamente chiuso e occupato) a chiunque voglia a propria volta servire; tutto ciò che in Maria è privilegio, tutto ciò che noi non abbiamo, è per lei, conformemente al suo essere ancella, del tutto secondario; 2. Un servizio che persevera nell’obbedienza all’angelo, al Signore e, ciò che più conta, in un’obbedienza che entra in quella del Signore e forma con essa una cosa sola; 3. Un servizio senza limiti, senza accenti da nessuna parte, dove tutto, corpo e anima, gioventù e vecchiaia, maternità, sponsalità e così via, viene messo in gioco come il Signore preferisce. Maria mette tutto a disposizione del Signore. • Cosa sono disposto a mettere nelle sue mani? • Da chi mi sto facendo aiutare per capire cosa Lui vuole per la mia vita? IL SERVIZIO E LA TESTIMONIANZA
“La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini” Dalle parole di Benedetto XVI: La gioia profonda è frutto dello Spirito Santo che ci rende figli di Dio, capaci di vivere e di gustare la sua bontà, di rivolgerci a Lui con
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il termine “Abbà”, Padre (cfr. Rm 8, 15). La gioia è segno della sua presenza e della sua azione in noi. Cari amici, vorrei esortarvi ad essere missionari della gioia. Non si può essere felici se gli altri non lo sono: la gioia quindi deve essere condivisa. Andate a raccontare agli altri giovani la vostra gioia di aver trovato quel tesoro prezioso che è Gesù stesso. Non possiamo tenere per noi la gioia della fede: perché essa possa restare in noi, dobbiamo trasmetterla. San Giovanni afferma: “Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi... Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena” (1 Gv 1, 3-4). A volte viene dipinta un’immagine del Cristianesimo come di una proposta di vita che opprime la nostra libertà, che va contro il nostro desiderio di felicità e di gioia. Ma questo non risponde a verità! I cristiani sono uomini e donne veramente felici perché sanno di non essere mai soli, ma di essere sorretti sempre dalle mani di Dio! Spetta soprattutto a voi, giovani discepoli di Cristo, mostrare al mondo che la fede porta una felicità e una gioia vera, piena e duratura. E se il modo di vivere dei cristiani sembra a volte stanco ed annoiato, testimoniate voi per primi il volto gioioso e felice della fede. Il Vangelo è la “buona novella” che Dio ci ama e che ognuno di noi è importante per Lui. Mostrate al mondo che è proprio così! Siate dunque missionari entusiasti della nuova evangelizzazione! Cari amici, la gioia è intimamente legata all’amore: sono due frutti inseparabili dello Spirito Santo (cfr. Gal 5,23). L’amore produce gioia, e la gioia è una forma d’amore. Pensando ai vari ambiti della vostra vita, vorrei dirvi che amare significa costanza, fedeltà, tener fede agli impegni. E questo, in primo luogo, nelle amicizie: i nostri amici si aspettano che siamo sinceri, leali, fedeli, perché il vero amore è perseverante anche e soprattutto nelle difficoltà. E lo stesso vale per il lavoro, gli studi e i servizi che svolgete. La fedeltà e la perseveranza nel bene conducono alla gioia, anche se non sempre questa è immediata. Per entrare nella gioia dell’amore, siamo chiamati anche ad essere generosi, a non accontentarci di dare il minimo, ma ad impegnarci a fondo nella vita, con un’attenzione particolare per i più bisognosi. 200
Il mondo ha necessità di uomini e donne competenti e generosi, che si mettano al servizio del bene comune. Impegnatevi a studiare con serietà; coltivate i vostri talenti e metteteli fin d’ora al servizio del prossimo. Cercate il modo di contribuire a rendere la società più giusta e umana, là dove vi trovate. Che tutta la vostra vita sia guidata dallo spirito di servizio, e non dalla ricerca del potere, del successo materiale e del denaro. A proposito di generosità, non posso non menzionare una gioia speciale: quella che si prova rispondendo alla vocazione di donare tutta la propria vita al Signore. Cari giovani, non abbiate paura della chiamata di Cristo alla vita religiosa, monastica, missionaria o al sacerdozio. Siate certi che Egli colma di gioia coloro che, dedicandogli la vita in questa prospettiva, rispondono al suo invito a lasciare tutto per rimanere con Lui e dedicarsi con cuore indiviso al servizio degli altri. Allo stesso modo, grande è la gioia che Egli riserva all’uomo e alla donna che si donano totalmente l’uno all’altro nel matrimonio per costituire una famiglia e diventare segno dell’amore di Cristo per la sua Chiesa. • In cosa devo crescere perché la mia vita sia una testimonianza della gioia di essere cristiani? • Quali sono le esperienze di incontro con Gesù Cristo che ho avuto? Quale immagine mi sono fatto di Lui?
NOI….. TESTIMONI DELLA GIOIA Sac: Fin dalla sua giovinezza don Bosco ha un forte desiderio di vivere con allegria e impegno la sua vita. I ragazzi che lui ha incontrato sono stati guidati ad orientare tutta la vita in un’unica direzione: essere Santi. Questo è il sogno di don Bosco per i propri giovani ed è il sogno che il Signore ha per ognuno di noi. Viviamolo con gioia e coraggio! T.
O Signore, ci rendiamo conto che questi anni della nostra giovinezza
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hanno per noi un’importanza eccezionale. Tu, Signore, ci affidi un compito nel nostro gruppo di amici, nella nostra famiglia, nella nostra città, nel mondo, nella Chiesa: essere testimoni della gioia! Vogliamo fin d’ora impegnarci in questo! Tutto quello che siamo e che abbiamo, che sappiano ed amiamo, non vogliamo custodirlo gelosamente per noi, vogliamo condividerlo con gli altri, i vicini e i lontani. Sii sempre presente, o Signore, nel nostro impegno quotidiano, nel nostro cammino alla santità! Accanto a noi, tutti possano comprendere che solo in te troviamo la vera felicità.
Canto: Come tu mi vuoi (n° 13) Sac: Preghiamo. Donaci, o Padre, la luce della fede e la fiamma del tuo amore, perché adoriamo in spirito e verità il nostro Dio e Signore, Cristo Gesù, presente in questo santo sacramento. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. T. Amen. Canto Conclusivo: Quale gioia è star con te (n° 50) Per chi desidera l’adorazione continua nel tempio superiore
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Venerdì 16 agosto 2013 PREGHIERA DEL MATTINO Tema della giornata: Andate e testimoniate la gioia della fede Sac.: Nel nome del Padre… Giunti al termine del Confronto, facciamo tesoro di quanto vissuto e sentito in questi giorni e ringraziamo il Signore. La Gioia scoperta qui, sui luoghi di don Bosco, si radichi in noi per raggiungere le nostre famiglie e comunità, i nostri oratori e i nostri amici. Canto: Voi siete di Dio (n° 71) Salmo 100 – coralmente Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza. Riconoscete che solo il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo. Varcate le sue porte con inni di grazie, i suoi atri con canti di lode, lodatelo, benedite il suo nome; perché buono è il Signore, il suo amore è per sempre, la sua fedeltà di generazione in generazione. Parola di Dio – Fil 4, 4-9
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Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi! Rileggi il Salmo e la Parola di Dio, sottolinea l’espressione che ti colpisce maggiormente e, alla luce di questa, prendi un proposito per questa giornata. ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................
Preghiera
-si alternano due solisti Un cuore gioioso è il normale risultato di un cuore che arde d’amore. La gioia non è semplicemente una questione di temperamento. La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia è amore. E più dona chi dona con gioia. Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli, donate loro sempre un gaio sorriso; donate loro non solo le vostre premure, ma anche il vostro cuore. Può darsi che non si sia in grado di donare molto, però possiamo sempre donare la gioia che scaturisce da un cuore colmo d’amore. 204
Se nel vostro lavoro incontrate difficoltà e le accettate con gioia, con un largo sorriso, in ciò, al pari di molte altre cose, vedrete le vostre opere buone. E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine consiste nell’accettare ogni cosa con gioia. Se sarete colmi di gioia, la gioia risplenderà nei vostri occhi e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione e nel vostro appagamento. Non sarete in grado di nasconderla poiché la gioia trabocca. La gioia è assai contagiosa. Cercate, perciò, di essere sempre traboccanti di gioia dovunque andiate. La gioia dev’essere uno dei cardini della nostra vita. È il pegno di una personalità generosa. A volte è altresì un manto che avvolge una vita di sacrificio e di donazione di sé. Una persona che possiede questa dote spesso raggiunge alti vertici. Splende come un sole in seno a una comunità. Che Dio vi renda in amore tutto l’amore che avete donato o tutta la gioia e la pace che avete seminato attorno a voi, da un capo all’altro del mondo. (da una poesia di Madre Teresa di Calcutta) Padre nostro Orazione Signore Dio, re del cielo e della terra, guida, santifica e custodisci il nostro corpo e il nostro spirito, sentimenti, parole e opere, nell’amore della tua legge, a servizio della tua volontà, perché oggi e sempre, con il tuo aiuto, procediamo sicuri nella via della salvezza. Per il nostro
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Signore. Benedizione del sacerdote e congedo Canto finale: Rallegriamoci (n° 51)
SANTA MESSA
(Messa votiva di S. Giovanni Bosco)
Canti:
Ingresso: Un cuore grande Kyrie Gloria Salmo: Perché tu sei con me Alleluia Offertorio: Segni del tuo amore Santo Agnello di Dio Comunione: Beati voi Sei per noi cibo di eternità Come fuoco vivo Conclusione: Testimoni della tua parola
(n° 67) (n° 32) (n° 26) (n° 46) (n° 02) (n° 59) (n° 55) (n° 01) (n° 09) (n° 60) (n° 12) (n° 65)
Introduzione “Io sono la Vite, voi siete i tralci, chi rimane in Me porta molto frutto” (Gv 15). L’immagine della vite rivela la necessità di essere radicati nell’Amore del Padre: come le radici permettono alla pianta di avere la linfa per vivere, così lo Spirito Santo ci dà la forza e la capacità di portare frutto. Come i tralci sono carichi di grappoli, così noi siamo chiamati ad essere segni e portatori dell’Amore di Cristo, capaci di far gustare i frutti e la dolcezza dell’Amore di Dio. La vite ci parla anche di questa terra, di queste colline, della fatica della gente che qui è vissuta; da qui tutto è partito il 16 agosto di 198 anni fa. Aiutaci, Signore, ad essere tralci giovani, capaci di portare frutto perché 206
attaccati a Te, come don Bosco e Madre Mazzarello. Prima Lettura: Fil 4,4-9 Dal vangelo secondo Matteo (Mt 18,1-5) In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perchè vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Preghiera dei Fedeli
In questa celebrazione in onore del Padre e Maestro della gioventù, rivolgiamo, fratelli carissimi, la nostra preghiera a Dio Padre, sempre pronto ad accogliere le invocazioni dei suoi figli. Diciamo insieme: Ascolta, o Padre, la nostra preghiera. 1. Per il Papa Francesco, umile servo nella vigna del Signore, perché, sostenuto dallo Spirito Santo, sia sempre capace di guidarci sulla strada che conduce a Cristo, Via, Verità e Vita. Preghiamo 2. Per il Rettor Maggiore don Pascual Chávez, perché senta la vicinanza e l’aiuto dell’Ausiliatrice e di Don Bosco nell’impegno di animazione e guida di tutta la famiglia salesiana. Preghiamo
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3. Per i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice, perché, come don Bosco, animati dalla passione per la salvezza dei giovani, si facciano testimoni credibili e gioiosi della bellezza di una vita donata a Dio e ai più piccoli. Preghiamo 4. Per le famiglie cristiane, perché in esse ciascuno possa crescere nella fede ed aprirsi all’accoglienza del progetto di Dio. Preghiamo. 5. Per ciascuno di noi, perchè, profondamente radicati nel Signore, sappiamo testimoniare quella gioia vera che nasce dall’incontro con Cristo. Preghiamo Dio, sempre fedele, che hai donato a san Giovanni Bosco un cuore grande e generoso, ascolta la nostra preghiera perché, guidati dal tuo Spirito, ci impegniamo a vivere ogni giorno ciò che ti abbiamo chiesto con fede. Per Cristo nostro Signore
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APPENDICE È possibile integrare le preghiere del mattino e della sera con quelle riportate di seguito.
ESAME DI COSCIENZA <Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore> Ho partecipato ai momenti di preghiera e alla Messa con fede oppure mi sono distratto? Ho ringraziato il Signore per i doni ricevuti in questa giornata? Ho bestemmiato o nominato invano il nome di Dio o dei Santi? <Ama il prossimo tuo come te stesso> Ho saputo amare tutti ed essere attento ai più soli ed esclusi? Sono stato capace di perdonare? Sono stato generoso? Ho provato invidie o gelosie? Ho pensato o parlato male degli altri? Sono stato sincero e leale? Mi sono lasciato prendere dall’ira? Ho risposto male oppure ho trattato male qualcuno? <Siate perfetti come il Padre> Ho dato il buon esempio? Mi sono impegnato nei diversi momenti della giornata e nelle attività proposte? Ho speso male il mio tempo? Sono stato pigro? Ho utilizzato un linguaggio volgare?
