Principali trend nelle assicurazioni e implicazioni per il settore e per i suoi professionisti

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Principali trend nelle assicurazioni e implicazioni per il settore e per i suoi professionisti ROBERTO MANZATO CHIEF INSURANCE OFFICER POSTE VITA & POSTE ASSICURA

GRADUATION DAY EXECUTIVE MASTER IN INSURANCE & FINANCE MIB TRIESTE SCHOOL OF MANAGEMENT TRIESTE - 2 MARZO 2019


INTRODUZIONE Ringrazio per l'invito il MIB, il suo Magnifico Rettore il Presidente e la Faculty tutta. L'invito è particolarmente gradito perché sono nato, mi sono laureato e ho iniziato a lavorare a Trieste. Sono anche onorato dell'invito perché negli anni passati gli speaker sono sempre stati prestigiosi (più del sottoscritto). Mi piace pensare che il tutto dipenda dal fatto che ho lavorato nel settore assicurativo in ruoli ed ambiti molto diversi. Ho lavorato sia nel vita sia nel danni, nel mercato diretto e nella riassicurazione, come consulente tecnico-attuariale, come consulente strategico e ho rappresentato il settore come lobbista. Adesso sono il Chief Insurance Officer delle compagnie di assicurazione del Gruppo Poste Italiane. Nel mio breve intervento vorrei delineare e commentare alcuni trend, che ritengo importanti, che hanno e avranno un impatto sul settore assicurativo cercando di evidenziarne le implicazioni per il mercato e naturalmente anche per i professionisti che vi lavorano. Spero di fornirvi qualche informazione utile anche per il vostro percorso professionale che sicuramente promette bene visto che avete superato con successo questo Master.

PRINCIPALI TREND NEL SETTORE ASSICURATIVO E IMPLICAZIONI PER IL SETTORE E PER I SUOI PROFESSIONISTI Nello studio di un settore produttivo, al fine di cercare di prevedere quali possano essere i trend che ne caratterizzeranno il futuro può essere utile, come in fisica, scomporre le principali forze che determinano l'assetto competitivo e operativo del mercato. Nel caso dei mercati assicurativi molti "practitioners" considerano le seguenti forze che agiscono e ne influenzano l'assetto: 

La regolamentazione applicabile al settore

L'evoluzione scientifica e tecnologica


La domanda e l'evoluzione comportamentale dei clienti

L'offerta e quindi le strategie dei produttori/ distributori

Senza alcuna pretesa di esaustività cercherò di formulare alcune considerazioni, spero significative, almeno sulle prime tre forze menzionate e sui principali effetti che potrebbero indurre.

Regolamentazione applicabile al settore Premesso che agli operatori la regolamentazione è gradita fino ad un certo punto, se non altro perché ogni professionista che si rispetti crede di fare bene il proprio lavoro, parto dalla regolamentazione perché negli ultimi anni è stata uno degli elementi che ha avuto maggiore impatto sull'operatività delle imprese del mercato assicurativo. Mi soffermo sui due filoni probabilmente più importanti: Solvency 2 ovvero le norme a presidio della solvibilità dell'impresa che presuppongono una quantificazione, gestione e rappresentazione della posizione patrimoniale dell'impresa rispetto al rischio assunto e il corpo normativo a tutela del consumatore culminato con la recente entrata in vigore della direttiva sulla distribuzione assicurativa (IDD e norme collegate).

Su Solvency, in via astratta e generale, non si può non avere un giudizio positivo anche se esistono alcune aree di miglioramento che renderebbero più agevole gestire le polizze vita tradizionali che presentano delle caratteristiche e un valore molto sentito dai clienti. Un settore che si propone di ottimizzare il profilo di rischio dei propri clienti deve essere in grado di quantificare e gestire il proprio rischio in maniera precisa e rigorosa. Devo dire che la normativa in questo caso ha obbligato le imprese a fare delle valutazioni che avrebbero dovuto fare autonomamente ma che non sempre sono state fatte. Su questo tema vi posso riportare un aneddoto: a metà degli anni '90 la società per cui lavoravo aveva creato uno strumento di DFA (dynamic financial analysis) che in sostanza era un primo, rudimentale se paragonato a quelli di oggi, modello interno. Avevo avuto il compito di promuoverlo sul mercato italiano, il risultato è stato che a


nessun interlocutore tecnico o apicale interessava, l'argomento era ostico e poco compreso anche se poteva essere utile per ottimizzare l'asset allocation, la riassicurazione, il business mix. Da qui primo un insegnamento: fare la cosa giusta nel momento sbagliato non paga granché! In ogni caso, qualsiasi ne possa essere il giudizio, Solvency anche se con degli inevitabili aggiustamenti rimarrà e l'implicazione principale è che forzerà le imprese a concentrarsi maggiormente, rispetto ad oggi, sulle attività che dal punto di vista "riskadjusted" riescono a creare maggior valore: in generale vedo favoriti i rischi diversificabili e i servizi.