Altre preghiere per la “Richiesta di perdono” Atto di dolore Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa.Propongo con il tuo Santo Aiuto di non offenderti mai più, di fuggire le occasioni prossime di peccato.
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Signore, misericordia, perdonami. Confesso Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia e colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli Angeli, i Santi e voi, fratelli di pregare per me il Signore Dio nostro. Salmo 50 Ant.
Contro di te abbiamo peccato: pietà di noi, o Signore!
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto: così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore mi insegni la sapienza. Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro; 210
lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza: la mia lingua esalterà la tua giustizia. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode. Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. Nella tua bontà fa’ grazia a Sion, ricostruisci le mura di Gerusalemme. Allora gradirai i sacrifici legittimi, l’olocausto e l’intera oblazione;
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allora immoleranno vittime sopra il tuo altare. Ant.
Contro di te abbiamo peccato: pietà di noi, o Signore!
Salmo 130 Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore. Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola. L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora. Più che le sentinelle l’aurora, Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
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COMPIETA V O Dio, vieni a salvarmi. R Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. * Come era nel principio, e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. ESAME DI COSCIENZA Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. Dio onnipotente abbia misericordia di noi perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. R Amen. INNO: uno dei seguenti a scelta. Al termine del giorno, o sommo Creatore, veglia sul nostro riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dellâ&#x20AC;&#x2122;alba intoni la tua lode.
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Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. 1 Ant. In te confido, Signore, e in pace mi addormento. SALMO 4 Rendimento di grazie E Dio che disse: “Rifulga la luce dalle tenebre”, rifulse nei nostri cuori per far risplendere la conoscenza della gloria divina, che rifulge sul volto di Cristo (2Cor 4,6). Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia: † dalle angosce mi hai liberato; * pietà di me, ascolta la mia preghiera. Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore? * Perché amate cose vane e cercate la menzogna? Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele: * il Signore mi ascolta quando lo invoco. Tremate e non peccate, * sul vostro giaciglio riflettete e placatevi. Offrite sacrifici di giustizia * e confidate nel Signore. Molti dicono: « Chi ci farà vedere il bene? » . * Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Hai messo più gioia nel mio cuore * di quando abbondano vino e frumento.
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In pace mi corico e subito mi addormento: * tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. * Come era nel principio, e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. 1 Ant. In te confido, Signore, e in pace mi addormento. 2 Ant. Nella notte, benedite il Signore. SALMO 133 Orazione notturna nel tempio Lodate il nostro Dio, voi suoi servi, voi che lo temete, piccoli e grandi (Ap 19,5). Ecco, benedite il Signore, * voi tutti, servi del Signore; voi che state nella casa del Signore * durante le notti. Alzate le mani verso il tempio * e benedite il Signore. Da Sion ti benedica il Signore, * che ha fatto cielo e terra. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. * Come era nel principio, e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. 2 Ant. Nella notte, benedite il Signore.
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LETTURA BREVE Dt 6,4-7 Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. RESPONSORIO BREVE R. Signore, * nelle tue mani affido il mio spirito. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. V. Dio di verità, tu mi hai redento: nelle tue mani affido il mio spirito. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Ant. Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. CANTICO di SIMEONE Lc 2,29-32 Cristo, luce delle genti e gloria di Israele Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza * preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti * e gloria del tuo popolo Israele. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. * Come era nel principio, e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. 216
Ant. Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. ORAZIONE Visita, o Padre, la nostra casa e tieni lontano le insidie del nemico; vengano i santi angeli a custodirci nella pace, e la tua benedizione rimanga sempre con noi. Per Cristo nostro Signore. BENEDIZIONE FINALE Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. R Amen.
Preghiere del “buon cristiano”
Angelus
- L’Angelo del Signore portò l’annuncio a Maria. •Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo. Ave, o Maria... - Ecco l’ancella del Signore. •Sia fatto di me secondo la tua parola. Ave, o Maria... - E il Verbo si è fatto carne. •Ed ha abitato fra noi. Ave, o Maria... - Prega per noi santa Madre di Dio. •E saremo degni delle promesse di Cristo. Preghiamo: infondi nel nostro spirito, la tua grazia, o Padre, tu, che nell’annuncio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen. 3 Gloria al Padre
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Salve Regina
Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Vergine potente O Maria, Vergine potente, Tu grande illustre presidio della Chiesa; Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani; Tu terribile come esercito schierato a battaglia; Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo; Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze difendici dal nemico e nell’ora della morte accogli l’anima nostra in Paradiso! Amen O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, madre sempre vergine, pietà di noi peccatori. 218
Cantici evangelici BENEDICTUS (Lc 1, 68-79) Benedetto il Signore Dio d’Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, * di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge, per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Magnificat (Lc 1, 46-55) L’anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. * D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *
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e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre. Ti adoro Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questo giorno. Perdonami il male, oggi commesso e, se qualche bene ho compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen. Angelo di Dio Angelo di Dio che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla Pietà Celeste. Amen
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Testimoni della Tua Parola
Inno liturgico del Confronto (G. Driussi – G. Mocci – S. Calvano) Se cerchi la felicità e sogni che non finisca mai, cerca con me la luce che ci salverà per sempre e nell’anima risuonerà quella musica che ci renderà: testimoni della tua Parola testimoni noi con te Gesù. Testimoni della tua Parola noi saremo con te Gesù. Testimoni del Vangelo anche noi. Porteremo quella gioia vera che proviene da te Gesù costruiremo un futuro di santità Quel volto che hai incontrato qua splende e non tramonta mai. Alza lo sguardo e scopri che e Lui la forza che c’è in te e nell’anima risuonerà quella musica che ci renderà Questo è il momento giusto per donare il tuo tempo e sai perché? La storia cambia quando c’è qualcuno che ha fede e volontà e nell’anima risuona già quella musica che ci renderà.
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Canti
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1. Agnello di Dio Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi, Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi, Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.
2. Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Chi ascolta la Parola è come uno che attinge acqua alla sorgente che lo disseterà. Chi accoglie la Parola è come uno che ha costruito sulla roccia e mai vacillerà.
3. Alleluia Alleluia, Alleluia, Alleluia, Alleluia, Alleluia Da chi andremo, chi ascolteremo, se non ci parli Tu, Tu solo hai parole di vita eterna
4. Alleluia Allelu Alleluia Allelu Alleluia Dio ha visitato il Suo popolo ha fatto meraviglie per noi Alleluia Gli occhi dei ciechi vedono la luce gli orecchi sordi odono la voce Dio ha fatto meraviglie per noi Dio ha fatto meraviglie per noi
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5. Altissimo Altissimo Onnipotente, Buon Signore, Tue son le lodi, la gloria, l’onore e ogni benedizione che a Te solo e al tuo Nome Altissimo possiamo elevare e nessun uomo può credersi degno di poterti nominare. Laudato sii, mi Signore con tutte le tue creature specialmente per frate sole, così belIo e radioso con la sua luce illumina il giorno ed illumini noi e con grande splendore ci parla di Te Signore. Lodate, benedite il Signore, ringraziate e servite con grande umiltà, lodate lodate benedite il Signore con grande umiltà ringraziate e servite con grande umiltà. Laudato sii, mi Signore per sora luna e le stelle le hai formate nel cieIo cosi chiare preziose e belle per frate vento, per l’aria e il sereno ed ogni tempo cosi la Vita Tu cresci e sostieni in ogni tua creatura. Laudato sii, mi Signore per sora acqua così preziosa per frate fuoco giocoso e potente che ci illumina la notte laudato sii, mi Signore per sora nostra madre la terra ci sostiene governa e ci dona fiori frutti ed erba.
6. Arderanno sempre i nostri cuori Quando scende su di noi la sera e scopri che nel cuore resta nostalgia di un giorno che non avrà tramonto ed avrà il colore della sua pace. Quando scende su di noi il buio e senti che nel cuore manca l’allegria del tempo che non avrà mai fine ed allora cercherai parole nuove. E all’improvviso la strada s’illumina; e scopri che noti sei più solo; sarà il Signore risorto a tracciare il cammino e a ridare la vita Arderanno sempre i nostri cuori se la tua parola in noi dimorerà
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spezza Tu, Signore, questo pane porteremo al mondo la tua verità, Quando all’alba sentirai la sua voce capirai che non potrà fermarsi mai l’annuncio che non avrà confini, che riporterà nel mondo la speranza. Gesù è il Signore risorto che vive nel tempo è presente tra gli uomini, è Lui la vita del mondo, il pane che nutre la Chiesa in cammino.
7. Ave Maria (Verbum Panis) Ave Maria, Ave. Ave Maria, Ave. Donna dell’attesa e madre di speranza Ora pro nobis. Donna del sorriso e madre del silenzio Ora pro nobis. Donna di frontiera e madre dell’ardore Ora pro nobis. Donna del riposo e madre del sentiero Ora pro nobis. Donna del deserto e madre del respiro Ora pro nobis. Donna della sera e madre del ricordo Ora pro nobis. Donna del presente e madre del ritorno Ora pro nobis. Donna della terra e madre dell’amore Ora pro nobis.
8. Ave mundi Spes Ave mundi spes Maria. ave mitis, ave pia, ave charitate plena, Virgo dulcis et serena.
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Sancta parens Iesu Christi electa sola tu fuisti esse mater sine viro et lactare modo miro. Angelorum imperatrix peccatorum consolatrix consolare me lugentem in peccatis iam fœentem. Me defende peccatorem et ne tuum des honorem alieno et crudeli: precor te Regina cæli. Esto custos cordis mei, signa me timore Dei; confer vitæ sanitatem, da et morum honestatem. Da peccata me vitare et quod iustum est amare.
9. Beati voi Beati voi, beati voi, beati voi, beati voi. Se sarete poveri nel cuore, beati voi, sarà vostro il regno di Dio Padre. Se sarete voi che piangerete, beati voi, perché un giorno vi consolerò. Beati voi, beati voi, beati voi, beati voi. Se sarete miti verso tutti, beati voi, erediterete tutto il mondo. Quando avrete fame di giustizia, beati voi, perché un giorno io vi sazierò. Se sarete misericordiosi, beati voi, la misericoridia troverete. Se sarete puri dentro il cuore, beati voi, perché voi vedrete il Padre mio.
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Se lavorerete per la pace, beati voi, chiameranno voi figli di Dio. Se per causa mia voi soffrirete, beati voi, sarà grande in voi la santità.
10. Bonum est confidere Bonum est confidere in Domino bonum sperare in Domino
11. Camminerò Camminerò, camminerò, nella tua strada Signor. Dammi la mano, voglio restar, per sempre insieme a te. Quando ero solo, solo e stanco nel mondo quando non c’era l’Amor, tante persone vidi intorno a me; sentivo cantare cosi. Io non capivo ma rimasi a sentire quando il Signor mi parlò: lui mi chiamava, chiamava anche me, e la mia risposta si alzò. Or non m’importa se uno ride di me, lui certamente non sa, del gran regalo che ebbi quel dì, che dissi al Signore così. A volte son triste ma mi guardo intorno, scopro il mondo e l’amor; son questi i doni che Lui fa a me, felice ritorno a cantar.
12. Come fuoco vivo Come fuoco vivo si accende in noi un’immensa felicità che mai più nessuno ci toglierà perché Tu sei ritornato.
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Chi potrà tacere da ora in poi che sei Tu in cammino con noi, che la morte è vinta per sempre, che ci hai ridonato la vita. Spezzi il pane davanti a noi mentre il sole è al tramonto ora gli occhi ti vedono sei Tu resta con noi E per sempre ti mostrerai in quel gesto d’amore mani che ancora spezzano, pane d’eternità.
13. Come tu mi vuoi Eccomi Signor, vengo a te mio Re che si compia in me la tua volontà Eccomi Signor, vengo a te mio Dio plasma il cuore mio e di te vivrò Se tu lo vuoi Signore manda me e il tuo nome annuncerò. Come tu mi vuoi io sarò, dove tu mi vuoi io andrò. Questa vita io voglio donarla a te per dar gloria al tuo nome mio Re. Come tu mi vuoi io sarò, dove tu mi vuoi io andrò. Se mi guida il tuo amore paura non ho, per sempre io sarò come tu mi vuoi. Eccomi Signor, vengo a te mio Re che si compia in me la tua volontà Eccomi Signor, vengo a te mio Dio plasma il cuore mio e di te vivrò Tra le tue mani mai più vacillerò e strumento tuo sarò.
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14. Creati per te Tu ci hai fatti per te, nella tua immensità, nel tuo grande amore tu Signore ci ha creati per te e il nostro cuore non trova pace se Signor, tu non sei qui con noi. Noi ti diamo gloria, diamo gloria a te Signore Re del cielo diamo gloria, diamo gloria a te Signore Re di ogni cosa sei, Re di ogni cosa sei.
15. Dall’aurora al tramonto Dall’aurora io cerco te fino al tramonto ti chiamo ha sete solo di te l’anima mia come terra deserta Non mi fermerò un solo istante sempre canterò la tua lode perché sei il mio Dio il mio riparo mi proteggerai all’ombra delle tue ali. Non mi fermerò un solo istante io racconterò le tue opere perché sei il mio Dio unico bene nulla mai potrà la notte contro di me.
16. Davanti a questo amore Hai disteso le tue braccia anche per me Gesù, dal tuo cuore come fonte hai versato pace in me, cerco ancora il mio peccato ma non c’è.
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Tu da sempre vinci il mondo Dal tuo trono di dolore. Dio mia grazia, mia speranza Ricco e grande Redentore, Tu re umile e potente, risorto per amore, risorgi per la vita. Vero Agnello senza macchia Mite e forte salvatore sei, Tu re povero e glorioso risorgi con potenza, di fronte a questo amore la morte fuggirà.
17. Davanti al Re Davanti al Re, ci inchiniamo insiem per adorarlo con tutto il cuor. Verso di Lui eleviamo insiem canti di gloria al nostro Re dei Re.
18. Dio ha fatto in me cose grandi Dio ha fatto in me cose grandi Lui che guarda l’umile serva e disperde i superbi nell’orgoglio del cuor. L’anima mia esulta in Dio mio Salvatore la sua salvezza canterò. Lui Onnipotente e Santo Lui, abbatte i grandi dai troni e solleva dal fango il suo umile servo. Lui misericordia infinita Lui che rende povero il ricco e ricolma di beni
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chi si affida al suo amore. Lui, amore sempre fedele Lui guida il suo servo Israele e ricorda il suo patto stabilito per sempre.
19. Dio ti adorerò Dio ti adorerò nel tuo tempio dimorerò le tue vie conoscerò La mia voce nella notte innalzerò. Dio ti cercherò... Dio ti invocherò... Dio mi prostrerò...
20. Ecco il pane Ecco il pane e il vino della cena insieme a Te ecco questa vita che trasformi cieli e terre nuove in noi, Tu discendi dentro noi fatti come Te noi con Te nell’anima
21. Ecco quel che abbiamo Ecco quel che abbiamo, nulla ci appartiene ormai! Ecco i frutti della terra che tu moltiplicherai! Ecco queste mani: puoi usarle, se lo vuoi, per dividere nel mondo il pane che tu hai dato a noi. Solo una goccia hai messo fra le mani mie, solo una goccia che Tu ora chiedi a me; Una goccia che, in mano a Te, una pioggia diventerà e la terra feconderà! Le nostre gocce, pioggia tra le mani tue,
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saranno linfa di una nuova civiltà; e la terra preparerà la festa del pane che ogni uomo condividerà! Sulle strade il vento, da lontano porterà il profumo del frumento, che tutti avvolgerà. E sarà l’amore che il raccolto spartirà e il miracolo del pane in terra si ripeterà!
22. Emmanuel Dall’orizzonte una grande luce viaggia nella storia e lungo gli anni ha vinto il buio facendosi Memoria, e illuminando la nostra vita chiaro ci rivela che non si vive se non si cerca la Verità... Da mille strade arriviamo a Roma sui passi della fede, sentiamo l’eco della Parola che risuona ancora da queste mura, da questo cielo per il mondo intero: è vivo oggi, è l’Uomo Vero Cristo tra noi. Siamo qui sotto la stessa luce sotto la sua croce cantando ad una voce. E’ l’Emmanuel Emmanuel, Emmanuel. E’ l’Emmanuel, Emmanuel. Dalla città di chi ha versato il sangue per amore ed ha cambiato il vecchio mondo vogliamo ripartire. Seguendo Cristo, insieme a Pietro, rinasce in noi la fede, Parola viva che ci rinnova e cresce in noi. Un grande dono che Dio ci ha fatto è Cristo il suo Figlio, e l’umanità è rinnovata,è in Lui salvata. E’ vero uomo, è vero Dio, è il Pane della Vita, che ad ogni uomo ai suoi fratelli ridonerà. La morte è uccisa, la vita ha vinto, è Pasqua in tutto il mondo, un vento soffia in ogni uomo lo Spirito fecondo. Che porta avanti nella storia la Chiesa sua sposa, sotto lo sguardo di Maria comunità. Noi debitori del passato di secoli di storia,
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di vite date per amore, di santi che han creduto, di uomini che ad alta quota insegnano a volare, di chi la storia sa cambiare, come Gesù. E’ giunta un’era di primavera, è tempo di cambiare. E’ oggi il giorno sempre nuovo per ricominciare, per dare svolte, parole nuove e convertire il cuore, per dire al mondo, ad ogni uomo: Signore Gesù.
23. Frutto della nostra terra Frutto della nostra terra, del lavoro di ogni uomo: pane della nostra vita, cibo della quotidianità. Tu che lo prendevi un giorno, lo spezzavi per i tuoi, oggi vieni in questo pane, cibo vero dell’umanità. E sarò pane, e sarò vino nella mia vita, nelle tue mani. Ti accoglierò dentro di me, farò di me un’offerta viva, un sacrificio gradito a Te. Frutto della nostra terra, del lavoro di ogni uomo: vino delle nostre vigne, sulla mensa dei fratelli tuoi Tu che lo prendevi un giorno, lo bevevi con i tuoi, oggi vieni in questo vino e ti doni per la vita mia.
24. Giovani Orizzonti Ciao amico in che piazza vai? Spazi immensi libero ora sei. Perché le strade oggi siano meno vuote, perché il sorriso tuo resti a noi sempre. Le tue mani stringono ancora mani, la tua vita è forte dentro noi. Profumo di cielo aveva il pane con te mangiato. E l’infinito in terra ha con te giocato. E tu resta ancora qui Giovanni, resta vivi con noi per sempre resta nei cuori, resta tra la gente e tu, giovani orizzonti vai nel mondo libero ( 2 v.) Il tuo passo festa di passi è, la città vuota è senza te. E come dimenticare i giorni della tua festa? E come dimenticarti non andare resta!
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Il tuo amore il tuo sorriso ali giovani ai tuoi occhi; Tu sei vivo per le strade, tu sei festa nella gente Tu in cerca di futuro canta ancora libertà. ( 2 v.)
25. Gloria (Giombini) Gloria, gloria a Dio nell’alto dei cieli gloria. E pace, e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa. Signore, figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, figlio del Padre, tu che togli i peccati, i peccati del mondo abbi pietà di noi, abbi pietà di noi. Tu che togli i peccati, i peccati del mondo, accogli, accogli la nostra supplica. Tu che siedi alla destra, alla destra del Padre, abbi pietà di noi, abbi pietà di noi. Perché tu solo il santo. Tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo. Con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen.
26. Gloria (Gen Verde) Gloria, gloria a Dio. Gloria, gloria nell’alto dei cieli. Pace in terra agli uomini di buona volontà. Gloria! Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, glorifichiamo te, ti rendiamo grazie per la tua immensa gloria. Signore Dio, gloria! Re del cielo, gloria! Dio Padre, Dio onnipotente, gloria!
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Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore, Agnello di Dio, Figlio del Padre. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, il Signore, tu solo l’Altissimo, Cristo Gesù con lo Spirito Santo nella gloria del Padre.
27. Il canto dell’amore Se dovrai attraversare il deserto non temere io sarò con te se dovrai camminare nel fuoco la sua fiamma non ti brucerà seguirai la mia luce nella notte sentirai la mia forza nel cammino io sono il tuo Dio, il Signore. Sono io che ti ho fatto e plasmato ti ho chiamato per nome io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori io sarò con te dovunque andrai. Non pensare alle cose di ieri cose nuove fioriscono già aprirò nel deserto sentieri darò acqua nell’aridità perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori io sarò con te dovunque andrai perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori io sarò con te dovunque andrai.
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Io ti sarò accanto sarò con te per tutto il tuo viaggio sarò con te io ti sarò accanto sarò con te per tutto il tuo viaggio sarò con te.
28. Jesus Christ Jesus Christ you are my life, alleluja, alleluja. Jesus Christ you are my life, you are my life, alleluja. (2v.) Tu sei Via, sei Verità Tu sei la nostra Vita. Camminando insieme a Te vivremo in Te per sempre. Ci raccogli in unità riuniti nell’amore. Nella gioia d’innanzi a Te, cantando la Tua gloria. Nella gioia camminerem portando il Tuo Vangelo. Testimoni di carità, figli di Dio nel mondo.
29. Jubilate deo Jubilate Deo omnis terra. Servite Domino in laetitia. Alleluia, alleluia, in laetitia. Alleluia, alleluia, in laetitia
30. Kyrie – Signore che vieni Signore che vieni a visitare il popolo tuo nella pace, abbi pietà di noi! Signore pietà! Abbi pietà di noi!
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Signore pietà! Cristo che vieni a salvare, a salvare chi è perduto, abbi pietà di noi! Cristo pietà! Abbi pietà di noi! Cristo pietà! Signore che vieni a creare un mondo, un mondo nuovo abbi pietà di noi! Signore pietà! Abbi pietà di noi! Signore pietà!
31. Kyrie (Signore che a Pietro) Signore che a Pietro pentito, hai offerto il tuo perdono: abbi pietà di noi. Signore pietà. (4v) Cristo che al buon ladrone, hai promesso il paradiso: abbi pietà di noi. Cristo pietà. (4v) Signore che accogli ogni uomo che si affida alla tua misericordia: abbi pietà di noi. Signore pietà. (4v)
32. Kyrie (Verbum panis) Kyrie eleison, kyrie eleison, kirie Kyrie eleison, kyrie eleison, eleison. Christe eleison, Christe eleison, Christe Christe eleison, Christe eleison, eleison. Kyrie eleison, kyrie eleison, kirie Kyrie eleison, kyrie eleison, eleison.
33. La mia anima canta La mia anima canta la grandezza de Signore, il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore Nella mia povertà l’Infinito mi ha guardata
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in eterno ogni creatura mi chiamerà beata. La mia gioia è nel Signore che ha compiuto grandi cose in me. La mia lode al Dio fedele che ha soccorso il suo popolo e non ha dimenticato le sue promesse d’amore. Ha disperso i superbi nei pensieri inconfessabili, ha deposto i potenti, ha risollevato gli umili, ha saziato gli affamati e aperto ai ricchi le mani
34. Lodate il Signore Lodate il Signore nei cieli, lodate angeli suoi. Lodate voi tutte sue schiere la Sua maestà. Lodate da tutta la terra, lodate popoli suoi. Lodate giovani e vecchi la Sua bontà. Cantate al Signore, un cantico nuovo. Sia onore a Te, sia gloria a Dio, che siede sul trono. Risuoni la lode, la benedizione al Signor, che era e che è, che sempre sarà. Alleluja! Alleluja! Gioiscano nel creatore, esultino i figli di Sion. Innalzino e facciano festa al loro Dio. Lodino il nome del Padre, con timpani inneggino a Lui. Cieli e terra si prostrino al Re dei re.
35. Lode al nome tuo Lode al nome tuo, dalle terre più floride, dove tutto sembra vivere, lode al nome tuo. Lode al nome tuo, dalle terre più aride, dove tutto sembra sterile, lode al nome tuo. Tornerò a lodarti sempre, per ogni dono tuo, e quando scenderà la notte sempre io dirò:
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Benedetto il nome del Signor, lode al nome Tuo. Benedetto il nome del Signor, il glorioso nome di Gesù. Lode al nome tuo, quando il sole spende su di me, quando tutto è incantevole, lode al nome tuo. Lode al nome tuo, quando io sto davanti a te, con il cuore triste e fragile, lode al nome tuo. Tu doni e porti via, tu doni e porti via, ma sempre sceglierò di benedire te. Tornerò a lodarti sempre, per ogni dono tuo, e quando scenderà la notte sempre io dirò: Benedetto il nome del Signor, lode al nome Tuo. Benedetto il nome del Signor, lode al nome Tuo. Benedetto il nome del Signor, lode al nome Tuo. Benedetto il nome del Signor, il glorioso nome di Gesù. Tu doni...
36. Luce di verità Luce di verità, fiamma di carità, vincolo di unità, Spirito Santo Amore. Dona la libertà, dona la santità, fa’ dell’umanità il tuo canto di lode. Ci poni come luce sopra un monte: in noi l’umanità vedrà il tuo volto Ti testimonieremo fra le genti: in noi l’umanità vedrà il tuo volto Spirito, vieni. Cammini accanto a noi lungo la strada, si realizzi in noi la tua missione. Attingeremo forza dal tuo cuore, si realizzi in noi la tua missione. Spirito, vieni. Come sigillo posto sul tuo cuore, ci custodisci, Dio, nel tuo amore. Hai dato la tua vita per salvarci, ci custodisci, Dio, nel tuo amore.