Sulla tutela del consumatore, argomento dibattuto e non sempre di facile comprensione, a mio giudizio si è arrivati, dovrei dire finalmente, a sancire un principio basilare tornando forse ad una sorta di "back-to-basics": dalla ricerca della trasparenza attraverso la proliferazione di documenti e informazioni, peraltro diversi a seconda del regolatore di riferimento, si è arrivati a dire che vanno creati e commercializzati solo prodotti che abbiano un valore per i clienti per cui sono stati pensati e vanno distribuiti solamente ad essi. Di questo le imprese di devono prendersi la responsabilità. Semplice no? L'implicazione principale è che nel prezzare i prodotti e i servizi assicurativi non ci si potrà limitare a coprire i costi dei fattori produttivi ma sarà indispensabile verificare se la parte che copre le prestazioni è sufficiente a dare valore al cliente. Alcuni prodotti potrebbero non essere proponibili. Ci sarà una forte attenzione ai costi e alla efficienza produttiva e distributiva.

Evoluzione scientifica e tecnologica Cercare di capire come si evolverà l'assicurazione a causa dell’evoluzione scientifica e tecnologica è l'argomento più discusso dal settore in questo momento e probabilmente anche quello più intrigante. È chiaro che nella cosiddetta “era digitale” si stanno creando nuove possibilità che fanno pensare a degli effetti potenzialmente


dirompenti anche negli elementi essenziali su cui si basa l'assicurazione. Proviamo a fare degli esempi: 

una componente, se non essenziale, alquanto rilevante per l’assicurazione è l’esistenza della aleatorietà e della possibilità di gestire la asimmetria informativa. Si pensi se, grazie alla evoluzione scientifica, si riuscisse a essere molto precisi sulla previsione di certi eventi a tal punto che l’aleatorietà fosse relegata ad un effetto di poco conto o comunque residuale. In questo caso è evidente che l’assicurazione, perlomeno nella sua componente di rischio, avrebbe meno spazio applicativo e un ruolo più marginale

in fin dei conti un compito dell'assicurazione è quello di creare del "pooling" del rischio e l'era digitale consente di crearlo "dal basso" tramite l'aggregazione di soggetti portatori di rischio in modo agevole e relativamente poco costoso, rispetto al passato, il che potrebbe trasformare l’attuale contesto se non altro quello distributivo

l'assicurazione funziona bene se ci sono delle stime affidabili del rischio, i big data forniscono possibilità di maggiore accuratezza il che potrebbe avere un impatto sulla dinamica competitiva a vantaggio di chi saprà utilizzarli meglio

gli strumenti digitali consentono di monitorare e controllare i rischi in modo molto più efficiente rispetto al passato il che, se da una parte, potrebbe ampliare l’assicurabilità in certi ambiti in altri potrebbe relegare l’assicurazione a un ruolo meno essenziale rispetto a quello attuale

Quindi non si può non pensare che l'assicurazione non sarà profondamente trasformata dai trend in atto nel mondo scientifico e tecnologico. D'altra parte c'è chi afferma, anche a costo di sembrare reazionario, che l'assicurazione è "diversa" da altri settori e quindi non sarà "intaccata" da questi trend almeno non tanto quanto altri settori. Chi sostiene questa tesi porta ad esempio il fatto che tutto sommato le previsioni passate sulla diffusione della vendita on-line delle polizze si sono rivelate del tutto sovra stimate perlomeno in Italia.


Secondo me, almeno nel medio termine, assisteremo ad una progressiva riconfigurazione del settore più che ad una repentina rivoluzione con l’ingresso di nuovi ed agili competitori per i seguenti motivi:

esistono rilevanti barriere all'ingresso relative al capitale, alla vasta regolamentazione applicabile e alla dotazione di un asset distributivo che non è facile costruire e che, perlomeno al momento, pare ancora indispensabile

le assicurazioni, dal momento che continuano a remunerare il capitale, attirano talenti peraltro anche quelli che oramai non si rivolgono più al banking vista la sua relativa scarsa redditività

Le big tech per molti motivi non sembrano aver intenzione per il momento di integrare la fabbrica e quindi al limite potrebbero diventare distributori come peraltro fanno già per altri settori

La domanda e l'evoluzione comportamentale dei clienti Qui si potrebbe parlare a lungo su tanti aspetti, mi soffermerei solamente su due che a mio avviso potrebbero avere un impatto profondo sul settore assicurativo. Il primo è la tendenza delle giovani generazioni, che sono i nostri futuri clienti, a spostare l'interesse dalla proprietà di un bene al suo utilizzo il secondo è l'utilizzo del web per informarsi e prendere le conseguenti decisioni. Il primo aspetto implica, per il settore assicurativo, una potenziale e parziale sostituzione del cliente retail con clientela corporate. Si pensi al caso tipico dell'autovettura in leasing o noleggiata a lungo termine, è chiaro che un trend di questo tipo, ceteris paribus, tende a rendere più sfidante il raggiungimento di margini e a concentrare il settore. Il secondo potrebbe creare delle generazioni disposte a fidarsi del "robo-advisory" perlomeno per le macro-scelte assicurative, previdenziali e di asset management con conseguente aumento di produttività aggregata.


CONCLUSIONI Cercando di tirare un po' le fila del discorso mi pare chiaro che ci troviamo in un momento che promette grandi cambiamenti e quindi interessante soprattutto per professionisti come voi di cui il settore ha senza dubbio bisogno in qualsiasi configurazione si troverà ad affrontare. Infine, vi dico che in realtà sono stato invitato perché - come ha detto il prof. Valentinuz - posso rappresentare per voi un "role model" più accessibile e raggiungibile rispetto ad altri precedenti speaker ben più illustri. Concludo quindi con un augurio che professionalmente facciate meglio del sottoscritto. In bocca al lupo!


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