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Spirito, vieni. Dissiperai le tenebre del male, esulterà in te la creazione. Vivremo al tuo cospetto in eterno, esulterà in te la creazione. Spirito, vieni. Vergine del silenzio e della fede l’Eterno ha posto in te la sua dimora. Il tuo “sì” risuonerà per sempre: l’Eterno ha posto in te la sua dimora. Spirito, vieni. Tu nella Santa Casa accogli il dono, sei tu la porta che ci apre il Cielo con te la Chiesa canta la sua lode, sei tu la porta che ci apre il Cielo Spirito, vieni Tu nella brezza parli al nostro cuore: ascolteremo, Dio, la tua parola; ci chiami a condividere il tuo amore: ascolteremo, Dio, la tua parola. Spirito, vieni.
37. Magnificat Magnificat, magnificat, magnificat anima mea, Dominum Magnificat, magnificat, magnificat anima mea.
38. Mi basta la tua grazia Quando sono debole, allora sono forte perchè, tu sei la mia forza. Quando sono triste è in te che trovo gioia perché, tu sei la mia gioia. Gesù io confido in te, Gesù, mi basta la tua grazia. Sei la mia forza, la mia salvezza,
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sei la mia pace, sicuro rifugio. Nella tua grazia voglio restare, santo Signore, sempre con te. Quando sono povero, allora sono ricco perché, sei la mia ricchezza. Quando son malato è in te che trovo vita perché, sei guarigione.
39. Misericordias Domini Misericordias Domini in aeternum cantabo
40. Nada te turbe Nada te turbe, nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta Nada te turbe, nada te espante, solo Dios basta.
41. Nel tuo silenzio Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me. Sei tu che vieni, o forse è più vero che tu mi accogli in te, Gesù. Sorgente viva che nasce nel cuore è questo dono che abita in me. La tua presenza è un Fuoco d’Amore che avvolge l’anima mia, Gesù. Ora il tuo Spirito in me dice: “Padre”, non sono io a parlare, sei tu. Nell’infinito oceano di pace tu vivi in me, io in te, Gesù.
42. Nella tua presenza Nella tua presenza avvolti da te, nella tua dimora insieme con te,
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con la vita tua che sboccia nell’anima, in noi, con la linfa tua, la stessa, in ciascuno di noi. Eccoci fratelli, parte di te, eccoci famiglia, una sola con te che risorto dai la vita che non muore mai che risorto dentro al cuore accendi il tuo cielo. Come il Padre che ha mandato me possiede la vita in se, e come grazie al Padre, grazie a Lui, io vivo, così colui, così colui che mangia di me vivrà grazie a me, Lui vivrà, vivrà per me. Tu che ci hai mostrato il Padre, Gesù, Tu che hai dato un nome perfino al dolore, ora Tu ci dai te stesso e ci dai l’unità, ci spalanchi la tua casa dove abita il cielo. Nella tua dimora insieme con te, nella tua presenza avvolti da te, con la vita tua che sboccia nell’anima, in noi, con la linfa tua, la stessa, in ciascuno di noi.
43. Noi veniamo a te Noi veniamo a Te, ti seguiamo Signor, solo Tu hai parole di vita ! E rinascerà dall’incontro con Te una nuova umanità. Tu maestro degli uomini, Tu ci chiami all’ascolto e rinnovi con noi l’alleanza d’amore infinito Tu speranza degli uomini, Tu ci apri alla vita e rinnovi per noi la promessa del mondo futuro. Tu amico degli uomini, Tu ci chiami fratelli e rivivi con noi l’avventura di un nuovo cammino. Tu salvezza degli uomini, Tu rinnovi la festa e ci chiami da sempre ad aprire le porte del cuore
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44. Pace a voi Pace sia, pace a voi: la tua pace sarà sulla terra com’è nei cieli. Pace sia, pace a voi: la tua pace sarà gioia nei nostri occhi, nei cuori. Pace sia, pace a voi: la tua pace sarà luce limpida nei pensieri Pace sia, pace a voi: la tua pace sarà una casa per tutti. Pace a voi: sia il tuo dono visibile Pace a voi: la tua eredità. Pace a voi: come un canto all’unisono che sale dalle nostre città. Pace a voi: sia un’impronta nei secoli Pace a voi: segno d’unità Pace a voi: sia l’abbraccio tra i popoli, la tua promessa all’umanità.
45. Padre, Maestro ed Amico Padre, di molte genti padre, il nostro grido ascolta: è il canto della vita. Quella perenne giovinezza che tu portavi in cuore perché non doni a noi? Padre, maestro ed amico, noi giovani del mondo guardiamo ancora a te. Apri il nostro cuore a Cristo, sostieni il nostro impegno in questa società ! Oh... Festa, con te la vita è festa, con te la vita è canto è fremito di gioia. Oggi tra noi ancora è vivo l’amore che nutrivi per tutti i figli tuoi.
46. Perché tu sei con me Solo tu sei il mio pastore, niente mai mi mancherà,
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solo tu sei il mio pastore, o Signore Mi conduci dietro te, sulle verdi alture, ai ruscelli tranquilli, lassù dov’è più limpida l’acqua per me, dove mi fai riposare. Anche fra le tenebre d’un abisso oscuro io non temo alcun male perché tu mi sostieni, sei sempre con me, rendi il sentiero sicuro. Siedo alla tua tavola che mi hai preparato, ed il calice è colmo per me di quella linfa di felicità che per amore hai versato. Sempre mi accompagnano lungo estati e inverni la tua grazia, la tua fedeltà, nella tua casa io abiterò fino alla fine dei giorni.
47. Popoli tutti Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te. Ora e per sempre, voglio lodare il tuo grande amor per noi. Mia roccia Tu sei, pace e conforto mi dai, con tutto il cuore e le mie forze, sempre io ti adorerò. Popoli tutti acclamate al Signore, gloria e potenza cantiamo al Re, mari e monti si prostrino a Te, al tuo nome, o Signore. Canto di gioia per quello che fai, per sempre Signore con Te resterò, non c’è promessa non c’è fedeltà che in Te
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48. Prenderemo il largo Questo è il nostro tempo per osare, per andare, la Parola che ci chiama è quella Tua. Come un giorno a Pietro, anche oggi dici a noi: “Getta al largo le tue reti insieme a Me”. Saliremo in questa barca anche noi il Tuo vento soffia già sulle vele prenderemo il largo dove vuoi Tu navigando insieme a Te, Gesù Questo è il nostro tempo, questo è il mondo che ci dai: orizzonti nuovi, vie di umanità. Come un giorno a Pietro, anche oggi dici a noi: “Se mi ami più di tutto, segui Me”. Navigando il mare della storia insieme a Te, la Tua barca in mezzo a forti venti va. Come un giorno a Pietro, anche oggi dici a noi: “Se tu credi in me tu non affonderai”.
49. Quale gioia Quale gioia mi dissero, andremo alla casa del Signore Ora i piedi, o Gerusalemme, si fermano davanti a te Ora Gerusalemme è ricostruita come città salda, forte e unita. Salgono insieme le tribù di Jahvé per lodare il nome del Signor d’Israele. Là sono posti i seggi della sua giustizia, seggi della casa di Davide. Domandate pace per Gerusalemme sì pace a chi ti ama, pace alle tue mura. Su di te sia pace, chiederò il tuo bene, per la casa di Dio chiederò la gioia.
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Noi siamo il suo popolo, Egli è il nostro Dio, possa rinnovarci la felicità.
50. Quale gioia è star con te Ogni volta che ti cerco, ogni volta che ti invoco, Sempre mi accogli Signor. Grandi la sono i tuoi prodigi, Tu sei buono verso tutti, Santo Tu regni tra noi. Quale gioia è star con Te Gesù vivo e vicino, Bello è dar lode a Te, Tu sei il Signor. Quale dono è aver creduto in Te Che non mi abbandoni, io per sempre abiterò la Tua casa, mio Re. Hai guarito il mio dolore, Hai cambiato questo cuore, Oggi rinasco, Signor. Grandi sono i tuoi prodigi, Tu sei buono verso tutti, Santo Tu regni tra noi. Hai salvato la mia vita, hai aperto la mia bocca, Canto per Te, mio Signor. Grandi sono i tuoi prodigi, tu sei buono verso tutti, santo Tu regni tra noi.
51. Rallegriamoci Rallegriamoci, non c’è spazio alla tristezza in questo giorno, rallegriamoci, è la vita che distrugge ogni paura. Rallegriamoci, che si compie in questo giorno la promessa, rallegriamoci, ogni uomo lo vedrà: la salvezza di Dio Gloria a Te Emmanuele, Gloria a Te Figlio di Dio. Gloria a Te Cristo Signore che nasci per noi e torna la gioia (x2)
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Rallegriamoci, Egli viene a liberarci da ogni male. Rallegriamoci,è il momento di gustare il sui perdono, rallegriamoci, con coraggio riceviamo la sua vita, rallegriamoci, perché è giunta in mezzo a noi la presenza di Dio. Rallegriamoci, tutti i popoli del mondo lo vedranno rallegriamoci, nel Signore è la nostra dignità. Rallegriamoci nella luce del suo regno in cui viviamo, Rallegriamoci, siamo tempio vivo suo, siamo chiesa di Dio.
52. Re di gloria Ho incontrato te, Gesù, e ogni cosa in me è cambiata, tutta la mia vita ora ti appartiene tutto il mio passato io lo affido a te, Gesù, Re di gloria, mio Signor. Tutto in te riposa, la mia mente, il mio cuore, trovo pace in te Signor tu mi dai la gioia. Voglio stare insieme a te, non lasciarti mai, Gesù, Re di gloria, mio Signor. Dal tuo amore chi mi separerà, sulla croce hai dato la vita per me, Una corona di gloria mi darai quando un giorno ti vedrò. Tutto in te riposa, la mia mente, il mio cuore, trovo pace in te, Signor, tu mi dai la gioia vera. Voglio stare insieme a te, non lasciarti mai Gesù, Re di gloria, mio Signor. Rit. io ti aspetto, mio Signor, io ti aspetto, mio Signor, io ti aspetto, mio Re!
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53. Resta qui con noi Le ombre si distendono scende ormai la sera e si allontanano dietro i monti i riflessi di un giorno che non finirà, di un giorno che ora correrà sempre perché sappiamo che una nuova vita da qui è partita e mai più si fermerà. Resta qui con noi il sole scende già, resta qui con noi Signore è sera ormai. Resta qui con noi il sole scende già, se tu sei fra noi la notte non verrà. S’allarga verso il mare il tuo cerchio d’onda che il vento spingerà fino a quando giungerà ai confini di ogni cuore, alle porte dell’amore vero; come una fiamma che dove passa brucia, così il Tuo amore tutto il mondo invaderà. Davanti a noi l’umanità lotta, soffre e spera come una terra che nell’arsura chiede l’acqua da un cielo senza nuvole, ma che sempre le può dare vita. Con Te saremo sorgente d’acqua pura, con Te fra noi il deserto fiorirà.
54. Salve Regina Salve Regina, madre di misericordia vita, dolcezza, speranza nostra, salve, salve Regina (x2) A te ricorriamo, esuli figli di Eva. A te sospiriamo, piangenti, in questa valle di lacrime. Avvocata nostra, volgi a noi gli occhi tuoi, mostraci dopo questo esilio il frutto del tuo seno, Gesù. Salve Regina, madre di misericordia oh clemente, oh Pia, oh dolce Vergine Maria Salve Regina! Salve Regina, salve, salve!
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55. Santo (Gen Rosso, Gen Verde) Santo, Santo Santo è il Signore Dio dell’universo Santo, Santo i cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli Osanna nell’alto dei cieli Santo, Santo Santo è il Signore Dio dell’universo Santo, Santo i cieli e la terra sono pieni della tua gloria Benedetto colui che viene nel nome del Signore Osanna nell’alto dei cieli Osanna nell’alto dei cieli Santo, Santo, Santo
56. Santo (Gen verde) Santo, santo, santo. Santo, santo, santo. Il Signore Dio dell’universo. Il Signore Dio dell’universo I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna, osanna nell’alto dei cieli. Osanna, osanna nell’alto dei cieli. Santo, santo, santo. Santo, santo, santo. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna, osanna nell’alto dei cieli.
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Osanna, osanna nell’alto dei cieli. Santo, santo, santo. Santo, santo, santo.
57. Santo volto dei volti Eravamo tutti li Nel tuo abbraccio spalancato a chiodi, sì Eravamo li Noi, quel venerdì: Nel più flebile respiro E nel grido dell’addio: “Lemà sabactanì”! Eravamo insieme a te Nella pietra che ti chiuse dentro sé Che via rotola e in eredità Da quell’alba in poi la vita ha L’energia dell’eternità. Alleluiah! Mani si aprono cercando luce per le nostre città. Alleluiah! Cuori cantano: Nei milioni di sguardi Santo volto dei volti Tu sei! Ora vivi insieme a noi E ci guardi dentro gli occhi di chi ormai Più non ce la fa Oppure che non sa Che per te, per noi la vita ha L’energia dell’eternità Ed ogni vita che è per te, con te e in te Si apre al mondo mentre si libera Trova il tuo volto E in ogni volto Ora i tuoi occhi vedrà. Alleluiah! Mani si aprono cercando luce per le nostre città. Alleluiah! Cuori cantano:
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Santo volto dei volti Nei milioni di sguardi Santo volto dei volti Tu sei!
58. Se prendo le ali Se prendo le ali dell’aurora per abitare ai confini del mare, anche là mi guida la tua mano, mi afferra il tuo amor. Se prendo le ali dell’aurora, dove andar lontano dal tuo Spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Signore mio re. Nemmeno per te le tenebre sono oscure e la notte è chiara come il giorno, per te le tenebre sono luce, o mio Signor. Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando siedo e mi alzo, tu penetri nei miei pensieri, o mio Signor. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era già scritto di me, i miei giorni eran fissati, o mio Signor.
59. Segni del tuo amore Mille e mille grani nelle spighe d’oro mandano fragranza e danno gioia al cuore, quando, macinati, fanno un pane solo: pane quotidiano, dono tuo, Signore. Ecco il pane e il vino, segni del tuo amore. Ecco questa offerta, accoglila Signore: tu di mille e mille cuori fai un cuore solo, un corpo solo in te e il Figlio tuo verrà, vivrà ancora in mezzo a noi. Mille grappoli maturi sotto il sole, festa della terra, donano vigore, quando da ogni perla stilla il vino nuovo:
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vino della gioia, dono tuo, Signore.
60. Sei per noi cibo di eternità Sei per noi cibo di eternità, vera bevanda che colma la sete in noi. Sei per noi luce di verità, presenza viva del Dio con noi. Tu, Signore, sei vicino, sei presente ancora in mezzo a noi. Tu, l’ eterno, onnipotente, ora vieni incontro a noi. Infinita carità, l’universo intero vive di te. Tu ci guardi con amore e ci chiami insieme a Te. Come cerva alla sorgente il nostro cuore anela sempre a te. A tua immagine ci hai fatti: ora noi veniamo a Te.
61. Servo per amore Una notte di sudore sulla barca in mezzo al mare e mentre il cielo si imbianca già, tu guardi le tue reti vuote. Ma la voce che ti chiama un altro mare ti mostrerà e sulle rive di ogni cuore, le tue reti getterai. Offri la vita tua come Maria ai piedi della croce e sarai servo di ogni uomo, servo per amore, sacerdote dell’umanità. Avanzavi nel silenzio fra le lacrime e speravi
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che il seme sparso davanti a Te cadesse sulla buona terra. Ora il cuore tuo è in festa perché il grano biondeggia ormai, è maturato sotto il sole, puoi riporlo nei granai.
62. Sono qui a lodarti Luce del mondo, nel buio del cuore Vieni ed illuminami Tu mia sola speranza di vita Resta per sempre con me Sono qui a lodarti, qui per adorarti Qui per dirti che Tu sei il mio Dio E solo Tu sei santo, sei meraviglioso Degno e glorioso sei per me Re della storia e Re nella gloria Sei sceso in terra fra noi Con umiltà il Tuo trono hai lasciato Per dimostrarci il Tuo amor Io mai saprò quanto Ti costò lì sulla croce morir per me
63. Su ali d’aquila Tu che abiti al riparo del Signore e che dimori alla sua ombra, di’ al Signore: “Mio rifugio, mia roccia su cui confido.” E ti rialzerà, ti solleverà su ali d’aquila ti reggerà sulla brezza dell’alba ti farà brillar come il sole, così nelle sue mani vivrai. Dal laccio del cacciatore ti libererà, e dalla carestia che distrugge poi ti coprirò con le Sue ali e rifugio troverai.
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Non devi temere i terrori della notte né freccia che vola di giorno mille cadranno al tuo fianco, ma nulla ti colpirà. Perché ai Suoi angeli ha dato un comando, di preservarti in tutte le tue vie, ti porteranno sulle loro mani contro la pietra non inciamperai. E ti rialzerò, ti solleverò su ali d’aquila ti reggerò sulla brezza dell’alba ti farò brillar come il sole, così nelle mie mani vivrai
64. Te al centro del mio cuore Ho bisogno d’incontrarti nel mio cuore, di trovare Te, di stare insieme a Te: unico riferimento del mio andare, unica ragione Tu, unico sostegno Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Anche il cielo gira intorno e non ha pace, ma c’è un punto fermo, è quella stella là. La stella polare è fissa ed è la sola, la stella polare Tu, la stella sicura Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Tutto ruota attorno a Te, in funzione di Te e poi non importa il “come”, il “dove” e il “se”. Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore, il significato allora sarai Tu, quello che farò sarà soltanto amore. Unico sostegno Tu, la stella polare Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
65. Testimoni della tua parola Se cerchi la felicità e sogni che non finisca mai, cerca con me la luce che
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ci salverà per sempre e nell’anima risuonerà quella musica che ci renderà: testimoni della tua Parola testimoni noi con te Gesù. Testimoni della tua Parola noi saremo con te Gesù. Testimoni del Vangelo anche noi. Porteremo quella gioia vera che proviene da te Gesù costruiremo un futuro di santità Quel volto che hai incontrato qua splende e non tramonta mai. Alza lo sguardo e scopri che e Lui la forza che c’è in te e nell’anima risuonerà quella musica che ci renderà Questo è il momento giusto per donare il tuo tempo e sai perché? La storia cambia quando c’è qualcuno che ha fede e volontà e nell’anima risuona già quella musica che ci renderà.
66. Tu sei Tu sei la prima stella del mattino, Tu sei la nostra grande nostalgia, Tu sei il cielo chiaro dopo la paura, dopo la paura d’esserci perduti e tornerà la vita in questo mare. Soffierà, soffierà, il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te. Soffierà, soffierà, il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te. Tu sei l’unico volto della pace, Tu sei speranza nelle nostre mani,
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Tu sei il vento nuovo sulle nostre ali, sulle nostre ali soffierà la vita e gonfierà le vele per questo mare
67. Un cuore grande Dio ti ha dato un cuore grande come la sabbia del mare. Dio ti ha donato il suo spirito: ha liberato il tuo amore. Hai svelato ai giovani il vero volto del Signore: dalla tua bontà hanno capito che Dio è nostro Padre. Hai formato uomini dal cuore sano e forte: li hai mandati per il mondo ad annunciare il Vangelo della gioia. Hai aperto ai poveri il cuore e la tua casa: dietro il volto del ragazzo emarginato hai visto il Signore. Hai accolto i piccoli come si accoglie un dono: fino all’ultimo respiro hai consumato per loro la tua vita.
68. Verbum panis Prima del tempo prima ancora che la terra cominciasse a vivere il Verbo era presso Dio. Venne nel mondo e per non abbandonarci in questo viaggio ci lasciò tutto se stesso come pane. Verbum caro factum est Verbum panis factum est
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Verbum caro factum est Verbum panis factum est Qui spezzi ancora il pane in mezzo a noi e chiunque mangerà non avrà più fame. Qui vive la tua chiesa intorno a te dove ognuno troverà la sua vera casa. Verbum caro factum est, Verbum panis factum est, Verbum caro factum est Verbum panis Prima del tempo quando l’universo fu creato dall’oscurità il Verbo era presso Dio. Venne nel mondo nella sua misericordia Dio ha mandato il Figlio suo tutto se stesso come pane.
69. Vieni Santo Spirito di Dio Vieni, Santo Spirito di Dio,come vento soffia sulla Chiesa! Vieni come fuoco, ardi in noi e con te saremo veri testimoni di Gesù. Sei vento: spazza il cielo dalle nubi del timore; sei fuoco: sciogli il gelo e accendi il nostro ardore. Spirito creatore, scendi su di noi. Tu bruci tutti i semi di morte e di peccato; tu scuoti le certezze che ingannano la vita. Fonte di sapienza, scendi su di noi! Tu sei coraggio e forza
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nelle lotte della vita; tu sei l’amore vero, sostegno nella prova. Spirito d’amore, scendi su di noi! Tu, fonte di unità, rinnova la tua Chiesa, illumina le menti, dai pace al nostro mondo. O Consolatore, scendi su di noi!
70. Voglio stare qui accanto a te Voglio stare qui accanto a Te per adorare la tua presenza io non posso vivere senza te voglio stare accanto a te. Voglio stare qui accanto a te, abitare la tua casa nel tuo luogo santo dimorar per restare accanto a te. Accanto a te Signore, voglio dimorare gioire alla tua mensa, respirando la tua gloria del tuo amore io voglio vivere Signor voglio star con te, voglio star con te Gesù. Voglio stare qui accanto a te, per entrare alla tua presenza io non posso vivere senza te voglio stare accanto a te. Mio Signor, tu sei la mia forza, la gioia del mio canto, la fortezza del mio cuor. Voglio stare qui accanto a te per adorare la tua presenza. Nel tuo luogo santo dimorar voglio star con te, voglio star con te Gesù. Voglio star con te, voglio star con te Gesù, voglio star con te, voglio star con te Gesù.
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71. Voi siete di Dio Tutte le stelle della notte le nebulose e le comete il sole su una ragnatela è tutto vostro e voi siete di Dio. Tutte le rose della vita il grano, i prati, i fili d’erba il mare, i fiumi, le montagne è tutto vostro e voi siete di Dio. Tutte le musiche e le danze, i grattacieli, le astronavi i quadri, i libri, le culture è tutto vostro e voi siete di Dio. Tutte le volte che perdono quando sorrido, quando piango quando mi accorgo di chi sono è tutto vostro e voi siete di Dio. E’ tutto nostro e noi siamo di Dio. Tutte le volte che perdono quando sorrido, quando piango quando mi accorgo di chi sono è tutto vostro e voi siete di Dio. E’ tutto nostro e noi siamo di Dio.
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CANTI 1. Agnello di Dio Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi, Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi, Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.
2. Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Alleluia Chi ascolta la Parola è come uno che attinge acqua alla sorgente che lo disseterà. Chi accoglie la Parola è come uno che ha costruito sulla roccia e mai vacillerà.
3. Alleluia Alleluia, Alleluia, Alleluia, Alleluia, Alleluia Da chi andremo, chi ascolteremo, se non ci parli Tu, Tu solo hai parole di vita eterna
4. Alleluia Allelu Alleluia Allelu Alleluia Dio ha visitato il Suo popolo ha fatto meraviglie per noi Alleluia Gli occhi dei ciechi vedono la luce gli orecchi sordi odono la voce Dio ha fatto meraviglie per noi Dio ha fatto meraviglie per noi
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5. Altissimo Altissimo Onnipotente, Buon Signore, Tue son le lodi, la gloria, l’onore e ogni benedizione che a Te solo e al tuo Nome Altissimo possiamo elevare e nessun uomo può credersi degno di poterti nominare. Laudato sii, mi Signore con tutte le tue creature specialmente per frate sole, così belIo e radioso con la sua luce illumina il giorno ed illumini noi e con grande splendore ci parla di Te Signore. Lodate, benedite il Signore, ringraziate e servite con grande umiltà, lodate lodate benedite il Signore con grande umiltà ringraziate e servite con grande umiltà. Laudato sii, mi Signore per sora luna e le stelle le hai formate nel cieIo cosi chiare preziose e belle per frate vento, per l’aria e il sereno ed ogni tempo cosi la Vita Tu cresci e sostieni in ogni tua creatura. Laudato sii, mi Signore per sora acqua così preziosa per frate fuoco giocoso e potente che ci illumina la notte laudato sii, mi Signore per sora nostra madre la terra ci sostiene governa e ci dona fiori frutti ed erba.
6. Arderanno sempre i nostri cuori Quando scende su di noi la sera e scopri che nel cuore resta nostalgia di un giorno che non avrà tramonto ed avrà il colore della sua pace. Quando scende su di noi il buio e senti che nel cuore manca l’allegria del tempo che non avrà mai fine ed allora cercherai parole nuove. E all’improvviso la strada s’illumina; e scopri che noti sei più solo; sarà il Signore risorto a tracciare il cammino e a ridare la vita Arderanno sempre i nostri cuori se la tua parola in noi dimorerà
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spezza Tu, Signore, questo pane porteremo al mondo la tua verità, Quando all’alba sentirai la sua voce capirai che non potrà fermarsi mai l’annuncio che non avrà confini, che riporterà nel mondo la speranza. Gesù è il Signore risorto che vive nel tempo è presente tra gli uomini, è Lui la vita del mondo, il pane che nutre la Chiesa in cammino.
7. Ave Maria (Verbum Panis) Ave Maria, Ave. Ave Maria, Ave. Donna dell’attesa e madre di speranza Ora pro nobis. Donna del sorriso e madre del silenzio Ora pro nobis. Donna di frontiera e madre dell’ardore Ora pro nobis. Donna del riposo e madre del sentiero Ora pro nobis. Donna del deserto e madre del respiro Ora pro nobis. Donna della sera e madre del ricordo Ora pro nobis. Donna del presente e madre del ritorno Ora pro nobis. Donna della terra e madre dell’amore Ora pro nobis.
8. Ave mundi Spes Ave mundi spes Maria. ave mitis, ave pia, ave charitate plena, Virgo dulcis et serena.
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Sancta parens Iesu Christi electa sola tu fuisti esse mater sine viro et lactare modo miro. Angelorum imperatrix peccatorum consolatrix consolare me lugentem in peccatis iam fœentem. Me defende peccatorem et ne tuum des honorem alieno et crudeli: precor te Regina cæli. Esto custos cordis mei, signa me timore Dei; confer vitæ sanitatem, da et morum honestatem. Da peccata me vitare et quod iustum est amare.
9. Beati voi Beati voi, beati voi, beati voi, beati voi. Se sarete poveri nel cuore, beati voi, sarà vostro il regno di Dio Padre. Se sarete voi che piangerete, beati voi, perché un giorno vi consolerò. Beati voi, beati voi, beati voi, beati voi. Se sarete miti verso tutti, beati voi, erediterete tutto il mondo. Quando avrete fame di giustizia, beati voi, perché un giorno io vi sazierò. Se sarete misericordiosi, beati voi, la misericoridia troverete. Se sarete puri dentro il cuore, beati voi, perché voi vedrete il Padre mio.
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Se lavorerete per la pace, beati voi, chiameranno voi figli di Dio. Se per causa mia voi soffrirete, beati voi, sarà grande in voi la santità.
10. Bonum est confidere Bonum est confidere in Domino bonum sperare in Domino
11. Camminerò Camminerò, camminerò, nella tua strada Signor. Dammi la mano, voglio restar, per sempre insieme a te. Quando ero solo, solo e stanco nel mondo quando non c’era l’Amor, tante persone vidi intorno a me; sentivo cantare cosi. Io non capivo ma rimasi a sentire quando il Signor mi parlò: lui mi chiamava, chiamava anche me, e la mia risposta si alzò. Or non m’importa se uno ride di me, lui certamente non sa, del gran regalo che ebbi quel dì, che dissi al Signore così. A volte son triste ma mi guardo intorno, scopro il mondo e l’amor; son questi i doni che Lui fa a me, felice ritorno a cantar.
12. Come fuoco vivo Come fuoco vivo si accende in noi un’immensa felicità che mai più nessuno ci toglierà perché Tu sei ritornato.
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Chi potrà tacere da ora in poi che sei Tu in cammino con noi, che la morte è vinta per sempre, che ci hai ridonato la vita. Spezzi il pane davanti a noi mentre il sole è al tramonto ora gli occhi ti vedono sei Tu resta con noi E per sempre ti mostrerai in quel gesto d’amore mani che ancora spezzano, pane d’eternità.
13. Come tu mi vuoi Eccomi Signor, vengo a te mio Re che si compia in me la tua volontà Eccomi Signor, vengo a te mio Dio plasma il cuore mio e di te vivrò Se tu lo vuoi Signore manda me e il tuo nome annuncerò. Come tu mi vuoi io sarò, dove tu mi vuoi io andrò. Questa vita io voglio donarla a te per dar gloria al tuo nome mio Re. Come tu mi vuoi io sarò, dove tu mi vuoi io andrò. Se mi guida il tuo amore paura non ho, per sempre io sarò come tu mi vuoi. Eccomi Signor, vengo a te mio Re che si compia in me la tua volontà Eccomi Signor, vengo a te mio Dio plasma il cuore mio e di te vivrò Tra le tue mani mai più vacillerò e strumento tuo sarò.
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14. Creati per te Tu ci hai fatti per te, nella tua immensità, nel tuo grande amore tu Signore ci ha creati per te e il nostro cuore non trova pace se Signor, tu non sei qui con noi. Noi ti diamo gloria, diamo gloria a te Signore Re del cielo diamo gloria, diamo gloria a te Signore Re di ogni cosa sei, Re di ogni cosa sei.
15. Dall’aurora al tramonto Dall’aurora io cerco te fino al tramonto ti chiamo ha sete solo di te l’anima mia come terra deserta Non mi fermerò un solo istante sempre canterò la tua lode perché sei il mio Dio il mio riparo mi proteggerai all’ombra delle tue ali. Non mi fermerò un solo istante io racconterò le tue opere perché sei il mio Dio unico bene nulla mai potrà la notte contro di me.
16. Davanti a questo amore Hai disteso le tue braccia anche per me Gesù, dal tuo cuore come fonte hai versato pace in me, cerco ancora il mio peccato ma non c’è.
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Tu da sempre vinci il mondo Dal tuo trono di dolore. Dio mia grazia, mia speranza Ricco e grande Redentore, Tu re umile e potente, risorto per amore, risorgi per la vita. Vero Agnello senza macchia Mite e forte salvatore sei, Tu re povero e glorioso risorgi con potenza, di fronte a questo amore la morte fuggirà.
17. Davanti al Re Davanti al Re, ci inchiniamo insiem per adorarlo con tutto il cuor. Verso di Lui eleviamo insiem canti di gloria al nostro Re dei Re.
18. Dio ha fatto in me cose grandi Dio ha fatto in me cose grandi Lui che guarda l’umile serva e disperde i superbi nell’orgoglio del cuor. L’anima mia esulta in Dio mio Salvatore la sua salvezza canterò. Lui Onnipotente e Santo Lui, abbatte i grandi dai troni e solleva dal fango il suo umile servo. Lui misericordia infinita Lui che rende povero il ricco e ricolma di beni
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chi si affida al suo amore. Lui, amore sempre fedele Lui guida il suo servo Israele e ricorda il suo patto stabilito per sempre.
19. Dio ti adorerò Dio ti adorerò nel tuo tempio dimorerò le tue vie conoscerò La mia voce nella notte innalzerò. Dio ti cercherò... Dio ti invocherò... Dio mi prostrerò...
20. Ecco il pane Ecco il pane e il vino della cena insieme a Te ecco questa vita che trasformi cieli e terre nuove in noi, Tu discendi dentro noi fatti come Te noi con Te nell’anima
21. Ecco quel che abbiamo Ecco quel che abbiamo, nulla ci appartiene ormai! Ecco i frutti della terra che tu moltiplicherai! Ecco queste mani: puoi usarle, se lo vuoi, per dividere nel mondo il pane che tu hai dato a noi. Solo una goccia hai messo fra le mani mie, solo una goccia che Tu ora chiedi a me; Una goccia che, in mano a Te, una pioggia diventerà e la terra feconderà! Le nostre gocce, pioggia tra le mani tue,
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saranno linfa di una nuova civiltà; e la terra preparerà la festa del pane che ogni uomo condividerà! Sulle strade il vento, da lontano porterà il profumo del frumento, che tutti avvolgerà. E sarà l’amore che il raccolto spartirà e il miracolo del pane in terra si ripeterà!
22. Emmanuel Dall’orizzonte una grande luce viaggia nella storia e lungo gli anni ha vinto il buio facendosi Memoria, e illuminando la nostra vita chiaro ci rivela che non si vive se non si cerca la Verità... Da mille strade arriviamo a Roma sui passi della fede, sentiamo l’eco della Parola che risuona ancora da queste mura, da questo cielo per il mondo intero: è vivo oggi, è l’Uomo Vero Cristo tra noi. Siamo qui sotto la stessa luce sotto la sua croce cantando ad una voce. E’ l’Emmanuel Emmanuel, Emmanuel. E’ l’Emmanuel, Emmanuel. Dalla città di chi ha versato il sangue per amore ed ha cambiato il vecchio mondo vogliamo ripartire. Seguendo Cristo, insieme a Pietro, rinasce in noi la fede, Parola viva che ci rinnova e cresce in noi. Un grande dono che Dio ci ha fatto è Cristo il suo Figlio, e l’umanità è rinnovata,è in Lui salvata. E’ vero uomo, è vero Dio, è il Pane della Vita, che ad ogni uomo ai suoi fratelli ridonerà. La morte è uccisa, la vita ha vinto, è Pasqua in tutto il mondo, un vento soffia in ogni uomo lo Spirito fecondo. Che porta avanti nella storia la Chiesa sua sposa, sotto lo sguardo di Maria comunità. Noi debitori del passato di secoli di storia,
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di vite date per amore, di santi che han creduto, di uomini che ad alta quota insegnano a volare, di chi la storia sa cambiare, come Gesù. E’ giunta un’era di primavera, è tempo di cambiare. E’ oggi il giorno sempre nuovo per ricominciare, per dare svolte, parole nuove e convertire il cuore, per dire al mondo, ad ogni uomo: Signore Gesù.
23. Frutto della nostra terra Frutto della nostra terra, del lavoro di ogni uomo: pane della nostra vita, cibo della quotidianità. Tu che lo prendevi un giorno, lo spezzavi per i tuoi, oggi vieni in questo pane, cibo vero dell’umanità. E sarò pane, e sarò vino nella mia vita, nelle tue mani. Ti accoglierò dentro di me, farò di me un’offerta viva, un sacrificio gradito a Te. Frutto della nostra terra, del lavoro di ogni uomo: vino delle nostre vigne, sulla mensa dei fratelli tuoi Tu che lo prendevi un giorno, lo bevevi con i tuoi, oggi vieni in questo vino e ti doni per la vita mia.
24. Giovani Orizzonti Ciao amico in che piazza vai? Spazi immensi libero ora sei. Perché le strade oggi siano meno vuote, perché il sorriso tuo resti a noi sempre. Le tue mani stringono ancora mani, la tua vita è forte dentro noi. Profumo di cielo aveva il pane con te mangiato. E l’infinito in terra ha con te giocato. E tu resta ancora qui Giovanni, resta vivi con noi per sempre resta nei cuori, resta tra la gente e tu, giovani orizzonti vai nel mondo libero ( 2 v.) Il tuo passo festa di passi è, la città vuota è senza te. E come dimenticare i giorni della tua festa? E come dimenticarti non andare resta!
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Il tuo amore il tuo sorriso ali giovani ai tuoi occhi; Tu sei vivo per le strade, tu sei festa nella gente Tu in cerca di futuro canta ancora libertà. ( 2 v.)
25. Gloria (Giombini) Gloria, gloria a Dio nell’alto dei cieli gloria. E pace, e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa. Signore, figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, figlio del Padre, tu che togli i peccati, i peccati del mondo abbi pietà di noi, abbi pietà di noi. Tu che togli i peccati, i peccati del mondo, accogli, accogli la nostra supplica. Tu che siedi alla destra, alla destra del Padre, abbi pietà di noi, abbi pietà di noi. Perché tu solo il santo. Tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo. Con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen.
26. Gloria (Gen Verde) Gloria, gloria a Dio. Gloria, gloria nell’alto dei cieli. Pace in terra agli uomini di buona volontà. Gloria! Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, glorifichiamo te, ti rendiamo grazie per la tua immensa gloria. Signore Dio, gloria! Re del cielo, gloria! Dio Padre, Dio onnipotente, gloria!
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Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore, Agnello di Dio, Figlio del Padre. Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, il Signore, tu solo l’Altissimo, Cristo Gesù con lo Spirito Santo nella gloria del Padre.
27. Il canto dell’amore Se dovrai attraversare il deserto non temere io sarò con te se dovrai camminare nel fuoco la sua fiamma non ti brucerà seguirai la mia luce nella notte sentirai la mia forza nel cammino io sono il tuo Dio, il Signore. Sono io che ti ho fatto e plasmato ti ho chiamato per nome io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori io sarò con te dovunque andrai. Non pensare alle cose di ieri cose nuove fioriscono già aprirò nel deserto sentieri darò acqua nell’aridità perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori io sarò con te dovunque andrai perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori io sarò con te dovunque andrai.
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Io ti sarò accanto sarò con te per tutto il tuo viaggio sarò con te io ti sarò accanto sarò con te per tutto il tuo viaggio sarò con te.
28. Jesus Christ Jesus Christ you are my life, alleluja, alleluja. Jesus Christ you are my life, you are my life, alleluja. (2v.) Tu sei Via, sei Verità Tu sei la nostra Vita. Camminando insieme a Te vivremo in Te per sempre. Ci raccogli in unità riuniti nell’amore. Nella gioia d’innanzi a Te, cantando la Tua gloria. Nella gioia camminerem portando il Tuo Vangelo. Testimoni di carità, figli di Dio nel mondo.
29. Jubilate deo Jubilate Deo omnis terra. Servite Domino in laetitia. Alleluia, alleluia, in laetitia. Alleluia, alleluia, in laetitia
30. Kyrie – Signore che vieni Signore che vieni a visitare il popolo tuo nella pace, abbi pietà di noi! Signore pietà! Abbi pietà di noi!
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Signore pietà! Cristo che vieni a salvare, a salvare chi è perduto, abbi pietà di noi! Cristo pietà! Abbi pietà di noi! Cristo pietà! Signore che vieni a creare un mondo, un mondo nuovo abbi pietà di noi! Signore pietà! Abbi pietà di noi! Signore pietà!
31. Kyrie (Signore che a Pietro) Signore che a Pietro pentito, hai offerto il tuo perdono: abbi pietà di noi. Signore pietà. (4v) Cristo che al buon ladrone, hai promesso il paradiso: abbi pietà di noi. Cristo pietà. (4v) Signore che accogli ogni uomo che si affida alla tua misericordia: abbi pietà di noi. Signore pietà. (4v)
32. Kyrie (Verbum panis) Kyrie eleison, kyrie eleison, kirie Kyrie eleison, kyrie eleison, eleison. Christe eleison, Christe eleison, Christe Christe eleison, Christe eleison, eleison. Kyrie eleison, kyrie eleison, kirie Kyrie eleison, kyrie eleison, eleison.
33. La mia anima canta La mia anima canta la grandezza de Signore, il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore Nella mia povertà l’Infinito mi ha guardata
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in eterno ogni creatura mi chiamerà beata. La mia gioia è nel Signore che ha compiuto grandi cose in me. La mia lode al Dio fedele che ha soccorso il suo popolo e non ha dimenticato le sue promesse d’amore. Ha disperso i superbi nei pensieri inconfessabili, ha deposto i potenti, ha risollevato gli umili, ha saziato gli affamati e aperto ai ricchi le mani
34. Lodate il Signore Lodate il Signore nei cieli, lodate angeli suoi. Lodate voi tutte sue schiere la Sua maestà. Lodate da tutta la terra, lodate popoli suoi. Lodate giovani e vecchi la Sua bontà. Cantate al Signore, un cantico nuovo. Sia onore a Te, sia gloria a Dio, che siede sul trono. Risuoni la lode, la benedizione al Signor, che era e che è, che sempre sarà. Alleluja! Alleluja! Gioiscano nel creatore, esultino i figli di Sion. Innalzino e facciano festa al loro Dio. Lodino il nome del Padre, con timpani inneggino a Lui. Cieli e terra si prostrino al Re dei re.
35. Lode al nome tuo Lode al nome tuo, dalle terre più floride, dove tutto sembra vivere, lode al nome tuo. Lode al nome tuo, dalle terre più aride, dove tutto sembra sterile, lode al nome tuo. Tornerò a lodarti sempre, per ogni dono tuo, e quando scenderà la notte sempre io dirò:
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Benedetto il nome del Signor, lode al nome Tuo. Benedetto il nome del Signor, il glorioso nome di Gesù. Lode al nome tuo, quando il sole spende su di me, quando tutto è incantevole, lode al nome tuo. Lode al nome tuo, quando io sto davanti a te, con il cuore triste e fragile, lode al nome tuo. Tu doni e porti via, tu doni e porti via, ma sempre sceglierò di benedire te. Tornerò a lodarti sempre, per ogni dono tuo, e quando scenderà la notte sempre io dirò: Benedetto il nome del Signor, lode al nome Tuo. Benedetto il nome del Signor, lode al nome Tuo. Benedetto il nome del Signor, lode al nome Tuo. Benedetto il nome del Signor, il glorioso nome di Gesù. Tu doni...
36. Luce di verità Luce di verità, fiamma di carità, vincolo di unità, Spirito Santo Amore. Dona la libertà, dona la santità, fa’ dell’umanità il tuo canto di lode. Ci poni come luce sopra un monte: in noi l’umanità vedrà il tuo volto Ti testimonieremo fra le genti: in noi l’umanità vedrà il tuo volto Spirito, vieni. Cammini accanto a noi lungo la strada, si realizzi in noi la tua missione. Attingeremo forza dal tuo cuore, si realizzi in noi la tua missione. Spirito, vieni. Come sigillo posto sul tuo cuore, ci custodisci, Dio, nel tuo amore. Hai dato la tua vita per salvarci, ci custodisci, Dio, nel tuo amore.
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Spirito, vieni. Dissiperai le tenebre del male, esulterà in te la creazione. Vivremo al tuo cospetto in eterno, esulterà in te la creazione. Spirito, vieni. Vergine del silenzio e della fede l’Eterno ha posto in te la sua dimora. Il tuo “sì” risuonerà per sempre: l’Eterno ha posto in te la sua dimora. Spirito, vieni. Tu nella Santa Casa accogli il dono, sei tu la porta che ci apre il Cielo con te la Chiesa canta la sua lode, sei tu la porta che ci apre il Cielo Spirito, vieni Tu nella brezza parli al nostro cuore: ascolteremo, Dio, la tua parola; ci chiami a condividere il tuo amore: ascolteremo, Dio, la tua parola. Spirito, vieni.
37. Magnificat Magnificat, magnificat, magnificat anima mea, Dominum Magnificat, magnificat, magnificat anima mea.
38. Mi basta la tua grazia Quando sono debole, allora sono forte perchè, tu sei la mia forza. Quando sono triste è in te che trovo gioia perché, tu sei la mia gioia. Gesù io confido in te, Gesù, mi basta la tua grazia. Sei la mia forza, la mia salvezza,
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sei la mia pace, sicuro rifugio. Nella tua grazia voglio restare, santo Signore, sempre con te. Quando sono povero, allora sono ricco perché, sei la mia ricchezza. Quando son malato è in te che trovo vita perché, sei guarigione.
39. Misericordias Domini Misericordias Domini in aeternum cantabo
40. Nada te turbe Nada te turbe, nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta Nada te turbe, nada te espante, solo Dios basta.
41. Nel tuo silenzio Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me. Sei tu che vieni, o forse è più vero che tu mi accogli in te, Gesù. Sorgente viva che nasce nel cuore è questo dono che abita in me. La tua presenza è un Fuoco d’Amore che avvolge l’anima mia, Gesù. Ora il tuo Spirito in me dice: “Padre”, non sono io a parlare, sei tu. Nell’infinito oceano di pace tu vivi in me, io in te, Gesù.
42. Nella tua presenza Nella tua presenza avvolti da te, nella tua dimora insieme con te,
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con la vita tua che sboccia nell’anima, in noi, con la linfa tua, la stessa, in ciascuno di noi. Eccoci fratelli, parte di te, eccoci famiglia, una sola con te che risorto dai la vita che non muore mai che risorto dentro al cuore accendi il tuo cielo. Come il Padre che ha mandato me possiede la vita in se, e come grazie al Padre, grazie a Lui, io vivo, così colui, così colui che mangia di me vivrà grazie a me, Lui vivrà, vivrà per me. Tu che ci hai mostrato il Padre, Gesù, Tu che hai dato un nome perfino al dolore, ora Tu ci dai te stesso e ci dai l’unità, ci spalanchi la tua casa dove abita il cielo. Nella tua dimora insieme con te, nella tua presenza avvolti da te, con la vita tua che sboccia nell’anima, in noi, con la linfa tua, la stessa, in ciascuno di noi.
43. Noi veniamo a te Noi veniamo a Te, ti seguiamo Signor, solo Tu hai parole di vita ! E rinascerà dall’incontro con Te una nuova umanità. Tu maestro degli uomini, Tu ci chiami all’ascolto e rinnovi con noi l’alleanza d’amore infinito Tu speranza degli uomini, Tu ci apri alla vita e rinnovi per noi la promessa del mondo futuro. Tu amico degli uomini, Tu ci chiami fratelli e rivivi con noi l’avventura di un nuovo cammino. Tu salvezza degli uomini, Tu rinnovi la festa e ci chiami da sempre ad aprire le porte del cuore
44. Pace a voi Pace sia, pace a voi: la tua pace sarà
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sulla terra com’è nei cieli. Pace sia, pace a voi: la tua pace sarà gioia nei nostri occhi, nei cuori. Pace sia, pace a voi: la tua pace sarà luce limpida nei pensieri Pace sia, pace a voi: la tua pace sarà una casa per tutti. Pace a voi: sia il tuo dono visibile Pace a voi: la tua eredità. Pace a voi: come un canto all’unisono che sale dalle nostre città. Pace a voi: sia un’impronta nei secoli Pace a voi: segno d’unità Pace a voi: sia l’abbraccio tra i popoli, la tua promessa all’umanità.
45. Padre, Maestro ed Amico Padre, di molte genti padre, il nostro grido ascolta: è il canto della vita. Quella perenne giovinezza che tu portavi in cuore perché non doni a noi? Padre, maestro ed amico, noi giovani del mondo guardiamo ancora a te. Apri il nostro cuore a Cristo, sostieni il nostro impegno in questa società ! Oh... Festa, con te la vita è festa, con te la vita è canto è fremito di gioia. Oggi tra noi ancora è vivo l’amore che nutrivi per tutti i figli tuoi.
46. Perché tu sei con me Solo tu sei il mio pastore, niente mai mi mancherà, solo tu sei il mio pastore, o Signore Mi conduci dietro te, sulle verdi alture, ai ruscelli tranquilli, lassù
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dov’è più limpida l’acqua per me, dove mi fai riposare. Anche fra le tenebre d’un abisso oscuro io non temo alcun male perché tu mi sostieni, sei sempre con me, rendi il sentiero sicuro. Siedo alla tua tavola che mi hai preparato, ed il calice è colmo per me di quella linfa di felicità che per amore hai versato. Sempre mi accompagnano lungo estati e inverni la tua grazia, la tua fedeltà, nella tua casa io abiterò fino alla fine dei giorni.
47. Popoli tutti Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te. Ora e per sempre, voglio lodare il tuo grande amor per noi. Mia roccia Tu sei, pace e conforto mi dai, con tutto il cuore e le mie forze, sempre io ti adorerò. Popoli tutti acclamate al Signore, gloria e potenza cantiamo al Re, mari e monti si prostrino a Te, al tuo nome, o Signore. Canto di gioia per quello che fai, per sempre Signore con Te resterò, non c’è promessa non c’è fedeltà che in Te
48. Prenderemo il largo Questo è il nostro tempo per osare, per andare, la Parola che ci chiama è quella Tua. Come un giorno a Pietro, anche oggi dici a noi: “Getta al largo le tue reti insieme a Me”.
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Saliremo in questa barca anche noi il Tuo vento soffia già sulle vele prenderemo il largo dove vuoi Tu navigando insieme a Te, Gesù Questo è il nostro tempo, questo è il mondo che ci dai: orizzonti nuovi, vie di umanità. Come un giorno a Pietro, anche oggi dici a noi: “Se mi ami più di tutto, segui Me”. Navigando il mare della storia insieme a Te, la Tua barca in mezzo a forti venti va. Come un giorno a Pietro, anche oggi dici a noi: “Se tu credi in me tu non affonderai”.
49. Quale gioia Quale gioia mi dissero, andremo alla casa del Signore Ora i piedi, o Gerusalemme, si fermano davanti a te Ora Gerusalemme è ricostruita come città salda, forte e unita. Salgono insieme le tribù di Jahvé per lodare il nome del Signor d’Israele. Là sono posti i seggi della sua giustizia, seggi della casa di Davide. Domandate pace per Gerusalemme sì pace a chi ti ama, pace alle tue mura. Su di te sia pace, chiederò il tuo bene, per la casa di Dio chiederò la gioia. Noi siamo il suo popolo, Egli è il nostro Dio, possa rinnovarci la felicità.
50. Quale gioia è star con te Ogni volta che ti cerco,
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ogni volta che ti invoco, Sempre mi accogli Signor. Grandi la sono i tuoi prodigi, Tu sei buono verso tutti, Santo Tu regni tra noi. Quale gioia è star con Te Gesù vivo e vicino, Bello è dar lode a Te, Tu sei il Signor. Quale dono è aver creduto in Te Che non mi abbandoni, io per sempre abiterò la Tua casa, mio Re. Hai guarito il mio dolore, Hai cambiato questo cuore, Oggi rinasco, Signor. Grandi sono i tuoi prodigi, Tu sei buono verso tutti, Santo Tu regni tra noi. Hai salvato la mia vita, hai aperto la mia bocca, Canto per Te, mio Signor. Grandi sono i tuoi prodigi, tu sei buono verso tutti, santo Tu regni tra noi.
51. Rallegriamoci Rallegriamoci, non c’è spazio alla tristezza in questo giorno, rallegriamoci, è la vita che distrugge ogni paura. Rallegriamoci, che si compie in questo giorno la promessa, rallegriamoci, ogni uomo lo vedrà: la salvezza di Dio Gloria a Te Emmanuele, Gloria a Te Figlio di Dio. Gloria a Te Cristo Signore che nasci per noi e torna la gioia (x2) Rallegriamoci, Egli viene a liberarci da ogni male. Rallegriamoci,è il momento di gustare il sui perdono, rallegriamoci, con coraggio riceviamo la sua vita, rallegriamoci, perché è giunta in mezzo a noi la presenza di Dio. Rallegriamoci, tutti i popoli del mondo lo vedranno
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rallegriamoci, nel Signore è la nostra dignità. Rallegriamoci nella luce del suo regno in cui viviamo, Rallegriamoci, siamo tempio vivo suo, siamo chiesa di Dio.
52. Re di gloria Ho incontrato te, Gesù, e ogni cosa in me è cambiata, tutta la mia vita ora ti appartiene tutto il mio passato io lo affido a te, Gesù, Re di gloria, mio Signor. Tutto in te riposa, la mia mente, il mio cuore, trovo pace in te Signor tu mi dai la gioia. Voglio stare insieme a te, non lasciarti mai, Gesù, Re di gloria, mio Signor. Dal tuo amore chi mi separerà, sulla croce hai dato la vita per me, Una corona di gloria mi darai quando un giorno ti vedrò. Tutto in te riposa, la mia mente, il mio cuore, trovo pace in te, Signor, tu mi dai la gioia vera. Voglio stare insieme a te, non lasciarti mai Gesù, Re di gloria, mio Signor. Rit. io ti aspetto, mio Signor, io ti aspetto, mio Signor, io ti aspetto, mio Re!
53. Resta qui con noi Le ombre si distendono scende ormai la sera e si allontanano dietro i monti i riflessi di un giorno che non finirà,
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di un giorno che ora correrà sempre perché sappiamo che una nuova vita da qui è partita e mai più si fermerà. Resta qui con noi il sole scende già, resta qui con noi Signore è sera ormai. Resta qui con noi il sole scende già, se tu sei fra noi la notte non verrà. S’allarga verso il mare il tuo cerchio d’onda che il vento spingerà fino a quando giungerà ai confini di ogni cuore, alle porte dell’amore vero; come una fiamma che dove passa brucia, così il Tuo amore tutto il mondo invaderà. Davanti a noi l’umanità lotta, soffre e spera come una terra che nell’arsura chiede l’acqua da un cielo senza nuvole, ma che sempre le può dare vita. Con Te saremo sorgente d’acqua pura, con Te fra noi il deserto fiorirà.
54. Salve Regina Salve Regina, madre di misericordia vita, dolcezza, speranza nostra, salve, salve Regina (x2) A te ricorriamo, esuli figli di Eva. A te sospiriamo, piangenti, in questa valle di lacrime. Avvocata nostra, volgi a noi gli occhi tuoi, mostraci dopo questo esilio il frutto del tuo seno, Gesù. Salve Regina, madre di misericordia oh clemente, oh Pia, oh dolce Vergine Maria Salve Regina! Salve Regina, salve, salve!
55. Santo (Gen Rosso, Gen Verde) Santo, Santo Santo è il Signore Dio dell’universo
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Santo, Santo i cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli Osanna nell’alto dei cieli Santo, Santo Santo è il Signore Dio dell’universo Santo, Santo i cieli e la terra sono pieni della tua gloria Benedetto colui che viene nel nome del Signore Osanna nell’alto dei cieli Osanna nell’alto dei cieli Santo, Santo, Santo
56. Santo (Gen verde) Santo, santo, santo. Santo, santo, santo. Il Signore Dio dell’universo. Il Signore Dio dell’universo I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna, osanna nell’alto dei cieli. Osanna, osanna nell’alto dei cieli. Santo, santo, santo. Santo, santo, santo. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna, osanna nell’alto dei cieli. Osanna, osanna nell’alto dei cieli. Santo, santo, santo. Santo, santo, santo.
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57. Santo volto dei volti Eravamo tutti li Nel tuo abbraccio spalancato a chiodi, sì Eravamo li Noi, quel venerdì: Nel più flebile respiro E nel grido dell’addio: “Lemà sabactanì”! Eravamo insieme a te Nella pietra che ti chiuse dentro sé Che via rotola e in eredità Da quell’alba in poi la vita ha L’energia dell’eternità. Alleluiah! Mani si aprono cercando luce per le nostre città. Alleluiah! Cuori cantano: Nei milioni di sguardi Santo volto dei volti Tu sei! Ora vivi insieme a noi E ci guardi dentro gli occhi di chi ormai Più non ce la fa Oppure che non sa Che per te, per noi la vita ha L’energia dell’eternità Ed ogni vita che è per te, con te e in te Si apre al mondo mentre si libera Trova il tuo volto E in ogni volto Ora i tuoi occhi vedrà. Alleluiah! Mani si aprono cercando luce per le nostre città. Alleluiah! Cuori cantano: Santo volto dei volti Nei milioni di sguardi Santo volto dei volti Tu sei!
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58. Se prendo le ali Se prendo le ali dell’aurora per abitare ai confini del mare, anche là mi guida la tua mano, mi afferra il tuo amor. Se prendo le ali dell’aurora, dove andar lontano dal tuo Spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Signore mio re. Nemmeno per te le tenebre sono oscure e la notte è chiara come il giorno, per te le tenebre sono luce, o mio Signor. Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando siedo e mi alzo, tu penetri nei miei pensieri, o mio Signor. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era già scritto di me, i miei giorni eran fissati, o mio Signor.
59. Segni del tuo amore Mille e mille grani nelle spighe d’oro mandano fragranza e danno gioia al cuore, quando, macinati, fanno un pane solo: pane quotidiano, dono tuo, Signore. Ecco il pane e il vino, segni del tuo amore. Ecco questa offerta, accoglila Signore: tu di mille e mille cuori fai un cuore solo, un corpo solo in te e il Figlio tuo verrà, vivrà ancora in mezzo a noi. Mille grappoli maturi sotto il sole, festa della terra, donano vigore, quando da ogni perla stilla il vino nuovo: vino della gioia, dono tuo, Signore.
60. Sei per noi cibo di eternità 290
Sei per noi cibo di eternità, vera bevanda che colma la sete in noi. Sei per noi luce di verità, presenza viva del Dio con noi. Tu, Signore, sei vicino, sei presente ancora in mezzo a noi. Tu, l’ eterno, onnipotente, ora vieni incontro a noi. Infinita carità, l’universo intero vive di te. Tu ci guardi con amore e ci chiami insieme a Te. Come cerva alla sorgente il nostro cuore anela sempre a te. A tua immagine ci hai fatti: ora noi veniamo a Te.
61. Servo per amore Una notte di sudore sulla barca in mezzo al mare e mentre il cielo si imbianca già, tu guardi le tue reti vuote. Ma la voce che ti chiama un altro mare ti mostrerà e sulle rive di ogni cuore, le tue reti getterai. Offri la vita tua come Maria ai piedi della croce e sarai servo di ogni uomo, servo per amore, sacerdote dell’umanità. Avanzavi nel silenzio fra le lacrime e speravi che il seme sparso davanti a Te cadesse sulla buona terra. Ora il cuore tuo è in festa
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perché il grano biondeggia ormai, è maturato sotto il sole, puoi riporlo nei granai.
62. Sono qui a lodarti Luce del mondo, nel buio del cuore Vieni ed illuminami Tu mia sola speranza di vita Resta per sempre con me Sono qui a lodarti, qui per adorarti Qui per dirti che Tu sei il mio Dio E solo Tu sei santo, sei meraviglioso Degno e glorioso sei per me Re della storia e Re nella gloria Sei sceso in terra fra noi Con umiltà il Tuo trono hai lasciato Per dimostrarci il Tuo amor Io mai saprò quanto Ti costò lì sulla croce morir per me
63. Su ali d’aquila Tu che abiti al riparo del Signore e che dimori alla sua ombra, di’ al Signore: “Mio rifugio, mia roccia su cui confido.” E ti rialzerà, ti solleverà su ali d’aquila ti reggerà sulla brezza dell’alba ti farà brillar come il sole, così nelle sue mani vivrai. Dal laccio del cacciatore ti libererà, e dalla carestia che distrugge poi ti coprirò con le Sue ali e rifugio troverai. Non devi temere i terrori della notte né freccia che vola di giorno
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mille cadranno al tuo fianco, ma nulla ti colpirà. Perché ai Suoi angeli ha dato un comando, di preservarti in tutte le tue vie, ti porteranno sulle loro mani contro la pietra non inciamperai. E ti rialzerò, ti solleverò su ali d’aquila ti reggerò sulla brezza dell’alba ti farò brillar come il sole, così nelle mie mani vivrai
64. Te al centro del mio cuore Ho bisogno d’incontrarti nel mio cuore, di trovare Te, di stare insieme a Te: unico riferimento del mio andare, unica ragione Tu, unico sostegno Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Anche il cielo gira intorno e non ha pace, ma c’è un punto fermo, è quella stella là. La stella polare è fissa ed è la sola, la stella polare Tu, la stella sicura Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Tutto ruota attorno a Te, in funzione di Te e poi non importa il “come”, il “dove” e il “se”. Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore, il significato allora sarai Tu, quello che farò sarà soltanto amore. Unico sostegno Tu, la stella polare Tu. Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
65. Testimoni della tua parola Se cerchi la felicità e sogni che non finisca mai, cerca con me la luce che ci salverà per sempre e nell’anima risuonerà
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quella musica che ci renderà: testimoni della tua Parola testimoni noi con te Gesù. Testimoni della tua Parola noi saremo con te Gesù. Testimoni del Vangelo anche noi. Porteremo quella gioia vera che proviene da te Gesù costruiremo un futuro di santità Quel volto che hai incontrato qua splende e non tramonta mai. Alza lo sguardo e scopri che e Lui la forza che c’è in te e nell’anima risuonerà quella musica che ci renderà Questo è il momento giusto per donare il tuo tempo e sai perché? La storia cambia quando c’è qualcuno che ha fede e volontà e nell’anima risuona già quella musica che ci renderà.
66. Tu sei Tu sei la prima stella del mattino, Tu sei la nostra grande nostalgia, Tu sei il cielo chiaro dopo la paura, dopo la paura d’esserci perduti e tornerà la vita in questo mare. Soffierà, soffierà, il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te. Soffierà, soffierà, il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te. Tu sei l’unico volto della pace, Tu sei speranza nelle nostre mani, Tu sei il vento nuovo sulle nostre ali, sulle nostre ali soffierà la vita
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e gonfierà le vele per questo mare
67. Un cuore grande Dio ti ha dato un cuore grande come la sabbia del mare. Dio ti ha donato il suo spirito: ha liberato il tuo amore. Hai svelato ai giovani il vero volto del Signore: dalla tua bontà hanno capito che Dio è nostro Padre. Hai formato uomini dal cuore sano e forte: li hai mandati per il mondo ad annunciare il Vangelo della gioia. Hai aperto ai poveri il cuore e la tua casa: dietro il volto del ragazzo emarginato hai visto il Signore. Hai accolto i piccoli come si accoglie un dono: fino all’ultimo respiro hai consumato per loro la tua vita.
68. Verbum panis Prima del tempo prima ancora che la terra cominciasse a vivere il Verbo era presso Dio. Venne nel mondo e per non abbandonarci in questo viaggio ci lasciò tutto se stesso come pane. Verbum caro factum est Verbum panis factum est Verbum caro factum est Verbum panis factum est
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Qui spezzi ancora il pane in mezzo a noi e chiunque mangerà non avrà più fame. Qui vive la tua chiesa intorno a te dove ognuno troverà la sua vera casa. Verbum caro factum est, Verbum panis factum est, Verbum caro factum est Verbum panis Prima del tempo quando l’universo fu creato dall’oscurità il Verbo era presso Dio. Venne nel mondo nella sua misericordia Dio ha mandato il Figlio suo tutto se stesso come pane.
69. Vieni Santo Spirito di Dio Vieni, Santo Spirito di Dio,come vento soffia sulla Chiesa! Vieni come fuoco, ardi in noi e con te saremo veri testimoni di Gesù. Sei vento: spazza il cielo dalle nubi del timore; sei fuoco: sciogli il gelo e accendi il nostro ardore. Spirito creatore, scendi su di noi. Tu bruci tutti i semi di morte e di peccato; tu scuoti le certezze che ingannano la vita. Fonte di sapienza, scendi su di noi! Tu sei coraggio e forza nelle lotte della vita; tu sei l’amore vero,
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sostegno nella prova. Spirito d’amore, scendi su di noi! Tu, fonte di unità, rinnova la tua Chiesa, illumina le menti, dai pace al nostro mondo. O Consolatore, scendi su di noi!
70. Voglio stare qui accanto a te Voglio stare qui accanto a Te per adorare la tua presenza io non posso vivere senza te voglio stare accanto a te. Voglio stare qui accanto a te, abitare la tua casa nel tuo luogo santo dimorar per restare accanto a te. Accanto a te Signore, voglio dimorare gioire alla tua mensa, respirando la tua gloria del tuo amore io voglio vivere Signor voglio star con te, voglio star con te Gesù. Voglio stare qui accanto a te, per entrare alla tua presenza io non posso vivere senza te voglio stare accanto a te. Mio Signor, tu sei la mia forza, la gioia del mio canto, la fortezza del mio cuor. Voglio stare qui accanto a te per adorare la tua presenza. Nel tuo luogo santo dimorar voglio star con te, voglio star con te Gesù. Voglio star con te, voglio star con te Gesù, voglio star con te, voglio star con te Gesù.
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